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Gli Antichi erano pienamente al corrente <strong>di</strong> questa idea. I Cinesi, in particolare, basarano l’intera<br />
loro filosofia sulla <strong>di</strong>visione primaria dell’originale Niente. Uno deve iniziare con Niente; sennò<br />
sorgerebbe la questione, Da dove arriva questo postulato Qualcosa? Così essi scrissero l’equazione -<br />
Zero uguale più uno più meno uno 0=(+I) + (-I).<br />
Essi chiamarono lo Yang «Più Uno», o Principio Machile; «Meno Uno», lo Yin o Principio<br />
Femminile. Quin<strong>di</strong> li combinarono in varia proporzione, dando l’idea del Cielo e della Terra in<br />
perfetto equilibrio, il Sole e la Luna in equilibrio imperfetto; e i Quattro elementi in forma squilibrata.<br />
(Ve<strong>di</strong> <strong>di</strong>agramma: <strong>Il</strong> Cosmo Cinese.)<br />
6. Lo schema antico degli Elementi, Pianeti e Segni Zo<strong>di</strong>acali, fu riassunto dai Cabalisti nel loro<br />
Albero della Vita.<br />
Questa identità tra i due sistemi fu mascherata, fino a tempi estremamente recenti 9 , dal fatto che<br />
i Cinesi continuarono con il loro sistema <strong>di</strong> duplicazione, e così svilupparono i loro otti trigrammi in<br />
sessantaquattro esagrammi, mentre gli stu<strong>di</strong>osi dell’Asia Occidentale unirono insieme i loro <strong>di</strong>eci<br />
numeri sull’Albero della Vita con ventidue Sentieri.<br />
I Cinesi hanno così sessantaquattro simboli principali <strong>di</strong> contro ai trentadue dell’Albero; ma i<br />
Cabalisti hanno una concatenazione <strong>di</strong> simboli che è capace <strong>di</strong> una interpretazione molto sottile e<br />
maneggevole. Si adatta inoltre meglio a descrivere le relazioni interne dei suoi Elementi. Inoltre,<br />
ognuno può essere moltiplicato o sud<strong>di</strong>visibile a volontà, come la convenienza può richiedere.<br />
L’ALBERO DELLA VITA<br />
I. Questa figura deve essere stu<strong>di</strong>ata attentamente, perché essa è la base dell’intero sistema sul<br />
quale il Tarocco è basato. É quasi impossibile dare una completa spiegazione <strong>di</strong> questa figura, perché<br />
(per un verso) è del tutto universale. Quin<strong>di</strong> non può avere lo stesso significato per qualsiasi persona<br />
come per qualunque altra. L’universo <strong>di</strong> A non è l’universo <strong>di</strong> B. Se A e B sono seduti a un tavolo<br />
opposti l’un l’altro, A vede la parte destra dell’aragosta, e B la sinistra. Se essi stanno a fianco e<br />
guardano una stella, l’angolo è <strong>di</strong>fferente, e anche se questa <strong>di</strong>fferenza è infinitesimale essa esiste. Ma<br />
il Tarocco è lo stesso per tutti allo stesso modo in cui ogni fatto scientifico o formula è la stessa per<br />
tutti. É molto importante ricordarsi che i fatti della scienza, sebbene universalmente veri nell’astratto,<br />
non sono ancora precisamente veri per ogni osservatore, perché persino se l’osservazione <strong>di</strong> qualsiasi<br />
oggetto comune è fatta da due persone con reazioni sensorie identiche dallo stesso punto, non può<br />
essere <strong>di</strong>rettamente allo stesso tempo; e persino la più piccola frazione <strong>di</strong> un secondo è sufficiente<br />
per muovere sia l’oggetto che l’osservatore nello spazio.<br />
Questo fatto deve essere enfatizzato, perché uno non dovrebbe prendere l’Albero della Vita<br />
come una formula fissa morta. Esso è in un senso un eterno esempio dell’Universo, solo perché esso<br />
è infinitamente elastico; e deve essere usato come uno strumento nelle ricerche sulla Natura e le sue<br />
forze. Esso non deve essere una scusa per il Dogmatismo. <strong>Il</strong> Tarocco dovrebbe essere appreso in vita<br />
il più presto possibile; un fulcro per la memoria e uno schema per la mente. Esso dovrebbe essere<br />
stu<strong>di</strong>ato costantemente, un esercizio <strong>di</strong>ario; perché esso è universalmente elastico, e cresce in<br />
proporzione all’uso intelligente che si fa <strong>di</strong> lui. Così <strong>di</strong>viene il metodo più ingegnoso ed eccellente<br />
per apprezzare la totalità dell’Esistenza.<br />
2. Sembra probabile che i Cabalisti che inventarono l’Albero della Vita fossero ispirati da Pitagora,<br />
o che sia lui che loro derivarono la loro conoscenza da una fonte comune nella più alta antichità. In<br />
ogni caso, entrambi le scuole concordano su un postulato fondamentle, che è come segue: la Realtà<br />
Ultima è meglio descritta dai Numeri, e dalla loro azione reciproca. É interessante notare che i<br />
moderni Fisici Matematici sono stati portati alla fine a una qualche simile assunzione. Inoltre, il<br />
tentativo <strong>di</strong> descrivere la Realtà da un singolo termine definito è stato abbandonato. <strong>Il</strong> pensiero