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THE ART OF<br />
ENTERTAINMENT<br />
free <strong>magazine</strong> # 8<br />
GENNAIO 2007
2<br />
SABATO 27<br />
GENNAIO<br />
RED PELLINI AND<br />
BOSS BASENTINI’S GANG<br />
Andy Gravish - Foto Giulio Cappello<br />
Jazzisti<br />
di tutto<br />
il mondo:<br />
unitevi!
Andy Gravish, trombettista<br />
americano, è uno dei<br />
tanti solisti che formano<br />
la inusuale jazz band di<br />
Red Pellini ed Emanuele<br />
Basentini. Formatosi alla<br />
Berklee College of Music di Boston<br />
è entrato poi a far parte<br />
dell’orchestra del batterista Buddy<br />
Rich. Nel corso di una carriera<br />
che lui stesso definisce “fortunata”<br />
ha suonato con Sinatra, Tony<br />
Bennett, e con le big band di Artie<br />
Shaw e Cab Calloway. Sul finire<br />
degli anni ’80 si è trasferito<br />
da Boston a New York dove ha<br />
continuato a suonare fino a due<br />
anni fa, quando si è trasferito in<br />
Italia.<br />
Andy, con la gang di Pellini e<br />
Basentini suoni jazz in stile<br />
anni ’20, ma qual è il tuo genere<br />
di jazz preferito?<br />
Questa è una domanda difficile…<br />
mi piace tutto. Quando ero<br />
giovane fui attratto inizialmente<br />
dalla musica di Dizzy Gillespie, di<br />
Miles Davis e di Charlie Parker. Si<br />
può dire che quello che mi ha<br />
colpito di più è il Be Bop e ciò<br />
che ne è seguito.<br />
Ti sei trasferito definitivamente<br />
qui in Italia?<br />
La maggior parte del nostro tempo<br />
la passiamo qui.<br />
Come è successo?<br />
Ho sposato un’italiana sedici anni<br />
fa, e anche se abitavamo a<br />
New York venivamo spesso in<br />
Italia. Suonavo spesso in Sardegna<br />
perché mia moglie è sarda.<br />
Poi dei musicisti che abitavano lì<br />
si sono trasferiti a Roma e quindi,<br />
negli ultimi cinque anni, sono<br />
venuto spesso a suonare a Roma.<br />
Con chi hai suonato in Italia?<br />
In questi ultimi due anni ho avuto<br />
la fortuna di suonare con quasi<br />
tutti i migliori musicisti cono-<br />
sciuti: Enrico Pierannunzi, Roberto<br />
Gatto, Maurizio Gianmarco e<br />
anche tutti i musicisti romani.<br />
Parliamo dell’esperimento<br />
della gang. Come ti è stato<br />
proposto?<br />
È una cosa che non mi aspettavo.<br />
Emanuele Basentini mi ha<br />
chiamato un paio di settimane<br />
prima di cominciare a registrare il<br />
disco (il cd inciso questa estate al<br />
<strong>Micca</strong> che uscirà a breve con<br />
l’etichetta <strong>Micca</strong> <strong>Club</strong> Records,<br />
ndr) chiedendomi se ero interessato.<br />
Certo che lo ero! Alla musica<br />
di Bix Beiderbecke non posso<br />
dire di no. Dopo le registrazioni<br />
sono entrato a far parte della<br />
band.<br />
Una band che suona un repertorio<br />
d’epoca con lo stile,<br />
e talvolta gli strumenti, dell’epoca.<br />
Tu come trombettista<br />
suoni in maniera diversa rispetto<br />
al tuo solito?<br />
Certo: lo stile è diverso. Per<br />
questa musica servirebbe in<br />
realtà una cornetta: sarebbe<br />
lo strumento autenticamente<br />
d’epoca. Mi è stata lasciata libertà<br />
di suonare come voglio;<br />
io comunque mi diverto a<br />
suonare diversi stili: c’è sempre<br />
qualcosa da imparare.<br />
Ci sono negli Stati Uniti delle<br />
band dedite a questi repertori?<br />
Sì, ce ne sono molte.<br />
Nella band c’è anche un elemento<br />
particolare: il fatto<br />
che vi vestiate con abiti in<br />
stile anni ‘20. È una cosa<br />
che ti piace?<br />
No, non proprio. Preferirei vestirmi<br />
come voglio. Secondo me<br />
non è necessario però non è un<br />
gran sacrificio.<br />
Altre attività, oltre la gang?<br />
Sto facendo molti concerti soprattutto<br />
come ospite di altri<br />
musicisti: duetti, quartetti, quintetti;<br />
ultimamente ho suonato<br />
con l’orchestra di Dino e Franco<br />
Piana alla Casa del Jazz, e con la<br />
formazione di Riccardo Fassi.<br />
Che ne pensi dell’ambiente<br />
musicale romano e italiano?<br />
Ci sono molti bravi musicisti. La<br />
differenza con New York è che<br />
qui c’è divisione tra i musicisti.<br />
Rivalità? Gelosie?<br />
Non lo so. Bisognerebbe essere<br />
più uniti, invece si formano dei<br />
gruppi qua e là. Fare il musicista<br />
è già abbastanza difficile... Non<br />
che siamo uno contro l’altro, ma<br />
a New York in questo senso le<br />
cose vanno meglio. Comunque i<br />
musicisti italiani sono ottimi.<br />
A parte il confronto impari<br />
con gli Stati Uniti, è vero che<br />
il jazz italiano è all’avanguardia<br />
in Europa?<br />
Sì, assolutamente. In Italia ci sono<br />
più sovvenzioni che in America<br />
per il jazz. Ci sono molti posti<br />
in tutta Italia dove si da la possibilità<br />
ai musicisti di suonare.<br />
Perché il jazz ha preso così<br />
piede in Italia secondo te?<br />
Non solo in Italia, anche in Europa.<br />
Questo continente ha più<br />
storia e cultura dell’America; parlo<br />
anche di cultura musicale. Per<br />
gli europei la cultura è qualcosa<br />
di diverso: fa parte dell’anima.<br />
❋<br />
Emanuele Basentini: chitarra<br />
Fabiano Pellini:<br />
straight alto sax e arrangiamenti<br />
Massimo D’Avola: sax tenore<br />
Paolo Farinelli: sax alto<br />
Leonardo Borghi: pianoforte<br />
Andy Gravish: tromba<br />
Marco Valeri: batteria<br />
Vincenzo Florio: contrabbasso<br />
3
Come Marcello Rosa, Antonello<br />
Vannucchi, Cicci<br />
Santucci e tanti altri, passati<br />
per il palcoscenico del<br />
<strong>Micca</strong>, Sergio Coppotelli<br />
rappresenta la memoria<br />
del jazz nostrano. Ha iniziato<br />
appena dopo la guerra in quell’ambiente<br />
in fermento che si<br />
nutriva di nuovi sound portati<br />
in Europa dagli americani. Coppotelli<br />
aveva una formazione<br />
per chitarra classica e una passione<br />
per i dischi jazz di quegli<br />
anni. Le prime collaborazioni gli<br />
4<br />
GIOVEDI 04<br />
GENNAIO<br />
SERGIO COPPOTELLI QUARTET<br />
hanno fatto incontrare Umberto<br />
Cesari e Carlo Loffredo; poi,<br />
grazie alla radio si susseguirono<br />
le session e i concerti con tutti<br />
gli artisti di nome dell’epoca.<br />
Tra questi si confondono musicisti<br />
e compositori, italiani e<br />
stranieri: Piero Piccioni e Lelio<br />
Luttazzi, Gianni Basso e Armando<br />
Trovajoli, Gil Cuppini ed Enrico<br />
Pierannunzi, Gianni Ferrio e<br />
Gil Evans, Ennio Morricone e<br />
Lee Konitz.<br />
Maestro, che cosa ascolteremo<br />
durante il concerto?<br />
Il genere si può definire modern<br />
mainstream; alcuni brani, come<br />
“Suspence” hanno articolazioni<br />
ritmiche molto moderne con<br />
una breve apertura al Free<br />
Jazz. In particolare eseguiremo<br />
diversi brani originali tratti dalla<br />
Dallo Swing a<br />
John<br />
Coltrane<br />
IL CONCERTO DEL QUARTETTO DI SERGIO COPPOTELLI SI INSERISCE<br />
NELLA SCIA DI EVENTI DAL VIVO CHE HANNO PORTATO AL MICCA<br />
CLUB I NOMI STORICI DEL JAZZ ITALIANO. DAI TEMPI DELLE GRANDI<br />
ORCHESTRE RAI ALLE COLLABORAZIONI CON I COMPOSITORI DI<br />
COLONNE SONORE, QUASI 60 ANNI DI PASSIONE PER LA MUSICA.<br />
Sergio Coppotelli, chitarra<br />
Cinzia Gizzi, piano<br />
Pino Sallusti, basso<br />
Carlo Bordini, batteria
mia discografia. Ad esempio “E<br />
non sbattere la porta” (Don’t<br />
slam the door) gran successo<br />
discografico e celebre sigla televisiva<br />
inciso anni fa da Bruno<br />
Martino; poi “Remembering<br />
Gil”, brano dedicato a Gil Evans<br />
che da il titolo al mio secondo<br />
cd, del 1990. Con Evans collaborai<br />
durante una serie di concerti<br />
con l’orchestra dell RAI; lui<br />
mi omaggiò con il più bel complimento<br />
della mia lunghissima<br />
carriera: “Sergio I am glad to<br />
hear you.”<br />
So che ci sono anche brani di<br />
altri repertori.<br />
Si. proporremo standard di Ellington,<br />
Monk, Coltrane e altri,<br />
rivisitati con miei particolari arrangiamenti.<br />
Suoneremo “La<br />
Paloma”, il primo brano che il<br />
mio maestro di chitarra classica,<br />
Ricky Modesto mi fece studiare<br />
quando avevo appena 13 anni;<br />
e ancora “Autumn Leaves” Di<br />
Prever-Kosma, una mia interpretazione<br />
particolare per chitarra<br />
che prevede anche un’improvvisazione<br />
libera insieme alla<br />
pianista Cinzia Gizzi.<br />
Una citazione speciale la<br />
merita “Estate” di Bruno<br />
Martino.<br />
Martino mi invitò a una jam<br />
session nel 1948, erano presenti<br />
musicisti che hanno segnato<br />
la storia del jazz : Piccioni, Trovajoli,<br />
Rotondo, Loffredo, Franco<br />
Chiari, Paolo Tagliaferro.<br />
Alla fine della sessione Martino,<br />
entusiasta, mi offrì il primo contratto<br />
di lavoro, avevo appena<br />
18 anni e tutto cominciò da lì.<br />
❋<br />
Il genere beat conquista sempre<br />
più spazio nella programmazione<br />
dei concerti al <strong>Micca</strong><br />
<strong>Club</strong>. Oltre al dj set del sabato,<br />
in cui Alessandro Casella<br />
scatena le danze proprio al<br />
ritmo del beat (e del boogaloo,<br />
e del R&B, e dello shake), dopo<br />
le frequenti incursioni della scatenata<br />
band campana di Tony<br />
Borlotti e i suoi Flauers, protagonista<br />
qualche settimana fa durante<br />
il toga party “Satyricon”,<br />
ecco salire sul palco del club una<br />
nuova proposta per gli appassionati<br />
delle sonorità sixties. I Fari<br />
Abbaglianti (il nome è una garanzia)<br />
sono il classico quintetto<br />
che si poteva vedere nei locali di<br />
Roma una quarantina di anni fa:<br />
una batteria (Marco Rovinelli),<br />
un basso (Marco Barbizzi), due<br />
chitarre (Marco Turriziani e Fabio<br />
Taddeo) e un cantante (Alessandro<br />
Bianchi), e poi microfoni<br />
sparsi per mettere su i cori e i<br />
contro canti che richiede il repertorio.<br />
Un repertorio fatto di<br />
nomi suggestivi, sia per chi ricorda<br />
di aver ascoltato dal vivo<br />
quegli artisti, sia per i giovani<br />
che, sempre più, mostrano di<br />
apprezzare questo genere: Little<br />
Tony, i Rockes, Caterina Caselli,<br />
Mal, Rita Pavone, Edoardo Vianello<br />
e l’indimenticato Rocky Roberts<br />
(e soprattutto i loro successi)<br />
tornano sulla ribalta, riarrangiati<br />
dalla band per continuare<br />
a intrattenere, come allora,<br />
una nuova beat generation.<br />
❋<br />
VENERDI<br />
05 GENNAIO<br />
FARI ABBAGLIANTI LIVE<br />
Serata Beat<br />
IL 5 GENNAIO<br />
LA BAND ROMANA DE I<br />
FARI ABBAGLIANTI<br />
PORTA AL MICCA UNA<br />
VENTATA DI SONORITÀ<br />
SIXTIES, NEL PIÙ PURO<br />
STILE BEAT ANNI ’60.<br />
Dopo il concerto un nuovo frizzante,<br />
malizioso, sexy burlesque<br />
show di Miss Amber Topaz. Torna<br />
al <strong>Micca</strong> l’appuntamento con<br />
il piccante spogliarello cantato e<br />
coreografato dalla starlet inglese<br />
in perfetto ed elegante stile Las<br />
Vegas anni ‘40 e ‘50”<br />
Amber Topaz nei panni di Eva al <strong>Micca</strong> <strong>Club</strong><br />
Foto Giulianini <strong>Micca</strong> Lab<br />
Alessandro Bianchi, voce<br />
Marco Turriziani, voce e chitarra<br />
Fabio Taddeo, chitarra<br />
Marco Barbizzi, voce e basso<br />
Marco Rovinelli, batteria<br />
5
6<br />
SABATO 6<br />
GENNAIO<br />
MASSIMO D’AVOLA QUARTET<br />
PER L’INIZIO<br />
DEL NUOVO ANNO<br />
È ANNUNCIATO<br />
IL PRIMO DISCO<br />
DI MASSIMO<br />
D’AVOLA<br />
PUBBLICATO<br />
CON L’ETICHETTA<br />
DEL LOCALE:<br />
MICCA CLUB<br />
RECORDS.<br />
Giorgio Rosciglione e Gegé Munari<br />
Foto Giulianini - <strong>Micca</strong> lab<br />
Massimo D’Avola, sax<br />
Giorgio Rosciglione,contrabbasso<br />
Gegé Munari, batteria<br />
Antonello Vannucchi, pianoforte<br />
Èormai prossima la pubblicazione<br />
del disco che il sassofonista<br />
ha registrato sul finire<br />
della scorsa estate al<br />
<strong>Micca</strong> <strong>Club</strong>. Nel concerto<br />
del 6 gennaio, nella “grotta”<br />
di via Pietro <strong>Micca</strong>, Massimo<br />
D’Avola porterà in dono i brani<br />
del nuovo disco, suonati dallo<br />
stesso quartetto che li ha incisi.<br />
Il cd non mancherà di sorprendere<br />
gli appassionati del jazz, in<br />
quanto i brani originali, scritti<br />
da D’Avola e da altri musicisti, e<br />
quelli di repertorio, rivisitati dal<br />
quartetto, che completano la<br />
track list del disco, sono un<br />
omaggio alla tradizione italica<br />
del jazz. D’Avola afferma in<br />
questo lavoro la sua passione<br />
per il genere, e per il ruolo fondamentale<br />
ricoperto dai jazzisti<br />
del nostro paese nei decenni dal<br />
dopoguerra in poi. Non a caso,<br />
sia nel disco che sul palco del 6<br />
gennaio, i musicisti che affiancano<br />
D’Avola sono tutti degli<br />
artisti navigati, i cui nomi ricorrono<br />
più volte nella storia del<br />
jazz nostrano degli ultimi 50 anni:<br />
Giorgio Rosciglione al contrabbasso,<br />
Antonello Vannucchi<br />
al pianoforte e Gegè Munari alla<br />
batteria. Del resto il sassofonista<br />
siciliano, nonostante l’età,<br />
ha frequentato molti dei decani<br />
del jazz, non solo italiani: ha<br />
avuto come maestro, e poi come<br />
amico, Tony Scott, italoamericano<br />
e storico interprete<br />
del jazz d’oltreoceano che da<br />
anni vive a Roma; è stato per<br />
Massimo D’Avola<br />
anni il sassofonista di Romano<br />
Mussolini; si accompagna di solito<br />
a nomi come Steve Grossman,<br />
Jeremy Pelt, Jason Marsalis<br />
o, tra gli italiani, Stefano Di<br />
Battista, Fabrizio Bosso, Flavio<br />
Boltro ed Emanuele Basentini.<br />
La sintesi di tutte queste esperienze<br />
si può dunque ascoltare<br />
dal palco del club, la sera dell’Epifania,<br />
oppure dal disco che,<br />
in omaggio al luogo dove è nato,<br />
è stato intitolato <strong>Micca</strong>’s<br />
Dream.<br />
<strong>Micca</strong>’s Dream<br />
❋
Jazz à Gogo<br />
IL JAZZ CHE TI FA BALLARE<br />
TUTTI I MERCOLEDÌ DALLE ORE 22<br />
MODERN JAZZ, BE BOP, STANDARDS & VOCALS,<br />
LATIN JAZZ, PIANO TRIO & HAMMOND JAZZ<br />
A CURA DEL DJ MARVIN<br />
J A Z Z D A L V I V O S U L PA L C O D E L M I C C A C L U B
pugliese, trasferitasi<br />
a Roma da 11 anni,<br />
è una delle protagoniste<br />
della scena jazz della capitale.<br />
Nata artistica-<br />
L’artista<br />
mente come pianista è<br />
anche una apprezzata cantante;<br />
lei si definisce “una pianista<br />
che canta”. Silvia è cresciuta<br />
musicalmente con il padre<br />
musicista di piano bar; la<br />
sua musica invece ha una matrice<br />
decisamente jazzistica,<br />
caratterizzata dal suo timbro<br />
vocale calmo e suadente. Nel<br />
8<br />
SABATO 13<br />
GENNAIO<br />
SILVIA MANCO QUARTET<br />
disco sono inseriti dieci brani,<br />
cinque dei quali sono originali<br />
(in italiano e in inglese) firmati<br />
dalla stessa pianista. “Tempo<br />
al tempo” è un pezzo bossanova<br />
medium tempo cantato<br />
in italiano. “Rito Pagano”,<br />
pezzo in 6/8, sempre in italiano,<br />
è composto con un accompagnamento<br />
ritmico in cui<br />
i protagonisti melodici sono la<br />
batteria e il basso. “Look at<br />
the Firefly!”, brano d’ispirazione<br />
carioca, è tutto strumentale;<br />
un brano frizzante in cui<br />
voce, flauto e piano si esprimono<br />
all’unisono. “The Lazy<br />
Giaguaro”, pezzo beat cantato<br />
in inglese è dedicato ad<br />
Alessandro Casella (direttore<br />
artistico del <strong>Micca</strong> <strong>Club</strong> e editore<br />
della rivista Il Giaguaro).<br />
L’ultimo inedito, “Please”, è<br />
un’altra bossanova in inglese,<br />
interpretata in chiave malinconica,<br />
lenta. Poi ci sono i brani<br />
di repertorio. “Big City”, il title<br />
track è un omaggio di Silvia<br />
a Shirley Horn e Blossom<br />
Diarie; un pezzo dal tema<br />
tranquillo ma accattivante con<br />
un giro armonico ed un groove<br />
fatti su misura anche per<br />
improvvisare. “Moment to<br />
moment” è un brano tra i meno<br />
noti di H.Mancini e J.Mercer;<br />
Silvia lo ha riarrangiato<br />
ispirandosi alle colonne sonore<br />
anni ’60, in particolare alle<br />
musiche di Hugo Montenegro.<br />
Big City Is<br />
For Me<br />
SILVIA MANCO PRESENTA IL SUO PRIMO DISCO<br />
PUBBLICATO CON L’ETICHETTA MICCA CLUB RECORDS.<br />
Copertina di Giulio Cappello - foto di Guido Laudani<br />
Silvia Manco, voce e piano<br />
Pietro Lussu, organo Hammond<br />
Armando Sciommeri, batteria<br />
Sandro Deidda, sax tenore<br />
e soprano, flauto
Altro brano caro alla musicista<br />
“Improvvisamente”, di Gianni<br />
Ferrio, è una melodia raffinata<br />
che fa respirare un’atmosfera<br />
quasi onirica con un testo<br />
poetico. Altro successo degli<br />
anni ’60: “Guarda che Luna”<br />
di Fred Buscaglione. Ultimo<br />
pezzo, cover di un divertente<br />
brano francese cantato da<br />
France Gall, “Jazz à Gogo”<br />
ha un ritmo swing con un’impronta<br />
pop ma con sonorità<br />
più usuali del mondo jazz. Di<br />
questo brano, Silvia ha rifatto<br />
una versione, fedele all’originale,<br />
perfettamente in tono<br />
con le atmosfere del disco.<br />
(Alessandra Torrice)<br />
❋<br />
Silvia Manco<br />
Foto di Guido Laudani<br />
<strong>Micca</strong> Magazine<br />
A cura del <strong>Micca</strong> Lab<br />
Testi e foto all’interno del locale:<br />
Giuliano Giulianini<br />
Grafica e Impaginazione:<br />
Francesco Panatta<br />
Ci sono dei gruppi e dei musicisti<br />
che ormai fanno parte<br />
del pantheon artistico del<br />
<strong>Micca</strong> <strong>Club</strong>. I loro concerti<br />
corrispondono a quei canoni<br />
di qualità, riferimenti stilistici<br />
e capacità di intrattenere piacevolmente<br />
il pubblico che sono le linee<br />
guida della programmazione del<br />
locale. Li riconoscete dal fatto che<br />
sono in cartellone quasi ogni mese<br />
(Todrani, la gang di Pellini e Basentini<br />
e tanti altri). Alcuni proprio<br />
una volta al mese, come i Blues<br />
Willies: miscellanea di professionisti,<br />
attori e appassionati musicisti<br />
che nella vita fanno anche altro,<br />
riuniti nella pseudo identità fami-<br />
liar-delinquenziale dei fratelli Maranzano.<br />
Il travestitismo del gruppo<br />
è funzionale a un concerto sui<br />
generis che mescola rock e jive,<br />
blues e R’n’B. Le anime della band<br />
sono: Claudio Gregori, noto al<br />
pubblico come “Greg”, attore,<br />
conduttore televisivo e radiofonico,<br />
fondatore di diverse formazioni<br />
musicali (JollyRockers, Latte e i<br />
suoi derivati, Jazzophone); e Max<br />
Paiella, attore comico, imitatore, e<br />
cantante dotato di una voce non<br />
comune, che da qualche anno sta<br />
riscuotendo un buon successo con<br />
la trasmissione satirica “Il ruggito<br />
del coniglio” su Radio Due, ed è<br />
presente anche in tv ne “La tintoria”,<br />
altra trasmissione satirica della<br />
seconda serata di Rai Tre. I Blues<br />
Willies si ispirano agli show di Dean<br />
Martin e Frank Sinatra, all’ambiente<br />
scintillante della Las Vegas<br />
anni ’50 e, per i loro alter ego da<br />
palcoscenico, ai guappi italo-ame-<br />
MERCOLEDI<br />
31 GENNAIO<br />
BLUES WILLIES LIVE<br />
ricani dei film di Scorzese e Coppola.<br />
Sarà un appello per pochi,<br />
ma chi non li ha mai visti sul palco<br />
non sa che cosa si perde.<br />
❋<br />
C’era una volta<br />
in America<br />
C’ERANO UNA VOLTA<br />
FRANK SINATRA<br />
E I PICCIOTTI<br />
ITALO-AMERICANI,<br />
LE CONCERT HALL<br />
DEGLI ALBERGHI DI<br />
LAS VEGAS E I NIGHT<br />
DI NEW YORK,<br />
LE CANZONI DI DEAN<br />
MARTIN E I FILM<br />
DI SCORSESE. TUTTO<br />
QUESTO RIVIVE SUL<br />
PALCO DEL MICCA<br />
GRAZIE ALL’IRONIA<br />
E ALLA TRASCINANTE<br />
ESIBIZIONE<br />
DEI BLUES WILLIES.<br />
Claudio Gregori, chitarra elettrica e voce<br />
Max Paiella, voce<br />
Luca Majnardi, tromba e voce<br />
Carlo Ficini, trombone e cori<br />
Giorgio Cuscito, sassofono tenore e cori<br />
Gigi Pezzi, sassofono contralto e cori<br />
Attilio Di Giovanni, pianoforte e tastiere<br />
Fancesco Redig de Campos,<br />
basso e contrabbasso<br />
Alfredo Agli, batteria e percussioni<br />
9
Quello del 18 gennaio è un<br />
classico esempio di concerto<br />
jazz che si può<br />
ascoltare al <strong>Micca</strong> <strong>Club</strong>.<br />
La serata del giovedì che,<br />
per quanto riguarda il dj<br />
set che segue il live, da qualche<br />
settimana ha assunto la denominazione<br />
di Stompin’ at <strong>Micca</strong>,<br />
è spesso dedicata a formazioni<br />
jazz che hanno nel piano il perno<br />
del discorso musicale. Quando<br />
poi, ad artisti italiani, ben conosciuti<br />
dall’uditorio abituale<br />
del club, si ha la possibilità di<br />
aggiungere un prestigioso ospite<br />
straniero, ecco che la voca-<br />
Michael Blass<br />
10<br />
GIOVEDI 18<br />
GENNAIO<br />
MICHAEL BLASS FEAT.<br />
LEO CESARI & MARCO LODDO<br />
LEO CESARI E<br />
MARCO LODDO,<br />
AFFIANCANO<br />
UN OSPITE<br />
STRANIERO<br />
CHE PRESENTA<br />
AL MCCA UNA<br />
SELEZIONE<br />
DEL SUO<br />
REPERTORIO JAZZ: IL<br />
PIANISTA BELGA<br />
MICHAEL BLASS.<br />
Michael Blass, piano<br />
Leo Cesari, batteria<br />
Marco Loddo, contrabbasso<br />
Piano Trio<br />
zione del <strong>Micca</strong> giunge a compimento:<br />
offrire ai propri ospiti<br />
una panoramica, più ampia possibile,<br />
della scena musicale italiana<br />
ed europea, che risponda<br />
ad alti standard qualitativi nell’ambito<br />
dei diversi generi di<br />
musica acustica. Michael Blass<br />
risponde a pieno a questa descrizione:<br />
il pianista belga, pur<br />
essendo attivo anche nell’ambito<br />
della musica pop, è considerato<br />
tra i migliori interpreti della<br />
scena jazz francofona che, come<br />
quella italiana è tra le più<br />
Leo Cesari - Fotro Giulianini <strong>Micca</strong> Lab<br />
ricche ed attive d’Europa. Il suo<br />
genere è il bebop, in cui mescola<br />
un’esecuzione armonica e la<br />
lezione di pianisti moderni come<br />
Bill Evans ed Herbie Hancock.<br />
A fare gli onori di casa, sul<br />
palco del concerto dal vivo, saliranno<br />
due musicisti noti al nostro<br />
pubblico. Marco Loddo,<br />
contrabbasista, lo abbiamo già<br />
ammirato in una formazione<br />
della vocalist Antonella Aprea; e<br />
inoltre ha partecipato al disco di<br />
Emanuele Basentini e Red Pellini,<br />
di imminente pubblicazione,<br />
registrato qualche mese fa nei<br />
locali del nostro club. Leo Cesari,<br />
batterista romano, è molto<br />
attivo sulla scena italiana del<br />
jazz e non solo, avendo collaborato<br />
con diversi cantautori<br />
(Cammariere, Britti, Zampaglione)<br />
e avendo composto musiche<br />
per il programma “Gaia” di Rai<br />
Tre. Dalla ripresa della stagione<br />
artistica Cesari ha già suonato<br />
due volte al <strong>Micca</strong>: in entrambe<br />
le occasioni si è esibito col suo<br />
settetto che sperimenta nuovi<br />
percorsi nu jazz attraverso contaminazioni<br />
beat, latin e bossanova.<br />
In questo concerto però, i<br />
due musicisti italiani presteranno<br />
la loro arte al repertorio dell’ospite<br />
d’onore della serata.<br />
❋
Le Boop Sisters non sono proprio<br />
sorelle; sono tre cantanti<br />
che, provenienti da diverse<br />
esperienze musicali, si sono<br />
ritrovate ad amare la stessa<br />
musica: il jazz classico, quelli<br />
che vengono definiti standard<br />
degli anni ’30 e ’40 (repertori di<br />
Duke Ellington e Hoagy Carmichael)<br />
e che la leader del gruppo,<br />
Francesca Biagi, preferisce<br />
definire, come fanno negli States,<br />
musica popolare americana:<br />
brani come “That’s how rhythm<br />
was born”, “Heebie jeebies”,<br />
“Shout sister shout”, “It don’t<br />
mean a thing”, “Bye bye baby”<br />
per citarne alcuni. La fonte di<br />
ispirazione principale del gruppo<br />
romano è il trio delle Boswell Sisters<br />
(Connie, Vet e Martha) tre<br />
vocalist bianche della New Orleans<br />
anni ’30 che aprirono la strada<br />
ai gruppi vocali, cantando<br />
con i grandi del jazz di allora: i<br />
Dorsey Brothers, Bing Crosby,<br />
Joe Venuti e Eddie Lang. Come<br />
accade per la “Gang” di Fabiano<br />
Pellini ed Emanuele Basentini (in<br />
concerto il 27 gennaio) anche il<br />
repertorio delle Boop Sisters è<br />
frutto di accurata ricerca filologica:<br />
la Biagi addirittura si è messa<br />
in contatto con la figlia di una<br />
delle sorelle Boswell per farsi<br />
mandare le partiture originali del<br />
trio. Le Boop Sisters sono insieme<br />
dal 2001; si esibiscono di solito<br />
in club e festival jazz, e sono<br />
note al pubblico per alcune partecipazioni<br />
radiofoniche (“Il ruggito<br />
del coniglio” di Radio Due)<br />
e televisive: “Dove osano le quaglie”<br />
e la trasmissione dello scorso<br />
anno “Speciale per me” di<br />
Renzo Arbore. Nel 2003 hanno<br />
pubblicato il loro album d’esordio:<br />
“Boop!”; mentre di questi<br />
giorni è l’uscita del secondo disco:<br />
“Bibidi Bobidi Boop!” del-<br />
VENERDI<br />
19 GENNAIO<br />
BOOP SISTERS LIVE<br />
l’etichetta Alfamusic. In questo<br />
album, al trio si affiancano musicisti<br />
di grande nome: da Lino Patruno<br />
a Emanuele Basentini, da<br />
Renzo Arbore a Luca Velotti. Il<br />
concerto sarà un mix di eleganza<br />
e ironia, classe e passione, swing<br />
e virtuosismi vocali; un repertorio<br />
di alta qualità che non è usuale<br />
ascoltare in un jazz club italiano.<br />
❋<br />
Francesca Biagi, voce<br />
Alessia Piermarini, voce<br />
Giò Giò Rapattoni, voce<br />
Alessandro Russo, chitarra<br />
Alessandro Bonanno, pianoforte<br />
Guido Giacomini, contrabbasso<br />
Carlo Battisti, batteria<br />
We have got<br />
that swing!<br />
IL MICCA TORNA<br />
A PROPORRE<br />
IL SOUND DEL<br />
JAZZ DELLE ORIGINI.<br />
SUL PALCO,<br />
IL 19 GENNAIO,<br />
SALGONO<br />
LE BOOP SISTERS,<br />
UN TRIO VOCALE<br />
TUTTO AL FEMMINILE<br />
CHE SI ISPIRA<br />
A DELLE PIONIERE<br />
DEL JAZZ:<br />
LE SORELLE BOSWELL.<br />
11
12<br />
SABATO 20<br />
GENNAIO<br />
HAMMONDOLOGY BAND LIVE<br />
Raffaele Scoccia, organo Hammond<br />
Claudio Corvini, tromba<br />
Daniele Tittarelli, sax<br />
Mario Corvini, T-Bone<br />
Elio Volpini, chitarra<br />
Fabrizio Fratepietro, batteria<br />
Il progetto Hammondology<br />
riunisce intorno all’organo di<br />
Raffaele Scoccia un gruppo di<br />
ottimi jazzisti italiani. L’organista<br />
toscano ha messo in<br />
piedi la formazione circa tre<br />
anni fa, ottenendo subito un<br />
buon successo che ha portato il<br />
sestetto ad esibirsi nei migliori<br />
jazz club romani e in diversi festival.<br />
A garanzia di un sound<br />
vintage, molto coinvolgente per<br />
il pubblico, ci sono i nomi di Daniele<br />
Tittarelli, giovane e talentuoso<br />
sassofonista, di Mario e<br />
Claudio Corvini noti anche all’estero,<br />
del chitarrista funk-rock<br />
Elio Volpini, e del batterista Fabrizio<br />
Fratepietro, che ha collaborato<br />
col suo stile funk anche<br />
con artisti pop, come Nada e<br />
Alex Britti. Scoccia, dal canto<br />
suo ha una storia molto ricca di<br />
esperienze musicali, discografiche<br />
e collaborazioni illustri. A sedici<br />
anni ha incontrato il maestro<br />
Luis Bacalov che lo ha spinto<br />
verso lo studio del pianoforte<br />
e lo ha incoraggiato a comporre<br />
musica. Il concerto live del 20 infatti<br />
sarà un mix di brani originali,<br />
scritti dall’artista, e pezzi di repertorio<br />
di H.Mancini, J.Hendrix,<br />
Soulive, J.Scofield, alcuni riarrangiati<br />
dallo stesso Scoccia. Il giovane<br />
organista ha già all’attivo<br />
un suo album, “Out of Bounds”<br />
pubblicato dall’etichetta Don’t<br />
Worry Records, e diversi singoli<br />
di jazz e soul. Inoltre ha collaborato<br />
con artisti di fama dell’ambiente<br />
jazzistico e non solo: Cristiano<br />
Micalizzi, Marcello Rosa,<br />
Marco Siniscalco; poi Alex Britti,<br />
Luca Barbarossa e, nell’anno appena<br />
trascorso Neffa e Claudio<br />
Baglioni, per i quali ha suonato<br />
l’Hammond e la tastiera negli ultimi<br />
album incisi dai due cantanti.<br />
Il suo primo genere è stato il<br />
rock, ma poi Raffaele Scoccia si<br />
è dedicato al blues e ultimamente<br />
al jazz. La matrice è comunque<br />
sempre un blues-rock di cui<br />
il progetto Hammondology rappresenta<br />
la summa artistica perfetta.<br />
RAFFAELE SCOCCIA, GIOVANE MUSICISTA TOSCANO,<br />
PRESENTA AL MICCA IL SUO PROGETTO MUSICALE INCENTRATO<br />
SULL’ORGANO HAMMOND E SULLE SONORITÀ BLUES, ROCK E<br />
JAZZ CHE NE POSSONO SCATENARE LE POTENZIALITÀ.<br />
Tutti i colori<br />
dell’Hammond<br />
❋
Stompin’<br />
at <strong>Micca</strong><br />
OGNI GIOVEDÌ DALLE ORE 22.00<br />
ALESSANDRO CASELLA E MARVIN ESTRAGGONO DALLE LORO INESAURIBILI MINIERE DI VINILE<br />
I MIGLIORI BRANI BALLABILI DAGLI ANNI ‘20 AI ‘60: GEMME PREZIOSE DA RISCOPRIRE<br />
PER SCATENARE LA FRENESIA IN PISTA AL RITMO DI SWING, JAZZ, BEAT E SURF.
14<br />
MIXING GLASS<br />
I LOCALI, I DRINK, I COCKTAIL CHE HANNO FATTO STORIA<br />
A CURA DI ANTONIO PARLAPIANO,<br />
BARMAN E FOOD & BEVERAGE EXPERT DEL MICCA CLUB.<br />
Di Antonio Parlapiano<br />
MIXING GLASS È ANCHE UNA RUBRICA RADIOFONICA IN ONDA<br />
OGNI GIORNO ALLE 14 SULLA RADIO ONLINE DEL PORTALE MICCACLUB.COM<br />
TRADER VIC’S<br />
OAKLAND, SAN FRANCISCO<br />
Stanno tornando di moda in<br />
pompa magna i cosiddetti<br />
“Tiki Parties”, in voga negli<br />
anni ’50 tanto nelle isole del<br />
Pacifico quanto nei locali in<br />
stile esotico della California.<br />
Tiki è un totem tipico della cultura<br />
Maori e rappresenta un bambino<br />
che sembra prendersi gioco di<br />
chi lo osserva; simboleggia la<br />
spensieratezza e la voglia pura di<br />
giocare e provare piaceri primordiali<br />
e gioiosi. Tutto ebbe inizio<br />
nel 1932 ad Oakland, San Francisco,<br />
quando Victor J. Bergeron,<br />
grazie a suo cognato carpentiere<br />
e a pochi dollari racimolati lavorando<br />
nella bottega gestita dal<br />
padre Victor Senior, costruì un<br />
pub sulla stessa strada della bottega<br />
di famiglia. Il locale, piccolo<br />
e costruito con materiali economici,<br />
era il coronamento del sogno<br />
del giovane Victor che dimostrava<br />
uno spiccato interesse per il business<br />
della ristorazione, oltre a doti<br />
non comuni nel preparare pietanze<br />
bevande stravaganti. L’Hinky<br />
Dink’s divenne in pochissimo tempo<br />
un luogo di culto ad Oakland,<br />
al punto che già nel 1936 veniva<br />
frequentato regolarmente da personaggi<br />
del calibro degli scrittori<br />
Herb Caen e Lucius Beebe. Il primo<br />
scriveva al tempo: “Il migliore<br />
ristorante di tutta San Francisco si<br />
trova ad Oakland, il posto dove<br />
sovente si pensa di essere in<br />
spiaggia, sotto una luna luminosa<br />
e circondato di meravigliose ra-<br />
gazze…”. In effetti il locale, internamente<br />
in legno e paglia, dava<br />
realmente questa impressione, visto<br />
anche l’arredamento completamente<br />
in stile polinesiano, con<br />
tamburi e maschere tribali praticamente<br />
ovunque, e soprattutto per<br />
i cibi e bevande serviti da “Vic”,<br />
risultavano una perfetta fusion<br />
americano-maori. Il tutto era condito<br />
da feste dove ci si vestiva con<br />
capi che ricordavano le isole del<br />
sud Pacifico la cui cultura veniva<br />
contaminata dalla crescente cultura<br />
surf americana; questo connubio<br />
speciale avrebbe poi creato<br />
uno stile di vita continuato ininterrottamente<br />
fino ai giorni nostri.<br />
Nel frattempo il crescente successo<br />
del pub portò alla ribalta Victor<br />
con lo pseudonimo “The Trader”,<br />
al punto tale che decise di cambiare<br />
il nome del locale in “Trader<br />
Vic’s”. Nel 1944 Vic superò se<br />
stesso e lanciò definitivamente il<br />
Trader nel gotha dei migliori bar<br />
del pianeta, creando una delle<br />
pietre miliari della mixability: il<br />
cocktail “Mai Tai”, a base di rhum<br />
giamaicano, che determinerà il<br />
successo di tutte le operazioni future<br />
del marchio. Il Mai Tai è oggi<br />
considerato il capostipite della famiglia<br />
degli “Exotic Drinks” e come<br />
tutti questi veniva e viene tuttora<br />
preparato utilizzando parsimoniosamente<br />
aromatizzanti, come<br />
i liquori di frutta, e succhi o
centrifughe di frutta esotica fresca,<br />
al fine di esaltare gli aromi<br />
dell’ingrediente principale: essenzialmente<br />
un rhum giamaicano o<br />
martinicano. In una lettera del<br />
1970 Vic Bergeron rivendicò la<br />
paternità del drink in questione,<br />
messa in discussione da Eddie<br />
Sherman, redattore del quotidiano<br />
Honolulu Star Bulletin, che in<br />
un suo articolo si chiedeva chi fosse<br />
realmente il creatore della ricetta,<br />
proponendo diverse tesi. Bergeron<br />
ricordava come, dove,<br />
quando e per chi aveva inventato<br />
il drink: correva il 1944 e Vic, dopo<br />
il grande successo ottenuto dai<br />
molti exotic drink a base di rhum<br />
e frutta fresca da lui precedentemente<br />
proposti alla clientela del<br />
Trader, sentiva la necessità di creare<br />
“la ricetta”. Prese una bottiglia<br />
di rhum giamaicano J. Wray Nephew<br />
invecchiato 17 anni, di colore<br />
oro ambra, media struttura e<br />
con il tipico sapore pungente e<br />
speziato dei blend giamaicani. Per<br />
non sovrastare le proprietà organolettiche<br />
del rhum era necessario<br />
non utilizzare quantità elevate di<br />
succhi di frutta e aromatizzanti;<br />
così aggiunse succo di lime fresco,<br />
Victor J. Bergeron<br />
curaçao all’arancia proveniente<br />
dall’Olanda e orzata francese che<br />
donava un piacevole gusto tostato<br />
di mandorla. Agitò il tutto nel<br />
Boston Shaker con abbondante<br />
ghiaccio tritato e servì due drink<br />
in capienti bicchieri Highball da<br />
450 ml. I drink vennero offerti a<br />
due amici al bancone, Eastham e<br />
Carrie Guild, che venivano direttamente<br />
da Tahiti. Carrie dopo il<br />
primo sorso esclamo: “Mai Tai,<br />
Roa Ae!” che in tahitiano significa<br />
più o meno “non c’è niente di<br />
meglio”, in definitiva “il migliore”.<br />
Il cocktail ebbe sin dall’inizio<br />
un successo incredibile al punto<br />
che si diffuse rapidamente in tutta<br />
la costa occidentale americana<br />
e nelle isole del sud Pacifico, mentre<br />
approdò alle Hawaii nel 1953,<br />
proposto in una carta di dieci<br />
drink preparata da Vic per i bar<br />
degli Hotel Royal Hawaiian, Moana<br />
e Surfrider, su commissione<br />
della Matson Steamship Lines.<br />
L’anno successivo il Mai Tai fù introdotto<br />
nella lista delle bevande<br />
della linea aerea presidenziale degli<br />
Stati Uniti. Oggi purtroppo appare<br />
impossibile riproporre la ricetta<br />
originale creata da Vic nel<br />
1944, data l’impossibilità di reperire<br />
il rhum J. Wray Nephew 17<br />
anni, anche se tuttavia ne esisto-<br />
no buone versioni con minore invecchiamento.<br />
In ogni caso è possibile<br />
utilizzare insieme due rhum<br />
diversi, come ad esempio lo Sugar<br />
Estate 1996, giamaicano dal gusto<br />
forte e pungente e il Damoiseau<br />
1970 dalla Guadalupa, un<br />
rhum morbido e suadente dai<br />
profumi tostati e dolci con forte<br />
morbidezza e tenore alcolico, andrebbe<br />
bene anche un J. Bally Piramide,<br />
dall’inconfondibile gusto<br />
dolce e tostato della frutta secca.<br />
Negli anni ’40 la cultura Tiki, lanciata<br />
dal Trader Vic’s, coinvolse il<br />
mondo intero, e a tal proposito lo<br />
scrittore Lucius Beebe scrisse:<br />
“Trader Vic’s è più di un’ istituzione<br />
di Oakland, la sua influenza è<br />
tanto ampia quanto il Pacifico e<br />
tanto profonda quanto un Myrtle<br />
Bank Punch”. Oggi Trader Vic’s è<br />
un’azienda multinazionale che<br />
conta venticinque ristoranti e, tra<br />
gli altri business, un’etichetta produttrice<br />
di distillati e liquori. Ora<br />
che il fenomeno Tiki sembra rifiorire,<br />
soprattutto in Europa, Trader<br />
Vic’s è in forte espansione, con la<br />
prospettiva di cessione del marchio<br />
in franchising anche se, ovviamente,<br />
tutto il fascino della<br />
sua storia è legato indissolubilmente<br />
a Victor J. “Trader Vic”<br />
Bergeron e al suo sogno chiamato<br />
Hinky Dink’s ad Oakland.<br />
❋<br />
15
Bewerly Lewis, Giulio Todrani/Alan Soul e Claudio Gregori; tre dei tanti<br />
protagonisti che hanno reso speciali gli ultimi 12 mesi al <strong>Micca</strong> <strong>Club</strong><br />
Foto Giulianini - <strong>Micca</strong> Lab<br />
Un altro<br />
giro?<br />
CON UNA CORRISPONDENZA<br />
QUASI ESATTA A QUELLO<br />
SOLARE, SI CHIUDE IL 12<br />
GENNAIO IL PRIMO, FAVOLOSO<br />
ANNO DEL MICCA CLUB. 12<br />
MESI DI CONCERTI, DJ SET,<br />
TRASMISSIONI RADIO, FESTE IN<br />
MASCHERA, MERCATINI E<br />
SPETTACOLI VARI. PRONTI PER<br />
IL PROSSIMO GIRO?
Alle 19 del 12 gennaio<br />
2006, aprì ufficialmente<br />
al pubblico il <strong>Micca</strong><br />
<strong>Club</strong>. C’era stata un’anteprima,<br />
in effetti: il party<br />
di capodanno; ma<br />
quel giovedì 12 c’è stato il primo,<br />
vero contatto col pubblico,<br />
il primo collaudo per lo<br />
staff, gli artisti, gli impianti, il<br />
sistema delle prenotazioni online…<br />
insomma tutto ciò che<br />
rende unico il <strong>Micca</strong>. I primi<br />
artisti a salire sul palco sono<br />
stati il gruppo dei Cosmonauti,<br />
la pianista e cantante Silvia<br />
Manco (assidua frequentatrice<br />
del club, non solo come musicista),<br />
l’organista inglese Rory<br />
More e la vocalist Stefania Di<br />
Pierro, il 13, e poi subito un<br />
tour de force con il migliaio di<br />
Giulio Todrani, voce<br />
Ferruccio Corsi, sax alto<br />
Muzio Marcellini, piano e tastiere<br />
Maurizio Meo, basso elettrico<br />
Stefano Parenti, batteria<br />
Alfredo Posillipo, trombone<br />
Mirko Rinaldi, tromba<br />
Claudio Trippa, chitarra<br />
persone che ha assediato il locale<br />
il sabato seguente, 14<br />
gennaio, per il concerto di Nicola<br />
Conte. Da lì in poi è stato<br />
un crescendo di iniziative e feste:<br />
circa 130 concerti dal vivo;<br />
un numero non facilmente<br />
quantificabile, ma sicuramente<br />
superiore, di dj set che<br />
hanno visto avvicendarsi una<br />
trentina di dj, italiani e non;<br />
una decina di Burlesque<br />
Show, il piccante spogliarello<br />
recitato, in stile anni ’50, che<br />
fa spesso da intermezzo alle<br />
serate speciali e che rappresenta<br />
una delle novità assolute,<br />
per la piazza romana, introdotte<br />
dal <strong>Micca</strong> <strong>Club</strong>. E poi<br />
ancora le feste a tema in maschera:<br />
finora sono state sei,<br />
dal carnevale settecentesco ad<br />
VENERDI<br />
12 GENNAIO<br />
ALAN SOUL E GLI ALANSELTZER LIVE<br />
halloween, dai due toga party<br />
alla serata western, al party in<br />
stile anni ’20; e se ne annuncia<br />
una settima per il prossimo<br />
20 febbraio a tema “religioso”.<br />
Dalle iniziali tre serate di<br />
apertura settimanale si è passati<br />
alle attuali cinque, avendo<br />
aggiunto il mercoledì, denominato<br />
“Stompin’ at <strong>Micca</strong>”,<br />
e la domenica, con l’apertura<br />
anticipata alle 18 per dar modo<br />
di prendere l’aperitivo e<br />
curiosare tra i banchi del mercatino<br />
vintage all’interno delle<br />
sale. È cresciuta anche Radio<br />
<strong>Micca</strong> <strong>Club</strong>, la nostra duplice<br />
emittente (in FM e in streaming):<br />
alle iniziali due ore<br />
quotidiane del Radio <strong>Micca</strong><br />
Show, si sono sommate le 24<br />
ore dello streaming, arricchite<br />
da ben sette programmi tematici<br />
che vengono proposti<br />
ogni giorno, a rotazione settimanale.<br />
Insomma sia noi del<br />
club che i nostri ospiti hanno<br />
di che festeggiare, e l’occasione<br />
sarà appunto il 12 gennaio,<br />
quando, a rappresentare<br />
tutti gli artisti che hanno reso<br />
speciale il 2006 appena passato,<br />
torneranno al <strong>Micca</strong> Alan<br />
Soul e gli Alanseltzer, la “piccola”<br />
big band di Giulio Todrani<br />
che propone i repertori<br />
dei mostri sacri del soul (Otis<br />
Redding, Ray Charles, James<br />
Brown).<br />
❋<br />
17
MERCOLEDI 24<br />
GENNAIO<br />
REMO ANZOVINO TRIO<br />
REMO ANZOVINO,<br />
PIANISTA FRIULANO,<br />
RIEVOCA LE<br />
SUGGESTIONI<br />
DEL CINEMA MUTO<br />
CON UN CONCERTO<br />
DAL VIVO<br />
ARRICCHITO<br />
DI PROIEZIONI<br />
DI VECCHI FILM.<br />
UN ABBINAMENTO<br />
INSOLITO CHE STA<br />
ALLA BASE DEL<br />
DISCO CHE<br />
IL MUSICISTA<br />
PRESENTA<br />
AL MICCA CLUB.<br />
Remo Anzovino, pianoforte<br />
Marco Anzovino, chitarre e percussioni<br />
Gianni Fassetto, fisarmonica<br />
Curiosa e inusuale la storia<br />
musicale di Remo Anzovino:<br />
compositore per vocazione,<br />
musicista per passione (di suo<br />
pratica la professione forense)<br />
ha conseguito recentemente<br />
una certa notorietà grazie<br />
al… cinema muto. Dopo che la Cineteca<br />
di Bologna gli aveva commissionato<br />
la registrazione di musiche<br />
per celebri film muti, Remo<br />
Anzovino ha cominciato ad eseguire<br />
queste stesse musiche in veri<br />
concerti dal vivo, riscuotendo subito<br />
un buon successo. Successo<br />
moltiplicato all’inverosimile quando<br />
questi brani sono stati raccolti<br />
in un album, “Dispari” pubblicato<br />
da La Frontiera/Rai Trade e diffusi<br />
tramite iTunes. Il disco è stato in<br />
testa alla classifica dei dischi jazz<br />
dell’estate scorsa, da ottobre è distribuito<br />
da C.N.I. per una produzione<br />
della Risorgive Records, ed<br />
anche un’etichetta Newyorchese,<br />
Pumpaudio, ne ha acquisito la licenza<br />
per gli Stati Uniti. Il disco si<br />
avvale della partecipazione di sei<br />
straordinari strumentisti solisti e di<br />
un quartetto d’archi per reinterpretare,<br />
sviluppandoli, i temi originali<br />
dei film. Un’occasione dunque<br />
per conoscere una personalità musicale<br />
molto eclettica, che ha alle<br />
spalle esperienze diverse: dalle colonne<br />
sonore alle musiche di scena<br />
per il teatro, dalle canzoni per<br />
bambini ai soundtrack per filmati e<br />
spot pubblicitari. Nel concerto del<br />
<strong>Micca</strong> mancherà l’ampia dimensione<br />
strumentale del disco, essendo<br />
la formazione di Anzovino ridotta<br />
a trio, ma si recupererà il fascino<br />
della proiezione delle pellicole<br />
musicate dal vivo (tra cui Nosferatu,<br />
di Murnau, e Nanuk l’eschimese)<br />
che rievocerà i primordi del<br />
cinema muto.<br />
Come cent’anni fa<br />
18<br />
❋
In Funk<br />
We Trust<br />
TUTTI I GIOVEDÌ DALLE ORE 22<br />
SE IL RITMO HA UN COLORE È IL NERO<br />
SE IL COLORE NERO HA UN RITMO È IL FUNK<br />
SE IL FUNK HA UN GIORNO È IL GIOVEDÌ<br />
SE IL GIOVEDÌ HA UN DJ È TUPPI B<br />
IL GIOVEDÌ DEL MICCA CLUB VIVE DELLE SELEZIONI FUNK DEL DJ RESIDENT TUPPI B
20<br />
GIOVEDI 25<br />
GENNAIO<br />
PIACERE...TODRANI LIVE<br />
JAZZ, ROCK<br />
E SWING, IN UN<br />
MIX AD ALTO<br />
TASSO<br />
ENERGETICO,<br />
MESSO IN SCENA<br />
DALLA BAND DI<br />
GIULIO TODRANI,<br />
CHE TORNA<br />
AL MICCA<br />
A DISTANZA<br />
DI UN MESE<br />
DALL’ULTIMO<br />
CONCERTO.<br />
Giulio Todrani, voce<br />
Mirko Rinaldi, tromba<br />
Ferruccio Corsi, sax contralto<br />
Massimo Pirone, trombone<br />
Riccardo Biseo, piano<br />
Marco Camboni, contrabbasso<br />
Massimo D’Agostino, batteria<br />
bless the child” è un<br />
brano scritto nel 1939<br />
che Billie Holiday ha interpretato<br />
per prima; di<br />
seguito l’hanno cantato<br />
“God<br />
Aretha Franklin, Ella<br />
Fitzgerald e, più recentemente,<br />
anche Stevie Wonder. “Come fly<br />
with me”, brano di punta dell’album<br />
omonimo, è stato portato al<br />
Il piacere<br />
è tutto<br />
nostro<br />
Foto Giulianini - <strong>Micca</strong> Lab<br />
Mirko Rinaldi<br />
successo da Frank Sinatra, nel<br />
1958. “I’ve got you under my<br />
skin” è invece del ’36, un brano<br />
notissimo di Cole Porter, ripreso<br />
dallo stesso Sinatra negli anni ’60,<br />
divenuto un classico grazie anche<br />
alle interpretazioni di Ella Fitzgerald,<br />
Dinah Washington e, ultimamente,<br />
Diana Krall, Michael Bublé<br />
e persino gli U2, che lo hanno inciso<br />
insieme a Frank Sinatra negli<br />
anni ’90. Sono solo tre dei brani<br />
che si potranno ascoltare nel con-<br />
certo della band Piacere… Todrani,<br />
ma danno l’idea dell’atmosfera<br />
che si respirerà quel giovedì sera.<br />
Ormai al <strong>Micca</strong> conosciamo bene<br />
Giulio Todrani e le sue capacità<br />
istrioniche che fanno di un semplice<br />
concerto dal vivo uno show<br />
personale. Come Sinatra o Tony<br />
Bennett il nostro ama am<strong>micca</strong>re<br />
al pubblico, conivolgerlo e tenerlo<br />
attento allo svolgimento del repertorio<br />
del live. Un intrattenitore nel<br />
senso americano del termine: cioè<br />
un artista che non punta solo sulle<br />
proprie, pur poderose, capacità<br />
vocali; ma anche sulla mimica e su<br />
una duttilità musicale che lo porta,<br />
nell’arco di una serata, prima su<br />
sonorità swing, poi al jazz, per poi,<br />
magari, stupire gli astanti inserendo<br />
un brano rock degli Oasis o dei<br />
Van Halen. Tutto da ascoltare dunque,<br />
e da “vedere”; come pure,<br />
per completare il cerchio, è da non<br />
perdere l’altro concerto di Todrani<br />
a gennaio, il 12, quando si esibirà<br />
nei panni di Alan Soul, su repertori<br />
(appunto) soul con il gruppo degli<br />
Alanseltzer.<br />
❋
Sensibile e attenta alla nouvelle<br />
vague che contraddistingue<br />
l’underground alternative<br />
internazionale,<br />
Fish’n’Chips, punto di riferimento<br />
per gli appassionati<br />
di sonorità indie, artrock,<br />
wave e retro, si dedica alle performance<br />
live. Il primo appuntamento,<br />
il 23 gennaio, ospiterà<br />
l’esibizione di Twisted Charm,<br />
giovane combo londinese di<br />
quattro elementi che, con soli<br />
tre singoli all’attivo, ha attirato<br />
l’attenzione della stampa specializzata.<br />
Un’intrigante e “malsana”<br />
combinazione che fonde<br />
art punk, no wave e indie pop,<br />
formula che presto troverà<br />
espressione nell’album di esordio,<br />
di prossima uscita, di cui<br />
verranno presentati in esclusiva<br />
alcuni brani sul palco del <strong>Micca</strong><br />
<strong>Club</strong>. Prima e dopo lo show,<br />
l’intrattenimento musicale è affidato<br />
alle selezioni dei dj Lino e<br />
Nicola ai quali si uniranno in<br />
consolle gli stessi membri della<br />
band. Il biglietto di ingresso di<br />
soli cinque euro rende Fish’n’-<br />
Chips Experience” la one night<br />
alla quale cultori del genere e<br />
indie followers non potrebbero<br />
mai rinunciare.<br />
❋<br />
MARTEDI<br />
23 GENNAIO<br />
FISH’N’CHIPS LIVE EXPERIENCE<br />
FISH’N’CHIPS<br />
Nathan Doom, voce chitarra synth<br />
Dave Dave, basso<br />
Dominic Cole, batteria<br />
Luke Georgiou, sax<br />
PER UN MARTEDÌ<br />
AL MESE,<br />
A PARTIRE<br />
DAL 23 GENNAIO,<br />
IL MICCA CLUB<br />
OSPITA<br />
“FISH’N’CHIPS LIVE<br />
EXPERIENCE”,<br />
UNA ONE NIGHT<br />
RIVOLTA AGLI<br />
APPASSIONATI<br />
DI INDIE ROCK,<br />
WAVE E RETRO.<br />
21
Sarà difficile trattenere sul palco<br />
il gruppo dei Funkallisto,<br />
la funk band incaricata del<br />
concerto dal vivo del 26 gennaio.<br />
Del resto la serata del<br />
venerdì, animata anche dal dj<br />
set di Tuppi B, si chiama “In Funk<br />
We Trust” e, da quanto sappiamo,<br />
la band romana ci crede davvero.<br />
Difficile trattenerli, si diceva, perché<br />
i sei musicisti trasteverini hanno<br />
l’animo nomade: in appena<br />
due anni di attività hanno suonato<br />
a Nizza e Montpellier, Barcellona e<br />
Praga, Berlino e Shangai (!) e, per<br />
rimanere dalle nostre parti, a Umbria<br />
Jazz e Berchidda Jazz, in Sardegna;<br />
ma a parte queste trasfer-<br />
22<br />
VENERDI 26<br />
GENNAIO<br />
FUNKALLISTO LIVE<br />
te, la vera particolarità del gruppo<br />
è che ama talmente il contatto col<br />
pubblico che non di rado suona in<br />
strade, alle feste, nei centri sociali,<br />
negli alberghi, nelle piazze, ovunque<br />
ci si possa incontrare per fare<br />
e ascoltare musica. Un prova? Il loro<br />
primo album “Live a Ponte Sisto”<br />
(prodotto da: Funkallisto -<br />
Costanza Cruillas e distribuito da<br />
Goodfellas) non reca questo titolo<br />
in omaggio a Trastevere, ma perché<br />
proprio sul ponte, in presa diretta,<br />
sono avvenute le registrazioni,<br />
e i brani non sono stati in alcun<br />
modo ritoccati in post produzione.<br />
Del resto il funk, quello originale,<br />
è musica metropolitana, che si nutre<br />
dei rumori e degli umori delle<br />
strade. I Funkallisto vi aggiungono<br />
sfumature soul, jazz e afrobeat. I<br />
brani del disco, e di riflesso quelli<br />
del live del 26, sono cover riarran-<br />
giate di repertori anni ’70: si va dal<br />
soul jazz di Willie Bobo (“Broasted<br />
or Fried”) e Mongo Santamaria<br />
(“Forked Tongue” e “Afro Blue”)<br />
all’Herbie Hancock del periodo<br />
classico della metà degli anni Settanta,<br />
legato al gruppo degli Headhunters<br />
(“Hang Up Your Hang<br />
Ups”), dall’afro beat degli Antibalas<br />
(“World War IV”) ai brani classici<br />
dei Meters (“Cissy Strut”), e<br />
ancora: James Brown (“Super<br />
Bad”), John Coltrane (“Naima”,<br />
“Impression”), Miles Davis (“All<br />
Blues”) e altri. Un concerto che si<br />
annuncia coinvolgente per gli<br />
ospiti del club; anche perché se<br />
non sarà il pubblico ad andare dai<br />
Funkallisto, saranno probabilmente<br />
i Funkallisto a scendere tra il<br />
pubblico.<br />
❋<br />
Street Funk<br />
UN INCESSANTE GIROVAGARE PORTA LA FUNK BAND<br />
TRASTEVERINA DEI FUNKALLISTO AL MICCA CLUB PER<br />
UN CONCERTO DAL VIVO DEDICATO ALLA MUSICA<br />
AFRO AMERICANA DEGLI ANNI ’70.<br />
Peter Crucioli, chitarra<br />
Danilo Desideri, sax<br />
Francesco Abbatiello, basso<br />
Martino Onorato, piano e synt<br />
Enrico Antinori, percussioni<br />
Alex De Martino, batteria
<strong>Micca</strong><br />
Market<br />
IL MICCA MARKET OGNI DOMENICA TI RIFÀ IL LOOK<br />
TUTTE LE DOMENICHE DALLE 18<br />
BAZAR, POP BOUTIQUE, VINTAGE STORE & COOL MIXED SOUND,<br />
MODA, DESIGN, VINILI E CD, OGGETTISTICA E ARTE<br />
L’APERITIVO PIÙ VINTAGE DELLA CAPITALE<br />
È AL MICCA CLUB A PARTIRE DALLE 19.30<br />
SELEZIONE MUSICALE A CURA DEL DJ RESIDENT MASSIMILIANO TROIANI
VINILE<br />
24<br />
CURIOSITÀ E CONSIGLI D’ACQUISTO, STORIE E ANEDDOTI, SUCCESSI E RISCOPERTE<br />
DI 45 GIRI ED LP CONSIGLIATI DAL DIRETTORE ARTISTICO E DJ DEL MICCA,<br />
ALESSANDRO CASELLA. SUGGERIMENTI PER COLLEZIONISTI E NEOFITI<br />
ALLA RICERCA DI UN SOUND VINTAGE.<br />
HUSH<br />
TRA LE TANTE<br />
VERSIONI DEL CELEBRE<br />
BRANO DEI DEEP<br />
PURPLE, CE N’È UNA<br />
CHE POCHI (TRANNE<br />
GLI ASSIDUI<br />
FREQUENTATORI DE<br />
“LA NOTTE DEL<br />
GIAGUARO”)<br />
RICORDANO: UNA<br />
COVER ITALIANA<br />
QUASI<br />
CONTEMPORANEA CHE,<br />
SE NON HA<br />
CONSEGNATO ALLA<br />
STORIA DELLA MUSICA<br />
IL SUO INTERPRETE,<br />
GIULIANO GIRARDI,<br />
CONTINUA ANCOR<br />
OGGI A SCATENARE I<br />
DANCE FLOOR OGNI<br />
VOLTA CHE IL VINILE<br />
COMINCIA A GIRARE.<br />
Hush (edito da SU.A e distribuito<br />
da Durium) è una<br />
cover italiana dell’omonimo<br />
brano dei Deep Purple,<br />
gruppo che a fine anni ’60<br />
ha aperto una strada dal<br />
beat psichedelico all’hard rock,<br />
grazie al virtuosismo del chitarrista<br />
Ritchie Blackmore. L’originale<br />
è molto famoso, più volte riproposto<br />
da diversi artisti, tra i quali<br />
i Kula Shaker, la cui versione è<br />
salita al secondo posto delle<br />
classifiche inglesi; infatti quando<br />
lo suono all’estero, rigorosamente<br />
in italiano, succede il finimondo.<br />
Questa versione è di un<br />
cantante praticamente sconosciuto,<br />
Giuliano Girardi. La traduzione,<br />
non troppo fedele all’originale,<br />
si rifà alle tipiche tematiche<br />
adolescenziali del tempo:<br />
non memorabile a livello testuale<br />
ma eccezionale nell’arrangiamento.<br />
I Deep Purple infatti<br />
sono un classico quintetto con<br />
organo Hammond e chitarra<br />
elettrica; in questo disco invece<br />
ci sono anche i fiati tipici dell’R&B,<br />
e sfumature beat/funk.<br />
Questi elementi, ritmica e arran-<br />
giamento, ne fanno un must da<br />
possedere, ascoltare e soprattutto<br />
ballare. Nel mio dj set è uno<br />
dei pezzi centrali; lo utilizzo come<br />
spartiacque per passare dal<br />
Rhythm and Blues al Beat. La<br />
prima copertina del 45 giri, in<br />
bianco e nero, recava una foto<br />
di Girardi: abbinare quel volto,<br />
pacioso, pacato, all’esplosività e<br />
alla voce potente del brano è<br />
abbastanza arduo. La seconda<br />
versione, che qui vediamo, probabilmente<br />
intendeva puntare<br />
più alla riconoscibilità del brano,<br />
nel frattempo divenuto una hit.<br />
Le uscite dell’originale inglese e<br />
della cover italiana, infatti, sono<br />
quasi contemporanee, e suppongo<br />
che il cambio di copertina<br />
sia conseguenza del successo<br />
del disco dei Deep Purple. All’epoca<br />
(1968) i cantanti italiani<br />
ascoltavano le novità d’oltremanica<br />
attraverso Radio Lussemburgo<br />
o Radio Londra, in anteprima<br />
dunque sul lancio dei dischi<br />
in Italia, e subito ne incidevano<br />
una cover che, a volte,<br />
usciva nel nostro paese addirittura<br />
prima dell’originale. La cosa<br />
faceva comodo anche ai titolari<br />
del brano, perché la cover apriva<br />
ai loro dischi anche il mercato<br />
italiano, all’epoca molto florido.<br />
Credo che non sia mai stato ristampato<br />
su cd, ed anche questo<br />
contribuisce al suo valore<br />
economico e artistico: molti dj<br />
infatti (ma non è il mio caso)<br />
tendono a non suonare brani riproposti<br />
su cd. Il valore del disco<br />
si aggira sui 50 euro: è molto raro<br />
e difficilissimo da trovare, soprattutto<br />
con la prima copertina.<br />
(Alessandro Casella)<br />
❋
La Notte<br />
del GiaguarO<br />
OGNI SABATO DALLE ORE 22<br />
IL RIVOLUZIONARIO RITMO DEGLI ANNI ‘60.<br />
IL SOUND CHE I VOSTRI GENITORI<br />
NON HANNO MAI OSATO BALLARE<br />
I BOLLENTI 45 GIRI DI ALESSANDRO CASELLA<br />
TORNANO A GIRARE SUI PIATTI DEL MICCA CLUB
Cartoon Beat<br />
IL MONDO<br />
DEGLI ANIME,<br />
I CARTONI ANIMATI<br />
GIAPPONESI,<br />
HA UNA COLONNA<br />
SONORA MOLTO RICCA<br />
E VARIEGATA.<br />
LA SETTIMANALE<br />
RUBRICA<br />
RADIOFONICA<br />
DI ANDREA DE MARZO<br />
E CARLO SCHETTINI,<br />
IN STREAMING<br />
SUL PORTALE<br />
WWW.MICCACLUB.COM<br />
OGNI GIORNO<br />
ALLE 16.30,<br />
CI ACCOMPAGNA<br />
IN UN REPERTORIO<br />
MUSICALE VASTISSIMO<br />
E QUASI<br />
SCONOSCIUTO.<br />
26<br />
Andrea, Carlo, come vi siete<br />
conosciuti?<br />
Andrea: Ci siamo conosciuti 16<br />
anni fa davanti all’unico negozio<br />
di fumetti che, all’epoca, importasse<br />
manga giapponesi:<br />
Metropolis. Allora il fenomeno<br />
interessava poche decine di persone,<br />
e si andava avanti a fanzine<br />
che, per lo più, venivano da<br />
Milano.<br />
Poi però ci fu un boom.<br />
Il fenomeno cominciò nell’89-<br />
90 ed il vero boom ci fu nel 93-<br />
94.<br />
Quali sono i vostri cartoons<br />
preferiti?<br />
Carlo: Per me Ken il guerriero.<br />
Andrea: ho iniziato ad interessarmi<br />
in maniera approfondita<br />
di cultura giapponese in generale<br />
a 15 anni attraverso Urusei<br />
Yatsura (Lamù).<br />
Parliamo del fumetto o del<br />
cartone animato?<br />
Andrea: L’interesse partì dal cartone<br />
animato, anche perché il<br />
fumetto era decisamente inferiore<br />
e comunque arrivò in Italia<br />
anni dopo.<br />
La vostra trasmissione parla<br />
di musica. Riascoltando le<br />
vecchie sigle si scopre che alcune<br />
erano prodotti di qualità.<br />
Andrea: Si ricordano sempre le<br />
sigle italiane. Alcune erano anche<br />
valide, soprattutto quelle<br />
del periodo 1978-1983. Quello<br />
che non si conosce sono le sigle<br />
originali e le musiche di sottofondo<br />
che invece noi cercheremo<br />
di far conoscere in trasmissione.<br />
Ricordo che alcuni cartoon<br />
avevano sigle in inglese. Erano<br />
originali?<br />
Andrea: Di solito, ad esempio<br />
per Lupin III, Gaiking o Time<br />
Machine, le sigle in inglese venivano<br />
inserite in Italia, prendendole<br />
da altre produzioni discografiche.<br />
Dagli anni ’80, comunque,<br />
in Giappone vanno di moda<br />
le sigle con un mix di inglese-giapponese.<br />
Carlo: Come per Tough Boy, sigla<br />
della seconda serie di Kenshiro.<br />
È una tendenza generale<br />
del moderno J-Pop.<br />
Andrea: La musica da cartoon<br />
ricalca il pop giapponese e bisogna<br />
ricordare che da noi questi<br />
prodotti arrivano con molto ritardo:<br />
a volte a vent’anni di distanza.<br />
Ad esempio Bem, del<br />
1968, qui è stato visto nell’80, e<br />
Devil Man del 1972, è arrivato
nel 1984.<br />
In Giappone erano prodotti<br />
per bambini?<br />
Andrea: In origine i programmi<br />
tv in Giappone erano diretti a<br />
tutti, adulti e bambini. Ultimamente<br />
le serie tv sono per i<br />
bambini, mentre per gli adulti si<br />
fanno mini serie in dvd. Tutte le<br />
nuove serie per bambini che ora<br />
si vedono in Italia hanno lo stesso<br />
target anche in Giappone.<br />
Come è impostato il programma?<br />
Andrea: Si parla di una serie<br />
animata alla volta. Di ogni anime<br />
proponiamo la sigla originale<br />
e quella italiana, se di qualità;<br />
poi facciamo ascoltare le musiche<br />
di sottofondo, in versione<br />
strumentale o remix.<br />
Carlo: Ci concentriamo principalmente<br />
sugli anni ‘70, ma arriveremo<br />
a parlare anche del periodo<br />
più conosciuto.<br />
So che molti musicisti italiani<br />
si sono cimentati in questo<br />
genere.<br />
Andrea: Possiamo citare i Super<br />
Robots con Douglas Makin, il<br />
cantante dei Motown, e Dave<br />
Sumner, il chitarrista dei Primitives;<br />
o anche Fabio Concato che<br />
ha cantato le sigle di Goldrake.<br />
Ricordo che qualche anno fa<br />
andava di moda nei locali fare<br />
la “serata sigle”.<br />
Carlo: All’epoca collaboravamo<br />
all’organizzazione di queste serate,<br />
che, a volte, mettevamo su<br />
noi stessi.<br />
Andrea: Ci piaceva andare a<br />
queste serate ma la cosa rimaneva<br />
limitata a poche sigle ben<br />
conosciute da tutti: quelle italiane<br />
saranno un centinaio, ma includendo<br />
il repertorio giapponese<br />
si arriva a migliaia di brani.<br />
Voi siete esperti di una materia<br />
abbastanza conosciuta<br />
ma piena di luoghi comuni.<br />
Quali vi infastidiscono di<br />
più?<br />
Andrea: Il sentir dire che i cartoon<br />
giapponesi erano fatti col<br />
computer negli anni ‘70, oppure<br />
che sono prodotti per bambini<br />
in senso assoluto; poi ci sono<br />
i doppiaggi fatti in malo modo e<br />
l’inserimento di musiche improponibili.<br />
In generale mi infastidisce<br />
lo scarso impegno nel produrre<br />
le versioni italiane di questi<br />
cartoni. Parlo sempre dei<br />
classici, perché le nuove produzioni<br />
non mi piacciono neanche<br />
in versione giapponese. Questo<br />
discorso non vale per le pellicole<br />
cinematografiche dei grandi<br />
maestri come Miyazaki (autore<br />
de La città incantata) e Otomo<br />
(Akira).<br />
Ci sarà qualche eccezione,<br />
qualche serie ben tradotta e<br />
doppiata.<br />
Andrea: Il nuovo direttore del<br />
palinsesto di Canale 5, che è un<br />
appassionato della nostro età,<br />
pone attenzione alla traduzione<br />
delle nuove serie. In generale le<br />
serie di MTV sono buoni prodotti<br />
di derivazione home video<br />
riproposte in televisione per un<br />
pubblico maturo e con la giusta<br />
collocazione in palinsesto.<br />
Carlo: Ad esempio, da dicembre,<br />
su MTV viene riproposto<br />
Daitarn III, in un orario che non<br />
lascia dubbi: le 23!<br />
Un giudizio su Cristina<br />
D’Avena.<br />
Andrea: Lei è davvero molto carina!<br />
Ma preferisco non dare un<br />
giudizio sulle canzoni.<br />
Carlo: Le prime canzoni erano<br />
anche buone, poi… ma le colpe<br />
erano di chi gliele scriveva.<br />
❋<br />
27
GIOVEDI 11<br />
GENNAIO<br />
THE RED WAGONS LIVE<br />
DEBUTTO<br />
AL MICCA PER<br />
THE RED WAGONS,<br />
BAND ROMANA<br />
CHE RICERCA<br />
NELLE SONORITÀ<br />
R&B ANNI<br />
’40 E ’50,<br />
LA CHIAVE PER<br />
UN’ESPERIENZA<br />
MUSICALE<br />
MODERNA E<br />
ORIGINALE.<br />
Quando si passa una serata in<br />
un club che propone musica<br />
dal vivo, può capitare di<br />
imbattersi in musicisti di<br />
formazione accademica, dediti<br />
ai repertori più classici<br />
dei vari generi musicali, abituati ai<br />
festival e alle rassegne, e alle col-<br />
laborazioni con colleghi illustri del<br />
proprio o di altri paesi; oppure ci<br />
si trova ad ascoltare band di musicisti<br />
meno “certificati”, che propongono<br />
repertori di generi passati<br />
di moda, come il beat o lo<br />
swing. Al <strong>Micca</strong>, come dimostra la<br />
programmazione, trovano asilo<br />
entrambe queste vocazioni musicali,<br />
che alcune volte coincidono<br />
in uno stesso concerto. The Red<br />
Wagons sembrano riassumere<br />
queste caratteristiche: nata nel<br />
’98 la band ha accolto elementi di<br />
due storici gruppi: i JollyRockers,<br />
Marco Meucci, voce e piano<br />
Rox “Tiger” Marocchini, sax tenore e voce<br />
Riccardo “SwingShiva” Boni, sax baritono e flauto<br />
Alessandro Angelucci, chitarre<br />
Carlo Del Carlo, batteria<br />
Lucio “The Kid” Villani, contrabbasso<br />
Marco “Dynamite” Corteggiani, armonica e voce<br />
R&B<br />
Politik<br />
28<br />
che hanno animato per anni la<br />
scena romana del rock e del jive, e<br />
gli HardBoilers, blues band di rilievo<br />
nazionale. La nuova formazione<br />
rievoca invece il Rhytm and<br />
Blues nero degli anni ’40 e ’50,<br />
non disdegnando comunque il<br />
rock, lo swing e il boogie. Fin qui<br />
l’operazione revival; ma i sette ragazzi<br />
romani non si limitano a<br />
suonare per i nostalgici: la loro è<br />
una ricerca di suoni, non archeologia<br />
musicale. Ed infatti oltre ai<br />
repertori di Ray Charles, Louis Prima<br />
e T-Bone Walker, nella play list<br />
trovano spazio le composizioni<br />
originali del gruppo, frutto dell’ispirazione<br />
che l’estetica musicale<br />
di quegli anni ha lasciato in eredità<br />
ai nostri giorni. Ulteriori prove<br />
della valenza artistica dei Red Wagons<br />
sono le loro frequentazioni<br />
musicali: quelle del 2000 con l’-<br />
Herbie Hancock Sextet e con il<br />
cantante blues di Chicago Deitra<br />
Farr; quella dell’anno successivo<br />
con un altro nome di grido: Freddie<br />
Bell, di Las Vegas; o ancora il<br />
concerto romano del 2002 in cui<br />
il gruppo ha suonato per Mitch<br />
Woods, cantante e pianista di San<br />
Francisco; collaborazione ripetuta<br />
nel 2005 in occasione di un secondo<br />
tour dell’americano che ha<br />
percorso lo stivale. L’11 gennaio si<br />
ha insomma l’occasione di assistere<br />
al concerto di una band che<br />
frequenta festival e rassegne, collabora<br />
con artisti di fama ed è apprezzata<br />
dalla critica e dal pubblico,<br />
e che nel 2004 ha inciso il primo<br />
disco, “Ullàlla boogie”, che<br />
mischia brani originali e cover, in<br />
un prodotto che ha goduto anche<br />
della ribalta di frequenti passaggi<br />
in emittenti radio nazionali.<br />
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MICCA CLUB - THE ART OF ENTERTAINMENT<br />
● Parcheggio con servizio navetta<br />
● Ascensore interno<br />
Via Pietro <strong>Micca</strong> 7a - Roma - Info +39 0687440079 - massimo@<strong>micca</strong>club.com - www.<strong>micca</strong>club.com
Programma dei concerti dal vivo al<br />
<strong>Micca</strong> <strong>Club</strong><br />
GENNAIO 2007<br />
4 G Sergio Coppotelli Quartet<br />
5 V I Fari Abbaglianti Live + Burlesque Show<br />
6 S Massimo D’Avola Quartet<br />
11 G The Red Wagons Live<br />
12 V <strong>Micca</strong> <strong>Club</strong> Anniversary Party - Alan Soul e gli Alanseltzer Live<br />
13 S Silvia Manco Quartet<br />
18 G Michael Blass feat. Leo Cesari & Marco Loddo<br />
19 V Boop Sisters Live<br />
20 S Hammondology Live<br />
23 M Fish’n’Chips Live experience<br />
24 M Remo Anzovino Trio<br />
25 G Piacere… Todrani Live<br />
26 V Funkallisto Live<br />
27 S Red Pellini & Boss Basentini’s Gang<br />
31 M Blues Willies Live<br />
Il club apre alle ore 22 – Dopo il concerto: i dj set dei resident del <strong>Micca</strong><br />
Mercoledì ● JAZZ À GOGO CON MARVIN<br />
Giovedì ● STOMPIN’ AT MICCA CON ALESSANDRO CASELLA E MARVIN<br />
Venerdì ● IN FUNK WE TRUST CON TUPPI B<br />
Sabato ● LA NOTTE DEL GIAGUARO CON ALESSANDRO CASELLA<br />
Domenica ● DJ SET A CURA DI MASSIMILIANO TROIANI<br />
OGNI<br />
DOMENICA,<br />
MICCA MARKET<br />
apertura ore 18<br />
aperitivo ore 19,30<br />
MICCA CLUB - THE ART OF ENTERTAINMENT<br />
Via Pietro <strong>Micca</strong> 7a - Porta Maggiore - Info +39 06 87440079 - www.<strong>micca</strong>club.com<br />
Ingresso tramite inserimento in lista. Alcune serate prevedono un biglietto di ingresso.<br />
Per risultare in lista inserire il nominativo nel modulo online relativo all’evento.<br />
Ingresso libero per i tesserati. Informati presso la segreteria del club circa la procedura<br />
e i vantaggi della prenotazione anticipata dei tavoli.