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UNA FAVOLA VERA - Lo scrigno dei tesori

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Una favola vera – pag. 2<br />

Che cosa ho detto? Offendersi? Impossibile! Nel castello nessuno era invidioso e<br />

nessuno si offendeva. La mano che abitava nell’ala sinistra del castello, non si sentiva mai<br />

offesa se sua sorella che abitava nell’ala destra accorreva per prima per certe cose, per<br />

esempio per scrivere, anzi, com’era orgogliosa di sua sorella, per come riusciva a guidare<br />

la penna! Era così fiera di lei che la aiutava sempre tenendole ben ferma la carta. Lei<br />

ammetteva d’essere un po’ maldestra con le penne e le matite e che sua sorella era più<br />

sicura di sé ed era più veloce quando tagliavano le unghie l’una all’altra, eppure non<br />

riusciva a provare per lei la minima gelosia. Dal canto suo la sorella non mostrava mai<br />

segni di superbia per la propria agilità, infatti, se compariva un bell’anello, la destra lo<br />

donava pronta alla sorella di sinistra. Com’era bello vedere due sorelle andare così<br />

d’accordo e aiutarsi prontamente a vicenda. Erano così delicate quando stringevano<br />

insieme un mazzo di fiori e lo ponevano in un vaso sistemando i vari steli, e com’erano<br />

agili quando danzavano sui tasti del pianoforte! Ma non ti ingannare, unite diventavano<br />

davvero forti e pronte nell’afferrare al volo e rilanciare una palla! Poi la sera si spalmavano<br />

di crema e una accarezzava dolcemente l’altra.<br />

Nel castello la vita scorreva così: se uno era felice, non si sa bene perché, ma erano<br />

compiaciuti pure tutti gli altri, e se un membro della famiglia soffriva era impossibile che<br />

penasse da solo in tutta segretezza, perché tutti provavano immediatamente il suo stesso<br />

tormento. Una volta per esempio, qualcuno gettò sconsideratamente a terra una buccia di<br />

banana e il piede di sinistra, uno <strong>dei</strong> gemelli che abitavano nel pian terreno del castello,<br />

scivolò. Il piede di destra non fece in tempo a rimediare e perse l’equilibrio anche lui,<br />

meno male che i due non si fecero male! Il ginocchio invece, uno <strong>dei</strong> due fratelli, anch’essi<br />

gemelli, che abitavano al primo piano, quello di destra per la precisione, si trovò di colpo<br />

sul pavimento. “Oi, oi che male!” Questo lamento uscì istantaneamente dalla bocca, la<br />

sorella che abitava vicino al tetto e che subito offrì un po’ di saliva alla mano destra perché<br />

la portasse a suo fratello, mentre la sinistra coccolava già amorevolmente il ginocchio<br />

sbucciato che soffriva. Intanto gli occhi, i due gemelli che condividevano le stanze sotto il<br />

balcone fiorito, scesero per esaminare meglio il ginocchio e si abbassarono tanto, che<br />

perfino il giardino del castello fece sussultare i suoi rami anche se non c’era in giro<br />

neanche un filo di vento. Il naso, sempre un po’ curioso e abituato ad avvertire il minimo<br />

sentore si accostò alla ferita sul ginocchio e sentì subito l’odor del sangue. Per lo spavento<br />

in tutto il castello nessuno parlò per un breve istante, ma poi gli occhi non seppero<br />

resistere e cominciarono a lavare la ferita inondandola di lacrime. Dai lati più remoti del<br />

castello cominciarono ad accorrere altri fratelli e altre sorelle, piccoli e grandi e tutti si<br />

diedero molto da fare portando soccorso. Un loro fratello si era ferito e tutta la famiglia<br />

provava un gran dolore. Le gambe, sorelle alte e forti come l’acciaio si accoccolarono per<br />

confortare il morale del ginocchio e fargli sapere che non tutto era perduto. Le braccia a<br />

loro volta si misero a stringere entrambi i ginocchi e a circondarli con amore come a volerli<br />

proteggere da cadute future. Gli occhi intanto controllavano costantemente la scena per<br />

informare la schiena ansiosa, che dal retro del castello non poteva vedere bene e questa<br />

pensò che il modo migliore per consolare il ginocchio sofferente era mettersi a dondolare<br />

cullando nel frattempo tutta la famiglia, da parte loro le natiche, le offrirono subito il loro<br />

sostegno facendosi morbide come cuscini.<br />

Frattanto il collo sembrava rimproverare se stesso, torcendosi rigido a destra e a<br />

sinistra per cercare con gli occhi sfavillanti la buccia di banana responsabile della caduta.<br />

Di questo nessuno si sorprese, poiché tutti sapevano che succedeva sempre così, ovunque

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