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relazione illustrativa - Comune di Rimini

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IL PARCO AUSA - PRIMO TASSELLO PER IL “RAGGIO VERDE DI RIMINI”<br />

progetto esecutivo<br />

1 INQUADRAMENTO DELL’AREA 3<br />

1.1 INQUADRAMENTO AMBIENTALE 3<br />

1.1.1 INQUADRAMENTO BIOCLIMATICO 3<br />

1.1.2 VEGETAZIONE POTENZIALE 5<br />

1.2 PAESAGGIO E SISTEMA INSEDIATIVO 6<br />

2 LO STATO DI FATTO DEL SITO 10<br />

3 II PROGETTO D’INSERIMENTO PAESAGGISTICO DEL PALACONGRESSI 13<br />

3.1 IL PARCO AUSA 14<br />

3.1.1 IL NUOVO SPECCHIO D’ACQUA E IL LAGO DI CAVA ESISTENTE 14<br />

3.1.2 I PERCORSI ED OPERE DI COMPLETAMENTO 16<br />

4 LE TIPOLOGIE VEGETAZIONALI 18<br />

4.1 LE SPECIE VEGETALI 18<br />

5 MODALITÀ DI REALIZZAZIONE 23<br />

5.1 OPERE DI PREPARAZIONE 23<br />

5.2 SPECCHIO D’ACQUA 23<br />

5.3 OPERE A VERDE 24<br />

5.4 PAVIMENTAZIONI E OPERE DI COMPLETAMENTO 25<br />

5.5 IMPIANTO DI IRRIGAZIONE 25<br />

6 MANUTENZIONE 26<br />

1


PREMESSA<br />

Nell’ambito dell’incarico <strong>di</strong> <strong>Rimini</strong> Fiera SpA GMP Generalplanungsgesellschaft mbH<br />

ha affidato alla Società LAND S.r.l., nella persona dell’Arch. Andreas Otto Kipar,<br />

iscritto all’Albo Professionale degli Architetti <strong>di</strong> Milano al numero 13359, l’incarico <strong>di</strong><br />

re<strong>di</strong>gere il progetto della sistemazione a verde del Parco Ausa a <strong>Rimini</strong> nell’ambito<br />

della progettazione del Nuovo Palacongressi <strong>di</strong> <strong>Rimini</strong>.<br />

2


1 Inquadramento dell’area<br />

1.1 Inquadramento ambientale<br />

1.1.1 inquadramento bioclimatico<br />

La zona <strong>di</strong> <strong>Rimini</strong>, al confine meri<strong>di</strong>onale della Romagna con le Marche, rientra in<br />

quella che viene definita Regione Biogeografica Me<strong>di</strong>oeuropea, nel Sistema<br />

Paesistico Planiziale Padano 1 o Paesaggio Padano 2 .<br />

Figura 1 – tratta da Ingegnoli V., “Il paesaggio” – in “Ecologia applicata” (1993), a cura <strong>di</strong> R.<br />

Marchetti, e<strong>di</strong>zioni Città Stu<strong>di</strong><br />

1<br />

Ingegnoli V., “Il paesaggio” – in “Ecologia applicata” (1993), a cura <strong>di</strong> R. Marchetti, e<strong>di</strong>zioni CittàStu<strong>di</strong>.<br />

2<br />

Pignatti S., “Ecologia del paesaggio”(1994), cap. 6, e<strong>di</strong>zioni UTET.<br />

3


Il limite dell’area me<strong>di</strong>terranea sul versante adriatico è meno netto che sul versante<br />

tirrenico; <strong>Rimini</strong> è pertanto ancora riferibile, secondo la maggior parte degli autori,<br />

all’area padana, sia dal punto <strong>di</strong> vista climatico sia dal punto <strong>di</strong> vista vegetazionale;<br />

in realtà l’area si può considerare <strong>di</strong> transizione con la Regione Biogeografica<br />

Me<strong>di</strong>terranea.<br />

Anche secondo la classificazione bioclimatica 3 l’area in esame rientra nella Regione<br />

Mesaxerica, Sottoregione ipomesaxerica in transizione verso le tipologie climatiche<br />

della Regione Mesome<strong>di</strong>terranea;<br />

Il clima dell’ area d’intervento è infatti caratterizzato da un minimo invernale meno<br />

accentuato rispetto alle località dell’Italia settentrionale sia per l’azione mitigatrice<br />

del mare sia per la transizione verso regioni con sempre maggiori caratteristiche <strong>di</strong><br />

“me<strong>di</strong>terraneità”.<br />

- La Regione Mesaxerica, Sottoregione ipomesaxerica è caratterizzata da un<br />

clima che, nei suoi sottotipi, comprende tutta l’area della Pianura Padana, dal<br />

Piemonte alle regioni costiere del versante adriatico, comprese l’Insubria e le<br />

prime pen<strong>di</strong>ci delle Prealpi e degli Appennini. E’ un tipo <strong>di</strong> clima temperato,<br />

caratterizzato da curva termica sempre positiva; la temperatura del mese più<br />

freddo è compresa tra 0 e 10°C, mentre le temperature me<strong>di</strong>e variano tra 11 e<br />

14°C da zona a zona; le piogge, variabili me<strong>di</strong>amente tra 600 e 1000 mm, sono<br />

generalmente abbondanti in tutte le stagioni e non si ha un vero e proprio<br />

periodo siccitoso estivo.<br />

- La Regione Mesome<strong>di</strong>terranea. è caratterizzata da un clima in cui è presente<br />

un breve periodo secco estivo, tipico del clima me<strong>di</strong>terraneo e precipitazioni che<br />

risentono dell’influsso me<strong>di</strong>terraneo, con valori me<strong>di</strong> annuali non superiori a 600-<br />

700 mm, e con me<strong>di</strong>e in alcuni mesi inferiori a 50 mm.<br />

Stazione <strong>di</strong> rilevamento : <strong>Rimini</strong><br />

Quota s.l.m.: 13 m<br />

Periodo <strong>di</strong> osservazione: 1961- 1990<br />

Temperature<br />

me<strong>di</strong>e dei<br />

massimi<br />

mensili (°C)<br />

Temperature<br />

me<strong>di</strong>e dei<br />

minimi<br />

mensili (°C)<br />

Temperature<br />

me<strong>di</strong>e<br />

mensili (°C)<br />

Precipitazio<br />

ni me<strong>di</strong>e<br />

mensili<br />

(mm)<br />

G F M A M G L A S O N D ANNO<br />

7 9 13 17 21 25 28 27 24 19 13 9 17.6<br />

0 1 4 7 11 15 17 17 15 10 5 1 8.6<br />

3.5 5 8.5 12 16 20 22.5 22 19.5 14.5 9 5 12.5<br />

48 48 57 53 50 51 54 67 68 77 73 57 58<br />

3 Tomaselli R., Balduzzi A., Filippello S., “Carta bioclimatica d’Italia” (1977) - Collana Verde, n. 32. Ministero Agricoltura e<br />

Foreste.<br />

4


Temperatura me<strong>di</strong>a<br />

annua<br />

Precipitazioni totali<br />

annue<br />

13.1°C<br />

761 mm<br />

1.1.2 vegetazione potenziale<br />

Tab. 1 - Dati termo-pluviometrici della stazione <strong>di</strong><br />

<strong>Rimini</strong> (me<strong>di</strong>e 1961-1990)<br />

La vegetazione climax per l’area in esame è il querco-carpineto (Querco-<br />

Carpinetum boreoitalicum Pignatti 1953) 4 , che costituisce il climax <strong>di</strong> tutta l’area<br />

padana.<br />

Tale tipologia <strong>di</strong> vegetazione doveva costituire in epoca preistorica, prima della<br />

colonizzazione <strong>di</strong> questi territori da parte dell’uomo, estese foreste <strong>di</strong> carpino bianco<br />

(Carpinus betulus) e farnia (Quercus robur).<br />

In questa tipologia forestale accanto alle specie dominanti, farnia e carpino bianco<br />

che formano lo strato alto-arboreo, sono presenti numerose altre specie arboree<br />

minori a seconda del contesto pedologico locale e microclimatico, quali il ciliegio<br />

(Prunus avium), i frassini (Fraxinus excelsior, F. oxycarpa), l’olmo campestre<br />

(Ulmus minor), il tiglio selvatico (Tilia cordata), accanto a pioppo nero (Populus<br />

nigra), pioppo bianco (Populus alba) ed ontano nero (Alnus glutinosa) nei contesti<br />

mesoigrofili; lo strato arbustivo è ricco e caratterizzato da specie come il corniolo<br />

(Cornus mas), la fusaggine (Euonymus europaeus), la frangola (Frangula alnus), il<br />

nocciolo (Corylus avellana), il sambuco (Sambucus nigra), il pallon <strong>di</strong> maggio<br />

(Viburnum opulus), la sanguinella (Cornus sanguinea), l’acero campestre (Acer<br />

campestre) ed il ligustro (Ligustrum vulgare).<br />

Nelle zone ripariali, la vegetazione potenziale è costituita da associazioni forestali<br />

dell’alleanza Populion albae (boschi igrofili degli alvei fluviali, inse<strong>di</strong>ati sui terrazzi<br />

interessati più raramente dalle piene e su suoli alluvionali più evoluti), con elementi<br />

dell’alleanza Alno-Ulmion (boschi igrofili con dominanza <strong>di</strong> ontano nero ed olmo<br />

campestre) e dell’or<strong>di</strong>ne Salicetea purpureae (associazioni arbustive e boscaglie<br />

pioniere sui greti dei fiumi, in suoli poco evoluti frequentemente interessati da piene)<br />

5 .<br />

Le associazioni del Populion albae sono caratterizzate dalla presenza del pioppo<br />

bianco (sempre più raro in Pianura Padana), accompagnati da pioppo nero, olmo<br />

campestre, frassini e spora<strong>di</strong>camente da altre specie arboree del Carpinion; lo<br />

strato arbustivo vede la presenza <strong>di</strong> biancospino, fusaggine, ligustro, sambuco,<br />

sanguinella e <strong>di</strong> edera (Hedera helix) come rampicante.<br />

4<br />

Pignatti S., “I boschi d’Italia” (1998), e<strong>di</strong>zioni UTET.<br />

5<br />

Pedrotti F., Gafta D., “Ecologia delle foreste ripariali e paludose dell’Italia” (1996) - Collana “L’uomo e l’ambiente”, n.<br />

23. Università degli Stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> Camerino.<br />

5


1.2 Paesaggio e sistema inse<strong>di</strong>ativo<br />

L’area oggetto d’intervento è inserita in un ambito <strong>di</strong> tipo periurbano.<br />

La presenza <strong>di</strong> un e<strong>di</strong>ficato <strong>di</strong> tipo misto (residenziale e produttivo), nonché<br />

l’esistenza <strong>di</strong> aree agricole, a ridosso del lago <strong>di</strong> cava, rappresentano gli elementi<br />

caratterizzanti <strong>di</strong> questa parte <strong>di</strong> territorio riminese.<br />

L’ambito <strong>di</strong> intervento, interessato dalla costruzione del nuovo Palacongressi e<br />

Au<strong>di</strong>torium in sostituzione del complesso fieristico <strong>di</strong>smesso, infatti, si configura<br />

come elemento <strong>di</strong> snodo tra il territorio naturale ed il territorio costruito, dove la SS<br />

16 rappresenta una sorta <strong>di</strong> barriera tra due ambiti territoriali, tra mare e monti.<br />

Verso il mare il territorio è caratterizzato da un forte inurbamento e dalla presenza<br />

<strong>di</strong> un parco urbano attrezzato.<br />

Verso monte sono rimasti degli spazi non e<strong>di</strong>ficati attualmente ad uso agricolo,<br />

coltivati a seminativo semplice, attualmente oggetto <strong>di</strong> espansione residenziale,<br />

come previsto dagli strumenti urbanistici vigenti.<br />

Dalle planimetrie storiche si evincono le trasformazioni della città <strong>di</strong> <strong>Rimini</strong>, anche in<br />

<strong>relazione</strong> all’area <strong>di</strong> progetto: si noti soprattutto l’importanza del Torrente Ausa che<br />

attraversava l’area, e fungeva da importante elemento <strong>di</strong> collegamento tra l’area<br />

montana e quella marittima.<br />

Veduta prospettica del XVIII secolo tratta da “Civitas Orbis Terrarum” <strong>di</strong> Braun e Hogenberg<br />

6


Pianta storica <strong>di</strong> C.G. Fossati 1790<br />

La planimetria del 1790 consente una lettura del nucleo antico del tessuto urbano:<br />

si evidenzia in particolare l’asse della Flaminia che con il cardo dà luogo alla<br />

struttura ortogonale della città.<br />

Evidente al margine delle fortificazioni il torrente Ausa.<br />

Pianta storica del 1927<br />

7


La pianta mette in luce l’ampliamento della città, lo sviluppo <strong>di</strong> nuovi quartieri urbani,<br />

nuove piazze, nuovi assi <strong>di</strong> penetrazione verso il mare e verso l’area d’intervento,<br />

ancora prevalentemente agricola.<br />

E’ chiaramente leggibile la spaccatura che crea la ferrovia tra l’antica città e la nuova.<br />

Nella zona a ridosso del Torrente Ausa viene completamente e<strong>di</strong>ficato il quartiere<br />

ferroviario ed emerge ormai saturo il quartiere marittimo.<br />

Planimetria del 1948<br />

L’immagine sintetizza il processo <strong>di</strong> urbanizzazione del territorio riminese.<br />

Nell’area oggetto dell’intervento emerge l’area delle Fornaci Fabbri, per la<br />

realizzazione <strong>di</strong> laterizi. Con la deviazione del Torrente Ausa l’alveo originario è stato<br />

tombinato e a<strong>di</strong>bito a Parco Pubblico.<br />

Fino ai primo anni del 900 la città <strong>di</strong> <strong>Rimini</strong> presentava una struttura fortemente<br />

legata ai corsi d’acqua. Oltre agli altri fiumi, il Torrente Ausa rappresentava il margine<br />

Sud del centro storico: oggi dall’immagine aerea emerge la forza del verde che si<br />

appropria sempre più dei vuoti lasciati dall’acqua, legandosi a tutti gli spazi aperti<br />

della città.<br />

Il presente progetto rappresenta solo il primo tassello <strong>di</strong> quello che un giorno<br />

potrebbe <strong>di</strong>ventare il Raggio Verde della Città <strong>di</strong> <strong>Rimini</strong> (fig.1): un raggio che collega<br />

il centro affari <strong>di</strong> <strong>Rimini</strong> con il suo centro ricreativo e naturale rappresentato dal mare:<br />

un raggio capace <strong>di</strong> creare un nuovo spazio urbano, un catalizzatore con il fine<br />

principale <strong>di</strong> esportare cultura dal centro verso il mare e importare natura nel cuore<br />

della città.<br />

Il progetto per il Nuovo Palacongressi e Au<strong>di</strong>torium <strong>di</strong>venta l’occasione generatrice <strong>di</strong><br />

nuove potenzialità per la città <strong>di</strong> <strong>Rimini</strong>, un motore <strong>di</strong> trasformazione qualitativa della<br />

città: interventi progettati in modo coor<strong>di</strong>nato con le sistemazioni attorno al nuovo<br />

Palacongressi innescano meccanismi <strong>di</strong> riqualificazione <strong>di</strong> una vasta area urbana e<br />

<strong>di</strong> quella fascia <strong>di</strong> verde che, fiancheggiando l’Arco <strong>di</strong> Augusto, attraversa la città<br />

8


arrivando fino alle spiagge. Un collegamento ciclo-pedonale dotato <strong>di</strong> valore<br />

ambientale e funzionale, arre<strong>di</strong> e attrezzature <strong>di</strong> completamento, in grado <strong>di</strong><br />

valorizzare a sua volta gli spazi che attraversa, gli ambiti che lo compongono.<br />

Un Raggio Verde per <strong>Rimini</strong><br />

Con questo primo tassello, a ridosso del nuovo Palacongressi e Au<strong>di</strong>torium si offre<br />

alla città <strong>di</strong> <strong>Rimini</strong> l’opportunità <strong>di</strong> ri<strong>di</strong>segnare e rivitalizzare un’area verde nel centro<br />

città, formando un vero grande parco paesaggistico, e al tempo stesso si definisce un<br />

progetto promotore <strong>di</strong> un intervento a più ampio respiro come il raggio verde, che<br />

coinvolge l’intero territorio urbano, riconsegnando così al pieno utilizzo della città la<br />

continuità <strong>di</strong> una vasta area pubblica.<br />

9


2 Lo stato <strong>di</strong> fatto del sito<br />

Per proteggere la città dalle frequenti inondazioni negli anni ’50 venne messa a punto<br />

la costruzione del ‘deviatore Ausa’ a monte del centro urbano, la tombinatura del<br />

torrente stesso fino al mare e conseguentemente la scomparsa del ponte. Tale scelta<br />

ha risolto l”ostilità” dell’acqua, ma ha al tempo stesso privato la città <strong>di</strong> un elemento<br />

naturale e paesaggistico. Attualmente il torrente Ausa è deviato e il suo tracciato è<br />

utilizzato come scolmatore in caso <strong>di</strong> necessità e come fognatura (acque bianche e<br />

nere) per l’intera zona.<br />

<strong>Rimini</strong> 1926, il ponte sul Torrente Ausa<br />

L'intera area verde si trova ubicata lungo il vecchio corso del torrente Ausa, poi<br />

intubato e deviato sul Marecchia, dunque è presumibile un assetto geologico dei<br />

terreni che vede la presenza <strong>di</strong> materiale alluvionale e permeabile a contatto con la<br />

falda freatica almeno per la zona più profonda del lago.<br />

10


Il lago <strong>di</strong> cava V°Peep<br />

Le aree libere a<strong>di</strong>acenti ai futuri complessi del Palacongressi e del Au<strong>di</strong>torium sono<br />

attualmente riconducibili a due <strong>di</strong>fferenti ambiti:<br />

- la parte a Nord <strong>di</strong> Via della Fiera, dove inizia la fascia verde ciclo-pedonale che,<br />

costeggiando il centro storico <strong>di</strong> <strong>Rimini</strong> arriva fino al mare;<br />

- l’area a Sud <strong>di</strong> Via della Fiera, attualmente occupata da un parcheggio sterrato a<br />

servizio della fiera, pressoché priva <strong>di</strong> copertura vegetale sia erbacea che arborea e<br />

la parte a Nord ed Ovest del Lago <strong>di</strong> Cava V° Peep facente parte del Parco Ausa,<br />

interessata dal precario assetto delle sponde soggette a fenomeni erosivi e franosi.<br />

-<br />

11


il lago <strong>di</strong> cava: vista del lato interessato dall’intervento<br />

Da rilievi topografici e sopralluoghi effettuati nel mese <strong>di</strong> maggio 2006 si sono<br />

valutate le caratteristiche e lo stato <strong>di</strong> conservazione delle alberature esistenti, al fine<br />

<strong>di</strong> valutare gli interventi a carico <strong>di</strong> tale patrimonio arboreo (v. tav. 2 <strong>di</strong> progetto). In<br />

generale il progetto intende salvaguardare le alberature presenti, integrandole con<br />

nuovi soggetti in grado <strong>di</strong> valorizzare l’assetto paesaggistico del parco rispettando il<br />

carattere naturaliforme dell’area verde limitrofa.<br />

Le specie presenti sono per lo più Pinus pinea, Quercus ilex, Populus sp., Celtis<br />

australis, Eucaliptus sp. , e Salix spp., in forma arborea ed arbustiva, lungo le sponde<br />

del lago <strong>di</strong> cava dove ricca è la vegetazione igrofila.<br />

Per quanto riguarda i soggetti arborei incompatibili con il progetto, localizzati nelle<br />

aree interessate da movimenti terra per la realizzazione della nuova morfologia si<br />

valuterà l’opportunità <strong>di</strong> trapianto nell’ambito del nuovo parco sulla base delle<br />

effettive con<strong>di</strong>zioni riscontrabili in fase attuativa.<br />

Le sponde del lago della Cava a sud dell’area <strong>di</strong> intervento in parte sono già<br />

sistemate a parco urbano con percorsi ciclo-pedonali in asfalto, arre<strong>di</strong> e punti <strong>di</strong><br />

affaccio sull’acqua.<br />

12


3 II progetto d’inserimento paesaggistico del Palacongressi<br />

Il foyer principale del nuovo Palacongressi si affaccerà sul nuovo parco dominato dal<br />

nuovo ponte <strong>di</strong> Via della Fiera; la costruzione del nuovo Ponte sull’antico tracciato del<br />

torrente Ausa riporterà alla luce quel tratto caratteristico della città <strong>di</strong> <strong>Rimini</strong>: l’esser<br />

città d’acqua, segnata a Est e a Ovest dalle sue presenze fluviali.<br />

Dalla riflessione sull’evoluzione storica della città, che nel tempo ha assecondato<br />

esigenze contingenti senza poter prestare particolare attenzione ai propri corsi<br />

d’acqua, nasce ora l’idea <strong>di</strong> riportare l’acqua al <strong>di</strong> sotto del nuovo ponte, quale<br />

riproposizione dell’antico torrente e come un primo e significativo passo verso la<br />

riconquista dello spazio fluviale perduto.<br />

Un nuovo specchio d’acqua mirerà a restituire la memoria storica dell’antico tracciato<br />

dell’Ausa, che scorreva proprio su questo se<strong>di</strong>me; aggiungendo ad esso allo stesso<br />

tempo una nuova funzione ecologica: Ri-naturalizzare il territorio riscoprendo la<br />

risorsa acqua. Funzionerà infatti da bacino <strong>di</strong> raccolta delle acque <strong>di</strong> superficie del<br />

parco e si costituirà allo stesso tempo come stepping zone sulle rotte delle stagionali<br />

migrazioni aviarie europee, per le quali <strong>Rimini</strong> rappresenta un’importante crocevia,<br />

migliorando così l’intero sistema ecologico-paesaggistico del territorio.<br />

Il parco si articolerà lungo le sponde del nuovo specchio d’acqua raccordandosi<br />

all’analogo sistema <strong>di</strong> verde esistente lungo le sponde del limitrofo parco <strong>di</strong> cava, le<br />

cui sponde saranno in parte oggetto del presente intervento con opere <strong>di</strong><br />

riqualificazione ambientale e valorizzazione paesaggistica e funzionale.<br />

<strong>Rimini</strong>: il parco Ausa, il ponte sul nuovo specchio d’acqua e il Palacongressi<br />

13


3.1 Il Parco Ausa<br />

L’intervento per la realizzazione del parco sul quale affaccerà il nuovo Palacongressi<br />

interessa una superficie complessiva <strong>di</strong> circa 30.400 metri quadrati, dei quali circa<br />

3.000 mq saranno occupati dal nuovo specchio d’acqua al <strong>di</strong> sopra del quale passerà<br />

il nuovo ponte <strong>di</strong> accesso al complesso congressuale.<br />

L’impianto del nuovo parco mira a valorizzare l’integrazione con le aree ver<strong>di</strong> limitrofe<br />

(Parco Fabbri a nord e Parco urbano V° PEEP a sud) con il <strong>di</strong>segno <strong>di</strong> percorsi<br />

sinuosi e alberature sparse, che integrino i soggetti arborei conservati.<br />

Sud<strong>di</strong>videndo l’area interessata dal progetto paesaggistico delle aree destinate al<br />

Parco Ausa, in sotto-ambiti si possono assumere i seguenti parametri progettuali:<br />

A1.1) a nord <strong>di</strong> Via della Fiera, <strong>di</strong> circa 10000 mq, parte dei quali, circa 1600, interni<br />

al Lotto del Palacongressi a raccordo con il nuovo parco;<br />

A2.1) a sud <strong>di</strong> Via della Fiera, <strong>di</strong> circa 10000 mq;<br />

A2.2) la sponda nord ed ovest del Lago <strong>di</strong> cava esistente, <strong>di</strong> circa 9200 mq.<br />

3.1.1 Il nuovo specchio d’acqua e il lago <strong>di</strong> cava esistente<br />

Ripartito sulle due aree A1.1 e A2.1, il nuovo specchio d’acqua si colloca ad una<br />

quota superiore (-5.00) rispetto al lago <strong>di</strong> cava esistente (-8.00); raccoglie le acque<br />

piovane della zona, ma per il mantenimento del livello dell’acqua, attraverso una<br />

pompa con vasca <strong>di</strong> accumulo, pesca <strong>di</strong>rettamente le acque dal Lago <strong>di</strong> Cava<br />

esistente.<br />

Schema <strong>di</strong> funzionamento del nuovo laghetto<br />

La pompa permette inoltre il riciclo e la movimentazione dell’acqua all’interno del<br />

bacino; l’ossigenazione, e quin<strong>di</strong> la generale qualità dell’acqua, è garantita da un<br />

sistema <strong>di</strong> cascatelle che provvedono anche ad un migliore raccordo altimetrico alle<br />

quote del terreno circostante e ad un interessante effetto scenografico. I salti <strong>di</strong> quota<br />

dell’acqua, inoltre, permetteranno <strong>di</strong> osservare un’interessante caratteristica<br />

comportamentale <strong>di</strong> alcune specie <strong>di</strong> pesci (in particolare i Ciprini<strong>di</strong>): quella <strong>di</strong> risalire<br />

la corrente saltando. Al fine <strong>di</strong> favorire la formazione <strong>di</strong> microhabitat naturali e in<br />

particolare l’inse<strong>di</strong>amento e lo sviluppo <strong>di</strong> una fauna ittica il più possibile variegata si<br />

prevede la formazione, sul fondo dello specchio d’acqua, <strong>di</strong> zone protette: accumuli<br />

<strong>di</strong> materiale ghiaino-terroso <strong>di</strong>sposti a mezzaluna, in modo tale da formare zone<br />

protette rispetto al flusso della corrente, valorizzate e integrate con idonee piante<br />

acquatiche.<br />

La realizzazione <strong>di</strong> mezzelune che possono essere paragonate ai meandri <strong>di</strong> un<br />

corso d’acqua naturale, impe<strong>di</strong>sce la banalizzazione del corso d’acqua creando<br />

microhabitat necessari agli sta<strong>di</strong> giovanili <strong>di</strong> ogni specie ittica.<br />

14


A parità <strong>di</strong> portata, un corso d’acqua rettificato può contenere una comunità ittica<br />

che, in termini <strong>di</strong> biomassa, può essere 10 (o più) volte inferiore a quella <strong>di</strong> un corso<br />

sinuoso.<br />

In particolare, la formazione <strong>di</strong> bacini con acque più calme, favorirebbe la <strong>di</strong>ffusione<br />

<strong>di</strong> Ciprini<strong>di</strong> limnofili (d’acqua lenta) quali la carpa (Cyprinus carpio), il cavedano<br />

(Leuciscus cephalus), la scardola (Scar<strong>di</strong>nus erythrophthalmus) e l'alborella<br />

(Alburnus a. alborella).<br />

Queste specie, in genere pre<strong>di</strong>ligono acque lente e ricche <strong>di</strong> vegetazione; si nutrono<br />

infatti oltre che <strong>di</strong> organismi planctonici e larve <strong>di</strong> insetti, anche <strong>di</strong> detriti vegetali che<br />

possono derivare da una vegetazione acquatica a Phragmites australis, Tipha<br />

latifoglia, Calla palustris e Cyperus papyrus che andranno a costituire la copertura<br />

vegetale delle mezzelune.<br />

Lo specchio d’acqua progettato ha forma organica definita da un elemento <strong>di</strong><br />

contenimento e delimitazione duro, realizzato con una lamina in acciaio Cor-ten,<br />

adatto a segnare in modo netto tale conformazione delle sponde.<br />

Per l’aspetto della sicurezza, lungo il bordo lago saranno presenti fasce <strong>di</strong> Iris (Iris<br />

germanica” e Iris pseudacorus) alternate a fasce arbustive che serviranno da<br />

protezione e da delimitazione in modo che la lamina in acciaio Cor-ten non sia in<br />

alcun modo elemento <strong>di</strong> pericolo.<br />

La profon<strong>di</strong>tà massima è <strong>di</strong> cm 150 nella zona centrale, mentre le zone a livelli<br />

crescenti hanno profon<strong>di</strong>tà <strong>di</strong> cm 30 con salti <strong>di</strong> quota realizzati con analogo<br />

materiale metallico.<br />

Per l’impermeabilizzazione del fondo si prevede l’impiego <strong>di</strong> telo bentonitico posato<br />

su sottofondo compattato, fissato dall’elemento metallico <strong>di</strong> contenimento e coperto<br />

da un sottile strato <strong>di</strong> ghiaia nelle zone meno profonde al fine <strong>di</strong> renderne più<br />

gradevole l’aspetto fin dalla realizzazione. L’utilizzo <strong>di</strong> materassino bentonitico per<br />

l’impermeabilizzazione del fondo garantisce ottime prestazioni, agevole posa, e allo<br />

stesso tempo migliora l’inserimento ambientale dello specchio d’acqua.<br />

15


3.1.2 I percorsi ed opere <strong>di</strong> completamento<br />

Fotosimulazione del nuovo laghetto<br />

Un altro significativo aspetto nello sviluppo progettuale è stata la valorizzazione della<br />

connessione ciclo-pedonale con il <strong>di</strong>segno <strong>di</strong> percorsi che by-passando il traffico<br />

veicolare, si collegano a quelli esistenti attorno al lago <strong>di</strong> cava e alla nuova pista<br />

ciclabile su Via della Fiera consentendo così la continuità fino al mare e l’integrazione<br />

del nuovo parco <strong>di</strong> progetto con l’esistente parco <strong>di</strong> cava in modo il più possibile<br />

organico.<br />

Il <strong>di</strong>segno dei percorsi mira ad assecondare la valenza naturalistica del sito, pur<br />

cercando <strong>di</strong> definire linee morbide ma nettamente leggibili e caratterizzanti l’assetto<br />

generale. La sinuosità dei percorsi si adatta al nuovo andamento planialtimetrico del<br />

sito, evitando pendenze inadatte alla fruibilità <strong>di</strong>ffusa del parco. In ogni caso sono<br />

previsti dei parapetti lungo alcuni tratti dei percorsi che corrono a fianco del nuovo<br />

specchio d’acqua.<br />

L’accessibilità è garantita e le rampe lungo i percorsi superano solo in limitate<br />

situazioni l’inclinazione del 5%.<br />

In accordo cromatico con le sistemazioni esterne del Palacongressi i percorsi sono<br />

previsti in inerti stabilizzati color sabbia - calcestre e in parte in conglomerato natura<br />

per assicurare la continuità <strong>di</strong> materiale dei percorsi ciclopedonali esistenti ed<br />

assegnare una gerarchia agli assi <strong>di</strong> transito. Al fine <strong>di</strong> migliorare l’inserimento<br />

ambientale dei percorsi in asfalto si prevede l’impiego <strong>di</strong> conglomerato ‘natura,<br />

realizzato con inerti selezionati e legante trasparente in modo da ottenere un effetto<br />

naturale pur con i vantaggi <strong>di</strong> un materiale consolidato. Entrambe le tipologie <strong>di</strong><br />

pavimentazione dei percorsi saranno delimitate con cordoli in cls posati a raso.<br />

16


Per il drenaggio delle acque meteoriche dei percorsi si prevedono idonee pendenze<br />

trasversali verso le aree a verde e canalette rinver<strong>di</strong>te laterali nelle quali vengono<br />

convogliate anche le acque <strong>di</strong> scorrimento superficiale dei pen<strong>di</strong>i a prato.<br />

Nella zona del lago <strong>di</strong> cava, collocata a Sud (zona A2.2), e del relativo parco, è<br />

prevista la riqualificazione della vegetazione esistente con interventi <strong>di</strong> manutenzione<br />

straor<strong>di</strong>naria ed integrazione con specie igrofile che aiutino il consolidamento e la<br />

messa in sicurezza delle sponde, in particolare verrà consolidata la sponda nord con<br />

una palificata aventi le medesime caratteristiche <strong>di</strong> quelle già presenti nella sponda<br />

sud del lago <strong>di</strong> cava; in questo modo si provvede anche alla loro fruibilità concentrata<br />

in una banchina curvilinea realizzata in legno, collegata al sistema dei percorsi con<br />

una scalinata in legno e calcestre. Il pontile affacciato <strong>di</strong>rettamente sul lago <strong>di</strong> cava,<br />

con uno sviluppo <strong>di</strong> oltre ottanta metri e un parapetto a protezione verso il lago anche<br />

lui avente le medesime caratteristiche dei parapetti presenti nelle piattaforme che<br />

affacciano sul lago lungo la sua sponda meri<strong>di</strong>onale, permetterà <strong>di</strong> godere <strong>di</strong> un<br />

paesaggio straor<strong>di</strong>nario, con vista su tutta l’estensione del lago, sulle rigogliose<br />

sponde ver<strong>di</strong> e <strong>di</strong>versi scorci sulla città circostante.<br />

Il manufatto previsto vuole costituire un elemento autonomo rispetto alla irregolarità<br />

della sponda, un arco pulito, fisso, attorno al quale l’acqua fluttua liberamente.<br />

Negli altri tratti <strong>di</strong> sponda del lago <strong>di</strong> cava oggetto del presente intervento, lasciando<br />

a naturale evoluzione le rive si intende potenziarne il carattere naturalistico nel suo<br />

insieme, valorizzarne l’effetto paesaggistico ed allo stesso tempo mantenere una<br />

cortina protettiva rispetto alla percorrenza ciclo-pedonale. La vegetazione<br />

sviluppatasi naturalmente, Salix spp.e Tipha sarà oggetto <strong>di</strong> interventi <strong>di</strong><br />

manutenzione straor<strong>di</strong>naria, con selezione delle specie invasive ed integrazione con<br />

specie igrofile idonee ad accrescere la bio<strong>di</strong>versità locale.<br />

Per il completamento del parco saranno posizionate delle panchine e dei gazebo<br />

attrezzati, come da progetto.<br />

17


4 Le tipologie vegetazionali<br />

Le scelte paesaggistiche nascono dalla volontà <strong>di</strong> rinaturalizzazione dell’area,<br />

secondo un <strong>di</strong>segno unitario, sia per la parte <strong>di</strong> progettazione ex-novo, che per quella<br />

d’integrazione e recupero del parco del lago <strong>di</strong> cava, con il duplice obiettivo <strong>di</strong><br />

valorizzare l’intervento con l’elemento naturale e <strong>di</strong> compensare la necessaria<br />

rimozione <strong>di</strong> soggetti arborei con nuove piantumazioni e <strong>di</strong> arricchire la vegetazione<br />

esistente e la bio<strong>di</strong>versità del sito.<br />

Si prevede dunque la formazione <strong>di</strong> un nuovo apparato vegetazionale costituito da<br />

vaste superfici a prato con fasce arboreo-arbustive <strong>di</strong>sposte a sesti d’impianto<br />

variabili, a seconda dell’ubicazione: gran<strong>di</strong> macchie arboreo-arbustive lungo il<br />

margine Est si integrano a piccoli gruppi arborei o a esemplari singoli, come<br />

solitaires. Questa molteplicità paesaggistica favorirà non solo un sorprendente<br />

aumento della presenza <strong>di</strong> animali, ma si costituirà, come già sottolineato, una nuova<br />

"stepping zone" con valenza <strong>di</strong> area naturale, punto <strong>di</strong> appoggio e <strong>di</strong> riparo per fauna<br />

e ittiofauna, migliorando così l’intero sistema ecologico-paesaggistico del territorio.<br />

Il parco avrà una continuità con le piantumazioni <strong>di</strong> nuova realizzazione su Via della<br />

Fiera (Querce <strong>di</strong> Turner): all’interno del parco, infatti, verranno piantumate <strong>di</strong>verse<br />

specie <strong>di</strong> querce particolarmente adatte a questo contesto.<br />

A Nord nelle zone A1.1 e A2.1, una fascia <strong>di</strong> macchia arboreo-arbustiva, integrerà le<br />

presenze vegetali e farà da filtro verde verso l’e<strong>di</strong>ficazione esistente.<br />

In ambedue i laghi particolare attenzione sarà posta alla vegetazione ripariale. In<br />

quello <strong>di</strong> progetto Phragmites australis, Tipha latifoglia, Calla palustris e Cyperus<br />

papyrus presto colonizzeranno parte delle rive.<br />

Lungo le sponde del lago <strong>di</strong> cava, ove necessario, viene integrata e riqualificata la<br />

vegetazione ripariale esistente delle zone interessate alle oscillazioni del livello<br />

dell’acqua, oltre a quella atta al consolidamento delle sponde (come le specie<br />

arboree igrofile Populus sp. e Salix sp.). Inoltre saranno mantenuti il più possibile<br />

tratti con vegetazione ra<strong>di</strong>cata in acqua e sponda degradante per conservare gli<br />

habitat esistenti, formatisi naturalmente.<br />

4.1 Le specie vegetali<br />

Per la scelta delle specie da inserire nell’area del nuovo Parco, sono state seguite le<br />

in<strong>di</strong>cazioni dettate dal “Regolamento comunale del verde urbano privato e pubblico e<br />

delle aree incolte” del <strong>Comune</strong> <strong>di</strong> <strong>Rimini</strong> – Settore ambiente e sicurezza (approvato<br />

con Deliberazione <strong>di</strong> C.C. n° 76 del 27.03.2001 esaminata senza rilievi dal<br />

Co.Re.Co. nella seduta del 11.04.2001).<br />

In particolare nell’ Allegato C: “Specie arboree ed arbustive utilizzabili nei Comuni<br />

costieri dell’Emilia Romagna, zona litoranea <strong>di</strong> terza Linea” si trovano elencate le<br />

specie vegetali, arboree ed arbustive, caratterizzate da un alto valore ecologico –<br />

ornamentale, particolarmente adatte alla tipologia <strong>di</strong> ambiente in cui andranno a<br />

collocarsi, ambiente classificato <strong>di</strong> Terza Linea, dove con tale termine si identifica<br />

tutta l’area retrostante agli stabilimenti balneari con <strong>di</strong>stanza superiore ai 300m. (Art.<br />

9 - Nuovi impianti e sostituzioni).<br />

Le specie vegetali scelte richiamano la flora esistente, rappresentando un episo<strong>di</strong>o <strong>di</strong><br />

continuità ambientale ed ecologica, arricchendo l’area con essenze caratterizzate da<br />

fioriture e particolari colorazioni autunnali, anche in modo da rendere il Parco vitale e<br />

fruibile in tutte le stagioni.<br />

18


Oltre al trapianto <strong>di</strong> soggetti arborei presenti in corrispondenza della conca <strong>di</strong><br />

progetto, i soggetti arboreo-arbustivi che andranno ad arricchire la varietà del Parco<br />

Ausa, favorendo l’inserimento paesaggistico del Nuovo Palacongressi, saranno:<br />

Pinus pinea (pino domestico)<br />

Albero tipico della flora me<strong>di</strong>terranea, il pino domestico (Pinus pinea) è caratterizzato<br />

dalla tipica chioma a forma <strong>di</strong> ombrello che lo rende particolarmente familiare e<br />

riconoscibile.<br />

Appartenente alla famiglia delle Pinaceae è una bella pianta che raggiunge fino i 25<br />

m <strong>di</strong> altezza. La corteccia del tronco sinuoso <strong>di</strong> colore rosso bruno è <strong>di</strong>visa da larghe<br />

squame <strong>di</strong> una forma romboidale.<br />

Le foglie sono persistenti, <strong>di</strong> colore verde scuro, aghiformi riunite a due, abbastanza<br />

rade sui rametti, lunghi 10-15 cm, non pungenti. I frutti sono rappresentati da pigne<br />

solitarie o a due, gran<strong>di</strong> da 12 a 15cm, ad apice arrotondato. A maturità (verso i 3<br />

anni) liberano i tipici semi detti pinoli.<br />

Quercus ilex (leccio)<br />

Quercia sempreverde, può raggiungere gli 8-15 m <strong>di</strong> altezza; è dotata <strong>di</strong> chioma<br />

irregolare, fitta e corteccia liscia.<br />

Il tronco singolo o <strong>di</strong>viso alla base è caratterizzato da un legno duro e compatto. La<br />

corteccia nerastra, lievemente screpolata, squamosa ben contrasta con le foglie<br />

ovato-lanceolate, <strong>di</strong> colore verde scuro, lucide nella pagina superiore e più chiare e<br />

tomentose in quella inferiore. I frutti (ghiande) sono molto apprezzati dalla fauna.<br />

E’ un tipico costituente, se non il principale, della macchia me<strong>di</strong>terranea. Per la<br />

robustezza, la resistenza all’inquinamento e alla potatura, nonchè per l’aspetto<br />

imponente, il Leccio ha raggiunto una grande <strong>di</strong>ffusione anche come pianta<br />

ornamentale per viali e giar<strong>di</strong>ni e parchi.<br />

Populus alba (pioppo bianco)<br />

Appartenente alla famiglia delle Betulaceae, è un’elegante albero caducifoglie che<br />

raggiunge gran<strong>di</strong> <strong>di</strong>mensioni, contrad<strong>di</strong>stinta da una rapida crescita che la porta a<br />

superare i 25 m <strong>di</strong> altezza. La chioma è ampia e regolare , la sua corteccia grigio<br />

scuro rimane per lungo tempo liscia e punteggiata da piccole lenticelle suberose;<br />

successivamente <strong>di</strong>viene più scura e solcata longitu<strong>di</strong>nalmente.<br />

Le foglie, sorrette da un picciolo depresso lateralmente lungo fino a 5cm., hanno una<br />

forma ovale o rotondeggiante irregolarmente lobata (4-8cm).<br />

La pagina fogliare superiore è lucida, <strong>di</strong> colore verde scuro, mentre quella inferiore,<br />

come i getti giovani, è ricoperta da una fitta pelosità biancastra.<br />

Cresce su suoli incoerenti, limosi-argillosi, che rimangono umi<strong>di</strong> tutto l'anno ma<br />

senza subire regolari inondazioni. I pioppi sono essenziali nell'azione <strong>di</strong><br />

consolidamento degli argini dei fiumi, in <strong>relazione</strong> anche all'ampia estensione<br />

dell'apparato ra<strong>di</strong>cale che si <strong>di</strong>rama dalla pianta madre per oltre venti metri<br />

Salix alba (salice bianco)<br />

Il salice bianco è un albero caduco, a crescita rapida, ma non molto longevo, che<br />

raggiunge i 15-20 metri <strong>di</strong> altezza, con un tronco <strong>di</strong> <strong>di</strong>ametro massimo <strong>di</strong> 50-60 cm; la<br />

corteccia é grigio-scura con profonde fessure longitu<strong>di</strong>nali. Ha una chioma allargata,<br />

con rami spesso arcuati e ricadenti; le foglie sono grigio-argento, particolarmente<br />

belle alla luce del sole, del quale ne riflettono i raggi. Esse sono lunghe e sottili, con<br />

una leggera peluria sulla pagina inferiore. In marzo compaiono i fiori,<br />

19


contemporaneamente alle foglie, quelli maschili sono amenti giallastri, quelli<br />

femminili sono più piccoli e verdastri. In giugno maturano i frutti, capsule <strong>di</strong> semi che<br />

vengono sparsi dal vento con una peluria bianca chiamata pappo.<br />

Sono alberi particolarmente adatti ad abitare gli argini dei corsi d'acqua, e per<br />

questo assumono particolare importanza nell’azione <strong>di</strong> consolidamento delle rive,<br />

limitando i danni in caso <strong>di</strong> frane. La caratteristica del legno <strong>di</strong> queste piante,<br />

soprattutto delle ra<strong>di</strong>ci, è quella <strong>di</strong> possedere la proprietà <strong>di</strong> non marcire con la<br />

permanenza in terreni saturi <strong>di</strong> umi<strong>di</strong>tà e per questo tali specie sono privilegiate nel<br />

rimboschimento <strong>di</strong> zone paludose o acquitrinose.<br />

Quercus cerris (cerro)<br />

Il cerro ha un portamento spiccatamente arboreo. Il fusto, dritto, arriva fino a 30m <strong>di</strong><br />

altezza. E’ una bella pianta ornamentale, caratterizzata da chioma da piramidale a<br />

globosa, allungata, <strong>di</strong> colore verde opaco e dal tronco colonnare <strong>di</strong>ritto con rami<br />

giovani pubescenti; la corteccia <strong>di</strong> colore bruno-grigiastro scuro, spessa, è<br />

profondamente fessurata in piastre compatte, rossastra nelle fessure, ruvida. Le<br />

foglie, caduche, <strong>di</strong> colore verde scuro e lucide, conferiscono alla chioma una<br />

particolare lucentezza.<br />

Assume particolare importanza ecologica poiché è una quercia che non avendo un<br />

tipo <strong>di</strong> legno molto apprezzato, è stata nel tempo sostituita con altre colture<br />

considerate economicamente più pregiate.<br />

Quercus petraea (rovere)<br />

Pianta autoctona della macchia me<strong>di</strong>terranea la rovere è una quercia caducifoglie <strong>di</strong><br />

prima grandezza, che può superare anche i 30 m <strong>di</strong> altezza e raggiungere i 2 m <strong>di</strong><br />

<strong>di</strong>ametro. Ha il tronco eretto, slanciato; la corteccia grigio, solcata e fessurata. Le<br />

foglie, sono semplici, obovato-lobate <strong>di</strong> 8-12 cm, con picciolo <strong>di</strong> 1-3 cm ad inserzione<br />

alterna con un bel colore verde scuro lucido nella pagina superiore e più chiaro nella<br />

inferiore.<br />

E’ una specie molto longeva che si adatta bene a tutti i tipi <strong>di</strong> suolo. Viene utilizzata<br />

spesso a scopo ornamentale grazie al suo portamento ed all’apparato fogliare<br />

particolarmente bello.<br />

Prunus avium (ciliegio selvatico)<br />

Appartenente alla famiglia delle Rosaceae, il ciliegio selvatico è un albero rustico che<br />

cresce rapidamente con chioma piramidale che raggiunge i 15 m d'altezza. Il suo<br />

areale copre una fascia altimetrica piuttosto ampia: infatti lo si può trovare da 0-1200<br />

m s.l.m.<br />

Esso è caratterizzato da fusto eretto e ramificato, corteccia rossastra liscia,<br />

sfaldantesi in strisce. Le foglie sono raggruppate in piccoli gruppi, picciolate, ovato –<br />

ellittiche, acute, con margine dentato. I fiori sono <strong>di</strong>sposti in mazzolini, con cinque<br />

petali bianchi roton<strong>di</strong>. Il frutto è una drupa quasi sferica, polposa, con un seme<br />

subsferico, molto apprezzata dall’avifauna.<br />

La funzione del ciliegio, quin<strong>di</strong>, oltre ad essere <strong>di</strong> tipo estetico-decorativo grazie alla<br />

fioritura primaverile molto ornamentale prima o assieme alle giovani foglie, sarà<br />

quella <strong>di</strong> incrementare l’avifauna, presente e potenziale.<br />

Cercis siliquastrum (albero <strong>di</strong> Giuda)<br />

Piccolo albero o arbusto deciduo, con chioma globosa espansa, irregolare, <strong>di</strong> colore<br />

verde cupo. In ambienti ottimali raggiunge i 10 m d’altezza e gli 8-10 m <strong>di</strong> <strong>di</strong>ametro<br />

della chioma. Il tronco è un importante carattere ornamentale in quanto spesso<br />

20


tortuoso e <strong>di</strong> colore scuro. Il fogliame deciduo, è portato su lunghi piccioli, a lamina<br />

semplice, <strong>di</strong> forma tondeggiante, cuoriforme o reniforme e <strong>di</strong> colore verde chiaro che<br />

ben contrasta con il colore della corteccia.<br />

E’ una pianta molto apprezzata per l’abbondante fioritura molto ornamentale con fiori<br />

<strong>di</strong> colore rosa, raccolti in racemi brevi che fioriscono in marzo – aprile (prima<br />

dell’emissione delle foglie) sui rami più vecchi.<br />

I frutti che seguono i fiori sono baccelli <strong>di</strong> semi (legumi), molto numerosi, appiattiti e<br />

pendenti, che rimangono sulla pianta fino alla primavera successiva<br />

E’ molto rustico, ideale in forma isolata o in gruppo in piccoli giar<strong>di</strong>ni e nei parchi.<br />

Ligustrum lucidum (ligustro)<br />

E’ un elegante arbusto sempreverde, che raggiunge <strong>di</strong>screte <strong>di</strong>mensioni potendo<br />

superare i 5 m <strong>di</strong> altezza, viene frequentemente utilizzato con portamento ad<br />

alberello. Ha foglie semplici verde brillante, particolarmente lucide che conferiscono<br />

luminosità alla chioma. E’ particolarmente decorativo anche per la ricca fioritura in<br />

pannocchie bianche primaverili e per i grappoli <strong>di</strong> bacche violacee in autunno. Si<br />

presta a essere contenuto nelle forme e <strong>di</strong>mensioni volute con leggere potature. Non<br />

possiede particolari esigenze pedologiche e resiste bene alla siccità. Forma in<br />

gruppo bei cespugli semprever<strong>di</strong> che danno una bella nota <strong>di</strong> colore anche in<br />

inverno.<br />

Cornus sanguinea (corniolo)<br />

Il corniolo è un arbusto deciduo, con altezza <strong>di</strong> circa 2,5m. Ha un portamento eretto,<br />

elegante, con bellezza accentuata dal colore dei rami bruno-rossastri. Le foglie sono<br />

decidue, semplici, ovoidali, opposte con nervature ben evidenti assumono una<br />

colorazione appariscente, tipicamente rosse in autunno. I fiori sono bianchi, riuniti in<br />

infiorescenze ad ombrello o corimbo e fioriscono da maggio a luglio. I frutti sono<br />

costituiti da drupe prima rosse poi nerastre <strong>di</strong> 5-6 mm <strong>di</strong> sapore amaro e sgradevole .<br />

Anche la presenza <strong>di</strong> questo arbusto garantirà la bio<strong>di</strong>versità, costituendo una buona<br />

fonte <strong>di</strong> cibo per l’avifauna e garantendo al luogo una bella nota <strong>di</strong> colore autunnale<br />

grazie all’accesa colorazione delle foglie.<br />

Salix caprea (Salicone)<br />

Albero caducifoglio alto fino a 9 - 12 cm. La corteccia è <strong>di</strong> colore grigia e fessurata.<br />

I Rami eretti e <strong>di</strong>varicati, glabri, luci<strong>di</strong>, sono <strong>di</strong> colore bruno o rossiccio.<br />

Le Foglie , spicciolate sono acute e dentellate, con una lamina ovato oblunga, <strong>di</strong><br />

colore verde scuro. I Fiori, monoici, fioriscono da marzo a maggio; quelli maschili,<br />

molto grossi (2- 4 x 2 cm), sono densi e vistosi mentre quelli femminili (3 - 7 cm)<br />

risultano più lassi ed esili. E’ una specie eliofila, esige terreni freschi, ma si inse<strong>di</strong>a<br />

anche in quelli pietrosi, con buona presenza d'acqua.<br />

Diffuso ovunque nell’Asia e nell’Europa in Italia è presente nelle zone pianeggianti<br />

fino a 1500 m.<br />

Populus nigra ‘italica’ (Pioppo cipressino)<br />

Appartenente alla famiglia delle Salicaceae, è un’elegante albero caducifoglie in<br />

grado <strong>di</strong> raggiungere l’altezza <strong>di</strong> 40 metri. Ha un portamento colonnare e fastigiato,<br />

con rami eretti, molto addossati al tronco e molto ravvicinati, che si <strong>di</strong>partono fin dalla<br />

base.<br />

Le foglie si inseriscono me<strong>di</strong>ante un picciolo lungo 3-5 cm, sui rametti lisci <strong>di</strong> colore<br />

inizialmente verde-giallastro, poi brunastro a maturità, portanti delle gemme brune e<br />

affusolate. La lamina fogliare è ovato-triangolare con nervatura <strong>di</strong> tipo penninervio.<br />

21


L’apice fogliare è molto appuntito, mentre il margine presenta una piccola ma<br />

regolare seghettatura. La pagina superiore si presenta liscia e <strong>di</strong> un bel colore verde<br />

brillante, quella inferiore è opacizzata, con nervature evidenti.<br />

La corteccia, notevolmente solcata, non presenta una elevata nodosità.<br />

A livello paesaggistico-ornamentale vengono generalmente utilizzati gli esemplari<br />

maschili, in quanto non producono i fasti<strong>di</strong>osi “piumini” derivanti dall’infruttescenza<br />

femminile , ed hanno un portamento più regolare ed omogeneo rispetto alle piante<br />

femminili.<br />

Ligustrum vulgare (Olivella)<br />

Arbusto le cui <strong>di</strong>mensioni rimangono contenute entro pochi metri <strong>di</strong> altezza, tende ad<br />

avere una chioma abbastanza espansa e cespugliosa. Possiede fusti eretti con rami<br />

ad andamento eretto, orizzontale o prostrato secondo le varietà e corteccia<br />

grigiastra.<br />

Questa essenza è caratterizzata da foglie caduche nelle zone più fredde, mentre in<br />

quelle temperate calde persistono sui rami. Le foglie sono semplici ed hanno<br />

inserzione opposta, me<strong>di</strong>ante un brevissimo picciolo, su rametti bruno-verdastri<br />

tipicamente lenticellati. La lamina fogliare è ovale e lunga 2-3 cm nelle foglie alla<br />

base dei rami, mentre è lanceolata e lunga fino a 4-7 cm in quelle apicali; sono<br />

dotate <strong>di</strong> una evidente nervatura centrale e il margine è intero.<br />

I fiori sono bianchi e profumati a 4 petali <strong>di</strong> piccole <strong>di</strong>mensioni, riuniti in infiorescenze<br />

a pannocchia all’apice dei rametti. La fioritura avviene in primavera-estate.<br />

I frutti sono costituiti da bacche, nere a maturità, persistenti sulla pianta con <strong>di</strong>ametro<br />

inferiore ad 1 cm.<br />

Il Ligustro è un arbusto molto utilizzato come pianta ornamentale sia per l’effetto<br />

decorativo ed elegante della chioma e della sua fioritura, sia per la sua rusticità e<br />

l’adattabilità ambientale.<br />

Cornus mas (Corniolo)<br />

Arbusto a foglie caduche originario dell’Europa e dell’Africa; a crescita molto rapida<br />

in età adulta può raggiungere i 5-7 m <strong>di</strong> altezza. Ha corteccia marrone, liscia, che<br />

tende a perdere ampie scaglie lasciando macchie <strong>di</strong> colore marrone-arancio; ha<br />

portamento tondeggiante, molto ramificato, con i primi rami che crescono a poche<br />

decine <strong>di</strong> centimetri dal terreno.<br />

Le foglie sono ovali, con margine ondulato, verde scuro, tendono a <strong>di</strong>ventare giallorossastre<br />

in autunno, prima <strong>di</strong> cadere.<br />

Tra la fine dell’inverno e l’inizio della primavera produce numerose infiorescenze <strong>di</strong><br />

colore giallo, simili a piumini, che si presentano prima delle foglie. In primavera<br />

inoltrata produce piccole bacche tondeggianti, commestibili, che maturano in luglio<br />

<strong>di</strong>ventando rosso ciliegia.<br />

Arbutus unedo (Corbezzolo)<br />

Pianta dal portamento sia arboreo che arbustivo-cespuglioso, con chioma rada,<br />

molto irregolare e <strong>di</strong> forma varia. Raggiunge altezze variabili da 1-2 metri a 8-10<br />

metri.<br />

Presenta un fusto eretto, contorto, ramificato spesso dalla base, con ramificazioni<br />

irregolari e portamento eretto o “aperto” quasi orizzontale. La scorza è brunorossastra<br />

e rugosa.<br />

Le foglie sono persistenti, semplici, con lamina coriacea oblunga e lanceolata, con<br />

apice acuto e margine seghettato; sono lunghe 7-12 cm, color verde scuro e lucide.<br />

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Il Corbezzolo è una pianta con fiori ermafro<strong>di</strong>ti riuniti in infiorescenze terminali a<br />

pannocchia pendula (<strong>di</strong> 6-10 cm). I singoli fiori sono bianco-giallastri larghi 5-10 mm<br />

e peduncolati. La fioritura si ha da ottobre a gennaio. Il frutto è rappresentato da una<br />

specie <strong>di</strong> bacca <strong>di</strong> colore giallo-rosso.<br />

Il Corbezzolo è spontaneo negli areali del centro-sud Italia dove fa parte della<br />

macchia me<strong>di</strong>terranea associato anche ad altri alberi e arbusti ma può essere<br />

utilizzato anche come pianta ornamentale<br />

5 Modalità <strong>di</strong> realizzazione<br />

5.1 Opere <strong>di</strong> preparazione<br />

Per la realizzazione del parco si prevedono opere <strong>di</strong> movimentazione del terreno per<br />

la realizzazione della conca al <strong>di</strong> sotto del nuovo ponte, con raccor<strong>di</strong> morfologici e<br />

modellazione del terreno come in<strong>di</strong>cato nelle tavole <strong>di</strong> progetto.<br />

Nelle zone oggetto <strong>di</strong> opere <strong>di</strong> sbancamento, per la ricostruzione del suolo per la<br />

sistemazione a verde si prevede il riporto <strong>di</strong> terreno vegetale per uno spessore me<strong>di</strong>o<br />

<strong>di</strong> 10 cm al fine <strong>di</strong> permettere la formazione <strong>di</strong> prato e riporti localizzati per l’impianto<br />

<strong>di</strong> nuovi soggetti arborei ed arbustivi. In tali zone, al fine <strong>di</strong> accelerare il rinver<strong>di</strong>mento<br />

dei pen<strong>di</strong>i ed evitare fenomeni <strong>di</strong> <strong>di</strong>lavamento superficiale si prevede inerbimento con<br />

idrosemina.<br />

Per le alberature esistenti si prevedono opere <strong>di</strong> manutenzione straor<strong>di</strong>naria e<br />

sistemi <strong>di</strong> salvaguar<strong>di</strong>a con potature e verifiche fitosanitarie. Per i soggetti localizzati<br />

in ambiti interessati dal cantiere si prevedono forme <strong>di</strong> protezione con <strong>di</strong>spositivi<br />

idonei alle <strong>di</strong>verse situazioni.<br />

In generale su tutte le aree da sistemare a verde verranno effettuate lavorazioni del<br />

terreno ed eventuali miglioramenti agronomici laddove risultassero necessari.<br />

5.2 Specchio d’acqua<br />

Lo specchio d’acqua verrà realizzato secondo quanto definito nei dettagli costruttivi<br />

<strong>di</strong> progetto. (ve<strong>di</strong> tavv. 5-6)<br />

23


I salti <strong>di</strong> quota del laghetto<br />

Una volta realizzato il fondo costipato, con materiale in loco, verrà steso il telo<br />

bentonitico con adeguati sormonti e picchettature <strong>di</strong> ancoraggio al fondo. Sulle<br />

sponde verrà fissato con la lamina <strong>di</strong> acciaio Cor-ten perimetrale.<br />

Sezione schematica nuovo laghetto<br />

5.3 Opere a verde<br />

Alle alberature conservate verranno integrati soggetti arborei sviluppati per la<br />

formazione <strong>di</strong> gruppi isolati o esemplari solitaires, mentre soggetti arborei più giovani<br />

verranno impiegati per formare le macchie arboreo-arbustive ai margini del parco<br />

integrate con i soggetti conservati. Massima attenzione sarà posta nella<br />

valorizzazione <strong>di</strong> tali preesistenze arboree nell’ambito della sistemazione<br />

complessiva..<br />

In particolare per l’impianto <strong>di</strong> alberature sviluppate si prevede la formazione <strong>di</strong><br />

buche <strong>di</strong> impianto <strong>di</strong> <strong>di</strong>mensioni cm 100 x 100 x 70 riempite con terreno locale nelle<br />

aree già a verde e con terreno vegetale <strong>di</strong> riporto nelle aree oggetto <strong>di</strong> opere <strong>di</strong><br />

sbancamento. Idoneo trattamento sarà effettuato per l’impianto <strong>di</strong> arbusti riducendo<br />

la buca <strong>di</strong> impianto ad un volume <strong>di</strong> cm 50 x 50 x 50.<br />

Le alberature saranno ancorate al suolo con pali tutori in legno opportunamente<br />

fissati al fusto con legacci elastici per evitare successivi danni al fusto.<br />

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Tutte le superfici arbustive saranno opportunamente coperte da pacciamatura in<br />

corteccia <strong>di</strong> conifera o materiale analogo, al fine <strong>di</strong> ridurre l’evapotraspirazione e lo<br />

sviluppo <strong>di</strong> specie infestanti<br />

5.4 Pavimentazioni e opere <strong>di</strong> completamento<br />

Le tipologie <strong>di</strong> pavimentazioni <strong>di</strong> progetto sono conglomerato “natura” tipo<br />

Sacatrasparent per i percorsi principali e calcestre per quelli secondari.<br />

I primi, in conglomerato “natura” tipo Sacatrasparent sono realizzati su sottofondo<br />

compattato <strong>di</strong> 25 cm, massetto in cls <strong>di</strong> cm 10 <strong>di</strong> spessore e soprastante tappetino <strong>di</strong><br />

usura costituito da inerti provenienti da frantumazione confezionato a caldo con<br />

legante trasparente steso e compattato dello spessore <strong>di</strong> cm 5.<br />

I secon<strong>di</strong> in calcestre sono realizzati su sottofondo compattato e due strati<br />

sovrapposti rispettivamente <strong>di</strong> cm 2 e 8 <strong>di</strong> graniglia calcarea a granulometria<br />

variabile. Per evitare fenomeni <strong>di</strong> <strong>di</strong>lavamento del calcestre, lungo le parti del<br />

percorso in pendenza, la pavimentazione in calcestre sarà realizzata su sottofondo<br />

compattato sul quale sarà posto un massetto in cls <strong>di</strong> cm 10 <strong>di</strong> spessore e uno strato<br />

<strong>di</strong> cm 2 <strong>di</strong> graniglia calcarea con pezzatura 1-3 mm.<br />

5.5 Impianto <strong>di</strong> irrigazione<br />

Al fine <strong>di</strong> garantire l’attecchimento e la migliore evoluzione degli impianti vegetali<br />

realizzati si prevede la messa in opera <strong>di</strong> impianto <strong>di</strong> irrigazione automatico con<br />

sistema gocciolante per alberature ed arbusti.<br />

Per il prato vengono pre<strong>di</strong>sposti punti <strong>di</strong> attacco per irrigazione <strong>di</strong> soccorso con<br />

idranti.<br />

L’impianto <strong>di</strong> irrigazione si integra al sistema <strong>di</strong> circolo delle acque per<br />

l’alimentazione del nuovo lago: due pompe sommerse portano acqua al nuovo lago e<br />

da questo viene prelevata con una idonea pompa acqua per l’impianto <strong>di</strong> irrigazione.<br />

Una tubazione ad anello corre a lato dei percorsi con pozzetti dove vengono<br />

alloggiate le elettrovalvole <strong>di</strong> zona che comandano le linee gocciolanti per alberi ed<br />

arbusti. Negli stessi pozzetti si pre<strong>di</strong>spongono attacchi a baionetta per irrigazione <strong>di</strong><br />

soccorso.<br />

Si dovrà inoltre prevedere la pre<strong>di</strong>sposizione per un pozzetto <strong>di</strong> allacciamento alla<br />

rete pubblica in caso <strong>di</strong> emergenza.<br />

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6 Manutenzione<br />

Con il completamento delle opere progettate, l’intervento <strong>di</strong> sistemazione a verde<br />

prosegue secondo un preciso programma <strong>di</strong> manutenzione appositamente<br />

pre<strong>di</strong>sposto, in<strong>di</strong>spensabile per garantire sia lo sviluppo dei nuovi impianti vegetali,<br />

sia per il mantenimento dei risultati ottenuti con la realizzazione degli interventi.<br />

La manutenzione consiste in tutte le operazioni necessarie per salvaguardare le<br />

opere eseguite. Comprende, pertanto, opere quali potature, <strong>di</strong>serbi, trattamenti,<br />

concimazioni, sostituzione <strong>di</strong> fallanze, pulizia e controllo del corretto funzionamento<br />

dell’impianto <strong>di</strong> irrigazione.<br />

In particolare il piano <strong>di</strong> manutenzione prevede <strong>di</strong>verse modalità <strong>di</strong> intervento a<br />

seconda della tipologia <strong>di</strong> verde:<br />

- Soggetti arborei: Potatura <strong>di</strong> formazione con eliminazione del secco, concimazioni<br />

primaverile ed autunnale, controllo del sistema <strong>di</strong> ancoraggio, eventuali interventi<br />

fitosanitari;<br />

- Aiuole con arbusti e tappezzanti: 2 potature <strong>di</strong> contenimento o <strong>di</strong> rimozione del<br />

secco, concimazione primaverile ed autunnale, 6 interventi <strong>di</strong> scerbatura, ripristino<br />

pacciamatura e <strong>di</strong> pulizia delle aiuole;<br />

- Prato: 14 tagli del tappeto erboso con asportazione del materiale <strong>di</strong> risulta e 2<br />

concimazioni;<br />

- Pulizia: contestualmente agli interventi <strong>di</strong> taglio del tappeto erboso dovranno essere<br />

eseguiti interventi <strong>di</strong> pulizia dell’area con rimozione <strong>di</strong> tutto il materiale estraneo che<br />

dovesse essere abbandonato, i cestini dovranno essere svuotati almeno 2 volte alla<br />

settimana.<br />

Inoltre si devono prevedere interventi <strong>di</strong> manutenzione dell’impianto <strong>di</strong> irrigazione<br />

consistenti nella verifica perio<strong>di</strong>ca del corretto funzionamento degli irrigatori, delle ali<br />

gocciolanti e della loro sostituzione in caso <strong>di</strong> inefficienza, nel controllo della<br />

centralina e del programma <strong>di</strong> irrigazione nonché l’intervento per lo svuotamento<br />

delle tubazioni a fine stagione e <strong>di</strong> quello per la riattivazione in primavera.<br />

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