Qui - Portaletture

Tutti lo sentono, soprattutto gli uccelli, che cominciano a volare con movimenti
rotatori, in cima a campanili o intorno a comignoli. Girano, girano sempre
più velocemente, ognuno nella propria direzione senza mai scontrarsi.
Il cielo cambia colore. A volte sono solo le nuvole ad assumere varie tonalità
grigiastre. Ma, altre volte, è il cielo intero a essere coperto da un manto
blu scuro, quasi viola, dipinto da “figure” che si muovono e si scontrano.
E sono quelli gli attimi in cui ti metti a pensare. Quei minuti nei quali ti
aspetti che, da un momento all’altro, potrebbe cambiare il mondo. Quegli
istanti in cui non sai cosa fare: se rifugiarti sotto un albero o aspettare che
le gocce comincino a bagnare la terra. È in quei momenti che si sente la
pioggia prima che cada.
La linea d’ombra
Ogni volta che una qualsiasi luce, proveniente da qualunque sorgente, ci illumina,
spunta lei. C’è sempre e ci segue con movimenti paralleli ai nostri.
È buia, non ritrae di noi i particolari ma solo i contorni eppure è lì, sempre,
anche se a volte non ce ne accorgiamo. È la nostra immagine oscura
che ci segue quando siamo illuminati.
Quello era un comune pomeriggio di primavera, il sole ormai aveva oltrepassato
il punto più alto del cielo e io ero al parco che facevo la mia solita
camminata. I bambini giocavano allegri e le mamme sedevano chiacchierando
della quotidianità che annoia le loro vite. Tutto pareva normale.
Notai che la mia stringa era slacciata. Abbassai lo sguardo e mi accorsi
solo allora che non c’era. Non c’era più. La mia ombra era sparita.
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