moscato di scanzo docg - Consumatorilombardia.It
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<strong>moscato</strong> <strong>di</strong> <strong>scanzo</strong> <strong>docg</strong>
in<strong>di</strong>ce<br />
Presentazione<br />
Moscato <strong>di</strong> Scanzo DOCG<br />
Storia secolare<br />
Colore<br />
Olfatto<br />
Gusto<br />
Consorzio tutela<br />
Moscato <strong>di</strong> Scanzo<br />
Terroir<br />
Sass de Luna<br />
Vitigno<br />
Appassimento<br />
Vinificazione<br />
Come si serve<br />
Come si beve<br />
Abbinamenti<br />
Bergamo e <strong>di</strong>ntorni<br />
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Presentazione<br />
Il Moscato <strong>di</strong> Scanzo è ad oggi la più piccola<br />
DOCG d’<strong>It</strong>alia, prima e unica della provincia <strong>di</strong><br />
Bergamo, quinta della Regione Lombar<strong>di</strong>a.<br />
Vino <strong>di</strong> grande pregio, è l’unico Moscato passito<br />
italiano a bacca rossa, ottenuto da vitigno autoctono<br />
coltivato su un territorio <strong>di</strong> soli 31 ettari.<br />
Considerata la produzione molto limitata resta<br />
un prodotto <strong>di</strong> nicchia, unico e ricercato.<br />
Il Consorzio <strong>di</strong> Tutela da sempre ne garantisce<br />
la qualità e ne valorizza l’eccellenza,<br />
puntando oggi a fare conoscere l’unicità <strong>di</strong><br />
questo vino da me<strong>di</strong>tazione dall’incre<strong>di</strong>bile<br />
persistenza e dall’inconfon<strong>di</strong>bile complessità<br />
aromatica.<br />
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<strong>moscato</strong> <strong>di</strong> <strong>scanzo</strong> <strong>docg</strong><br />
Preziosissimo vino passito ottenuto dall’omonimo<br />
vitigno autoctono coltivato esclusivamente<br />
nella zona <strong>di</strong> Scanzorosciate, conosciuto quale<br />
rarità sin dal 1300. Dopo la vendemmia,<br />
fra la fine <strong>di</strong> settembre e l’inizio <strong>di</strong> ottobre,<br />
le uve meticolosamente selezionate vengono<br />
fatte appassire su graticci da 20 a 50 giorni, in<br />
essiccatoi naturali o in ambienti termocon<strong>di</strong>zionati,<br />
al fine <strong>di</strong> controllarne l’evoluzione ed<br />
evitare la formazione <strong>di</strong> muffe.<br />
Affinato per almeno due anni in acciaio, in<br />
bottiglia lo si può conservare, in con<strong>di</strong>zioni<br />
ambientali favorevoli, per lunghi perio<strong>di</strong>.<br />
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storia secolare<br />
La prima testimonianza “scritta” della presenza<br />
<strong>di</strong> questo vino è datata 1347, ma la<br />
tra<strong>di</strong>zione lo fa risalire al periodo attorno al<br />
1000 a.C. e ne narra l’origine ellenica: Ateste,<br />
ricco commerciante felsineo, venuto in<br />
contatto con la popolazione locale dei Celti<br />
Boi li conquistò non con la forza ma con<br />
doni, tra cui salumi e vino che li colpirono a<br />
tal punto che parte <strong>di</strong> questi decise <strong>di</strong> trasferirsi<br />
nei luoghi dove i doni erano prodotti.<br />
Lo stesso nome <strong>di</strong> Rosciate o Rosate, che<br />
deriva dal greco “Ros” (grappoli o fascio<br />
<strong>di</strong> uva) unito al celtico “Ate”, che significa<br />
villaggio, avvalla quest’ipotesi e conferma<br />
l’antichissima vocazione <strong>di</strong> questa terra alla<br />
produzione <strong>di</strong> vino.<br />
Sono testimoniate poi le lotte tra i Guelfi <strong>di</strong><br />
Scanzo e i Ghibellini <strong>di</strong> Rosciate, che pare si<br />
<strong>di</strong>sputassero le ambite botticelle <strong>di</strong> “moscadello”<br />
a suon <strong>di</strong> battaglie truculente.<br />
Il vitigno torna alla ribalta nel ‘700 perché<br />
portato sino alla corte russa da Giacomo<br />
Quarenghi, pittore e architetto bergamasco,<br />
che lo donò alla zarina Caterina II <strong>di</strong> Russia.<br />
Da qui conquistò velocemente fama e notorietà,<br />
raggiungendo vari mercati europei.<br />
Pare che furono i lon<strong>di</strong>nesi a trasformarlo in<br />
delizioso passito, spinti dall’idea <strong>di</strong> creare un<br />
nuovo sherry.<br />
La storia vuole che nel Settecento fosse il<br />
vino più caro al mondo, quotato alla borsa<br />
<strong>di</strong> Londra.<br />
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colore<br />
Colore rosso rubino carico, più o meno intenso che, invecchiando,<br />
può tendere al cerasuolo con riflessi granati.<br />
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olfatto<br />
Estremamente complesso, con sentore <strong>di</strong><br />
prugna, confettura, rosa canina, marasca,<br />
salvia sclarea, sottobosco. Le note terziarie<br />
che lo caratterizzano fin da giovane, tra cui<br />
evidenti tabacco e cioccolato, evolvono e<br />
si amplificano con l’invecchiamento.<br />
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gusto<br />
Equilibrato ed elegante, moderatamente dolce,<br />
dagli aromi fruttati e speziati con leggero<br />
retrogusto <strong>di</strong> mandorla.<br />
Morbido, vellutato, corposo, ha un’incre<strong>di</strong>bile<br />
persistenza.<br />
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consorzio tutela <strong>moscato</strong> <strong>di</strong> <strong>scanzo</strong><br />
Nasce nel <strong>di</strong>cembre 1993 dalla trasformazione dell’Associazione<br />
Produttori Moscato <strong>di</strong> Scanzo, già fondata nei primi anni ‘70.<br />
Primo obiettivo del neo costituito Consorzio fu l’ottenimento <strong>di</strong><br />
una denominazione non legata al Valcalepio, che si concretizzò<br />
con il D. M. del 17 aprile 2002, con il quale veniva istituita la nuova<br />
denominazione: Moscato <strong>di</strong> Scanzo D.O.C. o Scanzo D.O.C.<br />
Ma la particolarità e l’unicità del Moscato <strong>di</strong> Scanzo richiedeva<br />
una superiore denominazione.<br />
Il 12 febbraio 2009, il Ministero delle Politiche Agricole, sentito<br />
il parere del Comitato Nazionale Vini, accoglieva la richiesta del<br />
Consorzio <strong>di</strong> Tutela: attribuire al Moscato <strong>di</strong> Scanzo la Denominazione<br />
<strong>di</strong> Origine Controllata e Garantita (DOCG). Nasce così la<br />
prima e unica DOCG <strong>di</strong> Bergamo e la quinta della Regione Lombar<strong>di</strong>a.<br />
Il Moscato <strong>di</strong> Scanzo è stato riconosciuto come DOCG<br />
con D. M. del 28 aprile 2009.<br />
Oggi il bollino rilasciato dal Consorzio ne garantisce l’autenticità.<br />
L’attuale sede del Consorzio <strong>di</strong> Tutela in Scanzorosciate è ospitata<br />
nell’ex chiesa <strong>di</strong> S. Rocco realizzata su <strong>di</strong>segno dell’architetto austriaco<br />
Leopold Pollak, ristrutturata all’inizio del XIX secolo e recentemente<br />
de<strong>di</strong>cata a Luigi Veronelli, famoso amante e promotore dei prodotti<br />
bergamaschi.<br />
Garante della qualità del prodotto, il Consorzio Tutela Moscato <strong>di</strong><br />
Scanzo punta oggi allo stu<strong>di</strong>o <strong>di</strong> percorsi <strong>di</strong> comunicazione e promozione<br />
innovativi e <strong>di</strong> successo, in grado <strong>di</strong> esaltare al meglio un<br />
vino destinato in un prossimo futuro a rappresentare sempre più a<br />
livello internazionale l’eccellenza dell’enologia italiana.<br />
Il Consorzio si muove su più fronti: dalla salvaguar<strong>di</strong>a del prodotto<br />
nel rispetto del <strong>di</strong>sciplinare <strong>di</strong> produzione alla promozione e pubblicizzazione<br />
del marchio.<br />
Oggi è in atto una ricerca svolta in collaborazione con l’Università<br />
degli stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> Milano, CIRIVE, finalizzata al sequenziamento del<br />
DNA per <strong>di</strong>mostrare l’unicità del vitigno.<br />
Il Consorzio risponde ai quesiti tecnici sollevati sul proprio prodotto,<br />
segue e applica le normative vigenti in materia enologica,<br />
controlla, valorizza e tutela l’autenticità e la qualità del Moscato <strong>di</strong><br />
Scanzo, né promuove il marketing e il territorio d’origine.<br />
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terroir<br />
La limitatissima area geografica in cui viene coltivato questo vitigno<br />
autoctono si estende per soli 31 ettari.<br />
Il territorio collinare è caratterizzato da elevate pendenze e da<br />
un’ideale esposizione a sud. Il microclima locale insieme alla<br />
particolare formazione rocciosa su cui crescono le viti <strong>di</strong> Moscato<br />
<strong>di</strong> Scanzo rendono uniche le sue uve.<br />
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sass de Luna<br />
Il Sass de Luna è una formazione calcareo<br />
marnosa <strong>di</strong> colore grigio azzurro molto particolare<br />
che affiora sulle colline scanzesi.<br />
Una caratteristica unica <strong>di</strong> questa roccia è<br />
l’incre<strong>di</strong>bile durezza e resistenza quando si<br />
trova coperta dal suolo, al riparo dagli agenti<br />
atmosferici. Una volta esposta al particolare<br />
microclima collinare, alla forte ra<strong>di</strong>azione solare<br />
estiva, agli sbalzi termici ed alla costante<br />
ventilazione che, se pur lieve, è sempre<br />
presente, la dura roccia si sfalda e si sgretola<br />
<strong>di</strong>ventando una polvere grossolana.<br />
Questo processo naturale <strong>di</strong> sfaldamento e<br />
sgretolamento conferisce ai primi centimetri<br />
<strong>di</strong> terreno un’alta mineralità, ma anche<br />
una scarsa <strong>di</strong>sponibilità idrica, caratteristica<br />
importantissima per la coltivazione del Moscato<br />
<strong>di</strong> Scanzo, il quale fatica a svilupparsi<br />
e ad affondare le proprie ra<strong>di</strong>ci nelle rocce<br />
durante i primi anni <strong>di</strong> vita.<br />
Una volta superato questa <strong>di</strong>fficoltà iniziale le<br />
piante sono estremamente resistenti alla siccità,<br />
producono uva più sana e aromatica, conferendo<br />
al vino prodotto le sue peculiarità.<br />
L’origine del nome è <strong>di</strong>scussa, ma sembra<br />
che possa derivare dal nomignolo “sas de<br />
lüna” con cui i cavatori bergamaschi dei<br />
primi dell’800 erano soliti chiamare questo<br />
tipo <strong>di</strong> roccia dal colore grigio plumbeo,<br />
molto simile a quello lunare.<br />
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Vitigno<br />
Vitigno autoctono bergamasco. Produce grappoli spargoli,<br />
allungati, alati, con acini piccoli <strong>di</strong> colore scuro, buccia<br />
sottile e pruinosa. Questa uva è profumata e ricca <strong>di</strong> aromi<br />
riconducibili alla famiglia dei Moscati.<br />
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appassimento<br />
L’uva viene raccolta manualmente e posta in<br />
piccole cassette avendo cura <strong>di</strong> eliminare già<br />
in campo tutti gli acini rotti, acerbi o non<br />
idonei ad essere appassiti.<br />
Dopo un’ulteriore verifica e pulizia grappolo<br />
per grappolo l’uva viene posta in appassimento<br />
in appositi locali areati in modo naturale o<br />
forzato. Durante il periodo <strong>di</strong> appassimento<br />
ogni giorno si effettua il controllo dello stato<br />
<strong>di</strong> salute delle uve per evitare il <strong>di</strong>ffondersi<br />
<strong>di</strong> muffe indesiderate e per verificare il rapporto<br />
tra zuccheri e aci<strong>di</strong>tà. Raggiunta la voluta<br />
concentrazione zuccherina si procede a<br />
<strong>di</strong>raspare e pigiare le uve.<br />
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Vinificazione<br />
Terminata la fase <strong>di</strong> appassimento e raggiunto<br />
un tenore zuccherino <strong>di</strong> almeno 280 g/l, si<br />
procede alla pigiatura, con una resa massima<br />
<strong>di</strong> uva in vino del 30%.<br />
La fermentazione con macerazione sulle<br />
vinacce avviene in vasche d’acciaio così<br />
come tutte le fasi <strong>di</strong> lavorazione. Il vino<br />
dovrà riposare circa due anni prima <strong>di</strong> essere<br />
sottoposto ai rigi<strong>di</strong> controlli per l’approvazione<br />
della DOCG e successivamente<br />
essere posto in commercio.<br />
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come si serve<br />
Va servito a temperatura ambiente in gran<strong>di</strong> calici<br />
per favorirne l’ossigenazione.<br />
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come si beve<br />
Non richiede necessariamente abbinamenti ma<br />
l’atmosfera giusta per apprezzarne la straor<strong>di</strong>naria<br />
e sorprendente evoluzione aromatica.<br />
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abbinamenti<br />
Suadente nettare da me<strong>di</strong>tazione, classico l’abbinamento a<br />
formaggi erborinati e pasticceria secca, ar<strong>di</strong>to l’abbinamento<br />
con alcuni cioccolati neri.<br />
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Bergamo e <strong>di</strong>ntorni<br />
BERGAMO<br />
Bergamo è una città unica e bellissima. Si <strong>di</strong>vide in due parti:<br />
la città alta, arroccata sui colli, ne è il cuore antico, cinto<br />
dalle seicentesche mura venete e con impianto me<strong>di</strong>evale,<br />
suggestiva e ricca <strong>di</strong> monumenti importanti; la città bassa,<br />
il cui impianto risale ai primi 30 anni del Novecento, <strong>di</strong><br />
altrettanto interesse. Le due città sono collegate dai borghi<br />
storici, antiche vie che ad oggi hanno mantenuto intatto il<br />
loro carattere architettonico. Or<strong>di</strong>nata, organica ed elegante<br />
Bergamo è una città ricca e operosa, molto orgogliosa<br />
della sua storia.<br />
ALZANO<br />
Paese famoso per la sua industria cementizia (<strong>It</strong>alcementi) e<br />
cartiera (Pigna), oggi ha abbandonato la sua vocazione industriale<br />
e ha riconvertito molti spazi un tempo produttivi.<br />
Tra questi nei sotterranei dell’antica <strong>It</strong>alcementi, e<strong>di</strong>ficio realizzato<br />
a fine ‘800 dall’architetto Ernesto Pirovano, è stato<br />
creato l’ALT, “uno spazio sperimentale che vuole tentare vie<br />
nuove <strong>di</strong> coinvolgimento del pubblico. Un luogo suggestivo<br />
dove passato, presente e futuro si incontrano per tentare <strong>di</strong><br />
portare l’arte contemporanea nella quoti<strong>di</strong>anità”.<br />
LE VALLI e I LAGHI<br />
Le Valli Bergamasche della Provincia <strong>di</strong> Bergamo sono: la<br />
Valle Brembana, la Valle Seriana, la Valle <strong>di</strong> Scalve e la Valle<br />
Imagna e la Valle Cavallina. Offrono paesaggi molto vari,<br />
innumerevoli possibilità <strong>di</strong> passeggiate e arrampicate, oltre<br />
che ospitare <strong>di</strong>verse stazioni sciistiche rinomate. Delle due<br />
principali valli la Seriana è storicamente vocata all’industria<br />
tessile, la Brembana è famosa per i formaggi e per la storia<br />
<strong>di</strong> alcuni suoi centri come San Pellegrino, che fu importante<br />
stazione balneare dell’800 ricca <strong>di</strong> architettura liberty <strong>di</strong><br />
grande qualità, e Cornello dei Tasso.<br />
I due piccoli laghi bergamaschi <strong>di</strong> Iseo e <strong>di</strong> En<strong>di</strong>ne completano<br />
la ricchezza ambientale <strong>di</strong> un territorio provinciale per<br />
molti versi ancora incontaminato.<br />
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Consorzio <strong>di</strong> tutela Moscato <strong>di</strong> Scanzo<br />
via Aba<strong>di</strong>a, 33/a - 24020 Scanzorosciate (BG)<br />
tel. +39 035 6591545 fax +39 035 3055840<br />
mail: info@consorzio<strong>moscato</strong><strong>di</strong><strong>scanzo</strong>.it<br />
web: www.consorzio<strong>moscato</strong><strong>di</strong><strong>scanzo</strong>.it<br />
Progetto grafico e impaginazione:<br />
Whales comunicazione<br />
Fotografie:<br />
mauro Ferrari<br />
I e IV <strong>di</strong> copertina, pagine 2, 3, 4, 7, 11, 13, 17, 20, 26, 28, 30, 35<br />
andrea zaccarelli<br />
pagina 25<br />
www.fotolia.it<br />
pagine 9 e 32<br />
Finito <strong>di</strong> stampare:<br />
marzo 2012
<strong>moscato</strong> <strong>di</strong> <strong>scanzo</strong> <strong>docg</strong>