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San Sebastiano n. 247 - Aprile - Misericordia di Firenze

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Storia Storia e e Cucina<br />

Cucina<br />

nate materie prime, a seconda della pietanza<br />

da preparare.<br />

Intanto, la <strong>Firenze</strong> che circondava il quoti<strong>di</strong>ano<br />

<strong>di</strong> Pellegrino Artusi era destinata a <strong>di</strong>ventare<br />

effimera capitale d’Italia e, soprattutto<br />

dopo la rivoluzione urbanistica del<br />

Centro, si apprestava anche a cambiare i<br />

nomi delle sue strade.<br />

In età crispina, si verificò il culmine <strong>di</strong> questo<br />

processo <strong>di</strong> ridenominazione: i criteri antichi<br />

per l’intitolazione, che facevano riferimento<br />

al nome del santo a cui era intitolata<br />

la chiesa più vicina, alla particolare destinazione<br />

assegnata alla via o alla piazza, alle<br />

denominazioni funzionali <strong>di</strong> mestieri e<br />

corporazioni, alla famiglia proprietaria del<br />

palazzo magnatizio o al tipo <strong>di</strong> strada caratteristico<br />

del luogo, vennero sostituiti da<br />

parametri politici e le strade si popolarono<br />

<strong>di</strong> nomi, che evocavano i valori e gli eroi del<br />

Risorgimento.<br />

In origine, a dare il nome alla via poteva essere<br />

stato, infatti, il luogo dove gli artigiani<br />

lavoravano, oppure il nome dell’arnese specifico<br />

che utilizzavano (via del Tiratoio, della<br />

Fornace, delle Conce), oppure, ancora, il<br />

tipo <strong>di</strong> merce in ven<strong>di</strong>ta nei mercati e ancora<br />

oggi molte strade fiorentine devono il loro<br />

nome all’attività manifatturiera o artigianale<br />

che vi veniva esercitata in passato: via<br />

degli Arazzieri, dei Cimatori, dei Tintori…<br />

E’ la <strong>Firenze</strong> descritta da Giuseppe Conti,<br />

ricca <strong>di</strong> colori, <strong>di</strong> suoni, <strong>di</strong> odori: “Se “Se PiazPiazzaza del del Granduca Granduca aveva aveva un’impronta un’impronta caratcaratteristica,teristica, Mercato Mercato Vecchio Vecchio ne ne aveva aveva una una non non<br />

meno meno singolare singolare e e curiosa. curiosa. Dallo Dallo sdrucciolo sdrucciolo<br />

<strong>di</strong> <strong>di</strong> <strong>San</strong> <strong>San</strong> Michele Michele e e Baccano Baccano – – quel quel tratto tratto <strong>di</strong> <strong>di</strong> Via Via<br />

Porta Porta Rossa Rossa fra fra Via Via dei dei Calzaioli Calzaioli e e le le Logge Logge<br />

<strong>San</strong> <strong>Sebastiano</strong> <strong>Aprile</strong> 2011<br />

<strong>di</strong> <strong>di</strong> Mercato Mercato Nuovo Nuovo – – si si entrava entrava in in Calimara, Calimara,<br />

breve breve tratto tratto dell’antica dell’antica via via lunga lunga due due miglia miglia<br />

toscane, toscane, che che da da <strong>San</strong> <strong>San</strong> Gallo Gallo a a Porta Porta Romana Romana<br />

<strong>di</strong>videva <strong>di</strong>videva <strong>Firenze</strong> <strong>Firenze</strong> in in croce; croce; un’altra un’altra strada, strada,<br />

lunga lunga a a tanto, tanto, dalla dalla Porta Porta alla alla Croce Croce menamenavava <strong>di</strong>ritto <strong>di</strong>ritto a a quella quella del del Prato Prato attraversando<br />

attraversando<br />

Mercato Mercato Vecchio”. Vecchio”.<br />

E’ la <strong>Firenze</strong> che vive nei documenti dell’Archivio<br />

Storico del Comune, in cui fonti <strong>di</strong>rette<br />

e in<strong>di</strong>rette, rese accessibili dal silenzioso<br />

lavoro <strong>di</strong> tanti professionisti, rendono nuova<br />

vita a questo capitolo <strong>di</strong> storia della città.<br />

<strong>Firenze</strong>, Pellegrino Artusi, il 1861: la Delegazione<br />

<strong>Firenze</strong> Pitti dell’Accademia Italiana<br />

della Cucina, Istituzione Culturale della<br />

Repubblica Italiana, ha voluto celebrare<br />

questo duplice anniversario con un libro, curato<br />

da chi scrive, in cui, attraverso la ricerca<br />

d’archivio, i nomi delle strade fiorentine<br />

recanti un nesso col mondo della cucina sono<br />

stati ricostruiti e motivati, legandoli a una<br />

ricetta della tra<strong>di</strong>zione (D. Lippi, Le Le strade strade<br />

nel nel piatto, piatto, Percorsi Percorsi storico-gastronomici storico-gastronomici aa<br />

<strong>Firenze</strong>, <strong>Firenze</strong>, <strong>Firenze</strong>, Accademia dell’Iris 2010).<br />

E’ così che riscopriamo, prendendo lo spunto<br />

da via del Mandorlo, la Torta Torta <strong>di</strong> <strong>di</strong> mandormandorlele e e cioccolata, cioccolata, e da Piazza dei Marroni, nel<br />

1893 detta dei Brunelleschi in onore dei signori<br />

del castello della Petraia, la Torta Torta <strong>di</strong> <strong>di</strong><br />

marroni marroni o, dal Canto alla Mela, il Fritto Fritto <strong>di</strong> <strong>di</strong><br />

mele… mele… per conoscere la propria città, sbia<strong>di</strong>ta<br />

o scomparsa, attraverso la propria cucina.<br />

Perché anche la Cucina (con la C maiuscola)<br />

è cultura ed è espressione della tra<strong>di</strong>zione<br />

e della propria identità, da <strong>di</strong>fendere e<br />

da salvaguardare dai rischi della globalizzazione.<br />

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