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Scuola e accessi polieducativi - Pedagogia Clinica

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La conoscenza della complessità della struttura totale di ciascun soggetto,<br />

l’assumere significati espressi mediante significanti, apprendere gli elementi che lo<br />

caratterizzano, significa per l’insegnante muoversi nel pieno rispetto della persona.<br />

Conoscere l’allievo come persona globale, come unità complessa, piena di risorse<br />

interiori significa poter assumere una visione prospettica e strategica adatte per<br />

favorire i desideri e la possibilità di scambi comunicativi utili, aprire agli <strong>accessi</strong><br />

<strong>polieducativi</strong>, per procedere verso l’educazione olistica.<br />

Una maggiore e più completa conoscenza degli allievi diventa il fulcro centrale di<br />

un processo in costante interazione e la educazione olistica, che invita ad uscire dal<br />

pensiero meccanicistico, potrà meglio introdurci in un universo nel quale intuizione,<br />

immaginazione, creatività ed intelletto, informazione, formazione ed esperienza,<br />

convivono in armonia e reciprocamente si stimolano.<br />

La totalità dell’individuo, il formarsi dell’allievo come persona totale, l’impegno<br />

per rispondere alle necessità del soggetto richiede un approccio interdisciplinare e<br />

operativamente integrato che favorisca la possibilità di sviluppo creativo delle<br />

capacità potenziali dell’allievo e le alimenti al fine di imparare, risolvere, decidere e<br />

creare. In questo affiora l’esigenza di un approccio olistico; si tratta di stimolare ed<br />

espandere, sviluppare affinare ed elaborare tutte le abilità dell’allievo, fino a<br />

perrnettergli di raggiungere un rapporto significativo con se stesso e con gli altri «in<br />

un intergioco dialettico di interiorità/esteriorità, motivata, stimolata e guidata<br />

dall’insegnante e messa in atto dal singolo o dal gruppo».<br />

Si tratta di muoversi, inseguendo questi interessanti intenti, con una applicazione<br />

pratica e sistematica di diverse strategie che chiamano in causa ogni facoltà umana e<br />

gli apporti di diverse scienze umane. Sotto la spinta dell’attività ludica potrà essere<br />

trasferito il significante mimico-gestuale in significante linguistico e tonematico, a<br />

corredo del gioco di drammatizzazione si potrà compiere una operazione di<br />

simbolizzazione, forme di interazione con l‘ambiente potranno trasformare la<br />

recezione visuale passiva in percezione attiva, processi logici potranno essere<br />

stimolati contemporaneamente ad un impegno psicomotorio, contemporaneamente ad<br />

esperienze a più voci ed esperienze di comportamento sociale.<br />

La via olistica della pedagogia clinica può essere seguita con successo se la<br />

definizione delle strategie educative avrà il compito di restituire alla persona la<br />

possibilità di prendere coscienza del proprio corpo, delle proprie emozioni,<br />

sensazioni ed espressioni, un totale e autentico linguaggio espressivo. Al soggetto<br />

dovranno essere offerte opportunità di libera espressione corporea avviata<br />

all’esplorazione del corpo e dell’inconscio, alla ricerca del corpo originario, nella<br />

liberazione delle pulsioni, in un lavoro di improvvisazione-creazione. La dinamica<br />

comunicativa dovrà costituirsi in una strutturazione cooperativa in cui l’insegnante è<br />

capace di ricevere il bambino nella sua autenticità escretizia e, in un vissuto<br />

polimorfo, partecipare ad una dinamica che si evolve nel gruppo che fantasmatizza e<br />

dove la creatività dell’uno serve da sollecitatore all’altro, dando sostanza ad una<br />

creazione collettiva.<br />

Interessanti potranno essere le esperienze che si ispirano alla espressione<br />

corporea, alla simbologia del movimento, alla biodanza, alla Gestalt-danza, allo

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