San Sebastiano n. 247 - Aprile - Misericordia di Firenze
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<strong>San</strong> <strong>Sebastiano</strong> <strong>Aprile</strong> 2011 Società<br />
Società<br />
LA SCUOLA NON HA PIÙ VOCE?<br />
UN SAGGIO SULLA LIBERTÀ DI NON STUDIARE<br />
“<br />
S<br />
e non siamo più d’accordo sul fatto conoscenza a studenti, come lei afferma:<br />
che sia bene stu<strong>di</strong>are, allora smettia- posseduti dalla noia, dagli occhi tristi e<br />
mo <strong>di</strong> farlo. Ma smettiamo tutti insie- pieni <strong>di</strong> sonno, con lo sguardo perduto,<br />
me. Io non vorrei più forzare nessuno. Lo che darebbero chissà cosa per essere da<br />
<strong>di</strong>co più chiaro: io non vorrei più forza- qualche altra parte, che detestano legge-<br />
<strong>di</strong><br />
re i miei studenti a stu<strong>di</strong>are. Non credo re e scrivere e quando lo fanno, soprat-<br />
Riccardo<br />
che sia giusto, né per i forzati né per i tutto quando scrivono, commetto errori<br />
Giumelli Giumelli<br />
forzanti. [...] Sia ben chiaro: per parte impensabili: termini impropri e pochi,<br />
mia, io vorrei che tutti quanti stu<strong>di</strong>asse- grammatica e punteggiatura confusa. Per<br />
ro.” Chi scrive in questo modo è Paola non parlare poi della sintassi, ciò che più<br />
Mastrocola, insegnante, in un suo recen- da senso al <strong>di</strong>scorso, che rivela spesso inte<br />
libro dal titolo “Togliamo il <strong>di</strong>sturbo. capacità <strong>di</strong> elaborare concetti, come una<br />
Saggio sulla libertà <strong>di</strong> non stu<strong>di</strong>are”. La certa rassegnazione che si confonde con<br />
stessa autrice continua: “Oggi se parli <strong>di</strong> nichilismo e paura. Insomma la scuola,<br />
stu<strong>di</strong>o, sei subito vecchio. Pesante, lento, nel lungo periodo, sta fallendo, e in questo<br />
possiamo comprendere anche l’Università.<br />
Quanto fin qui riportato, appare a chi<br />
scrive, una provocazione piuttosto che<br />
una realtà possibile. L’idea dello stu<strong>di</strong>o<br />
solo a coloro che vogliono stu<strong>di</strong>are pare<br />
non stare sullo stesso piano dell’idea <strong>di</strong><br />
fare i commercialisti, gli avvocati o i bancari<br />
solo per coloro che realmente vogliono<br />
fare quel mestiere. Il “professionismo”<br />
dello stu<strong>di</strong>o, se così volessimo chiamarlo,<br />
esiste certo nelle università, nella ricerca,<br />
ma non può essere esclusivo <strong>di</strong> una élite.<br />
Tuttavia, i temi che il testo <strong>di</strong>scusso pone<br />
sono assolutamente pertinenti e fanno riflettere<br />
intorno ad una domanda solo apparentemente<br />
banale: a cosa serve stu<strong>di</strong>are<br />
oggi? E con questo inten<strong>di</strong>amo<br />
Il Il fallimento fallimento bacucco, fuori moda, antipatico e noio- l’istruzione primaria, secondaria e quel-<br />
<strong>di</strong> <strong>di</strong> una una generazione<br />
generazione so. Stu<strong>di</strong>o è una parola perdente a priola superiore. Cosa stu<strong>di</strong>are, allora, oggi?<br />
<strong>di</strong> <strong>di</strong> insegnanti, insegnanti, che che ri: appena la pronunci, hai già perso. Da cosa dobbiamo imparare e quali so-<br />
attraverso attraverso la la scuola, scuola, Non stu<strong>di</strong>are invece è bello, sa <strong>di</strong> nuovo, no gli agenti sociali che i più giovani ri-<br />
non non ha ha saputo saputo <strong>di</strong> fresco e <strong>di</strong> gioioso. È come andar per tengono legittimi <strong>di</strong> essere ascoltati se la<br />
trasmettere trasmettere il il senso senso campi a fare una merenda, o i tuffi da- scuola non ha più voce?<br />
dello dello stu<strong>di</strong>o stu<strong>di</strong>o e e gli scogli, o una camicia appena lavata La scuola <strong>di</strong> massa nasce all’interno <strong>di</strong> un<br />
della della conoscenza conoscenza e stesa al sole.” Le sue sono parole, co- contesto <strong>di</strong> socializzazione alla citta<strong>di</strong>-<br />
agli agli studenti studenti me le definisce la stessa Mastrocola, ununnanza dello stato <strong>di</strong> appartenenza. In<br />
culturallyculturally correct. correct. Dietro tutto questo c’è il particolare, in Italia, bisogna fare gli “Ita-<br />
fallimento <strong>di</strong> una generazione come la liani” e pertanto il sistema scolastico de-<br />
sua, quasi sessantenne, che attraverso la ve adempiere a <strong>di</strong>ffondere la lingua ita-<br />
scuola non ha saputo, nel corso degli anliana, una memoria comune, un sentini,<br />
trasmettere il senso dello stu<strong>di</strong>o, della mento <strong>di</strong>ffuso sui <strong>di</strong>ritti e i doveri degli in-<br />
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