di Roma - Sapienza
di Roma - Sapienza
di Roma - Sapienza
You also want an ePaper? Increase the reach of your titles
YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.
<strong>Sapienza</strong> Università <strong>di</strong> <strong>Roma</strong><br />
Dipartimento <strong>di</strong> Biologia Vegetale<br />
MUSEO<br />
ORTO BOTANICO<br />
MUSEO<br />
ERBARIO<br />
VALORIZZAZIONE DEL PATRIMONIO STORICO<br />
DELLE COLLEZIONI BOTANICHE<br />
Gli alberi monumentali e gli erbari storici
COS’È UN ORTO BOTANICO<br />
Gli Orti Botanici (Hortus vivus) sono<br />
musei in cui si coltivano esemplari<br />
vegetali, in serra o all’aperto, facendo<br />
in modo che conservino, nel corso del<br />
tempo, le caratteristiche strutturali e<br />
funzionali e la capacità riproduttiva<br />
espresse nei luoghi <strong>di</strong> origine.<br />
L’Orto Botanico <strong>di</strong> <strong>Roma</strong>.<br />
Ogni in<strong>di</strong>viduo in coltivazione all’Orto Botanico ha un cartellino su<br />
cui è riportato il nome secondo i criteri della classificazione<br />
binomia <strong>di</strong> Linneo.
COS’È UN ORTO BOTANICO<br />
Le specie collezionate vengono coltivate con tecniche che<br />
consentono l’acclimatazione ed i semi vengono raccolti e conservati<br />
nella Banca del Germoplasma, allo scopo <strong>di</strong> produrre altri in<strong>di</strong>vidui<br />
della stessa specie per scambi con altri Orti Botanici o Istituti <strong>di</strong><br />
ricerca nel mondo.<br />
Frutti <strong>di</strong> <strong>di</strong>verse specie in fase <strong>di</strong><br />
essiccazione presso la Banca del<br />
Germoplasma dell’Orto Botanico <strong>di</strong> <strong>Roma</strong>.<br />
Attraverso una politica <strong>di</strong> attenta<br />
gestione agli Orti Botanici è affidato<br />
il compito della <strong>di</strong>vulgazione<br />
scientifica nel settore delle Scienze<br />
Botaniche, con notizie informative<br />
sull’ecologia delle specie coltivate,<br />
sui loro ambienti <strong>di</strong> provenienza e<br />
sull’importanza della conservazione<br />
della bio<strong>di</strong>versità.
L’ORTO BOTANICO DI ROMA<br />
L’Orto Botanico <strong>di</strong> <strong>Roma</strong> ospita<br />
circa 2500 entità tassonomiche<br />
e si estende per 12 ettari nel<br />
centro <strong>di</strong> <strong>Roma</strong>, fra Via della<br />
Lungara e il Colle Gianicolo. È<br />
stato realizzato nel 1883 nel<br />
giar<strong>di</strong>no <strong>di</strong> Palazzo Corsini,<br />
nell’area che aveva ospitato le<br />
Terme <strong>di</strong> Settimio Severo e <strong>di</strong><br />
suo figlio Geta.<br />
Ingresso dell’Orto Botanico <strong>di</strong> <strong>Roma</strong>.<br />
La storia dell’Orto Botanico <strong>di</strong> <strong>Roma</strong> inizia nel 1660, quando Papa<br />
Alessandro VII fece realizzare un Orto Botanico alle spalle del<br />
Fontanone dell’Acqua Paola al Gianicolo, svincolato dal Papato. Lì<br />
rimase fino al trasferimento nel giar<strong>di</strong>no <strong>di</strong> Palazzo Salviati e,<br />
dopo l’Unità d’Italia, fu trasferito sul Colle Viminale, dove rimase<br />
per circa do<strong>di</strong>ci anni prima <strong>di</strong> trovare lo spazio più idoneo nella<br />
sede attuale.
L’ORTO BOTANICO DI ROMA<br />
L’Orto Botanico <strong>di</strong> <strong>Roma</strong> pubblica perio<strong>di</strong>camente l’Index<br />
seminum che riporta l’elenco aggiornato delle specie coltivate, con<br />
le in<strong>di</strong>cazioni sul numero <strong>di</strong> in<strong>di</strong>vidui presenti per ciascuna specie,<br />
sulla provenienza e sulla data <strong>di</strong> acquisizione.<br />
Copertina dell’Index Seminum pubblicato dall’Orto Botanico <strong>di</strong> <strong>Roma</strong>.
L’ORTO BOTANICO DI ROMA<br />
Orto Botanico <strong>di</strong> <strong>Roma</strong>: il Giar<strong>di</strong>no dei Semplici.<br />
Orto Botanico <strong>di</strong> <strong>Roma</strong>: collezione <strong>di</strong> palme.<br />
È lunghissimo l’elenco delle specie<br />
rare e <strong>di</strong> elevata valenza ecologica<br />
che si possono osservare all’aperto<br />
e nelle serre: dalle 40 entità <strong>di</strong><br />
palme tropicali e subtropicali, alla<br />
più ricca collezione <strong>di</strong> bambù<br />
d’Europa (70 entità), dal Giar<strong>di</strong>no<br />
giapponese con giochi d’acqua, al<br />
Bosco me<strong>di</strong>terraneo, testimonianza<br />
della vegetazione che ricopriva il<br />
Gianicolo al tempo dei <strong>Roma</strong>ni, dal<br />
giar<strong>di</strong>no dei ‘semplici’ con specie<br />
me<strong>di</strong>cinali, all’interessante varietà<br />
delle succulente nella Serra<br />
Corsini, realizzata nel 1800.
L’ORTO BOTANICO DI ROMA<br />
All’interno della Serra Monumentale (della fine del 1800) si trova<br />
una collezione <strong>di</strong> euforbiacee, mentre specie tropicali e subtropicali<br />
sono collocate all’interno della Serra Tropicale (1990). E’ presente<br />
inoltre, nell’area collinare, una collezione <strong>di</strong> conifere ed il roseto.<br />
Orto Botanico <strong>di</strong> <strong>Roma</strong>: Serra Monumentale e,<br />
sullo sfondo, l’e<strong>di</strong>ficio che ospita i laboratori.<br />
Orto Botanico <strong>di</strong> <strong>Roma</strong>: in<strong>di</strong>vidui ultracentenari<br />
<strong>di</strong> Nolina longifolia.
GLI ALBERI MONUMENTALI DELL’ORTO BOTANICO DI ROMA<br />
Gli Orti Botanici hanno, tra gli scopi primari, l’arricchimento e<br />
la conservazione delle collezioni, tenendo in particolare<br />
considerazione le specie a rischio <strong>di</strong> estinzione e le specie<br />
autoctone.<br />
In tale contesto è da sottolineare l’importanza della<br />
conservazione degli alberi monumentali, ossia degli in<strong>di</strong>vidui<br />
arborei che per età e taglia possono essere considerati esempi <strong>di</strong><br />
maestosità e longevità o che hanno un legame con eventi storici<br />
o culturali.<br />
Molti fattori contribuiscono a fare <strong>di</strong> un in<strong>di</strong>viduo un albero<br />
monumentale; fra i principali il corredo genetico, che ne<br />
determina la capacità adattativa, la longevità e le caratteristiche<br />
ambientali del sito in cui l’albero si è sviluppato. Un albero<br />
monumentale può aver trasformato la sua architettura nel corso<br />
del tempo, in base alla mutata capacità <strong>di</strong> funzionamento, che si<br />
rende visibile attraverso trasformazioni del fusto e dei rami e<br />
riduzione della densità fogliare.
GLI ALBERI MONUMENTALI DELL’ORTO BOTANICO DI ROMA<br />
Tra gli alberi monumentali presenti presso l’Orto Botanico <strong>di</strong><br />
<strong>Roma</strong> meritano una particolare menzione:<br />
Fagus sylvatica L.<br />
Platanus orientalis L.<br />
Quercus suber L.<br />
Acer palmatum Thunb.<br />
Nannorrhops ritchieana (H.) Wendll.<br />
Trachycarpus takil Becc.
Foto: A. Bonito<br />
Fagus sylvatica L. (Fagaceae)<br />
Caratteristiche dell’in<strong>di</strong>viduo:<br />
Età stimata: 200 anni<br />
Altezza: 21 m<br />
Circonferenza: 2.8 m<br />
Proiezione della chioma: 159 m 2<br />
Periodo <strong>di</strong> fioritura: Aprile – Maggio<br />
Caratteristiche della specie:<br />
Fusto regolare; rami ascendenti più o meno<br />
espansi; scorza grigia, liscia; chioma conica,<br />
rotonda.<br />
Foglie caduche, abbondanti, ovali o ellittiche,<br />
intere e leggermente crenate.<br />
Area <strong>di</strong> <strong>di</strong>stribuzione: specie tipicamente europea, <strong>di</strong>stribuita dalla Spagna<br />
settentrionale alla Russia sud-orientale e dalla Gran Bretagna meri<strong>di</strong>onale ai monti<br />
della Sicilia.<br />
Habitat: Specie che pre<strong>di</strong>lige un clima oceanico, umido, relativamente piovoso e<br />
con bassa escursione termica, con estati fresche ed inverni miti.
Foto: A. Bonito<br />
Platanus orientalis L. (Platanaceae)<br />
Caratteristiche dell’in<strong>di</strong>viduo:<br />
Età stimata: 300 anni<br />
Altezza: 43 m<br />
Circonferenza: 6.5 m<br />
Proiezione della chioma: 380 m 2<br />
Periodo <strong>di</strong> fioritura: Maggio – Giugno<br />
Caratteristiche della specie:<br />
Fusto cilindrico con scorza<br />
biancastra che si sfalda in<br />
placche irregolari annualmente<br />
caduche; rami robusti; chioma<br />
ampia e densa.<br />
Foglie caduche, semplici,<br />
alterne, palmate o palmatolobate<br />
con 5-7 lobi dentati.<br />
Area <strong>di</strong> <strong>di</strong>stribuzione: specie dell’Europa sud-orientale (Balcani) e dell’Asia<br />
occidentale, introdotta nei paesi europei da epoca antichissima. In Italia è presente<br />
allo stato spontaneo solo in alcune stazioni dell’Italia centro-meri<strong>di</strong>onale e della<br />
Sicilia.<br />
Habitat: specie tipica <strong>di</strong> ambienti ripariali fino a 600 m <strong>di</strong> altezza, cresce su suoli <strong>di</strong><br />
origine alluvionale, profon<strong>di</strong> e fertili; pre<strong>di</strong>lige climi con inverni miti e piovosi ed<br />
estati calde ed aride.
Caratteristiche dell’in<strong>di</strong>viduo:<br />
Età stimata: superiore ai 300 anni<br />
Altezza: 32.5 m<br />
Circonferenza: 4.8 m<br />
Proiezione della chioma: 667 m 2<br />
Periodo <strong>di</strong> fioritura: Aprile – Maggio<br />
Quercus suber L. (Fagaceae)<br />
Caratteristiche della specie:<br />
Fusto contorto; rami irregolari; chioma<br />
espansa ad elevata densità e poco<br />
simmetrica; scorza rugosa e solcata da<br />
profonde fessure longitu<strong>di</strong>nali <strong>di</strong> colore<br />
bruno.<br />
Foglie persistenti <strong>di</strong> forma ovale o<br />
lanceolata, spesso un po’ ricurve al<br />
margine, coriacee, dentate, <strong>di</strong> colore<br />
verde scuro, tomentose sulla pagina<br />
inferiore.<br />
Foto: A. Bonito<br />
Area <strong>di</strong> <strong>di</strong>stribuzione: specie della regione me<strong>di</strong>terranea e delle coste atlantiche<br />
dell’Africa e della Penisola Iberica.<br />
Habitat: specie termofila, cresce in zone caratterizzate da clima a carattere<br />
oceanico; pre<strong>di</strong>lige terreni silicei.
Acer palmatum Thunb. (Aceraceae)<br />
Foto: A. Bonito<br />
Caratteristiche dell’in<strong>di</strong>viduo:<br />
Gruppo <strong>di</strong> quattro in<strong>di</strong>vidui concresciuti<br />
Età stimata: 120 anni<br />
Altezza: 10 m<br />
Circonferenza me<strong>di</strong>a: 0.8 m<br />
Proiezione totale delle chiome: 52 m 2<br />
Periodo <strong>di</strong> fioritura: Maggio – Giugno<br />
Caratteristiche della specie:<br />
Fusto sinuoso con scorza liscia; chioma<br />
arrotondata.<br />
Foglie caduche, palmato-lobate semplici,<br />
a margine dentato, a 5-9 lobi oblunghi e<br />
acuminati.<br />
Area <strong>di</strong> <strong>di</strong>stribuzione: specie dell’Asia orientale (Giappone, Cina, Corea, Taiwan),<br />
introdotta in Europa nel XIX secolo.<br />
Habitat: specie <strong>di</strong> climi temperati, si ritrova in boschi montani e collinari; pre<strong>di</strong>lige<br />
suoli ricchi e umiferi.
Nannorrhops ritchieana (H.) Wendll. (Arecaceae)<br />
Caratteristiche dell’in<strong>di</strong>viduo:<br />
Età stimata: oltre 100 anni (fatta impiantare nel<br />
1883 dal Prof. Pirotta)<br />
Lunghezza stipite principale: 12 m<br />
Circonferenza: 1.2 m<br />
Proiezione della chioma: 10 m 2<br />
Periodo <strong>di</strong> fioritura: Giugno – Settembre<br />
Caratteristiche della specie:<br />
Palma cespugliosa con stipiti robusti, lisci,<br />
<strong>di</strong> colore grigio, inizialmente eretti,<br />
prostrati a maturità.<br />
Foglie rigide, riunite a formare una<br />
corona (da 10 a 20 foglie), caratterizzate<br />
da un picciolo liscio che può arrivare ad 1<br />
m <strong>di</strong> lunghezza.<br />
Foto: A. Bonito<br />
La fioritura avviene in maniera particolare: lo stipite si <strong>di</strong>vide in due porzioni<br />
meristematiche. Una delle due continua ad accrescersi, mentre dalla corona <strong>di</strong> foglie<br />
presente sull’altra si origina, dopo uno o due anni, una grande infiorescenza ramificata.<br />
Quando l’infiorescenza, dopo la fruttificazione, è secca, anche la corona <strong>di</strong> foglie muore.<br />
Successivamene il meristema apicale dello stipite si <strong>di</strong>vide <strong>di</strong> nuovo in due apici uno dei<br />
quali produce una nuova infiorescenza.<br />
Area <strong>di</strong> <strong>di</strong>stribuzione: zone desertiche dell’Asia Centrale, dall’Afghanistan al Pakistan<br />
fino alla Penisola Arabica.<br />
Habitat: zone desertiche, resistente a con<strong>di</strong>zioni climatiche estreme (sopporta<br />
temperature <strong>di</strong> – 10°C).
Foto: A. Bonito<br />
Trachycarpus takil Becc. (Arecaceae)<br />
Caratteristiche dell’in<strong>di</strong>viduo:<br />
Età stimata: oltre 100 anni<br />
Altezza: 15 m<br />
Circonferenza: 0.8 m<br />
Proiezione della chioma: 5 m 2<br />
Periodo <strong>di</strong> fioritura: Giugno – Settembre<br />
Caratteristiche della specie:<br />
Stipite robusto, <strong>di</strong>ritto, ricoperto<br />
per tutta la sua lunghezza da un<br />
fitto reticolo <strong>di</strong> fibre sottili, dai<br />
residui dei piccioli e dalle foglie<br />
morte, che permangono ricurve.<br />
Foglie a ventaglio con un picciolo<br />
lungo quanto la guaina e privo <strong>di</strong><br />
spine.<br />
Area <strong>di</strong> <strong>di</strong>stribuzione: specie nativa dell’Asia, dall’Himalaya alla Cina orientale. In<br />
particolare cresce sul Monte Takil (in una fascia compresa tra 2000 e 2500 m<br />
s.l.m.), nella regione in<strong>di</strong>ana del Kumaon.<br />
Habitat: specie in grado <strong>di</strong> vivere in climi caratterizzati da inverni molto fred<strong>di</strong> ed<br />
estati fresche.
COS’È UN ERBARIO<br />
L’erbario è una raccolta <strong>di</strong><br />
piante spianate ed essiccate,<br />
allestita con meto<strong>di</strong> e scopi<br />
scientifici.<br />
Un campione d’erbario.<br />
Pacchi <strong>di</strong> campioni d’erbario conservati in appositi arma<strong>di</strong>.<br />
Un campione d’erbario è costituito,<br />
secondo criteri internazionali, da un<br />
foglio <strong>di</strong> carta pesante <strong>di</strong> <strong>di</strong>mensioni<br />
fisse <strong>di</strong> 30 x 44 cm. Su questi fogli<br />
vengono <strong>di</strong>sposti e fissati, con fascette <strong>di</strong><br />
carta fermate da spilli, in<strong>di</strong>vidui (o parti<br />
<strong>di</strong> essi) <strong>di</strong> una stessa specie e <strong>di</strong> una<br />
stessa popolazione, precedentemente<br />
spianati ed essiccati.
COS’È UN ERBARIO<br />
Su ciascun campione viene apposta un’etichetta, chiamata<br />
cartellino, contenente informazioni sulla località, l’ambiente e la<br />
data <strong>di</strong> raccolta, il nome <strong>di</strong> chi ha raccolto il campione (preceduto<br />
da legit, ossia «ha raccolto» in latino) e <strong>di</strong> chi lo ha determinato<br />
(preceduto da determinavit, ossia «ha determinato» in latino). È<br />
proprio la presenza <strong>di</strong> tale etichetta che conferisce valore<br />
scientifico al campione.<br />
Particolare del cartellino <strong>di</strong> un foglio d’erbario.<br />
Il materiale che compone le<br />
collezioni viene archiviato in<br />
pacchi e quin<strong>di</strong> conservato in<br />
arma<strong>di</strong>. La catalogazione è<br />
basata sui ranghi tassonomici<br />
<strong>di</strong> famiglia, genere e specie.
COS’È UN ERBARIO<br />
Il termine erbario sta inoltre ad in<strong>di</strong>care anche quelle strutture<br />
<strong>di</strong> tipo museale che ospitano collezioni <strong>di</strong> piante essiccate.<br />
In Italia, oltre a numerose collezioni private, sono attualmente<br />
presenti circa 100 erbari, <strong>di</strong> proprietà per lo più <strong>di</strong> Enti<br />
pubblici; i più importanti per consistenza e valore storico sono<br />
in buona parte conservati presso le Università o i Musei civici e<br />
naturalistici e sono aperti al pubblico.<br />
A livello mon<strong>di</strong>ale esiste un ‘Index Herbariorum’ ove vengono<br />
registrati tutti gli Erbari che abbiano una buona consistenza e<br />
siano <strong>di</strong>sponibili ad attività <strong>di</strong> prestito e scambio <strong>di</strong> materiale; a<br />
ciascuna istituzione viene assegnato un acronimo. L’in<strong>di</strong>rizzo<br />
della versione online dell’Index Herbariorum è<br />
http://sweetgum.nybg.org/ih/.
RUOLO E ATTUALITÀ DEGLI ERBARI<br />
Le collezioni d’erbario hanno una valenza multipla, <strong>di</strong><br />
particolare attualità soprattutto nel campo della conservazione<br />
della bio<strong>di</strong>versità:<br />
Esemplare <strong>di</strong> Cyperus polystachyos Rottb. raccolta da L. Micheletti a<br />
Casamicciola (Isola d’Ischia, Napoli) nel 1898 (Erbario Generale).<br />
-scientifica: per ricerche <strong>di</strong> base <strong>di</strong> tipo<br />
tassonomico, biosistematico, floristico,<br />
fitogeografico e fitochimico;<br />
-<strong>di</strong>dattica: è possibile osservare in uno<br />
spazio limitato un numero cospicuo <strong>di</strong><br />
campioni appartenenti a taxa <strong>di</strong>versi,<br />
provenienti da luoghi ed epoche anche<br />
molto lontani;
RUOLO E ATTUALITÀ DEGLI ERBARI<br />
-storica: negli stu<strong>di</strong> sulla <strong>di</strong>versità<br />
vegetale per i campioni raccolti in<br />
epoche lontane in località che hanno<br />
subito profonde alterazioni, per le<br />
specie a rischio <strong>di</strong> estinzione tali<br />
informazioni risultano quanto mai<br />
preziose; i dati d’erbario sono<br />
inoltre <strong>di</strong> grande supporto negli<br />
stu<strong>di</strong> sulla storia dell’esplorazione<br />
botanica.<br />
Esemplare <strong>di</strong> Iris sabina N. Terracc. (I. germanica L.)<br />
raccolta da E. Rolli sui Monti Lucretili (<strong>Roma</strong>) nel 1859<br />
(Erbario <strong>Roma</strong>no).
IL MUSEO ERBARIO DELL’UNIVERSITÀ ‘SAPIENZA’ DI ROMA<br />
Il Museo Erbario dell’Università ‘<strong>Sapienza</strong>’ <strong>di</strong> <strong>Roma</strong> (in<strong>di</strong>cato a<br />
livello internazionale dalla sigla RO) ha una consistenza<br />
complessiva stimata in poco più <strong>di</strong> un milione <strong>di</strong> esemplari ed è<br />
considerato, per importanza, il secondo erbario d’Italia.<br />
Sala <strong>di</strong> lavoro e consultazione del Museo Erbario dopo i lavori del 2007.<br />
Alle raccolte dell’Erbario sono destinate due sale, ciascuna con una<br />
superficie <strong>di</strong> circa 70 mq, mentre una terza sala è a<strong>di</strong>bita alle<br />
attività <strong>di</strong> lavoro del personale e alla consultazione del materiale.
IL MUSEO ERBARIO DELL’UNIVERSITÀ ‘SAPIENZA’ DI ROMA<br />
Nel Museo Erbario è attualmente in funzione un impianto per la<br />
climatizzazione conservativa delle due sale destinate ad ospitare le<br />
collezioni (impianto realizzato negli anni 2006-2007 grazie ai fon<strong>di</strong><br />
erogati per la Celebrazione del VII centenario de “La <strong>Sapienza</strong>”).<br />
I parametri <strong>di</strong> conservazione ottenuti grazie a questo moderno<br />
impianto sono del 35% <strong>di</strong> umi<strong>di</strong>tà relativa e 16°C <strong>di</strong> temperatura.<br />
Sala interna climatizzata del<br />
Museo Erbario destinata alla<br />
conservazione delle collezioni.
IL MUSEO ERBARIO DELL’UNIVERSITÀ ‘SAPIENZA’ DI ROMA<br />
L’origine delle collezioni del Museo Erbario deve essere fatta<br />
risalire al 1872, quando Giuseppe De Notaris (1805-1877),<br />
professore <strong>di</strong> Botanica all’Università <strong>di</strong> Genova, fu chiamato a<br />
ricoprire la cattedra <strong>di</strong> Botanica dell’Università <strong>di</strong> <strong>Roma</strong>.<br />
La sistemazione attuale, nei locali del Dipartimento <strong>di</strong> Biologia<br />
Vegetale (già Istituto <strong>di</strong> Botanica), risale al 1938, anno in cui si<br />
concluse la costruzione della Nuova Città Universitaria.<br />
Attualmente il Museo Erbario consta <strong>di</strong> numerose collezioni<br />
storiche e contemporanee, organizzate in sei erbari: Erbario<br />
<strong>Roma</strong>no, Erbario Generale, Erbario Cesati, Erbario<br />
Montelucci, Erbario Anzalone, Erbario Didattico.<br />
Tra questi erbari i più interessanti da un punto <strong>di</strong> vista storico,<br />
poiché contengono materiale antecedente al XX sec., sono<br />
l’Erbario <strong>Roma</strong>no, l’Erbario Generale e l’Erbario Cesati.
IL MUSEO ERBARIO DELL’UNIVERSITÀ ‘SAPIENZA’ DI ROMA<br />
ERBARIO ROMANO<br />
Riunisce esemplari raccolti nel<br />
territorio laziale dalla prima metà<br />
dell’Ottocento ad oggi. Nasce per<br />
iniziativa <strong>di</strong> Pietro Romualdo<br />
Pirotta che volle riunire i<br />
materiali già esistenti e le nuove<br />
raccolte da lui appositamente<br />
promosse ed incoraggiate.<br />
La sua consistenza è stimata in<br />
circa 69.500 esemplari.<br />
Esemplare <strong>di</strong> Nymphaea alba L. raccolto da E. Parascenzo<br />
presso le palu<strong>di</strong> <strong>di</strong> Frasso, Terracina (LT) nel 1922.
IL MUSEO ERBARIO DELL’UNIVERSITÀ ‘SAPIENZA’ DI ROMA<br />
L’allestimento <strong>di</strong> un erbario<br />
regionale rese <strong>di</strong>sponibile una ricca<br />
documentazione che sarebbe<br />
dovuta servire nel lavoro <strong>di</strong><br />
preparazione della Flora <strong>Roma</strong>na,<br />
della quale però videro la luce<br />
soltanto i primi due fascicoli <strong>di</strong><br />
carattere storico bibliografico<br />
(Pirotta R., Chiovenda E. Flora<br />
romana. Parte prima. Bibliografia e<br />
Storia. 1900-1901).<br />
Esemplare <strong>di</strong> Digitaria sanguinalis (L.) Scop. raccolto da<br />
G.B. Canneva a <strong>Roma</strong> a S. Giovanni in Laterano nel 1890.<br />
Tale collezione comprende la parte romana degli Erbari <strong>di</strong><br />
Francesco Antonio Sebastiani, Ernesto Mauri, Elisabetta Fiorini-<br />
Mazzanti, Pietro Sanguinetti, Ettore Rolli. Tra i raccoglitori del<br />
‘900 meritano una menzione Giuseppe Lusina e Alfredo Cacciato.
IL MUSEO ERBARIO DELL’UNIVERSITÀ ‘SAPIENZA’ DI ROMA<br />
ERBARIO GENERALE<br />
Erbario organizzato in una sezione fanerogamica e una<br />
crittogamica, riunisce esemplari provenienti dall’Italia e dall’estero.<br />
La sezione crittogamica è valutata in circa 72.000 campioni riuniti<br />
in 259 pacchi. La sezione fanerogamica si compone <strong>di</strong> 1.373 pacchi<br />
per un totale <strong>di</strong> circa 150.000 esemplari con un numero totale <strong>di</strong><br />
piante essiccate valutato intorno a 366.000.<br />
Esemplare <strong>di</strong> Leucaena lanceolata Ser.<br />
Wats. raccolto da E. Langlassé nella<br />
Sierra Madre (Messico) nel 1899.<br />
Esemplare <strong>di</strong> Lupinus luteolus<br />
Kellog. raccolto da M. Buysman in<br />
California nel 1898.
IL MUSEO ERBARIO DELL’UNIVERSITÀ ‘SAPIENZA’ DI ROMA<br />
Tale erbario comprende la<br />
restante parte degli erbari<br />
Sebastiani, Mauri, Fiorini-<br />
Mazzanti, Sanguinetti, Rolli ed<br />
altri; le collezioni acquistate o<br />
ricevute in cambio da privati o<br />
istituti botanici italiani o<br />
stranieri; le raccolte fatte da<br />
Pirotta e i suoi allievi; infine il<br />
prezioso erbario crittogamico<br />
<strong>di</strong> Giuseppe De Notaris.<br />
Esemplare <strong>di</strong> Schoenoplectus supinus (L.) Palla<br />
(Scirpus supinus L.) raccolto da G. Rigo in località<br />
Torri del Benaco (Verona) nel 1904.
IL MUSEO ERBARIO DELL’UNIVERSITÀ ‘SAPIENZA’ DI ROMA<br />
ERBARIO CESATI<br />
Erbario del barone Vincenzo Cesati<br />
<strong>di</strong> Vigadore (1806-1883),<br />
professore <strong>di</strong> Botanica e <strong>di</strong>rettore<br />
dell’Orto Botanico dell’Università<br />
<strong>di</strong> Napoli.<br />
L’Erbario conserva le raccolte<br />
personali <strong>di</strong> Cesati effettuate in<br />
Italia, Germania, Austria e<br />
Svizzera, insieme a un gran<br />
numero <strong>di</strong> esemplari provenienti<br />
da vari paesi europei ed extraeuropei.<br />
Esemplare <strong>di</strong> Paspalum densus Poir. raccolto da C.G.<br />
Bertero in Guadalupe (Antille) tra il 1816 e il 1821.
IL MUSEO ERBARIO DELL’UNIVERSITÀ ‘SAPIENZA’ DI ROMA<br />
Esemplare tipo <strong>di</strong> Isoëtes malinverniana Ces.<br />
et De Not. raccolto da A. Malinverni a Greggio<br />
(Vercelli) nel 1858.<br />
È sud<strong>di</strong>viso in una sezione<br />
fanerogamica ed una crittogamica,<br />
con una consistenza complessiva<br />
valutata, dallo stesso Autore, in più<br />
<strong>di</strong> 350.000 esemplari.<br />
Notevole è il numero <strong>di</strong> materiale<br />
tipo, sia per le numerose collezioni<br />
originali <strong>di</strong> altri autori che per la<br />
presenza <strong>di</strong> entità nuove descritte<br />
dallo stesso Cesati, soprattutto nel<br />
campo della fanerogamia e della<br />
micologia.
IL MUSEO ERBARIO DELL’UNIVERSITÀ ‘SAPIENZA’ DI ROMA<br />
ERBARIO MONTELUCCI<br />
Erbario <strong>di</strong> Giuliano Montelucci<br />
(1899-1983), chimico, Maggiore<br />
generale dell’Aeronautica e libero<br />
docente in Geobotanica.<br />
La collezione fu donata dai suoi<br />
ere<strong>di</strong> all’Erbario <strong>di</strong> <strong>Roma</strong> nel 1983.<br />
Si tratta <strong>di</strong> un erbario quasi<br />
esclusivamente fanerogamico, con<br />
una consistenza valutata in circa<br />
12.000 esemplari provenienti per lo<br />
più da Lazio e Toscana.<br />
Esemplare <strong>di</strong> Linum capitatum Kit. et Schult. subsp. serrulatum<br />
(Bertol.) Hartvig [Linum flavum L. var. capitatum (Kit. et Schult.)]<br />
raccolto da G. Montelucci sul Monte Velino (L’Aquila) nel 1942.
IL MUSEO ERBARIO DELL’UNIVERSITÀ ‘SAPIENZA’ DI ROMA<br />
ERBARIO ANZALONE<br />
Erbario allestito da Bruno Anzalone<br />
(1921-2007), professore or<strong>di</strong>nario<br />
<strong>di</strong> Botanica Farmaceutica dal 1974<br />
al 1996 presso l’Università “La<br />
<strong>Sapienza</strong>” <strong>di</strong> <strong>Roma</strong>, considerato il<br />
maggior esperto della flora del<br />
territorio laziale. Il suo erbario,<br />
composto quasi esclusivamente <strong>di</strong><br />
specie fanerogame, è costituito da<br />
circa 31.000 esemplari raccolti<br />
principalmente nel Lazio, ed anche<br />
in Abruzzo, Marche e Trentino Alto-<br />
A<strong>di</strong>ge.<br />
Esemplare <strong>di</strong> Centaurea cineraria L. subsp. circae (Somm.) Cela Renzoni et Viegi raccolto da B. Anzalone<br />
sul promontorio del Circeo (Latina) nel 1997.
IL MUSEO ERBARIO DELL’UNIVERSITÀ ‘SAPIENZA’ DI ROMA<br />
ERBARIO DIDATTICO<br />
Si tratta <strong>di</strong> una collezione <strong>di</strong>dattica<br />
<strong>di</strong> recente costituzione ed in<br />
continuo incremento. Allo stato<br />
attuale consta <strong>di</strong> circa 3.000<br />
esemplari or<strong>di</strong>nati alfabeticamente<br />
per famiglia, genere e specie,<br />
secondo la nomenclatura adottata in<br />
“Flora d’Italia” <strong>di</strong> S. Pignatti (1982).<br />
Questa collezione è <strong>di</strong>rettamente<br />
consultabile dagli utenti.<br />
Pacchi dell’Erbario Didattico.
IL MUSEO ERBARIO DELL’UNIVERSITÀ ‘SAPIENZA’ DI ROMA<br />
Nell’ambito del materiale conservato dal Museo Erbario<br />
meritano particolare menzione, per il loro notevole interesse<br />
storico e scientifico, due collezioni: l’Hortus Nereidum e le<br />
collezioni crittogamiche <strong>di</strong> G. De Notaris.<br />
Dorso <strong>di</strong> una cartella in pergamena<br />
dell’Hortus Nereidum.<br />
HORTUS NEREIDUM<br />
L’Hortus Nereidum è la più antica raccolta<br />
conservata nel Museo Erbario. Si tratta <strong>di</strong> una<br />
collezione pre-linneana <strong>di</strong> alghe, piante a seme<br />
ed invertebrati marini, realizzata nella prima<br />
metà del XVIII secolo. Venne allestita da<br />
Monsignor Antonio Baldani (1691-1765) che fu<br />
prelato eru<strong>di</strong>to, archeologo e naturalista.
IL MUSEO ERBARIO DELL’UNIVERSITÀ ‘SAPIENZA’ DI ROMA<br />
La collezione, donata nel 1875 dal Museo Kircheriano all’Istituto<br />
Botanico dell’Università “<strong>Sapienza</strong>” <strong>di</strong> <strong>Roma</strong>, ha una particolare<br />
modalità <strong>di</strong> allestimento. Consiste infatti <strong>di</strong> 592 “tavole”<br />
conservate in quattro grosse cartelle in pergamena; i campioni<br />
sono inclusi tra due sottili lamine trasparenti, a loro volta<br />
inserite in finestre ritagliate su due fogli <strong>di</strong> carta incollati.<br />
Esemplare <strong>di</strong> Phyllophora here<strong>di</strong>a<br />
(Clemente) J. Agardh. Esemplari <strong>di</strong> Cystoseira sp. pl.
IL MUSEO ERBARIO DELL’UNIVERSITÀ ‘SAPIENZA’ DI ROMA<br />
LE COLLEZIONI CRITTOGAMIGHE DI GIUSEPPE DE NOTARIS<br />
Giuseppe De Notaris (1805-1877) è<br />
considerato tra i maggiori botanici<br />
italiani soprattutto per gli importanti<br />
contributi dati nel campo della<br />
Briologia e Micologia. Egli raccolse<br />
un’enorme quantità <strong>di</strong> campioni, come<br />
testimoniato dalla splen<strong>di</strong>da<br />
collezione lasciata all’Erbario <strong>di</strong> <strong>Roma</strong><br />
ed intercalata nell’Erbario Generale.<br />
Queste raccolte, insieme con l’Erbario<br />
Cesati, sono le collezioni più richieste<br />
dagli stu<strong>di</strong>osi italiani e stranieri tra<br />
quelle conservate nell’Erbario <strong>di</strong><br />
<strong>Roma</strong>.<br />
Esemplare tipo <strong>di</strong> Sargassum neglectum De Not.
IL MUSEO ERBARIO DELL’UNIVERSITÀ ‘SAPIENZA’ DI ROMA<br />
Il valore <strong>di</strong> questa raccolta è dato non soltanto dalla presenza <strong>di</strong><br />
numerosi esemplari tipo, ma anche dalle descrizioni dettagliate e<br />
dagli accurati <strong>di</strong>segni delle strutture microscopiche che<br />
accompagnano gli exsiccata delle specie più rare e delle nuove<br />
entità. Disegni e descrizioni che, con pochissime mo<strong>di</strong>fiche, si<br />
ritrovano riprodotti a stampa nelle sue pubblicazioni.<br />
Esemplare tipo <strong>di</strong> Nar<strong>di</strong>a<br />
geoscyphus (De Not.) Lindb.<br />
(Alicularia geoscyphus De Not.)<br />
raccolta da De Notaris nel 1842.<br />
Nel riquadro particolare della<br />
tavola anatomica pubblicata<br />
dall’autore riproducente il<br />
<strong>di</strong>segno originale allegato<br />
all’esemplare.
IL MUSEO ERBARIO DELL’UNIVERSITÀ ‘SAPIENZA’ DI ROMA<br />
ATTIVITÀ<br />
Il Museo svolge un’intensa attività in linea con i molteplici ruoli<br />
che gli Erbari, e più in generale i musei naturalistici, rivestono<br />
oggigiorno.<br />
Nello specifico, oltre alle attività <strong>di</strong> conservazione, <strong>di</strong> incremento<br />
e catalogazione informatizzata delle collezioni, il Museo Erbario<br />
opera nei seguenti campi:<br />
-mette a <strong>di</strong>sposizione le proprie collezioni per stu<strong>di</strong> scientifici <strong>di</strong><br />
vario tipo, per tesi <strong>di</strong> laurea e <strong>di</strong> dottorato <strong>di</strong> ricerca, accogliendo<br />
ogni anno numerosi studenti e ricercatori italiani e stranieri;<br />
-invia informazioni e materiale, su richiesta, a stu<strong>di</strong>osi <strong>di</strong> tutto il<br />
mondo;<br />
-ospita esercitazioni per gli studenti universitari <strong>di</strong> vari corsi <strong>di</strong><br />
laurea;
IL MUSEO ERBARIO DELL’UNIVERSITÀ ‘SAPIENZA’ DI ROMA<br />
-ospita visite guidate per le scuole <strong>di</strong> ogni or<strong>di</strong>ne e grado previa<br />
prenotazione;<br />
-organizza e partecipa a mostre e partecipa a giornate <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>o;<br />
-partecipa a progetti finalizzati alla <strong>di</strong>ffusione della cultura<br />
scientifica unitamente all’Orto Botanico afferente allo stesso<br />
Dipartimento;<br />
-promuove attività e<strong>di</strong>toriale su temi botanici, con pubblicazioni<br />
cartacee e su CD-Rom.
Questo lavoro è stato realizzato dai Musei Orto Botanico ed Erbario del<br />
Dipartimento <strong>di</strong> Biologia Vegetale dell’Università <strong>di</strong> <strong>Roma</strong> ‘<strong>Sapienza</strong>’,<br />
nell’ambito del progetto Valorizzazione del patrimonio storico delle<br />
collezioni botaniche: gli alberi monumentali e gli erbari storici, finanziato<br />
dal Ministero Istruzione, Università e Ricerca tra le Iniziative per la<br />
<strong>di</strong>ffusione della cultura scientifica (Legge 6/2000)<br />
RESPONSABILI PER IL PROGETTO<br />
Loretta Gratani<br />
Direttore del Museo Orto Botanico<br />
Giovanna Abbate<br />
Direttore del Museo Erbario<br />
PARTECIPANTI AL PROGETTO<br />
Museo Orto Botanico:<br />
Varone L., Bonito A., Crescente M. F., Fabrini G.<br />
Museo Erbario:<br />
Iberite M., Millozza A., Giovi E., Scassellati E.