CAPUTI UNA FAMIGLIA NELLA MARINA MILITARE - Lucio Caputi

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A.N.M.I. Associazione Nazionale MARINAI D’ITALIA Gruppo “DANTE SUMMER” Corso Milano 39 - 20900 Monza – Aldo Caputi, il Ct Pancaldo e un ricognitore della Marina. Un eccezionale fantastico marinaio e una nave superlativa con un curriculum particolare. Il nome Leone Pancaldo fu dato alla nave in onore del navigatore ligure nato a Savona il 1488 che partecipò con Magellano alla spedizione intorno al mondo. Il motto “ D’aquila penne, ugne di leonessa” è tratto da Merope 1912 di D’Annunzio. Nata con le caratteristiche di esploratore (alta velocità e forte autonomia) entrò in servizio nel novembre del 1929. L’ esploratore “Pancaldo”. Pag. 28/35
A.N.M.I. Associazione Nazionale MARINAI D’ITALIA Gruppo “DANTE SUMMER” Corso Milano 39 - 20900 Monza – Nel 1930 ha partecipato alla Crociera Atlantica in occasione della transvolata Italia-Brasile. Dal 1936 al ’38 è stata impegnata nella guerra di Spagna. Nel 1939-’40 nei cantieri di Muggiano vennero apportate le modifiche che la trasferirono nella categoria dei cacciatorpediniere le cui caratteristiche erano velocità oltre 30 nodi, autonomia di oltre 4.000 miglia. Il 9 luglio del ’40 ha partecipato alla battaglia di Punta Stilo. Con i due caccia Da Noli e Vivaldi vennero chiamati in sostituzione di altre unità simili indisponibili. Il giorno successivo, il Pancaldo, nella rada di Augusta, venne attaccato da aerosiluranti inglesi Swordfish che lo colpirono sul lato sinistro della prua con danni molto gravi che ne causarono l’affodamento. feriti. La nave si adagiò su un fondale di circa 25 metri. Trenta uomini risultarono fra morti e dispersi . Vi furono anche nove Buona parte dell’equipaggio riuscì a salvarsi. Fra questi, per sua fortuna, anche il nostro giovane ufficiale Aldo Caputi. Il primo siluro lanciato dall’aereo era finito sulla spiaggia. Fu il secondo che colpì il bersaglio. Una tremenda esplosione danneggiò gravemente la nave squarciando lo scafo sul lato sinistro della prua. Inclinatosi sulla destra, con la poppa verso l’alto, la nave iniziò ad affondare. Aldo dice: “ Ero rimasto intontito e non riuscivo a raccapezzarmi. Mi sentivo come se fossi fuori dell’accaduto. Riuscii ad orientarmi con le lucette rosse del centralino telefonico per uscire fuori in coperta ed evitare di rimanere intrappolato. La nave, in posizione quasi verticale, era già affondata per metà. Mi precipitai all’esterno trascinando con me in acqua un marinaio quasi svenuto. Ci allontanammo dallo scafo che ormai presentava in superficie solo la parte poppiera, evitando di rimanere coinvolti nel risucchio. Nuotando ci avviammo per raggiungere la riva.” Pag. 29/35
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