Giugno 2005 - Scuola di Giornalismo Radio Televisivo Perugia
Giugno 2005 - Scuola di Giornalismo Radio Televisivo Perugia
Giugno 2005 - Scuola di Giornalismo Radio Televisivo Perugia
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SGRTV<br />
GIUGNO <strong>2005</strong><br />
QQuattro<br />
colonne<br />
Qualcuno è rimasto solo. Ma alla fine tutti sono convinti che «negli altri posti si sta peggio»<br />
Vecchio sarai tu<br />
Coltivano ancora antichi mestieri, fanno i nonni a tempo pieno, vanno a ballare e all’università<br />
La terza età in Umbria assomiglia a una seconda giovinezza. Gli anziani ce la raccontano<br />
Chi vive in Umbria campa cent’anni.<br />
E campa bene. Sarà per l’aria<br />
buona, sarà per la pace che si respira<br />
nelle nostre valli, ma qui si invecchia<br />
con serenità. Gli anziani sono il fulcro della<br />
vita <strong>di</strong> paese: riti, feste e tra<strong>di</strong>zioni tengono<br />
lontana la solitu<strong>di</strong>ne. I nonni si<br />
prendono cura dei nipoti e spesso vivono<br />
accanto ai figli. Conservando sempre la<br />
propria in<strong>di</strong>pendenza. Anche se a volte vivere<br />
soli <strong>di</strong>venta un peccato d’orgoglio.<br />
Uno schiaffo<br />
alla solitu<strong>di</strong>ne<br />
Vent’anni a<br />
Ponte<br />
Felcino.<br />
Dove vanno<br />
i ragazzi<br />
nel tempo<br />
libero<br />
Servizi a pag. 2<br />
Servizi alle pag. 6 e 7<br />
L’Italia ha le rughe. E i capelli bianchi.<br />
Ogni anno sempre più. Dagli anni<br />
‘80 ad oggi gli over 65 sono passati<br />
dal 13,2 al 18,2% della citta<strong>di</strong>nanza italiana<br />
(Onu, World population prospect). Si<br />
stima che entro il 2020 questo trend sfonderà<br />
il muro del 20%. L’Umbria ha precorso i<br />
tempi: già nel 2001 i "nonni" rappresentavano<br />
il 22% dell’intera popolazione. Un esercito<br />
<strong>di</strong> 187.000 persone che “sopravvive” con<br />
pensioni me<strong>di</strong>amente inferiori del 15% rispetto<br />
al dato nazionale.<br />
Sono sempre <strong>di</strong> più ma sono anche sempre più<br />
soli. L’Istat traccia un quadro impietoso: un<br />
ultrasessantacinquenne su cinque viveva da<br />
solo negli anni ‘70; uno su tre nel 1990; oggi<br />
la metà <strong>di</strong> loro è solo tra le mura della propria<br />
casa. E l’Umbria non fa eccezione.<br />
Ma proprio dai racconti <strong>di</strong> vita emerge uno<br />
spaccato in controtendenza. Estraneo agli appelli<br />
che invitavano, nella calura <strong>di</strong> due anni<br />
fa, ad affollare i centri commerciali delle<br />
città; lontano anni luce dalla proposta <strong>di</strong> trasformare<br />
le caserme dei pompieri in circoli ricreativi<br />
al loro servizio.<br />
Quelle storie parlano <strong>di</strong> una provincia d’altri<br />
tempi, ricca <strong>di</strong> rapporti umani, fatta del<br />
sapore antico della piazza. Disegnano una società<br />
che ancora crede negli ambienti familiari<br />
del circolo <strong>di</strong> paese, dove l’in<strong>di</strong>fferenza<br />
della città è scalzata dallo spontaneo rispetto<br />
del vicino <strong>di</strong> casa. Dove un saluto guadagnato<br />
nel borgo suscita considerazione e scaccia la<br />
solitu<strong>di</strong>ne. Dove le «porte <strong>di</strong> casa si lasciano<br />
ancora aperte… come 70 anni fa».<br />
È la ricetta umbra alla terza età, oggi che invecchiare<br />
è <strong>di</strong>ventato più <strong>di</strong>fficile <strong>di</strong> ieri.<br />
SENIO BONINI<br />
GIOVANI I VOLTI DELLA PACE SPOLETO<br />
Da Assisi<br />
a <strong>Perugia</strong>,<br />
viaggio tra<br />
le <strong>di</strong>verse<br />
anime del<br />
pacifismo<br />
umbro<br />
Servizi a pag. 5<br />
L’APPELLO<br />
Portami con te in vacanza<br />
200 mila cani abbandonati all’anno. Un<br />
numero destinato a crescere con l’arrivo<br />
dell’estate.<br />
La Provincia <strong>di</strong> <strong>Perugia</strong> lancia la campagna<br />
<strong>di</strong> sensibilizzazione contro l’ab-<br />
bandono degli animali. A occuparsene<br />
è lo Sportello a 4 zampe, che solo nel<br />
2004 ha contribuito all’adozione <strong>di</strong> 97<br />
fra cani e gatti.<br />
Da Mirò<br />
a Folon: la<br />
storia del<br />
Festival dei<br />
Due Mon<strong>di</strong><br />
attraverso<br />
i manifesti<br />
Servizi a pag. 8<br />
Servizi a pag. 12<br />
RICORDO<br />
La lezione<br />
<strong>di</strong> Tobagi<br />
Sei colpi. Tutti andati a segno. Sparati alle spalle dai<br />
figli della Milano bene, che giocavano a fare la rivoluzione<br />
proletaria. In un giorno <strong>di</strong> pioggia i terroristi<br />
della “Brigata 28 marzo”, comandata da Marco<br />
Barbone, il 28 maggio 1980 colpivano a morte il giornalista<br />
del Corriere della Sera Walter Tobagi.<br />
Originario della zona <strong>di</strong> Spoleto, si trasferì presto a<br />
Milano. Qui giovanissimo iniziò la carriera giornalistica<br />
sulle colonne dell’Avanti per poi passare a quelle dell’Avvenire.<br />
Svolse un praticantato lungo e faticoso che<br />
lo portò a Il Giorno e infine alla mecca del giornalismo<br />
italiano: il Corriere della Sera.<br />
Cattolico, socialista, interessato a capire la realtà che<br />
lo circondava per poterla spiegare e giu<strong>di</strong>care. Fu presidente<br />
dell’Associazione lombarda dei giornalisti, eletto<br />
da una maggioranza ritenuta moderata. Proprio quella<br />
sua moderazione, in un’epoca <strong>di</strong> forti tensioni, lo mise al<br />
centro delle accuse dei “duri e puri” dell’estremismo <strong>di</strong> sinistra.<br />
Tobagi fece la sua battaglia onesta, coerente e a viso<br />
aperto. Con la sua caparbia ostinazione iniziò ad indagare<br />
sul mondo del terrorismo. Senza strillare, senza<br />
quei titoli ad effetto che riempivano le prime pagine dei<br />
giornali dell’epoca. Tobagi stu<strong>di</strong>ava, analizzava e in breve,<br />
capendo il pericolo del terrorismo, per la nostra democrazia,<br />
ne <strong>di</strong>venne un avversario rigoroso.<br />
Sapeva <strong>di</strong> essere in pericolo. Scrisse poco prima <strong>di</strong> essere<br />
ucciso: «Nel mirino ora entrano proprio i riformisti,<br />
quelli che cercano <strong>di</strong> comprendere» . E ancora: «Se<br />
toccasse a me, la cosa che mi spiacerebbe <strong>di</strong> più è <strong>di</strong> non<br />
aver trovato il tempo per scrivere una riflessione che spiegasse<br />
ai miei figli il senso <strong>di</strong> questa mia vita affannosa».<br />
Tobagi quel tempo non lo trovò, ma il senso della<br />
sua vita è dato dal suo esempio, dal suo lavoro, dalla sua<br />
onestà intellettuale e dalla passione per la professione.<br />
OROSCOPI<br />
Guerrucce<br />
stellari<br />
DARIO MORICONE<br />
Nell’era della globalizzazione, l’oroscopo non<br />
perde il suo fascino. Anzi, sfrutta le possibilità<br />
offerte dalla multime<strong>di</strong>alità per farsi ancora<br />
più pervasivo: è <strong>di</strong>sponibile via sms sul cellulare, nei<br />
quoti<strong>di</strong>ani, nei settimanali, in tv e soprattutto via Internet.<br />
E si arricchisce anche <strong>di</strong> influenze esotiche. Non<br />
più microvaticini basati solo sui classici segni zo<strong>di</strong>acali<br />
ma anche sull’I Ching, sull’astrologia karmica, sui simboli<br />
maya e sulle rune celtiche. Tutto va bene per avere<br />
l’imbeccata giusta e <strong>di</strong>stricarsi senza imprevisti tra inciuci<br />
amorosi, beghe lavorative e acciacchi <strong>di</strong> salute. Un<br />
appuntamento imper<strong>di</strong>bile per quasi 13 milioni <strong>di</strong> italiani.<br />
Di questi, ben il 31% <strong>di</strong>chiara <strong>di</strong> credere al proprio<br />
oroscopo senza alcuna riserva.<br />
Numeri che hanno allarmato il mondo scientifico<br />
deciso ad ingaggiare una battaglia contro l’eccessiva <strong>di</strong>ffusione<br />
dell’astrologia. Con questo obiettivo l’Unione<br />
Astrofili Italiani ha avanzato una proposta <strong>di</strong> legge per<br />
obbligare gli astrologi a sottotitolare ogni oroscopo con<br />
una scritta che ricor<strong>di</strong> la non scientificità dei loro pronostici.<br />
A supportare la campagna, si sono schierati<br />
scienziati del calibro <strong>di</strong> Carlo Rubbia, Rita Levi Montalcini<br />
e Margherita Hack.<br />
Ma gli astrologi non si danno per vinti e si preparano<br />
a una guerra che si preannuncia “stellare”.<br />
Marco Pesatori, curatore dell’oroscopo <strong>di</strong> «D la Repubblica<br />
delle Donne», ribatte accusando <strong>di</strong> oscurantismo<br />
gli stessi scienziati. E in coda a un e<strong>di</strong>toriale al<br />
veleno, non <strong>di</strong>mentica <strong>di</strong> avvertire sarcasticamente i<br />
suoi lettori: «L’oroscopo che segue non ha alcun fondamento<br />
scientifico: se letto da sciocchi può nuocere gravemente<br />
alla salute». Difende la categoria anche la maga<br />
Sibilla. Dalle pagine del suo sito web, sfida gli scienziati<br />
a confutare questa affermazione: «Nella vita val<br />
più un’oncia <strong>di</strong> fortuna che cento <strong>di</strong> sapere».<br />
BRUNA FATTENOTTE
2<br />
CRONACA ED EVENTI<br />
I giovani e Ponte Felcino: come vivono e dove trascorrono il tempo libero. Un pomeriggio nei loro luoghi <strong>di</strong> ritrovo<br />
La meglio gioventù<br />
fanno i giovani a Ponte Felcino?»,<br />
la domanda è rivolta a Laura, una<br />
«Cosa<br />
ragazza sui vent’anni che sorseggia una<br />
bibita al tavolo <strong>di</strong> un bar all’aperto. Lei ha lo sguardo<br />
perplesso, e sembra volere rispondere: «Quello<br />
che fanno in tutto il resto d’Italia». Ma Laura è <strong>di</strong><br />
buon umore, saranno le vacanze in arrivo, e decide<br />
<strong>di</strong> farci l’inventario delle abitu<strong>di</strong>ni e dei luoghi <strong>di</strong><br />
ritrovo dei suoi coetanei, in questo pezzetto<br />
d’Umbria: Ponte Felcino.<br />
«Quando usciamo la sera an<strong>di</strong>amo a <strong>Perugia</strong>. Il<br />
bar serve come punto <strong>di</strong> ritrovo per la comitiva, ma<br />
poi ci si sposta in centro». Il bar è quello dei<br />
Giar<strong>di</strong>ni Thebris, il centro sportivo con piscina<br />
all’aperto e campi da tennis che si trova accanto alla<br />
pineta sul lungotevere. Sono le cinque del pomeriggio,<br />
Laura e le sue due amiche sono gli unici clienti,<br />
per il momento. Quando il sole inizia a calare il<br />
posto si riempie degli aspiranti nottambuli pronti<br />
per la trasferta verso i locali del centro o le <strong>di</strong>scoteche<br />
dei paesi vicini.<br />
«Di solito a ballare an<strong>di</strong>amo al Gra<strong>di</strong>sca a Ponte<br />
Valleceppi, ma anche al Pizzoide, dove fanno musica<br />
reggae». Se le chie<strong>di</strong> del parco a<strong>di</strong>acente al bar,<br />
Laura <strong>di</strong>ce che quello è sì un punto <strong>di</strong> ritrovo, ma<br />
per gli adulti e le famiglie. «In pineta si va solo per<br />
fare sport. Capita <strong>di</strong> incontrarsi per andare a correre<br />
insieme, ma non <strong>di</strong>rei che è un punto <strong>di</strong> incontro.<br />
Si trova più gente al Cva (Centro Vita<br />
Associata, ndr), dove ci sono gli allenamenti della<br />
squadra <strong>di</strong> pallavolo, oppure al laboratorio musicale.<br />
Io ho passato tanti pomeriggi lì, adesso lo frequento<br />
meno perché ho cambiato compagnia».<br />
Seguendo le in<strong>di</strong>cazioni <strong>di</strong> Laura an<strong>di</strong>amo al Cva:<br />
un grande e<strong>di</strong>ficio a<strong>di</strong>bito a palestra accanto alle<br />
scuole, lungo la strada che porta a Ponte Pattoli. I<br />
frequentatori del circolo non sembrano esattamente<br />
dei ragazzini, e infatti la targa sopra la porta d’ingresso<br />
recita “Centro socio-culturale autogestito dal-<br />
la terza età”. Un gentile<br />
signore in<strong>di</strong>ca la porta<br />
accanto, coperta da una<br />
grata metallica, e ci informa<br />
che il Cva è stato<br />
chiuso da poco per lavori<br />
<strong>di</strong> ristrutturazione. «I<br />
ragazzi li trovate ai giar<strong>di</strong>netti<br />
del Conad», <strong>di</strong>ce.<br />
Ai giar<strong>di</strong>netti i bambini<br />
giocano a calcio e alcuni<br />
adulti stanno facendo<br />
una partita a carte su<br />
un tavolino da campeggio<br />
sistemato sull’erba.<br />
Un gruppo <strong>di</strong> adolescenti<br />
parla animatamente <strong>di</strong><br />
Tra musica, sport e chiacchiere c’è anche tempo per l’impegno nel sociale. Il caso del laboratorio musicale Fuoritempo<br />
fra i più moderni corpi <strong>di</strong> polizia<br />
ambientale». È con questa orgogliosa con-<br />
«Siamo<br />
statazione che Cesare Patrone, Capo del<br />
Corpo Forestale dello Stato ha introdotto la conferenza<br />
organizzata presso la <strong>Scuola</strong> <strong>di</strong> <strong>Giornalismo</strong><br />
Ra<strong>di</strong>otelevisivo <strong>di</strong> Ponte Felcino. Una presenza sul<br />
territorio <strong>di</strong> circa 8500 unità accompagnate da personale<br />
specializzato nei vari settori, da quello relativo<br />
al controllo dei parchi a quello tante volte impegnato<br />
in estate nello spegnimento degli incen<strong>di</strong>. Ed<br />
è sul concetto stesso <strong>di</strong> tutela ambientale che il Capo<br />
sofferma la sua attenzione, tracciando una storia<br />
a gran<strong>di</strong> linee dell’evoluzione filosofica degli stu<strong>di</strong><br />
ambientali. «Due sono le scuole tuttora attive nell’ambito<br />
dell’interpretazione del ruolo umano in rapporto<br />
al problema ambientale: quella antropocentrica<br />
e quella totale».<br />
Correnti nate in perio<strong>di</strong> <strong>di</strong>fferenti ma successivi alla<br />
rivoluzione industriale <strong>di</strong> fine ottocento che sconvolse<br />
i rapporti fra uomo e natura. Le ricette riuscivano<br />
contrapposte: «La visione antropocentrica tende<br />
a privilegiare il ruolo preminente dell’uomo e la<br />
sua autonomia nel rapporto con l’ambiente; al con-<br />
PONTE FELCINO<br />
Cinquemila residenti<br />
Fa parte della sesta circoscrizione<br />
del comune <strong>di</strong> <strong>Perugia</strong>,<br />
insieme a Villa Pitignano, Bosco,<br />
Colombella, Farneto,<br />
Piccione e Montelbate.<br />
La circoscrizione si estende<br />
per 59 Kmqa nord del capoluogo<br />
e conta 12.500 abitanti<br />
IN ALTO, UN GRUPPO DI GIOVANI CHIACCHIERA AL PARCO. IN BASSO A SINISTRA I RAGAZZI DEL<br />
LABORATORIO MUSICALE FUORITEMPO. A DESTRA TRE RAGAZZE AL BAR DEI GIARDINI THEBRIS.<br />
calcio. Commentano la partita della sera prima e<br />
qualcuno accenna il mimo <strong>di</strong> un dribbling. Silvia e<br />
Valentina chiacchierano all’ombra, in <strong>di</strong>sparte, sedute<br />
su una panchina. Hanno se<strong>di</strong>ci anni e fanno parte<br />
della squadra <strong>di</strong> pallavolo <strong>di</strong> Ponte Felcino.<br />
«Il paese è piccolo e non ci sono troppe occasioni<br />
<strong>di</strong> <strong>di</strong>vertimento – <strong>di</strong>ce la meno timida delle due –<br />
coltivare le proprie passioni è un modo per ritrovarsi<br />
e stare insieme agli altri. Noi giochiamo a volley,<br />
ma c’è anche la squadra <strong>di</strong> calcio, oppure la musica».<br />
Le due ragazze continuano a parlare fitto tra <strong>di</strong><br />
loro. Poi, un po’ per cortesia e un po’ per farci<br />
togliere <strong>di</strong> torno, ci <strong>di</strong>cono che nel pomeriggio<br />
parecchia gente si incontra al centro musicale e ci<br />
spiegano come arrivarci.<br />
Subito dopo il ponte sopra il Tevere, nel punto<br />
dove il fiume <strong>di</strong>vide il paese in due, si trova una<br />
Il Capo del Corpo Forestale dello Stato, Cesare Patrone, analizza le vie e gli orizzonti dell’impegno ambientale<br />
“Così gli uomini aiutano la natura”<br />
trario la visione totale offriva una prospettiva quasi<br />
pagana <strong>di</strong> stampo nor<strong>di</strong>co del rapporto fra l’uomo e<br />
la terra. Una visione che sconfinava nell’idolatria della<br />
natura non solo nelle sue forme viventi ma anche<br />
verso quelle inanimate, come le rocce o le montagne».<br />
Continua Patrone: «qui vi sono però dei rischi,<br />
attivi in alcune correnti <strong>di</strong> pensiero della nostra società:<br />
anzitutto la sottovalutazione del ruolo umano<br />
ma in particolare una sua forte limitazione che contrasta<br />
con le leggi dell’agire tecnico».<br />
Il Corpo Forestale dello Stato nasce da una esigenza<br />
<strong>di</strong> sintesi fra queste due correnti che, pur nella tutela<br />
dell’ambiente, favorisce lo sviluppo umano. «Anzi<br />
-precisa Patrone- il più delle volte la natura ha bisogno<br />
del lavoro dell’uomo per essere salvaguardata,<br />
non la si può considerare intoccabile o pensare<br />
che faccia tutto da sé». Una affermazione che sembra<br />
scuotere l’u<strong>di</strong>torio, soprattutto per il contrasto presentato<br />
dal Capo della Forestale fra un’etica naturale<br />
“pagana” ed un’altra “innaturale” <strong>di</strong> stampo cristiano.<br />
A chi gli fa notare come in realtà sia le civiltà classiche<br />
che la Bibbia siano accomunate dal senso del limite<br />
dell’uomo <strong>di</strong>nanzi alla natura ribatte che «ogni<br />
etica è una costruzione innaturale dell’uomo, bisognerebbe<br />
piuttosto recuperare una virtù pratica tipica<br />
degli antichi romani». Ma i Romani non inserivano<br />
forse la schiavitù fra queste “virtù pratiche”?<br />
Patrone lancia allora una provocazione: «La schiavitù<br />
non è poi così innaturale: la natura si regola su <strong>di</strong><br />
un rapporto <strong>di</strong> forze non equilibrate». Affermazioni<br />
che suscitano qualche perplessità.<br />
Il Corpo Forestale dello Stato ha dunque la funzione<br />
<strong>di</strong> aiutare la natura a svilupparsi in armonia<br />
con l’uomo. «Abbiamo accumulato una esperienza<br />
negli anni che ci permette davvero <strong>di</strong> essere all’avanguar<strong>di</strong>a<br />
nel mondo» afferma Patrone, e non mancano<br />
le richieste <strong>di</strong> interventi per la formazione <strong>di</strong> una<br />
polizia ambientale avanzate dai paesi in via <strong>di</strong> sviluppo:<br />
«penso soprattutto al Brasile o ai paesi africani,<br />
spesso accostati a campagne <strong>di</strong> salvaguar<strong>di</strong>a oltranzista<br />
della natura, mentre è fondamentale la presenza<br />
<strong>di</strong> professionisti che aiutino e <strong>di</strong>fendano l’ambiente».<br />
Un fenomeno che esalta sempre più l’evidenza internazionale<br />
del corpo militare decisamente più amato<br />
dagli Italiani.<br />
LE ASSOCIAZIONI GIOVANILI<br />
Società Sportiva Ponte Felcino:<br />
la società <strong>di</strong> calcio. La prima squadra<br />
milita in seconda categoria.<br />
Volley Ponte Felcino:<br />
<strong>di</strong>sputa i campionati provinciali <strong>di</strong><br />
prima e seconda <strong>di</strong>visione<br />
Laboratorio musicale Fuoritempo:<br />
associazione giovanile autogestita<br />
FRANCESCO COLAFEMMINA<br />
GIUGNO <strong>2005</strong><br />
struttura un po’ fatiscente che rimane nascosta alla<br />
vista dalla strada principale. Quando arriviamo c’è<br />
un gruppo <strong>di</strong> ragazzi seduti su se<strong>di</strong>e sistemate in<br />
strada o a cavallo degli scooter. L’impressione è<br />
quella <strong>di</strong> averli finalmente trovati, i giovani <strong>di</strong><br />
Ponte Felcino.<br />
«Il centro musicale Fuoritempo è un’associazione:<br />
chiunque può fare la tessera e venire a suonare<br />
quando vuole nella sala prove», <strong>di</strong>ce Ciro mentre<br />
facciamo il giro delle tre stanze. La sala prove è<br />
quella più grande ed è stata insonorizzata per evitare<br />
problemi coi condomini. Certo non è uno stu<strong>di</strong>o<br />
<strong>di</strong> registrazione, ma c’è tutto quello che serve: dalla<br />
batteria, ai microfoni, al mixer e persino un vecchio<br />
pianoforte.<br />
Nella stanza accanto non ci sono strumenti musicali,<br />
ma un grande <strong>di</strong>vano sopra il quale spicca un<br />
coloratissimo murales. È il salotto dell’associazione,<br />
dove si organizzano le iniziative o semplicemente si<br />
chiacchiera fra una suonata e l’altra.<br />
I ragazzi sembrano orgogliosi del fatto che gli sia<br />
stato affidato uno spazio pubblico. «L’associazione<br />
esiste dal ‘96, anno in cui la circoscrizione ha formalmente<br />
concesso l’utilizzo dello stabile, ma qui si<br />
veniva a suonare già da prima. È l’unica associazione<br />
giovanile autogestita della zona».<br />
I soci del Fuoritempo ogni anno organizzano un<br />
concorso musicale chiamato Suoni in movimento e<br />
si occupano della musica per la festa dell’unità che<br />
si tiene in agosto. Anche nell’ambito dell’impegno<br />
sociale i ragazzi non si risparmiano: l’ultima iniziativa<br />
è stata quella del 10 giugno scorso, quando i<br />
giovani musicisti pontefelcinesi hanno organizzato<br />
una serata a Parco Sant’Angelo, con lo scopo <strong>di</strong><br />
riaccendere l’attenzione sul problema delle malattie<br />
sessualmente trasmesse.<br />
Come tutti i garage e gli scantinati arrangiati per<br />
suonare musica senza arrecare troppo <strong>di</strong>sturbo, anche<br />
al Fuoritempo c’è odore <strong>di</strong> chiuso. Però, in un<br />
certo senso, si respira<br />
una bella aria. Sopra la<br />
porta dell’associazione<br />
una scritta, rigorosamente<br />
fatta a mano, recita:<br />
“laboratorio musicale”.<br />
La scelta del termine<br />
è appropriata,<br />
perché in questo piccolo<br />
centro <strong>di</strong> aggregazione<br />
giovanile i ragazzi<br />
non si limitano a stare<br />
insieme e suonare musica,<br />
ma s’impegnano per<br />
costruire qualcosa.<br />
MANUELA COLLAZZO<br />
GABRIELE FLAMMA<br />
Quattro Colonne<br />
Mensile della <strong>Scuola</strong> <strong>di</strong> <strong>Giornalismo</strong><br />
Ra<strong>di</strong>otelevisivo <strong>di</strong> <strong>Perugia</strong><br />
Presidente:<br />
Innocenzo Cruciani<br />
Coor<strong>di</strong>natori <strong>di</strong>dattici:<br />
Nunzio Bassi<br />
Dario Biocca<br />
Numero 5 - Anno XII<br />
Direttore responsabile:<br />
Antonio Socci<br />
Redazione degli allievi della <strong>Scuola</strong><br />
a cura <strong>di</strong> Sandro Petrollini<br />
Registrazione al Tribunale <strong>di</strong> <strong>Perugia</strong><br />
N. 7/93 del marzo 1993.<br />
Stampa: Tipografia Chiamigraf<br />
Segreteria: Villa Bonucci<br />
06077 Ponte Felcino (PG)<br />
Tel. 075/5911211<br />
Fax. 075/5911232<br />
e-mail: sgrtv@sgrtv.it<br />
http://www.sgrtv.it<br />
Spe<strong>di</strong>zione in a.p. art.2 comma 20/c<br />
legge 662/96 Filiale <strong>di</strong> <strong>Perugia</strong>
GIUGNO <strong>2005</strong> CRONACA ED EVENTI 3<br />
AGENTI DI POLIZIA PATTUGLIANO LE STRADE NEI PRESSI DEL PARCO DI S. GIULIANA A PERUGIA<br />
Il questore <strong>di</strong> <strong>Perugia</strong> De Felice: “Confidate in noi”. Si moltiplicano le iniziative per migliorare la sicurezza<br />
Polizia “vicina alla gente”<br />
Dati contrastanti in Umbria: il numero dei reati denunciati <strong>di</strong>minuisce, ma la criminalità non è in calo<br />
Parafrasando una celebre frase <strong>di</strong> J.F. Kennedy,<br />
il questore <strong>di</strong> <strong>Perugia</strong>, Arturo De Felice, esorta<br />
i citta<strong>di</strong>ni a non chiedersi soltanto ciò che<br />
la polizia può fare per loro, ma anche ciò che loro<br />
possono fare per la polizia.<br />
Secondo De Felice, la criminalità, soprattutto quella<br />
legata allo spaccio <strong>di</strong> droga e all’estorsione, si può<br />
sconfiggere solo con l’impegno da parte <strong>di</strong> tutti coloro<br />
che, vittime <strong>di</strong> episo<strong>di</strong> criminosi, decidono <strong>di</strong> denunciare<br />
i responsabili.<br />
L’esortazione è stata suggerita dai dati negativi registrati<br />
nel corso degli ultimi mesi del 2004 e i primi<br />
del <strong>2005</strong>. Nella sola provincia <strong>di</strong> Terni<br />
i reati denunciati sono stati circa 900<br />
in meno dello stesso periodo dell’anno<br />
precedente, passando da 3420 a 2517.<br />
Dati che non possono essere attribuiti alla<br />
<strong>di</strong>minuzione dei crimini commessi che<br />
in alcuni casi, anzi, risultano in aumento,<br />
ma alla paura <strong>di</strong> denunciare. È cresciuto,<br />
poi, il numero <strong>di</strong> persone arrestate<br />
per gli stessi reati. Sono illeciti legati,<br />
soprattutto, allo spaccio <strong>di</strong> droga e allo<br />
sfruttamento della prostituzione. In molti<br />
casi, i traffici sono nelle mani <strong>di</strong> extracomunitari<br />
che hanno creato delle vere e proprie organizzazioni<br />
criminali.<br />
A farne le spese sono spesso i più giovani. Un’indagine<br />
svolta a livello nazionale, ha messo in luce che<br />
il consumo <strong>di</strong> droga è aumentato soprattutto tra i<br />
bambini. Senza allarmismi, si è registrata un’impennata<br />
del consumo <strong>di</strong> droghe leggere tra i più piccoli.<br />
Alcuni ad<strong>di</strong>rittura fumano il primo spinello già a 11<br />
Denunce<br />
Arresti<br />
LA POLIZIA IN CIFRE<br />
LE PROVINCIE A CONFRONTO<br />
(2004)<br />
Attività <strong>Perugia</strong> Terni<br />
Sequestro <strong>di</strong><br />
droga<br />
Pattuglie<br />
impiegate<br />
Violazioni del<br />
co<strong>di</strong>ce della<br />
strada<br />
Patenti <strong>di</strong> guida<br />
sospese<br />
o revocate<br />
Clandestini<br />
espulsi<br />
1107<br />
418<br />
16 kg<br />
11.489<br />
34.725<br />
1.225<br />
496<br />
1532<br />
263<br />
----<br />
8.000<br />
15.551<br />
418<br />
---<br />
anni. Se si pensa che nel 2004 sono stati sequestrati<br />
nella provincia <strong>di</strong> <strong>Perugia</strong> oltre se<strong>di</strong>ci chilogrammi <strong>di</strong><br />
sostanze stupefacenti, si capisce perchè il fenomeno<br />
metta in guar<strong>di</strong>a le forze <strong>di</strong> polizia.<br />
Secondo fonti <strong>di</strong> stampa, poi, <strong>Perugia</strong> risulta al<br />
quarto posto in Italia per numero <strong>di</strong> morti per overdose.<br />
Un dato che preoccupa visto che il capoluogo<br />
umbro con circa 160 mila abitanti, segue <strong>di</strong> poco città<br />
come Milano e Roma che contano una popolazione<br />
che si aggira sui due milioni per il capoluogo lombardo<br />
e circa il doppio per la capitale.<br />
Questi elementi, hanno spinto il questore a rivede-<br />
re le politiche <strong>di</strong> contrasto alla criminalità che nuoce<br />
all’immagine <strong>di</strong> una regione che ha la fortuna <strong>di</strong><br />
non essere interessata da fenomeni <strong>di</strong> criminalità organizzata<br />
<strong>di</strong> stampo mafioso, ma che vede nell’aumento<br />
dell’immigrazione clandestina un pericolo per<br />
la sicurezza.<br />
Nel corso delle celebrazioni per il 153° anniversario<br />
della nascita della Polizia <strong>di</strong> Stato, è stata promossa<br />
una nuova iniziativa per avvicinare la citta<strong>di</strong>nanza<br />
«Un bilancio<br />
sod<strong>di</strong>sfacente per una regione<br />
che non presenta i rischi <strong>di</strong><br />
tante altre». Esprime sod<strong>di</strong>sfazione il<br />
generale della Guar<strong>di</strong>a <strong>di</strong> finanza Raffaele D’Angiolella<br />
per l’operato che i suoi uomini hanno svolto nell’anno<br />
trascorso. Nel 2004 in Umbria sono stati scoperti<br />
78 evasori tra totali e paratotali. Sono state effettuate<br />
1026 ispezioni contabili <strong>di</strong> cui 45 verifiche<br />
generali, ovvero controlli sull’applicazione <strong>di</strong> tutte le<br />
norme tributarie che riguardano la gestione <strong>di</strong> un’impresa.<br />
Nel corso dei controlli sono emerse sottrazioni<br />
per le sole imposte <strong>di</strong>rette <strong>di</strong> oltre 103 milioni <strong>di</strong><br />
euro, l’evasione all’Iva per circa 48 milioni e ritenute<br />
Irpef non operate e non versate per 1 milione.<br />
Sono 46 le persone denunciate all’autorità giu<strong>di</strong>ziaria<br />
per violazioni tributarie costituenti reato. In<br />
prevalenza si tratta <strong>di</strong> emissioni <strong>di</strong> fatture false, casi<br />
<strong>di</strong> <strong>di</strong>chiarazioni fraudolenta, occultazione e <strong>di</strong>struzione<br />
<strong>di</strong> documenti contabili. «Di solito -afferma<br />
il generale- l’impren<strong>di</strong>tore umbro che evade, ritiene<br />
che non pagare le tasse sia un metodo come un<br />
altro per ridurre i costi».<br />
Nell’ambito della lotta al lavoro nero, l’azione com-<br />
LE CELEBRAZIONI DEL 153° ANNIVERSARIO DELLA NASCITA DELLA POLIZIA DI STATO<br />
e le forze dell’or<strong>di</strong>ne: “Il poliziotto, un amico in più”.<br />
In accordo con la legge che ha portato alla nascita dei<br />
poliziotti <strong>di</strong> quartiere, si sta tentando <strong>di</strong> rompere le<br />
barriere che, troppo spesso, secondo il questore <strong>di</strong> Terni,<br />
Luigi Savina, separano gli uomini in <strong>di</strong>visa dai citta<strong>di</strong>ni.<br />
In molti sembrano apprezzare le iniziative volte<br />
a migliorarela sicurezza nelle città umbre. Il 113 è<br />
riuscito a gestire, nel 2004, 122 mila chiamate, che<br />
hanno consentito <strong>di</strong> risolvere numerosi problemi legati<br />
sia alla criminalità sia, ad esempio, al soccorso<br />
stradale. Tuttavia è ancora troppo <strong>di</strong>ffusa la paura, da<br />
parte delle vittime <strong>di</strong> abusi, <strong>di</strong> essere coinvolti in episo<strong>di</strong><br />
<strong>di</strong> vendetta, soprattutto se si parla <strong>di</strong><br />
reati legati allo sfruttamento della prostituzione,<br />
piaga che sempre più spesso colpisce<br />
i centri principali della regione e che,<br />
a detta <strong>di</strong> alcuni, crea molti problemi legati<br />
al decoro <strong>di</strong> alcune vie, soprattutto, ma<br />
non solo, nelle ore notturne.<br />
Secondo il questore, il primo passo per<br />
sconfiggere la criminalità è confidare nelledelle<br />
forze dell’or<strong>di</strong>ne e negli agenti che<br />
in più <strong>di</strong> un’occasione hanno <strong>di</strong>mostrato<br />
grande professionalità, anche a costo della<br />
vita. È il caso <strong>di</strong> Giovanni Bianchi, morto in servizio,<br />
al quale il presidente Ciampi ha conferito la<br />
medaglia al valor civile. Questo servitore della patria<br />
- ha <strong>di</strong>chiarato il<strong>di</strong>rigente generale Alessandro Felsini<br />
consegnando il riconoscimento al padre della vittima<br />
- è uno dei più chiari esempi <strong>di</strong> come realmente<br />
i poliziotti possano essere “degli amici in più” e<br />
quin<strong>di</strong> “amici della gente”.<br />
CLAUDIA BELLIENI<br />
plessiva dei reparti delle fiamme gialle ha permesso <strong>di</strong><br />
in<strong>di</strong>viduare 188 lavoratori irregolari e 180000 euro<br />
in contributi non versati.<br />
La droga rimane l’altro grande problema umbro.<br />
«Un fenomeno che presenta una crescita preoccupante<br />
-ci racconta il generale D’Angiolella- dovuto sicuramente<br />
al benessere economico, ma in gran parte inspiegabile<br />
non essendoci un malessere sociale <strong>di</strong>ffu-<br />
LA STORIA<br />
Coppia <strong>di</strong> sfruttatori inconsapevoli<br />
Attenzione! Il pericolo<br />
può nascondersi in casa<br />
Anna e Marco (i nomi sono <strong>di</strong> fantasia) sono una<br />
coppia <strong>di</strong> mezza età. Un giorno come tanti ricevono<br />
una lettera che agita la loro tranquilla esistenza. Porta<br />
il timbro del tribunale e la firma <strong>di</strong> un giu<strong>di</strong>ce. Da<br />
onesti <strong>di</strong>pendenti pubblici, i due si trovano indagati<br />
per favoreggiamento nello sfruttamento della prostituzione.<br />
Non impiegano molto tempo a capire la ragione<br />
dell’accusa.<br />
Alcuni anni fa i due avevano acquistato un appartamento<br />
per il figlio che si accingeva a frequentare<br />
l’università. La scelta del ragazzo <strong>di</strong> andare a stu<strong>di</strong>are<br />
fuori regione li aveva spinti ad affittare il bilocale<br />
ad un giovane impren<strong>di</strong>tore. Tanta fiducia e un contratto<br />
<strong>di</strong> tre anni, hanno fatto il resto. Quel giovane,<br />
tanto per bene, decide <strong>di</strong> subaffittare l’appartamento<br />
ad una ragazza che non è proprio quella che si può<br />
definire della “porta accanto”. Da qui l’inconsapevole<br />
reato <strong>di</strong> favoreggiamento. Prima il danno, poi<br />
la beffa. Dopo aver <strong>di</strong>mostrato la propria estraneità<br />
al reato contestato, l’or<strong>di</strong>nanza <strong>di</strong> sfratto esecutivo firmata<br />
dal giu<strong>di</strong>ce sembra non bastare per allontanare<br />
quella scomoda inquilina dai locali <strong>di</strong> loro proprietà.<br />
Solo dopo mesi <strong>di</strong> ricorsi, la giovane viene costretta<br />
a cambiare <strong>di</strong>mora, ma il ragazzo è tutelato da un<br />
contratto che scadrà alla fine del <strong>2005</strong>.<br />
La coppia è ancora alle prese con la burocrazia e non<br />
si vede la fine <strong>di</strong> questa storia che ormai va avanti da<br />
mesi.<br />
Come si procede in casi come quelli <strong>di</strong> Anna e Marco?<br />
Ve<strong>di</strong>amo <strong>di</strong> capirlo con l’aiuto <strong>di</strong> un noto avvocato<br />
<strong>di</strong> <strong>Perugia</strong>.<br />
«La legge che istituisce il reato <strong>di</strong> favoreggiamento<br />
nello sfruttamento della prostituzione è la n.75/1958,<br />
nota col nome <strong>di</strong> Legge Merlin.<br />
Purtroppo casi come questi sono frequenti. La norma<br />
citata tutela in parte le persone coinvolte in episo<strong>di</strong><br />
analoghi. Prima <strong>di</strong> tutto si fa una <strong>di</strong>stinzione tra<br />
due ipotesi <strong>di</strong> reato: la semplice agevolazione e il concorso.<br />
Faccio un esempio. Se Anna e Marco avessero<br />
conosciuto le reali intenzioni del ragazzo che ha subaffittato<br />
l’appartamento alla giovane prostituta, il<br />
reato avrebbe avuto una componente soggettiva,<br />
quin<strong>di</strong> la colpa della coppia sarebbe stata più grave.<br />
Se invece si riesce a <strong>di</strong>mostrare che il titolare del contratto<br />
<strong>di</strong> locazione ha agito senza che i proprietari fossero<br />
al corrente della situazione, allora si parla <strong>di</strong><br />
componente oggettiva, da qui la sola imputazione <strong>di</strong><br />
agevolazione, ma non <strong>di</strong> concorso. Ovviamente tutto<br />
ciò che si è detto finora deve essere supportato da<br />
testimonianze cre<strong>di</strong>bili in sede processuale. Si capisce<br />
quin<strong>di</strong> come, al <strong>di</strong> là dell’esito del processo che<br />
può concludersi tanto con una condanna, quanto<br />
con un’assoluzione, i costi psicologici <strong>di</strong> un processo<br />
sono <strong>di</strong>fficili da superare»<br />
C. B.<br />
Il bilancio della Guar<strong>di</strong>a <strong>di</strong> Finanza per il 2004. Allarme droga. Controllo del territorio e monitoraggio continuo<br />
Lotta all’evasione: scoperti in 78<br />
IL GENERALE COMANDANTE D’ANGIOLELLA NEL SUO STUDIO<br />
so; alcuni hanno suggerito l’ipotesi che l’Umbria sia<br />
un mercato conveniente e relativamente sicuro». Di<br />
consolante c’è il fatto che la realtà umbra è interessata<br />
dal fenomeno degli stupefacenti solo come mercato<br />
<strong>di</strong> consumo e non <strong>di</strong> produzione. Le fiamme<br />
gialle hanno collaborato e condotto indagini autonomamente;<br />
hanno effettuato un certo numero <strong>di</strong> sequestri<br />
e controlli estesi sul territorio.<br />
Guardando ai numeri in maniera complessiva, le<br />
statistiche della regione si pongono al <strong>di</strong> sotto della<br />
me<strong>di</strong>a nazionale. Anche i dati del primo semestre del<br />
<strong>2005</strong>, che il generale D’Angiolella anticipa, non presentano<br />
<strong>di</strong>fferenze <strong>di</strong> nota da quelli del 2004.<br />
«Paragonata a regioni turbolente come la Lombar<strong>di</strong>a<br />
e la Campania, si può <strong>di</strong>re che l’Umbria presenti<br />
un certo grado <strong>di</strong> tranquillità e stabilità». Il generale<br />
esclude che le gran<strong>di</strong> organizzazioni criminali<br />
si siano infiltrate nel tessuto sociale. Mentre è probabile<br />
che la regione costituisca una forte attrazione<br />
per l’investimento dei capitali accumulati dalle<br />
mafie, ma, come ci assicura il comandante, il livello<br />
<strong>di</strong> guar<strong>di</strong>a è alto.<br />
D. M.
4<br />
IN PRIMO PIANO<br />
A <strong>Perugia</strong> opera l’associazione LiberaMente, dal 2001 in sostegno dei portatori <strong>di</strong> han<strong>di</strong>cap<br />
«Non chiamateci invali<strong>di</strong>»<br />
Gli operatori: le nostre leggi sono avanzate, ma serve un cambiamento <strong>di</strong> mentalità<br />
Le barriere architettoniche sono uno dei principali<br />
problemi che un <strong>di</strong>sabile deve affrontare<br />
nella vita quoti<strong>di</strong>ana. In Umbria poi, il<br />
problema è particolarmente sentito a causa della<br />
struttura dei centri storici. Ne abbiamo parlato con<br />
Emanuele Costantini, presidente dell’associazione<br />
senza scopo <strong>di</strong> lucro LiberaMente.<br />
«La barriera veramente insormontabile - ci spiega<br />
- è nella testa della gente. Noi abbiamo una legislazione<br />
molto avanzata,<br />
ma spesso nel nostro Paese<br />
le leggi non vengono applicate».<br />
<strong>Perugia</strong> può essere<br />
un esempio illuminante.<br />
Le strutture per i <strong>di</strong>sabili<br />
esistono, ma manca<br />
un’autentica cultura del rispetto:<br />
per uno dei soci<br />
uno dei punti dolenti è<br />
In Umbria<br />
i parcheggi<br />
riservati<br />
ai <strong>di</strong>sabili<br />
sono spesso<br />
occupati<br />
trovare parcheggio. Le aree riservate ci sono - <strong>di</strong>ce<br />
- ma spesso sono utilizzate da chi non dovrebbe.<br />
C’è però chi si occupa dei problemi dei <strong>di</strong>sabili,<br />
o meglio dei <strong>di</strong>versamente abili, tutti i giorni. Liberamente<br />
è nata nel 2001, conta oggi 15 soci e fa<br />
parte del Cesvol (Centro <strong>di</strong> Servizi per il Volontariato).<br />
Lo scopo - come racconta Costantini - «è tenere<br />
accesa, o accendere se necessario, l’attenzione<br />
sulle <strong>di</strong>sabilità». Tra le attività, sono state organizzate<br />
proiezioni nelle scuole <strong>di</strong> film sui <strong>di</strong>sabili, accompagnate<br />
da <strong>di</strong>battiti e dal coinvolgimento dei<br />
ragazzi. Il successo è stato grande. E poi un concerto<br />
con i “ladri <strong>di</strong> carrozzelle”, gruppo composto da<br />
ragazzi in se<strong>di</strong>a a rotelle, e un cortometraggio (“Il<br />
lupo”), realizzato insieme agli alunni <strong>di</strong> Marsciano,<br />
in cui i ragazzi portatori <strong>di</strong> han<strong>di</strong>cap hanno partecipato<br />
a tutte le fasi della realizzazione, dal soggetto<br />
al montaggio.<br />
«Noi - spiega Costantini - preferiamo utilizzare<br />
il termine <strong>di</strong>versamente abile o <strong>di</strong>versabile per non<br />
marchiare gli invali<strong>di</strong>. Vogliamo infatti partire dalle<br />
loro potenzialità e spiegare alla gente che queste<br />
persone sono in grado <strong>di</strong> fare tanto».<br />
Ma uno dei punti dolenti è lo spazio che questo<br />
tema occupa sui me<strong>di</strong>a. Per Costantini giornali e te-<br />
fu quando mi sentii chiamare<br />
in questa maniera mai sentita prima<br />
«Diversabile:<br />
che la mia vita cambiò completamente.<br />
Fino ad allora mi sentivo come un soprammobile da<br />
spolverare ogni tanto. Quella parola mi fece capire che<br />
la mia vita non era finita; che potevo dare ancora molto,<br />
solo in modo <strong>di</strong>verso da prima». Aurora parla lentamente,<br />
scandendo le parole. Parla anche dell’incidente<br />
che nel ‘93 la costrinse su una se<strong>di</strong>a a rotelle.<br />
«Nella vita avevo realizzato tutti i miei sogni: l’amore,<br />
i figli, un buon lavoro. In un attimo persi tutto<br />
questo. Il destino aveva deciso che <strong>di</strong>venissi invalida<br />
professionista».<br />
Nell’ 86 aveva preso l’abilitazione come guida turistica.<br />
Conoscendo bene il tedesco, si era specializzata<br />
nelle visite in Umbria <strong>di</strong> studenti dalla Germania.<br />
Sempre in giro per le città ed i monumenti della regione,<br />
in cui ogni sasso - sostiene - ha qualcosa da raccontare.<br />
Una vera e propria passione, che non si è<br />
spenta neppure quando il destino l’ha resa mezza cieca<br />
e praticamente immobile su un letto d’ospedale.<br />
«Andai in Germania, dove si trovano le cliniche migliori<br />
al mondo per trattare i traumi neurologici. Potevo<br />
appena muovere una mano; cercare <strong>di</strong> far muovere<br />
l’altra era uno sforzo tremendo, che mi faceva sudare.<br />
Dovevo intrecciare un cesto, ma non ce la facevo.<br />
Per i me<strong>di</strong>ci era tutta colpa mia, perché non mi<br />
impegnavo abbastanza. In quei momenti mi sembravano<br />
tanti poliziotti delle SS».<br />
Poi alcuni amici tedeschi le regalarono un libro <strong>di</strong><br />
un mistico zen in traduzione italiana. Conteneva<br />
una serie <strong>di</strong> tecniche per il rilassamento: funzionò.<br />
Facendo tutto da sola, ottenne in breve tempo più<br />
risultati che in settimane <strong>di</strong> cure. «Finii il cesto in<br />
levisioni ignorano quasi totalmente il problema. Gli<br />
unici ad occuparsene sono le pubblicazioni <strong>di</strong> settore,<br />
che si rivolgono alle famiglie o agli addetti ai lavori.<br />
Secondo Laura Santi, responsabile dell’Ufficio<br />
comunicazione del Cesvol, bisogna <strong>di</strong>stinguere tra<br />
marginalità in generale e <strong>di</strong>sabilità in senso stretto.<br />
«Nel primo caso i problemi legati all’immigrazione<br />
e all’invecchiamento della popolazione hanno una<br />
rilevanza sempre maggiore sui mezzi <strong>di</strong> comunicazione.<br />
Ciò a causa<br />
dei cambiamenti<br />
in atto<br />
nella società. I<br />
temi legati alla<br />
<strong>di</strong>sabilità in senso<br />
stretto invece<br />
hanno un rilievo<br />
minore; in particolare<br />
sui giornali<br />
- prosegue<br />
Santi - trovano<br />
spazio solo commoventi<br />
episo<strong>di</strong><br />
<strong>di</strong> cronaca o<br />
scandali, mentre<br />
sono escluse le<br />
due ore», <strong>di</strong>ce con sod<strong>di</strong>sfazione.<br />
Abbandonò definitivamente la strada della riabilitazione<br />
guidata. Riuscì così a fare piccoli progressi,<br />
che messi insieme le permisero <strong>di</strong> alzarsi dalla se<strong>di</strong>a<br />
a rotelle. Ora infatti è in grado <strong>di</strong> muoversi da sola,<br />
anche se lentamente.<br />
E pure la vista è<br />
decisamente migliorata.<br />
Comunque Aurora<br />
non si fermò<br />
qui. Ormai aveva<br />
capito che «essere<br />
<strong>di</strong>sabili non vuole<br />
<strong>di</strong>re non poter più<br />
fare le cose che facevi<br />
prima; significa<br />
saperne fare <strong>di</strong><br />
nuove».<br />
Imparò la pittura<br />
spirituale, cioè a riprodurre<br />
i pensieri<br />
e i sentimenti su<br />
stoffe, seta, magliette.<br />
Oppure l’espressione<br />
emozionale,<br />
che è un metodo<br />
per spiegare ai ciechi<br />
una realtà visibile,<br />
come un quadro<br />
per esempio. Fu<br />
così che per un periodo<br />
poté riprendere<br />
il suo vecchio<br />
problematiche <strong>di</strong> fondo come l’emarginazione e<br />
l’integrazione delle persone <strong>di</strong>sabili».<br />
Ma qual è la forma <strong>di</strong> invali<strong>di</strong>tà più <strong>di</strong>fficile da<br />
superare? «Da un punto <strong>di</strong> vista sociale, chi ha a che<br />
fare con persone affette da <strong>di</strong>sturbi psichici ha grossi<br />
problemi a relazionarsi con loro; lo stesso non accade<br />
nei casi <strong>di</strong> invali<strong>di</strong>tà fisica».<br />
Ne sa qualcosa Angelo, operatore alla riabilitazione<br />
psicosociale. «L’han<strong>di</strong>cap psichico richiede un<br />
<strong>di</strong>verso approccio. È ne-<br />
L’han<strong>di</strong>cap<br />
psichico<br />
conta sulle<br />
strutture<br />
meno<br />
adeguate<br />
cessario conquistare la loro<br />
fiducia. Le strutture<br />
poi sono più carenti rispetto<br />
agli han<strong>di</strong>cap motori».<br />
Il suo lavoro - <strong>di</strong>ce<br />
- non è retribuito in maniera<br />
esaltante ma dà comunque<br />
grosse sod<strong>di</strong>sfazioni.<br />
Secondo Angelo la<br />
tendenza ad emarginare i <strong>di</strong>versabili ancora esiste<br />
ma fortunatamente sta <strong>di</strong>minuendo.<br />
Anche le istituzioni si stanno interessando sempre<br />
più ai loro <strong>di</strong>ritti. Il parlamento ha per esempio<br />
approvato importanti leggi sull’abbattimento delle<br />
barriere nell’e<strong>di</strong>lizia privata. L’ultima iniziativa<br />
del comune <strong>di</strong> <strong>Perugia</strong> è stata la pubblicazione <strong>di</strong><br />
PerugiAccessibile,<br />
una guida turistica<br />
fatta appositamente<br />
per <strong>di</strong>sabili, con informazioni<br />
<strong>di</strong> carattere<br />
pratico come<br />
quelle su trasporti,<br />
servizi per la mobilità,<br />
parcheggi, servizi<br />
igienici pubblici.<br />
L’attenzione per i<br />
<strong>di</strong>ritti dei <strong>di</strong>sabili in<br />
fondo può essere<br />
anche un modo per<br />
rilanciare il turismo.<br />
GIUSEPPE DI MARCO<br />
CARLO MANCA<br />
mestiere <strong>di</strong> guida nei musei. Usando non più le gambe,<br />
ma solo le parole. Raccontare com’è fatto un <strong>di</strong>pinto<br />
a chi non ha gli occhi per vederlo, può sembrare<br />
impossibile, ma non è così: «Adesso capisco l’arte<br />
meglio <strong>di</strong> prima; in anni e anni <strong>di</strong> lavoro, avevo visto<br />
e rivisto ogni<br />
opera d’arte presente<br />
in Umbria. Eppureimprovvisamente<br />
era come vederle<br />
per la prima<br />
volta».<br />
Il senso <strong>di</strong> tutto il<br />
<strong>di</strong>scorso <strong>di</strong> Aurora è<br />
che l’invali<strong>di</strong>tà fisica<br />
ti cambia la vita e<br />
ti dà enormi problemi<br />
pratici, ma quello<br />
più <strong>di</strong>fficile da<br />
superare è il pregiu<strong>di</strong>zio<br />
degli altri.<br />
«Parole come <strong>di</strong>sabilità,<br />
invali<strong>di</strong>tà,<br />
han<strong>di</strong>cap, equivalgono<br />
a un’ipoteca<br />
impossibile da riscattare.<br />
Ma è la società<br />
che ci ha inculcato<br />
un ideale <strong>di</strong><br />
velocità e perfezione<br />
che nella realtà non<br />
esiste. Ognuno <strong>di</strong><br />
noi, nessuno escluso,<br />
in certi momen-<br />
GIUGNO <strong>2005</strong><br />
Un continente<br />
insensibile<br />
e in<strong>di</strong>fferente<br />
Lo stato sociale è nato qui, ma a vedere come<br />
vivono i <strong>di</strong>sabili non si <strong>di</strong>rebbe. L’Europa è<br />
ancora in<strong>di</strong>etro nella tutela delle persone portatrici<br />
<strong>di</strong> han<strong>di</strong>cap. Da Lisbona a Berlino, passando<br />
per Bruxelles e Parigi l’in<strong>di</strong>fferenza nei confronti dei<br />
<strong>di</strong>versamente abili e l’inadeguatezza delle strutture a<br />
loro de<strong>di</strong>cate è palese. A Parigi a d esempio il 70%<br />
delle sale cinematografiche non è accessibile a chi è<br />
costretto a vivere su una se<strong>di</strong>a a rotelle. A Londra le<br />
carrozzine possono raggiungere 43 stazioni della<br />
metropolitana su 253 mentre in Belgio solo la metà<br />
delle stazioni ferroviarie sono attrezzate per i <strong>di</strong>sabili.<br />
In Gran Bretagna gli invali<strong>di</strong><br />
possono utilizzare la toilette<br />
solo nel 66% dei locali<br />
pubblici.<br />
E da noi? Un’indagine è<br />
stata condotta l’anno scorso<br />
a Roma, commissionata da<br />
Ileana Argentin, consigliere<br />
comunale rimasta paralizzata<br />
da una amiotrofia spinale.<br />
Il risultato fu che soltanto il<br />
20% degli e<strong>di</strong>fici pubblici della capitale era pienamente<br />
accessibile alle persone in se<strong>di</strong>a a rotelle, il<br />
60% era raggiungibile solo in alcune aree e il restante<br />
20% era off-limits.<br />
Esistono anche motivazioni <strong>di</strong> or<strong>di</strong>ne storico e<br />
artistico che complicano la vita ai <strong>di</strong>versamente abili<br />
a Roma (immaginate cosa vorrebbe <strong>di</strong>re rendere percorribile<br />
la scalinata <strong>di</strong> Trinità dei Monti per chi è in<br />
carrozzina), ma molti degli e<strong>di</strong>fici inaccessibili sono<br />
stati realizzati dopo il 1989 quando una legge stabilì<br />
che ogni e<strong>di</strong>ficio pubblico doveva essere fornito <strong>di</strong><br />
un accesso per i <strong>di</strong>sabili. Esistono anche degli esempi<br />
positivi, come la città <strong>di</strong> Ahrus in Danimarca in<br />
cui sia i mezzi <strong>di</strong> trasporto che gli e<strong>di</strong>fici sono realizzati<br />
pensando anche ai <strong>di</strong>versamente abili.<br />
Tuttavia il nostro continente rimane in ritardo<br />
nella tutela dei <strong>di</strong>ritti dei "<strong>di</strong>versabili", che sono<br />
oltre 50 milioni <strong>di</strong> persone. Un numero destinato ad<br />
aumentare assieme a quello degli anziani, dato che<br />
molte delle limitazioni alla mobilità sono legate<br />
all’età avanzata.<br />
G. D. M.<br />
La storia <strong>di</strong> Aurora Bussi, vittima <strong>di</strong> un incidente automobilistico che l’ha semiparalizzata. Ma con coraggio e ironia ha saputo rinascere<br />
«Così la mia esistenza è cambiata in un momento»<br />
«La vera invali<strong>di</strong>tà è negli occhi della gente. Essere <strong>di</strong>sabili non vuol <strong>di</strong>re saper fare <strong>di</strong> meno, ma riuscire a fare tante cose che non facevi prima»<br />
ti ha delle <strong>di</strong>sabilità, nel senso <strong>di</strong> mancanza <strong>di</strong> abilità,<br />
oppure ha dei bisogni particolari da sod<strong>di</strong>sfare.<br />
Pensiamo solo alle donne incinta. Tutti quando abbiamo<br />
le pile scariche siamo spenti. E poi non è detto<br />
che chi è lento non possa arrivare ugualmente là<br />
dove arrivano gli altri: le nonne <strong>di</strong> una volta sembravano<br />
così calme, ma facevano cose che gli uomini col<br />
cavolo riuscivano a fare». Il pregiu<strong>di</strong>zio, quin<strong>di</strong>.<br />
«Quello che ci permette <strong>di</strong> avere una legislazione tra<br />
le migliori al mondo sull’abbattimento delle barriere<br />
architettoniche, ma <strong>di</strong> trovare regolarmente una macchina<br />
parcheggiata <strong>di</strong> fronte a uno scivolo».<br />
E adesso? Come passa le sue giornate? A questa domanda,<br />
sorride e poi risponde con la solita ironia:<br />
«Ora sono ricca <strong>di</strong> ciò che tutti cercano e spesso non<br />
hanno. Ho un sacco <strong>di</strong> tempo libero». Tempo per <strong>di</strong>pingere,<br />
per esempio, o per stu<strong>di</strong>are. «Sono laureata<br />
in filosofia, perciò ho deciso <strong>di</strong> occuparmi <strong>di</strong> tutte le<br />
restanti sofìe, come la teosofia o l’antroposofia. Stu<strong>di</strong>o<br />
anche bioregionalismo, che ti insegna a rispettare<br />
l’ecologia profonda, l’armonia dei luoghi».<br />
Poi c’è l’impegno in una associazione che si occupa<br />
<strong>di</strong> aiutare chi è affetto da invali<strong>di</strong>tà. «Mi piacerebbe<br />
riprendere a fare la guida, ho anche tutte le carte<br />
in regola, però mi impe<strong>di</strong>scono <strong>di</strong> farlo». Ma non<br />
mancano ogni tanto delle sod<strong>di</strong>sfazioni. Come quando<br />
fu chiamata dall’Istituto Blaise Pascal per tenere<br />
dei corsi alle guide turistiche professioniste su come<br />
rapportarsi con i <strong>di</strong>sabili.<br />
Lo stesso luogo in cui, quattro anni fa, si sentì per<br />
la prima volta chiamare da un’amica con quella strana<br />
espressione, <strong>di</strong>versabile. Fu l’occasione per ricominciare<br />
a vedere la vita con occhi completamente<br />
nuovi, e Aurora non lo <strong>di</strong>mentica. C. M.
GIUGNO <strong>2005</strong> IN PRIMO PIANO 5<br />
Il Centro Internazionale per la Pace <strong>di</strong> Assisi: ventisette anni <strong>di</strong> attività con lo stesso entusiasmo<br />
Un millennio <strong>di</strong> sogni<br />
L’ultima missione tra i bambini <strong>di</strong> Gerusalemme. «Lì insegnamo la pacifica convivenza»<br />
Il curriculum è <strong>di</strong> tutto rispetto<br />
e il nome, “Centro<br />
Internazionale per la Pace fra i<br />
Popoli <strong>di</strong> Assisi”, importante. Già, il riferimento alla<br />
città <strong>di</strong> San Francesco spalanca sempre molte porte.<br />
Dalla Casa Bianca al Cremlino per la riconciliazione<br />
delle due superpotenze, fino al sogno dell’Europa<br />
unita sotto il muro <strong>di</strong> Berlino, crollato <strong>di</strong> fronte a<br />
una pianticella <strong>di</strong> ulivo umbro.<br />
L’impegno <strong>di</strong> Gianfranco<br />
Costa, presidente e anima del<br />
Centro Pace, continua ininterrotto<br />
dal 1978. Ventisette anni<br />
passati a <strong>di</strong>ffondere i valori<br />
della pace, della solidarietà, del<br />
<strong>di</strong>alogo nel mondo attraverso<br />
l’opera <strong>di</strong> convinti volontari.<br />
Tre<strong>di</strong>cimila<br />
bambini<br />
adottati<br />
a<br />
<strong>di</strong>stanza<br />
Persone come tante, ma che credono nei gran<strong>di</strong><br />
progetti, nei sogni, e li plasmano alle contingenze<br />
storiche arricchendole <strong>di</strong> concretezza. «Dovranno<br />
passare ancora molte generazioni - afferma<br />
Gianfranco Costa - per vedere i risultati del nostro<br />
lavoro».<br />
Così, durante la minaccia nucleare degli anni<br />
Ottanta, pensare che l’America e l’Unione<br />
Sovietica potessero stringersi la mano era un’utopia.<br />
Così nel decennio successivo, l’idea <strong>di</strong> costruire<br />
un grande governo mon<strong>di</strong>ale, proposto e <strong>di</strong>battuto<br />
più volte nella sede delle Nazioni Unite <strong>di</strong><br />
New York con interlocutori influenti, sembrava<br />
lontanissimo.<br />
Molti personaggi, da Madre Teresa <strong>di</strong> Calcutta a<br />
Ronald Reagan, da Michail Gorbaciov a Giovanni<br />
Paolo II, hanno dato un solido contributo morale.<br />
I loro nomi, insieme a quelli <strong>di</strong> molti altri leader<br />
mon<strong>di</strong>ali, sono stati insigniti del titolo <strong>di</strong><br />
“Cavalieri della Pace”, ideato da Gianfranco Costa<br />
perché il messaggio <strong>di</strong> pace parta da Assisi e arrivi<br />
in tutto il mondo, rimanendo vivo nel corso degli<br />
anni e delle generazioni.<br />
Così oggi. «Non può esserci pace nel mondo se<br />
non ci sarà pace a Gerusalemme», sostiene Costa:<br />
la missione del Centro Pace non avrà termine finché<br />
anche questo traguardo non sarà raggiunto. A<br />
partire dai più piccoli, da chi nasce, incolpevole,<br />
tra tanta violenza. Sono i bambini musulmani,<br />
arabi e cristiani che vivono a Baghdad e che, gra-<br />
La sede della Tavola della<br />
pace è un’ampia stanza al<br />
primo piano <strong>di</strong> un ex convento<br />
nel centro storico <strong>di</strong> <strong>Perugia</strong>,<br />
in via della Viola. Per raggiungerla<br />
bisogna percorrere un<br />
lungo corridoio, sul quale si affacciano le porte delle<br />
associazioni più varie, dalle Arci, all’Agesci, al Comitato<br />
Internazionale 8 Marzo. È il para<strong>di</strong>so dell’associazionismo<br />
umbro. La Tavola della pace non poteva<br />
trovare una sede più adeguata, avendo preso forma<br />
proprio dalla rete dell’attivismo associazionista, come<br />
tentativo <strong>di</strong> coor<strong>di</strong>nare e conciliare realtà <strong>di</strong>fferenti.<br />
Tentativo riuscito? Sì, almeno a giu<strong>di</strong>care dal numero<br />
delle associazioni che vi aderiscono. Sono centinaia,<br />
tra cui l’Acli, l’Agesci, i Francescani del Sacro Convento<br />
<strong>di</strong> Assisi, Legambiente, Cgil, Cisl, Pax Christi<br />
e Movimento Federalista Europeo. Non male, se si<br />
pensa che la Tavola ha soltanto <strong>di</strong>eci anni <strong>di</strong> vita.<br />
L’idea è venuta ai promotori della Marcia per la pace<br />
<strong>Perugia</strong>-Assisi, appuntamento che si ripete dal 24 settembre<br />
1961, quando Aldo Capitini, a quel tempo già<br />
fondatore del movimento nonviolento, la concepì per<br />
la prima volta.<br />
Quest’anno si terrà l’11 settembre, una scelta che<br />
non vuole essere soltanto un chiaro riferimento ai tragici<br />
attentati <strong>di</strong> New York, ma che ha come obiettivo<br />
- <strong>di</strong>cono gli organizzatori - la sensibilizzazione dell’opinione<br />
pubblica sul tema della riforma dell’Onu,<br />
in vista del vertice che si terrà a New York dal 14 al 16<br />
settembre e che vedrà riuniti i Capi <strong>di</strong> Stato <strong>di</strong> tutto<br />
il mondo. All’or<strong>di</strong>ne del giorno proprio la <strong>di</strong>scussione<br />
sulla riforma delle Nazioni Unite. Un tema senz’altro<br />
molto sentito dalla Tavola: non a caso uno degli<br />
slogan della manifestazione umbra <strong>di</strong> settembre sarà<br />
proprio “Salviamo l’Onu”. «Siamo molto preoccupati<br />
per il futuro <strong>di</strong> questa istituzione - <strong>di</strong>cono alla Ta-<br />
zie al Centro Pace, possono con<strong>di</strong>videre la stessa<br />
classe, capire il valore della pacifica convivenza. In<br />
cinque anni <strong>di</strong> missioni - non chiamateli viaggi! - a<br />
Gerusalemme, l’associazione ha adottato più <strong>di</strong> 200<br />
bambini.<br />
In 15 anni, sono 13 mila i piccoli che beneficiano<br />
del contributo assisano, un’iniziativa nata come logica<br />
conseguenza <strong>di</strong> un concreto impegno a favore<br />
della pace. I fon<strong>di</strong> arrivano in 18 Paesi e vengono<br />
affidati a persone conosciute, sopratttuto religiosi,<br />
che li impiegano secondo le necessità del luogo:<br />
cibo, istruzione, sussi<strong>di</strong> <strong>di</strong>dattici. «Il nostro contributo<br />
economico - chiarisce Costa - non viene mai<br />
consegnato <strong>di</strong>rettamente ai parenti dei bambini, ma<br />
a responsabili fidati che, ogni sei mesi, ci inviano<br />
una relazione dettagliata su come sono stati spesi i<br />
vola - perché l’umanità ha bisogno <strong>di</strong> un’organizzazione<br />
internazionale che sia in grado <strong>di</strong> <strong>di</strong>fendere i <strong>di</strong>ritti<br />
umani, mentre le Nazioni Unite sono sempre più<br />
marginalizzate ed escluse dai centri decisionali». E se<br />
fon<strong>di</strong>».<br />
A Gerusalemme, è la scuola che impegna più<br />
risorse, l’istruzione sui libri che vuole insegnare qualcosa<br />
<strong>di</strong> molto più profondo. «Educare insieme bambini<br />
che appartengono a tre religioni <strong>di</strong>verse è una<br />
missione molto importante - spiega don Peter<br />
Madros, responsabile del Centro Pace a Gerusalem<br />
me - perché sono il futuro e o<strong>di</strong>ano la guerra: speriamo<br />
che imparino dagli errori dei gran<strong>di</strong>».<br />
La fede nell’uomo è il grande<br />
motore che muove il Centro<br />
Pace, la fiducia in un mondo<br />
migliore con<strong>di</strong>visa dai 300<br />
soci, da 250 sostenitori - i “benemeriti”<br />
- <strong>di</strong> tutta Italia e realizzata<br />
concretamente dagli 11<br />
attuali membri del <strong>di</strong>rettivo.<br />
Dopo 27 anni e tante missioni, l’entusiasmo originario<br />
non si è affievolito: «Siamo ancora all’inizio<br />
<strong>di</strong> un lungo cammino - conclude il presidente del<br />
Centro Pace - fatto <strong>di</strong> enormi sod<strong>di</strong>sfazioni, ma<br />
anche <strong>di</strong> delusioni profonde. Le nostre forze sono<br />
spesso sproporzionate rispetto all’impegno che ci<br />
siamo prefissi, ma il sogno <strong>di</strong> realizzare il Millennio<br />
della Pace resta più forte <strong>di</strong> tutto». VALENTINA AISA<br />
Da 44 anni, migliaia <strong>di</strong> persone partecipano alla <strong>Perugia</strong>-Assisi. Quest’anno appuntamento all’11 settembre<br />
Tutti in marcia per salvare l’Onu<br />
Il tema della manifestazione sarà la riforma delle Nazioni Unite. Entusiasti i promotori, ma tira già aria <strong>di</strong> polemica<br />
Il coor<strong>di</strong>natore della Tavola<br />
della pace, Flavio Lotti, minimizza<br />
sulle polemiche che<br />
negli anni scorsi hanno investito<br />
la Marcia.<br />
«Le polemiche ci sono perchè<br />
<strong>di</strong>fen<strong>di</strong>amo la giustizia al <strong>di</strong> là<br />
<strong>di</strong> ragioni meramente ideali,<br />
ma ci battiamo per rimuovere gli ostacoli reali che<br />
si frappongono alla sua realizzazione».<br />
Eppure c’è chi pensa che la Marcia sia egemonizzata<br />
dalla sinistra...<br />
«Io non sono iscritto a nessun partito e la nostra<br />
organizzazione è del tutto in<strong>di</strong>pendente. Siamo<br />
aperti al <strong>di</strong>alogo con tutti. Inoltre voglio ricordare<br />
ai critici che abbiamo manifestato sia coi governi<br />
<strong>di</strong> centrodestra, sia con quelli <strong>di</strong> centrosinistra».<br />
Perchè questi attacchi, allora?<br />
«Voglio rispondere con la battuta <strong>di</strong> un vescovo<br />
brasiliano che <strong>di</strong>sse: “Ogni volta che aiuto i<br />
poveri mi <strong>di</strong>cono che sono bravo, ogni volta che<br />
lotto contro l’ingiustizia mi <strong>di</strong>cono che sono<br />
comunista”».<br />
A.B.<br />
LA POLEMICA<br />
Il<br />
presidente:<br />
«Siamo<br />
ancora<br />
all’inizio»<br />
A lato, lo staff del Centro Pace <strong>di</strong> Assisi<br />
con Madre Teresa <strong>di</strong> Calcutta nel 1994.<br />
Sotto, la Marcia della Pace <strong>Perugia</strong>-Assisi.<br />
il <strong>di</strong>battito sulla riforma dell’Onu appassiona il movimento,<br />
certamente non lo entusiasma il modo in<br />
cui la <strong>di</strong>scussione si è sviluppata. Tra le due proposte<br />
in campo - l’una, che mira ad estendere i membri del<br />
Il pacifista Il senatore<br />
Il senatore Udc, Maurizio<br />
Ronconi, conferma la posizione<br />
<strong>di</strong> aperta critica nei<br />
confronti dell’organizzazione<br />
della <strong>Perugia</strong>-Assisi:<br />
«I movimenti per la pace non<br />
possono essere inquadrati in<br />
un apparato permanente e con<br />
<strong>di</strong>rigenti che per professione fanno i pacifisti. La<br />
Marcia deve nascere da un sentimento spontaneo,<br />
altrimenti porta solo al partitismo».<br />
Il riferimento del senatore è alle ban<strong>di</strong>ere rosse e<br />
<strong>di</strong> Che Guevara che sventolano durante il tragitto<br />
della Marcia...<br />
«Anche i frati del Sacro Convento <strong>di</strong> San Francesco<br />
e la stessa Assisi sono strumentalizzati, non c’entrano<br />
nulla con lo spirito <strong>di</strong> Capitini. E questa confusione<br />
degenera in un manifesto politico».<br />
Quali suggerimenti per il futuro?<br />
«Sciogliere la Tavola della pace e lasciare tutto allo<br />
spontaneismo. Oppure creare un comitato che si<br />
occupi solo dell’organizzazione della marcia e a cui<br />
possano partecipare tutti».<br />
V.A.<br />
FLAVIO LOTTI MAURIZIO RONCONI<br />
PAROLA DI<br />
ALDO CAPITINI<br />
«I nostri ideali non<br />
derivano dai fatti, ma<br />
tendono ad essi, a<br />
mo<strong>di</strong>ficarli, a innalzarli<br />
e se questi non<br />
rispondono subito e si<br />
volgono ostilmente, la<br />
coscienza resta viva<br />
ad aver ragione, pur<br />
vedendo rinviate le<br />
scadenze credute<br />
prossime.<br />
Non c’è situazione<br />
avversa in cui non<br />
resti sempre qualche<br />
cosa da fare.<br />
L’essenza del nostro<br />
migliore agire è dare,<br />
senza sempre e subito<br />
chiedere».<br />
(Aldo Capitini,<br />
“Aggiunta religiosa all’opposizione”,<br />
Firenze, 1958).<br />
consiglio <strong>di</strong> sicurezza a<br />
nuovi Paesi (Brasile,<br />
Germania, Giappone,<br />
In<strong>di</strong>a) e l’altra, sostenuta<br />
dal governo italiano,<br />
che vorrebbe delle rappresentanze<br />
regionali - la Tavola si <strong>di</strong>ce più favorevole<br />
alla seconda, ma rimane convinta che il punto principale<br />
sia un altro. «La <strong>di</strong>atriba, in questi termini, rischia<br />
<strong>di</strong> essere improduttiva», <strong>di</strong>cono. «Occorre escludere<br />
il <strong>di</strong>ritto <strong>di</strong> veto» per costruire un’organizzazione<br />
che sia il più possibile democratica.<br />
Ma non tutti sono contenti dell’impronta che la Tavola<br />
ha impresso sulla Marcia per la pace. Dai tempi<br />
<strong>di</strong> Capitini, infatti, molto è cambiato e la manifestazione<br />
è sempre più spesso avvolta dalle polemiche. Il<br />
motivo? La politica, ovviamente. Perché la Tavola, <strong>di</strong>cono<br />
i critici, è troppo spostata a sinistra ed egemonizza<br />
l’iniziativa, lasciando poco spazio agli altri soggetti.<br />
Il Centro Internazionale per la Pace fra i Popoli<br />
<strong>di</strong> Assisi, ad esempio, non partecipa alla Marcia proprio<br />
per questo motivo. Il presidente Gianfranco Costa<br />
è molto critico: «Non siamo mai stati messi in con<strong>di</strong>zione<br />
<strong>di</strong> <strong>di</strong>scutere attorno a un tavolo. La Tavola per<br />
la pace nasce con un peccato originale». L’eccesiva politicizzazione,<br />
appunto. Troppe, a detta dei critici, le<br />
ban<strong>di</strong>ere rosse e le facce <strong>di</strong> Che Guevara che sventolano<br />
durante il corteo. Al punto che il comune <strong>di</strong> Assisi,<br />
guidato da una giunta <strong>di</strong> centrodestra, ha deciso<br />
negli ultimi anni <strong>di</strong> non aderire più alla Marcia. Ma<br />
la Tavola respinge le accuse <strong>di</strong> Costa: «Il Centro Internazionale<br />
per la Pace fra i Popoli ha partecipato più<br />
volte alle nostre iniziative e per loro la porta resta sempre<br />
aperta».<br />
Polemiche archiviate, o soltanto rinviate fino alla<br />
prossima Marcia?<br />
ANDREA BOVIO
IINNCCHHIIEESSTTAA<br />
Santuzza e Fede sembrano nate con l’ago e il filo<br />
in mano. Hanno <strong>di</strong>ta abilissime e occhi allenati<br />
a fissare millimetrici fori nel tulle. Mentre animano<br />
il tessuto <strong>di</strong> fiori e geometrie, tentano <strong>di</strong> or<strong>di</strong>nare<br />
i ricor<strong>di</strong> <strong>di</strong> una vita lunga 83 anni. Stessa età e<br />
passione per il ricamo, stesse origini. Sono nate e vissute<br />
a Panicale, un borgo me<strong>di</strong>oevale umbro sospeso<br />
in cima a una collina, tra due enormi vallate. Qui il<br />
tulle si fa arte millenaria. Con l’“ars panicalensis” hanno<br />
ricamato le loro due movimenatate esistenze.<br />
Santuzza, detta Tina, è <strong>di</strong> poche parole. Al pensiero dei<br />
momenti più tragici gli occhi le <strong>di</strong>ventano liqui<strong>di</strong> per<br />
la commozione. Ma le basta poco per tornare serena:<br />
una nipote che si affaccia sulla porta a salutarla, il calore<br />
della cucina con gli oggetti più<br />
cari. Tina esce raramente, per via<br />
delle gambe doloranti. Non si annoia<br />
però e non si sente sola. A farle<br />
compagnia i tre nipoti, il figlio e<br />
la nuora. Tutti nella stessa grande<br />
casa. «Benché adulti, i mi’ nipoti ‘n<br />
se separano da me. Io l’ho cresciuti»,<br />
<strong>di</strong>ce orgogliosa.<br />
Tina esita ad ammetterlo, ma è<br />
ancora una lavoratrice instancabile.<br />
Metà della sua vita l’ha passata a ricamare.<br />
Oggi continua a confezionare<br />
scialli, centrini, e per giunta i<br />
costumi per le feste del paese. Ha<br />
imparato il mestiere negli anni ‘60,<br />
dalla signora Carlotta, che all’epoca<br />
addestrava decine <strong>di</strong> ragazze. Per lei Carlotta è stata<br />
più <strong>di</strong> un’insegnante. Era la padrona della casa dove<br />
poteva vivere gratis in cambio delle pulizie; era<br />
un’amica, quasi una sorella. Tina a tre<strong>di</strong>ci anni è rimasta<br />
orfana <strong>di</strong> madre; a ventidue ha perso il padre del<br />
bimbo che aveva in grembo, a causa dell’ “ulciola” (ulcera)<br />
che gli è “crepata”dopo il ritorno dalla guerra. Ma<br />
prima che una ricamatrice, Tina è stata una conta<strong>di</strong>na.<br />
In campagna è <strong>di</strong>ventata donna in fretta. Andava<br />
nei campi, custo<strong>di</strong>va il bestiame e la casa. I conta<strong>di</strong>ni<br />
all’epoca sopravvivevano a fatica. Quelle giornate però<br />
le ricorda con nostalgia: «Sarà che la gente aveva voja<br />
de’ sta’ insieme». La trebbiatura, le torte pasquali,<br />
la carne arrostita durante la vendemmia, i falò accesi<br />
sull’aia, alla vigilia delle feste religiose. «Adè ognuno<br />
sta più per conto suo», sospira.<br />
Oggi per Tina non è <strong>di</strong>fficile incrociare i volti del<br />
passato. «In fondo qui te senti sempre a casa. Tutto è<br />
a portata <strong>di</strong> mano e c’è pace. Negli altri posti so’ stata<br />
sempre peggio». Qui la vecchiaia è come una seconda<br />
giovinezza.<br />
La pensa così anche la coetanea Fede. «Me piace tutto<br />
del mi’ paese: il panorama, l’aria pulita. Qua ‘n sento<br />
il peso degli anni, me sento viva, m’illudo d’esse giovane».<br />
Tempo fa, per motivi <strong>di</strong> salute, Fede si era trasferita<br />
nella casa del figlio, a <strong>Perugia</strong>. «Stavo ore alla finestra<br />
a fissà le auto che passavano». In città era un pe-<br />
Gli anziani in Umbria<br />
Sono 187.000 gli over 65, quasi 45.000<br />
gli over 80. La speranza <strong>di</strong> vita è superiore<br />
alla me<strong>di</strong>a italiana: 77 anni gli uomini,<br />
83 anni le donne. (Dati Istat)<br />
STORIA1/ Due ricamatrici over 80 raccontano la loro vita a Panicale<br />
“In paese c’è sempre pace<br />
e gli anni non pesano”<br />
Nella piccola comunità i legami sono sal<strong>di</strong> come certe tra<strong>di</strong>zioni<br />
Fede mostra i suoi lavori in tulle<br />
sce fuor d’acqua. Il figlio e sua moglie al lavoro, i nipoti<br />
a scuola. «La mattina era una guerra, a pranzo il<br />
terremoto. Dopo sparivano tutti». Ha resistito un mese,<br />
poi è tornata nella casa che dà sulla piazza.<br />
Vive da sola, in questo appartamento modesto, in<br />
un antico e<strong>di</strong>ficio che ora ospita americani e gente del<br />
Nord. È l’unica panicalese del palazzo, una delle poche<br />
rimaste in paese dopo il grande esodo del dopoguerra.<br />
Col centro storico colonizzato dagli stranieri,<br />
ora gli abitanti del posto si rivolgono a lei, per un consiglio<br />
o quattro chiacchiere. Fede qui è un’istituzione,<br />
conosce la storia e i segreti <strong>di</strong> ogni famiglia. Snocciola<br />
nomi e aneddoti con luci<strong>di</strong>tà. L’arte del narrare<br />
l’ha affinata insieme a quella del ricamo e del cucito,<br />
nella sartoria del marito Carlino. La sua bottega era un<br />
salotto aperto sulla piazza: tutti lo<br />
frequentavano. Così Fede ha imparato<br />
a stare tra la gente, ad archiviare<br />
racconti, a commentare stravaganze.<br />
«Amo stare in compagnia»,<br />
<strong>di</strong>ce. La piazza è stata sempre al<br />
centro della sua vita e lei ne è l’anima.<br />
Ci passa tutte le sere d’estate e<br />
se salta l’appuntamento, gli amici<br />
la raggiungono a casa. «Ci piace sedere<br />
in piazzetta - spiega sorridendo<br />
-, quando ci sfilano le persone<br />
davanti, semo come le pecore: salutamo<br />
tutti assieme con un cenno<br />
del capo». Ma ora il borgo si sta<br />
spopolando. «Una volta non mi bastavano<br />
le se<strong>di</strong>e per la gente che c’era. Qui se sonava<br />
e ballava». Le feste erano tante, un modo come un altro<br />
per resistere alla miseria, erano il collante della comunità.<br />
La Castagnata e la Festa dell’uva esistono ancora.<br />
«Tutto sommato qualcosa s’è conservato».<br />
Ma i cambiamenti non hanno intaccato l’ilarità <strong>di</strong><br />
Fede. Lei accoglie il tempo col sorriso. È serena e senza<br />
rimpianti. Tanti sacrifici, ma anche parecchie gratificazioni.<br />
Ricama da 70 anni ed ora è la regina dell’ars<br />
panicalensis. Con orgoglio mostra foto, riconoscimenti,<br />
centrini appesi alle pareti. I suoi lavori sono<br />
venduti perfino in America. «A casa mia è venuta persino<br />
la tv», racconta emozionata. «Devo tutto alla mi’<br />
insegnante. Me <strong>di</strong>ceva de ruba’ il mestiere cogli occhi<br />
e de mettece il core». Per un po’ ha tentato <strong>di</strong> insegnare<br />
il mestiere ai giovani, ma pochi erano <strong>di</strong>sposti<br />
a spendere tanto tempo per pochi sol<strong>di</strong>.<br />
I pasti, “la pennichella”, le uscite serali «per riposare<br />
gli occhi», tutta la vita <strong>di</strong> Fede ruota attorno al<br />
tulle. «Sto’ mestiere me dà sod<strong>di</strong>sfazione pure da vecchia,<br />
ei lega alla gente e alla terra che amo. ‘Nin porta<br />
se alla fine la pensione è scarsa». Dalla finestra aperta<br />
la luce entra prepotente, esalta il profilo morbido<br />
del volto. Fede si azzittisce, le rughe si <strong>di</strong>stendono.<br />
«Sapete che qui c’è chi ha passato il secolo? Che <strong>di</strong>te,<br />
sarà per l’aria bona che tira dal lago?». L’ennesima fragorosa<br />
risata. ELENA SCOTONI<br />
UN SUPERNONNO PER AMICO<br />
La mamma è sempre la mamma. Ma i nonni incalzano. Dinamici e pieni <strong>di</strong> vita,<br />
con ruoli rilevanti nelle famiglie <strong>di</strong> oggi. L’identikit del nonno italiano secondo<br />
un’indagine Eurispes-Telefono Azzurro non si <strong>di</strong>stacca molto dai nonni Libero<br />
e Felice della tv, con Lino Banfi e Gino Bramieri sempre pronti ad accu<strong>di</strong>re,<br />
educare, viziare e far ridere i propri nipoti. Con loro i supernonni <strong>di</strong> oggi sanno<br />
stringere rapporti soli<strong>di</strong>ssimi, spesso privi dei contrasti padre-figlio. Dati alla<br />
mano, il 92,7% dei nipoti si sente particolarmente amato dai nonni, l’80% si<br />
sente capito, il 76% fa tesoro delle loro conoscenze ed esperienze <strong>di</strong> vita. Più<br />
sani e meno austeri <strong>di</strong> un tempo i nonni <strong>di</strong> oggi, raggiunta la magra pensione,<br />
spendono volentieri le loro giornate a far le veci <strong>di</strong> padri e madri. Tra i nipoti intervistati,<br />
un 30% si <strong>di</strong>ce trattato con autorità, il 53% sostiene il contrario. Solo<br />
il 27% si confessa "proprio viziato", ma gli altri si allontanano su bici, motorini<br />
o auto regalate loro proprio dai nonni. Li prendono a scuola, li accompagnano<br />
a danza o calcio. Cucinano per loro pranzi succulenti, qualcuno ascolta<br />
i racconti delle prime cotte <strong>di</strong>spensando consigli preziosi, e dalle tasche dei pantaloni<br />
o dalle borsette esce sempre qualche sperato euro.<br />
LAURA TANGHERLINI<br />
Tra i banchi <strong>di</strong> scuola a sessant’anni<br />
L’Università della terza età è presente in tutta<br />
Italia, anche in 32 comuni dell’Umbria dove conta<br />
quasi 7 mila iscritti. 78 le se<strong>di</strong> nella provincia <strong>di</strong><br />
<strong>Perugia</strong>, 53 in quella <strong>di</strong> Terni.<br />
Remo, Nazareno, Giovanni, Giulio e Sergio nel circolo che si sono costruiti nella città francescana<br />
Un circolo autogestito alle porte <strong>di</strong> Assisi e tanta voglia <strong>di</strong> stare ins<br />
Qui si vive m<br />
Nei piccoli centri dell’Umbria, dove tutto è a portata <strong>di</strong> mano, la vecchia<br />
ce siete venute a fa’ qui? La spia?». A<br />
una certa età si è <strong>di</strong>ffidenti. Per espe-<br />
«Che<br />
rienza, quasi per natura. Poi subentra<br />
la curiosità che rende i nonni simili ai nipoti. Gli occhi<br />
azzurri guizzano tra le rughe, e le domande le<br />
fanno loro. Gli anziani del circolo <strong>di</strong> Assisi. Quattro<br />
ragazze, che insieme non hanno gli anni <strong>di</strong> uno solo<br />
dei soci, non si vedono tutti i giorni. Il tono inquisitorio<br />
si addolcisce, il rito delle partitella a tressette<br />
si interrompe e le chiacchiere tra le colline care<br />
a San Francesco scorrono veloci fino al tramonto.<br />
Alla fine saranno loro a chiederci <strong>di</strong> tornare.<br />
Remo attacca bottone per farsi perdonare la <strong>di</strong>ffidenza<br />
iniziale. Ci paragona alle nipoti: hanno tra<br />
i 15 e i 25 anni. «Valentina suona il pianoforte, gliel’ho<br />
comprato io. Non va mai a letto senza darmi la<br />
buonanotte». Gli occhi <strong>di</strong> nonno Remo si fanno più<br />
azzurri. Poi si oscurano alla nota dolente: le pensioni.<br />
In Umbria sono le più basse d’Italia: 15% in meno<br />
della me<strong>di</strong>a. Remo è “fortunato”: ha lavorato 11<br />
anni in Belgio «in miniera, un chilometro e mezzo<br />
sotto terra». Così prende un bel gruzzolo: 3 milioni<br />
al mese. La conta ancora in lire la pensione. I 40<br />
anni <strong>di</strong> lavoro in Italia invece valgono solo 500 euro.<br />
Con quelli il pianoforte a Valentina non ce lo<br />
comprava.<br />
Ma dove ha preso tanto coraggio? «Ma quale coraggio!<br />
S’andava a cercar lavoro per le ragazze. Mica<br />
lo volevano un conta<strong>di</strong>no!». La voce impertinente<br />
si presenta: «Tritone Nazareno, 89 anni. Onora-<br />
to!». Ruba la scena a Remo. «Tutta colpa delle donne!<br />
Quanti bicchier d’acqua mi sò dovuto bere per<br />
star solo con la fidanzata! C’era sempre qualcuno<br />
con noi, la madre, il fratello. L’unico modo per rimanere<br />
soli era chiedere l’acqua. Si stava sempre con<br />
l’orecchio teso. Allora era più bello conquistare le ragazze.<br />
Il tempo era rubato».<br />
Ma dove sono le “ragazze”? Qui <strong>di</strong> signore neanche<br />
l’ombra. Risponde la saggezza popolare. Sono<br />
a casa, a fare le faccende. Così la sera si trova la cena<br />
pronta. Chissà se questi dongiovanni si sono accorti<br />
che le mogli in cucina non ci vogliono stare<br />
più. Meglio i banchi delle 131 aule umbre dell’Università<br />
della Terza età: lì si stu<strong>di</strong>a l’inglese e si impara<br />
a usare Internet, come i nipotini.<br />
Qui non c’è traccia <strong>di</strong> tecnologia. Il circolo è un<br />
prefabbricato solido e spazioso, tutto foderato in legno<br />
e parquet. All’interno tavoli e se<strong>di</strong>e spaiati, dono<br />
<strong>di</strong> qualche albergatore, e un frigo riempito con<br />
le collette dei soci. Che a Natale spe<strong>di</strong>scono biglietti<br />
d’auguri a tutti, in paese. Come per <strong>di</strong>re, ricordatevi<br />
<strong>di</strong> noi. Fuori, il campo <strong>di</strong> bocce per i lunghi<br />
pomeriggi estivi. A destra una stra<strong>di</strong>cciola <strong>di</strong> campagna.<br />
A sinistra solo colline. Chissà se preferirebbero<br />
vivere in città. Sergio, gilet e occhiali da sole,<br />
partita a bocce lasciata a metà, <strong>di</strong> sicuro no. «Andare<br />
via? E ‘ndo vò? Qui si sta bene! C’è l’aria buona,<br />
il cibo. Prima vivevo al centro d’Assisi. Dal terremoto<br />
del ‘97 ci sò tornato solo due volte. Mica per paura.<br />
È che qui c’ho tutto sotto casa: farmacia, ferra-
Le pensioni in Umbria<br />
Secondo la Cgil sono inferiori del 15% rispetto<br />
alla me<strong>di</strong>a nazionale: solo 535 euro al mese.<br />
Le più basse quelle degli ex coltivatori <strong>di</strong>retti.<br />
Numerose le pensioni <strong>di</strong> invali<strong>di</strong>tà.<br />
La terzà età in Umbria si affronta bene. E non mancano le occasioni per un sorriso in più<br />
eme. Così caldo e solitu<strong>di</strong>ne si affrontano bene. Basta organizzarsi<br />
glio e <strong>di</strong> più<br />
ia non fa paura. La Regione aiuta ma le pensioni sono un po’ bassine<br />
menta, lo spazio per l’auto. E lascio la porta aperta<br />
come settant’anni fa».<br />
Se li ricordano , quegli anni. «Siamo tutti del ‘27.<br />
Grossa annata!». Ridono, si sgomitano. Ma il marinaio<br />
dalla faccia bruciata accanto a me guarda l’orologio<br />
e si alza: la moglie lo aspetta. «È storpia. Se<br />
posso stà qua è perché c’è la badante». Chissà quante<br />
sono le badanti che accu<strong>di</strong>scono i 14 mila anziani<br />
umbri non autosufficienti. Alcune <strong>di</strong> loro hanno<br />
seguito il corso sperimentale che la Asl <strong>di</strong> <strong>Perugia</strong> ha<br />
inaugurato ad aprile. Durante le lezioni serali, quelle<br />
signore venute da lontano (perchè badante è quasi<br />
sempre genere femminile, e <strong>di</strong> origine straniera),<br />
hanno imparato ad accu<strong>di</strong>re quei corpi stanchi e malati.<br />
E a tener sveglie menti spesso ancora molto lucide.<br />
Bastano quattro chiacchiere per scacciare via la<br />
solitu<strong>di</strong>ne.<br />
Parlare è vitale anche per chi non ha acciacchi. In<br />
Umbria basta scendere in piazza, affacciarsi al balcone.<br />
Attacar bottone con la <strong>di</strong>rimpettaia, spettegolare<br />
col fruttivendolo con la scusa della spesa: abitu<strong>di</strong>ni<br />
ra<strong>di</strong>cate negli anni, fiorite nei piccoli centri. Coi<br />
figli lontani, è il paese che si stringe attorno ai suoi<br />
anziani. Poi qui il vento spazza via la calura estiva:<br />
non c’è mai l’allarme afa, come a Roma, a Milano,<br />
in città. Lì il rischio per gli anziani è alto: a volte si<br />
muore <strong>di</strong> caldo. Letteralmente. E spesso <strong>di</strong> solitu<strong>di</strong>ne.<br />
Ma qui non c’è problema.<br />
«Si va a mangiare il pesce. A Fano, a Cannara. Poi<br />
ci sono le sagre». Nazareno classe 1916, si alza <strong>di</strong><br />
scatto. Un inchino, una vecchia melo<strong>di</strong>a e parte un<br />
giro <strong>di</strong> valzer. Poi il tango, come ai bei tempi, quelli<br />
delle orchestrine <strong>di</strong> liscio in piazza. Giulio è single<br />
(ai suoi tempi si <strong>di</strong>ceva zitello); per lui i bei tempi<br />
non sono mica “andati”. Sa ancora corteggiare,<br />
non ha perso l’allenamento: mostra la ferita che s’è<br />
fatto cadendo dalla moto. La spalla non lo fa dormire,<br />
ma la cicatrice racconta che “ha vissuto”. Parla <strong>di</strong><br />
Ferrari e, galantuomo, offre da bere “alle signore”.<br />
L’aperitivo esisteva già ‘anta anni fa: si chiamava “cicchetto”.<br />
Giulio svuota il frigo; se lo può permettere: è il tesoriere.<br />
E poi è abbastanza ricco <strong>di</strong> suo. «Io lavoravo<br />
la terra <strong>di</strong> questo qui», ricorda una voce sul portico.<br />
È rimasto in silenzio fin ad ora, Giovanni. Ma<br />
ci tiene a spiegare che qui sono tutti uguali, ex conta<strong>di</strong>ni<br />
ed ex padroni. «Lavoriamo tutti qui. Chi taglia<br />
l’erba, chi lava i bicchieri... E chi piglia le sbornie<br />
tutte le sere!» A ciascuno il suo.<br />
Niente orologio alle pareti, ci si regola col sole che<br />
colora <strong>di</strong> arancione le montagne, e questo scorcio <strong>di</strong><br />
vita in Umbria “a una certa età”. Per Remo, Nazareno,<br />
Giovanni, Giulio e Sergio il tempo dei racconti<br />
è finito. Ancora qualche secondo, un sorriso per<br />
la stampa, e poi a casa, la cena è pronta. Le mogli<br />
aspettano e i mariti, per un attimo, riprendono il piglio<br />
dei trent’anni. «Quant’è tar<strong>di</strong>, chi la sente la<br />
Maria!». Alla fine il vero sesso forte è sempre quello.<br />
Anche ad una certa età.<br />
ALESSIA MARI<br />
In Umbria badanti si <strong>di</strong>venta<br />
La badante è una figura sempre più presente.<br />
A <strong>Perugia</strong> si è appena concluso il primo corso<br />
per badanti organizzato dalla Asl. Tra le materie<br />
insegnate l’assistenza motoria e psicologica.<br />
provato a Villa Biribì? Se non lo trovi<br />
lì <strong>di</strong> sicuro è al bar». Rispondono<br />
«Hai<br />
tutti così quando si domanda dov’è<br />
Ennio, in arte Biribì. La villa che porta il suo nome<br />
è una roulotte parcheggiata da vent’anni sul ciglio<br />
<strong>di</strong> un incrocio panoramico e poco trafficato. Una<br />
strada porta verso il Subasio, un’altra lambisce le pen<strong>di</strong>ci<br />
della Rocca e scende a valle, un’altra ancora entra<br />
dritta dentro Assisi oltrepassando la soglia millenaria<br />
<strong>di</strong> Porta Perlici. Tre strade, i confini del mondo<br />
<strong>di</strong> Biribì. Un mondo in<br />
cui tutti indossano un soprannome<br />
quasi come fosse<br />
un titolo nobiliare.<br />
È vero, Ennio è al bar.<br />
Accanto a lui c’è il treppie<strong>di</strong><br />
che lo accompagna nelle<br />
brevi passeggiate quoti<strong>di</strong>ane.<br />
Lo ha abbellito con<br />
due rose <strong>di</strong> plastica color<br />
arancio, perché lui al decoro<br />
ci tiene. Ed è orgoglioso.<br />
Terribilmente orgoglioso.<br />
Guai a pagare per lui al<br />
bar. La cameriera ormai lo<br />
ha imparato e lancia occhiate<br />
per <strong>di</strong>ssuadere chi<br />
tenta in buona fede <strong>di</strong> offrirgli<br />
un aperitivo. Ha rifiutato<br />
una casa, una casa<br />
vera, figurarsi se non è in<br />
grado <strong>di</strong> rifiutare un aperitivo.<br />
Soprattutto non capisce<br />
perché tutta questa curiosità<br />
per uno che vuol vivere<br />
in roulotte. Racconta<br />
che all’indomani del terremoto<br />
che colpì Assisi nel<br />
1997 sentì bussare alla<br />
“villa” la troupe <strong>di</strong> un telegiornale<br />
nazionale. La<br />
giornalista, guardandolo<br />
con occhi pieni <strong>di</strong> commozione<br />
e credendolo uno<br />
sfollato, gli puntò il microfono contro chiedendo:<br />
«Da quante notti dorme in roulotte?», «Da cinquant’anni!»<br />
rispose lui, che verosimilmente era stato<br />
l’unico a non temere per quella calamità. Del resto<br />
non aveva niente da perdere.<br />
Eppure per un paio <strong>di</strong> anni la roulotte l’ha abbandonata<br />
credendo più consona una casa <strong>di</strong> riposo. Un<br />
fallimento. «All’ospizio si <strong>di</strong>venta scemi». Non sopportava<br />
<strong>di</strong> essere trattato come un bambino e poi<br />
«avevo delle coperte spagnole e una giacca <strong>di</strong> renna<br />
con le frange. Me le hanno buttate via perché sapevano<br />
<strong>di</strong> muffa». Un delitto. Tutti ad Assisi si ricordano<br />
<strong>di</strong> quando Biribì indossava la sua giacca da cow<br />
boy che faceva molto John Wayne. Avergliela butta-<br />
IINNCHHIIEESSTTAA<br />
STORIA 2/ Un passato avventuroso, poi una vita ai margini. Ora più che mai<br />
Biribì: «Meglio soli<br />
che male accompagnati»<br />
Ha lasciato l’ospizio per tornare in roulotte, la sua casa da 50 anni<br />
In alto Ennio detto Biribì, sotto la roulotte<br />
ta via, anche se con le migliori intenzioni, è stato come<br />
strappargli <strong>di</strong> dosso la sua identità. Un buona ragione<br />
per andar via da quel posto, sbattendo la porta.<br />
Biribì, neanche settant’anni, è praticamente solo,<br />
ha una sorella e un nipote <strong>di</strong> cui non si fida e una figlia<br />
che non vede da anni. Ma i suoi ricor<strong>di</strong> sono affollati<br />
<strong>di</strong> personaggi strampalati, felliniani. Nelle<br />
pause fra un <strong>di</strong>scorso e l’altro fa per accendersi una<br />
sigaretta. Impugna l’accen<strong>di</strong>no poi <strong>di</strong> colpo sopraggiunge<br />
un ricordo. E ricomincia<br />
a parlare.<br />
Da ragazzo lavorava con<br />
una zia in quello che lui<br />
chiama “circo”, in realtà si<br />
trattava del luna park dell’EUR,<br />
a Roma. Altri tempi,<br />
quando le montagne<br />
russe erano <strong>di</strong> legno e andava<br />
forte il “muro della<br />
morte”, l’esibizione spericolata<br />
dei motociclisti. Lui<br />
era uno <strong>di</strong> questi. Una volta<br />
gli scoppiò la gomma<br />
della ruota e ci rimise un<br />
occhio. Le lenti spesse e<br />
impietose degli occhiali ingigantiscono<br />
la menomazione.<br />
Di quel periodo Ennio<br />
si porta <strong>di</strong>etro un accento<br />
vagamente romanesco<br />
e due cicatrici. Una al<br />
braccio, il patto <strong>di</strong> sangue<br />
con una gitana, Franca,<br />
una specie <strong>di</strong> matrimonio.<br />
Un’altra circolare sul torace,<br />
quando Franca gli ha<br />
sparato accecata dalla gelosia.<br />
Un amore che ha lasciato<br />
il segno, letteralmente.<br />
Si tira su un lembo<br />
della camicia, la cicatrice<br />
c’è. «Lo giuro, non potessi<br />
fumarmi ‘sta sigaretta».<br />
E intanto la sigaretta è ancora là, fra le <strong>di</strong>ta consumate,<br />
che aspetta <strong>di</strong> essere accesa. Poi il racconto<br />
dei viaggi in Spagna, in Grecia, in mezza Europa,<br />
sempre con il circo, sempre in roulotte. Uno che ha<br />
saputo <strong>di</strong>re <strong>di</strong> no alla como<strong>di</strong>tà per essere libero non<br />
poteva finire i suoi giorni nel letto <strong>di</strong> in una casa <strong>di</strong><br />
riposo. «Lì si mangia tutti i giorni il riso in bianco.<br />
Io o<strong>di</strong>o il riso in bianco». La verità è che Ennio è un<br />
nomade e il posto dove morire vuol deciderlo lui.<br />
Questa volta la sigaretta la accende. Aspira una<br />
boccata profonda, poi insegue con lo sguardo i <strong>di</strong>segni<br />
che il fumo traccia nell’aria. Èora <strong>di</strong> rincasare<br />
a villa Biribì.<br />
FRANCESCA ROMANA ELISEI<br />
COI NIPOTI RISATE E POESIE<br />
Armando e Upina sono una coppia alla Vianello-Mondaini. Sopratutto però sono<br />
due nonni. Cinque nipoti, dai quattro ai ventitre anni. Lui, il romantico <strong>di</strong> casa,<br />
amante del ballo e della poesia in cui spesso si cimenta. Lei, un passato in<br />
filanda, preferisce le faccende domestiche, i mo<strong>di</strong> schietti e le risate . Non sono<br />
nonni da smancerie nè da “paghette facili”. Sono nonni sempre pronti al rimprovero,<br />
ma che in assenza dei loro ragazzi li <strong>di</strong>pingono come i migliori del mondo.<br />
Sono quei nonni da cui i nipoti più piccoli si precipitano dopo la scuola. Il<br />
motivo per cui la nipote che stu<strong>di</strong>a fuori torna nel weekend. Sua nonna l’ha cresciuta,<br />
allattandola con il biberon. «La più grande per anni mi ha chiamato<br />
mamma» racconta orgogliosa. Ora i loro momenti insieme sono fatti <strong>di</strong> gran<strong>di</strong><br />
risate, perchè Upina con il suo <strong>di</strong>aletto, le sue parole storpiate ed i suoi mo<strong>di</strong><br />
non può non suscitarle. O degli aggiornamenti sul “fidanzato”: ogni volta Armando<br />
e Upina sono i primi cui va presentato. Risate anche quando deride suo<br />
marito, che a suo <strong>di</strong>re si ri<strong>di</strong>colizza a voler fare l’artista. Ecco allora che Armando<br />
<strong>di</strong> nascosto fa leggere alla nipote le sue poesie. Ogni volta lei si commuove.<br />
E capisce che quei due nonni sono il suo più grande tesoro.<br />
L.T.
8<br />
L’arte figurativa ha sempre avuto molto spazio al<br />
Festival <strong>di</strong> Spoleto. Mentre gran<strong>di</strong> scenografi<br />
come Henry Moore realizzavano gli sfon<strong>di</strong> per<br />
l’opera, scultori del calibro <strong>di</strong> Arnaldo Pomodoro<br />
esponevano il loro lavoro nelle piazze, in mezzo alla<br />
gente. Molti <strong>di</strong> loro hanno lasciato il segno in una galleria<br />
particolare, quella dei manifesti che ogni estate<br />
annunciano il nuovo Festival. La serie storica degli autori<br />
è un lungo elenco <strong>di</strong> pesi massimi dell’arte novecentesca.<br />
Provengono dall’Europa e dall’America, come<br />
nello spirito del Festival.<br />
Nel 1964 il fotografo canadese Roloff Beny<br />
(1924-1984) interpreta perfettamente l’idea della fusione<br />
tra Spoleto e il Festival. La sua locan<strong>di</strong>na mostra<br />
una figura umana che scopre un sipario, sovrastata dagli<br />
archi gotici del Duomo.<br />
Nel poster del 1969 troviamo Saul Steinberg,<br />
pittore e scultore nonché decennale illustratore del<br />
New Yorker. Steinberg aveva un forte interesse per le<br />
maschere, ne produceva in quantità. Sono maschere<br />
gli atteggiamenti della gente, ma anche gli stili pittorici.<br />
Normale per lui legare questo concetto alla prassi<br />
del teatro.<br />
Lo scultore Giacomo Manzù realizza la locan<strong>di</strong>na<br />
per il 1970. Nonostante il suo interesse per la lavorazione<br />
del bronzo (celebri i suoi portali) si occupò<br />
anche <strong>di</strong> scenografia per opere <strong>di</strong> Stravinskij, Ver<strong>di</strong><br />
e Wagner. Il suo contributo per il Festival è un’illustrazione<br />
dalle forme leggere e dai colori dai colori<br />
vivaci, che contrasta con la solennità plumbea delle<br />
sue sculture.<br />
Un celebre artista umbro firma il manifesto del<br />
1973. È Alberto Burri, lo sperimentatore delle<br />
“muffe” e dei “sacchi”, artista saldamente legato al lin-<br />
CULTURA E SOCIETÀ<br />
1964: ROLOFF BENY 1969: SAUL STEINBERG<br />
1970: GIACOMO MANZÙ<br />
1973: ALBERTO BURRI<br />
Spoleto capitale dell’arte dei due mon<strong>di</strong>, ogni<br />
estate dal 1958. Quell’anno Luchino Visconti<br />
porta in scena Macbeth <strong>di</strong> Ver<strong>di</strong>, <strong>di</strong>rige il maestro<br />
Thomas Schippers. Una serata magica. Si <strong>di</strong>ce che<br />
da allora le streghe <strong>di</strong> Macbeth non abbiano mai lasciato<br />
la Rocca.<br />
Tutto nasce da un’idea del compositore Gian Carlo<br />
Menotti: trovare una città italiana per mettere in<br />
scena il meglio delle culture europea e americana. Menotti<br />
è varesino, ma cresce e si afferma negli Stati Uniti:<br />
nel 1937 l’esor<strong>di</strong>o al Metropolithan Theatre <strong>di</strong><br />
New York, poi una lunga<br />
serie <strong>di</strong> composizioni. Nel<br />
1950 il successo dell’opera<br />
Il Console gli vale una<br />
copertina su Time e il Pulitzer<br />
per la musica.<br />
Nel 1958 Menotti sceglie<br />
Spoleto per il suo Festival<br />
dei Due Mon<strong>di</strong>. Serve<br />
una città ricca <strong>di</strong> bellezze, e<br />
soprattutto senza traffico.<br />
Bisogna recuperare il Teatro<br />
Caio Melisso, ci pensa<br />
Menotti a proprie spese.<br />
Si inaugura così la galleria<br />
spoletina <strong>di</strong> arte totale:<br />
lirica e danza soprattutto,<br />
poi prosa e poesia, arti figurative<br />
e cinema .I testi sono<br />
rigorosamente in lingua originale e non ci si accontenta<br />
dei due mon<strong>di</strong>, si accolgono autori e opere da ogni<br />
continente. Il cartellone è sempre innovativo, nei contenuti<br />
e nelle forme. L’architettura <strong>di</strong> Spoleto si fonde<br />
meravigliosamente con l’arte delle avanguar<strong>di</strong>e. I classici<br />
vengono rivisitati in forma sperimentale, mentre le<br />
novità lasciano sempre il segno. Per esempio, l’opera<br />
Bella Ciao, una rilettura <strong>di</strong> canzoni partigiane che agita<br />
il <strong>di</strong>battito nell’estate del 1964. Oppure quella Conversazione<br />
continuamente interrotta <strong>di</strong> Flaiano interpretata<br />
nel 1972 da Cochi e Renato, allora comici televisivi<br />
sulla cresta dell’onda. Passano per Spoleto il prin-<br />
guaggio astratto. La sua ricerca si è espressa attraverso<br />
tutti i materiali possibili: un esploratore, in sintonia<br />
con lo spirito <strong>di</strong> innovazione del Festival. Una ricca<br />
mostra ha recentemente ricordato Burri nella sua<br />
Città <strong>di</strong> Castello.<br />
L’anno seguente compare l’olandese Willem De<br />
Kooning. Trapiantato negli Usa, fu tra i fondatori<br />
della corrente dell’Espressionismo Astratto. Famose le<br />
sue serie <strong>di</strong> Donne e <strong>di</strong> Paesaggi.<br />
Si <strong>di</strong>ce che la locan<strong>di</strong>na più ammirata sia quella realizzata<br />
nel 1977 dall’illustratore belga Jean-Michel<br />
Folon. Le sue tinte morbide e sfumate sono apparse<br />
sul New Yorker e su Esquire. Folon ha un forte legame<br />
con l’Italia. Oltre alle sue esposizioni spoletine, si<br />
ricordano lavori per imprese come la Snam e la Olivetti.<br />
Celebri le sue illustrazioni per romanzi, come La<br />
metamorfosi <strong>di</strong> Kafka, ma anche i lavori <strong>di</strong> scultura.<br />
La storia e le novità del Festival ideato da Gian Carlo Menotti<br />
<strong>2005</strong>, «scoperte e sorprese»<br />
cipe Rudolf Nureyev e i migliori balletti del mondo.<br />
Ovviamente, c’è il meglio del teatro italiano: Dario Fo,<br />
Carmelo Bene, Giorgio Albertazzi e molti altri. Registi<br />
<strong>di</strong> cinema come Roman Polanski e Louis Malle si<br />
prestano volentieri alla lirica, ma solo a Spoleto. Lo<br />
stesso Menotti, che cura il Festival in ogni dettaglio,<br />
<strong>di</strong>rige molte serate offrendo il suo ricco repertorio. Presto<br />
nasce la Settimana della poesia, che ospita i maggiori<br />
autori del Novecento: Ezra Pound, Allen Ginsberg,<br />
Pier Paolo Pasolini, Giuseppe Ungaretti. Poi spettacoli<br />
<strong>di</strong> marionette, esposizioni <strong>di</strong> scultura all’aria aperta.<br />
Più recentemente prendono<br />
vita sezioni de<strong>di</strong>cate alla<br />
scienza e all’attualità,<br />
con ospiti <strong>di</strong> massimo livello<br />
dal mondo scientifico<br />
e giornalistico. Nel 1998 si<br />
insinua il virus del jazz,<br />
grande successo per Betty<br />
Carter. Nel 1994 Menotti<br />
lascia la conduzione del Festival<br />
al figlio Francis. Anche<br />
quando il budget non<br />
è immenso, la selezione<br />
delle proposte è sempre ottima.<br />
Per l’estate <strong>2005</strong> (dall’1<br />
al 17 luglio) il Festival si<br />
consacra a “Scoperte e sorprese”.<br />
Il programma assicura<br />
l’imprevisto in ogni momento. L’inaugurazione<br />
toccherà il 2 luglio all’Orchestra Nazionale del Belgio<br />
<strong>di</strong>retta da Mikko Frank. Per l’opera, la prima è il 12<br />
luglio: Sosarme re <strong>di</strong> Me<strong>di</strong>a ossia Fernando re <strong>di</strong> Castiglia<br />
<strong>di</strong> Haendel, <strong>di</strong>rettore Alan Curtis, regista Jacob<br />
Peters-Messer. Un omaggio allo scenografo Bruno Rubeo<br />
attraverserà le sezioni <strong>di</strong> cinema e arte. Per la sezione<br />
<strong>di</strong> prosa l’attrice Andrea Jonasson reciterà testi<br />
<strong>di</strong> Rainer Maria Rilke in italiano e tedesco. Josè Manuel<br />
Carreno animerà le serate <strong>di</strong> danza, mentre per<br />
Spoleto Jazz arriverà il batterista Carl Allen.<br />
F M.<br />
GIUGNO <strong>2005</strong><br />
Due Mon<strong>di</strong> in un manifesto<br />
Da Folon a Mirò, passando per Manzù e Burri. Dal 1958 gli artisti più celebri interpretano le locan<strong>di</strong>ne del Festival <strong>di</strong> Spoleto<br />
1974: WILLEM DE KOONING<br />
1977: JEAN-MICHEL FOLON<br />
GIANCARLO MENOTTI, COMPOSITORE E IDEATORE DEL FESTIVAL<br />
DEI DUE MONDI<br />
Nel 1981 tocca al surrealista Jean Mirò. Per l’artista<br />
il contatto con il mondo del teatro non è una novità,<br />
aveva già collaborato con l’impresario <strong>di</strong> balletto<br />
Sergei Diaghilev. Il suo stile è inconfon<strong>di</strong>bile, geometrico<br />
e al tempo stesso fluido, ricco <strong>di</strong> colori primari:<br />
la sua illustrazione per il Festival ne è un ottimo<br />
esempio.<br />
Infine, il manifesto per l’e<strong>di</strong>zione <strong>2005</strong> è a cura <strong>di</strong><br />
Demetrios Psillos, inglese <strong>di</strong> origine cipriota, non<br />
solo pittore ma anche realizzatore <strong>di</strong> installazioni cartacee.<br />
Nato nel 1967, inizia a lavorare per gran<strong>di</strong> firme<br />
nel settore della moda, poi passa definitivamente<br />
alla pittura. Anche lui ha creato illustrazioni per il<br />
New Yorker e altre testate americane. Arrivederci<br />
Spoleto all’anno prossimo, per un altro capolavoro<br />
murale.<br />
1981: JEAN MIRÒ<br />
<strong>2005</strong>: DEMETRIOS PSILLOS<br />
FRANCESCO MINCONE
GIUGNO <strong>2005</strong> CULTURA E SOCIETÀ 9<br />
Le piccole librerie sono in crisi per colpa del carovita e della grande <strong>di</strong>stribuzione. «Bisogna specializzarsi per non scomparire»<br />
Libri, forse si volta pagina<br />
Secondo l’Istat aumentano i lettori, ma siamo ancora in<strong>di</strong>etro rispetto all’Europa. L’Umbria resta sotto la me<strong>di</strong>a nazionale<br />
La metà degli Italiani ha scritto un libro e l’altra<br />
metà non ne ha mai letto uno. La frase (Ernest<br />
Hemingway) è del secolo scorso, ma va<br />
benissimo anche per il presente: gli italiani leggono<br />
poco. Il Salone del Libro <strong>di</strong> Torino ha offerto come<br />
ogni anno l’occasione per fare il punto della situazione.<br />
Risultato: il mercato e<strong>di</strong>toriale del nostro Paese<br />
resta uno dei più ristretti d’Europa (<strong>di</strong>etro <strong>di</strong> noi solo<br />
Grecia e Portogallo) come rapporto titoli pubblicati/popolazione.<br />
Secondo i dati dell’Istat, a leggere<br />
"almeno un libro non scolastico all’anno" sono circa<br />
29 milioni <strong>di</strong> persone al <strong>di</strong> sopra dei 6 anni, il 41,4%<br />
della popolazione. Contando anche i lettori definiti<br />
"morbi<strong>di</strong>" (cioè chi legge esclusivamente narrativa rosa,<br />
gialla ecc.) - che sono il 10,8% della popolazione<br />
- allora gli italiani che leggono almeno un libro all’anno<br />
sono poco più <strong>di</strong> uno su due (52,2%). Pochini, in<br />
effetti.<br />
Tuttavia una novità c’è: un incremento dei lettori<br />
del 2,5% rispetto al 2002. Non molto, ma è già qualcosa;<br />
anche perché il trend è duraturo. Nel 2003 l’incremento<br />
era stato dell’1,1%. Segnali positivi dopo<br />
la crisi del ‘98-’99.<br />
Cercando una spiegazione, viene in mente la "novità"<br />
dei libri allegati ai quoti<strong>di</strong>ani. Ma non corriamo.<br />
Si tratta certamente <strong>di</strong> un fenomeno che, a partire<br />
dal 2002, è stato <strong>di</strong>rompente. In quell’anno La<br />
Repubblica e Il Corriere della Sera hanno venduto 44<br />
milioni <strong>di</strong> libri, pari a quasi la metà dei testi venduti<br />
tramite i soliti canali <strong>di</strong> <strong>di</strong>stribuzione. La cifra è cresciuta<br />
l’anno successivo a 62 milioni <strong>di</strong> copie.<br />
«È vero, la richiesta delle collane <strong>di</strong> libri è forte -<br />
<strong>di</strong>ce Francesco, e<strong>di</strong>colante <strong>di</strong> Ponte S. Giovanni - ma<br />
si tratta soprattutto <strong>di</strong> enciclope<strong>di</strong>e o collane <strong>di</strong> classici».<br />
Stessa opinione cambiando giornalaio: la signora<br />
Paola, <strong>di</strong> Ponte Felcino: «Secondo me si tratta <strong>di</strong><br />
puro collezionismo, per quanto riguarda le enciclope<strong>di</strong>e.<br />
Nell’ambito della narrativa, vanno bene le fiabe<br />
e i libri per ragazzi. Anche i gialli <strong>di</strong> Repubblica<br />
hanno avuto successo».<br />
I dati in merito al fenomeno sono <strong>di</strong>scor<strong>di</strong>. Secondo<br />
un’indagine dell’Ufficio Stu<strong>di</strong> dell’Associazione<br />
Italiana Librai, nel 2003 mezzo milione <strong>di</strong> persone ha<br />
acquistato libri esclusivamente in e<strong>di</strong>cola. Per la<br />
Mondadori, i "nuovi lettori" sarebbero ad<strong>di</strong>rittura vicini<br />
al milione. Troppi per accordarsi al piccolo aumento<br />
rilevato dall’Istat: probabilmente, chi compra<br />
in e<strong>di</strong>cola compra normalmente anche in libreria. In<br />
genere si tratta <strong>di</strong> persone tra i 40 e i 60 anni, che vogliono<br />
crearsi una piccola biblioteca in casa, magari<br />
per i figli in età scolare.<br />
I giornalai non devono quin<strong>di</strong> spaventare troppo<br />
Metti una domenica pomeriggio a sgomitare<br />
in una fila per arrivare alle fine all’agognato<br />
piatto <strong>di</strong> salsicce e fagioli. Nei fine<br />
settimana, ma non solo, i pittoreschi centri storici <strong>di</strong><br />
piccole località si popolano <strong>di</strong> bancarelle, stand e gazebo<br />
improvvisati per celebrare un prodotto enogastronomico<br />
che ben rappresenta quella terra e le sue<br />
ra<strong>di</strong>ci culturali. Ma soprattutto per venderlo a decine<br />
<strong>di</strong> turisti attratti dal gusto o dal semplice piacere<br />
<strong>di</strong> una gita fuori città.<br />
La cultura delle sagre paesane continua a vivere,<br />
in maniera particolare in Umbria, dove pare non esista<br />
una stagione privilegiata per questo tipo <strong>di</strong> manifestazioni,<br />
che praticamente si svolgono per tutto<br />
l’anno senza sosta. Naturalmente tartufo e torta al testo,<br />
e poi lumaca, fungo, rucola, gnocchi e in autunno<br />
le immancabili castagne, con tanto <strong>di</strong> vino. E per<br />
chi non riesce a scindere il piacere per la buona tavola<br />
dal credo politico, ecco la sagra della patata rossa<br />
ad agosto o quella del sedano nero a ottobre. Proprio<br />
a fine giugno, invece, il centro storico <strong>di</strong> Corciano<br />
sarà teatro della rassegna “Pane in Comune”, con<br />
<strong>di</strong>mostrazione della lavorazione artigianale del pane,<br />
degustazione e un ricco programma <strong>di</strong> spettacoli folcloristici.<br />
La bella favola delle sagre <strong>di</strong> paese nasconde però<br />
un lato oscuro, fatto <strong>di</strong> centri storici presi d’assalto e<br />
i librai. Bisogna poi vedere se le opere allegate ai giornali<br />
vengono effettivamente lette.<br />
Di certo a guadagnare sono stati gli e<strong>di</strong>tori <strong>di</strong> libri<br />
e giornali, che in molti casi hanno ripianato i loro bilanci.<br />
E le librerie? «I lettori sono effettivamente aumentati»<br />
conferma Paolo Arcelli, <strong>di</strong>pendente della Libreria<br />
Grande <strong>di</strong> Ponte San Giovanni, provincia <strong>di</strong> <strong>Perugia</strong>.<br />
Con i suoi 500 metri quadrati è forse la più<br />
grande dell’Umbria. «Le donne leggono più degli uomini,<br />
soprattutto nel campo della narrativa». E principalmente<br />
donne sono anche i "lettori forti", ossia<br />
quelli che hanno letto più <strong>di</strong> tre libri nell’ultimo anno;<br />
secondo l’Istat, sono la metà del totale.<br />
Le cifre dell’Istat<br />
Lettori in Italia:<br />
29 milioni sopra i 6 anni<br />
(41% della popolazione).<br />
Incremento dei lettori<br />
rispetto al 2002: 2,5%<br />
In Umbria, i lettori sono il<br />
37% della popolazione<br />
I ragazzi leggono <strong>di</strong> più:<br />
il 64% legge<br />
almeno un libro l’anno<br />
quin<strong>di</strong> insozzati dalle folle <strong>di</strong> turisti, lunghe file alle<br />
casse per uno scontrino e per un piatto ormai freddo,<br />
parcheggi intasati, avventori a stomaco vuoto e innervositi.<br />
Mentre per le mani <strong>di</strong> altre persone passa un<br />
<strong>di</strong>screto giro <strong>di</strong> danaro. Ciò conduce a una precisa<br />
domanda: è ancora visibile quella linea <strong>di</strong> confine tra<br />
l’aspetto caratteristico delle sagre e quello invece legato<br />
al ritorno economico? Una possibile risposta è<br />
legata ovviamente al giro <strong>di</strong> finanziamenti che permette<br />
l’organizzazione <strong>di</strong> una festa <strong>di</strong> paese. Quando<br />
è la Pro Loco <strong>di</strong> turno a farsi carico delle spese iniziali,<br />
allora il<br />
profitto è investitoimme<strong>di</strong>atamente<br />
17/26 giugno<br />
sul territorio, 17/26 giugno<br />
ad esempio<br />
1/10 luglio<br />
per il restauro<br />
<strong>di</strong> un mo- 8/17 luglio<br />
numento o 8/17 luglio<br />
per la crea-<br />
22/31 luglio<br />
zione <strong>di</strong> spazi<br />
e strutture 9/15 agosto<br />
pubbliche. 12/18 agosto<br />
Ma capita 19/28 agosto<br />
anche che<br />
siano i com-<br />
19/28 agosto<br />
«In realtà a farla da padrone sono i bambini e i ragazzi»<br />
sostiene Arcelli. In effetti, il dato dell’Istat lo<br />
conferma: tra i 5 e i 14 anni, il 64% legge almeno un<br />
libro non scolastico all’anno: il 20 percento in più rispetto<br />
ai loro genitori. Alla Libreria Grande il settore<br />
giovani, 80 metri quadrati, è uno dei più curati.<br />
«I libri per ragazzi si vendono sempre bene. Esaurito<br />
il filone aureo degli Harry Potter, il Fantasy resta<br />
il genere più frequentato. Va benissimo una trilogia<br />
scritta da Valeria Troisi per Mondadori, ma anche<br />
Christopher Paolini, un autore francese che ha scritto<br />
la trilogia <strong>di</strong> Eragon». Dalla loro, i libri per gli adolescenti<br />
hanno anche una grafica accattivante e delle<br />
belle illustrazioni.<br />
Il libro allegato ai quoti<strong>di</strong>ani<br />
Nel 2002 vendute<br />
44 milioni <strong>di</strong> copie<br />
nel 2003 salite a 62 milioni.<br />
Ormai rappresentano la metà dei<br />
libri venduti nei canali tra<strong>di</strong>zionali.<br />
Forse un milione<br />
le persone che comprano libri<br />
solo in e<strong>di</strong>cola<br />
Le collane più gettonate:<br />
le enciclope<strong>di</strong>e<br />
Dalle lumache al tartufo alla torta al testo, le mille manifestazioni enogastronomiche dell’Umbria<br />
Sagre, tra<strong>di</strong>zione e business<br />
L’antropologo Giancarlo Baronti: «Così si cerca <strong>di</strong> reinventare l’identità delle piccole comunità»<br />
mercianti o i produttori a fare la parte del leone, e in<br />
quel caso il folklore si fa business.<br />
Giancarlo Baronti, antropologo e titolare della cattedra<br />
<strong>di</strong> Storia delle tra<strong>di</strong>zioni popolari presso l’Università<br />
<strong>di</strong> <strong>Perugia</strong>, è piuttosto scettico sul valore squisitamente<br />
tra<strong>di</strong>zionale delle sagre e delle altre manifestazioni<br />
enogastronomiche: «Spesso le sagre sono<br />
soltanto una reinvenzione della tra<strong>di</strong>zione popolare<br />
<strong>di</strong> un tempo. Certamente propongono la promozione<br />
<strong>di</strong> prodotti locali caratteristici, ma non mancano<br />
ormai casi in cui sono protagonisti prodotti che definirei<br />
esotici<br />
più che strettamentetra-<br />
Balanzano <strong>di</strong>zionali,co- Ponte della Pietra me le crepés<br />
o la birra», e<br />
Collestrada<br />
infatti da Cit-<br />
Capanne tà <strong>di</strong> Castello<br />
Ripa fino alla pro-<br />
Fraticciola S.<br />
vincia <strong>di</strong> Terni<br />
si registra-<br />
S.Egi<strong>di</strong>o no almeno tre<br />
Pianello feste della bir-<br />
S.Andrea ra. «A ciò bisognaaggiun-<br />
S.Lucia<br />
gere-prose- I PRINCIPALI APPUNTAMENTI DELL’ESTATE IN UMBRIA<br />
Sagra dell’ortolano<br />
Sagra degli gnocchi<br />
Sagra <strong>di</strong> Collestrada<br />
Sagra della granocchia<br />
Sagra del tartufo<br />
Sagra spaghetto dei carbonai<br />
Sagra della torta al testo<br />
Sagra del fungo<br />
Sagra della rucola<br />
Sagra dello spaghetto al laghetto<br />
E gli adulti? Arcelli si illumina: «Il Co<strong>di</strong>ce da Vinci<br />
ha trionfato, l’anno scorso abbiamo venduto circa<br />
3000 copie. Più della tiratura me<strong>di</strong>a <strong>di</strong> un libro. E anche<br />
l’opera successiva <strong>di</strong> Dan Brown, Angeli e Demoni,<br />
sta vendendo molto bene». Altri titoli? «Quelli che<br />
sono <strong>di</strong>ventati ormai dei classici: opere <strong>di</strong> Isabel Allende,<br />
Nick Hornby, ma anche <strong>di</strong> giornalisti come<br />
Giampaolo Pansa». Il successo <strong>di</strong> un libro si costruisce<br />
in tv e al cinema, sembrerebbe. «Si, contano molto<br />
le recensioni o i film tratti dai libri. Però molti titoli<br />
hanno successo per il passaparola dei lettori, oppure<br />
per il consiglio del libraio, che conosce bene i<br />
gusti del cliente. Un esempio sono i libri <strong>di</strong> Gianrico<br />
Carofiglio, un magistrato barese autore <strong>di</strong> originali<br />
legal thriller per le e<strong>di</strong>zioni Sellerio. Anche senza<br />
pubblicità stanno vendendo bene».<br />
Segnali incoraggianti, eppure in Umbria i lettori<br />
sono solo il 37% della popolazione, un dato inferiore<br />
alla me<strong>di</strong>a nazionale. Forse la colpa è del sistema<br />
<strong>di</strong> <strong>di</strong>stribuzione. La <strong>di</strong>spersione della popolazione in<br />
piccoli centri non aiuta, una libreria funziona bene<br />
solo se ha una clientela numerosa: in borghi <strong>di</strong> poche<br />
migliaia <strong>di</strong> abitanti è <strong>di</strong>fficile <strong>di</strong>versificare l’offerta.<br />
Inoltre, la <strong>di</strong>stribuzione del materiale, da Milano, Firenze<br />
e Roma è a volte troppo lenta.<br />
Anche a <strong>Perugia</strong> la situazione è <strong>di</strong>fficile. In centro<br />
ha da poco chiuso la Libreria Novecento, una delle<br />
più gran<strong>di</strong>, e anche gli altri librai sono in cattive acque.<br />
«Colpa delle <strong>di</strong>mensioni limitate - sostiene<br />
Gianluca Galli, della Libreria Morlacchi - sotto i 500<br />
metri quadrati un negozio <strong>di</strong> libri incontra forti <strong>di</strong>fficoltà.<br />
L’unica soluzione, per gli esercizi piccoli, è<br />
specializzarsi».<br />
Gli studenti che affollano le vie del centro non sono<br />
dei buoni clienti? Pare proprio <strong>di</strong> no: «Non comprano,<br />
a parte i libri per lo stu<strong>di</strong>o - prosegue - c’è poca<br />
voglia <strong>di</strong> leggere, anche nei giovani. Cercano al<br />
massimo tascabili, opere che si trovano anche in e<strong>di</strong>cola».<br />
La colpa, secondo i librai, è anche del <strong>di</strong>minuito<br />
potere d’acquisto delle famiglie. I primi ad essere<br />
tagliati sono i consumi non essenziali.<br />
Bisogna quin<strong>di</strong> cercare altre strategie. Come ad<br />
esempio la fidelizzazione del lettore: «Organizziamo<br />
incontri <strong>di</strong> presentazione dei libri - spiega Arcelli - e<br />
comunque la nostra libreria è un punto d’aggregazione,<br />
anche se siamo in una posizione <strong>di</strong>fficile da raggiungere.<br />
C’è anche chi ha fatto amicizia qui, tra gli<br />
scaffali».<br />
Galeotto fu il libro e chi lo scrisse. E galeotto, inteso<br />
stavolta come prigioniero (della propria ignoranza),<br />
è soprattutto chi non legge.<br />
LE NORCINERIE, PRODOTTI TIPICI UMBRI<br />
SIMONE TURCHETTI<br />
gue Baronti- che molte sagre sono nate piuttosto <strong>di</strong><br />
recente, siamo nell’or<strong>di</strong>ne della decina d’anni. In ogni<br />
caso rispondono a quel bisogno <strong>di</strong> identità che le piccole<br />
e me<strong>di</strong>e comunità continuano a sentire nonostante<br />
la crisi delle tra<strong>di</strong>zioni». Il punto <strong>di</strong> vista dell’antropologo<br />
è che bisogna necessariamente operare<br />
una <strong>di</strong>stinzione tra le feste popolari realmente tra<strong>di</strong>zionali,<br />
come la storica corsa dei ceri a Gubbio, e le<br />
altre manifestazioni folcloristiche: «Basti pensareconclude<br />
Baronti- che anche il celebre Calen<strong>di</strong>maggio<br />
assisano risale a non più <strong>di</strong> cinquant’anni fa».<br />
GUIDO ARDONE
10<br />
Hanno tra i 25 e i 34 anni, lavorano in maggioranza<br />
nel settore terziario, possiedono<br />
una buona istruzione e preferiscono organizzare<br />
in maniera in<strong>di</strong>pendente le vacanze, da trascorrere<br />
rigorosamente a contatto con la natura, magari<br />
nelle aree protette. Ecco l’identikit degli ecoturisti,<br />
quei visitatori che de<strong>di</strong>cano il tempo libero all’osservazione<br />
e alla valorizzazione della natura e delle<br />
tra<strong>di</strong>zioni culturali. Ogni anno in Italia sono 25<br />
milioni i turisti che visitano le aree protette, con un<br />
incremento me<strong>di</strong>o, negli ultimi 3 anni, che raggiunge<br />
il 20%. E tra i Parchi nazionali più visitati quello<br />
dei Monti Sibillini tra Marche e Umbria. Proprio nel<br />
“cuore verde d’Italia”, nella regione che ha dato i natali<br />
al primo vero “ambientalista”, S. Francesco d’Assisi,<br />
sta aumentando la consapevolezza della conservazione<br />
dei beni culturali e ambientali. Sempre più<br />
spesso i tour operator locali organizzano visite per piccoli<br />
gruppi in modo da minimizzare gli impatti negativi<br />
sull’ambiente e da garantire la salvaguar<strong>di</strong>a delle<br />
aree naturali.<br />
L’Umbria ha otto parchi: uno nazionale, dei Monti<br />
Sibillini, e sette regionali, del Monte Cucco, <strong>di</strong><br />
Colfiorito, del Subasio, del Trasimeno, del Tevere,<br />
del Nera e del Monte Peglia-Selva <strong>di</strong> Meana, per una<br />
superficie complessiva <strong>di</strong> 63 mila 200 ettari, pari al<br />
7,5 per cento del territorio.<br />
La regione delle acque, dei colli e dei monti ha una<br />
CALCIO<br />
Campionato italiano – La<br />
Juventus conquista il suo ventottesimo<br />
scudetto a due giornate dal<br />
termine. Ha totalizzato 86 punti,<br />
lasciando il Milan a quota 79. Terzo e quarto posto<br />
per Inter e U<strong>di</strong>nese. Giocheranno la Coppa Uefa<br />
2006 Sampdoria e Palermo, insieme alla Roma, arrivata<br />
in finale <strong>di</strong> Coppa Italia. Campionato sfortunato<br />
per Brescia e Atalanta, retrocesse matematicamente<br />
in serie B, mentre Parma e Bologna giocheranno il<br />
ritorno dei play off il 18 giugno per rimanere nella<br />
massima serie.<br />
Coppa Italia – Una bellissima punizione <strong>di</strong><br />
Mihajlovic fulmina i giallorossi. L’ Inter, il 15 giugno,<br />
vince per 1 a 0 la finale <strong>di</strong> ritorno e solleva la<br />
coppa nell’affollato sta<strong>di</strong>o <strong>di</strong> San Siro. E i tifosi<br />
nerazzurri, dopo 23 anni, finalmente impazziscono<br />
<strong>di</strong> gioia.<br />
CALCIO FEMMINILE<br />
Europei – Nel girone <strong>di</strong> qualificazione della fase<br />
finale del Campionato Europeo femminile, l’Italia<br />
guidata da Carolina Morace esce dalla competizione<br />
dopo aver subito tre pesanti sconfitte da Francia,<br />
fisionomia ricca <strong>di</strong> contrasti geografici che rendono<br />
il paesaggio movimentato e attraente. E l’odore della<br />
storia trasuda da castelli, casolari e ruderi <strong>di</strong>roccati,<br />
<strong>di</strong>sseminati per le fertili campagne. L’opera architettonica<br />
racconta la vita conta<strong>di</strong>na dei borghi<br />
me<strong>di</strong>oevali. Insomma l’Umbria appare proprio la terra<br />
ideale per progettare gite e giornate da trascorrere<br />
in completo relax, lontano dai retaggi del progresso<br />
tecnologico e in piena armonia con la natura.<br />
L’attenzione verso i temi dell’ambiente è ormai<br />
palpabile. È <strong>di</strong>ffusa la convinzione che la valorizzazione<br />
delle aree naturali protette, quali punti <strong>di</strong> eccellenza<br />
della regione, sia un fattore essenziale per la<br />
crescita economica, culturale e turistica. E anche il<br />
parco <strong>di</strong>venta occasione <strong>di</strong> sviluppo dei comuni marginali<br />
che vivono uno stato <strong>di</strong> progressivo abbandono<br />
e delle zone a rischio spopolamento.<br />
Secondo Eros Quagliarini, responsabile della Sezione<br />
aree naturali protette della Regione Umbria,<br />
infatti, la politica sui parchi<br />
non è più un’attività<br />
residuale: «Dal 2000 a<br />
oggi sono stati fatti notevoli<br />
passi avanti e sono<br />
aumentati i contributi dal<br />
ministero dell’Ambiente.<br />
La Provincia <strong>di</strong> <strong>Perugia</strong><br />
investirà, nel triennio<br />
Germania e Norvegia. La stagione sportiva del calcio<br />
femminile italiano si concluderà con la <strong>di</strong>sputa della<br />
Italy Women’s Cup (la Coppa Uefa sperimentale del<br />
calcio rosa) a partire da domenica 19 giugno.<br />
CICLISMO<br />
Giro d’Italia - La maglia rosa <strong>2005</strong> vola in Val<br />
Seriana : Paolo Savoldelli si aggiu<strong>di</strong>ca l’ottantottesimo<br />
Giro d’Italia, il suo secondo in carriera. Dietro <strong>di</strong><br />
lui sul po<strong>di</strong>o Gilberto Simoni. I mille colori del<br />
Giro: la maglia verde degli scalatori a Josè Rujano.<br />
Quella ciclamino della classifica a punti a Paolo<br />
Bettini. Quella azzurra dell’Intergiro a Stefano<br />
Zanini.<br />
TENNIS<br />
Rafael Nadal – Il <strong>di</strong>ciannovenne spagnolo entra a<br />
pieno <strong>di</strong>ritto nella storia del tennis. Il neo numero 3<br />
del mondo ha vinto la 75ª e<strong>di</strong>zione del Roland<br />
Garros battendo in quattro set l’argentino Mariano<br />
Puerta. Nello stesso anno è riuscito a vincere a<br />
SPORT<br />
Il “cuore verde” d’Italia è in ottima salute: aumentano finanziamenti, progetti e interventi per le aree naturali protette<br />
La nuova sfida dei parchi<br />
La varietà <strong>di</strong> paesaggi, l’estesa rete <strong>di</strong> sentieri, la dolcezza dei rilievi fanno dell’Umbria una delle mete più ambite dagli ecoturisti<br />
Il <strong>2005</strong> dello sport<br />
<strong>2005</strong>-07, più <strong>di</strong> cinque milioni <strong>di</strong> euro per interventi<br />
sull’ambiente. I piani <strong>di</strong> lavoro prevedono la creazione<br />
<strong>di</strong> sentieri escursionistici e <strong>di</strong> parcheggi <strong>di</strong> sosta,<br />
la ristrutturazione <strong>di</strong> strade, il recupero <strong>di</strong> vecchie<br />
strutture, come mulini ad acqua, l’incentivazione<br />
della produzione biologica, la valorizzazione dei<br />
vecchi mestieri, la crescita del turismo ambientale e<br />
<strong>di</strong>dattico e la conservazione delle bio<strong>di</strong>versità presenti<br />
nel territorio».<br />
La promozione delle bellezze naturalistiche, storiche<br />
e culturali dei Parchi e delle aree protette della<br />
nostra regione è stato l’obiettivo <strong>di</strong> una “Guida dei<br />
parchi dell’Umbria” e <strong>di</strong> due documentari sulle aree<br />
naturali. Sono state pubblicate, inoltre, sei carte turistico-escursionistiche<br />
delle aree protette che descrivono<br />
tutta la rete sentieristica aggiornata e in<strong>di</strong>cano<br />
i numerosi itinerari consigliati. L’Umbria si è accaparrata<br />
il primato nazionale nella pubblicazione <strong>di</strong><br />
questi materiali, che oltre a essere informativi, hanno<br />
rilevante valore naturalistico-ambientale<br />
e storico-culturale.<br />
A beneficiare dell’attenzione<br />
verso i temi dell’ambiente<br />
è stata sicuramente<br />
anche la popolazione zootecnica<br />
sul territorio. Ne è<br />
testimonianza il ritorno, a<br />
Tra conferme e nuovi talenti, vincono Juventus, Inter, Savoldelli e Nadal. E c’è chi lancia i nani<br />
Un anno <strong>di</strong> ascese e cadute<br />
Montecarlo, Roma e Parigi. Numeri importanti per<br />
Nadal: è il primo giocatore dopo Mats Wilander a<br />
trionfare al Roland Garros alla prima partecipazione<br />
e il quarto più giovane campione <strong>di</strong> sempre a Parigi.<br />
PALLAVOLO<br />
Serie A maschile – <strong>Perugia</strong> travolto il 15 maggio<br />
nella terza finale scudetto dalla Sisley Treviso, che si<br />
aggiu<strong>di</strong>ca il suo ottavo titolo con un netto 3 a 0.<br />
L’allenatore perugino De Giorgi si mostra comunque<br />
sod<strong>di</strong>sfatto: «Siamo la squadra che è migliorata <strong>di</strong><br />
più» , <strong>di</strong>chiara, ammettendo la sorpresa <strong>di</strong> aver raggiunto<br />
la finale contro ogni pronostico.<br />
ATLETI DISABILI<br />
Tennis – Torino, giugno <strong>2005</strong>: terza e<strong>di</strong>zione del<br />
Torneo internazionale in carrozzina. Il torneo ha<br />
salutato la vittoria del polacco Tadeusz Kruzelnicki<br />
che ha sconfitto in finale l’austriaco Martin Legner<br />
per 6-4 6-4. Per la prima volta al torneo <strong>di</strong> Torino<br />
hanno giocato anche le donne. La migliore è stata la<br />
GIUGNO <strong>2005</strong><br />
quasi due secoli, del cervo sulle montagne dei Sibillini.<br />
Effettuata dal Parco Nazionale nello scorso marzo,<br />
la reintroduzione del grande ungulato europeo,<br />
ha dato il via alla prima fase del progetto <strong>di</strong> riqualificazione<br />
faunistica, iniziato nel 1998, che prevede<br />
anche la conservazione <strong>di</strong> alcune specie rare, come<br />
il lupo.<br />
La campagna <strong>di</strong> informazione e sensibilizzazione<br />
ambientale in Umbria, quin<strong>di</strong>, sta aumentando,<br />
ma, come rivela Eros Quagliarini: «Si potrebbe fare<br />
<strong>di</strong> più. Tutto <strong>di</strong>pende dalle risorse, che rimangono<br />
comunque scarse. A questo si aggiungono i problemi<br />
<strong>di</strong> struttura derivanti soprattutto dalla scarsità<br />
<strong>di</strong> personale stabilmente assunto. Ogni area è gestita<br />
da tre o quattro persone».<br />
Soltanto il Parco <strong>di</strong> Monte Cucco, infatti, è fornito<br />
<strong>di</strong> un centro specifico per l’accoglienza <strong>di</strong> quei<br />
turisti che decidono <strong>di</strong> trascorrere perio<strong>di</strong> prolungati<br />
<strong>di</strong> vacanza a contatto con la natura. Le altre<br />
aree protette offrono strutture adeguate solo per visite<br />
giornaliere.<br />
Breve o lungo che sia, comunque, il tempo libero<br />
è sempre più spesso utilizzato dai turisti per immergersi<br />
nel verde delle dolci colline umbre, dove<br />
già il Santo più naturalista ed ecologo degli ultimi<br />
mille anni passeggiava e pregava, alzando gli occhi<br />
a “Frate Sole”.<br />
NICOLE RAMADORI<br />
giovane e promettente Marianna<br />
Lauro.<br />
Basket – Dall’11 al 18 giugno,<br />
la Nazionale è in raduno a<br />
Giulianova (TE), per ultimare la<br />
preparazione in vista della partecipazione ai<br />
Campionati Europei <strong>di</strong> basket in carrozzina che<br />
prenderanno il via a Parigi il prossimo 22 giugno.<br />
WRESTLING<br />
Campionato europeo – Leghisti contro napoletani.<br />
Sfida tra due eroi nostrani: Capitan Padania,<br />
vestito <strong>di</strong> verde e con una gigantesca P, e Neo<br />
Pulcinella, con canottiera da pizzaiolo e cappuccio<br />
bianco in testa. Scontati i gri<strong>di</strong> <strong>di</strong> battaglia: «Roma<br />
ladrona» per il capitano, «Ca niscuno è fesso!» per il<br />
giullare bianco e nero.<br />
SPORT INCREDIBILI<br />
Lancio del nano – Passatempo nato in Austrialia.<br />
Consiste nel lanciare il più lontano possibile il nano,<br />
munito <strong>di</strong> tuta, casco e protezioni per gomiti e ginocchia,<br />
afferrandolo per due maniglie poste sulla schiena.<br />
Il record vigente appartiene a Jimmy Leonard che<br />
ha lanciato Lenny the Giant alla ragguardevole<br />
<strong>di</strong>stanza <strong>di</strong> 9 metri e 15 centimetri. F.P E N.R.
GIUGNO <strong>2005</strong> SPORT 11<br />
Quest’anno ricorre il centenario del <strong>Perugia</strong> Calcio.<br />
Ilario Castagner, classe 1940 e per 10 stagioni allenatore<br />
dei biancorossi, conosce molto bene la squadra<br />
e la società. È nella sua villa sulla collina <strong>di</strong> Lacugnana.<br />
Gli abbiamo chiesto <strong>di</strong> fare un confronto<br />
tra il calcio moderno e quello del passato. Cosa c’è<br />
<strong>di</strong> simile?<br />
A parte il pallone e gli un<strong>di</strong>ci giocatori che vanno in<br />
campo, è cambiato praticamente tutto. Le squadre sono<br />
<strong>di</strong>ventate società per azioni ed hanno inserito nei<br />
bilanci voci che una volta non esistevano. Si può <strong>di</strong>re<br />
che le televisioni sono <strong>di</strong>ventate “proprietarie” o per<br />
lo meno decidono delle sorti <strong>di</strong> molte società. Se si<br />
pensa che ad esempio squadre come la Juventus prendono<br />
100 milioni <strong>di</strong> euro dalle televisioni, mentre società<br />
<strong>di</strong> provincia ne prendono magari 8, si capisce<br />
la <strong>di</strong>fferenza che possono fare questi introiti per gli acquisti.<br />
Quelle società comprano i migliori giocatori<br />
del mondo, mentre le società <strong>di</strong> provincia sono costrette<br />
a tirare su giovani dal vivaio.<br />
Il modo <strong>di</strong> gestire il calcio che c’è adesso, inoltre, fa<br />
sì che spesso la metà dei giocatori che vengono acquistati<br />
a luglio spariscano poi già a gennaio. Mentre una<br />
volta ogni tifoso sapeva perfettamente a memoria la<br />
formazione, adesso c’è troppo poco tempo per affezionarsi<br />
ai giocatori.<br />
Lei allenò il “<strong>Perugia</strong> dei miracoli”, che nel 1979<br />
chiuse il campionato <strong>di</strong> serie A imbattuto e da vicecampione<br />
d’Italia, alle spalle<br />
del Milan. Quale fu il segreto<br />
del successo <strong>di</strong> quello<br />
squadra?<br />
Quella fu una squadra indovinata<br />
quattro o cinque anni<br />
prima. Quando vincemmo il<br />
campionato <strong>di</strong> serie B e andammo<br />
per la prima volta in A, costruimmo una<br />
squadra quasi completamente nuova. E su quella ossatura<br />
lavorammo poi per gli anni a venire. Arrivammo<br />
ad un certo punto a giocare a memoria. Si costruì<br />
allo stesso tempo un grande calore attorno al <strong>Perugia</strong>.<br />
Team e tifoseria si scambiavano energie, allo sta<strong>di</strong>o.<br />
Ricorda un aneddoto particolare dell’anno dell’imbattibilità?<br />
Ricordo quando uscimmo dallo sta<strong>di</strong>o Dallara <strong>di</strong> Bologna<br />
dopo l’ultima partita <strong>di</strong> campionato, e D’Attoma<br />
mi <strong>di</strong>sse: “Allenato’, guar<strong>di</strong>amoci negli occhi.<br />
Oh, ti sei reso conto che abbiamo fatto qualcosa <strong>di</strong><br />
veramente importante per una squadra <strong>di</strong> provincia?”<br />
Sul pullman, tornando a <strong>Perugia</strong>, ci siamo convinti<br />
che avevamo fatto una stagione che sarebbe poi stata<br />
ricordata per molto tempo.<br />
Che ricordo ha <strong>di</strong> Renato Curi?<br />
Di lui ho un ricordo molto vivo perché è un giocatore<br />
che ho portato io a <strong>Perugia</strong>. Giravo per conto dell’Atalanta,<br />
l’anno prima <strong>di</strong> venire in Umbria. Vi<strong>di</strong><br />
Curi giocare insieme a Vannini e Savoia, nel Como.<br />
Decidemmo <strong>di</strong> portarli giù tutti e tre. Di lui ricordo<br />
innanzitutto i due goal che fece a Verona nella partita<br />
che decise il campionato <strong>di</strong> B (anche se non matematicamente)<br />
a tre giornate dal termine. Consacrandoci<br />
al primo posto, ci portò in A.<br />
Poi ricordo la mattina della partita con la Juventus,<br />
che fu la mattina della trage<strong>di</strong>a, quando morì sul cam-<br />
Pedalano sotto il sole, pedalano su<br />
valichi <strong>di</strong> montagna e tornanti,<br />
sfrecciano intrepide per i comuni<br />
italiani. Sono le donne in bicicletta, sempre<br />
più numerose e appassionate. Un esercito<br />
<strong>di</strong> cicliste macina migliaia <strong>di</strong> chilometri<br />
nelle più prestigiose competizioni accanto<br />
ai colleghi uomini. E come loro, sono<br />
tenaci, competitive con tanta voglia <strong>di</strong><br />
vincere.<br />
Il Team Saccarelli è la prima squadra<br />
umbra tutta al femminile. Nasce a Marsciano,<br />
a 30 chilometri da <strong>Perugia</strong>, nel<br />
2001 da un’idea <strong>di</strong> Lucio Saccarelli che<br />
decide <strong>di</strong> mettere su una squadra <strong>di</strong> quattro<br />
cicliste e <strong>di</strong> farla ruotare intorno alla<br />
campionessa italiana Monia Baccaille, terza<br />
classificata quest’anno al Giro delle<br />
Fiandre. Monia è il capitano della squadra<br />
che oggi conta otto cicliste, cinque professioniste<br />
e tre giovanissime. Lucio Saccarelli<br />
fa il ven<strong>di</strong>tore <strong>di</strong> biciclette a Marsciano.<br />
Fornisce bici per strada e mountain bike a<br />
Ilario Castagner, l’allenatore entrato nella storia del Grifo, svela il segreto del successo<br />
«Il mio <strong>Perugia</strong> dei miracoli»<br />
po. Era stato male tutta la settimana per dei problemi<br />
alla caviglia, e non sapeva se giocare. La mattina<br />
Renato mi <strong>di</strong>sse: “Sento, mister, che farò una grande<br />
partita”...È un ricordo molto particolare.<br />
Lei sognava fin da piccolo <strong>di</strong> fare il calciatore? E se<br />
non avesse sfondato quale sarebbe stato il suo destino?<br />
A cinque, quando vivevo a Vittorio Veneto, mio padre<br />
cominciò a portarmi allo sta<strong>di</strong>o, per cui mi appassionai<br />
subito a questo gioco. Poi era uno sport nel<br />
quale eccellevo, rispetto ai compagni del quartiere. Il<br />
mio sogno già da allora era quello <strong>di</strong> <strong>di</strong>ventare un calciatore<br />
importante. Poi però non sono mai arrivato a<br />
giocare in serie A. Ma avevo alcune qualità: un gran<br />
tiro, un buon colpo <strong>di</strong> testa. Però ho sempre sostenuto<br />
che il Castagner allenatore non avrebbe mai fatto<br />
giocare il Castagner giocatore. Correvo troppo poco<br />
e forse ero 3 o 4 chili in soprappeso.<br />
Comunque mi sono <strong>di</strong>plomato geometra qui a <strong>Perugia</strong>.<br />
In classe con me c’era anche Boranga, eravamo<br />
compagni <strong>di</strong> banco e abbiamo dato l’esame <strong>di</strong> stato<br />
stu<strong>di</strong>ando insieme…Quaranta giorni in cui abbiamo<br />
ripassato dalla mattina alle 7 fino alla sera alle 11.<br />
Nonostante questo, se non fossi entrato nel mondo<br />
del pallone, mi sarebbe piaciuto <strong>di</strong>ventare un me<strong>di</strong>co.<br />
Ma nessuno mi ha mai spinto su questa strada e<br />
anch’io, che già giocavo, da giovane ho de<strong>di</strong>cato poco<br />
tempo allo stu<strong>di</strong>o.<br />
<strong>di</strong>verse squadre ciclistiche dell’Umbria e<br />
della Toscana. Fino al 2001 vendeva anche<br />
negli Stati Uniti. Le biciclette hanno<br />
un costo che oscilla tra i duemila e i <strong>di</strong>ecimila<br />
euro e hanno un mercato anche all’estero.<br />
Il Team è finanziato per un decimo<br />
da sponsor rigorosamente umbri, il resto<br />
è a carico <strong>di</strong> Saccarelli.<br />
Anche Paola Pezzo, due volte campionessa<br />
olimpionica <strong>di</strong> Mountain Bike ad<br />
Atlanta e Sidney, corre con il Team Saccarelli.<br />
La Pezzo torna quest’anno alle due<br />
ruote dopo una lunga parentesi. E lo fa<br />
con coraggio per una specialista <strong>di</strong> Mountain<br />
Bike del suo calibro. Riprende l’attività<br />
agonistica partecipando a una corsa<br />
su strada, la Primavera Rosa, <strong>di</strong>sputata a<br />
marzo in Liguria. "Per una che ha sempre<br />
fatto Mountain Bike - spiega Saccarelli -<br />
gareggiare su strada è una cosa impensabile.<br />
L’anno prossimo continuerà a fare gare<br />
su strada e darà certamente buoni risultati".<br />
I nuovi impegni <strong>di</strong> lavoro non le<br />
consentono <strong>di</strong> essere presente agli allenamenti<br />
della squadra, che si svolgono a<br />
Marsciano e a Verona dalle due alle sei ore<br />
al giorno. Corrono con il Team Saccarelli<br />
anche tre cicliste provenienti da nazionalità<br />
straniere: Maria Lucilene Silva (Brasile),<br />
Claire Baxter (Australia) e Veronica<br />
Leal Valderas (Messico).<br />
Le altre componenti della squadra, Silvia<br />
Mancini, Anna Farina, Francesca Tognali,<br />
sono ventenni sulle quali il team<br />
manager punta molto. Le giovani leve approfittano<br />
della presenza in squadra delle<br />
professioniste per rubare qualche segreto<br />
del mestiere. E chissà che da loro non<br />
esca, tra qualche anno, una nuova campionessa<br />
olimpionica. Il Team Saccarelli<br />
riceve apprezzamenti da professionisti e<br />
ciclisti in erba. "Non c’è giorno - ammette<br />
Lucio Saccarelli - in cui non ricevo una<br />
telefonata da parte <strong>di</strong> grossi nomi del ciclismo<br />
femminile che chiedono <strong>di</strong> correre<br />
con la mia squadra". Per il Team ma-<br />
Nel ‘99, l’ultimo anno che allenò il <strong>Perugia</strong>, ci furono<br />
visioni molto <strong>di</strong>fferenti riguardo la gestione<br />
della squadra tra lei e i vertici societari. Ebbe dei forti<br />
<strong>di</strong>ssapori con la famiglia Gaucci.<br />
Non con la famiglia Gaucci, ma soltanto con Luciano.<br />
Con i figli, Alessandro e Riccardo, ho sempre avuto<br />
ottimi rapporti. Ci fu uno scontro a Roma perché<br />
Luciano Gaucci entrò nello spogliatoio cercando <strong>di</strong><br />
imporre dei cambi che non volevo fare. In quell’occasione<br />
<strong>di</strong>e<strong>di</strong> le <strong>di</strong>missioni.<br />
Immagino che se ne sia andato con un po’ <strong>di</strong> amarezza.<br />
Sì, sinceramente. Anche perché con Gaucci avevo già<br />
avuto delle esperienze professionali. Col <strong>Perugia</strong> avevo<br />
ottenuto tre promozioni. La prima, quando ripresi<br />
la squadra nel ‘93, all’ultima domenica <strong>di</strong> campionato<br />
<strong>di</strong> serie C. Vincemmo lo spareggio con l’Acireale<br />
per un posto in B, con una carovana biancorossa <strong>di</strong><br />
18.000 tifosi che ci seguirono a Foggia per la partita.<br />
Il risultato fu poi annullato perché saltò fuori che<br />
Gaucci aveva regalato un cavallo a un arbitro. L’anno<br />
dopo, ancora in C, facemmo una galoppata straor<strong>di</strong>naria,<br />
vincendo il campionato e ottenendo la seconda<br />
promozione. Infine nel ‘98 guidai la squadra<br />
nelle ultime 11 giornate, in serie B. Il <strong>Perugia</strong> riuscì<br />
a riacciuffare il Torino, staccato <strong>di</strong> 6 punti. Nello spareggio<br />
<strong>di</strong> Reggio Emilia, ai rigori, ottenni la terza promozione.<br />
Quel giorno mi ruppi anche il ten<strong>di</strong>ne<br />
nager le qualità che fanno <strong>di</strong> una ciclista<br />
una campionessa sono l’umiltà, la costanza<br />
e tanta esperienza. "L’80 per cento della<br />
buona riuscita <strong>di</strong> una gara <strong>di</strong>pende da<br />
quanta esperienza una ciclista ha accumulato",<br />
spiega Saccarelli.<br />
Per esperienza la Pezzo non è seconda<br />
a nessuno, ma "la sua qualità più spiccata<br />
è l’umiltà". Dopo la vittoria riportata il<br />
mese scorso alla Coppa del Mondo Marathon<br />
a Riva del Garda, percorrendo 80<br />
chilometri in 4 ore, 13 minuti e 7 secon<strong>di</strong>,<br />
e staccando <strong>di</strong> 2 minuti e 7 secon<strong>di</strong> la<br />
svizzera Esther Süss, la Pezzo si sta preparando<br />
in Canada per affrontare i campionati<br />
italiani <strong>di</strong> Cepagatti, in Abruzzo, il 23<br />
giugno e i mon<strong>di</strong>ali <strong>di</strong> Lillehamer ad agosto.<br />
"Questa è la mia prima vittoria importante<br />
dopo i Giochi olimpici <strong>di</strong> Sydney.<br />
Non pensavo <strong>di</strong> poter vincere perché<br />
negli ultimi 15 giorni ero influenzata e facevo<br />
fatica a respirare. Speriamo <strong>di</strong> continuare<br />
così. Il mio obiettivo principale<br />
d’Achille esultando sul campo per il passaggio in A.<br />
Nonostante questo, con Luciano Gaucci ci fu lo scontro<br />
<strong>di</strong> Roma. Lui ha un carattere tutto particolare, era<br />
uno che voleva vincere sempre, contro tutti. C’erano<br />
dei momenti in cui <strong>di</strong>ventava <strong>di</strong>fficile trattare con lui.<br />
Nei 33 mesi insieme avevamo avuto molte <strong>di</strong>scussioni,<br />
ma erano state sempre appianate. Quel giorno a<br />
Roma invece si ruppe proprio tutto.<br />
La sua carriera da allenatore, comunque, non è del<br />
tutto conclusa. O sì?<br />
Sì. È una decisione che ho preso ormai da parecchio<br />
tempo.<br />
Non tornerebbe ad allenare il <strong>Perugia</strong>?<br />
L’attività dell’allenatore in campo ormai l’ho lasciata<br />
perdere. Mi piacerebbe avere un ruolo simile a quello<br />
<strong>di</strong> Sacchi, cioè un ruolo <strong>di</strong> responsabilità tecnica in<br />
una squadra. Dall’ultima avventura qui a <strong>Perugia</strong> nel<br />
‘99 ho avuto anche la possibilità <strong>di</strong> andare ad allenare<br />
all’estero, ma ho sempre detto <strong>di</strong> no. Non avevo più<br />
voglia <strong>di</strong> andare via da casa. Adesso faccio il commentatore<br />
sportivo: lavoro per Me<strong>di</strong>aset, è un’attività che<br />
mi dà sod<strong>di</strong>sfazione, senza rischiare <strong>di</strong> “lasciarci la pelle”.<br />
Quando giocavo avevo problemi con la pressione,<br />
adesso la mia pressione è perfetta.<br />
Lei una volta ha <strong>di</strong>chiarato: “La regola alla base del<br />
calcio è che chi vince è un bravo ragazzo e chi perde<br />
è una testa <strong>di</strong> c…”<br />
È vero, è una mia battuta, ma non l’ho inventata io.<br />
Esisteva già nel mondo del<br />
calcio, in pratica da sempre.<br />
Ma è così: se uno vince<br />
è osannato da tutti. Nel<br />
momento in cui non vince<br />
più, tutto quello che ha<br />
fatto in passato viene <strong>di</strong>menticato.<br />
C’è una persona che ha influito più delle altre sulla<br />
sua carriera? Qualcuno cioè a cui sente <strong>di</strong> dover <strong>di</strong>re<br />
grazie?<br />
Sono due le persone che devo ringraziare. Una è Mazzetti.<br />
Da sempre nel calcio esistono uomini che fanno<br />
il destino <strong>di</strong> altri uomini. Mazzetti l’ha fatto per<br />
me. Giocavo nella Reggiana, nel campionato <strong>di</strong> serie<br />
B, e lui allenava il Parma. Durante la partita Reggiana–Cagliari<br />
io probabilmente feci il goal più bello della<br />
mia vita. Mazzetti era allo sta<strong>di</strong>o con tutta la squadra<br />
del Parma e lo vide. L’anno successivo, lui andò<br />
ad allenare il <strong>Perugia</strong> e si ricordò <strong>di</strong> me e <strong>di</strong> quel goal.<br />
Fu Mazzetti quin<strong>di</strong> a volermi nei biancorossi.<br />
La seconda è Corrado Viciani, il mio allenatore a Prato.<br />
Quando avevo ventotto anni e mezzo mi portò a<br />
Bergamo come vice allenatore dell’Atalanta.<br />
Nel ‘69.<br />
Esatto. Lui ebbe poi la sfortuna <strong>di</strong> essere esonerato,<br />
ma io rimasi lì 5 anni, ed imparai a fare l’allenatore.<br />
Infine ci <strong>di</strong>a il suo pronostico sui play off? Il <strong>Perugia</strong><br />
salirà in serie A?<br />
Il <strong>Perugia</strong> si è <strong>di</strong>mostrato la squadra più forte. Ero allo<br />
sta<strong>di</strong>o per la partita in casa col Genoa. Il <strong>Perugia</strong>,<br />
in <strong>di</strong>eci, ha messo sotto <strong>di</strong> brutto gli avversari e ha fatto<br />
due goal. Il <strong>Perugia</strong> tra l’altro sta molto bene, visto<br />
che viene da 7 vittorie consecutive. Ma in ogni caso<br />
in campo conta molto anche la fortuna.<br />
La campionessa olimpica Paola Pezzo torna a gareggiare col Team Saccarelli <strong>di</strong> Marsciano. La squadra è composta da otto cicliste<br />
Decolla la squadra <strong>di</strong> ciclismo femminile<br />
Nasce nel 2001 e porta a casa <strong>di</strong>versi titoli italiani. L’ultimo successo il 2 giugno: secondo posto <strong>di</strong> Monia Baccaille al Giro del Friuili<br />
FLAVIA PAONE<br />
quest’anno sono i Mon<strong>di</strong>ali Marathon<br />
in agosto a Lillehammer".<br />
Il prossimo appuntamento in calendario<br />
per il Team Saccarelli è il Giro d’Italia<br />
che si svolgerà dall’1 al 10 luglio da San<br />
Vendemiano (Treviso) a Milano. Saccarelli<br />
conta <strong>di</strong> portare a casa qualche buon risultato.<br />
Silvia Mancini corre da anni con<br />
il Team, ha 19 anni ed è al suo primo Giro.<br />
Gareggiare con dei gran<strong>di</strong> nomi e fare<br />
esperienza, sono le principali motivazioni<br />
che la spingono a partecipare al prossimo<br />
Giro d’Italia. A lei il ciclismo piace<br />
davvero, è una passione <strong>di</strong> sempre e lo fa<br />
con impegno. Ma lo stu<strong>di</strong>o resta una priorità.<br />
Silvia in questi giorni sostiene gli esami<br />
<strong>di</strong> maturità classica e poi verrà l’università.<br />
Non pensa ancora al ciclismo come<br />
a una professione. Per il momento corre<br />
per tenersi aperta un’altra strada e se<br />
funziona, bene: continuerà a gareggiare e,<br />
se possibile, a vincere.<br />
MARIO FORENZA
12<br />
<strong>di</strong> un animale è un atto crudele<br />
e degradante”. È questo l’articolo 6<br />
“L’abbandono<br />
della Dichiarazione Universale dei Diritti<br />
dell’Animale, proclamata a Bruxelles nel 1978. Sono<br />
passati 27 anni, ma l’uomo continua a violare questi<br />
<strong>di</strong>ritti fondamentali. Persino quelli del suo migliore<br />
amico.<br />
Sono 200mila i cani abbandonati ogni anno in Italia.<br />
Ma la cifra è in continuo aumento. Nel <strong>2005</strong> si è<br />
registrata una crescita superiore al 10%: 1600 cani<br />
in più all’anno con un destino quasi sempre segnato.<br />
L’85% muore, infatti, dopo soli 20 giorni. Gli altri sopravvivono<br />
per strada, soffrendo la fame e la sete. Secondo<br />
le stime ufficiali del ministero della Salute, ci<br />
Dog sitter per passione. Barbara Gori, 40 anni,<br />
<strong>di</strong> San Giustino, ha trasformato il suo<br />
amore per i cani in una piccola attività. Si<br />
prende cura degli animali che le vengono affidati, come<br />
se fossero suoi. Ma il suo rapporto con fido ha<br />
una lunga storia, per due anni<br />
ha lavorato come volontaria nel<br />
canile toscano <strong>di</strong> San Sepolcro.<br />
Che tipo <strong>di</strong> persone si rivolgono<br />
a lei?<br />
Di tutti i tipi. Ci sono signore<br />
in pensione, famiglie con<br />
bambini, coppie senza figli che<br />
vogliono andare via tutti i fine<br />
settimana. Il primo passo è il<br />
colloquio, devo conoscere prima<br />
le esigenze dell’animale. Poi<br />
decido insieme ai proprietari se andare a domicilio o<br />
portarli da me. Ma tutto avviene dopo tre, quattro incontri.<br />
Si costruisce prima un rapporto in modo che<br />
il cane mi riconosca. Non sono tutti chiwawa…<br />
Per quanto tempo possono stare i cani da<br />
lei?<br />
Non ci sono limiti <strong>di</strong> tempo. Sarebbe il caso <strong>di</strong> fissarli<br />
perché il cane si adatta e ci mette un po’ <strong>di</strong> tem-<br />
sono più <strong>di</strong> 650.000 cani randagi in Italia. Il fenomeno<br />
è endemico soprattutto nel Sud. Ma il triste primato<br />
dell’abbandono spetta all’Abruzzo che insieme<br />
a Calabria, Sicilia, Campania, Puglia e Lazio è tra le<br />
regioni dove si registra il 50% dei casi.<br />
Le alternative alla strada sono poche. I canili sono<br />
superaffollati. La Lega Antivivisezione parla <strong>di</strong><br />
1.600.000 cani, spesso in con<strong>di</strong>zioni non ottimali.<br />
«Cerchiamo per loro una sistemazione <strong>di</strong>versa per<br />
evitare <strong>di</strong> farli rinchiudere in un canile, dal quale <strong>di</strong>fficilmente<br />
riusciranno a uscire», spiega Elena Ven<strong>di</strong>tti,<br />
responsabile dello Sportello a 4 zampe della Provincia<br />
<strong>di</strong> <strong>Perugia</strong>. L’adozione è, infatti, uno dei principali<br />
obiettivi che l’associazione si pone promuoven-<br />
LA STORIA<br />
do la campagna anti-abbandono <strong>di</strong> quest’anno.<br />
Proprio in questo periodo, con la stagione estiva alle<br />
porte, si moltiplicano gli slogan e gli appelli contro<br />
chi pensa <strong>di</strong> lasciare Fido ai bor<strong>di</strong> <strong>di</strong> una autostrada.<br />
A rischio non è solo la vita dei cani, ma anche<br />
quella degli automobilisti. Oltre 4000 gli incidenti<br />
stradali all’anno con numerosi feriti e morti.<br />
I danni sono anche economici. Secondo la legge<br />
281/91 sono gli enti locali a dover provvedere al mantenimento<br />
dei cani lasciati soli dal padrone. Spesso<br />
le istituzioni delegano la gestione dei servizi <strong>di</strong> tutela<br />
alle associazioni che, attraverso campagne <strong>di</strong> prevenzione,<br />
tentano <strong>di</strong> combattere un fenomeno <strong>di</strong>fficilmente<br />
sanzionabile. Rischia perfino <strong>di</strong> finire <strong>di</strong>etro le<br />
GIUGNO <strong>2005</strong><br />
200.000 cani abbandonati, 650.000 randagi, 1.600.000 in gabbia. In aumento le denunce<br />
Guardami quando mi lasci<br />
Quando arriva l’estate Fido non serve più. Chi è l’uomo e chi è la bestia?<br />
A casa <strong>di</strong> Barbara gli ospiti a quattro zampe entrano a far parte della famiglia<br />
La balia dei cani<br />
«I proprietari hanno prenotato le vacanze senza pensare ai loro migliori amici»<br />
po per riabituarsi. Qui i cani non subiscono un trauma,<br />
ma entrano in una nuova famiglia. L’ambiente<br />
dà sicurezza ai proprietari, poterli lasciare in una casa<br />
li rende tranquilli.<br />
E nella sua famiglia quanti cani ci sono?<br />
Quattro. Li ho presi nel canile<br />
dove ho lavorato come volontaria.<br />
Sono animali abbastanza<br />
complessi, l’ultimo è un<br />
rottweiler <strong>di</strong> 60 kg abbandonato<br />
in una autostrada. Un altro,<br />
un pastore maremmano, rischiava<br />
<strong>di</strong> essere lasciato a se<br />
stesso. L’esperienza al canile è<br />
stata negativa. Ho visto cani<br />
psicologicamente <strong>di</strong>strutti. Chi<br />
è addetto a garantire il meglio<br />
per loro spesso non lo fa.<br />
Estate purtroppo periodo <strong>di</strong> abbandoni...<br />
Ancora molti proprietari non si sono organizzati,<br />
hanno prenotato la vacanza da un mese o due, ma<br />
non hanno ancora pensato dove lasceranno il cane,<br />
non è una loro priorità. Sembra la cosa più normale<br />
<strong>di</strong> questo mondo. Non c’è modo per far capire a queste<br />
persone che è invece contro natura. A.F<br />
spaventatissimo. Appena tentavo <strong>di</strong><br />
avvicinarmi scappava via. Deve aver sof-<br />
«Era<br />
ferto tanto». È passato un anno ma Paola<br />
ha ancora fissi in mente gli occhi atterriti <strong>di</strong> Spillo.<br />
Lo trovò sulla cima del monte Acuto, vicino Umbertide.<br />
Il suo padrone salì lassù<br />
per <strong>di</strong>sfarsi <strong>di</strong> lui.<br />
«Per due mesi ho percorso<br />
ogni giorno 10 km per portargli<br />
cibo e acqua». Se non fosse<br />
stato per Paola, molto probabilmente,<br />
Spillo non ce l’avrebbe<br />
fatta. Si rifugiava in un casale<br />
abbandonato per proteggersi<br />
dal freddo. «Non imma-<br />
gino, però, come potesse so-<br />
pravvivere, senza mangiare -<br />
spiega Paola - forse cacciava qualche animale. Era,<br />
infatti, molto magro. Non voleva che qualcuno si avvicinasse.<br />
Solo con l’aiuto <strong>di</strong> mio padre sono riuscita<br />
ad afferrarlo per portarlo via da lì. Non ha tentato<br />
<strong>di</strong> aggre<strong>di</strong>rmi, ma penso l’abbiano picchiato, perché<br />
temeva chiunque si accostasse a lui, anche solo<br />
per accarezzarlo».<br />
Di storie come questa Paola ne ha vissute tante.<br />
sbarre chi abbandona il proprio cane. Lo stabilisce la<br />
nuova legge 189/2004 che riforma il Co<strong>di</strong>ce Penale,<br />
secondo la quale tale crimine non è più una contravvenzione,<br />
ma un vero e proprio delitto. La casistica è<br />
varia. Per i reati minori è prevista una multa da 1.000<br />
a 10.000 euro.<br />
«A meno <strong>di</strong> un anno dall’entrata in vigore della legge<br />
189 - sostiene Paolo Manzi, presidente dell’Ente<br />
Nazionale Protezione Animali - il numero delle denunce<br />
è aumentato. Ora finalmente i tanti testimoni<br />
dei maltrattamenti si sentono meno soli, con più armi,<br />
con la nuova speranza <strong>di</strong> vedere riparato un torto.<br />
Un torto subito da chi non ha voce».<br />
ANNA FRANGIONE E LIDIA SCOGNAMIGLIO<br />
Fu abbandonato un anno fa sul monte Acuto. Senza Paola non ce l’avrebbe fatta<br />
Una casa per Spillo<br />
«Penso l’abbiano picchiato, perchè temeva chiunque si accostasse a lui»<br />
UNA DOG SITTER SPILLO, UN CANE ABBANDONATO SUL MONTE ACUTO<br />
Allo sportello "4 zampe", dove lavora come volontaria<br />
Enpa (Ente nazionale protezione animali), sono<br />
molte le persone che denunciano casi <strong>di</strong> abbandono,<br />
soprattutto ora che si avvicina la stagione estiva. «La<br />
prima cosa che facciamo - sottolinea Paola - è cercare<br />
delle famiglie che si prendano<br />
cura <strong>di</strong> loro. Ma soprattutto<br />
per i cani <strong>di</strong> taglia grande,<br />
come Spillo, la ricerca è<br />
<strong>di</strong>fficile. Altrimenti tentiamo<br />
<strong>di</strong> farli accogliere dai canili.<br />
Anche questa, però, non è una<br />
strada semplice. A Città <strong>di</strong> Castello,<br />
ad esempio, ci sono più<br />
<strong>di</strong> 130 cani, per una struttura<br />
che potrebbe ospitarne solo ottanta».<br />
Spillo è fortunato. Paola ha deciso <strong>di</strong> adottarlo.<br />
Ora vive con lei e Chicca, un’altra cagna con alle<br />
spalle una storia simile. Vagava randagia per strada<br />
cibandosi dei rifiuti che raccoglieva nei cassonetti.<br />
Qualcuno ha segnalato il suo caso allo sportello a 4<br />
zampe. Anche allora Paola non riuscì a resistere a<br />
quello sguardo. A quegli occhi che nascondono sofferenza,<br />
ma che ora finalmente sorridono. L.S.