OASI del LAGO di CAMPOLATTARO - WWF Ricerche e Progetti

Flora
La fitocenosi climatogena è costituita dal
bosco di cerro, strettamente legata ad un
alto tenore di argilla nel substrato, misto a
roverella. Raramente i cerreti si presentano
Foto di L. Nesi
sotto forma di fustaie, più spesso il cerro è
governato a ceduo.
Le specie presenti, per il bosco igrofilo (situato nella zona nord
dell’oasi) sono: salice bianco, salice ripaiolo, tamerice, ontano nero,
pioppo italico, pioppo nero, pioppo bianco.
Per quanto riguarda la vegetazione palustre, ai margini del lago
sono presenti: cannuccia di palude, tifa, scirpo, iris palustre, sagittaria,
ranuncolo d’acqua.
Nei piccoli boschi sparsi ai margini dei prati steppici troviamo: cerro,
roverella, sorbo domestico, ciavardello, alloro, acero campestre,
corniolo.
Nei siti rocciosi e assolati troviamo il leccio. Da segnalare è la presenza,
in vari punti dell’Oasi, del frassino meridionale.
Nelle tante siepi presenti tra i prati e i boschetti, troviamo: olmo,
biancospino, rosa canina, prugnolo, sambuco, sanguinella, ligustro,
berretta da prete.
Fauna
La varietà di habitat dell’area dell’alto Tammaro,
dalle pendici montane alle colline
aride, dalle macchie alle foreste riparali, determina
una notevole varietà di specie ani-
Foto di S. Aiello
mali ed anche una discreta abbondanza di
individui.
Tra i mammiferi sono presenti la volpe, il tasso, la martora, la puzzola,
la faina, la donnola, la lepre, il ghiro, il moscardino, il riccio, la
talpa e il quercino.
Molto più numerose, invece, le specie di uccelli, grazie alla presenza
di una zona umida ogni anno più vasta. Alle specie tipiche
della zona, gheppio, poiana, nibbio bruno, civetta, barbagianni,
gufo comune, assiolo, allocco, gazza, ghiandaia, upupa, martin pescatore,
averla cinerina, averla piccola, tortora, cuculo, usignolo,
calandra, calandrella, allodola, rigogolo, si sono aggiunti falco pescatore,
albanella reale, falco di palude, nitticora, tuffetto, svasso
piccolo, svasso maggiore, airone rosso, moretta tabaccata, germano
reale, fischione, codone, moriglione, mestolone, alzavola, marzaiola,
porciglione, beccaccino piro-piro piccolo, lodolaio, falco
pellegrino, tarabuso, tarabusino, cicogna bianca, cicogna nera, gru,
cavaliere d’Italia, cormorano, pavoncella, gruccione. Alcuni di questi
si osservano occasionalmente durante il passo primaverile o
autunnale, altri sono divenuti abitatori stabili della zona umida.
Come arrivare/indirizzi
Le attività dell’Oasi sono affidate alla Cooperativa Celidonia.
Per informazioni e prenotazioni delle visite si può
contattare la segreteria:
tel: 347.8956553
e-mail: lagodicampolattaro@wwf.it.
web: www.wwf.it/campolattaro
In auto: da Benevento si segue la S.S. 88 per Campobasso
e si esce a Campolattaro. Dall’Autostrada A1, uscita
S. Vittore, si prosegue in direzione Isernia, sulla S.S. 88
per Benevento, uscita Campolattaro.
WWF Italia ONLUS
Via Po, 25/c - 00198 Roma
Tel 06.844971
Fax 06.84497352
www.wwf.it
S.r.l. unipersonale
di proprietà della
Fondazione WWF Italia
Direzione
Via Gregorio Allegri, 1 - 00198 Roma
Tel 06.85376500 - Fax 06.85376515
wwfrp@wwfrp.it - www.wwfrp.it
Pubblicazione cofinanziata dalla Misura 1.9 - POR Campania
2000-2006 “Recupero, valorizzazione e promozione
del patrimonio storico culturale, archeologico, naturale,
etnografico e dei centri storici delle aree protette”
Unione Europea
OASI del LAGO
di CAMPOLATTARO
S.r.l. unipersonale
di proprietà della
Fondazione WWF Italia
Comune di Campolattaro Provincia di Benevento
Foto di M. Ruocco

La Storia
La storia della provincia di Benevento, il Sannio, è dai tempi dell’Impero
Romano quella di un’area a prevalente vocazione agricola e di territorio
di collegamento verso le altre regioni. Il territorio sannita fu, infatti,
snodo di importanti vie di comunicazione, già in epoca romana, lungo
diverse direttrici che collegavano Roma ai porti pugliesi per la Grecia.
L’aspetto generale dei luoghi si è mantenuto piuttosto uniforme a
partire dal medioevo, periodo cui si deve l’assetto generale del paesaggio
agrario, fino al XX secolo.
Una grande trasformazione ha sicuramente prodotto la costruzione dello
sbarramento-diga dell’invaso di Campolattaro sul fiume Tammaro, progetto
della seconda metà degli anni’70. Lo scopo dell’invaso era dotare
l’area a nord di Benevento di un serbatoio di circa 130 milioni di metri
cubi d’acqua per uso irriguo. Poi, gli scavi creati per il prelievo degli inerti,
divenuti laghetti, sono stati colonizzati dalla vegetazione spontanea e
ad hanno iniziato ad ospitare un numero sempre maggiore di uccelli.
L’ambiente
L’Oasi WWF del “Lago di Campolattaro” ha una superficie di 1000 ettari
e si trova in corrispondenza della valle del fiume Tammaro, nei comuni
di Morcone e Campolattaro, in provincia di Benevento. L’Oasi tutela una
piana alluvionale naturale sulla quale è stato creato un invaso artificiale
sbarrando il fiume Tammaro. Questo nasce dal massiccio del Matese
tra il Sannio e il Molise, attraversa il territorio collinare beneventano e
termina il suo corso nel fiume Calore nei pressi di Benevento. L’alta valle
del fiume Tammaro è una zona collinare con un modellamento dolce,
di altitudine compresa tra i 350 ed i 600 m s.l.m.
Campolattaro - M. Ruocco
Martin pescatore - © WWF-Canon/F. F. Hazelhoff
Acacia - M. Ruocco
Le caratteristiche del progetto
e la Misura 1.9 del POR Campania
Il progetto ha l’obiettivo di tutelare le risorse naturalistiche e
ambientali, promuovere e valorizzare l’area protetta, e porre le
premesse per implementare localmente attività sostenibili.
Le azioni “materiali”, ed “immateriali”, portate a termine grazie
al contributo della Misura 1.9 sono:
sistemazione generale del sito con messa a dimora
di specie arbustive autoctone e miglioramento
dell’accessibilità;
sistemazione del sentiero perilacuale e delimitazione
dell’area;
allestimento di aree attrezzate per la sosta dei visitatori;
realizzazione di un centro visite;
installazione di cartellonistica e segnaletica;
realizzazione di materiale informativo e pubblicitario
per la promozione e supporto alla fruizione;
realizzazione di un Sito internet;
redazione di uno studio specialistico e monitoraggio
dell’avifauna;
redazione del Piano di Gestione;
attività di animazione verso gli amministratori
e l’imprenditoria locale;
realizzazione di un Progetto Pilota per implementare
e migliorare le attività imprenditoriali direttamente
connesse all’Oasi fra cui quelle inerenti l’ospitalità rurale
di qualità ed i servizi per le aree protette.
Le problematiche dell’area
A
Lago di Campolattaro - M. Ruocco
Campolattaro - L. Nesi
Cormorano - © WWF-Canon/J. Pratginestos
Lo stato attuale di utilizzazione del sito è
diretta conseguenza delle modificazioni innescate dalla realizzazione
della diga e della successiva “riconquista” dell’ambiente da parte
del bosco igrofilo, che ha permesso di valorizzarne le visite anche
attraverso la gestione dell’Oasi.
Il sito corre ancora una seria minaccia per la conservazione degli
habitat (dei quali due sono stati dichiarati di importanza comunitaria)
dovuta a:
i cambiamenti del sistema idrografico causati dalla variazione
del livello dell’invaso;
l’eccessivo prelievo di acque per uso irriguo da parte dei campi
circostanti l’area;
alcuni scarichi fognari nel lago che comportano saltuariamente
alti carichi di sostanze organiche ed un forte rischio di inquinamento.
Per quanto riguarda gli impatti ed i problemi di conservazione della
fauna va segnalata l’immissione nel lago di fauna ittica alloctona.