L'organo che ritroverà la sua voce - Provincia di Palermo

Territorio
A Bisacquino
Dopo anni
di silenzio
torneranno a
risuonare le
canne dell’organo
storico della
chiesa
parrocchiale San
Giovanni Battista
risalente al 1861.
L’assessorato
provinciale ai beni
culturali ha
affidato i lavori di
restauro
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L’organo che ritroverà
la sua “voce”
di Rosa Di Liberto
Se molte sono le chiese
nobilitate dalla scenografica
fitta serie di
canne che ornano i prospetti
di antichi organi,
impreziositi da intagli e dorature,
la vera sapienza dei maestri
costruttori si coglie appieno
muovendosi nel cuore
di questi strumenti, ingranaggio
prezioso, ma confinato in
recessi raggiungibili solo attraverso
strette scale. Qui, assemblati
con perizia alchimistica,
mantici, somieri, centinaia
di canne si combinano
per modulare l’aria e conferire
il soffio vitale alla materia affinché
da essa scaturiscano le
straordinarie vibrazioni di un
suono inimitabile. La suggestiva
poetica di tali strumenti
musicali permane anche
quando i loro meccanismi
sono tanto deteriorati da impedire
l’emissione di una sola
nota intonata, un accordo armonico
che accarezzi l’orecchio
e dia valore di significato
alla splendente ornamentazione
della cantoria. Anche
così mortificato, un organo
muto ha ancora uno straordinario
potere evocativo che sollecita,
insieme alla sensibilità
artistica, la coscienza storica
e reclama un intervento di
restauro che restituisca
l’emozione di udire immortali
pagine di musica rie-
cheggiare nell’aria.
Un organo muto come quello
ubicato in cornu epistolae
nella chiesa parrocchiale San
Giovanni Battista a Bisacquino,
ridotto al silenzio da
anni di mancanza di cure. Lo
strumento, a due tastiere e pedaliera
del tipo a leggio, tipiche
dell’organo antico italiano,
è l’espressione matura
dello stile costruttivo di Antonino
Ragonese ed esemplifica
bene i caratteri dell’arte organaria
siciliana della seconda
metà del XIX secolo. Il maestro
palermitano, organaro e
costruttore di pianoforti, ha
apposto con un lapis il suo autografo
e la data, il 1861, nella
porta a chiusura della cassa lignea.
Collocata secondo le regole
della diffusione e rice-
zione acustica, la cantoria dell’organo,
con il suo articolato
apparato figurativo, vive in
perfetta simbiosi con lo strumento
costituendo un insieme
unitario e inscindibile che risponde
ai dettami estetici del
suo tempo e partecipa alla
composizione architettonica
dell’edificio chiesastico in cui
è inserito. Dalla cantoria, scandita
da lesene dipinte a finto
marmo con pitture e capitelli
di gusto neoclassico, si gode
un’inedita prospettiva della
volumetria della chiesa settecentesca
sormontata da
un’imponente cupola; dal
fondo dell’abside, l’Assunta,
di Gioacchino Martorana,
sembra prendere il volo dai
marmi policromi dell’altare
maggiore.

Lungo il lato destro del coro,
un tromp l’oeil crea illusionisticamente
le canne di facciata
di un organo gemello, inquadrate
entro tre cuspidi decrescenti
verso i lati. La costruzione
di una balconata del
tutto identica e parimenti protesa
sul coro della chiesa,
rende ancor più realistica la
scenografica finzione. Nel
pannello centrale del parapetto
in ghisa che delimita lo
sporto, un grande vaso su cui
sono due uccelli affrontati che
beccano l’uva riprende iconografie
di matrice classica, così
come i due sinuosi serpenti,
che chiudono simmetricamente
ai lati la composizione.
Dai ricchi partiti decorativi
della ringhiera, fra tralci vegetali
che si inseguono avviluppandosi
in spirali, occhieggiano
protomi di mitologici
grifi.
A dispetto dello stato di abbandono
in cui versa da decenni,
lo strumento e la sua
cantoria conservano ancora
pressoché integre le loro componenti
originali. Il restauro
conservativo che ha preso
avvio in questi giorni ripercorrerà
a ritroso il laborioso procedimento
seguito per la costruzione
dell’organo di Bisacquino.
La moltitudine di tarsie
che costituiscono lo strumento
sarà censita, inventariata, rilevata
e fotografata prima di essere
smontata, e trasportata in
laboratorio dove sarà sottoposta
ai necessari interventi di
restauro. Tutte le operazioni,
condotte con rigore metodologico
e con l’impiego di tecnologie
fondate su criteri storico-filologici,
mireranno a
conservare la fisionomia e
l’amalgama armonico dello
strumento, preservando accordatura
e intonazione origi-
nali. Le componenti mancanti
o irrimediabilmente danneggiate
verranno ricostruite con
sapienza artigianale, nel solco
dei criteri costruttivi che
hanno ispirato l’Autore. Per
tali integrazioni si farà ricorso
a tecniche e materiali tradizionali:
esemplificativo il restauro
dei mantici, per il cui rivestimento
si prevede di impiegare
2200 pelli di piede di
agnello bianco, conciate con
allume di rocca. Il riordinamento
delle canne sarà uno
dei compiti più affascinanti e
delicati dei restauratori: liberate
dagli imballi, raggruppate
per registro di appartenenza,
ogni singola canna sarà
sottoposta ad accurata perizia
autoptica e alla catalogazione
su schede. Con acribia analitica,
si giungerà a determinare
le scale usate dal maestro
organaro per ogni registro fonico
e ad evidenziare accorciamenti
e modifiche apportati
sulle canne in tempi seriori
alla loro realizzazione. Al termine
delle meticolose operazioni
di restauro, che dureranno
in totale 18 mesi, le
L’assessore ai Beni Culturali Giuseppe Colca presenta
i lavori di restauro dell’organo - foto Studio Camera
canne saranno poste sui loro
somieri per il collaudo preliminare
e la preaccordatura
alla pressione e al diapason rilevati
allo smontaggio. La
cassa lignea e la cantoria saranno
affidate a mani esperte
che lavoreranno all’interno
della chiesa.
Territorio
“ L’articolato
apparato
figurativo
della cantoria,
collocata
secondo
le regole
della diffusione
e ricezione
acustica, vive
in perfetta
simbiosi con
lo strumento
LA SCHEDA
Direzione Soprintendenza Beni Culturali della Provincia
Importo complessivo del restauro € 100.000
Progettisti: arch. Rosa Di Liberto, arch. Luigi Guzzo, geom., dott. Felice Ajello
Collaboratori alla progettazione: arch. Mario Dragotto, arch. Giuseppe Lodovisi
Direttore dei Lavori: arch. Rosa Di Liberto
Ispettore di Cantiere: geom. Antonio Isaya
Responsabile Unico del Procedimento: ing. Paolo Mattina
Consulente musicologo esperto in arte organaria siciliana: dott. Diego Cannizzaro
Impresa: Artigiana Organi s.n.c. di Francesco Oliveri e C., Acicatena (Ct)
Fotografie di Francesco Filangeri
Restituzione grafica di Augusto Fiorito
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