Lista Rossa delle specie minacciate in Svizzera: Ortotteri - CH
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Allegati 57<br />
Il procedimento proposto si suddivide <strong>in</strong> due tappe successive. La prima consiste<br />
nell’elaborazione dello status di ciascuna <strong>specie</strong>, applicando i criteri UICN, come se la<br />
popolazione considerata fosse la popolazione mondiale. La seconda tappa prevede<br />
<strong>in</strong>vece di ponderare il risultato ottenuto tenendo conto della situazione nazionale. Si<br />
considera perciò la d<strong>in</strong>amica <strong>delle</strong> popolazioni locali <strong>delle</strong> <strong>specie</strong> considerate <strong>in</strong> funzione<br />
del loro grado di isolamento rispetto a quelle dei Paesi conf<strong>in</strong>anti. L’ipotesi di<br />
partenza è quella secondo la quale, per numerose <strong>specie</strong>, le popolazioni dei Paesi<br />
conf<strong>in</strong>anti possono alimentare le popolazioni <strong>in</strong>digene, dim<strong>in</strong>uendo così il loro grado di<br />
m<strong>in</strong>accia. Questa seconda tappa può portare a risultati diversi:<br />
> mantenimento <strong>delle</strong> <strong>specie</strong> nelle categorie ottenute dopo la prima fase: ad esempio<br />
<strong>specie</strong> endemiche o le cui popolazioni locali sono isolate;<br />
> declassamento (downgrad<strong>in</strong>g) <strong>in</strong> una categoria di m<strong>in</strong>accia meno grave: ad esempio<br />
<strong>specie</strong> le cui popolazioni locali sono numerose e alimentate da quelle dei Paesi conf<strong>in</strong>anti<br />
e/o <strong>specie</strong> <strong>in</strong> espansione;<br />
> più raramente, <strong>in</strong>serimento <strong>in</strong> una categoria di m<strong>in</strong>accia superiore (upgrad<strong>in</strong>g): ad<br />
esempio <strong>specie</strong> le cui popolazioni locali sono <strong>in</strong> regresso malgrado siano alimentate<br />
da popolazioni di Paesi vic<strong>in</strong>i.<br />
L’ipotesi sulla quale si basa questa procedura è però accettabile unicamente per le<br />
<strong>specie</strong> con un forte potenziale di dispersione e/o che possono trovare nella regione<br />
considerata una densità sufficiente di habitat con qualità adeguate alle loro esigenze.<br />
L’esperienza dimostra che il degrado e la sparizione degli habitat sono tra le cause<br />
pr<strong>in</strong>cipali della rarefazione <strong>delle</strong> <strong>specie</strong>, soprattutto di <strong>in</strong>vertebrati. D’altra parte<br />
l’applicazione di questa procedura implica un alto grado di conoscenza della d<strong>in</strong>amica<br />
<strong>delle</strong> popolazioni, così come dell’evoluzione e della qualità degli habitat disponibili,<br />
non solo nella regione considerata, ma anche nelle regioni conf<strong>in</strong>anti. Ciò non avviene<br />
quasi mai, soprattutto nel caso degli <strong>in</strong>vertebrati.<br />
Il procedimento utilizzato (cfr. cap. A2-3) è identico a quello già applicato per le<br />
libellule (Gonseth & Monnerat 2002) e può sembrare differente da quello proposto<br />
dall’UICN. In realtà i due metodi sono molto simili; le pr<strong>in</strong>cipali differenze stanno nel<br />
peso e nel contenuto diversi attribuiti a ciascuna tappa, piuttosto che nell’approccio<br />
scelto e nei criteri applicati.<br />
Classificazione <strong>in</strong> due fasi