Fuoco amico - Breve storia di un "giornale"
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AVVOCATI / PARCELLE DIMENTICATE<br />
Fulmini e Saitta<br />
Fatture degli ultimi due<br />
anni mai pagate. E se il<br />
com<strong>un</strong>e non le onorerà al<br />
più presto finirà in<br />
trib<strong>un</strong>ale. Parola <strong>di</strong><br />
avvocato<br />
<strong>di</strong> Filippo De Mariano<br />
A<br />
nche gli avvocati nel loro piccolo<br />
si incavolano. Può capitare.<br />
E in queste occasioni cosa<br />
fanno? Be’, paradosso dei paradossi,<br />
minacciano <strong>di</strong> rivolgersi<br />
al trib<strong>un</strong>ale. Di far finire tutto in mano agli<br />
avvocati, praticamente.<br />
L’avvocato Giuseppe Saitta, noto legale<br />
messinese, è incavolato con il com<strong>un</strong>e <strong>di</strong><br />
Santa Lucia del Mela per <strong>un</strong>a ragione semplicissima.<br />
Da due anni spe<strong>di</strong>sce al m<strong>un</strong>icipio<br />
fatture che non gli vengono pagate. La<br />
più vecchia porta la data del 27 marzo 200-<br />
1. La più recente, invece, è del 17 marzo<br />
2003. Un biennio completo durante il quale<br />
non ha visto <strong>un</strong> soldo dal com<strong>un</strong>e che rappresenta<br />
in numerose cause giu<strong>di</strong>ziarie.<br />
Così, il 25 giugno, nella lettera con cui inviava<br />
al sindaco <strong>un</strong>a nuova fattura, Saitta ha<br />
deciso <strong>di</strong> fare la voce grossa e <strong>di</strong> chiedere in<br />
tempi rapi<strong>di</strong> il rispetto <strong>di</strong> quelle parcelle<br />
(ve<strong>di</strong> riquadro qui a fianco). Cinque fatture<br />
“più volte segnalate” ma mai pagate nonostante<br />
sia passata <strong>un</strong>a quantità <strong>di</strong> tempo<br />
“intollerabile”. “Non credo che fatture per<br />
spese legali relative al 2001 e al 2002 emesse<br />
da altri professionisti non siano state<br />
ancora regolate”, ha aggi<strong>un</strong>to stizzito il<br />
legale.<br />
Adesso spetta al com<strong>un</strong>e pagare rapidamente<br />
quegli onorari. La parte della lettera<br />
contenente la reprimenda <strong>di</strong> Saitta è stata<br />
segnata lateralmente con <strong>un</strong>a penna, mentre<br />
gli estremi delle fatture sono state messe<br />
in risalto con <strong>un</strong> evidenziatore. Segno che<br />
gli uffici stanno provando a recuperare il<br />
tempo perduto.<br />
Certo che l’avvocato Saitta non sta ottenendo<br />
gran<strong>di</strong> sod<strong>di</strong>sfazioni con il com<strong>un</strong>e <strong>di</strong><br />
LA LETTERA<br />
Messina, 25 giugno 2003<br />
“<br />
Devo com<strong>un</strong>icare che mi attendo <strong>di</strong> ricevere entro<br />
trenta giorni dalla ricezione della presente la<br />
com<strong>un</strong>icazione via fax dell’emissione del correlato<br />
mandato <strong>di</strong> pagamento; e, del pari, mi attendo<br />
che entro il medesimo termine mi siano fornite<br />
analoghe notizie in or<strong>di</strong>ne ad altre mie fatture più volte<br />
segnalate (n. 36 del 27 marzo 2001, n. 127 del 1 ottobre<br />
2002, n. 8 del 30 gennaio 2003, n. 42 del 12 marzo 2003,<br />
n. 43 del 17 marzo 2003) non pagate malgrado il decorso<br />
<strong>di</strong> tempo ormai intollerabile (non credo che fatture per<br />
spese legali, relative all’anno 2001 o all’anno 2002,<br />
emesse da altri professionisti, non siano ancora state<br />
regolate).<br />
Per l’in<strong>di</strong>cata ragione, devo aggi<strong>un</strong>gere che, decorso<br />
inutilmente il termine <strong>di</strong> cui sopra, sarò costretto a<br />
tutelare in sede giu<strong>di</strong>ziaria le mie ragioni.<br />
Santa Lucia del Mela. Né finanziarie, né<br />
professionali. Il giu<strong>di</strong>zio per il quale ha<br />
inviato l’ultima fattura (4.800 euro che la<br />
gi<strong>un</strong>ta ha autorizzato a pagare subito, 28<br />
giorni dopo il ricevimento della nota) è<br />
sintomatico. Era l’ opposizione a <strong>un</strong> decreto<br />
ingi<strong>un</strong>tivo presentato nel 1993 dalla <strong>di</strong>tta<br />
<strong>di</strong> Nicola Corio, che aveva eseguito i lavori<br />
alla rete fognante nella parte alta del centro<br />
abitato (appaltati il 26 luglio 1986) con il<br />
quale chiedeva il pagamento <strong>di</strong> tre<strong>di</strong>ci milioni<br />
<strong>di</strong> lire non ancora corrisposti. Alla<br />
prima u<strong>di</strong>enza l’avvocato della <strong>di</strong>tta ha chiesto<br />
il pagamento <strong>di</strong> altre somme che il co-<br />
Giuseppe Saitta<br />
m<strong>un</strong>e non aveva versato. Nel <strong>di</strong>cembre del<br />
2001, il trib<strong>un</strong>ale <strong>di</strong> Barcellona ha emesso la<br />
sentenza condannando il com<strong>un</strong>e a pagare<br />
41 milioni e 800 mila lire, oltre a interessi e<br />
rivalutazione. Saitta ha scritto al com<strong>un</strong>e<br />
informando dell’esito del giu<strong>di</strong>zio e spiegando<br />
che si poteva presentare appello ma<br />
erano necessarie precise osservazioni tecniche<br />
degli uffici sull’ appalto. Dal m<strong>un</strong>icipio<br />
non gli hanno dato retta: ness<strong>un</strong>a risposta<br />
gli è stata inviata, il termine per appellarsi è<br />
scaduto e la sentenza è <strong>di</strong>venuta esecutiva.<br />
Ora il com<strong>un</strong>e deve pagare quella <strong>di</strong>tta. E<br />
l’avvocato Saitta, naturalmente.<br />
10 settembre 2003 AGORÀ ● 23