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Giugno 2005 - Scuola di Giornalismo Radio Televisivo Perugia

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SGRTV<br />

GIUGNO <strong>2005</strong><br />

QQuattro<br />

colonne<br />

Qualcuno è rimasto solo. Ma alla fine tutti sono convinti che «negli altri posti si sta peggio»<br />

Vecchio sarai tu<br />

Coltivano ancora antichi mestieri, fanno i nonni a tempo pieno, vanno a ballare e all’università<br />

La terza età in Umbria assomiglia a una seconda giovinezza. Gli anziani ce la raccontano<br />

Chi vive in Umbria campa cent’anni.<br />

E campa bene. Sarà per l’aria<br />

buona, sarà per la pace che si respira<br />

nelle nostre valli, ma qui si invecchia<br />

con serenità. Gli anziani sono il fulcro della<br />

vita <strong>di</strong> paese: riti, feste e tra<strong>di</strong>zioni tengono<br />

lontana la solitu<strong>di</strong>ne. I nonni si<br />

prendono cura dei nipoti e spesso vivono<br />

accanto ai figli. Conservando sempre la<br />

propria in<strong>di</strong>pendenza. Anche se a volte vivere<br />

soli <strong>di</strong>venta un peccato d’orgoglio.<br />

Uno schiaffo<br />

alla solitu<strong>di</strong>ne<br />

Vent’anni a<br />

Ponte<br />

Felcino.<br />

Dove vanno<br />

i ragazzi<br />

nel tempo<br />

libero<br />

Servizi a pag. 2<br />

Servizi alle pag. 6 e 7<br />

L’Italia ha le rughe. E i capelli bianchi.<br />

Ogni anno sempre più. Dagli anni<br />

‘80 ad oggi gli over 65 sono passati<br />

dal 13,2 al 18,2% della citta<strong>di</strong>nanza italiana<br />

(Onu, World population prospect). Si<br />

stima che entro il 2020 questo trend sfonderà<br />

il muro del 20%. L’Umbria ha precorso i<br />

tempi: già nel 2001 i "nonni" rappresentavano<br />

il 22% dell’intera popolazione. Un esercito<br />

<strong>di</strong> 187.000 persone che “sopravvive” con<br />

pensioni me<strong>di</strong>amente inferiori del 15% rispetto<br />

al dato nazionale.<br />

Sono sempre <strong>di</strong> più ma sono anche sempre più<br />

soli. L’Istat traccia un quadro impietoso: un<br />

ultrasessantacinquenne su cinque viveva da<br />

solo negli anni ‘70; uno su tre nel 1990; oggi<br />

la metà <strong>di</strong> loro è solo tra le mura della propria<br />

casa. E l’Umbria non fa eccezione.<br />

Ma proprio dai racconti <strong>di</strong> vita emerge uno<br />

spaccato in controtendenza. Estraneo agli appelli<br />

che invitavano, nella calura <strong>di</strong> due anni<br />

fa, ad affollare i centri commerciali delle<br />

città; lontano anni luce dalla proposta <strong>di</strong> trasformare<br />

le caserme dei pompieri in circoli ricreativi<br />

al loro servizio.<br />

Quelle storie parlano <strong>di</strong> una provincia d’altri<br />

tempi, ricca <strong>di</strong> rapporti umani, fatta del<br />

sapore antico della piazza. Disegnano una società<br />

che ancora crede negli ambienti familiari<br />

del circolo <strong>di</strong> paese, dove l’in<strong>di</strong>fferenza<br />

della città è scalzata dallo spontaneo rispetto<br />

del vicino <strong>di</strong> casa. Dove un saluto guadagnato<br />

nel borgo suscita considerazione e scaccia la<br />

solitu<strong>di</strong>ne. Dove le «porte <strong>di</strong> casa si lasciano<br />

ancora aperte… come 70 anni fa».<br />

È la ricetta umbra alla terza età, oggi che invecchiare<br />

è <strong>di</strong>ventato più <strong>di</strong>fficile <strong>di</strong> ieri.<br />

SENIO BONINI<br />

GIOVANI I VOLTI DELLA PACE SPOLETO<br />

Da Assisi<br />

a <strong>Perugia</strong>,<br />

viaggio tra<br />

le <strong>di</strong>verse<br />

anime del<br />

pacifismo<br />

umbro<br />

Servizi a pag. 5<br />

L’APPELLO<br />

Portami con te in vacanza<br />

200 mila cani abbandonati all’anno. Un<br />

numero destinato a crescere con l’arrivo<br />

dell’estate.<br />

La Provincia <strong>di</strong> <strong>Perugia</strong> lancia la campagna<br />

<strong>di</strong> sensibilizzazione contro l’ab-<br />

bandono degli animali. A occuparsene<br />

è lo Sportello a 4 zampe, che solo nel<br />

2004 ha contribuito all’adozione <strong>di</strong> 97<br />

fra cani e gatti.<br />

Da Mirò<br />

a Folon: la<br />

storia del<br />

Festival dei<br />

Due Mon<strong>di</strong><br />

attraverso<br />

i manifesti<br />

Servizi a pag. 8<br />

Servizi a pag. 12<br />

RICORDO<br />

La lezione<br />

<strong>di</strong> Tobagi<br />

Sei colpi. Tutti andati a segno. Sparati alle spalle dai<br />

figli della Milano bene, che giocavano a fare la rivoluzione<br />

proletaria. In un giorno <strong>di</strong> pioggia i terroristi<br />

della “Brigata 28 marzo”, comandata da Marco<br />

Barbone, il 28 maggio 1980 colpivano a morte il giornalista<br />

del Corriere della Sera Walter Tobagi.<br />

Originario della zona <strong>di</strong> Spoleto, si trasferì presto a<br />

Milano. Qui giovanissimo iniziò la carriera giornalistica<br />

sulle colonne dell’Avanti per poi passare a quelle dell’Avvenire.<br />

Svolse un praticantato lungo e faticoso che<br />

lo portò a Il Giorno e infine alla mecca del giornalismo<br />

italiano: il Corriere della Sera.<br />

Cattolico, socialista, interessato a capire la realtà che<br />

lo circondava per poterla spiegare e giu<strong>di</strong>care. Fu presidente<br />

dell’Associazione lombarda dei giornalisti, eletto<br />

da una maggioranza ritenuta moderata. Proprio quella<br />

sua moderazione, in un’epoca <strong>di</strong> forti tensioni, lo mise al<br />

centro delle accuse dei “duri e puri” dell’estremismo <strong>di</strong> sinistra.<br />

Tobagi fece la sua battaglia onesta, coerente e a viso<br />

aperto. Con la sua caparbia ostinazione iniziò ad indagare<br />

sul mondo del terrorismo. Senza strillare, senza<br />

quei titoli ad effetto che riempivano le prime pagine dei<br />

giornali dell’epoca. Tobagi stu<strong>di</strong>ava, analizzava e in breve,<br />

capendo il pericolo del terrorismo, per la nostra democrazia,<br />

ne <strong>di</strong>venne un avversario rigoroso.<br />

Sapeva <strong>di</strong> essere in pericolo. Scrisse poco prima <strong>di</strong> essere<br />

ucciso: «Nel mirino ora entrano proprio i riformisti,<br />

quelli che cercano <strong>di</strong> comprendere» . E ancora: «Se<br />

toccasse a me, la cosa che mi spiacerebbe <strong>di</strong> più è <strong>di</strong> non<br />

aver trovato il tempo per scrivere una riflessione che spiegasse<br />

ai miei figli il senso <strong>di</strong> questa mia vita affannosa».<br />

Tobagi quel tempo non lo trovò, ma il senso della<br />

sua vita è dato dal suo esempio, dal suo lavoro, dalla sua<br />

onestà intellettuale e dalla passione per la professione.<br />

OROSCOPI<br />

Guerrucce<br />

stellari<br />

DARIO MORICONE<br />

Nell’era della globalizzazione, l’oroscopo non<br />

perde il suo fascino. Anzi, sfrutta le possibilità<br />

offerte dalla multime<strong>di</strong>alità per farsi ancora<br />

più pervasivo: è <strong>di</strong>sponibile via sms sul cellulare, nei<br />

quoti<strong>di</strong>ani, nei settimanali, in tv e soprattutto via Internet.<br />

E si arricchisce anche <strong>di</strong> influenze esotiche. Non<br />

più microvaticini basati solo sui classici segni zo<strong>di</strong>acali<br />

ma anche sull’I Ching, sull’astrologia karmica, sui simboli<br />

maya e sulle rune celtiche. Tutto va bene per avere<br />

l’imbeccata giusta e <strong>di</strong>stricarsi senza imprevisti tra inciuci<br />

amorosi, beghe lavorative e acciacchi <strong>di</strong> salute. Un<br />

appuntamento imper<strong>di</strong>bile per quasi 13 milioni <strong>di</strong> italiani.<br />

Di questi, ben il 31% <strong>di</strong>chiara <strong>di</strong> credere al proprio<br />

oroscopo senza alcuna riserva.<br />

Numeri che hanno allarmato il mondo scientifico<br />

deciso ad ingaggiare una battaglia contro l’eccessiva <strong>di</strong>ffusione<br />

dell’astrologia. Con questo obiettivo l’Unione<br />

Astrofili Italiani ha avanzato una proposta <strong>di</strong> legge per<br />

obbligare gli astrologi a sottotitolare ogni oroscopo con<br />

una scritta che ricor<strong>di</strong> la non scientificità dei loro pronostici.<br />

A supportare la campagna, si sono schierati<br />

scienziati del calibro <strong>di</strong> Carlo Rubbia, Rita Levi Montalcini<br />

e Margherita Hack.<br />

Ma gli astrologi non si danno per vinti e si preparano<br />

a una guerra che si preannuncia “stellare”.<br />

Marco Pesatori, curatore dell’oroscopo <strong>di</strong> «D la Repubblica<br />

delle Donne», ribatte accusando <strong>di</strong> oscurantismo<br />

gli stessi scienziati. E in coda a un e<strong>di</strong>toriale al<br />

veleno, non <strong>di</strong>mentica <strong>di</strong> avvertire sarcasticamente i<br />

suoi lettori: «L’oroscopo che segue non ha alcun fondamento<br />

scientifico: se letto da sciocchi può nuocere gravemente<br />

alla salute». Difende la categoria anche la maga<br />

Sibilla. Dalle pagine del suo sito web, sfida gli scienziati<br />

a confutare questa affermazione: «Nella vita val<br />

più un’oncia <strong>di</strong> fortuna che cento <strong>di</strong> sapere».<br />

BRUNA FATTENOTTE


2<br />

CRONACA ED EVENTI<br />

I giovani e Ponte Felcino: come vivono e dove trascorrono il tempo libero. Un pomeriggio nei loro luoghi <strong>di</strong> ritrovo<br />

La meglio gioventù<br />

fanno i giovani a Ponte Felcino?»,<br />

la domanda è rivolta a Laura, una<br />

«Cosa<br />

ragazza sui vent’anni che sorseggia una<br />

bibita al tavolo <strong>di</strong> un bar all’aperto. Lei ha lo sguardo<br />

perplesso, e sembra volere rispondere: «Quello<br />

che fanno in tutto il resto d’Italia». Ma Laura è <strong>di</strong><br />

buon umore, saranno le vacanze in arrivo, e decide<br />

<strong>di</strong> farci l’inventario delle abitu<strong>di</strong>ni e dei luoghi <strong>di</strong><br />

ritrovo dei suoi coetanei, in questo pezzetto<br />

d’Umbria: Ponte Felcino.<br />

«Quando usciamo la sera an<strong>di</strong>amo a <strong>Perugia</strong>. Il<br />

bar serve come punto <strong>di</strong> ritrovo per la comitiva, ma<br />

poi ci si sposta in centro». Il bar è quello dei<br />

Giar<strong>di</strong>ni Thebris, il centro sportivo con piscina<br />

all’aperto e campi da tennis che si trova accanto alla<br />

pineta sul lungotevere. Sono le cinque del pomeriggio,<br />

Laura e le sue due amiche sono gli unici clienti,<br />

per il momento. Quando il sole inizia a calare il<br />

posto si riempie degli aspiranti nottambuli pronti<br />

per la trasferta verso i locali del centro o le <strong>di</strong>scoteche<br />

dei paesi vicini.<br />

«Di solito a ballare an<strong>di</strong>amo al Gra<strong>di</strong>sca a Ponte<br />

Valleceppi, ma anche al Pizzoide, dove fanno musica<br />

reggae». Se le chie<strong>di</strong> del parco a<strong>di</strong>acente al bar,<br />

Laura <strong>di</strong>ce che quello è sì un punto <strong>di</strong> ritrovo, ma<br />

per gli adulti e le famiglie. «In pineta si va solo per<br />

fare sport. Capita <strong>di</strong> incontrarsi per andare a correre<br />

insieme, ma non <strong>di</strong>rei che è un punto <strong>di</strong> incontro.<br />

Si trova più gente al Cva (Centro Vita<br />

Associata, ndr), dove ci sono gli allenamenti della<br />

squadra <strong>di</strong> pallavolo, oppure al laboratorio musicale.<br />

Io ho passato tanti pomeriggi lì, adesso lo frequento<br />

meno perché ho cambiato compagnia».<br />

Seguendo le in<strong>di</strong>cazioni <strong>di</strong> Laura an<strong>di</strong>amo al Cva:<br />

un grande e<strong>di</strong>ficio a<strong>di</strong>bito a palestra accanto alle<br />

scuole, lungo la strada che porta a Ponte Pattoli. I<br />

frequentatori del circolo non sembrano esattamente<br />

dei ragazzini, e infatti la targa sopra la porta d’ingresso<br />

recita “Centro socio-culturale autogestito dal-<br />

la terza età”. Un gentile<br />

signore in<strong>di</strong>ca la porta<br />

accanto, coperta da una<br />

grata metallica, e ci informa<br />

che il Cva è stato<br />

chiuso da poco per lavori<br />

<strong>di</strong> ristrutturazione. «I<br />

ragazzi li trovate ai giar<strong>di</strong>netti<br />

del Conad», <strong>di</strong>ce.<br />

Ai giar<strong>di</strong>netti i bambini<br />

giocano a calcio e alcuni<br />

adulti stanno facendo<br />

una partita a carte su<br />

un tavolino da campeggio<br />

sistemato sull’erba.<br />

Un gruppo <strong>di</strong> adolescenti<br />

parla animatamente <strong>di</strong><br />

Tra musica, sport e chiacchiere c’è anche tempo per l’impegno nel sociale. Il caso del laboratorio musicale Fuoritempo<br />

fra i più moderni corpi <strong>di</strong> polizia<br />

ambientale». È con questa orgogliosa con-<br />

«Siamo<br />

statazione che Cesare Patrone, Capo del<br />

Corpo Forestale dello Stato ha introdotto la conferenza<br />

organizzata presso la <strong>Scuola</strong> <strong>di</strong> <strong>Giornalismo</strong><br />

Ra<strong>di</strong>otelevisivo <strong>di</strong> Ponte Felcino. Una presenza sul<br />

territorio <strong>di</strong> circa 8500 unità accompagnate da personale<br />

specializzato nei vari settori, da quello relativo<br />

al controllo dei parchi a quello tante volte impegnato<br />

in estate nello spegnimento degli incen<strong>di</strong>. Ed<br />

è sul concetto stesso <strong>di</strong> tutela ambientale che il Capo<br />

sofferma la sua attenzione, tracciando una storia<br />

a gran<strong>di</strong> linee dell’evoluzione filosofica degli stu<strong>di</strong><br />

ambientali. «Due sono le scuole tuttora attive nell’ambito<br />

dell’interpretazione del ruolo umano in rapporto<br />

al problema ambientale: quella antropocentrica<br />

e quella totale».<br />

Correnti nate in perio<strong>di</strong> <strong>di</strong>fferenti ma successivi alla<br />

rivoluzione industriale <strong>di</strong> fine ottocento che sconvolse<br />

i rapporti fra uomo e natura. Le ricette riuscivano<br />

contrapposte: «La visione antropocentrica tende<br />

a privilegiare il ruolo preminente dell’uomo e la<br />

sua autonomia nel rapporto con l’ambiente; al con-<br />

PONTE FELCINO<br />

Cinquemila residenti<br />

Fa parte della sesta circoscrizione<br />

del comune <strong>di</strong> <strong>Perugia</strong>,<br />

insieme a Villa Pitignano, Bosco,<br />

Colombella, Farneto,<br />

Piccione e Montelbate.<br />

La circoscrizione si estende<br />

per 59 Kmqa nord del capoluogo<br />

e conta 12.500 abitanti<br />

IN ALTO, UN GRUPPO DI GIOVANI CHIACCHIERA AL PARCO. IN BASSO A SINISTRA I RAGAZZI DEL<br />

LABORATORIO MUSICALE FUORITEMPO. A DESTRA TRE RAGAZZE AL BAR DEI GIARDINI THEBRIS.<br />

calcio. Commentano la partita della sera prima e<br />

qualcuno accenna il mimo <strong>di</strong> un dribbling. Silvia e<br />

Valentina chiacchierano all’ombra, in <strong>di</strong>sparte, sedute<br />

su una panchina. Hanno se<strong>di</strong>ci anni e fanno parte<br />

della squadra <strong>di</strong> pallavolo <strong>di</strong> Ponte Felcino.<br />

«Il paese è piccolo e non ci sono troppe occasioni<br />

<strong>di</strong> <strong>di</strong>vertimento – <strong>di</strong>ce la meno timida delle due –<br />

coltivare le proprie passioni è un modo per ritrovarsi<br />

e stare insieme agli altri. Noi giochiamo a volley,<br />

ma c’è anche la squadra <strong>di</strong> calcio, oppure la musica».<br />

Le due ragazze continuano a parlare fitto tra <strong>di</strong><br />

loro. Poi, un po’ per cortesia e un po’ per farci<br />

togliere <strong>di</strong> torno, ci <strong>di</strong>cono che nel pomeriggio<br />

parecchia gente si incontra al centro musicale e ci<br />

spiegano come arrivarci.<br />

Subito dopo il ponte sopra il Tevere, nel punto<br />

dove il fiume <strong>di</strong>vide il paese in due, si trova una<br />

Il Capo del Corpo Forestale dello Stato, Cesare Patrone, analizza le vie e gli orizzonti dell’impegno ambientale<br />

“Così gli uomini aiutano la natura”<br />

trario la visione totale offriva una prospettiva quasi<br />

pagana <strong>di</strong> stampo nor<strong>di</strong>co del rapporto fra l’uomo e<br />

la terra. Una visione che sconfinava nell’idolatria della<br />

natura non solo nelle sue forme viventi ma anche<br />

verso quelle inanimate, come le rocce o le montagne».<br />

Continua Patrone: «qui vi sono però dei rischi,<br />

attivi in alcune correnti <strong>di</strong> pensiero della nostra società:<br />

anzitutto la sottovalutazione del ruolo umano<br />

ma in particolare una sua forte limitazione che contrasta<br />

con le leggi dell’agire tecnico».<br />

Il Corpo Forestale dello Stato nasce da una esigenza<br />

<strong>di</strong> sintesi fra queste due correnti che, pur nella tutela<br />

dell’ambiente, favorisce lo sviluppo umano. «Anzi<br />

-precisa Patrone- il più delle volte la natura ha bisogno<br />

del lavoro dell’uomo per essere salvaguardata,<br />

non la si può considerare intoccabile o pensare<br />

che faccia tutto da sé». Una affermazione che sembra<br />

scuotere l’u<strong>di</strong>torio, soprattutto per il contrasto presentato<br />

dal Capo della Forestale fra un’etica naturale<br />

“pagana” ed un’altra “innaturale” <strong>di</strong> stampo cristiano.<br />

A chi gli fa notare come in realtà sia le civiltà classiche<br />

che la Bibbia siano accomunate dal senso del limite<br />

dell’uomo <strong>di</strong>nanzi alla natura ribatte che «ogni<br />

etica è una costruzione innaturale dell’uomo, bisognerebbe<br />

piuttosto recuperare una virtù pratica tipica<br />

degli antichi romani». Ma i Romani non inserivano<br />

forse la schiavitù fra queste “virtù pratiche”?<br />

Patrone lancia allora una provocazione: «La schiavitù<br />

non è poi così innaturale: la natura si regola su <strong>di</strong><br />

un rapporto <strong>di</strong> forze non equilibrate». Affermazioni<br />

che suscitano qualche perplessità.<br />

Il Corpo Forestale dello Stato ha dunque la funzione<br />

<strong>di</strong> aiutare la natura a svilupparsi in armonia<br />

con l’uomo. «Abbiamo accumulato una esperienza<br />

negli anni che ci permette davvero <strong>di</strong> essere all’avanguar<strong>di</strong>a<br />

nel mondo» afferma Patrone, e non mancano<br />

le richieste <strong>di</strong> interventi per la formazione <strong>di</strong> una<br />

polizia ambientale avanzate dai paesi in via <strong>di</strong> sviluppo:<br />

«penso soprattutto al Brasile o ai paesi africani,<br />

spesso accostati a campagne <strong>di</strong> salvaguar<strong>di</strong>a oltranzista<br />

della natura, mentre è fondamentale la presenza<br />

<strong>di</strong> professionisti che aiutino e <strong>di</strong>fendano l’ambiente».<br />

Un fenomeno che esalta sempre più l’evidenza internazionale<br />

del corpo militare decisamente più amato<br />

dagli Italiani.<br />

LE ASSOCIAZIONI GIOVANILI<br />

Società Sportiva Ponte Felcino:<br />

la società <strong>di</strong> calcio. La prima squadra<br />

milita in seconda categoria.<br />

Volley Ponte Felcino:<br />

<strong>di</strong>sputa i campionati provinciali <strong>di</strong><br />

prima e seconda <strong>di</strong>visione<br />

Laboratorio musicale Fuoritempo:<br />

associazione giovanile autogestita<br />

FRANCESCO COLAFEMMINA<br />

GIUGNO <strong>2005</strong><br />

struttura un po’ fatiscente che rimane nascosta alla<br />

vista dalla strada principale. Quando arriviamo c’è<br />

un gruppo <strong>di</strong> ragazzi seduti su se<strong>di</strong>e sistemate in<br />

strada o a cavallo degli scooter. L’impressione è<br />

quella <strong>di</strong> averli finalmente trovati, i giovani <strong>di</strong><br />

Ponte Felcino.<br />

«Il centro musicale Fuoritempo è un’associazione:<br />

chiunque può fare la tessera e venire a suonare<br />

quando vuole nella sala prove», <strong>di</strong>ce Ciro mentre<br />

facciamo il giro delle tre stanze. La sala prove è<br />

quella più grande ed è stata insonorizzata per evitare<br />

problemi coi condomini. Certo non è uno stu<strong>di</strong>o<br />

<strong>di</strong> registrazione, ma c’è tutto quello che serve: dalla<br />

batteria, ai microfoni, al mixer e persino un vecchio<br />

pianoforte.<br />

Nella stanza accanto non ci sono strumenti musicali,<br />

ma un grande <strong>di</strong>vano sopra il quale spicca un<br />

coloratissimo murales. È il salotto dell’associazione,<br />

dove si organizzano le iniziative o semplicemente si<br />

chiacchiera fra una suonata e l’altra.<br />

I ragazzi sembrano orgogliosi del fatto che gli sia<br />

stato affidato uno spazio pubblico. «L’associazione<br />

esiste dal ‘96, anno in cui la circoscrizione ha formalmente<br />

concesso l’utilizzo dello stabile, ma qui si<br />

veniva a suonare già da prima. È l’unica associazione<br />

giovanile autogestita della zona».<br />

I soci del Fuoritempo ogni anno organizzano un<br />

concorso musicale chiamato Suoni in movimento e<br />

si occupano della musica per la festa dell’unità che<br />

si tiene in agosto. Anche nell’ambito dell’impegno<br />

sociale i ragazzi non si risparmiano: l’ultima iniziativa<br />

è stata quella del 10 giugno scorso, quando i<br />

giovani musicisti pontefelcinesi hanno organizzato<br />

una serata a Parco Sant’Angelo, con lo scopo <strong>di</strong><br />

riaccendere l’attenzione sul problema delle malattie<br />

sessualmente trasmesse.<br />

Come tutti i garage e gli scantinati arrangiati per<br />

suonare musica senza arrecare troppo <strong>di</strong>sturbo, anche<br />

al Fuoritempo c’è odore <strong>di</strong> chiuso. Però, in un<br />

certo senso, si respira<br />

una bella aria. Sopra la<br />

porta dell’associazione<br />

una scritta, rigorosamente<br />

fatta a mano, recita:<br />

“laboratorio musicale”.<br />

La scelta del termine<br />

è appropriata,<br />

perché in questo piccolo<br />

centro <strong>di</strong> aggregazione<br />

giovanile i ragazzi<br />

non si limitano a stare<br />

insieme e suonare musica,<br />

ma s’impegnano per<br />

costruire qualcosa.<br />

MANUELA COLLAZZO<br />

GABRIELE FLAMMA<br />

Quattro Colonne<br />

Mensile della <strong>Scuola</strong> <strong>di</strong> <strong>Giornalismo</strong><br />

Ra<strong>di</strong>otelevisivo <strong>di</strong> <strong>Perugia</strong><br />

Presidente:<br />

Innocenzo Cruciani<br />

Coor<strong>di</strong>natori <strong>di</strong>dattici:<br />

Nunzio Bassi<br />

Dario Biocca<br />

Numero 5 - Anno XII<br />

Direttore responsabile:<br />

Antonio Socci<br />

Redazione degli allievi della <strong>Scuola</strong><br />

a cura <strong>di</strong> Sandro Petrollini<br />

Registrazione al Tribunale <strong>di</strong> <strong>Perugia</strong><br />

N. 7/93 del marzo 1993.<br />

Stampa: Tipografia Chiamigraf<br />

Segreteria: Villa Bonucci<br />

06077 Ponte Felcino (PG)<br />

Tel. 075/5911211<br />

Fax. 075/5911232<br />

e-mail: sgrtv@sgrtv.it<br />

http://www.sgrtv.it<br />

Spe<strong>di</strong>zione in a.p. art.2 comma 20/c<br />

legge 662/96 Filiale <strong>di</strong> <strong>Perugia</strong>


GIUGNO <strong>2005</strong> CRONACA ED EVENTI 3<br />

AGENTI DI POLIZIA PATTUGLIANO LE STRADE NEI PRESSI DEL PARCO DI S. GIULIANA A PERUGIA<br />

Il questore <strong>di</strong> <strong>Perugia</strong> De Felice: “Confidate in noi”. Si moltiplicano le iniziative per migliorare la sicurezza<br />

Polizia “vicina alla gente”<br />

Dati contrastanti in Umbria: il numero dei reati denunciati <strong>di</strong>minuisce, ma la criminalità non è in calo<br />

Parafrasando una celebre frase <strong>di</strong> J.F. Kennedy,<br />

il questore <strong>di</strong> <strong>Perugia</strong>, Arturo De Felice, esorta<br />

i citta<strong>di</strong>ni a non chiedersi soltanto ciò che<br />

la polizia può fare per loro, ma anche ciò che loro<br />

possono fare per la polizia.<br />

Secondo De Felice, la criminalità, soprattutto quella<br />

legata allo spaccio <strong>di</strong> droga e all’estorsione, si può<br />

sconfiggere solo con l’impegno da parte <strong>di</strong> tutti coloro<br />

che, vittime <strong>di</strong> episo<strong>di</strong> criminosi, decidono <strong>di</strong> denunciare<br />

i responsabili.<br />

L’esortazione è stata suggerita dai dati negativi registrati<br />

nel corso degli ultimi mesi del 2004 e i primi<br />

del <strong>2005</strong>. Nella sola provincia <strong>di</strong> Terni<br />

i reati denunciati sono stati circa 900<br />

in meno dello stesso periodo dell’anno<br />

precedente, passando da 3420 a 2517.<br />

Dati che non possono essere attribuiti alla<br />

<strong>di</strong>minuzione dei crimini commessi che<br />

in alcuni casi, anzi, risultano in aumento,<br />

ma alla paura <strong>di</strong> denunciare. È cresciuto,<br />

poi, il numero <strong>di</strong> persone arrestate<br />

per gli stessi reati. Sono illeciti legati,<br />

soprattutto, allo spaccio <strong>di</strong> droga e allo<br />

sfruttamento della prostituzione. In molti<br />

casi, i traffici sono nelle mani <strong>di</strong> extracomunitari<br />

che hanno creato delle vere e proprie organizzazioni<br />

criminali.<br />

A farne le spese sono spesso i più giovani. Un’indagine<br />

svolta a livello nazionale, ha messo in luce che<br />

il consumo <strong>di</strong> droga è aumentato soprattutto tra i<br />

bambini. Senza allarmismi, si è registrata un’impennata<br />

del consumo <strong>di</strong> droghe leggere tra i più piccoli.<br />

Alcuni ad<strong>di</strong>rittura fumano il primo spinello già a 11<br />

Denunce<br />

Arresti<br />

LA POLIZIA IN CIFRE<br />

LE PROVINCIE A CONFRONTO<br />

(2004)<br />

Attività <strong>Perugia</strong> Terni<br />

Sequestro <strong>di</strong><br />

droga<br />

Pattuglie<br />

impiegate<br />

Violazioni del<br />

co<strong>di</strong>ce della<br />

strada<br />

Patenti <strong>di</strong> guida<br />

sospese<br />

o revocate<br />

Clandestini<br />

espulsi<br />

1107<br />

418<br />

16 kg<br />

11.489<br />

34.725<br />

1.225<br />

496<br />

1532<br />

263<br />

----<br />

8.000<br />

15.551<br />

418<br />

---<br />

anni. Se si pensa che nel 2004 sono stati sequestrati<br />

nella provincia <strong>di</strong> <strong>Perugia</strong> oltre se<strong>di</strong>ci chilogrammi <strong>di</strong><br />

sostanze stupefacenti, si capisce perchè il fenomeno<br />

metta in guar<strong>di</strong>a le forze <strong>di</strong> polizia.<br />

Secondo fonti <strong>di</strong> stampa, poi, <strong>Perugia</strong> risulta al<br />

quarto posto in Italia per numero <strong>di</strong> morti per overdose.<br />

Un dato che preoccupa visto che il capoluogo<br />

umbro con circa 160 mila abitanti, segue <strong>di</strong> poco città<br />

come Milano e Roma che contano una popolazione<br />

che si aggira sui due milioni per il capoluogo lombardo<br />

e circa il doppio per la capitale.<br />

Questi elementi, hanno spinto il questore a rivede-<br />

re le politiche <strong>di</strong> contrasto alla criminalità che nuoce<br />

all’immagine <strong>di</strong> una regione che ha la fortuna <strong>di</strong><br />

non essere interessata da fenomeni <strong>di</strong> criminalità organizzata<br />

<strong>di</strong> stampo mafioso, ma che vede nell’aumento<br />

dell’immigrazione clandestina un pericolo per<br />

la sicurezza.<br />

Nel corso delle celebrazioni per il 153° anniversario<br />

della nascita della Polizia <strong>di</strong> Stato, è stata promossa<br />

una nuova iniziativa per avvicinare la citta<strong>di</strong>nanza<br />

«Un bilancio<br />

sod<strong>di</strong>sfacente per una regione<br />

che non presenta i rischi <strong>di</strong><br />

tante altre». Esprime sod<strong>di</strong>sfazione il<br />

generale della Guar<strong>di</strong>a <strong>di</strong> finanza Raffaele D’Angiolella<br />

per l’operato che i suoi uomini hanno svolto nell’anno<br />

trascorso. Nel 2004 in Umbria sono stati scoperti<br />

78 evasori tra totali e paratotali. Sono state effettuate<br />

1026 ispezioni contabili <strong>di</strong> cui 45 verifiche<br />

generali, ovvero controlli sull’applicazione <strong>di</strong> tutte le<br />

norme tributarie che riguardano la gestione <strong>di</strong> un’impresa.<br />

Nel corso dei controlli sono emerse sottrazioni<br />

per le sole imposte <strong>di</strong>rette <strong>di</strong> oltre 103 milioni <strong>di</strong><br />

euro, l’evasione all’Iva per circa 48 milioni e ritenute<br />

Irpef non operate e non versate per 1 milione.<br />

Sono 46 le persone denunciate all’autorità giu<strong>di</strong>ziaria<br />

per violazioni tributarie costituenti reato. In<br />

prevalenza si tratta <strong>di</strong> emissioni <strong>di</strong> fatture false, casi<br />

<strong>di</strong> <strong>di</strong>chiarazioni fraudolenta, occultazione e <strong>di</strong>struzione<br />

<strong>di</strong> documenti contabili. «Di solito -afferma<br />

il generale- l’impren<strong>di</strong>tore umbro che evade, ritiene<br />

che non pagare le tasse sia un metodo come un<br />

altro per ridurre i costi».<br />

Nell’ambito della lotta al lavoro nero, l’azione com-<br />

LE CELEBRAZIONI DEL 153° ANNIVERSARIO DELLA NASCITA DELLA POLIZIA DI STATO<br />

e le forze dell’or<strong>di</strong>ne: “Il poliziotto, un amico in più”.<br />

In accordo con la legge che ha portato alla nascita dei<br />

poliziotti <strong>di</strong> quartiere, si sta tentando <strong>di</strong> rompere le<br />

barriere che, troppo spesso, secondo il questore <strong>di</strong> Terni,<br />

Luigi Savina, separano gli uomini in <strong>di</strong>visa dai citta<strong>di</strong>ni.<br />

In molti sembrano apprezzare le iniziative volte<br />

a migliorarela sicurezza nelle città umbre. Il 113 è<br />

riuscito a gestire, nel 2004, 122 mila chiamate, che<br />

hanno consentito <strong>di</strong> risolvere numerosi problemi legati<br />

sia alla criminalità sia, ad esempio, al soccorso<br />

stradale. Tuttavia è ancora troppo <strong>di</strong>ffusa la paura, da<br />

parte delle vittime <strong>di</strong> abusi, <strong>di</strong> essere coinvolti in episo<strong>di</strong><br />

<strong>di</strong> vendetta, soprattutto se si parla <strong>di</strong><br />

reati legati allo sfruttamento della prostituzione,<br />

piaga che sempre più spesso colpisce<br />

i centri principali della regione e che,<br />

a detta <strong>di</strong> alcuni, crea molti problemi legati<br />

al decoro <strong>di</strong> alcune vie, soprattutto, ma<br />

non solo, nelle ore notturne.<br />

Secondo il questore, il primo passo per<br />

sconfiggere la criminalità è confidare nelledelle<br />

forze dell’or<strong>di</strong>ne e negli agenti che<br />

in più <strong>di</strong> un’occasione hanno <strong>di</strong>mostrato<br />

grande professionalità, anche a costo della<br />

vita. È il caso <strong>di</strong> Giovanni Bianchi, morto in servizio,<br />

al quale il presidente Ciampi ha conferito la<br />

medaglia al valor civile. Questo servitore della patria<br />

- ha <strong>di</strong>chiarato il<strong>di</strong>rigente generale Alessandro Felsini<br />

consegnando il riconoscimento al padre della vittima<br />

- è uno dei più chiari esempi <strong>di</strong> come realmente<br />

i poliziotti possano essere “degli amici in più” e<br />

quin<strong>di</strong> “amici della gente”.<br />

CLAUDIA BELLIENI<br />

plessiva dei reparti delle fiamme gialle ha permesso <strong>di</strong><br />

in<strong>di</strong>viduare 188 lavoratori irregolari e 180000 euro<br />

in contributi non versati.<br />

La droga rimane l’altro grande problema umbro.<br />

«Un fenomeno che presenta una crescita preoccupante<br />

-ci racconta il generale D’Angiolella- dovuto sicuramente<br />

al benessere economico, ma in gran parte inspiegabile<br />

non essendoci un malessere sociale <strong>di</strong>ffu-<br />

LA STORIA<br />

Coppia <strong>di</strong> sfruttatori inconsapevoli<br />

Attenzione! Il pericolo<br />

può nascondersi in casa<br />

Anna e Marco (i nomi sono <strong>di</strong> fantasia) sono una<br />

coppia <strong>di</strong> mezza età. Un giorno come tanti ricevono<br />

una lettera che agita la loro tranquilla esistenza. Porta<br />

il timbro del tribunale e la firma <strong>di</strong> un giu<strong>di</strong>ce. Da<br />

onesti <strong>di</strong>pendenti pubblici, i due si trovano indagati<br />

per favoreggiamento nello sfruttamento della prostituzione.<br />

Non impiegano molto tempo a capire la ragione<br />

dell’accusa.<br />

Alcuni anni fa i due avevano acquistato un appartamento<br />

per il figlio che si accingeva a frequentare<br />

l’università. La scelta del ragazzo <strong>di</strong> andare a stu<strong>di</strong>are<br />

fuori regione li aveva spinti ad affittare il bilocale<br />

ad un giovane impren<strong>di</strong>tore. Tanta fiducia e un contratto<br />

<strong>di</strong> tre anni, hanno fatto il resto. Quel giovane,<br />

tanto per bene, decide <strong>di</strong> subaffittare l’appartamento<br />

ad una ragazza che non è proprio quella che si può<br />

definire della “porta accanto”. Da qui l’inconsapevole<br />

reato <strong>di</strong> favoreggiamento. Prima il danno, poi<br />

la beffa. Dopo aver <strong>di</strong>mostrato la propria estraneità<br />

al reato contestato, l’or<strong>di</strong>nanza <strong>di</strong> sfratto esecutivo firmata<br />

dal giu<strong>di</strong>ce sembra non bastare per allontanare<br />

quella scomoda inquilina dai locali <strong>di</strong> loro proprietà.<br />

Solo dopo mesi <strong>di</strong> ricorsi, la giovane viene costretta<br />

a cambiare <strong>di</strong>mora, ma il ragazzo è tutelato da un<br />

contratto che scadrà alla fine del <strong>2005</strong>.<br />

La coppia è ancora alle prese con la burocrazia e non<br />

si vede la fine <strong>di</strong> questa storia che ormai va avanti da<br />

mesi.<br />

Come si procede in casi come quelli <strong>di</strong> Anna e Marco?<br />

Ve<strong>di</strong>amo <strong>di</strong> capirlo con l’aiuto <strong>di</strong> un noto avvocato<br />

<strong>di</strong> <strong>Perugia</strong>.<br />

«La legge che istituisce il reato <strong>di</strong> favoreggiamento<br />

nello sfruttamento della prostituzione è la n.75/1958,<br />

nota col nome <strong>di</strong> Legge Merlin.<br />

Purtroppo casi come questi sono frequenti. La norma<br />

citata tutela in parte le persone coinvolte in episo<strong>di</strong><br />

analoghi. Prima <strong>di</strong> tutto si fa una <strong>di</strong>stinzione tra<br />

due ipotesi <strong>di</strong> reato: la semplice agevolazione e il concorso.<br />

Faccio un esempio. Se Anna e Marco avessero<br />

conosciuto le reali intenzioni del ragazzo che ha subaffittato<br />

l’appartamento alla giovane prostituta, il<br />

reato avrebbe avuto una componente soggettiva,<br />

quin<strong>di</strong> la colpa della coppia sarebbe stata più grave.<br />

Se invece si riesce a <strong>di</strong>mostrare che il titolare del contratto<br />

<strong>di</strong> locazione ha agito senza che i proprietari fossero<br />

al corrente della situazione, allora si parla <strong>di</strong><br />

componente oggettiva, da qui la sola imputazione <strong>di</strong><br />

agevolazione, ma non <strong>di</strong> concorso. Ovviamente tutto<br />

ciò che si è detto finora deve essere supportato da<br />

testimonianze cre<strong>di</strong>bili in sede processuale. Si capisce<br />

quin<strong>di</strong> come, al <strong>di</strong> là dell’esito del processo che<br />

può concludersi tanto con una condanna, quanto<br />

con un’assoluzione, i costi psicologici <strong>di</strong> un processo<br />

sono <strong>di</strong>fficili da superare»<br />

C. B.<br />

Il bilancio della Guar<strong>di</strong>a <strong>di</strong> Finanza per il 2004. Allarme droga. Controllo del territorio e monitoraggio continuo<br />

Lotta all’evasione: scoperti in 78<br />

IL GENERALE COMANDANTE D’ANGIOLELLA NEL SUO STUDIO<br />

so; alcuni hanno suggerito l’ipotesi che l’Umbria sia<br />

un mercato conveniente e relativamente sicuro». Di<br />

consolante c’è il fatto che la realtà umbra è interessata<br />

dal fenomeno degli stupefacenti solo come mercato<br />

<strong>di</strong> consumo e non <strong>di</strong> produzione. Le fiamme<br />

gialle hanno collaborato e condotto indagini autonomamente;<br />

hanno effettuato un certo numero <strong>di</strong> sequestri<br />

e controlli estesi sul territorio.<br />

Guardando ai numeri in maniera complessiva, le<br />

statistiche della regione si pongono al <strong>di</strong> sotto della<br />

me<strong>di</strong>a nazionale. Anche i dati del primo semestre del<br />

<strong>2005</strong>, che il generale D’Angiolella anticipa, non presentano<br />

<strong>di</strong>fferenze <strong>di</strong> nota da quelli del 2004.<br />

«Paragonata a regioni turbolente come la Lombar<strong>di</strong>a<br />

e la Campania, si può <strong>di</strong>re che l’Umbria presenti<br />

un certo grado <strong>di</strong> tranquillità e stabilità». Il generale<br />

esclude che le gran<strong>di</strong> organizzazioni criminali<br />

si siano infiltrate nel tessuto sociale. Mentre è probabile<br />

che la regione costituisca una forte attrazione<br />

per l’investimento dei capitali accumulati dalle<br />

mafie, ma, come ci assicura il comandante, il livello<br />

<strong>di</strong> guar<strong>di</strong>a è alto.<br />

D. M.


4<br />

IN PRIMO PIANO<br />

A <strong>Perugia</strong> opera l’associazione LiberaMente, dal 2001 in sostegno dei portatori <strong>di</strong> han<strong>di</strong>cap<br />

«Non chiamateci invali<strong>di</strong>»<br />

Gli operatori: le nostre leggi sono avanzate, ma serve un cambiamento <strong>di</strong> mentalità<br />

Le barriere architettoniche sono uno dei principali<br />

problemi che un <strong>di</strong>sabile deve affrontare<br />

nella vita quoti<strong>di</strong>ana. In Umbria poi, il<br />

problema è particolarmente sentito a causa della<br />

struttura dei centri storici. Ne abbiamo parlato con<br />

Emanuele Costantini, presidente dell’associazione<br />

senza scopo <strong>di</strong> lucro LiberaMente.<br />

«La barriera veramente insormontabile - ci spiega<br />

- è nella testa della gente. Noi abbiamo una legislazione<br />

molto avanzata,<br />

ma spesso nel nostro Paese<br />

le leggi non vengono applicate».<br />

<strong>Perugia</strong> può essere<br />

un esempio illuminante.<br />

Le strutture per i <strong>di</strong>sabili<br />

esistono, ma manca<br />

un’autentica cultura del rispetto:<br />

per uno dei soci<br />

uno dei punti dolenti è<br />

In Umbria<br />

i parcheggi<br />

riservati<br />

ai <strong>di</strong>sabili<br />

sono spesso<br />

occupati<br />

trovare parcheggio. Le aree riservate ci sono - <strong>di</strong>ce<br />

- ma spesso sono utilizzate da chi non dovrebbe.<br />

C’è però chi si occupa dei problemi dei <strong>di</strong>sabili,<br />

o meglio dei <strong>di</strong>versamente abili, tutti i giorni. Liberamente<br />

è nata nel 2001, conta oggi 15 soci e fa<br />

parte del Cesvol (Centro <strong>di</strong> Servizi per il Volontariato).<br />

Lo scopo - come racconta Costantini - «è tenere<br />

accesa, o accendere se necessario, l’attenzione<br />

sulle <strong>di</strong>sabilità». Tra le attività, sono state organizzate<br />

proiezioni nelle scuole <strong>di</strong> film sui <strong>di</strong>sabili, accompagnate<br />

da <strong>di</strong>battiti e dal coinvolgimento dei<br />

ragazzi. Il successo è stato grande. E poi un concerto<br />

con i “ladri <strong>di</strong> carrozzelle”, gruppo composto da<br />

ragazzi in se<strong>di</strong>a a rotelle, e un cortometraggio (“Il<br />

lupo”), realizzato insieme agli alunni <strong>di</strong> Marsciano,<br />

in cui i ragazzi portatori <strong>di</strong> han<strong>di</strong>cap hanno partecipato<br />

a tutte le fasi della realizzazione, dal soggetto<br />

al montaggio.<br />

«Noi - spiega Costantini - preferiamo utilizzare<br />

il termine <strong>di</strong>versamente abile o <strong>di</strong>versabile per non<br />

marchiare gli invali<strong>di</strong>. Vogliamo infatti partire dalle<br />

loro potenzialità e spiegare alla gente che queste<br />

persone sono in grado <strong>di</strong> fare tanto».<br />

Ma uno dei punti dolenti è lo spazio che questo<br />

tema occupa sui me<strong>di</strong>a. Per Costantini giornali e te-<br />

fu quando mi sentii chiamare<br />

in questa maniera mai sentita prima<br />

«Diversabile:<br />

che la mia vita cambiò completamente.<br />

Fino ad allora mi sentivo come un soprammobile da<br />

spolverare ogni tanto. Quella parola mi fece capire che<br />

la mia vita non era finita; che potevo dare ancora molto,<br />

solo in modo <strong>di</strong>verso da prima». Aurora parla lentamente,<br />

scandendo le parole. Parla anche dell’incidente<br />

che nel ‘93 la costrinse su una se<strong>di</strong>a a rotelle.<br />

«Nella vita avevo realizzato tutti i miei sogni: l’amore,<br />

i figli, un buon lavoro. In un attimo persi tutto<br />

questo. Il destino aveva deciso che <strong>di</strong>venissi invalida<br />

professionista».<br />

Nell’ 86 aveva preso l’abilitazione come guida turistica.<br />

Conoscendo bene il tedesco, si era specializzata<br />

nelle visite in Umbria <strong>di</strong> studenti dalla Germania.<br />

Sempre in giro per le città ed i monumenti della regione,<br />

in cui ogni sasso - sostiene - ha qualcosa da raccontare.<br />

Una vera e propria passione, che non si è<br />

spenta neppure quando il destino l’ha resa mezza cieca<br />

e praticamente immobile su un letto d’ospedale.<br />

«Andai in Germania, dove si trovano le cliniche migliori<br />

al mondo per trattare i traumi neurologici. Potevo<br />

appena muovere una mano; cercare <strong>di</strong> far muovere<br />

l’altra era uno sforzo tremendo, che mi faceva sudare.<br />

Dovevo intrecciare un cesto, ma non ce la facevo.<br />

Per i me<strong>di</strong>ci era tutta colpa mia, perché non mi<br />

impegnavo abbastanza. In quei momenti mi sembravano<br />

tanti poliziotti delle SS».<br />

Poi alcuni amici tedeschi le regalarono un libro <strong>di</strong><br />

un mistico zen in traduzione italiana. Conteneva<br />

una serie <strong>di</strong> tecniche per il rilassamento: funzionò.<br />

Facendo tutto da sola, ottenne in breve tempo più<br />

risultati che in settimane <strong>di</strong> cure. «Finii il cesto in<br />

levisioni ignorano quasi totalmente il problema. Gli<br />

unici ad occuparsene sono le pubblicazioni <strong>di</strong> settore,<br />

che si rivolgono alle famiglie o agli addetti ai lavori.<br />

Secondo Laura Santi, responsabile dell’Ufficio<br />

comunicazione del Cesvol, bisogna <strong>di</strong>stinguere tra<br />

marginalità in generale e <strong>di</strong>sabilità in senso stretto.<br />

«Nel primo caso i problemi legati all’immigrazione<br />

e all’invecchiamento della popolazione hanno una<br />

rilevanza sempre maggiore sui mezzi <strong>di</strong> comunicazione.<br />

Ciò a causa<br />

dei cambiamenti<br />

in atto<br />

nella società. I<br />

temi legati alla<br />

<strong>di</strong>sabilità in senso<br />

stretto invece<br />

hanno un rilievo<br />

minore; in particolare<br />

sui giornali<br />

- prosegue<br />

Santi - trovano<br />

spazio solo commoventi<br />

episo<strong>di</strong><br />

<strong>di</strong> cronaca o<br />

scandali, mentre<br />

sono escluse le<br />

due ore», <strong>di</strong>ce con sod<strong>di</strong>sfazione.<br />

Abbandonò definitivamente la strada della riabilitazione<br />

guidata. Riuscì così a fare piccoli progressi,<br />

che messi insieme le permisero <strong>di</strong> alzarsi dalla se<strong>di</strong>a<br />

a rotelle. Ora infatti è in grado <strong>di</strong> muoversi da sola,<br />

anche se lentamente.<br />

E pure la vista è<br />

decisamente migliorata.<br />

Comunque Aurora<br />

non si fermò<br />

qui. Ormai aveva<br />

capito che «essere<br />

<strong>di</strong>sabili non vuole<br />

<strong>di</strong>re non poter più<br />

fare le cose che facevi<br />

prima; significa<br />

saperne fare <strong>di</strong><br />

nuove».<br />

Imparò la pittura<br />

spirituale, cioè a riprodurre<br />

i pensieri<br />

e i sentimenti su<br />

stoffe, seta, magliette.<br />

Oppure l’espressione<br />

emozionale,<br />

che è un metodo<br />

per spiegare ai ciechi<br />

una realtà visibile,<br />

come un quadro<br />

per esempio. Fu<br />

così che per un periodo<br />

poté riprendere<br />

il suo vecchio<br />

problematiche <strong>di</strong> fondo come l’emarginazione e<br />

l’integrazione delle persone <strong>di</strong>sabili».<br />

Ma qual è la forma <strong>di</strong> invali<strong>di</strong>tà più <strong>di</strong>fficile da<br />

superare? «Da un punto <strong>di</strong> vista sociale, chi ha a che<br />

fare con persone affette da <strong>di</strong>sturbi psichici ha grossi<br />

problemi a relazionarsi con loro; lo stesso non accade<br />

nei casi <strong>di</strong> invali<strong>di</strong>tà fisica».<br />

Ne sa qualcosa Angelo, operatore alla riabilitazione<br />

psicosociale. «L’han<strong>di</strong>cap psichico richiede un<br />

<strong>di</strong>verso approccio. È ne-<br />

L’han<strong>di</strong>cap<br />

psichico<br />

conta sulle<br />

strutture<br />

meno<br />

adeguate<br />

cessario conquistare la loro<br />

fiducia. Le strutture<br />

poi sono più carenti rispetto<br />

agli han<strong>di</strong>cap motori».<br />

Il suo lavoro - <strong>di</strong>ce<br />

- non è retribuito in maniera<br />

esaltante ma dà comunque<br />

grosse sod<strong>di</strong>sfazioni.<br />

Secondo Angelo la<br />

tendenza ad emarginare i <strong>di</strong>versabili ancora esiste<br />

ma fortunatamente sta <strong>di</strong>minuendo.<br />

Anche le istituzioni si stanno interessando sempre<br />

più ai loro <strong>di</strong>ritti. Il parlamento ha per esempio<br />

approvato importanti leggi sull’abbattimento delle<br />

barriere nell’e<strong>di</strong>lizia privata. L’ultima iniziativa<br />

del comune <strong>di</strong> <strong>Perugia</strong> è stata la pubblicazione <strong>di</strong><br />

PerugiAccessibile,<br />

una guida turistica<br />

fatta appositamente<br />

per <strong>di</strong>sabili, con informazioni<br />

<strong>di</strong> carattere<br />

pratico come<br />

quelle su trasporti,<br />

servizi per la mobilità,<br />

parcheggi, servizi<br />

igienici pubblici.<br />

L’attenzione per i<br />

<strong>di</strong>ritti dei <strong>di</strong>sabili in<br />

fondo può essere<br />

anche un modo per<br />

rilanciare il turismo.<br />

GIUSEPPE DI MARCO<br />

CARLO MANCA<br />

mestiere <strong>di</strong> guida nei musei. Usando non più le gambe,<br />

ma solo le parole. Raccontare com’è fatto un <strong>di</strong>pinto<br />

a chi non ha gli occhi per vederlo, può sembrare<br />

impossibile, ma non è così: «Adesso capisco l’arte<br />

meglio <strong>di</strong> prima; in anni e anni <strong>di</strong> lavoro, avevo visto<br />

e rivisto ogni<br />

opera d’arte presente<br />

in Umbria. Eppureimprovvisamente<br />

era come vederle<br />

per la prima<br />

volta».<br />

Il senso <strong>di</strong> tutto il<br />

<strong>di</strong>scorso <strong>di</strong> Aurora è<br />

che l’invali<strong>di</strong>tà fisica<br />

ti cambia la vita e<br />

ti dà enormi problemi<br />

pratici, ma quello<br />

più <strong>di</strong>fficile da<br />

superare è il pregiu<strong>di</strong>zio<br />

degli altri.<br />

«Parole come <strong>di</strong>sabilità,<br />

invali<strong>di</strong>tà,<br />

han<strong>di</strong>cap, equivalgono<br />

a un’ipoteca<br />

impossibile da riscattare.<br />

Ma è la società<br />

che ci ha inculcato<br />

un ideale <strong>di</strong><br />

velocità e perfezione<br />

che nella realtà non<br />

esiste. Ognuno <strong>di</strong><br />

noi, nessuno escluso,<br />

in certi momen-<br />

GIUGNO <strong>2005</strong><br />

Un continente<br />

insensibile<br />

e in<strong>di</strong>fferente<br />

Lo stato sociale è nato qui, ma a vedere come<br />

vivono i <strong>di</strong>sabili non si <strong>di</strong>rebbe. L’Europa è<br />

ancora in<strong>di</strong>etro nella tutela delle persone portatrici<br />

<strong>di</strong> han<strong>di</strong>cap. Da Lisbona a Berlino, passando<br />

per Bruxelles e Parigi l’in<strong>di</strong>fferenza nei confronti dei<br />

<strong>di</strong>versamente abili e l’inadeguatezza delle strutture a<br />

loro de<strong>di</strong>cate è palese. A Parigi a d esempio il 70%<br />

delle sale cinematografiche non è accessibile a chi è<br />

costretto a vivere su una se<strong>di</strong>a a rotelle. A Londra le<br />

carrozzine possono raggiungere 43 stazioni della<br />

metropolitana su 253 mentre in Belgio solo la metà<br />

delle stazioni ferroviarie sono attrezzate per i <strong>di</strong>sabili.<br />

In Gran Bretagna gli invali<strong>di</strong><br />

possono utilizzare la toilette<br />

solo nel 66% dei locali<br />

pubblici.<br />

E da noi? Un’indagine è<br />

stata condotta l’anno scorso<br />

a Roma, commissionata da<br />

Ileana Argentin, consigliere<br />

comunale rimasta paralizzata<br />

da una amiotrofia spinale.<br />

Il risultato fu che soltanto il<br />

20% degli e<strong>di</strong>fici pubblici della capitale era pienamente<br />

accessibile alle persone in se<strong>di</strong>a a rotelle, il<br />

60% era raggiungibile solo in alcune aree e il restante<br />

20% era off-limits.<br />

Esistono anche motivazioni <strong>di</strong> or<strong>di</strong>ne storico e<br />

artistico che complicano la vita ai <strong>di</strong>versamente abili<br />

a Roma (immaginate cosa vorrebbe <strong>di</strong>re rendere percorribile<br />

la scalinata <strong>di</strong> Trinità dei Monti per chi è in<br />

carrozzina), ma molti degli e<strong>di</strong>fici inaccessibili sono<br />

stati realizzati dopo il 1989 quando una legge stabilì<br />

che ogni e<strong>di</strong>ficio pubblico doveva essere fornito <strong>di</strong><br />

un accesso per i <strong>di</strong>sabili. Esistono anche degli esempi<br />

positivi, come la città <strong>di</strong> Ahrus in Danimarca in<br />

cui sia i mezzi <strong>di</strong> trasporto che gli e<strong>di</strong>fici sono realizzati<br />

pensando anche ai <strong>di</strong>versamente abili.<br />

Tuttavia il nostro continente rimane in ritardo<br />

nella tutela dei <strong>di</strong>ritti dei "<strong>di</strong>versabili", che sono<br />

oltre 50 milioni <strong>di</strong> persone. Un numero destinato ad<br />

aumentare assieme a quello degli anziani, dato che<br />

molte delle limitazioni alla mobilità sono legate<br />

all’età avanzata.<br />

G. D. M.<br />

La storia <strong>di</strong> Aurora Bussi, vittima <strong>di</strong> un incidente automobilistico che l’ha semiparalizzata. Ma con coraggio e ironia ha saputo rinascere<br />

«Così la mia esistenza è cambiata in un momento»<br />

«La vera invali<strong>di</strong>tà è negli occhi della gente. Essere <strong>di</strong>sabili non vuol <strong>di</strong>re saper fare <strong>di</strong> meno, ma riuscire a fare tante cose che non facevi prima»<br />

ti ha delle <strong>di</strong>sabilità, nel senso <strong>di</strong> mancanza <strong>di</strong> abilità,<br />

oppure ha dei bisogni particolari da sod<strong>di</strong>sfare.<br />

Pensiamo solo alle donne incinta. Tutti quando abbiamo<br />

le pile scariche siamo spenti. E poi non è detto<br />

che chi è lento non possa arrivare ugualmente là<br />

dove arrivano gli altri: le nonne <strong>di</strong> una volta sembravano<br />

così calme, ma facevano cose che gli uomini col<br />

cavolo riuscivano a fare». Il pregiu<strong>di</strong>zio, quin<strong>di</strong>.<br />

«Quello che ci permette <strong>di</strong> avere una legislazione tra<br />

le migliori al mondo sull’abbattimento delle barriere<br />

architettoniche, ma <strong>di</strong> trovare regolarmente una macchina<br />

parcheggiata <strong>di</strong> fronte a uno scivolo».<br />

E adesso? Come passa le sue giornate? A questa domanda,<br />

sorride e poi risponde con la solita ironia:<br />

«Ora sono ricca <strong>di</strong> ciò che tutti cercano e spesso non<br />

hanno. Ho un sacco <strong>di</strong> tempo libero». Tempo per <strong>di</strong>pingere,<br />

per esempio, o per stu<strong>di</strong>are. «Sono laureata<br />

in filosofia, perciò ho deciso <strong>di</strong> occuparmi <strong>di</strong> tutte le<br />

restanti sofìe, come la teosofia o l’antroposofia. Stu<strong>di</strong>o<br />

anche bioregionalismo, che ti insegna a rispettare<br />

l’ecologia profonda, l’armonia dei luoghi».<br />

Poi c’è l’impegno in una associazione che si occupa<br />

<strong>di</strong> aiutare chi è affetto da invali<strong>di</strong>tà. «Mi piacerebbe<br />

riprendere a fare la guida, ho anche tutte le carte<br />

in regola, però mi impe<strong>di</strong>scono <strong>di</strong> farlo». Ma non<br />

mancano ogni tanto delle sod<strong>di</strong>sfazioni. Come quando<br />

fu chiamata dall’Istituto Blaise Pascal per tenere<br />

dei corsi alle guide turistiche professioniste su come<br />

rapportarsi con i <strong>di</strong>sabili.<br />

Lo stesso luogo in cui, quattro anni fa, si sentì per<br />

la prima volta chiamare da un’amica con quella strana<br />

espressione, <strong>di</strong>versabile. Fu l’occasione per ricominciare<br />

a vedere la vita con occhi completamente<br />

nuovi, e Aurora non lo <strong>di</strong>mentica. C. M.


GIUGNO <strong>2005</strong> IN PRIMO PIANO 5<br />

Il Centro Internazionale per la Pace <strong>di</strong> Assisi: ventisette anni <strong>di</strong> attività con lo stesso entusiasmo<br />

Un millennio <strong>di</strong> sogni<br />

L’ultima missione tra i bambini <strong>di</strong> Gerusalemme. «Lì insegnamo la pacifica convivenza»<br />

Il curriculum è <strong>di</strong> tutto rispetto<br />

e il nome, “Centro<br />

Internazionale per la Pace fra i<br />

Popoli <strong>di</strong> Assisi”, importante. Già, il riferimento alla<br />

città <strong>di</strong> San Francesco spalanca sempre molte porte.<br />

Dalla Casa Bianca al Cremlino per la riconciliazione<br />

delle due superpotenze, fino al sogno dell’Europa<br />

unita sotto il muro <strong>di</strong> Berlino, crollato <strong>di</strong> fronte a<br />

una pianticella <strong>di</strong> ulivo umbro.<br />

L’impegno <strong>di</strong> Gianfranco<br />

Costa, presidente e anima del<br />

Centro Pace, continua ininterrotto<br />

dal 1978. Ventisette anni<br />

passati a <strong>di</strong>ffondere i valori<br />

della pace, della solidarietà, del<br />

<strong>di</strong>alogo nel mondo attraverso<br />

l’opera <strong>di</strong> convinti volontari.<br />

Tre<strong>di</strong>cimila<br />

bambini<br />

adottati<br />

a<br />

<strong>di</strong>stanza<br />

Persone come tante, ma che credono nei gran<strong>di</strong><br />

progetti, nei sogni, e li plasmano alle contingenze<br />

storiche arricchendole <strong>di</strong> concretezza. «Dovranno<br />

passare ancora molte generazioni - afferma<br />

Gianfranco Costa - per vedere i risultati del nostro<br />

lavoro».<br />

Così, durante la minaccia nucleare degli anni<br />

Ottanta, pensare che l’America e l’Unione<br />

Sovietica potessero stringersi la mano era un’utopia.<br />

Così nel decennio successivo, l’idea <strong>di</strong> costruire<br />

un grande governo mon<strong>di</strong>ale, proposto e <strong>di</strong>battuto<br />

più volte nella sede delle Nazioni Unite <strong>di</strong><br />

New York con interlocutori influenti, sembrava<br />

lontanissimo.<br />

Molti personaggi, da Madre Teresa <strong>di</strong> Calcutta a<br />

Ronald Reagan, da Michail Gorbaciov a Giovanni<br />

Paolo II, hanno dato un solido contributo morale.<br />

I loro nomi, insieme a quelli <strong>di</strong> molti altri leader<br />

mon<strong>di</strong>ali, sono stati insigniti del titolo <strong>di</strong><br />

“Cavalieri della Pace”, ideato da Gianfranco Costa<br />

perché il messaggio <strong>di</strong> pace parta da Assisi e arrivi<br />

in tutto il mondo, rimanendo vivo nel corso degli<br />

anni e delle generazioni.<br />

Così oggi. «Non può esserci pace nel mondo se<br />

non ci sarà pace a Gerusalemme», sostiene Costa:<br />

la missione del Centro Pace non avrà termine finché<br />

anche questo traguardo non sarà raggiunto. A<br />

partire dai più piccoli, da chi nasce, incolpevole,<br />

tra tanta violenza. Sono i bambini musulmani,<br />

arabi e cristiani che vivono a Baghdad e che, gra-<br />

La sede della Tavola della<br />

pace è un’ampia stanza al<br />

primo piano <strong>di</strong> un ex convento<br />

nel centro storico <strong>di</strong> <strong>Perugia</strong>,<br />

in via della Viola. Per raggiungerla<br />

bisogna percorrere un<br />

lungo corridoio, sul quale si affacciano le porte delle<br />

associazioni più varie, dalle Arci, all’Agesci, al Comitato<br />

Internazionale 8 Marzo. È il para<strong>di</strong>so dell’associazionismo<br />

umbro. La Tavola della pace non poteva<br />

trovare una sede più adeguata, avendo preso forma<br />

proprio dalla rete dell’attivismo associazionista, come<br />

tentativo <strong>di</strong> coor<strong>di</strong>nare e conciliare realtà <strong>di</strong>fferenti.<br />

Tentativo riuscito? Sì, almeno a giu<strong>di</strong>care dal numero<br />

delle associazioni che vi aderiscono. Sono centinaia,<br />

tra cui l’Acli, l’Agesci, i Francescani del Sacro Convento<br />

<strong>di</strong> Assisi, Legambiente, Cgil, Cisl, Pax Christi<br />

e Movimento Federalista Europeo. Non male, se si<br />

pensa che la Tavola ha soltanto <strong>di</strong>eci anni <strong>di</strong> vita.<br />

L’idea è venuta ai promotori della Marcia per la pace<br />

<strong>Perugia</strong>-Assisi, appuntamento che si ripete dal 24 settembre<br />

1961, quando Aldo Capitini, a quel tempo già<br />

fondatore del movimento nonviolento, la concepì per<br />

la prima volta.<br />

Quest’anno si terrà l’11 settembre, una scelta che<br />

non vuole essere soltanto un chiaro riferimento ai tragici<br />

attentati <strong>di</strong> New York, ma che ha come obiettivo<br />

- <strong>di</strong>cono gli organizzatori - la sensibilizzazione dell’opinione<br />

pubblica sul tema della riforma dell’Onu,<br />

in vista del vertice che si terrà a New York dal 14 al 16<br />

settembre e che vedrà riuniti i Capi <strong>di</strong> Stato <strong>di</strong> tutto<br />

il mondo. All’or<strong>di</strong>ne del giorno proprio la <strong>di</strong>scussione<br />

sulla riforma delle Nazioni Unite. Un tema senz’altro<br />

molto sentito dalla Tavola: non a caso uno degli<br />

slogan della manifestazione umbra <strong>di</strong> settembre sarà<br />

proprio “Salviamo l’Onu”. «Siamo molto preoccupati<br />

per il futuro <strong>di</strong> questa istituzione - <strong>di</strong>cono alla Ta-<br />

zie al Centro Pace, possono con<strong>di</strong>videre la stessa<br />

classe, capire il valore della pacifica convivenza. In<br />

cinque anni <strong>di</strong> missioni - non chiamateli viaggi! - a<br />

Gerusalemme, l’associazione ha adottato più <strong>di</strong> 200<br />

bambini.<br />

In 15 anni, sono 13 mila i piccoli che beneficiano<br />

del contributo assisano, un’iniziativa nata come logica<br />

conseguenza <strong>di</strong> un concreto impegno a favore<br />

della pace. I fon<strong>di</strong> arrivano in 18 Paesi e vengono<br />

affidati a persone conosciute, sopratttuto religiosi,<br />

che li impiegano secondo le necessità del luogo:<br />

cibo, istruzione, sussi<strong>di</strong> <strong>di</strong>dattici. «Il nostro contributo<br />

economico - chiarisce Costa - non viene mai<br />

consegnato <strong>di</strong>rettamente ai parenti dei bambini, ma<br />

a responsabili fidati che, ogni sei mesi, ci inviano<br />

una relazione dettagliata su come sono stati spesi i<br />

vola - perché l’umanità ha bisogno <strong>di</strong> un’organizzazione<br />

internazionale che sia in grado <strong>di</strong> <strong>di</strong>fendere i <strong>di</strong>ritti<br />

umani, mentre le Nazioni Unite sono sempre più<br />

marginalizzate ed escluse dai centri decisionali». E se<br />

fon<strong>di</strong>».<br />

A Gerusalemme, è la scuola che impegna più<br />

risorse, l’istruzione sui libri che vuole insegnare qualcosa<br />

<strong>di</strong> molto più profondo. «Educare insieme bambini<br />

che appartengono a tre religioni <strong>di</strong>verse è una<br />

missione molto importante - spiega don Peter<br />

Madros, responsabile del Centro Pace a Gerusalem<br />

me - perché sono il futuro e o<strong>di</strong>ano la guerra: speriamo<br />

che imparino dagli errori dei gran<strong>di</strong>».<br />

La fede nell’uomo è il grande<br />

motore che muove il Centro<br />

Pace, la fiducia in un mondo<br />

migliore con<strong>di</strong>visa dai 300<br />

soci, da 250 sostenitori - i “benemeriti”<br />

- <strong>di</strong> tutta Italia e realizzata<br />

concretamente dagli 11<br />

attuali membri del <strong>di</strong>rettivo.<br />

Dopo 27 anni e tante missioni, l’entusiasmo originario<br />

non si è affievolito: «Siamo ancora all’inizio<br />

<strong>di</strong> un lungo cammino - conclude il presidente del<br />

Centro Pace - fatto <strong>di</strong> enormi sod<strong>di</strong>sfazioni, ma<br />

anche <strong>di</strong> delusioni profonde. Le nostre forze sono<br />

spesso sproporzionate rispetto all’impegno che ci<br />

siamo prefissi, ma il sogno <strong>di</strong> realizzare il Millennio<br />

della Pace resta più forte <strong>di</strong> tutto». VALENTINA AISA<br />

Da 44 anni, migliaia <strong>di</strong> persone partecipano alla <strong>Perugia</strong>-Assisi. Quest’anno appuntamento all’11 settembre<br />

Tutti in marcia per salvare l’Onu<br />

Il tema della manifestazione sarà la riforma delle Nazioni Unite. Entusiasti i promotori, ma tira già aria <strong>di</strong> polemica<br />

Il coor<strong>di</strong>natore della Tavola<br />

della pace, Flavio Lotti, minimizza<br />

sulle polemiche che<br />

negli anni scorsi hanno investito<br />

la Marcia.<br />

«Le polemiche ci sono perchè<br />

<strong>di</strong>fen<strong>di</strong>amo la giustizia al <strong>di</strong> là<br />

<strong>di</strong> ragioni meramente ideali,<br />

ma ci battiamo per rimuovere gli ostacoli reali che<br />

si frappongono alla sua realizzazione».<br />

Eppure c’è chi pensa che la Marcia sia egemonizzata<br />

dalla sinistra...<br />

«Io non sono iscritto a nessun partito e la nostra<br />

organizzazione è del tutto in<strong>di</strong>pendente. Siamo<br />

aperti al <strong>di</strong>alogo con tutti. Inoltre voglio ricordare<br />

ai critici che abbiamo manifestato sia coi governi<br />

<strong>di</strong> centrodestra, sia con quelli <strong>di</strong> centrosinistra».<br />

Perchè questi attacchi, allora?<br />

«Voglio rispondere con la battuta <strong>di</strong> un vescovo<br />

brasiliano che <strong>di</strong>sse: “Ogni volta che aiuto i<br />

poveri mi <strong>di</strong>cono che sono bravo, ogni volta che<br />

lotto contro l’ingiustizia mi <strong>di</strong>cono che sono<br />

comunista”».<br />

A.B.<br />

LA POLEMICA<br />

Il<br />

presidente:<br />

«Siamo<br />

ancora<br />

all’inizio»<br />

A lato, lo staff del Centro Pace <strong>di</strong> Assisi<br />

con Madre Teresa <strong>di</strong> Calcutta nel 1994.<br />

Sotto, la Marcia della Pace <strong>Perugia</strong>-Assisi.<br />

il <strong>di</strong>battito sulla riforma dell’Onu appassiona il movimento,<br />

certamente non lo entusiasma il modo in<br />

cui la <strong>di</strong>scussione si è sviluppata. Tra le due proposte<br />

in campo - l’una, che mira ad estendere i membri del<br />

Il pacifista Il senatore<br />

Il senatore Udc, Maurizio<br />

Ronconi, conferma la posizione<br />

<strong>di</strong> aperta critica nei<br />

confronti dell’organizzazione<br />

della <strong>Perugia</strong>-Assisi:<br />

«I movimenti per la pace non<br />

possono essere inquadrati in<br />

un apparato permanente e con<br />

<strong>di</strong>rigenti che per professione fanno i pacifisti. La<br />

Marcia deve nascere da un sentimento spontaneo,<br />

altrimenti porta solo al partitismo».<br />

Il riferimento del senatore è alle ban<strong>di</strong>ere rosse e<br />

<strong>di</strong> Che Guevara che sventolano durante il tragitto<br />

della Marcia...<br />

«Anche i frati del Sacro Convento <strong>di</strong> San Francesco<br />

e la stessa Assisi sono strumentalizzati, non c’entrano<br />

nulla con lo spirito <strong>di</strong> Capitini. E questa confusione<br />

degenera in un manifesto politico».<br />

Quali suggerimenti per il futuro?<br />

«Sciogliere la Tavola della pace e lasciare tutto allo<br />

spontaneismo. Oppure creare un comitato che si<br />

occupi solo dell’organizzazione della marcia e a cui<br />

possano partecipare tutti».<br />

V.A.<br />

FLAVIO LOTTI MAURIZIO RONCONI<br />

PAROLA DI<br />

ALDO CAPITINI<br />

«I nostri ideali non<br />

derivano dai fatti, ma<br />

tendono ad essi, a<br />

mo<strong>di</strong>ficarli, a innalzarli<br />

e se questi non<br />

rispondono subito e si<br />

volgono ostilmente, la<br />

coscienza resta viva<br />

ad aver ragione, pur<br />

vedendo rinviate le<br />

scadenze credute<br />

prossime.<br />

Non c’è situazione<br />

avversa in cui non<br />

resti sempre qualche<br />

cosa da fare.<br />

L’essenza del nostro<br />

migliore agire è dare,<br />

senza sempre e subito<br />

chiedere».<br />

(Aldo Capitini,<br />

“Aggiunta religiosa all’opposizione”,<br />

Firenze, 1958).<br />

consiglio <strong>di</strong> sicurezza a<br />

nuovi Paesi (Brasile,<br />

Germania, Giappone,<br />

In<strong>di</strong>a) e l’altra, sostenuta<br />

dal governo italiano,<br />

che vorrebbe delle rappresentanze<br />

regionali - la Tavola si <strong>di</strong>ce più favorevole<br />

alla seconda, ma rimane convinta che il punto principale<br />

sia un altro. «La <strong>di</strong>atriba, in questi termini, rischia<br />

<strong>di</strong> essere improduttiva», <strong>di</strong>cono. «Occorre escludere<br />

il <strong>di</strong>ritto <strong>di</strong> veto» per costruire un’organizzazione<br />

che sia il più possibile democratica.<br />

Ma non tutti sono contenti dell’impronta che la Tavola<br />

ha impresso sulla Marcia per la pace. Dai tempi<br />

<strong>di</strong> Capitini, infatti, molto è cambiato e la manifestazione<br />

è sempre più spesso avvolta dalle polemiche. Il<br />

motivo? La politica, ovviamente. Perché la Tavola, <strong>di</strong>cono<br />

i critici, è troppo spostata a sinistra ed egemonizza<br />

l’iniziativa, lasciando poco spazio agli altri soggetti.<br />

Il Centro Internazionale per la Pace fra i Popoli<br />

<strong>di</strong> Assisi, ad esempio, non partecipa alla Marcia proprio<br />

per questo motivo. Il presidente Gianfranco Costa<br />

è molto critico: «Non siamo mai stati messi in con<strong>di</strong>zione<br />

<strong>di</strong> <strong>di</strong>scutere attorno a un tavolo. La Tavola per<br />

la pace nasce con un peccato originale». L’eccesiva politicizzazione,<br />

appunto. Troppe, a detta dei critici, le<br />

ban<strong>di</strong>ere rosse e le facce <strong>di</strong> Che Guevara che sventolano<br />

durante il corteo. Al punto che il comune <strong>di</strong> Assisi,<br />

guidato da una giunta <strong>di</strong> centrodestra, ha deciso<br />

negli ultimi anni <strong>di</strong> non aderire più alla Marcia. Ma<br />

la Tavola respinge le accuse <strong>di</strong> Costa: «Il Centro Internazionale<br />

per la Pace fra i Popoli ha partecipato più<br />

volte alle nostre iniziative e per loro la porta resta sempre<br />

aperta».<br />

Polemiche archiviate, o soltanto rinviate fino alla<br />

prossima Marcia?<br />

ANDREA BOVIO


IINNCCHHIIEESSTTAA<br />

Santuzza e Fede sembrano nate con l’ago e il filo<br />

in mano. Hanno <strong>di</strong>ta abilissime e occhi allenati<br />

a fissare millimetrici fori nel tulle. Mentre animano<br />

il tessuto <strong>di</strong> fiori e geometrie, tentano <strong>di</strong> or<strong>di</strong>nare<br />

i ricor<strong>di</strong> <strong>di</strong> una vita lunga 83 anni. Stessa età e<br />

passione per il ricamo, stesse origini. Sono nate e vissute<br />

a Panicale, un borgo me<strong>di</strong>oevale umbro sospeso<br />

in cima a una collina, tra due enormi vallate. Qui il<br />

tulle si fa arte millenaria. Con l’“ars panicalensis” hanno<br />

ricamato le loro due movimenatate esistenze.<br />

Santuzza, detta Tina, è <strong>di</strong> poche parole. Al pensiero dei<br />

momenti più tragici gli occhi le <strong>di</strong>ventano liqui<strong>di</strong> per<br />

la commozione. Ma le basta poco per tornare serena:<br />

una nipote che si affaccia sulla porta a salutarla, il calore<br />

della cucina con gli oggetti più<br />

cari. Tina esce raramente, per via<br />

delle gambe doloranti. Non si annoia<br />

però e non si sente sola. A farle<br />

compagnia i tre nipoti, il figlio e<br />

la nuora. Tutti nella stessa grande<br />

casa. «Benché adulti, i mi’ nipoti ‘n<br />

se separano da me. Io l’ho cresciuti»,<br />

<strong>di</strong>ce orgogliosa.<br />

Tina esita ad ammetterlo, ma è<br />

ancora una lavoratrice instancabile.<br />

Metà della sua vita l’ha passata a ricamare.<br />

Oggi continua a confezionare<br />

scialli, centrini, e per giunta i<br />

costumi per le feste del paese. Ha<br />

imparato il mestiere negli anni ‘60,<br />

dalla signora Carlotta, che all’epoca<br />

addestrava decine <strong>di</strong> ragazze. Per lei Carlotta è stata<br />

più <strong>di</strong> un’insegnante. Era la padrona della casa dove<br />

poteva vivere gratis in cambio delle pulizie; era<br />

un’amica, quasi una sorella. Tina a tre<strong>di</strong>ci anni è rimasta<br />

orfana <strong>di</strong> madre; a ventidue ha perso il padre del<br />

bimbo che aveva in grembo, a causa dell’ “ulciola” (ulcera)<br />

che gli è “crepata”dopo il ritorno dalla guerra. Ma<br />

prima che una ricamatrice, Tina è stata una conta<strong>di</strong>na.<br />

In campagna è <strong>di</strong>ventata donna in fretta. Andava<br />

nei campi, custo<strong>di</strong>va il bestiame e la casa. I conta<strong>di</strong>ni<br />

all’epoca sopravvivevano a fatica. Quelle giornate però<br />

le ricorda con nostalgia: «Sarà che la gente aveva voja<br />

de’ sta’ insieme». La trebbiatura, le torte pasquali,<br />

la carne arrostita durante la vendemmia, i falò accesi<br />

sull’aia, alla vigilia delle feste religiose. «Adè ognuno<br />

sta più per conto suo», sospira.<br />

Oggi per Tina non è <strong>di</strong>fficile incrociare i volti del<br />

passato. «In fondo qui te senti sempre a casa. Tutto è<br />

a portata <strong>di</strong> mano e c’è pace. Negli altri posti so’ stata<br />

sempre peggio». Qui la vecchiaia è come una seconda<br />

giovinezza.<br />

La pensa così anche la coetanea Fede. «Me piace tutto<br />

del mi’ paese: il panorama, l’aria pulita. Qua ‘n sento<br />

il peso degli anni, me sento viva, m’illudo d’esse giovane».<br />

Tempo fa, per motivi <strong>di</strong> salute, Fede si era trasferita<br />

nella casa del figlio, a <strong>Perugia</strong>. «Stavo ore alla finestra<br />

a fissà le auto che passavano». In città era un pe-<br />

Gli anziani in Umbria<br />

Sono 187.000 gli over 65, quasi 45.000<br />

gli over 80. La speranza <strong>di</strong> vita è superiore<br />

alla me<strong>di</strong>a italiana: 77 anni gli uomini,<br />

83 anni le donne. (Dati Istat)<br />

STORIA1/ Due ricamatrici over 80 raccontano la loro vita a Panicale<br />

“In paese c’è sempre pace<br />

e gli anni non pesano”<br />

Nella piccola comunità i legami sono sal<strong>di</strong> come certe tra<strong>di</strong>zioni<br />

Fede mostra i suoi lavori in tulle<br />

sce fuor d’acqua. Il figlio e sua moglie al lavoro, i nipoti<br />

a scuola. «La mattina era una guerra, a pranzo il<br />

terremoto. Dopo sparivano tutti». Ha resistito un mese,<br />

poi è tornata nella casa che dà sulla piazza.<br />

Vive da sola, in questo appartamento modesto, in<br />

un antico e<strong>di</strong>ficio che ora ospita americani e gente del<br />

Nord. È l’unica panicalese del palazzo, una delle poche<br />

rimaste in paese dopo il grande esodo del dopoguerra.<br />

Col centro storico colonizzato dagli stranieri,<br />

ora gli abitanti del posto si rivolgono a lei, per un consiglio<br />

o quattro chiacchiere. Fede qui è un’istituzione,<br />

conosce la storia e i segreti <strong>di</strong> ogni famiglia. Snocciola<br />

nomi e aneddoti con luci<strong>di</strong>tà. L’arte del narrare<br />

l’ha affinata insieme a quella del ricamo e del cucito,<br />

nella sartoria del marito Carlino. La sua bottega era un<br />

salotto aperto sulla piazza: tutti lo<br />

frequentavano. Così Fede ha imparato<br />

a stare tra la gente, ad archiviare<br />

racconti, a commentare stravaganze.<br />

«Amo stare in compagnia»,<br />

<strong>di</strong>ce. La piazza è stata sempre al<br />

centro della sua vita e lei ne è l’anima.<br />

Ci passa tutte le sere d’estate e<br />

se salta l’appuntamento, gli amici<br />

la raggiungono a casa. «Ci piace sedere<br />

in piazzetta - spiega sorridendo<br />

-, quando ci sfilano le persone<br />

davanti, semo come le pecore: salutamo<br />

tutti assieme con un cenno<br />

del capo». Ma ora il borgo si sta<br />

spopolando. «Una volta non mi bastavano<br />

le se<strong>di</strong>e per la gente che c’era. Qui se sonava<br />

e ballava». Le feste erano tante, un modo come un altro<br />

per resistere alla miseria, erano il collante della comunità.<br />

La Castagnata e la Festa dell’uva esistono ancora.<br />

«Tutto sommato qualcosa s’è conservato».<br />

Ma i cambiamenti non hanno intaccato l’ilarità <strong>di</strong><br />

Fede. Lei accoglie il tempo col sorriso. È serena e senza<br />

rimpianti. Tanti sacrifici, ma anche parecchie gratificazioni.<br />

Ricama da 70 anni ed ora è la regina dell’ars<br />

panicalensis. Con orgoglio mostra foto, riconoscimenti,<br />

centrini appesi alle pareti. I suoi lavori sono<br />

venduti perfino in America. «A casa mia è venuta persino<br />

la tv», racconta emozionata. «Devo tutto alla mi’<br />

insegnante. Me <strong>di</strong>ceva de ruba’ il mestiere cogli occhi<br />

e de mettece il core». Per un po’ ha tentato <strong>di</strong> insegnare<br />

il mestiere ai giovani, ma pochi erano <strong>di</strong>sposti<br />

a spendere tanto tempo per pochi sol<strong>di</strong>.<br />

I pasti, “la pennichella”, le uscite serali «per riposare<br />

gli occhi», tutta la vita <strong>di</strong> Fede ruota attorno al<br />

tulle. «Sto’ mestiere me dà sod<strong>di</strong>sfazione pure da vecchia,<br />

ei lega alla gente e alla terra che amo. ‘Nin porta<br />

se alla fine la pensione è scarsa». Dalla finestra aperta<br />

la luce entra prepotente, esalta il profilo morbido<br />

del volto. Fede si azzittisce, le rughe si <strong>di</strong>stendono.<br />

«Sapete che qui c’è chi ha passato il secolo? Che <strong>di</strong>te,<br />

sarà per l’aria bona che tira dal lago?». L’ennesima fragorosa<br />

risata. ELENA SCOTONI<br />

UN SUPERNONNO PER AMICO<br />

La mamma è sempre la mamma. Ma i nonni incalzano. Dinamici e pieni <strong>di</strong> vita,<br />

con ruoli rilevanti nelle famiglie <strong>di</strong> oggi. L’identikit del nonno italiano secondo<br />

un’indagine Eurispes-Telefono Azzurro non si <strong>di</strong>stacca molto dai nonni Libero<br />

e Felice della tv, con Lino Banfi e Gino Bramieri sempre pronti ad accu<strong>di</strong>re,<br />

educare, viziare e far ridere i propri nipoti. Con loro i supernonni <strong>di</strong> oggi sanno<br />

stringere rapporti soli<strong>di</strong>ssimi, spesso privi dei contrasti padre-figlio. Dati alla<br />

mano, il 92,7% dei nipoti si sente particolarmente amato dai nonni, l’80% si<br />

sente capito, il 76% fa tesoro delle loro conoscenze ed esperienze <strong>di</strong> vita. Più<br />

sani e meno austeri <strong>di</strong> un tempo i nonni <strong>di</strong> oggi, raggiunta la magra pensione,<br />

spendono volentieri le loro giornate a far le veci <strong>di</strong> padri e madri. Tra i nipoti intervistati,<br />

un 30% si <strong>di</strong>ce trattato con autorità, il 53% sostiene il contrario. Solo<br />

il 27% si confessa "proprio viziato", ma gli altri si allontanano su bici, motorini<br />

o auto regalate loro proprio dai nonni. Li prendono a scuola, li accompagnano<br />

a danza o calcio. Cucinano per loro pranzi succulenti, qualcuno ascolta<br />

i racconti delle prime cotte <strong>di</strong>spensando consigli preziosi, e dalle tasche dei pantaloni<br />

o dalle borsette esce sempre qualche sperato euro.<br />

LAURA TANGHERLINI<br />

Tra i banchi <strong>di</strong> scuola a sessant’anni<br />

L’Università della terza età è presente in tutta<br />

Italia, anche in 32 comuni dell’Umbria dove conta<br />

quasi 7 mila iscritti. 78 le se<strong>di</strong> nella provincia <strong>di</strong><br />

<strong>Perugia</strong>, 53 in quella <strong>di</strong> Terni.<br />

Remo, Nazareno, Giovanni, Giulio e Sergio nel circolo che si sono costruiti nella città francescana<br />

Un circolo autogestito alle porte <strong>di</strong> Assisi e tanta voglia <strong>di</strong> stare ins<br />

Qui si vive m<br />

Nei piccoli centri dell’Umbria, dove tutto è a portata <strong>di</strong> mano, la vecchia<br />

ce siete venute a fa’ qui? La spia?». A<br />

una certa età si è <strong>di</strong>ffidenti. Per espe-<br />

«Che<br />

rienza, quasi per natura. Poi subentra<br />

la curiosità che rende i nonni simili ai nipoti. Gli occhi<br />

azzurri guizzano tra le rughe, e le domande le<br />

fanno loro. Gli anziani del circolo <strong>di</strong> Assisi. Quattro<br />

ragazze, che insieme non hanno gli anni <strong>di</strong> uno solo<br />

dei soci, non si vedono tutti i giorni. Il tono inquisitorio<br />

si addolcisce, il rito delle partitella a tressette<br />

si interrompe e le chiacchiere tra le colline care<br />

a San Francesco scorrono veloci fino al tramonto.<br />

Alla fine saranno loro a chiederci <strong>di</strong> tornare.<br />

Remo attacca bottone per farsi perdonare la <strong>di</strong>ffidenza<br />

iniziale. Ci paragona alle nipoti: hanno tra<br />

i 15 e i 25 anni. «Valentina suona il pianoforte, gliel’ho<br />

comprato io. Non va mai a letto senza darmi la<br />

buonanotte». Gli occhi <strong>di</strong> nonno Remo si fanno più<br />

azzurri. Poi si oscurano alla nota dolente: le pensioni.<br />

In Umbria sono le più basse d’Italia: 15% in meno<br />

della me<strong>di</strong>a. Remo è “fortunato”: ha lavorato 11<br />

anni in Belgio «in miniera, un chilometro e mezzo<br />

sotto terra». Così prende un bel gruzzolo: 3 milioni<br />

al mese. La conta ancora in lire la pensione. I 40<br />

anni <strong>di</strong> lavoro in Italia invece valgono solo 500 euro.<br />

Con quelli il pianoforte a Valentina non ce lo<br />

comprava.<br />

Ma dove ha preso tanto coraggio? «Ma quale coraggio!<br />

S’andava a cercar lavoro per le ragazze. Mica<br />

lo volevano un conta<strong>di</strong>no!». La voce impertinente<br />

si presenta: «Tritone Nazareno, 89 anni. Onora-<br />

to!». Ruba la scena a Remo. «Tutta colpa delle donne!<br />

Quanti bicchier d’acqua mi sò dovuto bere per<br />

star solo con la fidanzata! C’era sempre qualcuno<br />

con noi, la madre, il fratello. L’unico modo per rimanere<br />

soli era chiedere l’acqua. Si stava sempre con<br />

l’orecchio teso. Allora era più bello conquistare le ragazze.<br />

Il tempo era rubato».<br />

Ma dove sono le “ragazze”? Qui <strong>di</strong> signore neanche<br />

l’ombra. Risponde la saggezza popolare. Sono<br />

a casa, a fare le faccende. Così la sera si trova la cena<br />

pronta. Chissà se questi dongiovanni si sono accorti<br />

che le mogli in cucina non ci vogliono stare<br />

più. Meglio i banchi delle 131 aule umbre dell’Università<br />

della Terza età: lì si stu<strong>di</strong>a l’inglese e si impara<br />

a usare Internet, come i nipotini.<br />

Qui non c’è traccia <strong>di</strong> tecnologia. Il circolo è un<br />

prefabbricato solido e spazioso, tutto foderato in legno<br />

e parquet. All’interno tavoli e se<strong>di</strong>e spaiati, dono<br />

<strong>di</strong> qualche albergatore, e un frigo riempito con<br />

le collette dei soci. Che a Natale spe<strong>di</strong>scono biglietti<br />

d’auguri a tutti, in paese. Come per <strong>di</strong>re, ricordatevi<br />

<strong>di</strong> noi. Fuori, il campo <strong>di</strong> bocce per i lunghi<br />

pomeriggi estivi. A destra una stra<strong>di</strong>cciola <strong>di</strong> campagna.<br />

A sinistra solo colline. Chissà se preferirebbero<br />

vivere in città. Sergio, gilet e occhiali da sole,<br />

partita a bocce lasciata a metà, <strong>di</strong> sicuro no. «Andare<br />

via? E ‘ndo vò? Qui si sta bene! C’è l’aria buona,<br />

il cibo. Prima vivevo al centro d’Assisi. Dal terremoto<br />

del ‘97 ci sò tornato solo due volte. Mica per paura.<br />

È che qui c’ho tutto sotto casa: farmacia, ferra-


Le pensioni in Umbria<br />

Secondo la Cgil sono inferiori del 15% rispetto<br />

alla me<strong>di</strong>a nazionale: solo 535 euro al mese.<br />

Le più basse quelle degli ex coltivatori <strong>di</strong>retti.<br />

Numerose le pensioni <strong>di</strong> invali<strong>di</strong>tà.<br />

La terzà età in Umbria si affronta bene. E non mancano le occasioni per un sorriso in più<br />

eme. Così caldo e solitu<strong>di</strong>ne si affrontano bene. Basta organizzarsi<br />

glio e <strong>di</strong> più<br />

ia non fa paura. La Regione aiuta ma le pensioni sono un po’ bassine<br />

menta, lo spazio per l’auto. E lascio la porta aperta<br />

come settant’anni fa».<br />

Se li ricordano , quegli anni. «Siamo tutti del ‘27.<br />

Grossa annata!». Ridono, si sgomitano. Ma il marinaio<br />

dalla faccia bruciata accanto a me guarda l’orologio<br />

e si alza: la moglie lo aspetta. «È storpia. Se<br />

posso stà qua è perché c’è la badante». Chissà quante<br />

sono le badanti che accu<strong>di</strong>scono i 14 mila anziani<br />

umbri non autosufficienti. Alcune <strong>di</strong> loro hanno<br />

seguito il corso sperimentale che la Asl <strong>di</strong> <strong>Perugia</strong> ha<br />

inaugurato ad aprile. Durante le lezioni serali, quelle<br />

signore venute da lontano (perchè badante è quasi<br />

sempre genere femminile, e <strong>di</strong> origine straniera),<br />

hanno imparato ad accu<strong>di</strong>re quei corpi stanchi e malati.<br />

E a tener sveglie menti spesso ancora molto lucide.<br />

Bastano quattro chiacchiere per scacciare via la<br />

solitu<strong>di</strong>ne.<br />

Parlare è vitale anche per chi non ha acciacchi. In<br />

Umbria basta scendere in piazza, affacciarsi al balcone.<br />

Attacar bottone con la <strong>di</strong>rimpettaia, spettegolare<br />

col fruttivendolo con la scusa della spesa: abitu<strong>di</strong>ni<br />

ra<strong>di</strong>cate negli anni, fiorite nei piccoli centri. Coi<br />

figli lontani, è il paese che si stringe attorno ai suoi<br />

anziani. Poi qui il vento spazza via la calura estiva:<br />

non c’è mai l’allarme afa, come a Roma, a Milano,<br />

in città. Lì il rischio per gli anziani è alto: a volte si<br />

muore <strong>di</strong> caldo. Letteralmente. E spesso <strong>di</strong> solitu<strong>di</strong>ne.<br />

Ma qui non c’è problema.<br />

«Si va a mangiare il pesce. A Fano, a Cannara. Poi<br />

ci sono le sagre». Nazareno classe 1916, si alza <strong>di</strong><br />

scatto. Un inchino, una vecchia melo<strong>di</strong>a e parte un<br />

giro <strong>di</strong> valzer. Poi il tango, come ai bei tempi, quelli<br />

delle orchestrine <strong>di</strong> liscio in piazza. Giulio è single<br />

(ai suoi tempi si <strong>di</strong>ceva zitello); per lui i bei tempi<br />

non sono mica “andati”. Sa ancora corteggiare,<br />

non ha perso l’allenamento: mostra la ferita che s’è<br />

fatto cadendo dalla moto. La spalla non lo fa dormire,<br />

ma la cicatrice racconta che “ha vissuto”. Parla <strong>di</strong><br />

Ferrari e, galantuomo, offre da bere “alle signore”.<br />

L’aperitivo esisteva già ‘anta anni fa: si chiamava “cicchetto”.<br />

Giulio svuota il frigo; se lo può permettere: è il tesoriere.<br />

E poi è abbastanza ricco <strong>di</strong> suo. «Io lavoravo<br />

la terra <strong>di</strong> questo qui», ricorda una voce sul portico.<br />

È rimasto in silenzio fin ad ora, Giovanni. Ma<br />

ci tiene a spiegare che qui sono tutti uguali, ex conta<strong>di</strong>ni<br />

ed ex padroni. «Lavoriamo tutti qui. Chi taglia<br />

l’erba, chi lava i bicchieri... E chi piglia le sbornie<br />

tutte le sere!» A ciascuno il suo.<br />

Niente orologio alle pareti, ci si regola col sole che<br />

colora <strong>di</strong> arancione le montagne, e questo scorcio <strong>di</strong><br />

vita in Umbria “a una certa età”. Per Remo, Nazareno,<br />

Giovanni, Giulio e Sergio il tempo dei racconti<br />

è finito. Ancora qualche secondo, un sorriso per<br />

la stampa, e poi a casa, la cena è pronta. Le mogli<br />

aspettano e i mariti, per un attimo, riprendono il piglio<br />

dei trent’anni. «Quant’è tar<strong>di</strong>, chi la sente la<br />

Maria!». Alla fine il vero sesso forte è sempre quello.<br />

Anche ad una certa età.<br />

ALESSIA MARI<br />

In Umbria badanti si <strong>di</strong>venta<br />

La badante è una figura sempre più presente.<br />

A <strong>Perugia</strong> si è appena concluso il primo corso<br />

per badanti organizzato dalla Asl. Tra le materie<br />

insegnate l’assistenza motoria e psicologica.<br />

provato a Villa Biribì? Se non lo trovi<br />

lì <strong>di</strong> sicuro è al bar». Rispondono<br />

«Hai<br />

tutti così quando si domanda dov’è<br />

Ennio, in arte Biribì. La villa che porta il suo nome<br />

è una roulotte parcheggiata da vent’anni sul ciglio<br />

<strong>di</strong> un incrocio panoramico e poco trafficato. Una<br />

strada porta verso il Subasio, un’altra lambisce le pen<strong>di</strong>ci<br />

della Rocca e scende a valle, un’altra ancora entra<br />

dritta dentro Assisi oltrepassando la soglia millenaria<br />

<strong>di</strong> Porta Perlici. Tre strade, i confini del mondo<br />

<strong>di</strong> Biribì. Un mondo in<br />

cui tutti indossano un soprannome<br />

quasi come fosse<br />

un titolo nobiliare.<br />

È vero, Ennio è al bar.<br />

Accanto a lui c’è il treppie<strong>di</strong><br />

che lo accompagna nelle<br />

brevi passeggiate quoti<strong>di</strong>ane.<br />

Lo ha abbellito con<br />

due rose <strong>di</strong> plastica color<br />

arancio, perché lui al decoro<br />

ci tiene. Ed è orgoglioso.<br />

Terribilmente orgoglioso.<br />

Guai a pagare per lui al<br />

bar. La cameriera ormai lo<br />

ha imparato e lancia occhiate<br />

per <strong>di</strong>ssuadere chi<br />

tenta in buona fede <strong>di</strong> offrirgli<br />

un aperitivo. Ha rifiutato<br />

una casa, una casa<br />

vera, figurarsi se non è in<br />

grado <strong>di</strong> rifiutare un aperitivo.<br />

Soprattutto non capisce<br />

perché tutta questa curiosità<br />

per uno che vuol vivere<br />

in roulotte. Racconta<br />

che all’indomani del terremoto<br />

che colpì Assisi nel<br />

1997 sentì bussare alla<br />

“villa” la troupe <strong>di</strong> un telegiornale<br />

nazionale. La<br />

giornalista, guardandolo<br />

con occhi pieni <strong>di</strong> commozione<br />

e credendolo uno<br />

sfollato, gli puntò il microfono contro chiedendo:<br />

«Da quante notti dorme in roulotte?», «Da cinquant’anni!»<br />

rispose lui, che verosimilmente era stato<br />

l’unico a non temere per quella calamità. Del resto<br />

non aveva niente da perdere.<br />

Eppure per un paio <strong>di</strong> anni la roulotte l’ha abbandonata<br />

credendo più consona una casa <strong>di</strong> riposo. Un<br />

fallimento. «All’ospizio si <strong>di</strong>venta scemi». Non sopportava<br />

<strong>di</strong> essere trattato come un bambino e poi<br />

«avevo delle coperte spagnole e una giacca <strong>di</strong> renna<br />

con le frange. Me le hanno buttate via perché sapevano<br />

<strong>di</strong> muffa». Un delitto. Tutti ad Assisi si ricordano<br />

<strong>di</strong> quando Biribì indossava la sua giacca da cow<br />

boy che faceva molto John Wayne. Avergliela butta-<br />

IINNCHHIIEESSTTAA<br />

STORIA 2/ Un passato avventuroso, poi una vita ai margini. Ora più che mai<br />

Biribì: «Meglio soli<br />

che male accompagnati»<br />

Ha lasciato l’ospizio per tornare in roulotte, la sua casa da 50 anni<br />

In alto Ennio detto Biribì, sotto la roulotte<br />

ta via, anche se con le migliori intenzioni, è stato come<br />

strappargli <strong>di</strong> dosso la sua identità. Un buona ragione<br />

per andar via da quel posto, sbattendo la porta.<br />

Biribì, neanche settant’anni, è praticamente solo,<br />

ha una sorella e un nipote <strong>di</strong> cui non si fida e una figlia<br />

che non vede da anni. Ma i suoi ricor<strong>di</strong> sono affollati<br />

<strong>di</strong> personaggi strampalati, felliniani. Nelle<br />

pause fra un <strong>di</strong>scorso e l’altro fa per accendersi una<br />

sigaretta. Impugna l’accen<strong>di</strong>no poi <strong>di</strong> colpo sopraggiunge<br />

un ricordo. E ricomincia<br />

a parlare.<br />

Da ragazzo lavorava con<br />

una zia in quello che lui<br />

chiama “circo”, in realtà si<br />

trattava del luna park dell’EUR,<br />

a Roma. Altri tempi,<br />

quando le montagne<br />

russe erano <strong>di</strong> legno e andava<br />

forte il “muro della<br />

morte”, l’esibizione spericolata<br />

dei motociclisti. Lui<br />

era uno <strong>di</strong> questi. Una volta<br />

gli scoppiò la gomma<br />

della ruota e ci rimise un<br />

occhio. Le lenti spesse e<br />

impietose degli occhiali ingigantiscono<br />

la menomazione.<br />

Di quel periodo Ennio<br />

si porta <strong>di</strong>etro un accento<br />

vagamente romanesco<br />

e due cicatrici. Una al<br />

braccio, il patto <strong>di</strong> sangue<br />

con una gitana, Franca,<br />

una specie <strong>di</strong> matrimonio.<br />

Un’altra circolare sul torace,<br />

quando Franca gli ha<br />

sparato accecata dalla gelosia.<br />

Un amore che ha lasciato<br />

il segno, letteralmente.<br />

Si tira su un lembo<br />

della camicia, la cicatrice<br />

c’è. «Lo giuro, non potessi<br />

fumarmi ‘sta sigaretta».<br />

E intanto la sigaretta è ancora là, fra le <strong>di</strong>ta consumate,<br />

che aspetta <strong>di</strong> essere accesa. Poi il racconto<br />

dei viaggi in Spagna, in Grecia, in mezza Europa,<br />

sempre con il circo, sempre in roulotte. Uno che ha<br />

saputo <strong>di</strong>re <strong>di</strong> no alla como<strong>di</strong>tà per essere libero non<br />

poteva finire i suoi giorni nel letto <strong>di</strong> in una casa <strong>di</strong><br />

riposo. «Lì si mangia tutti i giorni il riso in bianco.<br />

Io o<strong>di</strong>o il riso in bianco». La verità è che Ennio è un<br />

nomade e il posto dove morire vuol deciderlo lui.<br />

Questa volta la sigaretta la accende. Aspira una<br />

boccata profonda, poi insegue con lo sguardo i <strong>di</strong>segni<br />

che il fumo traccia nell’aria. Èora <strong>di</strong> rincasare<br />

a villa Biribì.<br />

FRANCESCA ROMANA ELISEI<br />

COI NIPOTI RISATE E POESIE<br />

Armando e Upina sono una coppia alla Vianello-Mondaini. Sopratutto però sono<br />

due nonni. Cinque nipoti, dai quattro ai ventitre anni. Lui, il romantico <strong>di</strong> casa,<br />

amante del ballo e della poesia in cui spesso si cimenta. Lei, un passato in<br />

filanda, preferisce le faccende domestiche, i mo<strong>di</strong> schietti e le risate . Non sono<br />

nonni da smancerie nè da “paghette facili”. Sono nonni sempre pronti al rimprovero,<br />

ma che in assenza dei loro ragazzi li <strong>di</strong>pingono come i migliori del mondo.<br />

Sono quei nonni da cui i nipoti più piccoli si precipitano dopo la scuola. Il<br />

motivo per cui la nipote che stu<strong>di</strong>a fuori torna nel weekend. Sua nonna l’ha cresciuta,<br />

allattandola con il biberon. «La più grande per anni mi ha chiamato<br />

mamma» racconta orgogliosa. Ora i loro momenti insieme sono fatti <strong>di</strong> gran<strong>di</strong><br />

risate, perchè Upina con il suo <strong>di</strong>aletto, le sue parole storpiate ed i suoi mo<strong>di</strong><br />

non può non suscitarle. O degli aggiornamenti sul “fidanzato”: ogni volta Armando<br />

e Upina sono i primi cui va presentato. Risate anche quando deride suo<br />

marito, che a suo <strong>di</strong>re si ri<strong>di</strong>colizza a voler fare l’artista. Ecco allora che Armando<br />

<strong>di</strong> nascosto fa leggere alla nipote le sue poesie. Ogni volta lei si commuove.<br />

E capisce che quei due nonni sono il suo più grande tesoro.<br />

L.T.


8<br />

L’arte figurativa ha sempre avuto molto spazio al<br />

Festival <strong>di</strong> Spoleto. Mentre gran<strong>di</strong> scenografi<br />

come Henry Moore realizzavano gli sfon<strong>di</strong> per<br />

l’opera, scultori del calibro <strong>di</strong> Arnaldo Pomodoro<br />

esponevano il loro lavoro nelle piazze, in mezzo alla<br />

gente. Molti <strong>di</strong> loro hanno lasciato il segno in una galleria<br />

particolare, quella dei manifesti che ogni estate<br />

annunciano il nuovo Festival. La serie storica degli autori<br />

è un lungo elenco <strong>di</strong> pesi massimi dell’arte novecentesca.<br />

Provengono dall’Europa e dall’America, come<br />

nello spirito del Festival.<br />

Nel 1964 il fotografo canadese Roloff Beny<br />

(1924-1984) interpreta perfettamente l’idea della fusione<br />

tra Spoleto e il Festival. La sua locan<strong>di</strong>na mostra<br />

una figura umana che scopre un sipario, sovrastata dagli<br />

archi gotici del Duomo.<br />

Nel poster del 1969 troviamo Saul Steinberg,<br />

pittore e scultore nonché decennale illustratore del<br />

New Yorker. Steinberg aveva un forte interesse per le<br />

maschere, ne produceva in quantità. Sono maschere<br />

gli atteggiamenti della gente, ma anche gli stili pittorici.<br />

Normale per lui legare questo concetto alla prassi<br />

del teatro.<br />

Lo scultore Giacomo Manzù realizza la locan<strong>di</strong>na<br />

per il 1970. Nonostante il suo interesse per la lavorazione<br />

del bronzo (celebri i suoi portali) si occupò<br />

anche <strong>di</strong> scenografia per opere <strong>di</strong> Stravinskij, Ver<strong>di</strong><br />

e Wagner. Il suo contributo per il Festival è un’illustrazione<br />

dalle forme leggere e dai colori dai colori<br />

vivaci, che contrasta con la solennità plumbea delle<br />

sue sculture.<br />

Un celebre artista umbro firma il manifesto del<br />

1973. È Alberto Burri, lo sperimentatore delle<br />

“muffe” e dei “sacchi”, artista saldamente legato al lin-<br />

CULTURA E SOCIETÀ<br />

1964: ROLOFF BENY 1969: SAUL STEINBERG<br />

1970: GIACOMO MANZÙ<br />

1973: ALBERTO BURRI<br />

Spoleto capitale dell’arte dei due mon<strong>di</strong>, ogni<br />

estate dal 1958. Quell’anno Luchino Visconti<br />

porta in scena Macbeth <strong>di</strong> Ver<strong>di</strong>, <strong>di</strong>rige il maestro<br />

Thomas Schippers. Una serata magica. Si <strong>di</strong>ce che<br />

da allora le streghe <strong>di</strong> Macbeth non abbiano mai lasciato<br />

la Rocca.<br />

Tutto nasce da un’idea del compositore Gian Carlo<br />

Menotti: trovare una città italiana per mettere in<br />

scena il meglio delle culture europea e americana. Menotti<br />

è varesino, ma cresce e si afferma negli Stati Uniti:<br />

nel 1937 l’esor<strong>di</strong>o al Metropolithan Theatre <strong>di</strong><br />

New York, poi una lunga<br />

serie <strong>di</strong> composizioni. Nel<br />

1950 il successo dell’opera<br />

Il Console gli vale una<br />

copertina su Time e il Pulitzer<br />

per la musica.<br />

Nel 1958 Menotti sceglie<br />

Spoleto per il suo Festival<br />

dei Due Mon<strong>di</strong>. Serve<br />

una città ricca <strong>di</strong> bellezze, e<br />

soprattutto senza traffico.<br />

Bisogna recuperare il Teatro<br />

Caio Melisso, ci pensa<br />

Menotti a proprie spese.<br />

Si inaugura così la galleria<br />

spoletina <strong>di</strong> arte totale:<br />

lirica e danza soprattutto,<br />

poi prosa e poesia, arti figurative<br />

e cinema .I testi sono<br />

rigorosamente in lingua originale e non ci si accontenta<br />

dei due mon<strong>di</strong>, si accolgono autori e opere da ogni<br />

continente. Il cartellone è sempre innovativo, nei contenuti<br />

e nelle forme. L’architettura <strong>di</strong> Spoleto si fonde<br />

meravigliosamente con l’arte delle avanguar<strong>di</strong>e. I classici<br />

vengono rivisitati in forma sperimentale, mentre le<br />

novità lasciano sempre il segno. Per esempio, l’opera<br />

Bella Ciao, una rilettura <strong>di</strong> canzoni partigiane che agita<br />

il <strong>di</strong>battito nell’estate del 1964. Oppure quella Conversazione<br />

continuamente interrotta <strong>di</strong> Flaiano interpretata<br />

nel 1972 da Cochi e Renato, allora comici televisivi<br />

sulla cresta dell’onda. Passano per Spoleto il prin-<br />

guaggio astratto. La sua ricerca si è espressa attraverso<br />

tutti i materiali possibili: un esploratore, in sintonia<br />

con lo spirito <strong>di</strong> innovazione del Festival. Una ricca<br />

mostra ha recentemente ricordato Burri nella sua<br />

Città <strong>di</strong> Castello.<br />

L’anno seguente compare l’olandese Willem De<br />

Kooning. Trapiantato negli Usa, fu tra i fondatori<br />

della corrente dell’Espressionismo Astratto. Famose le<br />

sue serie <strong>di</strong> Donne e <strong>di</strong> Paesaggi.<br />

Si <strong>di</strong>ce che la locan<strong>di</strong>na più ammirata sia quella realizzata<br />

nel 1977 dall’illustratore belga Jean-Michel<br />

Folon. Le sue tinte morbide e sfumate sono apparse<br />

sul New Yorker e su Esquire. Folon ha un forte legame<br />

con l’Italia. Oltre alle sue esposizioni spoletine, si<br />

ricordano lavori per imprese come la Snam e la Olivetti.<br />

Celebri le sue illustrazioni per romanzi, come La<br />

metamorfosi <strong>di</strong> Kafka, ma anche i lavori <strong>di</strong> scultura.<br />

La storia e le novità del Festival ideato da Gian Carlo Menotti<br />

<strong>2005</strong>, «scoperte e sorprese»<br />

cipe Rudolf Nureyev e i migliori balletti del mondo.<br />

Ovviamente, c’è il meglio del teatro italiano: Dario Fo,<br />

Carmelo Bene, Giorgio Albertazzi e molti altri. Registi<br />

<strong>di</strong> cinema come Roman Polanski e Louis Malle si<br />

prestano volentieri alla lirica, ma solo a Spoleto. Lo<br />

stesso Menotti, che cura il Festival in ogni dettaglio,<br />

<strong>di</strong>rige molte serate offrendo il suo ricco repertorio. Presto<br />

nasce la Settimana della poesia, che ospita i maggiori<br />

autori del Novecento: Ezra Pound, Allen Ginsberg,<br />

Pier Paolo Pasolini, Giuseppe Ungaretti. Poi spettacoli<br />

<strong>di</strong> marionette, esposizioni <strong>di</strong> scultura all’aria aperta.<br />

Più recentemente prendono<br />

vita sezioni de<strong>di</strong>cate alla<br />

scienza e all’attualità,<br />

con ospiti <strong>di</strong> massimo livello<br />

dal mondo scientifico<br />

e giornalistico. Nel 1998 si<br />

insinua il virus del jazz,<br />

grande successo per Betty<br />

Carter. Nel 1994 Menotti<br />

lascia la conduzione del Festival<br />

al figlio Francis. Anche<br />

quando il budget non<br />

è immenso, la selezione<br />

delle proposte è sempre ottima.<br />

Per l’estate <strong>2005</strong> (dall’1<br />

al 17 luglio) il Festival si<br />

consacra a “Scoperte e sorprese”.<br />

Il programma assicura<br />

l’imprevisto in ogni momento. L’inaugurazione<br />

toccherà il 2 luglio all’Orchestra Nazionale del Belgio<br />

<strong>di</strong>retta da Mikko Frank. Per l’opera, la prima è il 12<br />

luglio: Sosarme re <strong>di</strong> Me<strong>di</strong>a ossia Fernando re <strong>di</strong> Castiglia<br />

<strong>di</strong> Haendel, <strong>di</strong>rettore Alan Curtis, regista Jacob<br />

Peters-Messer. Un omaggio allo scenografo Bruno Rubeo<br />

attraverserà le sezioni <strong>di</strong> cinema e arte. Per la sezione<br />

<strong>di</strong> prosa l’attrice Andrea Jonasson reciterà testi<br />

<strong>di</strong> Rainer Maria Rilke in italiano e tedesco. Josè Manuel<br />

Carreno animerà le serate <strong>di</strong> danza, mentre per<br />

Spoleto Jazz arriverà il batterista Carl Allen.<br />

F M.<br />

GIUGNO <strong>2005</strong><br />

Due Mon<strong>di</strong> in un manifesto<br />

Da Folon a Mirò, passando per Manzù e Burri. Dal 1958 gli artisti più celebri interpretano le locan<strong>di</strong>ne del Festival <strong>di</strong> Spoleto<br />

1974: WILLEM DE KOONING<br />

1977: JEAN-MICHEL FOLON<br />

GIANCARLO MENOTTI, COMPOSITORE E IDEATORE DEL FESTIVAL<br />

DEI DUE MONDI<br />

Nel 1981 tocca al surrealista Jean Mirò. Per l’artista<br />

il contatto con il mondo del teatro non è una novità,<br />

aveva già collaborato con l’impresario <strong>di</strong> balletto<br />

Sergei Diaghilev. Il suo stile è inconfon<strong>di</strong>bile, geometrico<br />

e al tempo stesso fluido, ricco <strong>di</strong> colori primari:<br />

la sua illustrazione per il Festival ne è un ottimo<br />

esempio.<br />

Infine, il manifesto per l’e<strong>di</strong>zione <strong>2005</strong> è a cura <strong>di</strong><br />

Demetrios Psillos, inglese <strong>di</strong> origine cipriota, non<br />

solo pittore ma anche realizzatore <strong>di</strong> installazioni cartacee.<br />

Nato nel 1967, inizia a lavorare per gran<strong>di</strong> firme<br />

nel settore della moda, poi passa definitivamente<br />

alla pittura. Anche lui ha creato illustrazioni per il<br />

New Yorker e altre testate americane. Arrivederci<br />

Spoleto all’anno prossimo, per un altro capolavoro<br />

murale.<br />

1981: JEAN MIRÒ<br />

<strong>2005</strong>: DEMETRIOS PSILLOS<br />

FRANCESCO MINCONE


GIUGNO <strong>2005</strong> CULTURA E SOCIETÀ 9<br />

Le piccole librerie sono in crisi per colpa del carovita e della grande <strong>di</strong>stribuzione. «Bisogna specializzarsi per non scomparire»<br />

Libri, forse si volta pagina<br />

Secondo l’Istat aumentano i lettori, ma siamo ancora in<strong>di</strong>etro rispetto all’Europa. L’Umbria resta sotto la me<strong>di</strong>a nazionale<br />

La metà degli Italiani ha scritto un libro e l’altra<br />

metà non ne ha mai letto uno. La frase (Ernest<br />

Hemingway) è del secolo scorso, ma va<br />

benissimo anche per il presente: gli italiani leggono<br />

poco. Il Salone del Libro <strong>di</strong> Torino ha offerto come<br />

ogni anno l’occasione per fare il punto della situazione.<br />

Risultato: il mercato e<strong>di</strong>toriale del nostro Paese<br />

resta uno dei più ristretti d’Europa (<strong>di</strong>etro <strong>di</strong> noi solo<br />

Grecia e Portogallo) come rapporto titoli pubblicati/popolazione.<br />

Secondo i dati dell’Istat, a leggere<br />

"almeno un libro non scolastico all’anno" sono circa<br />

29 milioni <strong>di</strong> persone al <strong>di</strong> sopra dei 6 anni, il 41,4%<br />

della popolazione. Contando anche i lettori definiti<br />

"morbi<strong>di</strong>" (cioè chi legge esclusivamente narrativa rosa,<br />

gialla ecc.) - che sono il 10,8% della popolazione<br />

- allora gli italiani che leggono almeno un libro all’anno<br />

sono poco più <strong>di</strong> uno su due (52,2%). Pochini, in<br />

effetti.<br />

Tuttavia una novità c’è: un incremento dei lettori<br />

del 2,5% rispetto al 2002. Non molto, ma è già qualcosa;<br />

anche perché il trend è duraturo. Nel 2003 l’incremento<br />

era stato dell’1,1%. Segnali positivi dopo<br />

la crisi del ‘98-’99.<br />

Cercando una spiegazione, viene in mente la "novità"<br />

dei libri allegati ai quoti<strong>di</strong>ani. Ma non corriamo.<br />

Si tratta certamente <strong>di</strong> un fenomeno che, a partire<br />

dal 2002, è stato <strong>di</strong>rompente. In quell’anno La<br />

Repubblica e Il Corriere della Sera hanno venduto 44<br />

milioni <strong>di</strong> libri, pari a quasi la metà dei testi venduti<br />

tramite i soliti canali <strong>di</strong> <strong>di</strong>stribuzione. La cifra è cresciuta<br />

l’anno successivo a 62 milioni <strong>di</strong> copie.<br />

«È vero, la richiesta delle collane <strong>di</strong> libri è forte -<br />

<strong>di</strong>ce Francesco, e<strong>di</strong>colante <strong>di</strong> Ponte S. Giovanni - ma<br />

si tratta soprattutto <strong>di</strong> enciclope<strong>di</strong>e o collane <strong>di</strong> classici».<br />

Stessa opinione cambiando giornalaio: la signora<br />

Paola, <strong>di</strong> Ponte Felcino: «Secondo me si tratta <strong>di</strong><br />

puro collezionismo, per quanto riguarda le enciclope<strong>di</strong>e.<br />

Nell’ambito della narrativa, vanno bene le fiabe<br />

e i libri per ragazzi. Anche i gialli <strong>di</strong> Repubblica<br />

hanno avuto successo».<br />

I dati in merito al fenomeno sono <strong>di</strong>scor<strong>di</strong>. Secondo<br />

un’indagine dell’Ufficio Stu<strong>di</strong> dell’Associazione<br />

Italiana Librai, nel 2003 mezzo milione <strong>di</strong> persone ha<br />

acquistato libri esclusivamente in e<strong>di</strong>cola. Per la<br />

Mondadori, i "nuovi lettori" sarebbero ad<strong>di</strong>rittura vicini<br />

al milione. Troppi per accordarsi al piccolo aumento<br />

rilevato dall’Istat: probabilmente, chi compra<br />

in e<strong>di</strong>cola compra normalmente anche in libreria. In<br />

genere si tratta <strong>di</strong> persone tra i 40 e i 60 anni, che vogliono<br />

crearsi una piccola biblioteca in casa, magari<br />

per i figli in età scolare.<br />

I giornalai non devono quin<strong>di</strong> spaventare troppo<br />

Metti una domenica pomeriggio a sgomitare<br />

in una fila per arrivare alle fine all’agognato<br />

piatto <strong>di</strong> salsicce e fagioli. Nei fine<br />

settimana, ma non solo, i pittoreschi centri storici <strong>di</strong><br />

piccole località si popolano <strong>di</strong> bancarelle, stand e gazebo<br />

improvvisati per celebrare un prodotto enogastronomico<br />

che ben rappresenta quella terra e le sue<br />

ra<strong>di</strong>ci culturali. Ma soprattutto per venderlo a decine<br />

<strong>di</strong> turisti attratti dal gusto o dal semplice piacere<br />

<strong>di</strong> una gita fuori città.<br />

La cultura delle sagre paesane continua a vivere,<br />

in maniera particolare in Umbria, dove pare non esista<br />

una stagione privilegiata per questo tipo <strong>di</strong> manifestazioni,<br />

che praticamente si svolgono per tutto<br />

l’anno senza sosta. Naturalmente tartufo e torta al testo,<br />

e poi lumaca, fungo, rucola, gnocchi e in autunno<br />

le immancabili castagne, con tanto <strong>di</strong> vino. E per<br />

chi non riesce a scindere il piacere per la buona tavola<br />

dal credo politico, ecco la sagra della patata rossa<br />

ad agosto o quella del sedano nero a ottobre. Proprio<br />

a fine giugno, invece, il centro storico <strong>di</strong> Corciano<br />

sarà teatro della rassegna “Pane in Comune”, con<br />

<strong>di</strong>mostrazione della lavorazione artigianale del pane,<br />

degustazione e un ricco programma <strong>di</strong> spettacoli folcloristici.<br />

La bella favola delle sagre <strong>di</strong> paese nasconde però<br />

un lato oscuro, fatto <strong>di</strong> centri storici presi d’assalto e<br />

i librai. Bisogna poi vedere se le opere allegate ai giornali<br />

vengono effettivamente lette.<br />

Di certo a guadagnare sono stati gli e<strong>di</strong>tori <strong>di</strong> libri<br />

e giornali, che in molti casi hanno ripianato i loro bilanci.<br />

E le librerie? «I lettori sono effettivamente aumentati»<br />

conferma Paolo Arcelli, <strong>di</strong>pendente della Libreria<br />

Grande <strong>di</strong> Ponte San Giovanni, provincia <strong>di</strong> <strong>Perugia</strong>.<br />

Con i suoi 500 metri quadrati è forse la più<br />

grande dell’Umbria. «Le donne leggono più degli uomini,<br />

soprattutto nel campo della narrativa». E principalmente<br />

donne sono anche i "lettori forti", ossia<br />

quelli che hanno letto più <strong>di</strong> tre libri nell’ultimo anno;<br />

secondo l’Istat, sono la metà del totale.<br />

Le cifre dell’Istat<br />

Lettori in Italia:<br />

29 milioni sopra i 6 anni<br />

(41% della popolazione).<br />

Incremento dei lettori<br />

rispetto al 2002: 2,5%<br />

In Umbria, i lettori sono il<br />

37% della popolazione<br />

I ragazzi leggono <strong>di</strong> più:<br />

il 64% legge<br />

almeno un libro l’anno<br />

quin<strong>di</strong> insozzati dalle folle <strong>di</strong> turisti, lunghe file alle<br />

casse per uno scontrino e per un piatto ormai freddo,<br />

parcheggi intasati, avventori a stomaco vuoto e innervositi.<br />

Mentre per le mani <strong>di</strong> altre persone passa un<br />

<strong>di</strong>screto giro <strong>di</strong> danaro. Ciò conduce a una precisa<br />

domanda: è ancora visibile quella linea <strong>di</strong> confine tra<br />

l’aspetto caratteristico delle sagre e quello invece legato<br />

al ritorno economico? Una possibile risposta è<br />

legata ovviamente al giro <strong>di</strong> finanziamenti che permette<br />

l’organizzazione <strong>di</strong> una festa <strong>di</strong> paese. Quando<br />

è la Pro Loco <strong>di</strong> turno a farsi carico delle spese iniziali,<br />

allora il<br />

profitto è investitoimme<strong>di</strong>atamente<br />

17/26 giugno<br />

sul territorio, 17/26 giugno<br />

ad esempio<br />

1/10 luglio<br />

per il restauro<br />

<strong>di</strong> un mo- 8/17 luglio<br />

numento o 8/17 luglio<br />

per la crea-<br />

22/31 luglio<br />

zione <strong>di</strong> spazi<br />

e strutture 9/15 agosto<br />

pubbliche. 12/18 agosto<br />

Ma capita 19/28 agosto<br />

anche che<br />

siano i com-<br />

19/28 agosto<br />

«In realtà a farla da padrone sono i bambini e i ragazzi»<br />

sostiene Arcelli. In effetti, il dato dell’Istat lo<br />

conferma: tra i 5 e i 14 anni, il 64% legge almeno un<br />

libro non scolastico all’anno: il 20 percento in più rispetto<br />

ai loro genitori. Alla Libreria Grande il settore<br />

giovani, 80 metri quadrati, è uno dei più curati.<br />

«I libri per ragazzi si vendono sempre bene. Esaurito<br />

il filone aureo degli Harry Potter, il Fantasy resta<br />

il genere più frequentato. Va benissimo una trilogia<br />

scritta da Valeria Troisi per Mondadori, ma anche<br />

Christopher Paolini, un autore francese che ha scritto<br />

la trilogia <strong>di</strong> Eragon». Dalla loro, i libri per gli adolescenti<br />

hanno anche una grafica accattivante e delle<br />

belle illustrazioni.<br />

Il libro allegato ai quoti<strong>di</strong>ani<br />

Nel 2002 vendute<br />

44 milioni <strong>di</strong> copie<br />

nel 2003 salite a 62 milioni.<br />

Ormai rappresentano la metà dei<br />

libri venduti nei canali tra<strong>di</strong>zionali.<br />

Forse un milione<br />

le persone che comprano libri<br />

solo in e<strong>di</strong>cola<br />

Le collane più gettonate:<br />

le enciclope<strong>di</strong>e<br />

Dalle lumache al tartufo alla torta al testo, le mille manifestazioni enogastronomiche dell’Umbria<br />

Sagre, tra<strong>di</strong>zione e business<br />

L’antropologo Giancarlo Baronti: «Così si cerca <strong>di</strong> reinventare l’identità delle piccole comunità»<br />

mercianti o i produttori a fare la parte del leone, e in<br />

quel caso il folklore si fa business.<br />

Giancarlo Baronti, antropologo e titolare della cattedra<br />

<strong>di</strong> Storia delle tra<strong>di</strong>zioni popolari presso l’Università<br />

<strong>di</strong> <strong>Perugia</strong>, è piuttosto scettico sul valore squisitamente<br />

tra<strong>di</strong>zionale delle sagre e delle altre manifestazioni<br />

enogastronomiche: «Spesso le sagre sono<br />

soltanto una reinvenzione della tra<strong>di</strong>zione popolare<br />

<strong>di</strong> un tempo. Certamente propongono la promozione<br />

<strong>di</strong> prodotti locali caratteristici, ma non mancano<br />

ormai casi in cui sono protagonisti prodotti che definirei<br />

esotici<br />

più che strettamentetra-<br />

Balanzano <strong>di</strong>zionali,co- Ponte della Pietra me le crepés<br />

o la birra», e<br />

Collestrada<br />

infatti da Cit-<br />

Capanne tà <strong>di</strong> Castello<br />

Ripa fino alla pro-<br />

Fraticciola S.<br />

vincia <strong>di</strong> Terni<br />

si registra-<br />

S.Egi<strong>di</strong>o no almeno tre<br />

Pianello feste della bir-<br />

S.Andrea ra. «A ciò bisognaaggiun-<br />

S.Lucia<br />

gere-prose- I PRINCIPALI APPUNTAMENTI DELL’ESTATE IN UMBRIA<br />

Sagra dell’ortolano<br />

Sagra degli gnocchi<br />

Sagra <strong>di</strong> Collestrada<br />

Sagra della granocchia<br />

Sagra del tartufo<br />

Sagra spaghetto dei carbonai<br />

Sagra della torta al testo<br />

Sagra del fungo<br />

Sagra della rucola<br />

Sagra dello spaghetto al laghetto<br />

E gli adulti? Arcelli si illumina: «Il Co<strong>di</strong>ce da Vinci<br />

ha trionfato, l’anno scorso abbiamo venduto circa<br />

3000 copie. Più della tiratura me<strong>di</strong>a <strong>di</strong> un libro. E anche<br />

l’opera successiva <strong>di</strong> Dan Brown, Angeli e Demoni,<br />

sta vendendo molto bene». Altri titoli? «Quelli che<br />

sono <strong>di</strong>ventati ormai dei classici: opere <strong>di</strong> Isabel Allende,<br />

Nick Hornby, ma anche <strong>di</strong> giornalisti come<br />

Giampaolo Pansa». Il successo <strong>di</strong> un libro si costruisce<br />

in tv e al cinema, sembrerebbe. «Si, contano molto<br />

le recensioni o i film tratti dai libri. Però molti titoli<br />

hanno successo per il passaparola dei lettori, oppure<br />

per il consiglio del libraio, che conosce bene i<br />

gusti del cliente. Un esempio sono i libri <strong>di</strong> Gianrico<br />

Carofiglio, un magistrato barese autore <strong>di</strong> originali<br />

legal thriller per le e<strong>di</strong>zioni Sellerio. Anche senza<br />

pubblicità stanno vendendo bene».<br />

Segnali incoraggianti, eppure in Umbria i lettori<br />

sono solo il 37% della popolazione, un dato inferiore<br />

alla me<strong>di</strong>a nazionale. Forse la colpa è del sistema<br />

<strong>di</strong> <strong>di</strong>stribuzione. La <strong>di</strong>spersione della popolazione in<br />

piccoli centri non aiuta, una libreria funziona bene<br />

solo se ha una clientela numerosa: in borghi <strong>di</strong> poche<br />

migliaia <strong>di</strong> abitanti è <strong>di</strong>fficile <strong>di</strong>versificare l’offerta.<br />

Inoltre, la <strong>di</strong>stribuzione del materiale, da Milano, Firenze<br />

e Roma è a volte troppo lenta.<br />

Anche a <strong>Perugia</strong> la situazione è <strong>di</strong>fficile. In centro<br />

ha da poco chiuso la Libreria Novecento, una delle<br />

più gran<strong>di</strong>, e anche gli altri librai sono in cattive acque.<br />

«Colpa delle <strong>di</strong>mensioni limitate - sostiene<br />

Gianluca Galli, della Libreria Morlacchi - sotto i 500<br />

metri quadrati un negozio <strong>di</strong> libri incontra forti <strong>di</strong>fficoltà.<br />

L’unica soluzione, per gli esercizi piccoli, è<br />

specializzarsi».<br />

Gli studenti che affollano le vie del centro non sono<br />

dei buoni clienti? Pare proprio <strong>di</strong> no: «Non comprano,<br />

a parte i libri per lo stu<strong>di</strong>o - prosegue - c’è poca<br />

voglia <strong>di</strong> leggere, anche nei giovani. Cercano al<br />

massimo tascabili, opere che si trovano anche in e<strong>di</strong>cola».<br />

La colpa, secondo i librai, è anche del <strong>di</strong>minuito<br />

potere d’acquisto delle famiglie. I primi ad essere<br />

tagliati sono i consumi non essenziali.<br />

Bisogna quin<strong>di</strong> cercare altre strategie. Come ad<br />

esempio la fidelizzazione del lettore: «Organizziamo<br />

incontri <strong>di</strong> presentazione dei libri - spiega Arcelli - e<br />

comunque la nostra libreria è un punto d’aggregazione,<br />

anche se siamo in una posizione <strong>di</strong>fficile da raggiungere.<br />

C’è anche chi ha fatto amicizia qui, tra gli<br />

scaffali».<br />

Galeotto fu il libro e chi lo scrisse. E galeotto, inteso<br />

stavolta come prigioniero (della propria ignoranza),<br />

è soprattutto chi non legge.<br />

LE NORCINERIE, PRODOTTI TIPICI UMBRI<br />

SIMONE TURCHETTI<br />

gue Baronti- che molte sagre sono nate piuttosto <strong>di</strong><br />

recente, siamo nell’or<strong>di</strong>ne della decina d’anni. In ogni<br />

caso rispondono a quel bisogno <strong>di</strong> identità che le piccole<br />

e me<strong>di</strong>e comunità continuano a sentire nonostante<br />

la crisi delle tra<strong>di</strong>zioni». Il punto <strong>di</strong> vista dell’antropologo<br />

è che bisogna necessariamente operare<br />

una <strong>di</strong>stinzione tra le feste popolari realmente tra<strong>di</strong>zionali,<br />

come la storica corsa dei ceri a Gubbio, e le<br />

altre manifestazioni folcloristiche: «Basti pensareconclude<br />

Baronti- che anche il celebre Calen<strong>di</strong>maggio<br />

assisano risale a non più <strong>di</strong> cinquant’anni fa».<br />

GUIDO ARDONE


10<br />

Hanno tra i 25 e i 34 anni, lavorano in maggioranza<br />

nel settore terziario, possiedono<br />

una buona istruzione e preferiscono organizzare<br />

in maniera in<strong>di</strong>pendente le vacanze, da trascorrere<br />

rigorosamente a contatto con la natura, magari<br />

nelle aree protette. Ecco l’identikit degli ecoturisti,<br />

quei visitatori che de<strong>di</strong>cano il tempo libero all’osservazione<br />

e alla valorizzazione della natura e delle<br />

tra<strong>di</strong>zioni culturali. Ogni anno in Italia sono 25<br />

milioni i turisti che visitano le aree protette, con un<br />

incremento me<strong>di</strong>o, negli ultimi 3 anni, che raggiunge<br />

il 20%. E tra i Parchi nazionali più visitati quello<br />

dei Monti Sibillini tra Marche e Umbria. Proprio nel<br />

“cuore verde d’Italia”, nella regione che ha dato i natali<br />

al primo vero “ambientalista”, S. Francesco d’Assisi,<br />

sta aumentando la consapevolezza della conservazione<br />

dei beni culturali e ambientali. Sempre più<br />

spesso i tour operator locali organizzano visite per piccoli<br />

gruppi in modo da minimizzare gli impatti negativi<br />

sull’ambiente e da garantire la salvaguar<strong>di</strong>a delle<br />

aree naturali.<br />

L’Umbria ha otto parchi: uno nazionale, dei Monti<br />

Sibillini, e sette regionali, del Monte Cucco, <strong>di</strong><br />

Colfiorito, del Subasio, del Trasimeno, del Tevere,<br />

del Nera e del Monte Peglia-Selva <strong>di</strong> Meana, per una<br />

superficie complessiva <strong>di</strong> 63 mila 200 ettari, pari al<br />

7,5 per cento del territorio.<br />

La regione delle acque, dei colli e dei monti ha una<br />

CALCIO<br />

Campionato italiano – La<br />

Juventus conquista il suo ventottesimo<br />

scudetto a due giornate dal<br />

termine. Ha totalizzato 86 punti,<br />

lasciando il Milan a quota 79. Terzo e quarto posto<br />

per Inter e U<strong>di</strong>nese. Giocheranno la Coppa Uefa<br />

2006 Sampdoria e Palermo, insieme alla Roma, arrivata<br />

in finale <strong>di</strong> Coppa Italia. Campionato sfortunato<br />

per Brescia e Atalanta, retrocesse matematicamente<br />

in serie B, mentre Parma e Bologna giocheranno il<br />

ritorno dei play off il 18 giugno per rimanere nella<br />

massima serie.<br />

Coppa Italia – Una bellissima punizione <strong>di</strong><br />

Mihajlovic fulmina i giallorossi. L’ Inter, il 15 giugno,<br />

vince per 1 a 0 la finale <strong>di</strong> ritorno e solleva la<br />

coppa nell’affollato sta<strong>di</strong>o <strong>di</strong> San Siro. E i tifosi<br />

nerazzurri, dopo 23 anni, finalmente impazziscono<br />

<strong>di</strong> gioia.<br />

CALCIO FEMMINILE<br />

Europei – Nel girone <strong>di</strong> qualificazione della fase<br />

finale del Campionato Europeo femminile, l’Italia<br />

guidata da Carolina Morace esce dalla competizione<br />

dopo aver subito tre pesanti sconfitte da Francia,<br />

fisionomia ricca <strong>di</strong> contrasti geografici che rendono<br />

il paesaggio movimentato e attraente. E l’odore della<br />

storia trasuda da castelli, casolari e ruderi <strong>di</strong>roccati,<br />

<strong>di</strong>sseminati per le fertili campagne. L’opera architettonica<br />

racconta la vita conta<strong>di</strong>na dei borghi<br />

me<strong>di</strong>oevali. Insomma l’Umbria appare proprio la terra<br />

ideale per progettare gite e giornate da trascorrere<br />

in completo relax, lontano dai retaggi del progresso<br />

tecnologico e in piena armonia con la natura.<br />

L’attenzione verso i temi dell’ambiente è ormai<br />

palpabile. È <strong>di</strong>ffusa la convinzione che la valorizzazione<br />

delle aree naturali protette, quali punti <strong>di</strong> eccellenza<br />

della regione, sia un fattore essenziale per la<br />

crescita economica, culturale e turistica. E anche il<br />

parco <strong>di</strong>venta occasione <strong>di</strong> sviluppo dei comuni marginali<br />

che vivono uno stato <strong>di</strong> progressivo abbandono<br />

e delle zone a rischio spopolamento.<br />

Secondo Eros Quagliarini, responsabile della Sezione<br />

aree naturali protette della Regione Umbria,<br />

infatti, la politica sui parchi<br />

non è più un’attività<br />

residuale: «Dal 2000 a<br />

oggi sono stati fatti notevoli<br />

passi avanti e sono<br />

aumentati i contributi dal<br />

ministero dell’Ambiente.<br />

La Provincia <strong>di</strong> <strong>Perugia</strong><br />

investirà, nel triennio<br />

Germania e Norvegia. La stagione sportiva del calcio<br />

femminile italiano si concluderà con la <strong>di</strong>sputa della<br />

Italy Women’s Cup (la Coppa Uefa sperimentale del<br />

calcio rosa) a partire da domenica 19 giugno.<br />

CICLISMO<br />

Giro d’Italia - La maglia rosa <strong>2005</strong> vola in Val<br />

Seriana : Paolo Savoldelli si aggiu<strong>di</strong>ca l’ottantottesimo<br />

Giro d’Italia, il suo secondo in carriera. Dietro <strong>di</strong><br />

lui sul po<strong>di</strong>o Gilberto Simoni. I mille colori del<br />

Giro: la maglia verde degli scalatori a Josè Rujano.<br />

Quella ciclamino della classifica a punti a Paolo<br />

Bettini. Quella azzurra dell’Intergiro a Stefano<br />

Zanini.<br />

TENNIS<br />

Rafael Nadal – Il <strong>di</strong>ciannovenne spagnolo entra a<br />

pieno <strong>di</strong>ritto nella storia del tennis. Il neo numero 3<br />

del mondo ha vinto la 75ª e<strong>di</strong>zione del Roland<br />

Garros battendo in quattro set l’argentino Mariano<br />

Puerta. Nello stesso anno è riuscito a vincere a<br />

SPORT<br />

Il “cuore verde” d’Italia è in ottima salute: aumentano finanziamenti, progetti e interventi per le aree naturali protette<br />

La nuova sfida dei parchi<br />

La varietà <strong>di</strong> paesaggi, l’estesa rete <strong>di</strong> sentieri, la dolcezza dei rilievi fanno dell’Umbria una delle mete più ambite dagli ecoturisti<br />

Il <strong>2005</strong> dello sport<br />

<strong>2005</strong>-07, più <strong>di</strong> cinque milioni <strong>di</strong> euro per interventi<br />

sull’ambiente. I piani <strong>di</strong> lavoro prevedono la creazione<br />

<strong>di</strong> sentieri escursionistici e <strong>di</strong> parcheggi <strong>di</strong> sosta,<br />

la ristrutturazione <strong>di</strong> strade, il recupero <strong>di</strong> vecchie<br />

strutture, come mulini ad acqua, l’incentivazione<br />

della produzione biologica, la valorizzazione dei<br />

vecchi mestieri, la crescita del turismo ambientale e<br />

<strong>di</strong>dattico e la conservazione delle bio<strong>di</strong>versità presenti<br />

nel territorio».<br />

La promozione delle bellezze naturalistiche, storiche<br />

e culturali dei Parchi e delle aree protette della<br />

nostra regione è stato l’obiettivo <strong>di</strong> una “Guida dei<br />

parchi dell’Umbria” e <strong>di</strong> due documentari sulle aree<br />

naturali. Sono state pubblicate, inoltre, sei carte turistico-escursionistiche<br />

delle aree protette che descrivono<br />

tutta la rete sentieristica aggiornata e in<strong>di</strong>cano<br />

i numerosi itinerari consigliati. L’Umbria si è accaparrata<br />

il primato nazionale nella pubblicazione <strong>di</strong><br />

questi materiali, che oltre a essere informativi, hanno<br />

rilevante valore naturalistico-ambientale<br />

e storico-culturale.<br />

A beneficiare dell’attenzione<br />

verso i temi dell’ambiente<br />

è stata sicuramente<br />

anche la popolazione zootecnica<br />

sul territorio. Ne è<br />

testimonianza il ritorno, a<br />

Tra conferme e nuovi talenti, vincono Juventus, Inter, Savoldelli e Nadal. E c’è chi lancia i nani<br />

Un anno <strong>di</strong> ascese e cadute<br />

Montecarlo, Roma e Parigi. Numeri importanti per<br />

Nadal: è il primo giocatore dopo Mats Wilander a<br />

trionfare al Roland Garros alla prima partecipazione<br />

e il quarto più giovane campione <strong>di</strong> sempre a Parigi.<br />

PALLAVOLO<br />

Serie A maschile – <strong>Perugia</strong> travolto il 15 maggio<br />

nella terza finale scudetto dalla Sisley Treviso, che si<br />

aggiu<strong>di</strong>ca il suo ottavo titolo con un netto 3 a 0.<br />

L’allenatore perugino De Giorgi si mostra comunque<br />

sod<strong>di</strong>sfatto: «Siamo la squadra che è migliorata <strong>di</strong><br />

più» , <strong>di</strong>chiara, ammettendo la sorpresa <strong>di</strong> aver raggiunto<br />

la finale contro ogni pronostico.<br />

ATLETI DISABILI<br />

Tennis – Torino, giugno <strong>2005</strong>: terza e<strong>di</strong>zione del<br />

Torneo internazionale in carrozzina. Il torneo ha<br />

salutato la vittoria del polacco Tadeusz Kruzelnicki<br />

che ha sconfitto in finale l’austriaco Martin Legner<br />

per 6-4 6-4. Per la prima volta al torneo <strong>di</strong> Torino<br />

hanno giocato anche le donne. La migliore è stata la<br />

GIUGNO <strong>2005</strong><br />

quasi due secoli, del cervo sulle montagne dei Sibillini.<br />

Effettuata dal Parco Nazionale nello scorso marzo,<br />

la reintroduzione del grande ungulato europeo,<br />

ha dato il via alla prima fase del progetto <strong>di</strong> riqualificazione<br />

faunistica, iniziato nel 1998, che prevede<br />

anche la conservazione <strong>di</strong> alcune specie rare, come<br />

il lupo.<br />

La campagna <strong>di</strong> informazione e sensibilizzazione<br />

ambientale in Umbria, quin<strong>di</strong>, sta aumentando,<br />

ma, come rivela Eros Quagliarini: «Si potrebbe fare<br />

<strong>di</strong> più. Tutto <strong>di</strong>pende dalle risorse, che rimangono<br />

comunque scarse. A questo si aggiungono i problemi<br />

<strong>di</strong> struttura derivanti soprattutto dalla scarsità<br />

<strong>di</strong> personale stabilmente assunto. Ogni area è gestita<br />

da tre o quattro persone».<br />

Soltanto il Parco <strong>di</strong> Monte Cucco, infatti, è fornito<br />

<strong>di</strong> un centro specifico per l’accoglienza <strong>di</strong> quei<br />

turisti che decidono <strong>di</strong> trascorrere perio<strong>di</strong> prolungati<br />

<strong>di</strong> vacanza a contatto con la natura. Le altre<br />

aree protette offrono strutture adeguate solo per visite<br />

giornaliere.<br />

Breve o lungo che sia, comunque, il tempo libero<br />

è sempre più spesso utilizzato dai turisti per immergersi<br />

nel verde delle dolci colline umbre, dove<br />

già il Santo più naturalista ed ecologo degli ultimi<br />

mille anni passeggiava e pregava, alzando gli occhi<br />

a “Frate Sole”.<br />

NICOLE RAMADORI<br />

giovane e promettente Marianna<br />

Lauro.<br />

Basket – Dall’11 al 18 giugno,<br />

la Nazionale è in raduno a<br />

Giulianova (TE), per ultimare la<br />

preparazione in vista della partecipazione ai<br />

Campionati Europei <strong>di</strong> basket in carrozzina che<br />

prenderanno il via a Parigi il prossimo 22 giugno.<br />

WRESTLING<br />

Campionato europeo – Leghisti contro napoletani.<br />

Sfida tra due eroi nostrani: Capitan Padania,<br />

vestito <strong>di</strong> verde e con una gigantesca P, e Neo<br />

Pulcinella, con canottiera da pizzaiolo e cappuccio<br />

bianco in testa. Scontati i gri<strong>di</strong> <strong>di</strong> battaglia: «Roma<br />

ladrona» per il capitano, «Ca niscuno è fesso!» per il<br />

giullare bianco e nero.<br />

SPORT INCREDIBILI<br />

Lancio del nano – Passatempo nato in Austrialia.<br />

Consiste nel lanciare il più lontano possibile il nano,<br />

munito <strong>di</strong> tuta, casco e protezioni per gomiti e ginocchia,<br />

afferrandolo per due maniglie poste sulla schiena.<br />

Il record vigente appartiene a Jimmy Leonard che<br />

ha lanciato Lenny the Giant alla ragguardevole<br />

<strong>di</strong>stanza <strong>di</strong> 9 metri e 15 centimetri. F.P E N.R.


GIUGNO <strong>2005</strong> SPORT 11<br />

Quest’anno ricorre il centenario del <strong>Perugia</strong> Calcio.<br />

Ilario Castagner, classe 1940 e per 10 stagioni allenatore<br />

dei biancorossi, conosce molto bene la squadra<br />

e la società. È nella sua villa sulla collina <strong>di</strong> Lacugnana.<br />

Gli abbiamo chiesto <strong>di</strong> fare un confronto<br />

tra il calcio moderno e quello del passato. Cosa c’è<br />

<strong>di</strong> simile?<br />

A parte il pallone e gli un<strong>di</strong>ci giocatori che vanno in<br />

campo, è cambiato praticamente tutto. Le squadre sono<br />

<strong>di</strong>ventate società per azioni ed hanno inserito nei<br />

bilanci voci che una volta non esistevano. Si può <strong>di</strong>re<br />

che le televisioni sono <strong>di</strong>ventate “proprietarie” o per<br />

lo meno decidono delle sorti <strong>di</strong> molte società. Se si<br />

pensa che ad esempio squadre come la Juventus prendono<br />

100 milioni <strong>di</strong> euro dalle televisioni, mentre società<br />

<strong>di</strong> provincia ne prendono magari 8, si capisce<br />

la <strong>di</strong>fferenza che possono fare questi introiti per gli acquisti.<br />

Quelle società comprano i migliori giocatori<br />

del mondo, mentre le società <strong>di</strong> provincia sono costrette<br />

a tirare su giovani dal vivaio.<br />

Il modo <strong>di</strong> gestire il calcio che c’è adesso, inoltre, fa<br />

sì che spesso la metà dei giocatori che vengono acquistati<br />

a luglio spariscano poi già a gennaio. Mentre una<br />

volta ogni tifoso sapeva perfettamente a memoria la<br />

formazione, adesso c’è troppo poco tempo per affezionarsi<br />

ai giocatori.<br />

Lei allenò il “<strong>Perugia</strong> dei miracoli”, che nel 1979<br />

chiuse il campionato <strong>di</strong> serie A imbattuto e da vicecampione<br />

d’Italia, alle spalle<br />

del Milan. Quale fu il segreto<br />

del successo <strong>di</strong> quello<br />

squadra?<br />

Quella fu una squadra indovinata<br />

quattro o cinque anni<br />

prima. Quando vincemmo il<br />

campionato <strong>di</strong> serie B e andammo<br />

per la prima volta in A, costruimmo una<br />

squadra quasi completamente nuova. E su quella ossatura<br />

lavorammo poi per gli anni a venire. Arrivammo<br />

ad un certo punto a giocare a memoria. Si costruì<br />

allo stesso tempo un grande calore attorno al <strong>Perugia</strong>.<br />

Team e tifoseria si scambiavano energie, allo sta<strong>di</strong>o.<br />

Ricorda un aneddoto particolare dell’anno dell’imbattibilità?<br />

Ricordo quando uscimmo dallo sta<strong>di</strong>o Dallara <strong>di</strong> Bologna<br />

dopo l’ultima partita <strong>di</strong> campionato, e D’Attoma<br />

mi <strong>di</strong>sse: “Allenato’, guar<strong>di</strong>amoci negli occhi.<br />

Oh, ti sei reso conto che abbiamo fatto qualcosa <strong>di</strong><br />

veramente importante per una squadra <strong>di</strong> provincia?”<br />

Sul pullman, tornando a <strong>Perugia</strong>, ci siamo convinti<br />

che avevamo fatto una stagione che sarebbe poi stata<br />

ricordata per molto tempo.<br />

Che ricordo ha <strong>di</strong> Renato Curi?<br />

Di lui ho un ricordo molto vivo perché è un giocatore<br />

che ho portato io a <strong>Perugia</strong>. Giravo per conto dell’Atalanta,<br />

l’anno prima <strong>di</strong> venire in Umbria. Vi<strong>di</strong><br />

Curi giocare insieme a Vannini e Savoia, nel Como.<br />

Decidemmo <strong>di</strong> portarli giù tutti e tre. Di lui ricordo<br />

innanzitutto i due goal che fece a Verona nella partita<br />

che decise il campionato <strong>di</strong> B (anche se non matematicamente)<br />

a tre giornate dal termine. Consacrandoci<br />

al primo posto, ci portò in A.<br />

Poi ricordo la mattina della partita con la Juventus,<br />

che fu la mattina della trage<strong>di</strong>a, quando morì sul cam-<br />

Pedalano sotto il sole, pedalano su<br />

valichi <strong>di</strong> montagna e tornanti,<br />

sfrecciano intrepide per i comuni<br />

italiani. Sono le donne in bicicletta, sempre<br />

più numerose e appassionate. Un esercito<br />

<strong>di</strong> cicliste macina migliaia <strong>di</strong> chilometri<br />

nelle più prestigiose competizioni accanto<br />

ai colleghi uomini. E come loro, sono<br />

tenaci, competitive con tanta voglia <strong>di</strong><br />

vincere.<br />

Il Team Saccarelli è la prima squadra<br />

umbra tutta al femminile. Nasce a Marsciano,<br />

a 30 chilometri da <strong>Perugia</strong>, nel<br />

2001 da un’idea <strong>di</strong> Lucio Saccarelli che<br />

decide <strong>di</strong> mettere su una squadra <strong>di</strong> quattro<br />

cicliste e <strong>di</strong> farla ruotare intorno alla<br />

campionessa italiana Monia Baccaille, terza<br />

classificata quest’anno al Giro delle<br />

Fiandre. Monia è il capitano della squadra<br />

che oggi conta otto cicliste, cinque professioniste<br />

e tre giovanissime. Lucio Saccarelli<br />

fa il ven<strong>di</strong>tore <strong>di</strong> biciclette a Marsciano.<br />

Fornisce bici per strada e mountain bike a<br />

Ilario Castagner, l’allenatore entrato nella storia del Grifo, svela il segreto del successo<br />

«Il mio <strong>Perugia</strong> dei miracoli»<br />

po. Era stato male tutta la settimana per dei problemi<br />

alla caviglia, e non sapeva se giocare. La mattina<br />

Renato mi <strong>di</strong>sse: “Sento, mister, che farò una grande<br />

partita”...È un ricordo molto particolare.<br />

Lei sognava fin da piccolo <strong>di</strong> fare il calciatore? E se<br />

non avesse sfondato quale sarebbe stato il suo destino?<br />

A cinque, quando vivevo a Vittorio Veneto, mio padre<br />

cominciò a portarmi allo sta<strong>di</strong>o, per cui mi appassionai<br />

subito a questo gioco. Poi era uno sport nel<br />

quale eccellevo, rispetto ai compagni del quartiere. Il<br />

mio sogno già da allora era quello <strong>di</strong> <strong>di</strong>ventare un calciatore<br />

importante. Poi però non sono mai arrivato a<br />

giocare in serie A. Ma avevo alcune qualità: un gran<br />

tiro, un buon colpo <strong>di</strong> testa. Però ho sempre sostenuto<br />

che il Castagner allenatore non avrebbe mai fatto<br />

giocare il Castagner giocatore. Correvo troppo poco<br />

e forse ero 3 o 4 chili in soprappeso.<br />

Comunque mi sono <strong>di</strong>plomato geometra qui a <strong>Perugia</strong>.<br />

In classe con me c’era anche Boranga, eravamo<br />

compagni <strong>di</strong> banco e abbiamo dato l’esame <strong>di</strong> stato<br />

stu<strong>di</strong>ando insieme…Quaranta giorni in cui abbiamo<br />

ripassato dalla mattina alle 7 fino alla sera alle 11.<br />

Nonostante questo, se non fossi entrato nel mondo<br />

del pallone, mi sarebbe piaciuto <strong>di</strong>ventare un me<strong>di</strong>co.<br />

Ma nessuno mi ha mai spinto su questa strada e<br />

anch’io, che già giocavo, da giovane ho de<strong>di</strong>cato poco<br />

tempo allo stu<strong>di</strong>o.<br />

<strong>di</strong>verse squadre ciclistiche dell’Umbria e<br />

della Toscana. Fino al 2001 vendeva anche<br />

negli Stati Uniti. Le biciclette hanno<br />

un costo che oscilla tra i duemila e i <strong>di</strong>ecimila<br />

euro e hanno un mercato anche all’estero.<br />

Il Team è finanziato per un decimo<br />

da sponsor rigorosamente umbri, il resto<br />

è a carico <strong>di</strong> Saccarelli.<br />

Anche Paola Pezzo, due volte campionessa<br />

olimpionica <strong>di</strong> Mountain Bike ad<br />

Atlanta e Sidney, corre con il Team Saccarelli.<br />

La Pezzo torna quest’anno alle due<br />

ruote dopo una lunga parentesi. E lo fa<br />

con coraggio per una specialista <strong>di</strong> Mountain<br />

Bike del suo calibro. Riprende l’attività<br />

agonistica partecipando a una corsa<br />

su strada, la Primavera Rosa, <strong>di</strong>sputata a<br />

marzo in Liguria. "Per una che ha sempre<br />

fatto Mountain Bike - spiega Saccarelli -<br />

gareggiare su strada è una cosa impensabile.<br />

L’anno prossimo continuerà a fare gare<br />

su strada e darà certamente buoni risultati".<br />

I nuovi impegni <strong>di</strong> lavoro non le<br />

consentono <strong>di</strong> essere presente agli allenamenti<br />

della squadra, che si svolgono a<br />

Marsciano e a Verona dalle due alle sei ore<br />

al giorno. Corrono con il Team Saccarelli<br />

anche tre cicliste provenienti da nazionalità<br />

straniere: Maria Lucilene Silva (Brasile),<br />

Claire Baxter (Australia) e Veronica<br />

Leal Valderas (Messico).<br />

Le altre componenti della squadra, Silvia<br />

Mancini, Anna Farina, Francesca Tognali,<br />

sono ventenni sulle quali il team<br />

manager punta molto. Le giovani leve approfittano<br />

della presenza in squadra delle<br />

professioniste per rubare qualche segreto<br />

del mestiere. E chissà che da loro non<br />

esca, tra qualche anno, una nuova campionessa<br />

olimpionica. Il Team Saccarelli<br />

riceve apprezzamenti da professionisti e<br />

ciclisti in erba. "Non c’è giorno - ammette<br />

Lucio Saccarelli - in cui non ricevo una<br />

telefonata da parte <strong>di</strong> grossi nomi del ciclismo<br />

femminile che chiedono <strong>di</strong> correre<br />

con la mia squadra". Per il Team ma-<br />

Nel ‘99, l’ultimo anno che allenò il <strong>Perugia</strong>, ci furono<br />

visioni molto <strong>di</strong>fferenti riguardo la gestione<br />

della squadra tra lei e i vertici societari. Ebbe dei forti<br />

<strong>di</strong>ssapori con la famiglia Gaucci.<br />

Non con la famiglia Gaucci, ma soltanto con Luciano.<br />

Con i figli, Alessandro e Riccardo, ho sempre avuto<br />

ottimi rapporti. Ci fu uno scontro a Roma perché<br />

Luciano Gaucci entrò nello spogliatoio cercando <strong>di</strong><br />

imporre dei cambi che non volevo fare. In quell’occasione<br />

<strong>di</strong>e<strong>di</strong> le <strong>di</strong>missioni.<br />

Immagino che se ne sia andato con un po’ <strong>di</strong> amarezza.<br />

Sì, sinceramente. Anche perché con Gaucci avevo già<br />

avuto delle esperienze professionali. Col <strong>Perugia</strong> avevo<br />

ottenuto tre promozioni. La prima, quando ripresi<br />

la squadra nel ‘93, all’ultima domenica <strong>di</strong> campionato<br />

<strong>di</strong> serie C. Vincemmo lo spareggio con l’Acireale<br />

per un posto in B, con una carovana biancorossa <strong>di</strong><br />

18.000 tifosi che ci seguirono a Foggia per la partita.<br />

Il risultato fu poi annullato perché saltò fuori che<br />

Gaucci aveva regalato un cavallo a un arbitro. L’anno<br />

dopo, ancora in C, facemmo una galoppata straor<strong>di</strong>naria,<br />

vincendo il campionato e ottenendo la seconda<br />

promozione. Infine nel ‘98 guidai la squadra<br />

nelle ultime 11 giornate, in serie B. Il <strong>Perugia</strong> riuscì<br />

a riacciuffare il Torino, staccato <strong>di</strong> 6 punti. Nello spareggio<br />

<strong>di</strong> Reggio Emilia, ai rigori, ottenni la terza promozione.<br />

Quel giorno mi ruppi anche il ten<strong>di</strong>ne<br />

nager le qualità che fanno <strong>di</strong> una ciclista<br />

una campionessa sono l’umiltà, la costanza<br />

e tanta esperienza. "L’80 per cento della<br />

buona riuscita <strong>di</strong> una gara <strong>di</strong>pende da<br />

quanta esperienza una ciclista ha accumulato",<br />

spiega Saccarelli.<br />

Per esperienza la Pezzo non è seconda<br />

a nessuno, ma "la sua qualità più spiccata<br />

è l’umiltà". Dopo la vittoria riportata il<br />

mese scorso alla Coppa del Mondo Marathon<br />

a Riva del Garda, percorrendo 80<br />

chilometri in 4 ore, 13 minuti e 7 secon<strong>di</strong>,<br />

e staccando <strong>di</strong> 2 minuti e 7 secon<strong>di</strong> la<br />

svizzera Esther Süss, la Pezzo si sta preparando<br />

in Canada per affrontare i campionati<br />

italiani <strong>di</strong> Cepagatti, in Abruzzo, il 23<br />

giugno e i mon<strong>di</strong>ali <strong>di</strong> Lillehamer ad agosto.<br />

"Questa è la mia prima vittoria importante<br />

dopo i Giochi olimpici <strong>di</strong> Sydney.<br />

Non pensavo <strong>di</strong> poter vincere perché<br />

negli ultimi 15 giorni ero influenzata e facevo<br />

fatica a respirare. Speriamo <strong>di</strong> continuare<br />

così. Il mio obiettivo principale<br />

d’Achille esultando sul campo per il passaggio in A.<br />

Nonostante questo, con Luciano Gaucci ci fu lo scontro<br />

<strong>di</strong> Roma. Lui ha un carattere tutto particolare, era<br />

uno che voleva vincere sempre, contro tutti. C’erano<br />

dei momenti in cui <strong>di</strong>ventava <strong>di</strong>fficile trattare con lui.<br />

Nei 33 mesi insieme avevamo avuto molte <strong>di</strong>scussioni,<br />

ma erano state sempre appianate. Quel giorno a<br />

Roma invece si ruppe proprio tutto.<br />

La sua carriera da allenatore, comunque, non è del<br />

tutto conclusa. O sì?<br />

Sì. È una decisione che ho preso ormai da parecchio<br />

tempo.<br />

Non tornerebbe ad allenare il <strong>Perugia</strong>?<br />

L’attività dell’allenatore in campo ormai l’ho lasciata<br />

perdere. Mi piacerebbe avere un ruolo simile a quello<br />

<strong>di</strong> Sacchi, cioè un ruolo <strong>di</strong> responsabilità tecnica in<br />

una squadra. Dall’ultima avventura qui a <strong>Perugia</strong> nel<br />

‘99 ho avuto anche la possibilità <strong>di</strong> andare ad allenare<br />

all’estero, ma ho sempre detto <strong>di</strong> no. Non avevo più<br />

voglia <strong>di</strong> andare via da casa. Adesso faccio il commentatore<br />

sportivo: lavoro per Me<strong>di</strong>aset, è un’attività che<br />

mi dà sod<strong>di</strong>sfazione, senza rischiare <strong>di</strong> “lasciarci la pelle”.<br />

Quando giocavo avevo problemi con la pressione,<br />

adesso la mia pressione è perfetta.<br />

Lei una volta ha <strong>di</strong>chiarato: “La regola alla base del<br />

calcio è che chi vince è un bravo ragazzo e chi perde<br />

è una testa <strong>di</strong> c…”<br />

È vero, è una mia battuta, ma non l’ho inventata io.<br />

Esisteva già nel mondo del<br />

calcio, in pratica da sempre.<br />

Ma è così: se uno vince<br />

è osannato da tutti. Nel<br />

momento in cui non vince<br />

più, tutto quello che ha<br />

fatto in passato viene <strong>di</strong>menticato.<br />

C’è una persona che ha influito più delle altre sulla<br />

sua carriera? Qualcuno cioè a cui sente <strong>di</strong> dover <strong>di</strong>re<br />

grazie?<br />

Sono due le persone che devo ringraziare. Una è Mazzetti.<br />

Da sempre nel calcio esistono uomini che fanno<br />

il destino <strong>di</strong> altri uomini. Mazzetti l’ha fatto per<br />

me. Giocavo nella Reggiana, nel campionato <strong>di</strong> serie<br />

B, e lui allenava il Parma. Durante la partita Reggiana–Cagliari<br />

io probabilmente feci il goal più bello della<br />

mia vita. Mazzetti era allo sta<strong>di</strong>o con tutta la squadra<br />

del Parma e lo vide. L’anno successivo, lui andò<br />

ad allenare il <strong>Perugia</strong> e si ricordò <strong>di</strong> me e <strong>di</strong> quel goal.<br />

Fu Mazzetti quin<strong>di</strong> a volermi nei biancorossi.<br />

La seconda è Corrado Viciani, il mio allenatore a Prato.<br />

Quando avevo ventotto anni e mezzo mi portò a<br />

Bergamo come vice allenatore dell’Atalanta.<br />

Nel ‘69.<br />

Esatto. Lui ebbe poi la sfortuna <strong>di</strong> essere esonerato,<br />

ma io rimasi lì 5 anni, ed imparai a fare l’allenatore.<br />

Infine ci <strong>di</strong>a il suo pronostico sui play off? Il <strong>Perugia</strong><br />

salirà in serie A?<br />

Il <strong>Perugia</strong> si è <strong>di</strong>mostrato la squadra più forte. Ero allo<br />

sta<strong>di</strong>o per la partita in casa col Genoa. Il <strong>Perugia</strong>,<br />

in <strong>di</strong>eci, ha messo sotto <strong>di</strong> brutto gli avversari e ha fatto<br />

due goal. Il <strong>Perugia</strong> tra l’altro sta molto bene, visto<br />

che viene da 7 vittorie consecutive. Ma in ogni caso<br />

in campo conta molto anche la fortuna.<br />

La campionessa olimpica Paola Pezzo torna a gareggiare col Team Saccarelli <strong>di</strong> Marsciano. La squadra è composta da otto cicliste<br />

Decolla la squadra <strong>di</strong> ciclismo femminile<br />

Nasce nel 2001 e porta a casa <strong>di</strong>versi titoli italiani. L’ultimo successo il 2 giugno: secondo posto <strong>di</strong> Monia Baccaille al Giro del Friuili<br />

FLAVIA PAONE<br />

quest’anno sono i Mon<strong>di</strong>ali Marathon<br />

in agosto a Lillehammer".<br />

Il prossimo appuntamento in calendario<br />

per il Team Saccarelli è il Giro d’Italia<br />

che si svolgerà dall’1 al 10 luglio da San<br />

Vendemiano (Treviso) a Milano. Saccarelli<br />

conta <strong>di</strong> portare a casa qualche buon risultato.<br />

Silvia Mancini corre da anni con<br />

il Team, ha 19 anni ed è al suo primo Giro.<br />

Gareggiare con dei gran<strong>di</strong> nomi e fare<br />

esperienza, sono le principali motivazioni<br />

che la spingono a partecipare al prossimo<br />

Giro d’Italia. A lei il ciclismo piace<br />

davvero, è una passione <strong>di</strong> sempre e lo fa<br />

con impegno. Ma lo stu<strong>di</strong>o resta una priorità.<br />

Silvia in questi giorni sostiene gli esami<br />

<strong>di</strong> maturità classica e poi verrà l’università.<br />

Non pensa ancora al ciclismo come<br />

a una professione. Per il momento corre<br />

per tenersi aperta un’altra strada e se<br />

funziona, bene: continuerà a gareggiare e,<br />

se possibile, a vincere.<br />

MARIO FORENZA


12<br />

<strong>di</strong> un animale è un atto crudele<br />

e degradante”. È questo l’articolo 6<br />

“L’abbandono<br />

della Dichiarazione Universale dei Diritti<br />

dell’Animale, proclamata a Bruxelles nel 1978. Sono<br />

passati 27 anni, ma l’uomo continua a violare questi<br />

<strong>di</strong>ritti fondamentali. Persino quelli del suo migliore<br />

amico.<br />

Sono 200mila i cani abbandonati ogni anno in Italia.<br />

Ma la cifra è in continuo aumento. Nel <strong>2005</strong> si è<br />

registrata una crescita superiore al 10%: 1600 cani<br />

in più all’anno con un destino quasi sempre segnato.<br />

L’85% muore, infatti, dopo soli 20 giorni. Gli altri sopravvivono<br />

per strada, soffrendo la fame e la sete. Secondo<br />

le stime ufficiali del ministero della Salute, ci<br />

Dog sitter per passione. Barbara Gori, 40 anni,<br />

<strong>di</strong> San Giustino, ha trasformato il suo<br />

amore per i cani in una piccola attività. Si<br />

prende cura degli animali che le vengono affidati, come<br />

se fossero suoi. Ma il suo rapporto con fido ha<br />

una lunga storia, per due anni<br />

ha lavorato come volontaria nel<br />

canile toscano <strong>di</strong> San Sepolcro.<br />

Che tipo <strong>di</strong> persone si rivolgono<br />

a lei?<br />

Di tutti i tipi. Ci sono signore<br />

in pensione, famiglie con<br />

bambini, coppie senza figli che<br />

vogliono andare via tutti i fine<br />

settimana. Il primo passo è il<br />

colloquio, devo conoscere prima<br />

le esigenze dell’animale. Poi<br />

decido insieme ai proprietari se andare a domicilio o<br />

portarli da me. Ma tutto avviene dopo tre, quattro incontri.<br />

Si costruisce prima un rapporto in modo che<br />

il cane mi riconosca. Non sono tutti chiwawa…<br />

Per quanto tempo possono stare i cani da<br />

lei?<br />

Non ci sono limiti <strong>di</strong> tempo. Sarebbe il caso <strong>di</strong> fissarli<br />

perché il cane si adatta e ci mette un po’ <strong>di</strong> tem-<br />

sono più <strong>di</strong> 650.000 cani randagi in Italia. Il fenomeno<br />

è endemico soprattutto nel Sud. Ma il triste primato<br />

dell’abbandono spetta all’Abruzzo che insieme<br />

a Calabria, Sicilia, Campania, Puglia e Lazio è tra le<br />

regioni dove si registra il 50% dei casi.<br />

Le alternative alla strada sono poche. I canili sono<br />

superaffollati. La Lega Antivivisezione parla <strong>di</strong><br />

1.600.000 cani, spesso in con<strong>di</strong>zioni non ottimali.<br />

«Cerchiamo per loro una sistemazione <strong>di</strong>versa per<br />

evitare <strong>di</strong> farli rinchiudere in un canile, dal quale <strong>di</strong>fficilmente<br />

riusciranno a uscire», spiega Elena Ven<strong>di</strong>tti,<br />

responsabile dello Sportello a 4 zampe della Provincia<br />

<strong>di</strong> <strong>Perugia</strong>. L’adozione è, infatti, uno dei principali<br />

obiettivi che l’associazione si pone promuoven-<br />

LA STORIA<br />

do la campagna anti-abbandono <strong>di</strong> quest’anno.<br />

Proprio in questo periodo, con la stagione estiva alle<br />

porte, si moltiplicano gli slogan e gli appelli contro<br />

chi pensa <strong>di</strong> lasciare Fido ai bor<strong>di</strong> <strong>di</strong> una autostrada.<br />

A rischio non è solo la vita dei cani, ma anche<br />

quella degli automobilisti. Oltre 4000 gli incidenti<br />

stradali all’anno con numerosi feriti e morti.<br />

I danni sono anche economici. Secondo la legge<br />

281/91 sono gli enti locali a dover provvedere al mantenimento<br />

dei cani lasciati soli dal padrone. Spesso<br />

le istituzioni delegano la gestione dei servizi <strong>di</strong> tutela<br />

alle associazioni che, attraverso campagne <strong>di</strong> prevenzione,<br />

tentano <strong>di</strong> combattere un fenomeno <strong>di</strong>fficilmente<br />

sanzionabile. Rischia perfino <strong>di</strong> finire <strong>di</strong>etro le<br />

GIUGNO <strong>2005</strong><br />

200.000 cani abbandonati, 650.000 randagi, 1.600.000 in gabbia. In aumento le denunce<br />

Guardami quando mi lasci<br />

Quando arriva l’estate Fido non serve più. Chi è l’uomo e chi è la bestia?<br />

A casa <strong>di</strong> Barbara gli ospiti a quattro zampe entrano a far parte della famiglia<br />

La balia dei cani<br />

«I proprietari hanno prenotato le vacanze senza pensare ai loro migliori amici»<br />

po per riabituarsi. Qui i cani non subiscono un trauma,<br />

ma entrano in una nuova famiglia. L’ambiente<br />

dà sicurezza ai proprietari, poterli lasciare in una casa<br />

li rende tranquilli.<br />

E nella sua famiglia quanti cani ci sono?<br />

Quattro. Li ho presi nel canile<br />

dove ho lavorato come volontaria.<br />

Sono animali abbastanza<br />

complessi, l’ultimo è un<br />

rottweiler <strong>di</strong> 60 kg abbandonato<br />

in una autostrada. Un altro,<br />

un pastore maremmano, rischiava<br />

<strong>di</strong> essere lasciato a se<br />

stesso. L’esperienza al canile è<br />

stata negativa. Ho visto cani<br />

psicologicamente <strong>di</strong>strutti. Chi<br />

è addetto a garantire il meglio<br />

per loro spesso non lo fa.<br />

Estate purtroppo periodo <strong>di</strong> abbandoni...<br />

Ancora molti proprietari non si sono organizzati,<br />

hanno prenotato la vacanza da un mese o due, ma<br />

non hanno ancora pensato dove lasceranno il cane,<br />

non è una loro priorità. Sembra la cosa più normale<br />

<strong>di</strong> questo mondo. Non c’è modo per far capire a queste<br />

persone che è invece contro natura. A.F<br />

spaventatissimo. Appena tentavo <strong>di</strong><br />

avvicinarmi scappava via. Deve aver sof-<br />

«Era<br />

ferto tanto». È passato un anno ma Paola<br />

ha ancora fissi in mente gli occhi atterriti <strong>di</strong> Spillo.<br />

Lo trovò sulla cima del monte Acuto, vicino Umbertide.<br />

Il suo padrone salì lassù<br />

per <strong>di</strong>sfarsi <strong>di</strong> lui.<br />

«Per due mesi ho percorso<br />

ogni giorno 10 km per portargli<br />

cibo e acqua». Se non fosse<br />

stato per Paola, molto probabilmente,<br />

Spillo non ce l’avrebbe<br />

fatta. Si rifugiava in un casale<br />

abbandonato per proteggersi<br />

dal freddo. «Non imma-<br />

gino, però, come potesse so-<br />

pravvivere, senza mangiare -<br />

spiega Paola - forse cacciava qualche animale. Era,<br />

infatti, molto magro. Non voleva che qualcuno si avvicinasse.<br />

Solo con l’aiuto <strong>di</strong> mio padre sono riuscita<br />

ad afferrarlo per portarlo via da lì. Non ha tentato<br />

<strong>di</strong> aggre<strong>di</strong>rmi, ma penso l’abbiano picchiato, perché<br />

temeva chiunque si accostasse a lui, anche solo<br />

per accarezzarlo».<br />

Di storie come questa Paola ne ha vissute tante.<br />

sbarre chi abbandona il proprio cane. Lo stabilisce la<br />

nuova legge 189/2004 che riforma il Co<strong>di</strong>ce Penale,<br />

secondo la quale tale crimine non è più una contravvenzione,<br />

ma un vero e proprio delitto. La casistica è<br />

varia. Per i reati minori è prevista una multa da 1.000<br />

a 10.000 euro.<br />

«A meno <strong>di</strong> un anno dall’entrata in vigore della legge<br />

189 - sostiene Paolo Manzi, presidente dell’Ente<br />

Nazionale Protezione Animali - il numero delle denunce<br />

è aumentato. Ora finalmente i tanti testimoni<br />

dei maltrattamenti si sentono meno soli, con più armi,<br />

con la nuova speranza <strong>di</strong> vedere riparato un torto.<br />

Un torto subito da chi non ha voce».<br />

ANNA FRANGIONE E LIDIA SCOGNAMIGLIO<br />

Fu abbandonato un anno fa sul monte Acuto. Senza Paola non ce l’avrebbe fatta<br />

Una casa per Spillo<br />

«Penso l’abbiano picchiato, perchè temeva chiunque si accostasse a lui»<br />

UNA DOG SITTER SPILLO, UN CANE ABBANDONATO SUL MONTE ACUTO<br />

Allo sportello "4 zampe", dove lavora come volontaria<br />

Enpa (Ente nazionale protezione animali), sono<br />

molte le persone che denunciano casi <strong>di</strong> abbandono,<br />

soprattutto ora che si avvicina la stagione estiva. «La<br />

prima cosa che facciamo - sottolinea Paola - è cercare<br />

delle famiglie che si prendano<br />

cura <strong>di</strong> loro. Ma soprattutto<br />

per i cani <strong>di</strong> taglia grande,<br />

come Spillo, la ricerca è<br />

<strong>di</strong>fficile. Altrimenti tentiamo<br />

<strong>di</strong> farli accogliere dai canili.<br />

Anche questa, però, non è una<br />

strada semplice. A Città <strong>di</strong> Castello,<br />

ad esempio, ci sono più<br />

<strong>di</strong> 130 cani, per una struttura<br />

che potrebbe ospitarne solo ottanta».<br />

Spillo è fortunato. Paola ha deciso <strong>di</strong> adottarlo.<br />

Ora vive con lei e Chicca, un’altra cagna con alle<br />

spalle una storia simile. Vagava randagia per strada<br />

cibandosi dei rifiuti che raccoglieva nei cassonetti.<br />

Qualcuno ha segnalato il suo caso allo sportello a 4<br />

zampe. Anche allora Paola non riuscì a resistere a<br />

quello sguardo. A quegli occhi che nascondono sofferenza,<br />

ma che ora finalmente sorridono. L.S.

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