Il metodo Edumovement - Pedagogia Clinica
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<strong>Pedagogia</strong> clinica<br />
<strong>Il</strong> <strong>metodo</strong> <strong>Edumovement</strong>®<br />
di Guido Pesci*<br />
La pedagogia clinica deve, all’ISFAR-Post-Università delle Professioni, anche il<br />
<strong>metodo</strong> <strong>Edumovement</strong>®, studiato e sperimentato per venire in aiuto a un soggetto che<br />
si annuncia con scarse potenzialità gnosico-prassiche, inadeguate caratteristiche<br />
psico-fisiche, un ridotto stile comportamentale e che richiede, con segni e polisemie,<br />
il ripristino di nuove e diverse abilità e disponibilità. È un <strong>metodo</strong> rivolto ad<br />
assicurare occasioni di scambio con esperienze di comportamento sociale idonee a<br />
sviluppare sentimenti di fiducia e sicurezza, a provocare significative reazioni<br />
corporeo-gestuali, favorire curiosità, bisogno di agire e di affermarsi.<br />
L’<strong>Edumovement</strong> vuole che la persona venga sostenuta da sollecitazioni alla crescita<br />
nella consapevolezza del Sé attraverso una ricerca dell’armonia, con vissuti arricchiti<br />
da interessi, bisogni e scopi, rivolti a facilitare il piacere erotizzato del movimento,<br />
ritmi e organizzazioni ritmiche e gestuali, correlate a equilibratori delle emozioni. In<br />
questo orientamento è il gesto che sceglie, che raduna, che separa, che allinea, in una<br />
dialettica costante tra composizioni raggiunte a partire dal corpo e integrazione di<br />
esso nelle composizioni, fino a controllare gli impulsi, raggiungere una maturazione<br />
personale e facilitare le interazioni sociali. Vengono proposte occasioni di<br />
conoscenza ed esperienza, vissuti appercettivo-corporei, esplorazioni topografico e<br />
geografico-corporee che, oltre a originare un’ampia coscienza dello schema corporeo,<br />
incidono sul soggetto e lo accompagnano nella definizione dell’immagine di sé.<br />
Contrariamente all’educazione psicomotoria tradizionale, che si manifesta in tecniche<br />
diverse e rivali, in modelli costrittivi, in “fattori meccanici d’esecuzione”, più<br />
preoccupata delle prestazioni che delle esperienze, l’<strong>Edumovement</strong> si sostanzia di<br />
atteggiamenti pedagogico clinici orientati a sviluppare iniziative motorie originali e<br />
creative.<br />
<strong>Il</strong> <strong>metodo</strong> offre spazio alla spontaneità, alla plasticità, a dinamiche naturali, richiede<br />
al corpo un accordo tonico per raggiungere la soddisfazione del bisogno, per aver<br />
confermata la fiducia delle alleanze comunicative e connotata l’integrazione del sé<br />
corporeo, psichico e pulsionale. Esso mira allo sviluppo dei processi di relazione,<br />
rivolge l’attenzione alle influenze dei rapporti interpersonali; un comunicare,<br />
cooperare, assumere una progressiva coscienza, percepirsi e percepire.<br />
In questa dinamica di rapporti con se stesso, con il gruppo, con la realtà esterna, si<br />
aiuta il soggetto ad avviarsi verso l’elaborazione dialettica di nuove e diverse<br />
modalità di espressione e comunicazione, modulazioni che definiscono l’individuale<br />
appartenenza di ciascuno a un’intesa con l’altro; costruire-ricostruire il Self e il<br />
Reality-Kit, il Role-Takking e il Role-Distance.
La pedagogia clinica nell’aiutare la persona a ritrovare-ritrovarsi, riconoscersi, e<br />
trarre risposte utili per il recupero delle proprie difficoltà e disarmonie, ben si affida<br />
ai vissuti esperienziali siglati dallo sguardo, dal contatto, dall’estimazione delle<br />
distanze, alla costruzione e delimitazione di uno spazio proprio, alle abilità ritmicorespiratorio-cinetiche;<br />
quel sentire, partecipare e godere il gesto, stimolazioni e<br />
impressioni, che sono sorgenti di conoscenza e di informazioni. Questa scienza<br />
prevede per l’intervento una presenza affettiva e rassicurante, capace di favorire<br />
interessi ricreativi diversi, idonei a generare un clima di partecipazione attiva per<br />
vincere le tensioni, contribuire alle fluidità toniche, tradurre la delusione, la<br />
demotivazione o inibizione in una comunicazione autentica.<br />
Nulla rimane trascurato dal <strong>metodo</strong> <strong>Edumovement</strong> che si rivolge alla globalità della<br />
persona. Esso tiene conto delle elaborazioni osmotiche che permettono la<br />
rievocazione di eventi vissuti, degli effetti tattili in risposta all’apatia, al disinteresse,<br />
alla dispersione e alla confusione, del riso che assicura una scarica motoria<br />
liberatrice, delle produzioni tonematico-verbali utili per far defluire in esperienze di<br />
mediazione oggettuale e corporea, opposizioni, contrasti o aggressività, delle armonie<br />
ritmiche e di un equilibrato dinamismo respiratorio per ritrovare il piacere di<br />
esprimersi in uno spazio del desiderio. Ogni organizzazione e ogni espressione<br />
mirano a creare forme di interazione in un clima di amplificazione comunicativa.<br />
L’<strong>Edumovement</strong> si annuncia con un colloquio che permette al soggetto di superare il<br />
suo stato di auto-insufficienza, di sfiducia, di liberarsi da ciò che lo ossessiona o lo<br />
frena, per incentivare in lui il desiderio di vivere e comunicare, partecipare a una<br />
ricerca dell’immagine di sé, giungere a un cambiamento degli schemi derivati dai<br />
vissuti negativi del passato.<br />
Ogni esperienza motoria è tesa a favorire l’aspetto pluralistico della comunicazione;<br />
all’impaccio motorio, l’instabilità, la goffaggine, la maldestrezza, la gestualità<br />
impropria e inibita non basta rispondere con un potenziamento del tono muscolare,<br />
l’evoluzione in abilità deve infatti trovare il corrispettivo nella disponibilità. La<br />
persona deve essere aiutata a raggiungere un processo maturativo che non trascuri i<br />
problemi socio-affettivi e le difficoltà negli adattamenti culturali. Tante attenzioni che<br />
stanno a dimostrare la molteplicità degli interventi di aiuto e la complessità di agire<br />
sul lessico dei linguaggi corporei perché il soggetto possa meglio dominare e<br />
dominarsi, esprimersi e partecipare attivamente la vita.<br />
L’<strong>Edumovement</strong> rivolge l’interesse alle difficoltà nell’organizzazione e strutturazione<br />
temporale e spazio-temporale, all’improprietà gnosico-prassica, alla non specifica<br />
dominanza laterale, alla disorganizzazione nel dinamismo respiratorio e a ogni altro<br />
disordine nell’espressione cinetica, cui risponde garantendo la conquista di un<br />
equilibrio dialettico nel muoversi e rappresentarsi nello spazio.<br />
Nel ricercare abilità nella decifrazione degli spazi e nelle relazioni spaziali, la<br />
pedagogia clinica dà significato al saper sostare, muovere, dirigere, permanere in<br />
posizione eretta, in equilibrio posturale (aplomb) e per questo riconoscersi e sapersi<br />
organizzare. Considera le esperienze motorie come impegni e desideri dalla<br />
significazione tonica e cinesica, assicurate dalla conoscenza del corpo, quel Sé, luogo<br />
di integrazione, vissuto, sentito e partecipato che torna a proporsi ed esprimersi<br />
plasticamente connotando emozioni, bisogni e volontà. Le difficoltà nella
significazione dei movimenti trovano nell’<strong>Edumovement</strong> ogni proposta operativa con<br />
implicazioni perfezionanti e maturanti la sfera affettiva e volitiva con lo sgombero<br />
delle tensioni dei blocchi come riscatto dalla repressione. Questo <strong>metodo</strong> si appella al<br />
tatto, al contatto, agli stimoli tattili per garantire un maggiore autocontrollo, il<br />
rafforzamento della personalità, il vivere intensamente il dialogo con se stessi, il<br />
senso di liberazione e la spontaneità. Un’azione dialettica che si sviluppa in uno<br />
spazio di comunicazione e accresce un’abilità gestuale di relazione dinamica come<br />
sicurezza scaturita dall’eco degli scambi comunicativi. È un dialogo educativo, quello<br />
proposto dall’<strong>Edumovement</strong>, con tante utili esperienze da proporre per migliorare<br />
abilità, risvegliare le funzioni motorie e senso-percettive; su tali orientamenti il<br />
pedagogista clinico si muove stimolando la persona a lasciare tracce segniche e<br />
tracciature in campo vuoto, immagini di un sentirsi con cui essa chiede di essere<br />
riconosciuta, rinforzare l’attenzione e limitare la faticabilità, topologie e topografie,<br />
spazi definiti e orientati, annunci, conversazioni, enunciazioni flusso di eventi e<br />
dichiarazioni affettive e sociali in debito ai gesti e alle loro espressioni<br />
connotazionali. Tutti atti rappresentativi della presa di coscienza del gesto,<br />
movimenti spontanei di una realtà indagata, scoperta e vissuta; un modo per<br />
denunciare il rapporto esistente tra segno e affettività, prossemica e orientazione.<br />
Altri significati si raggiungono nel porre attenzione a richiami-stimolo organizzati<br />
sulla postura, sul mimo facciale, nella aerazione emotiva, nell’impaccio ansiogeno,<br />
nell’inibizione relazionale. Si attiva un colloquio stimolatore di vissuti, scambi<br />
comunicativi verbali e silenziosi adatti a favorire abilità organizzative con intenti di<br />
intesa. È la poliedricità di disarmonie, di incertezze, quali scarsa organizzazione e<br />
conoscenza del proprio sé corporeo, disordine ritmico e spazio temporale, disagio<br />
nell’organizzarsi e rappresentarsi, scarsa plasticità a concepire sinergie, simultaneità e<br />
molteplicità di espressioni, inadeguatezza nel convogliare esteriorità e interiorità<br />
della persona, involucri dell’inefficacia e dell’inefficienza, a rendere difficile ogni<br />
apprendimento. Un corteo di impacci e inadeguatezze a cui, come già affermato in<br />
precedenza, si è indirizzato un vasto interesse scientifico pedagogico clinico per<br />
un’opportuna prevenzione con una distribuita ed efficiente pluralità di metodi e<br />
tecniche idonee a far acquisire abilità e disponibilità.<br />
<strong>Il</strong> suffragio di fondamenti scientifici ci ha permesso di comprendere che<br />
l’apprendimento è un processo che vede le potenzialità del soggetto definirsi<br />
progressivamente in nuove capacità a risolvere problemi, a modificare in maniera<br />
permanente le possibilità di trovare una soluzione conveniente per situazioni nuove.<br />
Un’evoluzione mediante la quale viene acquisito senza condizionamenti un<br />
perfezionamento delle attività e del comportamento, del produrre e creare fino a farli<br />
divenire atti intenzionali integrati con la personalità. Questo processo psichico, che<br />
implica una serie di operazioni in cui intervengono molte facoltà quali la percezione,<br />
l’immaginazione, l’attenzione, l’associazione, la memoria, è molto complesso e<br />
consente alla persona di acquisire in forma durevole, abitudini, conoscenze e<br />
competenze. Apprendere dipende anche dal desiderio di imparare e quindi dalla<br />
motivazione del soggetto e dal suo equilibrio affettivo, influenzato dalle aspettative<br />
che gli altri riversano su di lui. L’iter di apprendimento richiede perciò stimoli<br />
personalizzati, in correlazione con le differenze individuali, per insufficienze
iopatiche, cerebropatiche, endocrinopatiche, dismetaboliche, neuropatiche,<br />
crosomopatiche, gametopatiche, come pure in ragione di stati depressivi, nevrotici,<br />
psicotici e psicosomatici e per difficoltà organizzativo-motorie, espressivo-elocutorie<br />
e sensoriali-percettive. Del resto, l’apprendimento richiede, come già evidenziato,<br />
motivazione, assunzione del dato e perciò abilità di elaborazione ed esperienza,<br />
scoperta, quindi fissazione e memorizzazione, oltre che reiterazione di mantenimento,<br />
ciò che produce dotazione culturale e un conseguente cambiamento<br />
comportamentale.<br />
La motivazione è relativa ai bisogni di qualcosa di necessario e indispensabile e nella<br />
vita spinge ad agire secondo il grado di performance o di realizzazione che l’uomo si<br />
propone di raggiungere, ed è suffragata da ambizione, emulazione, aspirazione,<br />
livello dell’Io, di coscienza e di stima di sé, bisogno di conoscenza e di esplorazione,<br />
curiosità. Essa aumenta in funzione della prossimità della meta, del nuovo,<br />
dell’inconsueto o insolito, del subitaneo (la grande causa dell’emozione è la<br />
sorpresa), della simpatia e dalle influenze positive come la lode, l’autostima, la<br />
vitalità, la moderata ambizione, il desiderio di vedere, di sentire, di comprendere, di<br />
comunicare, mentre è frenata o distolta dall’instabilità emozionale, dall’iperemotività,<br />
dall’angoscia, dall’ansietà, dalla tristezza, dalla frustrazione, dall’abulia, dal<br />
mutismo, dalla passività, dall’opposizione, oppure perché il soggetto si sente<br />
represso, impedito nella sua crescita personale, come può accadere al superdotato.<br />
La persona per assumere il dato, oltre che essere sospinta da una motivazione deve<br />
poter avvertire ciò che si accinge ad analizzare, cogliere i risultati rilevanti, valutare<br />
se il dato merita di essere registrato e far seguire azioni di risposta. Abilità e<br />
disponibilità che possono essere frenate e inibite dalla presenza di maldestrezza,<br />
incoordinazione motoria, ipotonia, ipertonia e spasmi, disordini nella lateralità,<br />
disprassia, disordini nello schema corporeo, dispercezioni (olfattorie, gustative<br />
uditive, visive, cromatiche, stereognostiche), disordini nella direzione e<br />
nell’orientamento, difficoltà nella associazione e nell’astrazione, nell’equilibrio, nella<br />
coordinazione e dissociazione, nell’organizzazione e strutturazione dello spazio, ecc.<br />
L’elaborazione è garantita dall'attenzione, dalla concentrazione, dalla correlazione,<br />
dalla comparazione, dalla discriminazione, che con la definizione in esperienza<br />
supportano la scoperta, fissata e memorizzata nel rispetto dei diversi meccanismi di<br />
regolazione psichica relativi agli avvenimenti passati, e la capacità di ritrovare e di<br />
evocare queste annotazioni nel momento voluto. Per far fronte a questa complessità<br />
di problemi che generano l’inadeguatezza ad apprendere è ovvio che la pedagogia<br />
clinica, non poteva accogliere le proposte di aiuto concretizzate con pacchetti di<br />
tecniche correttive, pile di schede finalizzate a…, o definite per…, che, come già<br />
affermato in precedenza, incidono su aspetti esclusivamente funzionali, non tenendo<br />
conto assolutamente della complessa personalità del soggetto.<br />
www. guidopesci.it/ { HYPERLINK "http://www.isfar-firenze.it" }