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www.centrostudisoratte.com N. 120 – APRILE 2012 - Pro Loco

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Redazione a cura del Centro Studi Soratte - Direttore responsabile: Francesco Zozi <strong>–</strong>e-mail: zozifra@hotmail.<strong>com</strong><br />

DISTRIBUZIONE GRATUITA <strong>–</strong> <strong>www</strong>.<strong>centrostudisoratte</strong>.<strong>com</strong><br />

N. <strong>120</strong> <strong>–</strong> <strong>APRILE</strong> <strong>2012</strong><br />

LETTERE ALLA REDAZIONE<br />

1. Panorama<br />

dalle... Ripe<br />

2. Cabina abbandonata<br />

alle<br />

... Ripe<br />

Il problema<br />

degli orti <strong>com</strong>unali<br />

si pone<br />

perché la fruizione<br />

tende alla<br />

bonifica.<br />

Ospitiamo questo contributo di un nostro lettore<br />

e di un valente imprenditore. E’ un intervento che<br />

racconta la decisa posizione del giornale, non tanto<br />

per fare qualcosa, ma perché pensiamo che attività<br />

locali siano protette da tutti, anche dagli amministratori<br />

ed anche da se stessi con progetti creativi. Non si può<br />

pensare che sia un passatempo (ndr).<br />

Chi è causa del suo male... pianga se stesso!<br />

Caro Direttore, già da tempo il “Soratte nostro nuovo”<br />

sta evidenziando, con la pubblicazione di appelli, il disagio<br />

che colpisce le attività <strong>com</strong>merciali del Paese.<br />

Ma <strong>com</strong>e accade in medicina per trovare la cura non<br />

bastano soltanto i sintomi ma è necessario risalire<br />

all’origine del malanno e capire <strong>com</strong>e si è sviluppato.<br />

Quindi invito la Comunità tutta a riflettere su <strong>com</strong>e ha<br />

avuto origine tutto questo. Il problema che colpisce il<br />

paese risiede purtroppo nell’omertà dei cittadini stessi,<br />

lo stare in silenzio mentre il malanno si rivela.<br />

L’amministrazione <strong>com</strong>unale in realtà è sempre propensa<br />

a tutelare chi lo chiede: l’Outlet è, per forza di<br />

cose, l’unica attività <strong>com</strong>merciale capace di battere i<br />

pugni sul tavolo e pretendere la giusta considerazione.<br />

Io mi chiedo allora perché se sagre e feste popolari<br />

riescono ad attirare migliaia di persone il Paese sta<br />

morendo <strong>com</strong>e viene evidenziato dagli appelli nel n.<br />

117 e n.118 di questo giornale? La risposta è presto<br />

pronta: Perché nessun <strong>com</strong>merciante chiede che ogni<br />

evento sia organizzato a beneficio del Paese. Ovvero<br />

un Comune che patrocina un evento deve, qualora gli<br />

venisse imposto dai cittadini e/o <strong>com</strong>mercianti, assicurarsi<br />

che il suddetto evento sia “del Paese” e “per il<br />

Paese”. “Del Paese”: E’ fuor di dubbio che deve essere<br />

collocata in modo da avvicinare la gente al cuore del<br />

paese. “Per il Paese”: E’ fuor di dubbio che devono<br />

essere venduti e offerti prodotti del luogo. Se nessuno<br />

chiede che vengano rispettate questi banali requisiti ci<br />

troviamo con la sagra piena e il paese vuoto ma soprattutto<br />

ne avranno beneficio frutterie, pastifici, macellerie,<br />

tipografie esterne, e le stesse aree periferiche<br />

godranno di ristrutturazioni consistenti. Abbiamo un<br />

parcheggio del campo sportivo finemente ristrutturato<br />

a questo scopo e un bel vedere con il più bel panorama<br />

del Lazio ridotto in pezzi e lasciato all’abbandono.<br />

E’ quasi un paradosso inoltre essere in possesso di<br />

ben 3 meraviglie storico culturali, simbolo di quella tradizione,<br />

cultura e storia di cui andiamo fieri, inconsiderati,<br />

buttati da una parte, talvolta fastidiosi: mi riferisco<br />

ai Bunker, alla Croce di bosso e al Monte Soratte. I<br />

Bunker hanno più volte dimostrato il loro potenziale,<br />

ma i costi e la fatica di quei pochi volontari non può<br />

che dargli luce pochissime volte l’anno ma sono sufficienti<br />

all’amministrazione per fregarsene e investire<br />

tempo e denaro sulla speculazione edilizia per esempio.<br />

Allora mi chiedo perché caro Direttore non la<br />

smette di pubblicare umilianti appelli facendo credere<br />

che siamo tutti riuniti sotto un disagio <strong>com</strong>une quando<br />

dati alla mano siamo tutti felici di questa situazione?<br />

Eh si! Siamo tutti lieti di aver visto i nostri soldi spesi<br />

per la ristrutturazione del parcheggio del campo e per<br />

pagare gli straordinari notturni ai vigili urbani facenti<br />

mansione di parcheggiatori al fine ultimo di far tenere<br />

abbassate le serrande delle attività <strong>com</strong>merciali al<br />

centro del Paese, oppure multare i turisti che la Domenica<br />

parcheggiano alla meno peggio perché il mercato<br />

occupa l’unica area adibita a questo scopo o ancora<br />

siamo ben lieti di vedere giornate <strong>com</strong>e quella del FAI<br />

o dei Bunker ridotta a 4/6 giorni l’anno! Facciamo tutti<br />

parte integrante di un sistema marcio e in<strong>com</strong>petente<br />

alimentato e ben nutrito dal nostro silenzio assenso.<br />

Concludo così <strong>com</strong>e ho iniziato: chi è causa del suo<br />

male… pianga se stesso. In fede Simone Vajani<br />

Il Centro Studi Soratte ringrazia tutti coloro che<br />

hanno contribuito alla realizzazione di questo<br />

numero. I nostri ringraziamenti vanno inoltre a:<br />

Ristorante Mare in Montagna in Viale del Vignola, Panificio<br />

Giosi di Campana Giorgio, Paolo Bertollini, Maria<br />

Piante e Fiori, Bar Pizzeria Da Cipria, Farmacia Buonfantino,<br />

Macelleria Leoni, Bar Nonna Rosa, Ristorante<br />

Alessandro al Campanile, Macelleria Cingolani.<br />

1


“UNA SERATA NEL SEGNO<br />

DEL’AMORE” di Gabriele Sacchi<br />

scritto inizialmente per<br />

Soratte Nostro è stato pubblicato<br />

dall’Avvenire, nella<br />

pagina diocesana di Domenica<br />

11 Marzo. Ne riportiamo<br />

alcuni passaggi. (ndr)<br />

Caro amico immagino che anche tu, <strong>com</strong>e me, abbia<br />

un <strong>com</strong>puter, un cellulare, dei vestiti firmati, un piatto<br />

caldo a pranzo e uno a cena, un tetto e un letto dove<br />

dormire, un tot di denaro da gestire durante la settimana.<br />

Credo tu sia felice no?... Eppure pensa che anche<br />

chi non è nelle nostre condizioni, trova <strong>com</strong>unque la<br />

forza di gioire semplicemente perché svegliandosi, può<br />

sentire ancora il calore del sole o lo scrosciare della<br />

pioggia, il respiro di un cagnolino accanto alla sua<br />

panchina, l’abbraccio di una persona cara che ripete<br />

soltanto: “io sono qui!”. È l’amore il motore della nostra<br />

vita. Non siamo macchine, ma uomini. Siamo persone<br />

fatte da corpo e anima. La linfa vitale non ci viene tolta<br />

quando smettiamo di respirare, ma nel momento in cui<br />

muore in noi l’amore. (...) È stato un po’ per gioco, un<br />

po’ seriamente, che, venerdì 24 febbraio, nell’incontro<br />

mensile tra i giovani della Diocesi, abbiamo cercato di<br />

tracciare un’ipotetica curva esponenziale, con<br />

l’obbiettivo di individuare i tre livelli dell’amore. Quello<br />

di primo grado, terreno (uomo/donna), quello di secondo<br />

grado, più maturo (una coppia di sposi che dedica<br />

la propria vita al bene della famiglia e alle cose terrene,<br />

appoggiandosi a Dio), infine quello di grado massimo,<br />

ovvero l’amore esclusivo per Dio (quindi<br />

l’esempio dei consacrati, Sacerdoti e anime sante <strong>com</strong>e<br />

quella di Cecilia Eusepi). La serata, svoltasi presso<br />

la casa parrocchiale di Sant’Oreste, ha visto la partecipazione<br />

di moltissimi giovani di tutte le età, riuniti per<br />

condividere la gioia di vivere e la fede nell’unica vera<br />

luce “Gesù”. L’incontro, aperto dai canti di accoglienza,<br />

animati dai ragazzi della <strong>com</strong>unità Shalom, è proseguito<br />

con un gioco semplicissimo, ma allo stesso<br />

tempo utile ad una riflessione profonda: siamo ancora<br />

disposti ad amare con tutti noi stessi?...siamo ancora<br />

convinti che solo questo sentimento ci rende diversi da<br />

tutte le altre creature dell’universo, e quindi speciali?...<br />

uomini? (...) La conclusione, tutt’altro che scontata, è<br />

stata la seguente: l’amore terreno uomo/donna, genitori/figli<br />

è splendido, indispensabile per entrambe le parti,<br />

importantissimo; tuttavia se non c’è Dio che custodisce<br />

i nostri cuori, ama e ci aiuta ad amare gratuitamente,<br />

al primo ostacolo si rischia di cadere, rimanendo con<br />

l’amaro in bocca. (...)<br />

LA MAGNIFICA COMUNITÀ DI SANTO RESTO<br />

di Oreste Malatesta<br />

Il 22 aprile 1576 la Comunità di Santo Resto<br />

si è data un nuovo Statuto, che ha sostituito<br />

una serie di leggi statutarie emanate nel corso<br />

dei secoli precedenti. Chi ha voluto il nuovo Statuto,<br />

non stati sono i Priori (gli amministratori), né il Commendatario<br />

(del Papa) o il Podestà da questi nominato,<br />

ma la stessa Comunità, <strong>com</strong>e si legge nel <strong>Pro</strong>emio<br />

dello Statuto: “La Magnifica Comunità della Terra di<br />

Santoresto … ha voluto provedere che nella suddetta<br />

terra vi siano leggi scritte, colle quali i suoi habitatori<br />

siano governati”. E sono i membri della Magnifica Comunità<br />

che parlano in ogni articolo dello Statuto, quando<br />

dicono: “statuimo, ordinamo et volemo”. La qualifica<br />

di Magnifica non fu espressione di un orgoglioso campanilismo,<br />

ma allora aveva un significato tecnico giuridico<br />

preciso: essa palesava il riconoscimento di un alto<br />

grado di autonomia politica da parte delle autorità superiori.<br />

Lo Stato Pontificio (e per suo conto il Commendatario),<br />

che approvò lo Statuto del 1576, qualificandola<br />

<strong>com</strong>e Magnifica, ha riconosciuto alla Comunità<br />

del Soratte un grado di autonomia organizzativa<br />

sconosciuto a molte altre <strong>com</strong>unità della nostra zona.<br />

Quando fu messo in moto il procedimento di riforma<br />

dello Statuto, i Magnifici Priori erano Angelo de Menichelli<br />

(antenato dell’attuale sindaco Sergio Menichelli),<br />

Domenico Ciucci e Pietro de Picchi: essi raccolsero le<br />

sollecitazioni del Gran Consiglio della Comunità, che,<br />

lamentava la presenza di disposizioni contraddittorie<br />

nelle varie leggi statutarie vigenti prima del nuovo Statuto.<br />

Per tale motivo, i tre Priori si fecero portatori<br />

dell’esigenza di rivisitare la legislazione secolare e di<br />

ricondurre ad unità tutte le norme in essa contenute.<br />

Per realizzare questa opera si avvalsero di esperti e<br />

studiosi presenti nella Comunità, menzionati nel <strong>Pro</strong>emio<br />

dello Statuto stesso: Marco de Marinelli, dottore<br />

dell’una e dell’altra legge (luminare del diritto civile e<br />

del diritto canonico), Andrea de Sersanti (antenato<br />

dell’attuale assessore alla cultura Maurizio Sersanti,<br />

oltre che del poeta William Sersanti) huomo perito, ser<br />

Camillo de ser Maj e ser Silvestro Carosio, entrambi<br />

autentichi notarij, Antonio de ser Janni, Lorenzo de<br />

Puccetti et Pietro de Paolucci (antenato di Gregory<br />

Paolucci), chiamati quali huomeni prudenti et esperti<br />

della suddetta terra. Il lavoro <strong>com</strong>piuto da questi dotti,<br />

insieme ai tre Priori è stato, poi, rivisto e corretto da un<br />

altro luminare del diritto di chiara fama, Galeazzo Cossa,<br />

uditore del Commendatario delle terre di Santo Resto<br />

(che allora era il Cardinale Farnese) e dottore<br />

dell’una e dell’altra legge. Così rivisto lo Statuto è stato<br />

emanato nella presente forma, quando i tre Priori della<br />

Magnifica Comunità erano Antonio de Cacci, Santo de<br />

Alessandri ed Antonio Schiavetti. La procedura, seguita<br />

per semplificare la legislazione antica e ricondurla<br />

ad un solo Statuto, rappresenta un bell’esempio di trasparenza<br />

democratica, che ci sorprende non poco, a<br />

causa dei nostri pregiudizi su quell’epoca. Infatti,<br />

l’esigenza di adeguare la normativa ai bisogni della<br />

vita del popolo è partita dal basso, dal Gran Consiglio,<br />

cioè dal corpo elettorale della Comunità, <strong>com</strong>posto di<br />

un huomo per foco. I Priori si sono fatti interpreti di tale<br />

bisogno ed hanno istituito un gruppo (noi diremmo) di<br />

saggi, che ha redatto un testo di Statuto, poi corretto,<br />

per conto del Commendatario, da uno specialista <strong>com</strong>e<br />

il Cossa, che non era di Santo Resto. L’altra sorpresa<br />

che si ha leggendo il <strong>Pro</strong>emio dello Statuto è<br />

che l’autonomia legislativa, amministrativa e politica di<br />

cui godeva la Comunità di Santo Resto, non è frutto di<br />

una graziosa concessione di un principe illuminato dello<br />

Stato Pontificio, ma il patrimonio di una tradizione<br />

secolare vantata dalla Magnifica Comunità, che è nata<br />

intorno all’esperienza dei monaci benedettini (il primo<br />

dei quali fu San Nonnoso), insediati sul Soratte fin dal<br />

sesto secolo, e che ha mutuato da essi<br />

l’organizzazione democratica della vita <strong>com</strong>unitaria.<br />

Infatti, le leggi statutarie erano già vigenti prima ancora<br />

che il Cardinale Commendatario approvasse lo Statuto


del 1576. Non ripeterò mai abbastanza che lo Statuto<br />

del 1576 è un capolavoro di saggezza legislativa e,<br />

soprattutto, è un prodotto dei membri della Magnifica<br />

Comunità di Santo Resto. Esso, inoltre, è profetico,<br />

perché contiene già in sé, alcuni principi del diritto moderno,<br />

che l’ordinamento italiano ha accolto, per la<br />

prima volta, con la Costituzione del 1946. Ma, di questo,<br />

per i lettori di Soratte Nostro, tratterò la prossima<br />

volta.<br />

RUBRICA RELIGIOSA: CRISTO È CIÒ CHE<br />

ABBIAMO DI PIÙ CARO<br />

A cura di Oreste Malatesta<br />

L’imperatore si rivolse ai cristiani<br />

dicendo: “Strani uomini … ditemi voi stessi, o cristiani,<br />

abbandonati dalla maggioranza dei vostri fratelli e capi:<br />

che cosa avete di più caro nel cristianesimo?”. Allora si<br />

alzò in piedi lo starets Giovanni e rispose con dolcezza:<br />

“Grande sovrano! Quello che abbiamo di più caro<br />

nel cristianesimo è Cristo stesso. Lui stesso e tutto ciò<br />

che viene da Lui, giacché noi sappiamo che in Lui dimora<br />

corporalmente tutta la pienezza della Divinità”.<br />

Vladimir Solov’ev, da Il dialogo dell’anticristo<br />

LETTERE ALLA REDAZIONE<br />

Cari amici di Soratte Nostro Nuovo, nell'ultimo<br />

numero del giornalino informativo "democraticamente",<br />

è stata pubblicata la nostra lettera aperta al<br />

Sindaco di Sant'Oreste, unitamente ad una nota informativa<br />

dell'Assessore LLPP Daniele Fidanza. L'annuncio<br />

di questa nota ci aveva fatto piacere (anche se<br />

ha tardato un po’), ma quando abbiamo letto quello<br />

che il sopracitato assessore ha scritto ci siamo sentiti<br />

in dovere di fare una riflessione sui "non" contenuti<br />

della nota informativa, che vi preghiamo di pubblicare<br />

poiché emerge il problema, a nostro avviso,<br />

gravissimo, della mancanza di rispetto per famiglie<br />

abbandonate a se stesse oramai da moltissimi anni. Vi<br />

inviamo, in allegato, sia la "nota" che le nostre riflessioni<br />

auspicando, <strong>com</strong>e sempre, la vostra cortese collaborazione.<br />

Grazie, il Comitato Cittadini di Serie B<br />

Cari Cittadini che vi definite di serie B, per problemi di<br />

spazio non possiamo pubblicare tutta la Vs. nota che,<br />

sicuramente, avrete inviato anche all’Assessore <strong>com</strong>petente,<br />

per cui ci limitiamo a pubblicare solo alcuni<br />

stralci. (ndr)<br />

Riflessione sulla nota dell’Ass.re LL.PP. Fidanza<br />

Daniele. “”... Per meglio chiarire all'Assessore e ai cittadini<br />

<strong>com</strong>e stanno realmente le cose, riportiamo di<br />

seguito qualche numero e alcune informazioni che forniscono<br />

indicazioni soprattutto riguardo alle responsabilità<br />

sulle quali si impernia la storia della “benedetta<br />

strada in questione”.<br />

- la responsabilità della prescrizione della prima fidejussione<br />

è da imputare unicamente all’amministrazione<br />

<strong>com</strong>unale e più precisamente ai pubblici uffici che, alla<br />

scadenza della stessa, non hanno fatto alcunché per<br />

rinnovarla o riscuoterla;<br />

- in merito alla fidejussione della seconda lottizzazione<br />

dobbiamo precisare che l’importo garantito in polizza<br />

(tra l’altro scaduta nel 2007 e non più rinnovata) è di<br />

euro 24.704,45 e non di 50.000 circa <strong>com</strong>e risulta al<br />

nostro distratto Assessore. Ricordiamo inoltre che nel<br />

2013 si prescriverà anche questo diritto a riscuotere la<br />

somma di cui sopra, ravvisandosi di nuovo il reato di<br />

danno erariale da parte sempre dell’Amministrazione<br />

<strong>com</strong>unale.<br />

- In merito alla diffida di cui si parla va precisato che i<br />

lottisti in questione avrebbero dovuto provvedere<br />

all’esecuzione delle opere in un termine perentorio di<br />

gg. 180, diversamente si sarebbe provveduto a ricorrere<br />

al TAR, la diffida è stata formulata e notificata nel<br />

mese di marzo 2011 il termine dei 180 gg è scaduto a<br />

settembre 2011, la nota dell’Ass.re è invece di febbraio<br />

<strong>2012</strong> ben 150 gg oltre la scadenza intimata! “”””<br />

LETTERE DALLA REDAZIONE<br />

Con rispetto... torniamo ad occuparci di Democratica...mente,<br />

per invitarlo a fare un giornale migliore,<br />

fatto dalla gente che scrive e non con articoli<br />

ricopiati dai quotidiani nazionali. Soratte Nostro Nuovo,<br />

caro Segretario PD è un giornale libero, discende<br />

da un giornale che ha fatto grandi battaglie, ed anche<br />

tu tante volte hai scritto sul nostro giornale... e lo puoi<br />

sempre rifare. Il Direttore<br />

E’ nato un altro Comitato che si occuperà del recupero<br />

e la salvaguardia del patrimonio e ambiente. Il Centro<br />

Studi Soratte da anni impegnato in questa battaglia, si<br />

troverà in buona <strong>com</strong>pagnia. Offriamo in questo numero<br />

alcune immagini dalle “Ripe de i morticelli”.<br />

L’immagine che i fruitori potranno avere, una è stupenda,<br />

l’altra da dimenticare!!! Il problema orti si pone<br />

perché la fruizione tende alla bonifica. Il Direttore<br />

TANTO PER CHIARIRE…<br />

CULTURA? MA MI FACCIA IL PIACERE<br />

gibio<br />

Alessandro Manzoni è stato ed è un<br />

pilastro dei programmi scolastici.<br />

Personalmente ho sempre ritenuto una cosa “tragica”<br />

leggere e studiare i <strong>Pro</strong>messi Sposi, sia a scuola che<br />

dopo. Crescendo ho scoperto che la scuola e<br />

l’università dove mi sono formato, trasmettono la cultura<br />

dominante: quella del potere, di obbedire alle regole,<br />

di accettare le istituzioni, di inchinarsi alle leggi. E<br />

questo malgrado il ’68, il ’77 e via dicendo. Resto invece<br />

convinto che la scuola debba porre gli studenti davanti<br />

ad un sapere critico, ad un sapere non solo rivolto<br />

al passato e che trae forza e autorità dal passato<br />

stesso, ma dia gli strumenti per mettere in dubbio<br />

qualsiasi esperienza <strong>com</strong>presa quella del rapporto col<br />

potere. Il metodo del dubbio e quello della critica aprono<br />

la strada ad una nuova mentalità, ad una diversa<br />

cultura della storia e ad una visione educativa più corrispondenti<br />

ai bisogni di una società moderna, laica e<br />

in perenne trasformazione. Ma, a parte questo, torniamo<br />

a Manzoni uomo e scrittore, apostolo e simbolo di<br />

un cristianesimo partecipe e tollerante. Nel luglio del<br />

1842, la principessa Cristina di Belgioioso, aristocratica…<br />

socialista, della cui coerenza, cultura, sensibilità,<br />

impegno e coraggio nessuno dubita,eroina della Re-<br />

3


pubblica Romana e fondatrice di scuole e istituti caritatevoli,<br />

dicevo la Belgioioso, fu informata che Giulia<br />

Beccaria, sua amica e madre di Alessandro Manzoni,<br />

stava per morire. Cristina si presentò in casa Manzoni<br />

per porgerle l’ultimo saluto. Donna Giulia non venne<br />

nemmeno informata della visita dell’amica e don Alessandro<br />

( Manzoni) ordinò di bloccare sul portone la<br />

visitatrice e di cacciare l’indesiderata ospite. Comportamento<br />

riprovevole e biasimevole quello dello scrittore<br />

bigotto che si <strong>com</strong>portò <strong>com</strong>e un qualsiasi cafone<br />

ottuso alla cortesia e alla sensibilità. Tutto nasceva dal<br />

fatto che al Manzoni non andava giù che la Belgioioso<br />

avesse una figlia illegittima. Questo rendeva particolarmente<br />

suscettibile don Alessandro in quanto anche<br />

lui figlio illegittimo di Giulia Beccaria e di Carlo Imbonati,<br />

suo amante notorio e praticante la casa di Giulia<br />

con il beneplacito del marito .E così, mentre Alessandro<br />

si godeva l’eredità dell’amante della madre, non<br />

ebbe nemmeno un sussulto cristiano, non espresse<br />

nessuna partecipazione e non seppe condividere né<br />

con la madre né con la Belgioioso l’affetto che legava<br />

le due donne. Ancestrali frustrazioni e ipocrisia fecero<br />

il resto in un romanziere che del perdono cristiano e<br />

della riconciliazione aveva riempito pagine e pagine.<br />

Certamente non il cuore!. Questo per dire che spesso<br />

anche le più grandi aperture dello spirito-e non dubito<br />

che Manzoni non ne avesse-le più illuminanti espressioni<br />

evangelico e… letterarie se non sono seguite e<br />

sostenute da coerenza di <strong>com</strong>portamento e da autentica<br />

testimonianza di fede nella vita di tutti i giorni, equivalgono<br />

ad ossessioni maniacali o a fantasie insoddisfatte.<br />

La letteratura è una grande valvola di scarico,<br />

ma lo strombazzato concetto, tutto italiano, di coerenza<br />

culturale dei grandi personaggi( Manzoni è solo un<br />

esempio)mi sembra, ancora oggi, un po’ troppo cadere<br />

dall’alto.<br />

DAL NOSTRO INVIATO IN FRANCIA<br />

Jerome.<br />

Qualche anno fà, in un periodo un po’ tumultuoso della<br />

mia vita (bèh, a dire il vero, il più nero) avevo deciso di<br />

fare nella mia casa di allora, vicino alla Bastiglia, una<br />

grande festa intitolata “Happycalypse”. Questo gioco di<br />

parole mi torna ora in mente, in quest’inizio <strong>2012</strong>, annata<br />

che sfortunatamente capita “di fine mondo”. Certo,<br />

ci possiamo anche chiedere <strong>com</strong>e mai d’un colpo<br />

quest’interesse <strong>–</strong> e questa fede <strong>–</strong> per la cultura Maya,<br />

certamente molto appassionante ma finora piuttosto<br />

assente nell’attualità dei nostri telegiornali. Vabbè, forse<br />

bisogna prendere le cose alla rovescia (<strong>com</strong>e spesso):<br />

non sarà l’atmosfera un po’ cupa che piomba sulla<br />

nostra vecchia Europa che ci fa cercare <strong>–</strong> e trovare <strong>–</strong><br />

una spiegazione in qualche modo “razionale” a questa<br />

spirale che pare fatidica, cioè la fine del mondo? Ovvero,<br />

la fine di questo mondo. Noi, italiani, francesi, che<br />

apparteniamo decisamente a quello vecchio, avremo<br />

un po’ di spazio in quello nuovo ? Chissà. Senza risalire<br />

ai Medici o a Luigi XIV, mi pareva che da ambedue i<br />

lati delle Alpi le cose non andavano cosi male ancora<br />

una trentina d’anni fa, e forse meno. Cosa diavolo è<br />

successo per fare delle nostre due nazioni non più tra<br />

le più colte, le più ricche e le più invidiate del mondo,<br />

ma due vecchi paesi ormai senza futuro? Vediamo un<br />

po’. Sarà l’America, che, nella sua caduta dell’11 Settembre,<br />

ci ha trascinato, noi che eravamo cosi doverosi,<br />

ma anche cosi critici con lei? O non sarà mica colpa<br />

di questi maledetti cinesi, che, a furia di sentirsi dire<br />

per anni che dovevano rinunciare al loro stupido sistema<br />

<strong>com</strong>unista, hanno avuto la faccia tosta di ascoltarci<br />

?! O magari internet, e i telefonini, che hanno portato<br />

più ozio che sapere, più futilità, più sesso e giochi<br />

che notizie e dibattiti ? Cosa può essere altro? Davvero<br />

non saprei. Certo, c’è qualcosa di surreale <strong>–</strong> e dunque<br />

un po’ buffo <strong>–</strong> a vedere Berlusconi mandato via<br />

dal mercato, lui che era arrivato, tanti anni fa (l’anno in<br />

cui sono tornato in Francia) proprio per occuparsi del<br />

bel paese <strong>com</strong>e di un’impresa; A sentire Sarkozy cercare<br />

di imporre <strong>–</strong> invano <strong>–</strong> la Tobin Tax, che non tanto<br />

tempo fa gente del suo partito considerava <strong>com</strong>e<br />

un’utopia di vecchio sognatore di sessantottino; a vedere<br />

delle ditte distribuire dei voti per forza cattivi a<br />

degli stati che tra l’atro le sovvenzionano. Allora, cosa<br />

aspetta il bambino che tra occhi giorni mia moglie metterà<br />

al mondo? Di sicuro una grande casa, impresa<br />

veramente eroica a Parigi. Poi e il più presto possibile,<br />

delle belle vacanze in Italia, dove scoprirà il cibo il più<br />

buono del mondo (per il vino si vedrà più in là), dei paesaggi<br />

meravigliosi, una lingua multiforme, e tanti amici.<br />

Insomma, cose che, non essendo quotate in borsa,<br />

sono valori sicuri. Speriamo che non mi faccia, tra un<br />

po’ di anni, un processo per averlo portato in un paese<br />

che <strong>–</strong> <strong>com</strong>e il mio <strong>–</strong> ha perso da mo’ il suo triplo A. Lo<br />

porterei volentieri in Cina, un alunno pieno di A.; ma<br />

per averlo fatto con Louis, il mio primo figlio, mi ricordo<br />

<strong>com</strong>’era difficile girare in pace quant’è raro, in quel paese,<br />

potersi pagare il lusso di un bambino <strong>–</strong> tanto più<br />

un figlio ! Perciò, malgrado vada male sia da voi che<br />

da noi, ingenuamente sono felice, e sarà sicuramente<br />

l’Italia <strong>–</strong> e dunque Roma e Sant’Oreste <strong>–</strong> la nostra prima<br />

meta appena ci sistemeremo. Infine, malgrado sia<br />

un po’ tardi, auguro a tutti i Santorestesi un felicissimo<br />

<strong>2012</strong>, che sia l’ultimo o no, poco importa!<br />

LA TRAMA DI VITA RECLUSA SUL MONTE SORATTE<br />

Tratto dal Libro di Mons.Sergio Pagano. Il libro<br />

verrà presentato a fine Maggio dallo stesso autore che<br />

parteciperà anche alla <strong>Pro</strong>cessione. Mons,Sergio Pagano<br />

è Prefetto dell’Archivio segreto Vaticano dal<br />

1997.<br />

Fondato nel 1573 nel modesto borgo di Sant'Oreste<br />

sul monte Soratte, il monastero di S. Nicola, <strong>com</strong>posto<br />

allora da sole tre «zitelle» del luogo, ebbe una vita lunga<br />

e singolare, perché in quanto istituito in un feudo<br />

nullius dioecesis <strong>com</strong>e Sant'Oreste, non soggetto al<br />

vescovo locale ma soltanto all'abate <strong>com</strong>mendatario<br />

delle Tre Fontane di Roma (potente abbazia medievale),<br />

fu in pratica una cellula del tessuto religioso cittadino<br />

e locale. Le prime Regole per le monache di S.<br />

Nicola furono scritte, o almeno curate, dal grande cardinale<br />

Alessandro Farnese; questi pose la nascente<br />

istituzione sotto la regola di S. Agostino e le monache<br />

di S. Nicola furono perciò dette Agostiniane. Nel 1598<br />

il vecchio monastero di S. Nicola, posto in luogo non<br />

salubre, cambiò sede e fu sistemato nel grande palazzo<br />

abbaziale del cardinale <strong>com</strong>mendatario Pietro Aldobrandini,<br />

nipote di Clemente VIII: qui assunse il nome<br />

della chiesina del luogo, Santa Croce. Favorite dalla<br />

<strong>com</strong>unità di Sant'Oreste, dotate di beni immobili nella<br />

regione vicina, le Agostiniane di S. Croce vissero<br />

per più di tre secoli nella quasi totale autonomia dal<br />

resto dell'Ordine, soggette soltanto alle Regole farne-


siane (confermate dal cardinale <strong>com</strong>mendatario Costantino<br />

Patrizi nel 1839) e al <strong>com</strong>mendatario delle Tre<br />

Fontane, che aveva giurisdizione civile e religiosa sul<br />

borgo di Sant'Oreste. Soppresso il monastero dai francesi<br />

nel 1809, fu ripristinato nel 1815 o forse nel 1816,<br />

ma le mutate condizioni sociali e religiose dell'Ottocento<br />

ridussero di molto la <strong>com</strong>unità monastica, che si<br />

estinse nel 1904. L'Autore ripercorre le vicende storiche<br />

del monastero e pubblica per la prima volta il testo<br />

originale farnesiano delle Regole con altri documenti<br />

istituzionali.<br />

GIOVANNI ANTONAZZI: RICORDO DI UN<br />

PRETE CHE CONIUGAVA FEDE E<br />

CULTURA<br />

Riportiamo un articolo del <strong>Pro</strong>f.<br />

Luciano Osbat del 2008<br />

A poco più di un anno di distanza<br />

dalla morte di mons. Giovanni Antonazzi avvenuta il 16<br />

maggio 2007 a Morlupo dove risiedeva, il Centro di<br />

ricerche per la storia dell’Alto Lazio (che lo ha avuto<br />

prima Fondatore e poi Presidente) lo ricorda con la<br />

presentazione di un volume a lui dedicato: Giovanni<br />

Antonazzi tra storia e memoria. Il volume sarà presentato<br />

presso la Sala conferenze del Centro diocesano di<br />

documentazione, a Palazzo papale, mercoledì 25 giugno<br />

2008, alle ore 16.30. Presiederà l’incontro Mons.<br />

Lorenzo Chiarinelli, illustreranno il volume Paolo Vian<br />

della Biblioteca apostolica vaticana e Luciano Osbat,<br />

dell’Università della Tuscia. Mons. Antonazzi era nato<br />

a Morlupo il 13 settembre 1913. Vice rettore al Pontificio<br />

seminario regionale della Quercia, aveva avuto tra i<br />

suoi alunni i futuri vescovi Mons. Bernini e Mons.<br />

D’Ascenzi e molti preti divenuti colonne nella storia<br />

delle diocesi dell’Alto Lazio nel secondo dopoguerra.<br />

Era stato nominato poi Economo al Collegio Urbano di<br />

<strong>Pro</strong>paganda Fide a Roma e infine <strong>Pro</strong>-Segretario<br />

all’Economia nella Congregazione di <strong>Pro</strong>paganda Fide<br />

dove rimase fino al 1975 quando si dimise, sorprendendo<br />

tutti, per dedicarsi totalmente agli studi. Era tornato<br />

a Morlupo dove aveva creato il Centro di ricerche<br />

per la storia dell’Alto Lazio con l’obiettivo di studiare la<br />

storia dell’Alto Lazio, in particolare la storia religiosa e<br />

la storia della società contadina. Ma contemporaneamente<br />

si dedicava a quei temi di ricerca che il lavoro<br />

burocratico nella Curia romana sino ad allora gli aveva<br />

impedito ed escono i numerosi volumi che segnano gli<br />

ultimi trent’anni della sua vita: la sua tesi di laurea su<br />

Lorenzo Valla e la donazione di Costantino; la ricerca<br />

sugli studi preparatori e sul testo definitivo della Rerum<br />

Novarum; le pubblicazioni su Caterina Paluzzi, una<br />

venerabile terziaria di san Domenico vissuta a Morlupo<br />

tra XVI e XVII secolo; i volumi sulla devozione e<br />

sulla pietà mariana; i suoi ricordi dei gesti e delle parole<br />

nel volume sulle Tradizioni popolari nell’Alto Lazio.<br />

Morlupo nell’Alto Lazio e l’Alto Lazio nella storia, senza<br />

altra accezione. Una storia che è in qualche modo<br />

sempre locale perché è “in un luogo che le vicende<br />

degli uomini si fanno presenti, nel rapporto quotidiano<br />

con l’ambiente e con la mentalità e le tradizioni e la<br />

cultura e la struttura economica e la vita di fede e tutto<br />

ciò che riempie le loro giornate, lasciando un segno,<br />

modificando la realtà, ed è in quel luogo che esse diventano<br />

oggetto della ricerca storica”. Così scriveva<br />

nella “Rassegna degli studi e delle attività culturali<br />

nell’Alto Lazio” nel 1980 presentando il cammino del<br />

Centro di ricerche per la storia dell’Alto Lazio. Una storia<br />

prevalentemente dell’Italia umile, una storia di famiglie<br />

e di lavoro, una storia ricca di chiese e di preghiere,<br />

una storia dai ritmi lenti e talvolta quasi immobile,<br />

una storia senza personaggi prestigiosi o vicende clamorose<br />

se non <strong>com</strong>e contorno di eventi ben più straordinari<br />

<strong>com</strong>’è l’esperienza della vita quotidiana per<br />

ciascuno di noi. Era a questa storia che guardava Antonazzi<br />

quando scriveva sulla pietà mariana e invitata<br />

a scrivere sullo stesso argomento. Pietà che è amore:<br />

la contemplazione e l’azione, la ragione e il senso, la<br />

volontà e il sentimento, tutta la nostra umanità nel suo<br />

divenire quotidiano quando si esprime in quell’amore<br />

che è la presenza di Dio. Questo è il messaggio che<br />

ha lasciato ai suoi amici, al Centro di ricerche per la<br />

storia dell’Alto Lazio, a tutti coloro che lo hanno letto<br />

ed ascoltato nel suo lungo cammino di prete e di studioso.<br />

APPROFONDIMENTO RELIGIOSO.<br />

LE RIFLESSIONI DI UNA BAMBINA.<br />

La vita di Gesù è sta una vita molto triste,ma allo<br />

stesso tempo anche molto affascinante. Una vita sofferta,dedicata<br />

all’umanità,e a porgere sempre la mano,<br />

anche a chi non chiede aiuto, perché è proprio quello<br />

che ne ha più bisogno. La vita di Gesù ci insegna a<br />

gustare le cose belle di ogni giorno, ad affidarci alla<br />

fede, che abbiamo nei nostri cuori. Chi non ci abbandona<br />

mai, è sempre con noi,anche se qualche volta, ci<br />

dimentichiamo di lui. E’proprio in questi momenti, che<br />

anche se non sembra, lui ci è più vicino e ci aiuta a<br />

ritornare sulla via giusta. Benedetta D’Adderio<br />

A CACCHJATELLA<br />

di Elio Paolucci<br />

Ricordiamo Elio a 6 mesi della sua morte (ndr)<br />

Se a Pasqua tu voi fa ‘na cosa bèlla,<br />

provà un sapore raru, eccezionale,<br />

allora tì consigghjo a cacchjatella,<br />

Càccia cà l’ògghju, ‘na manciata i sale,<br />

u lèvitu, ‘che òvu, a farinella,<br />

e l’anisu cu latte (um bòn fiscale);<br />

po’ fa l’impastu, mettulu li a tièlla<br />

e ‘nforna tuttu quantu l’arzenale.<br />

Quanno a preparazione atè funita,<br />

e ‘gni pagnòtta è còtta dapertuttu,<br />

si pròpiu prontu pè godetti a vita;<br />

una ne spacchi a volu, calla, calla,<br />

pe’ <strong>com</strong>panagghju l’onza cu preciuttu<br />

e vedrai che u stòmmicu ti balla!<br />

Locuzione latina. Cum grano salis (Con un<br />

granello di sale <strong>–</strong> Con un pizzico di buon<br />

senso) <strong>–</strong> Plinio il Vecchio<br />

5


APPELLO <strong>–</strong> COMITATO MADONNA DI MAGGIO<br />

Invitiamo tutti i giovani a partecipare ai<br />

preparativi per la Festa della Madonna di<br />

Maggio. Il Comitato ha bisogno di voi, delle vostre idee<br />

e della vostra vitalità per rinnovare ogni anno questo<br />

evento tanto atteso da tutta la <strong>com</strong>unità santorestese.<br />

Non vi fate scrupoli a presentarvi per offrire il vostro<br />

contributo in tutte le fasi della preparazione affinché la<br />

Festa si svolga nel migliore dei modi.<br />

APPELLO - LASCIATELI GIOCARE!<br />

Lasciateli giocare nelle piazze! I bambini<br />

(8/11 anni) trovano nelle piazze del centro<br />

storico un ambiente ideale per passare i loro pomeriggi<br />

lontano da videogiochi, televisione e altre attrattive che<br />

li costringerebbero dentro casa. La possibilità di giocare<br />

e relazionarsi all’aperto, senza traffico ed in un ambiente<br />

<strong>com</strong>unque sicuro e controllato, in una prospettiva<br />

futura, porterà sicuramente molti più vantaggi alle<br />

famiglie ed alla Comunità rapportati ai “danni” che inevitabilmente<br />

può provocare una pallonata su un muro o<br />

su un lampione... Ridategli i palloni sequestrati!<br />

L’ATTORE<br />

di Massimo Mirani<br />

Voglio ringraziare quanti hanno votato il<br />

video di "La Ballata di Za la mort" sul sito<br />

WWW.SANDROTORELLA.COM "Concorso Roma<br />

Off" , per quanto riguarda gli altri amici,<br />

che ancora non l'hanno fatto.. VOTATE! Per Za la<br />

mort, poche sono le speranze di vincere, d'altra parte è<br />

un perdente nato... Comunque per lui è pur sempre<br />

una vetrina... e allora condividete il video fatelo girare<br />

in rete... Sempre restando nell'ambito "Seconda guerra<br />

mondiale"... Andavo alle Gallerie e tutte le volte mi<br />

emozionavo a leggere le Parole di Calamandrei... Perchè<br />

non ci sono piu'? Chi ha deciso di toglierle? E sopratutto..?<br />

Perché?<br />

EXTRA GRAFFITO SUB-METROPOLITANO<br />

Criticano il giornale per i continui attacchi<br />

all’Outlet dove ci lavorano tanti nostri “figli“. E i nostri<br />

negozi chiudono!! Va bene così? L’Outlet è un investimento<br />

che ha messo a soqquadro “U monte i Ferro”<br />

e nascoste per sempre le vestigia della nostra storia…<br />

così ha definito la vicenda… un involontario testimone!!<br />

Il Paese si svuota. I negozi aprono e chiudono...<br />

la sala giochi s<strong>com</strong>messe annuncia una prossima<br />

apertura! No non è un Paese da abbandonare… ma<br />

da seguire, stimolare… e da ricostruire nella sua tradizione<br />

e nella sua vocazione.<br />

EFFEMERIDE<br />

con la collaborazione di Francesca Lancia<br />

Morti: De Julis Pietro (81);<br />

Nati: Graziano Iorino di Roberto e di Barbara<br />

Andreotti. Tanti auguri per la nascita del<br />

Piccolo Graziano.<br />

I poeti della provincia di Roma<br />

Giovedì 22 Marzo <strong>2012</strong>, presso la biblioteca “Gianni<br />

Rodari” di Roma, sarà presentato il volume “I poeti<br />

della <strong>Pro</strong>vincia di Roma” di Cosma Siani. Il libro fornisce<br />

una panoramica dei molti verseggiatori dialettali<br />

dei 121 Comuni in essa racchiusi. In antologia sono<br />

presenti le biografie di 40 autori: 14 della Capitale e<br />

26 del resto della <strong>Pro</strong>vincia (tra questi ultimi, a rappresentare<br />

Sant’Oreste, ci sarà anche il nostro William<br />

Sersanti del quale riportiamo la seguente <strong>com</strong>posizione:<br />

Uno sguardo sulla Sabina<br />

Se dal Soratte scruto l’orizzonte<br />

appena il Sole è alto, la mattina,<br />

lo sguardo, che si perde oltre il Monte,<br />

è attratto dalla fulgida Sabina.<br />

E, quasi per magia, si forma un ponte<br />

tra quest’Altura mistica e divina,<br />

per poeti e pittori sana fonte,<br />

e quella Terra agreste e genuina.<br />

Osservo lo spettacolo celeste,<br />

quel quadro naturale, dalla vetta,<br />

ameno ed elegante nella veste.<br />

Poi l’ombra si diffonde <strong>com</strong>e cera<br />

disciolta da una fiamma benedetta<br />

e, piano piano, brulica la sera.<br />

CRUCIVERBETTU (William Sersanti)<br />

1 2 3<br />

4<br />

A ghj là. 1 Si ‘ttaccàvono lì<br />

e conòcchje. 4 S’u rósicono<br />

i sorgi. 6 Atè più nica da<br />

zécchja. 7 I spiazzi do’ ‘na<br />

vòta si ciuverava.<br />

5 A ghj ghjó. 1 Si dice che<br />

“canta e po’ scòppa!”. 2<br />

6<br />

Pèppe i Basìliu m’ha dittu<br />

che quellu du pate suo si<br />

7<br />

ghjamava Pelone. 3 Si strilla<br />

pe’ ‘lluccà. 5 Né tòi, né<br />

sòi. 6 Un vècchju giòcu santorestese do’ evi da ‘bbottà<br />

e canasse e zoffià fòrte.<br />

Suor Cassiana<br />

Il giorno 10 marzo <strong>2012</strong> è deceduta<br />

a Tortona Suor Maria Cassiana<br />

(Margherita Magarotto) Nata a Ponso<br />

(Padova) il 14 gennaio 1923. Aveva<br />

89 anni di età e 63 di professione<br />

religiosa. Apparteneva alla<br />

<strong>Pro</strong>vincia “Mater Dei”. “Sei tu, o cara<br />

e santa Chiesa di Gesù, che nel dare<br />

alla terra le nostre spoglie mortali, le collochi colla<br />

fronte rivolta al cielo, e colle mani congiunte in atto di<br />

preghiera, e nelle tue preci vai ripetendo che la morte<br />

del giusto è un dolce sonno, che la terra dei morti è la<br />

terra della speranza in cui la Croce sta per guida e il<br />

Cielo per volta”. (Don Orione) Riposa in pace! “In tutte<br />

le Case dell’Istituto, all’annuncio della morte si reciterà<br />

il Salmo 129 e si celebrerà una Santa Messa” .

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