Prigionieri degli affitti - Scuola di Giornalismo Radio Televisivo ...
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SGRT<br />
NOTIZIE<br />
Quattro<br />
colonne QPoste Italiane S.p.A. - Spe<strong>di</strong>zione in A.P. 70% regime libero – ANNO XVI n° 7 FEBBRAIO 2008 – AUT.DR/CBPA/CENTRO1–VALIDA DAL 27/04/07<br />
Prezzi inaccessibili anche per case fatiscenti. Uno studente su tre non ha un contratto regolare<br />
<strong>Prigionieri</strong> <strong>degli</strong> <strong>affitti</strong><br />
A Perugia sempre più <strong>di</strong>fficile trovare alloggio, soprattutto per gli studenti universitari<br />
Dilagano gli “accor<strong>di</strong>” in nero. Ma ora arriva una task force per stanare i furbetti<br />
Prezzi troppo alti, canoni senza un regolare<br />
contratto, appartamenti fatiscenti. Quella<br />
del mercato <strong>degli</strong> <strong>affitti</strong> a Perugia è davvero<br />
una giungla piena <strong>di</strong> insi<strong>di</strong>e per le centinaia<br />
<strong>di</strong> studenti fuori sede che sono alla ricerca<br />
<strong>di</strong> un posto letto. Un’illegalità <strong>di</strong>ffusa a cui<br />
contribuisce la mancanza <strong>di</strong> controlli.<br />
Qualcosa però sembra muoversi. Due gli<br />
accor<strong>di</strong> stipulati a gennaio per arginare il<br />
fenomeno <strong>degli</strong> <strong>affitti</strong> in nero. Fenomeno<br />
che secondo la Guar<strong>di</strong>a <strong>di</strong> Finanza fagocita<br />
almeno il 30-40% dei proventi <strong>di</strong> questo<br />
mercato.<br />
Casa dolce casa<br />
Servizi alle pagine 2 e 3<br />
La croce <strong>di</strong> chi cerca...<br />
Per uno studente fuorisede trovare casa a Perugia è<br />
come un gioco da tavola, un monopoli dove ricominciare<br />
tutto daccapo è un rischio ben calcolato.<br />
Un’o<strong>di</strong>ssea che inizia con almeno sei giorni <strong>di</strong> sali e scen<strong>di</strong><br />
nel capoluogo. Nel giro <strong>di</strong> una settimana, i tanti giovani<br />
Ulisse visitano dai 15 ai 20 appartamenti. Spesso il<br />
mobilio è vecchio e le pareti giallastre. Magari trovano un<br />
posticino in subaffitto, dove sono già in cinque ma solo tre<br />
hanno un regolare contratto. E se un ispettore del Comune<br />
bussa alla porta, nessun problema. Puoi sempre spacciarti<br />
per un ospite gra<strong>di</strong>to, ma inaspettato. Anche il contratto è<br />
uno specchietto per le allodole: chi affitta incassa dai 200<br />
ai 300 euro a posto letto, ma al fisco ne <strong>di</strong>chiara la metà.<br />
Allo stesso tempo, taciti accor<strong>di</strong> evitano agli studenti costi<br />
amministrativi e paletti per una futura rescissione.<br />
Conviene a tutti. Capita <strong>di</strong> trovare la casa <strong>di</strong> cui ci si innamora,<br />
ma con un proprietario che impone il pagamento dell’intera<br />
locazione. Allora comincia un nuovo livello, quello<br />
del “trova inquilino”. Si cerca e infine l’amico del tuo<br />
amico accetta. Poi una sera incontri un collega <strong>di</strong> corso che<br />
ha appena lasciato una stanza a 150 euro. In nero.<br />
Allora non c’è da pensarci due volte. E l’o<strong>di</strong>ssea continua.<br />
FRANCESCO P. CRISTINO<br />
...la delizia <strong>di</strong> chi trova<br />
Tutti pazzi per l’Umbria. Se Hollywood dà<br />
l’assalto alla Toscana, i vip italiani preferiscono le<br />
colline <strong>di</strong> To<strong>di</strong>. Ugualmente ver<strong>di</strong> e ricche <strong>di</strong> fascino,<br />
ma meno inflazionate <strong>di</strong> quelle del “Chiantishire”. E,<br />
come <strong>di</strong>ce il «New York Times», care la metà: comprare<br />
casa qui costa il 60 per cento in meno. Sono molti i volti<br />
noti che possiedono una villa o un casale nella regione. Da<br />
Susanna Tamaro (a Orvieto) a Iacopo Fo, che vicino a<br />
Gubbio ha fondato la sua Libera Università <strong>di</strong> Alcatraz.<br />
Da Pupi Avati a Enrico Vaime, passando per Katia<br />
Ricciarelli e Andrea De Carlo. Non mancano i politici,<br />
come Fausto Bertinotti e Franco Giordano a Massa<br />
Martana. Ci sono persino i Savoia: Emanuele Filiberto e<br />
sua moglie Clotilde, che in passato ha frequentato<br />
l’Università per Stranieri, hanno scelto la zona <strong>di</strong><br />
Umbertide. E poi Andrea Pezzi a Campello sul<br />
Clitunno, Carlo Ripa <strong>di</strong> Meana nella zona <strong>di</strong> To<strong>di</strong>. A<br />
Spello, invece, ha il suo buen retiro Francesco De Gregori,<br />
in una tenuta <strong>di</strong> <strong>di</strong>eci ettari sul monte Subasio, dove produce<br />
olio e canzoni. Lorenzo Flaherty, poi, <strong>di</strong> case ne ha<br />
ben tre, a Porano, Baschi e Montecastrilli. Insomma, una<br />
vera isola (felice) dei famosi. PAOLA CERVELLI<br />
La storia<br />
FACCIO FIORIRE IL MIO QUARTIERE<br />
Tutto cominciò vent’anni fa con la <strong>di</strong>fesa <strong>di</strong> un fico spuntato tra le pietre<br />
ALESSANDRO FIORITI IN POSA SOTTO L’ALBERO DI FICO IN VIA DEL CARMINE<br />
I mestieri<br />
<strong>di</strong> una volta<br />
resistono<br />
anche oggi.<br />
Le storie<br />
<strong>di</strong> quelli<br />
che ancora<br />
ci credono<br />
LAVORI<br />
Chiamarlo al telefono non serve, né<br />
serve dargli appuntamenti; se vuoi<br />
incontrarlo lo trovi al bar Moderno<br />
<strong>di</strong> Porta Pesa. Qui per tutti, barista compresa,<br />
Sandro è un amico. Se chie<strong>di</strong> <strong>di</strong> lui<br />
ti sanno <strong>di</strong>re dov’è o dove dovrebbe<br />
essere, quando si è fatto vedere l’ultima<br />
volta e da quanto non risponde al cellulare:<br />
«Sono due giorni che ha staccato il<br />
telefono, vuol <strong>di</strong>re che non vuole scocciature.<br />
Sandro è così», <strong>di</strong>ce Fabio e<br />
subito comincia a parlare del suo grande<br />
amico: «Ha sempre fatto come gli girava<br />
ma qui intorno è amato e rispettato da<br />
tutti perché si prende cura del quartiere.<br />
Avete visto come ha abbellito con le<br />
piante via Imbriani? E il fico? Avete visto<br />
che bello il fico?».<br />
Sì, siamo qui per questo. «L’ha tirato<br />
su lui, facendolo crescere in mezzo alle<br />
pietre e a all’asfalto, provateci un po’ voi<br />
a fare una cosa del genere… è proprio un<br />
matto, quando si mette in testa una cosa<br />
puoi stare sicuro che gli riesce».<br />
SEGUE A PAG. 12<br />
Dal vino<br />
alla moda,<br />
ai prodotti<br />
tipici.<br />
I segreti<br />
delle aziende<br />
<strong>di</strong> successo<br />
della regione<br />
Il fascino<br />
oltre il confine<br />
Leonessa vuole <strong>di</strong>ventare il 93esimo comune dell’Umbria.<br />
Sarannogliabitantidella citta<strong>di</strong>na,in provincia<strong>di</strong> Rieti<br />
nel Lazio, a <strong>di</strong>re l’ultima parola su un cambiamento<br />
<strong>di</strong> regione a suo modo storico. Per la prima volta nell’Italia<br />
repubblicana, infatti, un comune chiede <strong>di</strong> essere “annesso” all’Umbria<br />
e non era mai successo che si provasse ad abbandonare<br />
il Lazio. La giunta guidata dal sindaco Alfredo Rauco,<br />
spalleggiata anche dal voto unanime del consiglio comunale, ha già<br />
deciso: sarà la popolazione, come previsto dall’articolo 132 della<br />
Costituzione, a scegliere attraverso un referendum a quale regione<br />
appartenere. Ancora non è stata scelta una data ma le pratiche<br />
sono già in Cassazione ed è questione <strong>di</strong> settimane.<br />
In principio fu San Michele al Tagliamento. Quasi do<strong>di</strong>cimila<br />
abitanti: questo comune del Veneto tentò la “fuga”<br />
dalla provincia <strong>di</strong> Venezia per approdare in quella <strong>di</strong><br />
Pordenone nel<br />
Friuli – Venezia<br />
Giulia. Era<br />
il 30 maggio del<br />
2005, ma il referendum<br />
non<br />
riuscì a superare<br />
il primo scoglio,<br />
quello del<br />
Vengo anch’io<br />
quorum dei partecipanti, e il tentativo si arenò al 44.5% <strong>degli</strong><br />
aventi <strong>di</strong>ritto al voto. Un risultato negativo che, però, non<br />
scoraggiò Lamon, Gruaro, Maiolo e gli altri comuni che giocarono<br />
la carta della consultazione popolare. In totale 34,<br />
il più celebre dei quali è senza dubbio Cortina d’Ampezzo,<br />
che il 29 ottobre 2007 decise <strong>di</strong> lasciare il Veneto per il<br />
Trentino Alto A<strong>di</strong>ge.<br />
Molteplici i motivi alla base <strong>di</strong> queste richieste. Dalla<br />
scarsa praticità <strong>di</strong> alcuni confini al fascino irrinunciabile delle<br />
ampie autonomie <strong>di</strong> cui godono le Regioni a Statuto speciale.<br />
Francesco Frattolin, coor<strong>di</strong>natore dell’Unione Comuni<br />
italiani per cambiare regione parla <strong>di</strong> «motivi <strong>di</strong> stomaco,<br />
legati a confini che sono il retaggio <strong>di</strong> guerre e che non tengono<br />
conto delle esigenze dei citta<strong>di</strong>ni». Sono però i motivi<br />
<strong>di</strong> convenienza economica quelli che sembrano animare la<br />
maggior parte dei comuni in cerca <strong>di</strong> una nuova collocazione.<br />
Le Regioni a Statuto speciale, con il loro regime fiscale<br />
vantaggioso, rappresentano, infatti, la meta più ambita dalle<br />
amministrazioni. Non è però questo il caso <strong>di</strong> Leonessa.<br />
«La goccia che ha fatto traboccare il vaso – spiega il sindaco<br />
Rauco – è il mancato accordo dato dalla giunta Marrazzo<br />
alla realizzazione <strong>degli</strong> impianti sul Terminillo. Un<br />
investimento totalmente privato da 56 milioni <strong>di</strong> euro». Dopo<br />
il sì dell’allora governatore Storace, infatti, la nuova giunta<br />
ha scelto un’interpretazione più rigorosa della normativa<br />
sulla tutela ambientale, che, <strong>di</strong> fatto, ha bloccato il progetto.<br />
«Il cambio <strong>di</strong> Regione è però un’esigenza che arriva dagli<br />
abitanti <strong>di</strong> Leonessa, stufi <strong>di</strong> essere trattati come citta<strong>di</strong>ni<br />
<strong>di</strong> serie B. Terni o Perugia? Lo decideremo dopo aver parlato<br />
con la presidente Lorenzetti».<br />
Servizio a pag.10 Servizio a pag. 9<br />
Servizio a pag. 12<br />
ERIKA BAGLIVO E ROBERTO VICARETTI<br />
ECCELLENZE TRADIZIONI<br />
Rievocazioni<br />
storiche<br />
e processioni<br />
in costume.<br />
I borghi<br />
dell’Umbria<br />
si preparano<br />
alla Pasqua<br />
LEONESSA<br />
UMBRIA<br />
VOTERÀ PER L’INGRESSO IN
2 PRIMO PIANO<br />
Nuovi accor<strong>di</strong> tra A<strong>di</strong>su, Agenzia delle entrate e sindacato <strong>degli</strong> inquilini per far emergere gli irregolari<br />
Guerra agli <strong>affitti</strong> in nero<br />
Il 24% <strong>degli</strong> studenti fuori sede è senza contratto. A Perugia nel 2006 il 53% dei locatori non era a norma<br />
Guerra aperta agli <strong>affitti</strong> in nero. E non solo<br />
a settembre, poco prima che inizi l’anno accademico,<br />
quando la situazione <strong>degli</strong> studenti<br />
universitari riempie pagine <strong>di</strong> giornali e servizi<br />
tv. In quei mesi l’esercito <strong>di</strong> matricole che invade le<br />
città universitarie risveglia la preoccupazione generale:<br />
prezzi troppo alti, contratti-chimera, spese eccessive<br />
e <strong>di</strong>fficoltà <strong>di</strong> trovare una sistemazione sembrano<br />
una priorità globale. Poi il problema finisce rapidamente<br />
nel <strong>di</strong>menticatoio. Ed è un errore: con la riforma<br />
universitaria tra sessioni <strong>di</strong> laurea spalmate lungo<br />
tutto l’anno e lauree magistrali che iniziano nel secondo<br />
semestre il ricambio <strong>di</strong> studenti fuori sede in<br />
cerca <strong>di</strong> sistemazione sembra non avere pause.<br />
Il 24% <strong>degli</strong> studenti universitari fuorisede, infatti,<br />
è “in nero”. Mentre ben il 10% è in subaffitto. Uno<br />
studente su tre, quin<strong>di</strong>, non è in regola, secondo i dati<br />
<strong>di</strong> una ricerca nazionale commissionata lo scorso settembre<br />
dal portale Studenti.it, un sito web <strong>di</strong> servizi e<br />
informazioni per universitari. Una questione innanzitutto<br />
culturale: in Italia non esiste un sistema universitario<br />
<strong>di</strong> college e residence in grado <strong>di</strong> rispondere alle<br />
esigenze del corpo studentesco. Secondo il “Rapporto<br />
sulle tendenze e le prospettive del mercato im-<br />
mobiliare”, realizzato da<br />
“<br />
Eurispes, in tutta Italia gli<br />
alloggi universitari coprono<br />
appena l’1,9% della popolazione<br />
studentesca totale<br />
(1.731.276 iscritti nel<br />
2003, anno a cui si riferiscono<br />
gli ultimi dati <strong>di</strong>sponibili).<br />
Solo il 2% <strong>degli</strong> studenti, infatti, vive in residence<br />
universitari. E non sorprende che non ci sia verso<br />
<strong>di</strong> cambiare questa tendenza: l’esercito <strong>di</strong> fuori sede è<br />
una risorsa troppo ghiotta da sfruttare. Proprio come<br />
avviene in Umbria, dove sono <strong>di</strong>sponibili 11.440 posti<br />
letto per più <strong>di</strong> 12.204 fuori sede. È evidente come<br />
questa situazione favorisca l’illegalità e la ricerca <strong>di</strong><br />
soluzioni “furbe”. E non si tratta solo <strong>di</strong> evasori totali,<br />
ovvero <strong>di</strong> chi non registra alcun contratto, ma anche<br />
<strong>di</strong> chi <strong>di</strong>chiara importi inferiori a quelli effettivamente<br />
percepiti o chi nasconde al fisco il secondo, il terzo<br />
o il quarto inquilino, che poi, in caso <strong>di</strong> controlli,<br />
vengono fatti passare per ospiti<br />
momentanei.<br />
Un appartamento<br />
al centro della città<br />
rende il 3,8%<br />
se affittato<br />
a studenti<br />
Cercano stanze. Un letto, un bagno un tavolo per<br />
stu<strong>di</strong>are. Una casa tutta per sé è un lusso che il<br />
90% <strong>degli</strong> universitari fuori sede non può permettersi.<br />
Al massimo puntano su camere singole, ma<br />
tanti non <strong>di</strong>sdegnano stanze da <strong>di</strong>videre con uno o due<br />
sconosciuti. Sono abbastanza comuni le richieste abitative<br />
<strong>degli</strong> studenti che si presentano allo sportello “Informagiovani”,<br />
il servizio creato dal comune <strong>di</strong> Perugia<br />
per aiutare ragazze e ragazzi ad orientarsi in città tra università<br />
e lavoro. «Spesso sono studenti stranieri – <strong>di</strong>ce<br />
una delle operatrici allo sportello – che hanno vinto una<br />
borsa Erasmus e chiamano dall’estero per avere la certezza<br />
<strong>di</strong> avere un letto una volta<br />
arrivati in città. Ma noi sconsigliamo<br />
<strong>di</strong> affittare una<br />
casa per telefono: spesso<br />
ci capitano giovani che<br />
una volta arrivati non<br />
hanno trovato quello che<br />
era stato promesso loro».<br />
Che fare allora? «Meglio venire<br />
<strong>di</strong>rettamente a Perugia, sta-<br />
Contratti in nero,<br />
appartamenti in pessime<br />
con<strong>di</strong>zioni, poche<br />
garanzie. Il tutto si aggiunge<br />
a prezzi sempre<br />
più cari: in 6 anni, secondo<br />
le associazioni<br />
dei consumatori Adoc,<br />
Adusbef e Codacons,<br />
il prezzo me<strong>di</strong>o <strong>degli</strong><br />
<strong>affitti</strong> è quasi raddoppiato<br />
(+84%). Certo,<br />
le città più care restano<br />
Milano e Roma. Nel<br />
capoluogo lombardo<br />
un posto letto in doppia<br />
arriva a costare, in<br />
alcune zone, 375 euro,<br />
mentre nella Capitale<br />
tocca ad<strong>di</strong>rittura i 400<br />
euro. Per non parlare<br />
delle stanze singole.<br />
Ma anche Perugia<br />
non scherza, come raccontiamo nel nostro viaggio nei<br />
quartieri “cal<strong>di</strong>” della città, quelli più vicini<br />
alle Facoltà (ve<strong>di</strong> pagina 3). Una singola<br />
nel capoluogo umbro viaggia dai<br />
160 ai 400 euro. Va un po’ meglio se si<br />
con<strong>di</strong>vide la stanza con altri studenti:<br />
una doppia viaggia tra i 150 e i 220.<br />
”<br />
Insomma, una casa in zona universitaria<br />
vale un tesoro. Secondo una ricerca<br />
dell’ufficio stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> Tecnocasa, una delle principali<br />
agenzie immobiliari, «il mercato <strong>degli</strong> <strong>affitti</strong> in<br />
Italia lancia segnali <strong>di</strong> debolezza, ma nelle zone a ridosso<br />
delle università i ren<strong>di</strong>menti sono superiori alla<br />
me<strong>di</strong>a citta<strong>di</strong>na e si hanno meno <strong>di</strong>fficoltà ad affittare»<br />
A Perugia, secondo i dati Tecnocasa, il ren<strong>di</strong>mento<br />
<strong>di</strong> un appartamento nelle vicinanze <strong>di</strong> una delle<br />
Facoltà raggiunge il 3,8% del valore che la casa rappresenta<br />
come investimento, a fronte <strong>di</strong> un canone<br />
che va dai 380 ai 450 euro al mese. Il terzo miglior<br />
ren<strong>di</strong>mento, dopo Milano (5,6%) e Roma (5,2%). Se<br />
avete sol<strong>di</strong> da investire, il centro <strong>di</strong> Perugia è insomma<br />
un ottimo affare.<br />
E la guerra agli <strong>affitti</strong> in nero,<br />
«Cercasi camera decente»<br />
re qualche giorno in ostello e mettersi a cercare: il comune<br />
fornisce un elenco <strong>di</strong> oltre una trentina <strong>di</strong> affittacamere<br />
ufficiali, ma è soprattutto dagli annunci nelle bacheca<br />
delle facoltà che arrivano le occasioni migliori».<br />
Una volta trovata la camera inizia poi la caccia al<br />
contratto. «Presso l’ufficio relazioni con il pubblico<br />
del comune c’è un modello stu<strong>di</strong>ato apposta per gli<br />
studenti» ci <strong>di</strong>cono allo sportello, ma sono molti i ragazzi<br />
che si rivolgono a loro per risolvere contenziosi<br />
con i proprietari <strong>di</strong> casa, legati ad aumenti <strong>degli</strong> <strong>affitti</strong><br />
non concordati o a sfratti improvvisi. Eppure<br />
nessuno si è mai informato sul come fare per costringere<br />
un proprietario a sottoscrivere un regolare contratto:<br />
«Gli studenti si lamentano <strong>di</strong> <strong>affitti</strong> troppo cari,<br />
o <strong>di</strong> case piccole e umide in cui vengono stipati anche<br />
sei o sette persone, ma nessuno si ci ha mai segnalato<br />
proprietari reticenti verso la registrazione <strong>di</strong><br />
un contratto». Eppure secondo il sito studenti.it il<br />
24% <strong>degli</strong> studenti fuori sede abita in nero, un dato<br />
che fa pensare ad una situazione <strong>di</strong> silenzio assenso<br />
che fa comodo sia ai locatori sia ai locatari. Ma non<br />
alle casse del fisco. S.Z.<br />
Gli studenti fuori sede<br />
IN ALTO:<br />
STUDENTI CONSULTANO GLI<br />
ANNUNCI IN BACHECA. A SINISTRA: PERUGIA<br />
Dallo sportello “Informagiovani” i consigli prima <strong>di</strong> firmare un contratto<br />
1. Il 28% ha il contratto registrato<br />
2. Il 24% è in nero<br />
3. L’11% abita in uno studentato<br />
4. Il 10% è in subaffitto<br />
5. Il 12% abita in un collegio universitario<br />
6. Il 15% non risponde<br />
(fonte: Studenti.it)<br />
che fine fa? Nel capoluogo umbro qualcosa si muove.<br />
È partita quest’anno la collaborazione tra A<strong>di</strong>su e<br />
Agenzia delle entrate per la lotta agli <strong>affitti</strong> in nero.<br />
L’Agenzia per il <strong>di</strong>ritto allo stu<strong>di</strong>o umbra fornirà all’Agenzia<br />
copia delle <strong>di</strong>chiarazioni che, ogni anno, gli<br />
studenti che hanno trovato alloggio autonomamente<br />
devono consegnare all’A<strong>di</strong>su per la richiesta <strong>di</strong> borse<br />
<strong>di</strong> stu<strong>di</strong>o. L’obiettivo è incrociare i dati con quelli dei<br />
contratti <strong>di</strong> affitto effettivamente registrati, ed in<strong>di</strong>viduare<br />
più facilmente chi affitta in nero. Secondo<br />
l’Agenzia delle entrate questa novità incrementerà<br />
l’efficacia dei controlli già effettuati: nel 2006 su 1600<br />
posizioni esaminate, «solo il 47% dei locatori si è <strong>di</strong>mostrato<br />
in regola, il 37% non aveva registrato nessun<br />
contratto, il 16% lo aveva registrato in ritardo».<br />
Nella stessa <strong>di</strong>rezione va l’accordo, raggiunto lo<br />
scorso 28 gennaio, tra Comune, sindacato <strong>degli</strong> inquilini,<br />
A<strong>di</strong>su e associazioni universitarie. Un’intesa per<br />
contratti d’affitto a regime concordato che prevede<br />
una riduzione del 20% del prezzo <strong>degli</strong> <strong>affitti</strong> e<br />
l’esenzione dell’Ici per i proprietari che aderiranno all’iniziativa.<br />
« È un contributo determinante all’emersione<br />
<strong>degli</strong> <strong>affitti</strong> in nero», ha <strong>di</strong>chiarato<br />
Marco Vinicio Guasticchi, assessore al Bilancio<br />
<strong>di</strong> Perugia. Basterà?<br />
LUCA PATRIGNANI<br />
L’accordo con Guar<strong>di</strong>a <strong>di</strong> Finanza e Agenzia delle<br />
entrate per far emergere gli <strong>affitti</strong> in nero «è<br />
solo la punta dell’iceberg: serve a evidenziare il<br />
problema, ma non a risolverlo». Il prof. Maurizio Oliviero,<br />
commissario straor<strong>di</strong>nario dell’Agenzia regionale<br />
per il <strong>di</strong>ritto allo stu<strong>di</strong>o (A<strong>di</strong>su) ha le idee molto chiare<br />
su come si combatte il caro-<strong>affitti</strong> per gli studenti<br />
fuori sede e su quale modello impiegare per integrare<br />
gli universitari nel tessuto sociale della città.<br />
Prof. Oliviero, quali sono i progetti futuri dell’A<strong>di</strong>su<br />
per combattere gli <strong>affitti</strong> in nero?<br />
«Rispettare il nostro compito principale, ovvero incrementare<br />
il numero <strong>di</strong> alloggi <strong>di</strong>sponibili attraverso<br />
borse <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>o. Quando ho assunto l’incarico, tre<br />
anni fa, c’erano 687 posti letto <strong>di</strong>sponibili, molti in<br />
con<strong>di</strong>zioni francamente non adeguate ad un’università<br />
prestigiosa come la nostra. In meno <strong>di</strong> tre anni siamo<br />
arrivati 1640 posti letto, e contiamo <strong>di</strong> arrivare a<br />
2000 entro la fine dell’anno e a 2300 entro il 2011. E<br />
questo è stato possibile perché abbiamo risanato un<br />
enorme buco <strong>di</strong> bilancio e quest’anno siamo, per la<br />
prima volta, in attivo».<br />
FEBBRAIO 2008<br />
Fiamme Gialle:<br />
tempi duri<br />
per chi fa il furbo<br />
Èuna forma <strong>di</strong> evasione fiscale comoda e red<strong>di</strong>tizia.<br />
Affittare un casa in nero permette ai<br />
proprietari <strong>di</strong> sottrarre alle casse del fisco una<br />
cifra variabile tra il 30 e il 40% dell’importo pagato dagli<br />
inquilini ogni mese. E poi non ci sono le spese <strong>di</strong><br />
registrazione del contratto, in genere pagate a metà da<br />
locatore e locatari. Certo, un inquilino senza contratto<br />
può essere sbattuto fuori casa senza preavviso, ma<br />
se è lui a volersene andare può farlo quando vuole,<br />
senza dover cercare una persona che subentri a suo<br />
posto.<br />
Reprimere il fenomeno non è facile. Per stessa<br />
ammissione della Guar<strong>di</strong>a <strong>di</strong> Finanza <strong>di</strong> Perugia i<br />
controlli sono <strong>di</strong>fficili da effettuare, ma soprattutto<br />
richiedono tempi lunghi. Così il fenomeno è <strong>di</strong>lagante.<br />
Difficile trovare uno studente fuori sede a<br />
cui non sia stato mai proposto un affitto privo <strong>di</strong> un<br />
regolare contratto registrato. Ci sono poi quelli che<br />
il contratto ce l’hanno, ma è solo uno strumento <strong>di</strong><br />
facciata, utile per<br />
eludere eventuali<br />
controlli: si <strong>di</strong>chiara<br />
<strong>di</strong> pagare una cifra<br />
esigua ma in realtà<br />
si versa in nero<br />
molto <strong>di</strong> più. Infine<br />
ci sono quelli che<br />
vivono in subaffitto:<br />
non trattano<br />
con i proprietari,<br />
ma pagano <strong>di</strong>rettamente<br />
agli inquilini,<br />
naturalmente senza <strong>di</strong>chiarare nulla al fisco.<br />
Nel corso del 2007, solo nel comune <strong>di</strong> Perugia,<br />
le Fiamme Gialle hanno accertato tra gli 80 e i<br />
100.000 euro <strong>di</strong> evasione fiscale da <strong>affitti</strong> non regolari.<br />
Finora una indagine a tappeto non è stata effettuata,<br />
ma sono gli stessi finanzieri a non volersi<br />
sbilanciare. Stanno infatti partendo una serie <strong>di</strong> iniziative<br />
mirate alla repressione del fenomeno. I tempi<br />
<strong>di</strong> indagine non saranno brevi, ma dal comando<br />
provinciale assicurano che entro la fine dell’anno si<br />
vedranno i primi risultati concreti. Finora controlli<br />
sono stati effettuati verso la fine del 2007 in alcuni<br />
quartieri vicini alla stazione <strong>di</strong> Fontivegge, tra via<br />
della Pescara e via del Macello. Ma quello in corso,<br />
assicurano i finanzieri, sarà un anno <strong>di</strong>fficile per chi<br />
vuole fare il furbo.<br />
I CONSIGLI PER CHI CERCA CASA<br />
AGENTI DELLA FINANZA IN AZIONE<br />
SIMONE ZAZZERA<br />
1) Evitare gli alloggi in cui il proprietario è uno <strong>degli</strong> inquilini<br />
2) Privilegiare abitazioni in cui tutti gli affittuari siano studenti<br />
3) Assicurarsi sempre della presenza del mobilio<br />
4) Prestare attenzione alla manutenzione or<strong>di</strong>naria e straor<strong>di</strong>naria<br />
5) Assicurarsi che i pagamenti dell’affitto siano tracciabili (vaglia o conti correnti)<br />
6) Pretendere sempre la ricevuta <strong>di</strong> pagamento<br />
7) Conservare la ricevuta della caparra e fare fotografie datate dell’appartamento<br />
Intervista al prof. Maurizio Olivero, commissario straor<strong>di</strong>nario dell’A<strong>di</strong>su<br />
«2000 posti entro l’anno»<br />
Questi alloggi però servono a coprire le esigenze<br />
dei pochi che vincono una borsa <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>o…<br />
«È vero. E la legge nazionale prevede maglie troppo<br />
strette: una famiglia <strong>di</strong> quattro persone per ottenere<br />
l’aiuto dell’A<strong>di</strong>su dovrebbe avere un red<strong>di</strong>to inferiore<br />
ai 16.000 euro. Tutta una serie <strong>di</strong> nuove <strong>di</strong>fficoltà,<br />
<strong>di</strong> nuove forme <strong>di</strong> povertà rimangono escluse dai ban<strong>di</strong>.<br />
Per questo abbiamo deciso <strong>di</strong> mettere a <strong>di</strong>sposizione<br />
alcuni appartamenti, a prezzi calmierati, anche a<br />
chi non rientra nelle graduatorie».<br />
Dove verranno costruiti i nuovi alloggi?<br />
«Entro fine mese saranno <strong>di</strong>sponibili 226 posti letto in<br />
via del Giochetto. Poi altri 400 a via della Pallotta.<br />
L’importante è chiarire che il modello del campus anglosassone<br />
non funziona a Perugia. Anzi: stiamo cercando<br />
<strong>di</strong> integrare gli appartamenti A<strong>di</strong>su in condomini<br />
in cui abitano anche famiglie. Sul nostro sito,<br />
www.a<strong>di</strong>supg.it, è poi <strong>di</strong>sponibile un servizio chiamato<br />
“CercaAlloggi”: visioniamo appartamenti in affitto,<br />
proponiamo un prezzo ai proprietari che, se accettano,<br />
ci delegano la gestione della pratica. Un modo per<br />
garantire gli studenti, e aumentare la legalità». L.P.
FEBBRAIO 2008 PRIMO PIANO<br />
Le storie <strong>di</strong> chi cerca casa e i trucchi dei proprietari: da Luisa, in doppia con il separè, a Clau<strong>di</strong>a che il contratto ce l’ha, ma “sotto chiave”<br />
Perugia, l’o<strong>di</strong>ssea dei fuori sede<br />
Fino a 450 euro per una camera <strong>di</strong> 15 mq spacciata per “monolocale”. La zona più conveniente è la stazione, dove una singola costa 160 euro<br />
ampia camera singola, a cinque minuti dal centro,<br />
solo a studentesse, preferibilmente settimana corta».<br />
«Affittasi<br />
Inizia più o meno così l’o<strong>di</strong>ssea dei tanti studenti fuori<br />
sede che ogni anno scelgono Perugia come meta dei propri stu<strong>di</strong> universitari.<br />
Miria<strong>di</strong> <strong>di</strong> telefonate, viaggi perlustrativi in ogni angolo della<br />
città e un’unica amara certezza: quella che era spacciata per “camera<br />
luminosa in palazzo signorile”, il più delle volte non è nient’altro che<br />
una topaia. E per entrare nel complicato mondo dei “cerca-casa” basta<br />
andare nell’atrio dell’Università per stranieri o nella sala stu<strong>di</strong>o della<br />
Facoltà <strong>di</strong> Lettere e Filosofia, in Piazza Morlacchi: bacheche piene <strong>di</strong><br />
annunci, strati su strati <strong>di</strong> carta colorata, foglietti con i numeri <strong>di</strong> cellulare scritti<br />
su linguette penzolanti ritagliate a mano.<br />
Una storia come tante. Luisa F., 23 anni, studentessa <strong>di</strong> Scienze della<br />
Comunicazione, è originaria <strong>di</strong> Salerno. La sua vita universitaria è stata<br />
davvero movimentata: tre traslochi in meno <strong>di</strong> quattro anni. E scatole e<br />
scatoloni sono già pronti per un nuovo alloggio.<br />
«Sto cercando una camera singola – racconta Luisa – ora<br />
pago 200 euro, abito in centro, ma sono in doppia con<br />
“ Il contratto? mai<br />
avuto. Mi hanno<br />
sempre detto che<br />
avrei speso <strong>di</strong> più<br />
”<br />
un’altra ragazza. I<br />
nostri letti sono<br />
separati solo da una<br />
sottilissima parete<br />
in cartongesso, ma<br />
è come se dormissimo<br />
nello stesso<br />
letto. Poi abbiamo orari talmente <strong>di</strong>versi che finiamo col<br />
<strong>di</strong>scutere quasi tutti i giorni. Non è facile dormire nella stessa stanza con<br />
una persona che non conosci». Alla parola “contratto”, Luisa sorride:<br />
«Mai avuto. I <strong>di</strong>versi proprietari incontrati in questi anni non ne hanno<br />
mai voluto sapere. Mi hanno sempre detto che con regolare contratto si<br />
spende <strong>di</strong> più. E io non ho mai insistito per averlo, tanto<br />
non mi serve per la borsa <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>o dell’università. So<br />
che non la prenderei in ogni caso».<br />
In nero “conviene”. Proprio con la scusa <strong>di</strong> voler<br />
mantenere il canone a buon mercato i proprietari giustificano<br />
l’assenza <strong>di</strong> regolare contratto d’affitto. È<br />
successo a Luisa, ma anche per Giovanni, 20 anni,<br />
lucano, matricola alla facoltà <strong>di</strong> Lettere, le cose non<br />
sono andate <strong>di</strong>versamente. «Appena arrivato a<br />
Perugia, con i miei genitori, ho visitato decine <strong>di</strong><br />
appartamenti. Ricordo ancora una camera, nella zona<br />
A<strong>di</strong>su, Onaosi e collegi religiosi offrono ospitalità a chi non vuole avventurarsi nella giungla <strong>degli</strong> <strong>affitti</strong><br />
L’alternativa? Per pochi, non per tutti<br />
una bella stanza,<br />
tanti amici, vivo «Ho<br />
l’università con poche<br />
preoccupazioni e molto <strong>di</strong>vertimento».<br />
Francesca,<br />
24 anni, studentessa<br />
al secondo anno<br />
della laurea specialistica<br />
in Scienze<br />
dell’alimentazione<br />
e della nutrizione,<br />
racconta la sua esperienza al Collegio<br />
“Ruggero Rossi” a Perugia. Il suo entusiasmo<br />
non è comune fra i colleghi<br />
che alle prese con <strong>affitti</strong> alti e problemi<br />
<strong>di</strong> convivenza sono costretti a<br />
cambiare spesso domicilio.<br />
«Questo è il mio secondo anno qui<br />
e spero <strong>di</strong> vincere la borsa <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>o<br />
anche l’anno prossimo», continua<br />
Francesca che ha lasciato la sua famiglia<br />
a Reggio Calabria per proseguire<br />
gli stu<strong>di</strong> nel capoluogo umbro anche<br />
grazie all’aiuto economico offertole<br />
dall’A<strong>di</strong>su (l’Agenzia per il <strong>di</strong>ritto allo<br />
stu<strong>di</strong>o universitario <strong>di</strong> Perugia), che<br />
le permette <strong>di</strong> risiedere gratuitamente<br />
in un convitto universitario.<br />
Ogni anno infatti un concorso<br />
pubblico dell’A<strong>di</strong>su, aperto a tutti gli<br />
studenti, regola la <strong>di</strong>stribuzione <strong>di</strong> un<br />
numero determinato <strong>di</strong> borse <strong>di</strong> stu-<br />
“ C’è poca intimità<br />
ma vivendo<br />
in collegio non ti<br />
senti mai sola<br />
”<br />
<strong>di</strong>o sulla base <strong>di</strong> red<strong>di</strong>to e merito. In<br />
palio l’alloggio gratuito in una delle<br />
otto strutture sovvenzionate dall’università.<br />
Poco più <strong>di</strong> 1.600 posti letto<br />
a <strong>di</strong>spetto dei<br />
34.000 studenti universitari<br />
che affollano<br />
la città. E non<br />
tutte le strutture abitative<br />
hanno le stesse<br />
caratteristiche,<br />
Francesca vive nel collegio “Ruggero<br />
Rossi”, <strong>di</strong> recente costruzione, con<br />
stanze ampie, bagno in camera e una<br />
cucina ogni due o tre persone. Paola<br />
è stata meno fortunata. Vive al collegio<br />
<strong>di</strong> Agraria dove ha una piccola<br />
stanza buia con un mobilio datato. I<br />
servizi garantiti, però, sono gli stes-<br />
Elce<br />
Camera singola a<br />
230/300 euro. Il costo<br />
della doppia oscilla tra i<br />
380 e i 450 euro.<br />
Spese escluse<br />
Centro storico<br />
Singola da 250<br />
fino a 400 euro<br />
al mese. Doppia a<br />
550/600 euro.<br />
Spese escluse<br />
Stazione<br />
L’affitto <strong>di</strong> una camera<br />
singola oscilla<br />
tra i 160 e i 250<br />
euro al mese.<br />
Doppia a 300/400 euro<br />
si: pulizia or<strong>di</strong>naria tre volte al mese<br />
e cambio della biancheria ogni 12<br />
giorni, sala tv in comune, uso cucina<br />
e centralino telefonico a <strong>di</strong>sposizione<br />
24 ore.<br />
E per gli altri<br />
33.000 studenti<br />
esclusi dalle graduatorie?<br />
Per chi<br />
non ha voglia <strong>di</strong><br />
avventurarsi nella<br />
giungla <strong>degli</strong> <strong>affitti</strong><br />
ci sono altre opportunità per abitare<br />
a Perugia, meno economiche dei collegi<br />
A<strong>di</strong>su, ma altrettanto ospitali. Il<br />
collegio universitario <strong>di</strong> Monteluce, la<br />
Casa <strong>di</strong> Monteripido, il pensionato <strong>di</strong><br />
“San Francesco <strong>di</strong> Sales” sono alcune<br />
strutture messe a <strong>di</strong>sposizione dagli<br />
UNA STANZA DEL COLLEGIO FEMMINILE DELLA FONDAZIONE ONAOSI A PERUGIA<br />
LA CARTINA DI PERUGIA CON LE ZONE CALDE DEL CARO-AFFITTI.<br />
IN ALTO, ALCUNE CASE ABITATE DA STUDENTI UNIVERSITARI<br />
“ L’A<strong>di</strong>su mette<br />
a <strong>di</strong>sposizione<br />
1.000 posti letto<br />
tramite concorso<br />
pubblico<br />
”<br />
Monteluce<br />
Camera singola<br />
230/260 euro.<br />
Doppia<br />
380/450 euro.<br />
Spese escluse<br />
Università<br />
per Stranieri<br />
Camera singola<br />
250/340 euro.<br />
Doppia a<br />
450/600 euro.<br />
Spese escluse<br />
or<strong>di</strong>ni religiosi per ospitare giovani<br />
matricole alla prima esperienza fuori<br />
casa o studenti <strong>di</strong> vecchia data stanchi<br />
<strong>di</strong> vivere in appartamento da soli.<br />
La <strong>di</strong>mensione comunitaria<br />
infatti è la<br />
costante della vita in<br />
collegio. Si mangia<br />
tutti insieme nelle<br />
mense allestite dagli<br />
istituti, si guarda la tv<br />
insieme e spesso si<br />
dorme anche insieme, senza considerare<br />
l’uso dei bagni con<strong>di</strong>visi. «C’è<br />
poca intimità, ma non ti senti mai sola!»<br />
commenta Betta, che da qualche<br />
anno risiede al convitto femminile <strong>di</strong><br />
via della Cupa, gestito dall’Onaosi<br />
(Opera nazionale per l’assistenza agli<br />
orfani <strong>di</strong> sanitari), una fondazione<br />
privata finanziata dalla contribuzione<br />
obbligatoria <strong>di</strong> me<strong>di</strong>ci, farmacisti, veterinari<br />
e odontoiatri. Le sue tre<br />
strutture residenziali a Perugia, un<br />
collegio maschile in zona Elce, un<br />
centro stu<strong>di</strong> con miniappartamenti<br />
autonomi in località Montebello e il<br />
femminile <strong>di</strong> via della Cupa nel centro<br />
storico, sono riservate esclusivamente<br />
ai figli dei sanitari contribuenti.<br />
Per pochi ma non per tutti.<br />
IVANA DELVINO<br />
3<br />
<strong>di</strong> Elce, spacciata sull’annuncio per ampio e confortevole<br />
monolocale. Effettivamente letto e servizi erano<br />
in un unico locale, peccato si trattasse <strong>di</strong> una camera<br />
<strong>di</strong> 15 metri quadrati, senza finestre e con un lavabo<br />
unico per bagno e cucina. La proprietaria ha avuto la<br />
faccia tosta <strong>di</strong> chiedermi “solo” 450 euro al mese,<br />
ovviamente senza contratto, altrimenti l’affitto sarebbe<br />
stato molto più alto».<br />
Contratto sotto chiave. Il proprietario dell’appartamento<br />
in cui vive Clau<strong>di</strong>a, marchigiana, laureanda in<br />
Scienze politiche, ha invece trovato una “valida” alternativa<br />
al regolare contratto d’affitto: una scrittura privata tra le<br />
parti, talmente privata che va nel cassetto, ovviamente del<br />
proprietario, pronta ad essere tirata fuori in caso <strong>di</strong> controlli.<br />
«In pratica il contratto c’è ma non si vede – spiega sarcastica<br />
Clau<strong>di</strong>a – serve solo al mio padrone <strong>di</strong><br />
casa come garanzia del mio puntuale pagamento<br />
<strong>di</strong> mensilità e bollette».<br />
Tutto in regola. Fortunatamente, nella<br />
giungla <strong>degli</strong> <strong>affitti</strong>, c’è anche chi ha scelto la<br />
legalità. Ezio B., 39 anni, è proprietario <strong>di</strong><br />
un appartamento a Monteluce e lo affitta da<br />
cinque anni a studenti universitari. Sin dall’inizio<br />
ha optato per un regolare contratto<br />
<strong>di</strong> locazione, la classica formula dei quattro<br />
anni più quattro, con tre mesi <strong>di</strong> preavviso<br />
in caso <strong>di</strong> <strong>di</strong>sdetta.<br />
«Anche se gli inquilini cambiano ogni anno preferisco<br />
fare tutto a norma – confessa Ezio – dalla denuncia in questura<br />
al contratto. Certo, questo comporta una spesa e una<br />
piccola per<strong>di</strong>ta <strong>di</strong> tempo, ma è il solo<br />
Piazza<br />
Partigiani.<br />
Singola a 250/300<br />
euro al mese.<br />
Doppia a<br />
400/500 euro.<br />
Spese escluse<br />
modo per stare tranquilli. E poi serve a<br />
tutelare sia me da eventuali danni alla<br />
casa che gli inquilini da brutte sorprese».<br />
Ora nell’appartamento <strong>di</strong> circa 60 metri<br />
quadrati <strong>di</strong> Ezio vivono due studenti <strong>di</strong><br />
Me<strong>di</strong>cina, calabresi. Pagano 300 euro al<br />
mese, escluse le spese, e si ritengono<br />
“fortunati”. Peccato che a Perugia siano<br />
come un ago in un pagliaio.<br />
M. ISABELLA ROMANO<br />
LA SCHEDA<br />
Perché il contratto<br />
conviene<br />
Per uno studente universitario avere un contratto<br />
in regola nel 2008 conviene il doppio. In<br />
Finanziaria infatti è prevista una detrazione per<br />
chi affronta i costi del vivere fuori sede. A patto,<br />
ovviamente, <strong>di</strong> avere un contratto registrato.<br />
Le agevolazioni fiscali previste dalla Finanziaria<br />
2008 sono riservate ai giovani (non necessariamente<br />
studenti) <strong>di</strong> età compresa fra i 20 e<br />
i 30 anni, che stipulino un contratto <strong>di</strong> locazione,<br />
per un’«unità immobiliare da destinare a<br />
propria abitazione principale, sempre che la<br />
stessa sia <strong>di</strong>versa dall’abitazione principale dei<br />
genitori o <strong>di</strong> coloro cui sono affidati».<br />
La detrazione si applica per i primi 3 anni, è<br />
pari a 991,60 euro annui e spetta se il red<strong>di</strong>to<br />
complessivo annuo dell’inquilino non supera<br />
15.493,71 euro. Per poter godere delle detrazioni<br />
bisognerà aver stipulato un contratto “libero”<br />
(4 anni più 4) oppure uno <strong>di</strong> quelli “regolamentati”<br />
(agevolati, transitori, per studenti universitari);<br />
che sono tutti ad uso abitativo.<br />
Perché anche il proprietario possa godere <strong>di</strong><br />
agevolazioni fiscali (deduzione del 30% ai fini Irpef<br />
e imposta <strong>di</strong> registro ridotta del 30%, quest'ultima<br />
agevolazione a favore anche dell'inquilino),<br />
è necessario stipulare un contratto <strong>di</strong> locazione<br />
per studenti universitari secondo le regole<br />
fissate dall'Accordo territoriale fra organizzazioni<br />
dei proprietari e <strong>degli</strong> inquilini ovvero in base<br />
al decreto ministeriale sostitutivo.<br />
LUCA PATRIGNANI
4 SICUREZZA<br />
FEBBRAIO 2008<br />
Nella sala operativa della Questura <strong>di</strong> Perugia due agenti rispondono alle 400 chiamate che ogni giorno arrivano al centralino del 113<br />
Noi, poliziotti sempre allerta<br />
Sangue freddo per le situazioni <strong>di</strong>fficili, luci<strong>di</strong>tà e rapi<strong>di</strong>tà nel prendere le decisioni. Ecco come si lavora dove telefona chi ha più bisogno<br />
Sono «113, Questura <strong>di</strong> Perugia». Rispondono così<br />
alla Cot, Centrale operativa telecomunicazioni, dove<br />
si lavora 24 ore su 24 rispondendo alle telefonate<br />
<strong>di</strong> chi è in pericolo o ha semplicemente bisogno <strong>di</strong><br />
un tempestivo intervento <strong>degli</strong> agenti. Sono in due per<br />
turno ad alzare la cornetta <strong>di</strong> un moderno apparecchio<br />
in grado, all’occorrenza, <strong>di</strong> interagire con il 118 o con altri<br />
servizi <strong>di</strong> pronto intervento. Si lavora sempre in coppia<br />
alla Cot: a vincere è quella sinergia che si raggiunge<br />
turno dopo turno in molti anni, e che permette <strong>di</strong> tenere<br />
l’orecchio teso, sempre in ascolto del<br />
lavoro del compagno. Solo così si possono<br />
interpretare al volo le esigenze del<br />
collega, garantendogli una cooperazione<br />
imme<strong>di</strong>ata, anche se si è impegnati a<br />
sod<strong>di</strong>sfare un’altra richiesta <strong>di</strong> aiuto.<br />
In me<strong>di</strong>a sono oltre 400 le telefonate<br />
che dal territorio <strong>di</strong> Perugia e provincia<br />
arrivano ogni giorno al centralino.<br />
Tutte le chiamate vengono registrate<br />
e automaticamente archiviate in<br />
un centralone. Ogni telefono è dotato <strong>di</strong> tre linee, <strong>di</strong><br />
cui solamente una, però, abilitata a identificare il numero<br />
dell’interlocutore. È possibile invece localizzare<br />
sempre la provenienza della chiamata, ma per farlo è<br />
necessario interpellare un servizio che ha sede unica<br />
a Milano.<br />
Non sempre i citta<strong>di</strong>ni contattano il 113 per denunciare<br />
situazioni critiche. All’or<strong>di</strong>ne del giorno anche casi<br />
molti curiosi, con gli agenti chiamati a rispondere alle<br />
domande più inaspettate. «Mi è capitato che telefonassero<br />
per sapere che cosa aveva generato l’ingorgo<br />
all’uscita <strong>di</strong> Collestrada – racconta l’assistente capo<br />
Mauro Bonci, al Cot dal 1998 – oppure <strong>di</strong> sentirmi<br />
chiedere le previsioni del tempo in prospettiva <strong>di</strong> un<br />
viaggio in macchina verso il Nord, nel timore <strong>di</strong> trovare<br />
la neve». I poliziotti della Cot <strong>di</strong>ventano i Gran<strong>di</strong><br />
Fratelli dei piccoli drammi quoti<strong>di</strong>ani, come quando<br />
una ragazza paralizzata dalla paura non riuscì a<br />
scendere dall’auto finché i poliziotti non tolsero il serpente<br />
che era finito sul suo tettuccio. «Ci capita <strong>di</strong> intervenire<br />
anche in situazioni molto tenere che hanno<br />
per protagonisti gli anziani – spiega Gianni Vagnetti,<br />
in coppia con Bonci da otto anni – come quando una<br />
signora chiamò il 113 perché suo marito era caduto dal<br />
letto e lei non era in grado <strong>di</strong> rialzarlo». Dalla Cot le<br />
segnalazioni vengono girate alle pattuglie su strada che<br />
ogni giorno sorvegliano due delle quattro zone in cui<br />
è sud<strong>di</strong>viso il territorio perugino. La copertura globa-<br />
M-12: MITRA A RAFFICA USATO NEI<br />
CONTROLLI CON POSTO DI BLOCCO<br />
BERETTA CALIBRO 9 “PARABELLUM”:<br />
PISTOLA PERSONALE DI ORDINANZA<br />
“<br />
Risultati della Polizia <strong>di</strong> Perugia nel 2007:<br />
449 arresti<br />
963 denunce<br />
608 espulsioni<br />
116 rimpatri con foglio <strong>di</strong> via obbligatorio<br />
55 accompagnamenti coattivi alla frontiera<br />
1089 incidenti rilevati dalla Stradale<br />
1810 patenti ritirate<br />
50 internet point controllati<br />
120 siti pedopornografici monitorati<br />
Per prendere<br />
decisioni<br />
importanti<br />
in poco tempo<br />
è fondamentale<br />
un buon gioco<br />
<strong>di</strong> squadra<br />
le <strong>di</strong> città e provincia è comunque garantita<br />
grazie alla collaborazione con le gazzelle<br />
dei carabinieri: secondo una programmazione<br />
ministeriale, a rotazione,<br />
due zone citta<strong>di</strong>ne sono <strong>di</strong> competenza<br />
delle volanti della polizia, mentre le restanti<br />
due sono gestite da pattuglie dell’Arma.<br />
Le statistiche della Cot parlano<br />
<strong>di</strong> tempi <strong>di</strong> intervento davvero<br />
tempestivi, con gli agenti che giungono<br />
sul posto appena 10<br />
minuti dopo la chiamata. In realtà, a<br />
volte i tempi si allungano e l’efficienza,<br />
specialmente in centro, è a tempo <strong>di</strong> record<br />
solo traffico permettendo.<br />
Le segnalazioni<br />
vengono talvolta inoltrate<br />
anche ai poliziotti <strong>di</strong><br />
quartiere, che si muovono<br />
”<br />
a pie<strong>di</strong>, e a quelli in borghese,<br />
a volte più prossimi alla<br />
zona da cui è partita la chiamata.<br />
Poliziotti della Cot non si nasce, ma si <strong>di</strong>venta:<br />
gli assistenti Bonci e Vagnetti ritengono<br />
l’esperienza sul campo tappa fondamentale<br />
per <strong>di</strong>ventare un buon operatore del<br />
113. «In strada ci si tempra – confermano i<br />
due – ci si abitua a inquadrare in pochi istanti le<br />
persone con cui si ha a che fare, cercando <strong>di</strong> prevederne<br />
le reazioni e sviluppando quella prontezza<br />
<strong>di</strong> riflessi che permette <strong>di</strong> operare efficacemente<br />
ma in totale sicurezza».<br />
Mentre siamo con loro arrivano due segnalazioni:<br />
recupero refurtiva a Fontivegge e rissa in corso<br />
fra due magrebini. Vengono allertate<br />
sia la pattuglia che si occupa <strong>di</strong><br />
centro storico e zona stazione, sia<br />
quella che batte le periferie a nord<br />
della città, da Ponte San Giovanni a<br />
Ponte Felcino. Le auto arrivano appena<br />
in tempo per sedare lo scontro tra<br />
gli extracomunitari. Uno dei due finisce<br />
in Questura: per lui foto segnaletica<br />
<strong>di</strong> riconoscimento e scansione<br />
delle impronte <strong>di</strong> <strong>di</strong>ta e palmi delle mani. Vite da poliziotti,<br />
dalla Cot alla strada: giornate sempre <strong>di</strong>verse,<br />
capaci <strong>di</strong> mostrare tutti gli aspetti della vita.<br />
PAGINA A CURA DI<br />
STEFANIA BOLZAN E BARBARA DI FRESCO<br />
Per lo Stato oltre tutti i tipi <strong>di</strong> <strong>di</strong>fficoltà. Uomini e donne che scelgono una missione come professione<br />
Una <strong>di</strong>visa che non si toglie mai<br />
«Non possiamo dormire». Lo ripete più e più volte il sostituto<br />
commissario Monica Corneli. È lei, una bionda sulla quaranti-<br />
L’Umbria<br />
na, a coor<strong>di</strong>nare i cinquanta agenti delle volanti che pattugliano Perugia.<br />
Profon<strong>di</strong> occhi azzurri che tra<strong>di</strong>scono l’esperienza <strong>di</strong> una abituata a scrutare<br />
a fondo chi le capita davanti e un filo <strong>di</strong> rossetto rosa per <strong>di</strong>mostrare che<br />
non occorre rinunciare alla femminilità anche se si indossa la <strong>di</strong>visa. Una <strong>di</strong>visa<br />
cucita addosso a tutti i poliziotti della Questura <strong>di</strong> Perugia: per loro <strong>di</strong>re che<br />
non si smette <strong>di</strong> essere al servizio della sicurezza quando finisce il turno giornaliero<br />
non è uno slogan, è la vita. L’hanno scelta in molti e in molte – a Perugia<br />
il 20% dei poliziotti è donna. Cercano <strong>di</strong> dare il meglio, le donne senza fare<br />
a gara con gli uomini, gli uomini scansando la conflittualità in favore della complementarietà.<br />
«Quando si esce non si mai che cosa possa accadere – fa notare<br />
il sostituto commissario Corneli, oggi al coor<strong>di</strong>namento, ma con alle spalle<br />
anni <strong>di</strong> pattugliamento su strada ogni poliziotto sa <strong>di</strong> non potersi nascondere o<br />
tirare in<strong>di</strong>etro neppure <strong>di</strong> fronte alle situazioni più <strong>di</strong>fficili. Per questo <strong>di</strong>co che<br />
a muovere un poliziotto non sono certo i sol<strong>di</strong>, ma de<strong>di</strong>zione, coraggio e tanta<br />
generosità».<br />
Nel gruppo coor<strong>di</strong>nato dalla Corneli, gli agenti sono sud<strong>di</strong>visi in squadre<br />
da due o tre persone, <strong>di</strong> solito sempre le stesse per favorire un maggiore affiatamento<br />
e perché, <strong>di</strong>cono, «non ci si può mai girare le spalle in questo la-<br />
voro». L’orario <strong>di</strong> impiego varia: cinque i turni, da sei ore<br />
giornaliere, che a rotazione tutti i poliziotti devono coprire<br />
nell’arco della settimana. Il più massacrante: quello<br />
dall’una <strong>di</strong> notte alle sette del mattino. Alla testa delle<br />
pattuglie <strong>di</strong> agenti in servizio c’è sempre un ufficiale <strong>di</strong><br />
polizia giu<strong>di</strong>ziaria, come Riccardo Ottaviani, abituato a<br />
intervenire nei casi più delicati, ad esempio quando c’è<br />
un arresto. L’abbiamo incontrato al termine <strong>di</strong> una giornata<br />
tutto sommato tranquilla: la sua pattuglia è stata impegnata<br />
per gran parte del tempo con il ricovero obbligatorio<br />
<strong>di</strong> un ragazzo schizofrenico. «Non tutte le gior-<br />
DALL’ALTO: LA QUESTURA DI PERUGIA; LE COORDINATRICI DELLE VOLANTI: IL<br />
SOSTITUTO COMMISSARIO MONICA CORNELI (A SINISTRA) EL’ISPETTORE CAPO<br />
AMABILIA BOCCIOLINI (A DESTRA); IL TELEFONO A CUI ARRIVANO LE SEGNALAZIONI<br />
PER IL 113; I MONITOR DELLA CENTRALE OPERATIVA TELECOMUNICAZIONI DELLA<br />
QUESTURA; L’ASSISTENTE CAPO GIANNI VAGNETTI RISPONDE A UNA CHIAMATA.<br />
NELLA FOTO GRANDE: L’ASSISTENTE CAPO MAURO BONCI AL LAVORO NELLA COT.<br />
nate però sono così» scherza Ottaviani, che <strong>di</strong>ce <strong>di</strong> aver visto davvero <strong>di</strong> tutto.<br />
Lui e tutti gli altri poliziotti cominciano sempre il turno dotando <strong>di</strong> tutto<br />
l’equipaggiamento l’auto con cui usciranno in pattuglia: giubbotti antiproiettile,<br />
caschi u-boat, sfollagente, palette, faro lodolux, cassetta del pronto<br />
soccorso ed M-12, un mitra a raffica imbracciato durante i controlli con posto<br />
<strong>di</strong> blocco. La Beretta calibro 9 “parabellum” in dotazione a ciascun agente<br />
è invece personale: ogni poliziotto è responsabile della propria arma e dunque<br />
è tenuto a portarla con sé anche fuori servizio. «Dovremmo girare dappertutto<br />
con la fon<strong>di</strong>na – spiega Ottaviani – perché noi siamo per prima cosa<br />
poliziotti e lo siamo anche al termine del turno <strong>di</strong> lavoro». Poche le deroghe:<br />
un regolamento rigido imporrebbe <strong>di</strong> lasciare l’arma solo con caricatore<br />
e molla smontati e nascosti in posti <strong>di</strong>versi. L’ufficiale Ottaviani è stato addestrato<br />
anche alla <strong>di</strong>fesa da agenti chimici, batteriologici e nucleari, ma lascia<br />
intendere che corsi <strong>di</strong> aggiornamento all’avanguar<strong>di</strong>a da soli non possono<br />
bastare a compensare il datato materiale in dotazione alle forze <strong>di</strong> polizia.<br />
«Siamo costretti a muoverci su vetture che hanno migliaia <strong>di</strong> chilometri<br />
all’attivo. Non si sa mai che cosa si incontra quando si esce per strada,<br />
ma noi lo facciamo perché il nostro scopo è aiutare la gente».<br />
Parole che pesano, specialmente in anni in cui l’affezione dei citta<strong>di</strong>ni alla<br />
Polizia è venuta meno. Una sfiducia che i poliziotti avvertono molto, per-<br />
ché a volte neppure più la <strong>di</strong>visa è considerata una qualifica<br />
sufficiente a giustificare certi interventi. Negli ultimi<br />
tempi le cronache me<strong>di</strong>atiche registrano casi in cui<br />
l’operato <strong>di</strong> poliziotti-sceriffi vanifica il lavoro, fondamentale<br />
eppure anonimo, <strong>di</strong> chi al rischio <strong>di</strong> un lavoro<br />
pericoloso aggiunge quello <strong>di</strong> <strong>di</strong>ventare bersaglio più<br />
che eroe. Quella <strong>di</strong>visa e quello Stato sempre meno<br />
amati dalla gente, ma invocati a gran voce dai citta<strong>di</strong>ni,<br />
specialmente in questi mesi, specialmente a Perugia,<br />
ex isola felice che sembra aver lasciato spazio, nell’immaginario<br />
collettivo, a un covo <strong>di</strong> criminali.<br />
GIUBBOTTO ANTIPROIETTILE:<br />
LE VOLANTI NON ESCONO MAI SENZA<br />
U-BOAT: IL CASCO PER L’ORDINE<br />
PUBBLICO DELL’ANTISOMMOSSA<br />
La Questura <strong>di</strong> Perugia comprende:<br />
- Polizia Amministrativa<br />
- Polizia Stradale<br />
- Polizia <strong>di</strong> Frontiera e Aeroportuale<br />
- Polizia Postale e delle Telecomunicazioni<br />
- Polizia Ferroviaria<br />
A Spoleto si svolgono i corsi per l’uso delle<br />
armi e le giornate <strong>di</strong> esercitazione al tiro.<br />
L’unità cinofila arriva da Ancona.
FEBBRAIO 2008<br />
Ondata <strong>di</strong> arresti a febbraio in tutta la regione. E il questore: «L’impegno è sempre più forte per bloccare i canali <strong>di</strong> approvvigionamento»<br />
Asse<strong>di</strong>o all’outlet della droga<br />
Dalle manette allo spacciatore alle varie fasi delle analisi chimiche <strong>di</strong> laboratorio, ecco il percorso che seguono le sostanze sequestrate<br />
FERMI E SEQUESTRI NEL 2007: I NUMERI DELLA QUESTURA<br />
20% marijuana 7% eroina 33% cocaina<br />
40% Hashish<br />
«La polizia<br />
è costantemente impegnata<br />
per bloccare i canali <strong>di</strong> approvvigio-<br />
namento della droga. Le ultime ope-<br />
razioni hanno portato a sequestri consistenti <strong>di</strong><br />
stupefacenti. E l’impegno della squadra mobile<br />
è sempre più forte». Con queste parole il questore<br />
<strong>di</strong> Perugia, Arturo De Felice, ha salutato<br />
l’ennesima operazione antidroga condotta in<br />
città dalle forze dell’or<strong>di</strong>ne. Febbraio è stato<br />
un mese caldo per la lotta allo spaccio, polizia<br />
e carabinieri hanno eseguito oltre 30 fermi tra<br />
Perugia e Terni.<br />
Il gabinetto provinciale della polizia scientifica è<br />
formato da poche piccole stanze al piano terra<br />
della questura. È qui che passano tutti gli spacciatori<br />
fermati dagli agenti della mobile. «Quando<br />
arrivano – spiega l’ispettore capo, Clau<strong>di</strong>o<br />
Cantagalli, responsabile della<br />
struttura – i sospetti vengono<br />
sottoposti al fotosegnalamento,<br />
gli vengono prese le<br />
impronte <strong>di</strong>gitali e in circa 15<br />
minuti si riesce a risalire alla<br />
loro identità». A questo punto<br />
entrano in gioco le analisi <strong>di</strong><br />
laboratorio. Al momento dell’arresto,<br />
infatti, la sostanza<br />
deve essere stu<strong>di</strong>ata per controllare<br />
che si tratti effettivamente<br />
<strong>di</strong> droga e <strong>di</strong> che tipo. «Il confezionamento<br />
– prosegue Cantagalli - è già un buon in<strong>di</strong>catore.<br />
L’eroina ad esempio viene chiusa in grosse buste e<br />
poi termosaldata, mentre la cocaina in genere è più<br />
pressata. Le due sostanze oggi si confondono facilmente<br />
e il colore non è più sufficiente per giungere<br />
a conclusioni definitive».<br />
All’interno del gabinetto lavorano otto persone<br />
che in meno <strong>di</strong> <strong>di</strong>eci minuti riescono ad identificare<br />
con precisione la sostanza. Una scrivania, una<br />
bilancia <strong>di</strong> precisione e una cappa per utilizzare i<br />
reagenti: è tutta qui l’attrezzatura che hanno a<br />
<strong>di</strong>sposizione. Il loro compito, infatti, è svolgere<br />
analisi puramente qualitative: non stu<strong>di</strong>ano la<br />
quantità <strong>di</strong> principio attivo né le componenti chimiche<br />
delle sostanze.<br />
Una volta stabilito che si tratta <strong>di</strong> droga il fermato<br />
viene indagato o arrestato per detenzione a fini <strong>di</strong><br />
spaccio e la sostanza viene inviata al più attrezzato<br />
laboratorio <strong>di</strong> Tossicologia Forense, <strong>di</strong>retto dal professor<br />
Mauro Bacci, per le analisi quantitative.<br />
Paola Melai, ricercatrice del’Istituto <strong>di</strong> me<strong>di</strong>cina legale, stu<strong>di</strong>a come cambiano gli stupefacenti a Perugia<br />
La lotta allo spaccio con il microscopio<br />
Ha passato gli anni ’80 devastati dall’eroina,<br />
l’arrivo dell’ecstasy, e il boom della cocaina.<br />
Nel suo laboratorio all’Istituto <strong>di</strong> me<strong>di</strong>cina<br />
legale <strong>di</strong> Perugia, Paola Melai, ha visto cambiare profondamente<br />
il mercato della droga locale. E analisi<br />
dopo analisi si è resa conto che non è molto <strong>di</strong>verso<br />
da quello <strong>di</strong> qualsiasi altro prodotto. Lo spacciatore<br />
è un impren<strong>di</strong>tore che cerca <strong>di</strong> massimizzare il profitto<br />
attraverso moderne strategie <strong>di</strong> marketing, il<br />
consumatore, cioè il tossico<strong>di</strong>pendente, è solo un<br />
cliente costretto ad adeguarsi a questo sistema e<br />
compra quello che trova.<br />
«Analizzo eroina dal 1989 – spiega la Melai - e ho<br />
notato un andamento particolare: pare che ci siano<br />
manovre economiche, uno stu<strong>di</strong>o finalizzato ad in<strong>di</strong>rizzare<br />
i consumi della clientela attraverso la purezza<br />
della sostanza. La sua composizione, nel corso <strong>degli</strong><br />
ultimi vent’anni, è variata in maniera ondulatoria con<br />
picchi <strong>di</strong> qualità estrema ai quali sono seguiti perio<strong>di</strong><br />
in cui la droga veniva tagliata in maniera massiccia».<br />
La droga raggiunge l’Italia al massimo della purezza,<br />
poiché in questo modo occupa meno spazio. Sono<br />
poi gli spacciatori ad aumentarne il volume utilizzando<br />
altre sostanze, generalmente lidocaina, che non<br />
cambia l’effetto della droga, o adulteranti come la<br />
caffeina, che nascondono la scarsa qualità dell’eroina.<br />
È proprio sul taglio, secondo la dottoressa, che si<br />
incentra la strategia <strong>di</strong> marketing <strong>degli</strong> impren<strong>di</strong>tori<br />
della droga. «Nei perio<strong>di</strong> <strong>di</strong> massima purezza i consumatori<br />
si abituano ad assumere un’alta quantità <strong>di</strong><br />
120 persone denunciate e in stato d’arresto<br />
41 persone denunciate e in stato <strong>di</strong> libertà<br />
30 kg <strong>di</strong> droga ritirati<br />
Sostanze poste sotto sequestro:<br />
- 1.574,564 grammi <strong>di</strong> eroina<br />
- 15.238,11 grammi <strong>di</strong> hashish<br />
- 5.061,89 grammi <strong>di</strong> marijuana<br />
- 8.772,98 grammi <strong>di</strong> cocaina<br />
UN LABORATORIO DI ANALISI PER LE DROGHE<br />
principio attivo. Dopo un po’ gli spacciatori abbassano<br />
gradualmente la purezza dell’eroina. Il tossico<strong>di</strong>pendente,<br />
<strong>di</strong> conseguenza, è costretto ad acquistare<br />
un maggior numero <strong>di</strong> dosi per ottenere gli stessi<br />
effetti <strong>di</strong> prima».<br />
In questo modo il mercato per un po’ <strong>di</strong> tempo<br />
<strong>di</strong>venta più red<strong>di</strong>tizio. Alla lunga, però, il fisico dei<br />
tossico<strong>di</strong>pendenti si adatta ad una dose più leggera e<br />
il profitto comincia a calare. Ecco spiegato<br />
l’andamento ondulatorio, perché è proprio ora che la<br />
purezza della droga torna ad aumentare. «È un problema<br />
<strong>di</strong> mercato: per uno che muore – continua la<br />
Melai – cento si riabituano ad una cosa più potente<br />
ed è proprio in questa fase che si registra il maggiore<br />
numero <strong>di</strong> overdose mortali e non».<br />
CRONACA<br />
Ma oggi non è possibile parlare soltanto <strong>di</strong> eroina.<br />
Il modo in cui la cocaina, da sostanza d’elite, si è trasformato<br />
in un prodotto accessibile a tutti, è il frutto<br />
<strong>di</strong> un’altra strategia <strong>di</strong> marketing <strong>di</strong> chi gestisce il<br />
mercato della droga. Fino al 1997 il tossico<strong>di</strong>pendente<br />
non voleva comprare cocaina perché era troppo<br />
costosa e meno potente, preferiva la “brown<br />
sugar”, l’eroina marrone estratta dall’oppio. «Ad un<br />
certo punto - rivela la Melai - abbiamo cominciato a<br />
trovare polvere bianca contenente eroina: dalle analisi<br />
si è capito che si trattava <strong>di</strong> un prodotto <strong>di</strong> sintesi<br />
della morfina».<br />
Insomma, il colore e la composizione rendevano,<br />
e rendono tutt’ora, l’eroina in<strong>di</strong>stinguibile dalla normale<br />
cocaina, gli spacciatori stavano cercando <strong>di</strong><br />
cambiare il gusto dei tossico<strong>di</strong>pendenti, i loro clienti<br />
migliori. «Nei morti per overdose fino al 1998 si trovava<br />
solo eroina – continua - da quell’anno in poi ho<br />
registrato molti casi <strong>di</strong> poliassunzione, eroina e<br />
cocaina insieme, ma la causa <strong>di</strong> morte era sempre la<br />
prima. Oggi, nei decessi per overdose, la proporzione<br />
si è rovesciata». L’effetto collaterale <strong>di</strong> questo<br />
processo è stato che in questo modo tanti consumatori<br />
abituali <strong>di</strong> cocaina, non necessariamente vicini<br />
allo stereotipo del tossico<strong>di</strong>pendente, sono entrati in<br />
contatto con l’eroina senza saperlo.<br />
Seguendo l’andamento ciclico spiegato dalla dottoressa<br />
Melai, adesso l’eroina sta <strong>di</strong>ventando beige,<br />
segno che probabilmente la “brown sugar” sta tornando<br />
sul mercato.<br />
“ Combattiamo<br />
i traffici illegali<br />
con appostamenti<br />
e controlli.<br />
È la nostra prima<br />
preoccupazione<br />
”<br />
5<br />
Andare a conoscere la percentuale <strong>di</strong> principio attivo<br />
presente nella droga sequestrata è infatti fondamentale<br />
per l’esito processuale dell’indagato.<br />
Paradossalmente, più la droga è impura, più leggera<br />
sarà la pena per lo spacciatore, che ha quin<strong>di</strong> tutto<br />
l’interesse a vendere sostanze <strong>di</strong> scarsa qualità.<br />
Questo tipo <strong>di</strong> analisi è ancora più importante<br />
quando ci si trova <strong>di</strong> fronte a ecstasy e pasticche. In<br />
questo caso il mercato è in continua evoluzione:<br />
basta infatti mo<strong>di</strong>ficare leggermente la struttura<br />
molecolare della sostanza per escludere la sostanza<br />
stupefacente dalla tabella delle droghe, classificate<br />
in base alla loro composizione. L’aggiornamento <strong>di</strong><br />
queste tabelle è purtroppo più lento della velocità<br />
con cui chimici improvvisati al servizio del narcotraffico<br />
inventano nuove ricette per lo sballo. Dalle<br />
indagini <strong>di</strong> laboratorio emerge anche un’altra tendenza<br />
preoccupante. Sempre<br />
più spesso si mischiano le<br />
anfetamine, le sostanze psicostimolanti<br />
che consentono <strong>di</strong><br />
ballare per ore ed ore senza<br />
sentire la stanchezza, con la<br />
mescalina, che è invece una<br />
sostanza allucinogena. A<br />
seconda che prevalgano le<br />
prime o la seconda le pasticche<br />
hanno quin<strong>di</strong> effetti<br />
molto <strong>di</strong>versi.<br />
Per quanto riguarda la cannabis, invece, sembra<br />
essere arrivata, anche a Perugia, l’era della marijuana<br />
transgenica con una quantità <strong>di</strong> principio attivo<br />
tre volte superiore alla me<strong>di</strong>a. Ma le ricerche in<br />
questo campo, purtroppo, hanno dato risultati solo<br />
parziali poiché mancano i fon<strong>di</strong> per andare avanti.<br />
L’obiettivo è quello <strong>di</strong> in<strong>di</strong>viduare il trattamento<br />
genetico che subiscono i semi, generalmente provenienti<br />
dal Nord Europa senza problemi <strong>di</strong> frontiere<br />
in quanto non considerati droga a tutti gli<br />
effetti.<br />
Intanto continua l’attività della polizia contro lo<br />
spaccio. Un lavoro che, spiega il questore De<br />
Felice, non è affatto semplice. «La localizzazione<br />
dei luoghi <strong>di</strong> spaccio è stata fatta grazie a numerosi<br />
appostamenti. È un lavoro che richiede tempo e<br />
uomini, ma il problema della droga è la nostra<br />
prima preoccupazione perché al momento è uno<br />
dei fenomeni più gravi della città».<br />
PAGINA A CURA DI<br />
UMBERTO MARTINI E PIERFRANCESCO PONTECORVO<br />
MARIJUANA TRANSGENICA<br />
Proveniente soprattutto<br />
dal Nord Europa<br />
è arrivata anche a<br />
Perugia. Il principio<br />
attivo è tre volte<br />
superiore alla me<strong>di</strong>a.<br />
Resta da capire se ciò<br />
<strong>di</strong>penda da un particolare<br />
tipo <strong>di</strong> innesto<br />
o se si tratti <strong>di</strong> semi geneticamente mo<strong>di</strong>ficati.<br />
ECSTASY E ALLUCINOGENI<br />
Le anfetamine con i<br />
loro effetto psicostimolante<br />
ormai sono<br />
sempre più spesso<br />
mischiate con la<br />
mescalina, che invece<br />
è una sostanza allucinogena.<br />
La prevalenza<br />
dell’una o dell’altra<br />
sostanza cambia gli effetti della nuova ecstasy.<br />
ADDIO ALLA BROWN SUGAR<br />
La brown sugar, la<br />
polvere dal colore<br />
marroncino estratta<br />
dall’oppio, non c’è<br />
quasi più. Oggi<br />
l’eroina è quasi sempre<br />
bianca, prodotta<br />
sinteticamente dalla<br />
morfina e può essere<br />
facilmente confusa con la cocaina.
SPECIALE<br />
Il parroco <strong>di</strong> Brufa racconta mezzo secolo <strong>di</strong> cambiamenti<br />
Don Amerigo, 42 anni <strong>di</strong> messe<br />
«Il credo rinasce nel <strong>di</strong>alogo»<br />
Il 23 marzo Don Amerigo Federici accenderà<br />
per i parrocchiani <strong>di</strong> Brufa le candele <strong>di</strong><br />
Pasqua nella chiesa <strong>di</strong> Sant’Ermete. Non solo,<br />
lo stesso giorno spegnerà le candeline del suo<br />
compleanno. Ottanta anni <strong>di</strong> cui quarantadue<br />
spesi ininterrottamente al servizio della piccola<br />
comunità della frazione <strong>di</strong> Torgiano. Poco più <strong>di</strong><br />
seicento abitanti dei<br />
quali <strong>di</strong>ce: «Non li<br />
cambierei con nient’altro».<br />
Don Amerigo, che<br />
dopo decenni passati<br />
nello stesso posto può<br />
vantarsi <strong>di</strong> aver portato<br />
gran parte dei fedeli<br />
dal battesimo all’altare,<br />
ci racconta come<br />
ha visto cambiare la<br />
Pasqua dal tempo dei<br />
riti con<strong>di</strong>visi a quello<br />
delle messe prese giusto<br />
in tempo per la<br />
bene<strong>di</strong>zione.<br />
«C’è una sproporzione<br />
– osserva – tra la<br />
quantità <strong>di</strong> gente che<br />
viene in chiesa ogni<br />
domenica e quella che<br />
si presenta solo il gior-<br />
su cui oggi si affacciano file <strong>di</strong> portoni in legno e,<br />
accanto ad essi, campanelli con impressi cognomi <strong>di</strong><br />
origine lontana. Tunisini, marocchini e albanesi<br />
sono arrivati a decine negli ultimi venti anni e oggi<br />
sono parte integrante della vita del borgo, con la<br />
loro cultura e i loro costumi. È stato inevitabile, per<br />
Don Amerigo, fare i conti anche con religioni <strong>di</strong>verse<br />
dalla sua: «Il confronto<br />
con l’Islam, per<br />
fortuna, ci è servito a<br />
riscoprire il credo cristiano.<br />
È innegabile<br />
che esista curiosità<br />
verso il messaggio <strong>di</strong><br />
Maometto, ma quando<br />
un parrocchiano<br />
oggi la manifesta<br />
posso invitarlo, più <strong>di</strong><br />
quanto non succedesse<br />
prima, a de<strong>di</strong>carsi<br />
con pari interesse alla<br />
Bibbia, prima <strong>di</strong> mettersi<br />
in <strong>di</strong>scussione.<br />
Specialmente a<br />
Pasqua. Anche i<br />
musulmani sono aperti<br />
nei nostri confronti.<br />
Qualcuno si converte,<br />
altri mi chiedono <strong>di</strong><br />
bene<strong>di</strong>rgli la casa in<br />
PASQUA<br />
no <strong>di</strong> Pasqua. Una<br />
volta non era così. C’è<br />
LA CHIESA DI SANT’ERMINIO È LA PARROCCHIA DI DON AMERIGO questo periodo. Come<br />
la famiglia Miti, cri-<br />
Luci spente, fiaccole, volti incappucciati<br />
e antichi canti tramandati<br />
nei secoli. Durante la Setti-<br />
molta ipocrisia nel ritenere che il tempo de<strong>di</strong>cato stiano lui e musulmana lei, ma molto rispettosi tra mana Santa, le città e i borghi dell’Um-<br />
alle celebrazioni nel periodo or<strong>di</strong>na-<br />
loro e con gli altri. È il nostro attegbria riscoprono atmosfere me<strong>di</strong>oevali e<br />
rio sia perso. E pensare che tra i <strong>di</strong>eci<br />
giamento che va rivisto. L’Italia si <strong>di</strong>ce si trasformano in un palcoscenico natu-<br />
comandamenti c’è anche “Ricordati<br />
cattolica, ma vieta i crocifissi nelle rale per rievocazioni e processioni de<strong>di</strong>-<br />
<strong>di</strong> santificare le feste” ed è il terzo».<br />
scuole mentre stu<strong>di</strong>a Allah. Non è cate alla Passione e alla Resurrezione <strong>di</strong><br />
Questione <strong>di</strong> <strong>di</strong>sgregazione dei<br />
giusto».<br />
Cristo. Da Gubbio a Cascia, da Assisi a<br />
valori, ma anche <strong>di</strong> un nuovo modo<br />
Malgrado le evoluzioni, il parroco Bevagna, interi paesi si mobilitano per<br />
<strong>di</strong> intendere la preghiera: «I credenti<br />
<strong>di</strong> Brufa ha già pronto il calendario celebrare riti liturgici che affondano le<br />
sono <strong>di</strong>minuiti, è vero, ma la fuga dai<br />
<strong>degli</strong> appuntamenti: bene<strong>di</strong>zione delle ra<strong>di</strong>ci nella cultura popolare.. «Ancora<br />
luoghi <strong>di</strong> culto <strong>di</strong>pende anche dall’at-<br />
case e della colazione <strong>di</strong> Pasqua, anco- oggi vedo anziani commuoversi quanteggiamento<br />
dei giovani. Essi vivono<br />
ra a base <strong>di</strong> uova e torta al formaggio; do vengono intonati i canti durante le<br />
la fede molto più intimamente men-<br />
esposizione del Santissimo per le qua- processioni del Venerdì Santo», raccontre,<br />
per gli anziani, le manifestazioni<br />
ranta ore <strong>di</strong> preghiera della Settimana ta Luigi Gambacurta, stu<strong>di</strong>oso <strong>di</strong> trazio-<br />
comunitarie legate alla liturgia continuano a conser- Santa e così via. «Con l’età e gli acciacchi è un impeni popolari e autore del libro E la Passiovare<br />
un valore unico. Vai a <strong>di</strong>re a un vecchio che gno sempre più faticoso», commenta Don Federici. ne de Cristo.<br />
quest’anno la processione del Venerdì Santo non si «Una volta il sacerdote aveva il cappellano e le suore. In Umbria, terra <strong>di</strong> profonda spiritua-<br />
fa!».<br />
Ecco il vero problema, adesso non c’è più ricambio lità, «è stata soprattutto la cultura con-<br />
E infatti la processione ci sarà e, come da tra<strong>di</strong>- tra i preti e siamo troppo, troppo anziani». ta<strong>di</strong>na a tramandare i canti e gli aspetti VENERDÌ SANTO, UN MOMENTO DELLA RAPPRESENTAZIONE DELLA VIA CRUCIS. SOPRA, IMMAG<br />
zione, attraverserà le principali vie <strong>di</strong> Brufa. Quelle<br />
CRISTINA CLEMENTI più teatrali delle celebrazioni pasquali», continua Gam- messa della veglia pasquale, la statua lignea settecentebacurta.<br />
Gli appuntamenti in regione sono decine. Ma sca del Cristo Risorto irrompe improvvisamente nella<br />
Le uova prima e dopo il regime<br />
Llambi è cristiano cattolico mentre Negi, sua Costituzione del 1976. «Per noi – spiega Llambi Mi-<br />
moglie, è musulmana. Dei due, sarà lei ad anti – persino andare alla messa oggi è un privilegio.<br />
dare alla messa <strong>di</strong> Pasqua celebrata dal parro- Prima dell’instaurazione della repubblica parlamen-<br />
quali sono le manifestazioni più suggestive?<br />
“<br />
Cominciamo il nostro breve viaggio da Bevagna, do- Canti e riti<br />
ve dal XVI secolo si celebra la Processione del Cristo sono stati<br />
Morto. I personaggi della Passione, interpretati dagli abitanti<br />
del paese, sfilano per le strade seguiti dai confratel- tramandati<br />
li della Misericor<strong>di</strong>a, che indossano mantelli e cappucci, soprattutto<br />
chiesa <strong>di</strong> San Bartolomeo.<br />
Mentre gli uomini<br />
della Confraternita<br />
corrono verso<br />
l’e<strong>di</strong>ficio portando la<br />
statua sulle spalle,<br />
co Don Amerigo Federici, come succede<br />
ogni anno da quando sono arrivati<br />
a Brufa dall’Albania. I loro figli, <strong>di</strong><br />
15 e 17 anni, hanno ricevuto i sacratare,<br />
nella nostra città <strong>di</strong> origine non<br />
esistevano chiese e pure celebrare i<br />
matrimoni era un’impresa. Per non<br />
parlare del pranzo <strong>di</strong> Pasqua. A cau-<br />
e da un corteo <strong>di</strong> fedeli, con fiaccole e candele. Durante<br />
la processione vengono intonati i canti tra<strong>di</strong>zionali.<br />
La Resurrezione <strong>di</strong> Cristo a Montefalco. La notte del<br />
Sabato Santo, al momento del Gloria, durante la santa<br />
dai conta<strong>di</strong>ni<br />
”<br />
vengono spalancati,<br />
con perfetto sincronismo,<br />
i battenti della grande porta. Il suono dell'organo<br />
e le note della banda accompagnano la celebrazione.<br />
menti anche per volontà <strong>di</strong> Negi, che<br />
sa del razionamento alimentare si<br />
il giorno del Sabato Santo preparerà le<br />
formavano lunghe file ai negozi e il<br />
uova colorate tipiche del loro Paese.<br />
comunismo impe<strong>di</strong>va che si notasse-<br />
Il marito ci racconta come fa:<br />
ro <strong>di</strong>sparità tra le persone. Così - rac-<br />
«Prende le uova, ne ricopre il guscio<br />
conta Miti - nemmeno chi aveva i<br />
usando dei quadrifogli portafortuna e<br />
sol<strong>di</strong> poteva comprare <strong>di</strong>eci chili <strong>di</strong><br />
le avvolge con un collant per farli ade-<br />
arance, se gli altri riuscivano a comrire.<br />
Poi le immerge in acqua bollente<br />
tinta <strong>di</strong> rosso e, quando le tira fuori, la<br />
LLAMBI MITI<br />
prarne uno solo, perché uscendo dallo<br />
spaccio la gente avrebbe potuto<br />
forma dei quadrifogli rimane impressa sul guscio. Ci accorgersi delle <strong>di</strong>fferenze e scatenare <strong>di</strong>sor<strong>di</strong>ni. In<br />
servono per fare la “prova della forza”. Ognuno tie- realtà c’era sempre qualcuno che la faceva franca e<br />
ne in mano un uovo e picchia la punta contro quel- allora, quando riuscivi a mangiare l’agnello, ti sentilo<br />
dell’avversario fino a romperlo». Anche da noi esivi un privilegiato».<br />
ste un intrattenimento simile, la tocciata, ma per i Salutiamo Llambi poco prima che la moglie tor-<br />
Miti giocare in Italia ha tutto un altro<br />
ni dal lavoro, tra l’altro con un certo<br />
valore. «Finalmente non dobbiamo<br />
anticipo rispetto al solito, dovuto alla<br />
preoccuparci <strong>di</strong> fare sparire i gusci<br />
visita del parroco per la bene<strong>di</strong>zione<br />
rotti. Sotto il regime <strong>di</strong> Enver Hoxha,<br />
della casa. Tutto è in or<strong>di</strong>ne: i pizzi sul-<br />
li tenevamo nascosti per giorni prima<br />
la credenza e i girasoli sul tavolo, insie-<br />
<strong>di</strong> sbarazzarcene, perché se ti beccame<br />
alla bustina delle offerte. Resta da<br />
vano a festeggiare la Pasqua rischiavi<br />
capire perché Negi abbia un rapporto<br />
da cinque a <strong>di</strong>eci anni <strong>di</strong> galera per<br />
così sereno con i cattolici e la loro fe-<br />
propaganda contro lo Stato».<br />
de. Llambi fuga i dubbi: «Da noi si <strong>di</strong>-<br />
L’Albania sotto Hoxha è stata un Paese ateo per ce che è sempre bene parlare la lingua del posto in<br />
legge, dopo che il <strong>di</strong>ttatore ha introdotto nel 1967 cui vai. Rispettiamo tantissimo questa comunità e<br />
Tre fotografie che raccontano il passato della Pasqua umbra<br />
una norma che proibiva l’associazione religiosa e la i brufani ci vogliono abbastanza bene da non far-<br />
Il Giovedì Santo la statua raffigurante il corpo del Cristo v<br />
presenza <strong>di</strong> luoghi <strong>di</strong> culto. Le <strong>di</strong>sposizioni, rivolte<br />
a qualsiasi credo, sono state confermate anche dalla<br />
ci invi<strong>di</strong>are gli albanesi emigrati in America».<br />
C. C.<br />
centro una rarissima immagine, risalente al 1943, della Pro<br />
la prima volta, il corteo religioso si svolse in pieno giorno,<br />
A destra, un’altra fotografia <strong>di</strong> Cascia ritrae la folla che atte<br />
“ Il confronto<br />
con l’Islam,<br />
per fortuna,<br />
è servito<br />
a riscoprire<br />
la parola<br />
<strong>di</strong> Dio<br />
”<br />
“ Chi<br />
festeggiava<br />
in Albania<br />
rischiava<br />
fino a<br />
<strong>di</strong>eci anni<br />
”<br />
C’era una
La Settimana Santa in Umbria:<br />
viaggio nelle tra<strong>di</strong>zioni sacre<br />
tra suggestione, fede e folklore<br />
INI DELLE CELEBRAZIONI PASQUALI DI GUBBIO, GUALDO TADINO E CASCIA<br />
Il Rito del Miserere <strong>di</strong> Gubbio, risalente al XIII secolo,<br />
prende il nome<br />
“<br />
dall’antichissimo Gubbio, Assisi,<br />
canto penitenziale Bevagna, Cascia.<br />
recitato durante la<br />
In tutta la regione<br />
processione. Per le<br />
strade della città, illu- cerimonie<br />
minate dalla luce del- e rievocazioni<br />
le torce, sfilano i me<strong>di</strong>oevali<br />
”<br />
membri della Confraternita<br />
<strong>di</strong> Santa Croce, portando le statue del Cristo<br />
Morto e della Madonna Addolorata. È tra<strong>di</strong>zione accen-<br />
volta ...<br />
. A sinistra, il trecentesco rito della Scavigliazione <strong>di</strong> Assisi.<br />
iene deposta dalla Croce, in ricordo <strong>di</strong> un’antica lauda. Al<br />
cessione del Cristo Morto <strong>di</strong> Cascia. In quell’occasione, per<br />
a causa del coprifuoco imposto durante la guerra.<br />
nde l’uscita dei penitenzieri dalla collegiata <strong>di</strong> Santa Maria.<br />
dere gran<strong>di</strong> falò lungo il percorso,<br />
a simbolo <strong>di</strong> purificazione e redenzione.<br />
Il Giovedì Santo, nella cattedrale<br />
<strong>di</strong> san Rufino ad Assisi, si tiene<br />
la cerimonia della deposizione del<br />
crocefisso, la Scavigliazione. Il Venerdì<br />
Santo una Processione accompagna<br />
la statua del Cristo<br />
Morto dalla cattedrale alla basilica<br />
<strong>di</strong> San Francesco. In serata, il corteo<br />
ritorna in<strong>di</strong>etro lungo un percorso<br />
segnato dalle luci delle fiaccole.<br />
Di grande effetto e antichissima<br />
tra<strong>di</strong>zione, la Processione del Cristo<br />
Morto <strong>di</strong> Cascia. Organizzata<br />
dalla Confraternita della Buona<br />
Morte, è caratterizzata dalla presenza<br />
dei penitenzieri, uomini e<br />
donne incappucciati che compiono<br />
il percorso portando una pesante croce sulle spalle<br />
e lunghe catene ai pie<strong>di</strong>. Nel Me<strong>di</strong>oevo, in segno <strong>di</strong> penitenza,<br />
i partecipanti erano soliti flagellarsi.<br />
Credenti e turisti arrivano ogni anno in Umbria per<br />
assistere alle celebrazioni pasquali, tra<strong>di</strong>zioni antiche<br />
tramandate <strong>di</strong> generazione in generazione. Ma quanto<br />
ancora resisteranno all’assalto della modernità? «Dipenderà<br />
da quanto gli anziani riusciranno a coinvolgere i<br />
giovani., oggi poco interessati a questo genere <strong>di</strong> eventi»,<br />
conclude con un pizzico <strong>di</strong> malinconia Luigi Gambacurta.<br />
FRANZ GIORDANO E CAMILLA MANCONI<br />
A Cascia la Processione che ricorda il sacrificio <strong>di</strong> Gesù<br />
Croci e catene ai pie<strong>di</strong><br />
per rivivere la Passione<br />
Ipenitenzieri portano<br />
croci in spalla e catene<br />
ai pie<strong>di</strong> scalzi, indossano<br />
tuniche nere e<br />
cappucci per mantenere<br />
l’anonimato.<br />
Al loro fianco hanno<br />
persone con in mano fiaccole<br />
che ne illuminano il<br />
cammino e li sostengono<br />
nel faticoso percorso <strong>di</strong><br />
redenzione. La sera del<br />
Venerdì Santo a Cascia si<br />
vive un’atmosfera che rievoca<br />
tempi remoti. È la<br />
processione del Cristo<br />
Morto che, da circa sette<br />
secoli, si svolge nella città<br />
che <strong>di</strong>ede i natali a Santa<br />
Rita.<br />
Squilla <strong>di</strong> continuo il telefono<br />
<strong>di</strong> Mario Bruni,<br />
priore della Confraternita<br />
della Buona Morte, che<br />
organizza la Via Crucis e<br />
unico a conoscere<br />
l’identità <strong>degli</strong> incappucciati:<br />
«A un mese dalla<br />
processione già ricevo<br />
chiamate dalle Marche,<br />
dalla Toscana, dalla Puglia<br />
<strong>di</strong> gente che vuole prenotare le croci. Noi della Confraternita<br />
ne abbiamo a <strong>di</strong>sposizione novantasei e le<br />
assegniamo in base all’or<strong>di</strong>ne delle ri-<br />
chieste che ci arrivano. Chi non riesce<br />
ad accaparrarsi la croce si cinge<br />
il collo con catene. Si tratta <strong>di</strong> un atto<br />
<strong>di</strong> fede, <strong>di</strong> una scelta libera <strong>di</strong> ogni<br />
singolo partecipante».<br />
I penitenzieri sono gli ere<strong>di</strong> dei flagellanti.<br />
Uomini e donne che, coperti<br />
dall’anonimato, si impongono una<br />
sofferenza fisica per chiedere il perdono<br />
dei peccati oppure una grazia.<br />
Alla fine del 1200 i battenti si denudavano<br />
fino alla cintola e con una frusta si percuotevano<br />
a sangue. Oggi l’autoflagellazione a Cascia non<br />
è più praticata: «Ritengo eccessivo il ferirsi fino a sanguinare.<br />
Le celebrazioni del Venerdì Santo che ancora<br />
oggi hanno luogo in Calabria e in Campania sono<br />
estreme e non le con<strong>di</strong>vido» sottolinea Bruni.<br />
UN PENITENZIERE COMPIE IL PERCORSO PER LE STRADE DEL PAESE<br />
“ Per partecipare<br />
alla Via Crucis<br />
arrivano richieste<br />
anche da<br />
altre regioni come<br />
Marche, Puglia<br />
e Toscana<br />
”<br />
SPECIALE<br />
La notte della Passione<br />
<strong>di</strong> Cascia coinvolge<br />
l’intera citta<strong>di</strong>nanza. Il<br />
priore, vestito <strong>di</strong> bianco<br />
e rosso, impugna un bastone<br />
e apre la processione<br />
seguito dagli altri<br />
venticinque membri<br />
della Confraternita, tutti<br />
uomini. Gli iscritti alla<br />
Confraternita sono<br />
laici. Nessuno <strong>di</strong> loro fa<br />
parte del clero locale.<br />
Alle loro spalle sono<br />
circa ottocento i figuranti<br />
in costume che<br />
rievocano gli ultimi<br />
giorni <strong>di</strong> vita <strong>di</strong> Gesù,<br />
dall’Ultima Cena al Sepolcro.<br />
I penitenzieri<br />
seguono gli stendar<strong>di</strong><br />
che rappresentano le<br />
do<strong>di</strong>ci stazioni della Via<br />
Crucis con in spalla<br />
croci lignee che possono<br />
arrivare a pesare anche<br />
cento chili. Il percorso<br />
è accidentato. Più<br />
<strong>di</strong> tre chilometri <strong>di</strong> salite<br />
ripide e <strong>di</strong>scese su<br />
fondo pietroso. Non ci<br />
si ferma mai neanche con la pioggia o la neve. Le<br />
spesse catene che cingono le caviglie nude, nonostante<br />
le garze applicate negli ultimi<br />
anni per alleviare il dolore, provocano<br />
sanguinanti ferite. Il buio rende<br />
ancora più suggestivo il corteo religioso.<br />
La processione del Cristo<br />
Morto si è sempre svolta <strong>di</strong> sera.<br />
Solo negli anni della II Guerra<br />
Mon<strong>di</strong>ale, a causa del coprifuoco<br />
notturno, la manifestazione religiosa<br />
si tenne <strong>di</strong> giorno. «Tutti i casciani, almeno<br />
una volta nella vita, sono stati<br />
penitenzieri – <strong>di</strong>ce l’assessore comunale<br />
alla Cultura Marco Altieri - Il bello è vedere il<br />
coinvolgimento dei giovani in un evento sacro. Dai<br />
quattor<strong>di</strong>ci anni in su possono partecipare alla processione.<br />
Si comincia tenendo la fiaccola e si finisce<br />
portando la croce».<br />
Storia della flagellazione<br />
GIUSEPPE DE CARO<br />
Perugia è la città <strong>di</strong> nascita del movimento dei flagellanti, uomini e donne<br />
che, in segno <strong>di</strong> penitenza, praticavano la mortificazione del corpo. Fu<br />
l’eremita francescano Raniero Fasani, alla metà del XIII secolo, a fondare<br />
il primo gruppo <strong>di</strong> battenti, che prese il nome <strong>di</strong> “Compagnia dei <strong>di</strong>sciplinati<br />
<strong>di</strong> Cristo”.<br />
In Italia si <strong>di</strong>ffusero gruppi <strong>di</strong> persone che giravano il paese <strong>di</strong>sciplinandosi<br />
e percuotendosi a sangue. In poco tempo, il culto dell’autoflagellazione<br />
arrivò anche in Germania, Polonia, Francia e Spagna.<br />
Jacopone da To<strong>di</strong>, tra i più celebri autori <strong>di</strong> lau<strong>di</strong> religiose della letteratura<br />
italiana, fu membro <strong>di</strong> una confraternita <strong>di</strong> flagellanti umbri.<br />
Abbandonò la carriera <strong>di</strong> notaio dopo la morte della moglie ed entrò a far<br />
parte dell’or<strong>di</strong>ne francescano <strong>degli</strong> Spirituali con il nome <strong>di</strong> Fra Jacopo.<br />
Presto <strong>di</strong>venne uno dei maggiori sostenitori della Compagnia dei flagellanti<br />
umbri e trascorse il resto della sua vita in povertà, praticando il <strong>di</strong>giuno e<br />
la mortificazione del corpo in segno <strong>di</strong> penitenza. Tra i suoi componimenti<br />
più celebri, “Il Pianto della Madonna” e lo “Stabat Mater”.<br />
La <strong>di</strong>ffusione del culto dell’autoflagellazione preoccupò presto la Chiesa <strong>di</strong><br />
Roma. Nel 1349 il Papa Clemente VI emanò una bolla con la quale <strong>di</strong>chiarava<br />
eretico il movimento dei flagellanti. La Chiesa riteneva infatti le correnti<br />
delle quali facevano parte i battenti troppo ra<strong>di</strong>cali. Anche Jacopone<br />
da To<strong>di</strong> fu scomunicato e incarcerato a causa delle sue credenze estremistiche<br />
in materia religiosa. L’esperienza della prigionia, terminata nel<br />
1303, lo segnò a tal punto da portarlo a ritirarsi in convento, dove morì<br />
tre anni dopo.<br />
Ancora oggi a Verbicaro e Nocera Terinese in Calabria e Guar<strong>di</strong>a<br />
Sanframon<strong>di</strong> nel Beneventano si tengono riti <strong>di</strong> autoflagellazione. A<br />
Verbicaro e Nocera, durante il Sabato Santo, i penitenti si percuotono le<br />
gambe con un pezzo <strong>di</strong> sughero ricoperto <strong>di</strong> schegge <strong>di</strong> vetro - il “car<strong>di</strong>ddu”<br />
- fino a farle sanguinare. A Guar<strong>di</strong>a Sanframon<strong>di</strong> “il rito dei battenti” si<br />
tiene ogni sette anni, nell’ultima decade <strong>di</strong> agosto. I partecipanti alla processione<br />
usano cilici pieni <strong>di</strong> aculei per colpirsi petto e spalle.<br />
G.D.C.
8 ECONOMIA FEBBRAIO 2008<br />
L’offerta umbra sarà meno eterogenea. Strutture che offrono wellness e cicloturismo le prime a confluire nelle Unioni <strong>di</strong> Prodotto<br />
Gli agriturismi si specializzano<br />
Il settore tiene bene nonostante la concorrenza. Stabile la richiesta da parte <strong>degli</strong> stranieri, cresce quella <strong>di</strong> famiglie e coppie italiane<br />
Il relax all’insegna<br />
della tra<strong>di</strong>zione.<br />
Quella della vacanza<br />
in agriturismo è una<br />
pratica quantomai consolidata<br />
in Umbria. Secondo<br />
le ultime rilevazioni,<br />
fornite dalla <strong>di</strong>rezione<br />
regionale agricoltura<br />
e foreste e aggiornate<br />
agli ultimi mesi del<br />
2007, sono quasi 2 mila<br />
i soggetti abilitati all’esercizio<br />
dell’attività<br />
agrituristica, su un totale<br />
<strong>di</strong> oltre 16 mila a livello<br />
nazionale. Segno che<br />
la domanda <strong>di</strong> strutture<br />
ricettive capaci <strong>di</strong> unire<br />
le risorse del territorio<br />
ad un’ospitalità in grado<br />
<strong>di</strong> fornire tutti i comfort<br />
è sostanziosa. Assisi,<br />
Orvieto, lo spoletino e<br />
l’Alta valle del Tevere le<br />
zone <strong>di</strong> maggiore concentrazione<br />
<strong>di</strong> queste tipologie<br />
<strong>di</strong> aziende.<br />
L’offerta è ampia e<br />
variegata, complice anche la conformazione naturale<br />
e paesaggistica del territorio. Secondo Barbara Papalini<br />
dell’Azienda Promozione Turistica dell’Umbria<br />
«il trend che le strutture stanno seguendo negli ultimi<br />
anni è quello della specializzazione per servizi».<br />
Si va, dunque, da quelle che offrono benessere a 360<br />
gra<strong>di</strong>, a quelle in cui sono gli sport a fare da padrone,<br />
a quelle che mirano a sod<strong>di</strong>sfare i palati più raffi-<br />
Agriturismi e aziende agricole: un binomio<br />
inscin<strong>di</strong>bile che deve tenere ben presente<br />
chi desideri avviare un’attività in questo<br />
settore. La normativa non lascia spazio a dubbi e,<br />
secondo la legge quadro 730 del 1985, la complementarietà<br />
dell’attività agrituristica rispetto a quella<br />
agricola è la con<strong>di</strong>zione <strong>di</strong> partenza più importante.<br />
Questo significa che l’agriturismo non può<br />
nascere se non c’è anche un’impresa agricola. Non<br />
è però necessario essere coltivatori <strong>di</strong>retti o impren<strong>di</strong>tori,<br />
infatti basta semplicemente condurre<br />
un’azienda agricola <strong>di</strong> proprietà o anche in affitto.<br />
Le domande <strong>di</strong> iscrizione nell’elenco regionale<br />
vanno presentate alla Comunità montana competente<br />
per territorio. Una volta ottenute le dovute autorizzazioni<br />
e superati i controlli, tra cui quello della Asl<br />
locale per il rilascio <strong>di</strong> una <strong>di</strong>chiarazione <strong>di</strong> idoneità<br />
Un’etichetta trasparente è sempre sinonimo<br />
<strong>di</strong> qualità? Ci scommette la<br />
Col<strong>di</strong>retti che ad ottobre dello scorso<br />
anno ha accolto con entusiasmo l’emanazione<br />
– da parte del ministro delle Politiche agricole<br />
Paolo De Castro – <strong>di</strong> un decreto che obbliga ad<br />
in<strong>di</strong>care la provenienza delle olive impiegate<br />
nell’olio vergine ed extravergine. Una tutela per<br />
i prodotti italiani che, però, ha dato anche origine<br />
a polemiche.<br />
«Quest’obbligo – aveva commentato la Col<strong>di</strong>retti<br />
– è un contributo alla trasparenza per impe<strong>di</strong>re <strong>di</strong><br />
“spacciare” come Made in Italy miscugli <strong>di</strong> olio<br />
spremuto da olive spagnole, greche e tunisine,<br />
senza alcuna informazione per i consumatori». E in<br />
effetti il decreto rappresenta davvero una svolta per<br />
i produttori olivicoli che fanno dell’italianità dei<br />
loro oli un reale punto <strong>di</strong> forza per affermarsi sul<br />
mercato.<br />
NELLA FOTO UN TIPICO CASALE RURALE UMBRO TRASFORMATO IN STRUTTURA RICETTIVA AGRITURISTICA<br />
nati, all’insegna delle tipicità locali. La prospettiva è<br />
quella <strong>di</strong> dare vita in tempi brevi alla “Unione <strong>di</strong> Prodotto”,<br />
ossia una sorta <strong>di</strong> consorzio che unisce le<br />
aziende con caratteristiche peculiari per sviluppare e<br />
commercializzare specificità. Un giro d’affari che movimenta<br />
su scala nazionale un miliardo <strong>di</strong> euro ogni<br />
anno. Lo sviluppo delle aziende agrituristiche è stato<br />
anche aiutato dai finanziamenti erogati dal Fondo<br />
per ciò che riguarda le con<strong>di</strong>zioni igienico-sanitarie,<br />
l’operatore potrà partire con il suo nuovo lavoro. Al<br />
<strong>di</strong> là della grandezza e del numero <strong>di</strong> e<strong>di</strong>fici a <strong>di</strong>sposizione,<br />
gli ospiti potranno essere al massimo trenta<br />
(www.regione.umbria.it) e la ristorazione dovrebbe<br />
Fino ad ora la provenienza dell’olio era<br />
un’informazione obbligatoria solo per i prodotti<br />
destinati al mercato estero che volevano esporre il<br />
marchio Made in Italy. Adesso questa in<strong>di</strong>cazione<br />
<strong>di</strong>venterebbe necessaria per tutti, con relativa creazione<br />
e gestione <strong>di</strong> un nuovo registro aziendale.<br />
«Siamo contenti per questo decreto – spiega<br />
Giulio Scatolini, presidente dell’Associazione produttori<br />
olivicoli <strong>di</strong> Perugia – anche se noi pubblicizziamo<br />
l’olio locale già da prima». Per l’Umbria<br />
l’in<strong>di</strong>cazione obbligatoria della provenienza sarebbe<br />
un asso nella manica per trovare la propria stabilità<br />
anche sul mercato internazionale.<br />
Ma l’etichetta “svela provenienza” non accontenta<br />
tutti. «Non stiamo mettendo in pratica quello che<br />
prevede il decreto <strong>di</strong> ottobre – ha riferito Michele<br />
Labarile, del controllo qualità dell’azienda Monini –<br />
se lo facessimo qualunque paese ci potrebbe contestare<br />
perché andremmo contro il regolamento 1019<br />
I NUMERI DEL<br />
BUSINESS<br />
- 16.000 strutture in Italia<br />
- circa 2.000 nella regione<br />
- 1 milione <strong>di</strong> euro il giro<br />
d’affari annuo nazionale<br />
- 16 ospiti su 100 in<br />
Umbria sono stranieri<br />
Sociale Europeo. In Umbria<br />
<strong>di</strong>verse centinaia <strong>di</strong><br />
operatori hanno usufruito<br />
<strong>di</strong> questi contributi a fondo<br />
perduto, che possono arrivare<br />
fino ad un massimo <strong>di</strong><br />
100 mila euro, per coprire il<br />
50 per cento delle spese sostenute<br />
per l’apertura dell’attività.<br />
«La maggior parte<br />
<strong>di</strong> questi - spiega Rita Ceccarini<br />
dell’ufficio turistico<br />
regionale - sono stati utilizzati<br />
per la ristrutturazione<br />
<strong>degli</strong> stabili».<br />
Difficile tracciare un<br />
vero e proprio identikit del<br />
cliente tipo perché, spiega<br />
ancora Papalini, «attualmente<br />
l’offerta, ed i prezzi,<br />
restano estremamente eterogenei».<br />
Aumenta la percentuale<br />
<strong>di</strong> famiglie e giovani coppie<br />
<strong>di</strong> italiani che scelgono <strong>di</strong><br />
passare le proprie vacanze<br />
in agriturismo. Il web il<br />
principale canale <strong>di</strong> ricerca<br />
e prenotazione, rendendo<br />
obsoleta la figura dell’interme<strong>di</strong>ario. Nutrita anche la<br />
presenza straniera, che rimane stabile rispetto agli<br />
scorsi anni. I più fedeli e meno esigenti, secondo<br />
l’Apt, «Olandesi e Belgi che preferiscono la zona del<br />
lago», mentre «americani e tedeschi scelgono la tranquillità<br />
delle colline».<br />
G. ALESSANDRO BUSCEMI<br />
MANUEL CODIGNONI<br />
La normativa sull’apertura lascia spazio ad ambiguità sulla ristorazione. Per la certificazione <strong>di</strong> qualità si contano le spighe<br />
Nuove attività, si parte dall’azienda agricola<br />
essere effettuata esclusivamente in presenza dell’attività<br />
ricettiva. Le eccezioni legate ad aziende che sorgono<br />
in aree particolari, in<strong>di</strong>viduate dal programma<br />
agrituristico regionale, possono creare <strong>di</strong>versi dubbi<br />
e dare origine a polemiche. I ristoratori, infatti, non<br />
vogliono vedersi sottrarre clientela. dai locali in cui<br />
ricettività e ristorazione sono in<strong>di</strong>pendenti<br />
Le attività riconosciute come tipiche dell’agriturismo<br />
non sono solo alloggio e ristorazione, ma<br />
anche ven<strong>di</strong>ta <strong>di</strong>retta <strong>di</strong> prodotti alimentari e artigianali,<br />
allevamento <strong>di</strong> animali e organizzazione <strong>di</strong><br />
eventi culturali, sportive e <strong>di</strong> tutela dell’ambiente.<br />
Come per gli alberghi sarà poi un’in<strong>di</strong>cazione <strong>di</strong><br />
qualità a guidare gli ospiti nella scelta. Niente stelle,<br />
però. Immersi nella natura il massimo a cui ambire<br />
sono le cinque spighe.<br />
GIULIANA PALMIOTTA<br />
La Monini non seguirà il decreto per non andare contro l’Unione Europea. Ma i produttori locali ne fanno una ban<strong>di</strong>era<br />
Dubbi sull’etichetta “svela provenienza” dell’olio<br />
dell’Unione Europea». Questo regolamento comunitario<br />
del 2002 stabilisce le norme in materia <strong>di</strong><br />
etichettatura specifica per gli oli d’oliva. All’articolo<br />
quattro si legge, infatti, che la <strong>di</strong>chiarazione dell’origine<br />
non è obbligatoria, ma volontaria.<br />
«Ci sono già i parametri per verificare e garantire<br />
la qualità - prosegue Labarile – sarebbe stato<br />
meglio chiedere <strong>di</strong> mo<strong>di</strong>ficare il 1019, ma a livello<br />
europeo». Per ora sulle etichette dei normali oli che<br />
si trovano al supermercato non ci sono specificazioni<br />
sui paesi produttori. E allora cosa portiamo<br />
sulle nostre tavole? In prevalenza si tratta <strong>di</strong> mix <strong>di</strong><br />
prodotti spagnoli e greci (oltre alla percentuale italiana),<br />
ma anche tunisini e turchi.<br />
Adesso quello che per molti rappresenta una<br />
garanzia per il consumatore, per altri costituisce un<br />
ostacolo alla concorrenza. Entro maggio bisognerebbe<br />
dotarsi dei nuovi registri, ma le ambiguità<br />
normative sembrano ancora tante. G. P.<br />
La strategia mira a offrire servizi ad hoc<br />
Puntare su clienti<br />
ricchi e raffinati<br />
Iprezzi alti salveranno gli agriturismi. Un controsenso?<br />
No, è la strategia su cui punta Francesco<br />
Micci, titolare del Cantico della natura a Magione<br />
(Perugia) per restare ben ancorato al settore del turismo<br />
e non cedere alla concorrenza.<br />
«Rivolgersi ad una clientela <strong>di</strong> qualità, raffinata e<br />
proporre servizi sempre più specializzati permetterà<br />
alle aziende me<strong>di</strong>o-alte <strong>di</strong> crescere ancora» prosegue<br />
Micci, che pubblicizza il suo relais sui gran<strong>di</strong><br />
portali internazionali <strong>di</strong> ricettività turistica, ma anche<br />
su siti <strong>di</strong> nicchia, per inten<strong>di</strong>tori.<br />
Il vostro non è un settore in crisi?<br />
È in crisi il red<strong>di</strong>to della famiglia me<strong>di</strong>a italiana e<br />
chi si rivolge a loro risente della situazione, ma per<br />
il resto del settore non va male: il nostro fatturato<br />
nel 2007 è cresciuto del 35 per cento<br />
La ricetta <strong>di</strong> questo successo?<br />
Più servizi, più qualità e, <strong>di</strong> conseguenza, prezzi<br />
più alti.<br />
Più alti?<br />
Sì, abbassarli sarebbe un<br />
errore perché abbasserebbe<br />
anche la qualità.<br />
E la vostra strategia?<br />
Il nostro target sono le<br />
coppie tra i 20 e i 55 anni, innamorate,<br />
che vivono una<br />
fase della loro vita in cui non<br />
hanno paura <strong>di</strong> spendere.<br />
Per loro stu<strong>di</strong>amo tutta una serie <strong>di</strong> servizi.<br />
Per esempio?<br />
IL “CANTICO DELLA NATURA”<br />
Dalle cene a lume <strong>di</strong> candela ai fine settimana interamente<br />
de<strong>di</strong>cati a chi si ama. Ma non solo. Se<br />
d’inverno ospitiamo soprattutto coppie, generalmente<br />
del centro o del nord Italia, d’estate arrivano<br />
più che altro famiglie dall’estero. Allora l’offerta<br />
cambia: corsi <strong>di</strong> cucina tipica, piscina, servizi per<br />
bambini, il centro benessere.<br />
I prezzi? Una doppia con colazione inclusa parte<br />
da 120 euro, 180 se si sceglie la suite. Un weekend<br />
con gita in mongolfiera e camera con vista lago<br />
sfiora i mille euro, ma non manca proprio niente.<br />
Una cena costa 27 euro (13 per i bambini fino<br />
a <strong>di</strong>eci anni).<br />
«I ristoratori sono infasti<strong>di</strong>ti dagli agriturismi in<br />
cui si può cenare. In alcuni comuni questa attività<br />
è vincolata a quella agrituristica, ma ci sono delle eccezioni.<br />
La legge regionale in questo ambito non è<br />
chiara, parla <strong>di</strong> degustazione e non <strong>di</strong> ristorazione,<br />
perciò i ristoratori usano questa ambiguità per polemizzare».<br />
Il fiore all’occhiello <strong>di</strong> una produzione interamente<br />
biologica come la vostra?<br />
Le confetture: sono più <strong>di</strong> 60!<br />
G. P.<br />
Quattro Colonne<br />
SGRT Notizie<br />
Perio<strong>di</strong>co del Centro Italiano <strong>di</strong> Stu<strong>di</strong> Superiori<br />
per la Formazione e l’Agg.to <strong>di</strong> <strong>Giornalismo</strong> Ra<strong>di</strong>otelevisivo<br />
Presidente:<br />
Innocenzo Cruciani<br />
Coor<strong>di</strong>natori <strong>di</strong>dattici:<br />
Nunzio Bassi<br />
Dario Biocca<br />
Numero 7 - Anno XVI<br />
Direttore responsabile:<br />
Antonio Socci<br />
Redazione <strong>degli</strong> allievi della <strong>Scuola</strong><br />
a cura <strong>di</strong> Sandro Petrollini<br />
Registrazione al Tribunale <strong>di</strong> Perugia<br />
N. 7/93 del marzo 1993.<br />
Segreteria: Villa Bonucci<br />
06077 Ponte Felcino (PG)<br />
Tel. 075/5911211<br />
Fax. 075/5911232<br />
e-mail: sgrtv@sgrtv.it<br />
http://www.sgrtv.it<br />
Spe<strong>di</strong>zione in a.p. art.2 comma 20/c<br />
legge 662/96 Filiale <strong>di</strong> Perugia
FEBBRAIO 2008<br />
ECONOMIA 9<br />
L’economia locale, coniugando tra<strong>di</strong>zione e innovazione, ha raggiunto nel tempo standard elevati e prestigio internazionale<br />
I fiori all’occhiello dell’Umbria<br />
Agroalimentare, manifatturiero, artigianato e componenti meccaniche: la sfida alla globalizzazione si gioca sulla qualità<br />
Eccellenza e territorio. Un binomio che in<br />
Umbria funziona e che è sinonimo <strong>di</strong> un sistema<br />
<strong>di</strong> imprese specializzate e ben ra<strong>di</strong>cate nella<br />
regione che fanno da traino all’economia.<br />
Al centro <strong>di</strong> questo modello vincente c’è la valorizzazione<br />
dei prodotti tipici umbri: dal vino alla moda,<br />
dalla cioccolata alle ceramiche, dall’olio extravergine<br />
alla meccanica <strong>di</strong> precisione. Sono tanti i settori in cui<br />
la regione è riuscita a imporsi non solo come marchio<br />
Made in Umbria ma come esempio <strong>di</strong> sviluppo<br />
fondato sul territorio e su azioni integrate <strong>di</strong> promozione<br />
delle risorse economiche. Lo scambio <strong>di</strong> esperienze,<br />
la cooperazione e la formazione integrata e<br />
verticale tra le aziende UN AIRBUS A380 IN VOLO.<br />
sono i punti <strong>di</strong> forza <strong>di</strong> A BORDO DI QUESTO AEREO<br />
SONO INSTALLATE<br />
questa “economia delle<br />
MOLTE COMPONENTI<br />
eccellenze” umbra. Nel<br />
PRODOTTE DALLA<br />
piano <strong>di</strong> sviluppo rurale<br />
UMBRA CUSCINETTI<br />
La storia/1<br />
Sfide e successi dell’Umbra Cuscinetti<br />
Ucs, la tecnologia<br />
che fa volare<br />
Tra le eccellenze umbre è impossibile non parlare<br />
della Umbra Cuscinetti, azienda con base a Foligno<br />
che produce componentistica <strong>di</strong> alta precisione<br />
utilizzata in campo aeronautico. Nata nel 1972,<br />
l’azienda è leader nella costruzione <strong>di</strong> cuscinetti <strong>di</strong> gran<strong>di</strong><br />
<strong>di</strong>mensioni e <strong>di</strong> viti a ricircolo <strong>di</strong> sfere.<br />
Nel corso <strong>degli</strong> anni, la Ucs ha aperto filiali in Germania<br />
e Stati Uniti e ha raggiunto accor<strong>di</strong> <strong>di</strong> fornitura<br />
con molte aziende aeronautiche come Boeing e Airbus.<br />
«Il nostro primo contratto con la Boieng - ci racconta<br />
Valter Baldaccini, amministratore delegato dell’azienda<br />
- risale al 1987. Da allora il nostro giro si è allargato<br />
e ad oggi, nel mondo, non c’è un aereo <strong>di</strong> capienza<br />
superiore ai 100 posti che<br />
“ Qualsiasi aereo<br />
al mondo<br />
superiore<br />
ai cento posti<br />
possiede nostre<br />
componenti<br />
non sia costruito con particolari critici<br />
prodotti dalla Umbria Cuscinetti.<br />
E per particolari critici - chiarisce<br />
- si intendono elementi funzionali<br />
strutturali, ad esempio cuscinetti per<br />
i carrelli o viti per la movimentazione<br />
<strong>di</strong> elementi mobili sulle ali, come<br />
i flap».<br />
La tecnologia acquisita dal gruppo<br />
è stata anche trasferita in campo biome<strong>di</strong>co: «Abbiamo<br />
messo le nostre competenze a <strong>di</strong>sposizione del<br />
progetto VAD – prosegue Baldaccini - che ha portato<br />
alla costruzione del primo cuore artificiale made in<br />
Italy. Lo stu<strong>di</strong>o è durato 15 anni, e l’Ucs ha costruito<br />
la pompa, una delle parti più importanti. Siamo ancora<br />
in una fase <strong>di</strong> sperimentazione clinica, ma speriamo<br />
che si possa presto arrivare alla produzione industriale<br />
<strong>di</strong> quest’organo artificiale».<br />
Da piccola factory ad avanzato polo tecnologico <strong>di</strong><br />
respiro planetario, l’Umbra Cuscinetti è uno dei fiori<br />
La casa <strong>di</strong> moda Cucinelli è tra le prime aziende<br />
produttrici italiane <strong>di</strong> cachemire. Nata nel<br />
1978 in un piccolo laboratorio <strong>di</strong> 40 metri<br />
quadri e con un finanziamento <strong>di</strong> 500 mila lire, oggi<br />
la “Brunello Cucinelli cashmere” produce 880<br />
mila capi all’anno, con un fatturato che per il 2008<br />
è stimato sui 145 milioni <strong>di</strong> euro (+ 20,8%). Oltre<br />
la metà della produzione è destinata<br />
al mercato internazionale: Germania,<br />
Francia, Svizzera, Nord Europa,<br />
Usa, Russia, Giappone e Taiwan.<br />
Senza <strong>di</strong>menticare le economie<br />
emergenti come Cina, In<strong>di</strong>a e Brasile,<br />
dove l’azienda è cresciuta dal<br />
7,9% del 2006 al 9% del 2007. Il piano<br />
<strong>di</strong> sviluppo prevede l’apertura <strong>di</strong><br />
punti ven<strong>di</strong>ta monomarca in tutto il mondo, che<br />
per ora rappresentano il 17% del fatturato. Oggi<br />
sono 22 e si trovano nelle principali capitali e nel-<br />
Valorizzare<br />
il territorio<br />
garantendo<br />
la qualità<br />
del prodotto<br />
““<br />
2007-2013, ad esempio, la Regione ha destinato quasi<br />
18 milioni <strong>di</strong> euro per il sostegno alla promozione dei<br />
prodotti agroalimentari <strong>di</strong> qualità.<br />
L’Umbria negli ultimi tempi ha saputo recuperare<br />
la sua memoria storica e i saperi legati alle produzioni<br />
tra<strong>di</strong>zionali, coniugandoli con la ricerca e<br />
l’innovazione. Una scelta vincente che ha permesso<br />
ai prodotti locali <strong>di</strong> affermarsi sul mercato nazionale<br />
ed estero. Un progetto che risponde ai dettami della<br />
all’occhiello della regione nel mondo. «Quando siamo<br />
partiti – ricorda ancora l’ad - eravamo parte <strong>di</strong> una<br />
multinazionale tedesca. Nel 1993, si è deciso <strong>di</strong> effettuare<br />
un management buyout, e oggi la proprietà è totalmente<br />
italiana. Abbiamo anche acquisito aziende<br />
estere, per cui si può ben <strong>di</strong>re che l’Umbra Cuscinetti<br />
sia oggi una piccola multinazionale. L’azienda - spiega<br />
- dà lavoro a oltre 900 persone in tutto il mondo,<br />
e il solo stabilimento <strong>di</strong> Foligno ne occupa 700, che<br />
salgono a più <strong>di</strong> 1.000 se si considera l’indotto. E si<br />
tratta per lo più <strong>di</strong> umbri, altamente specializzati.».<br />
Ma quali sono le <strong>di</strong>fficoltà che un’azienda incontra<br />
partendo dall’Umbria e ritrovandosi in un contesto internazionale?<br />
«L’ostacolo più gran-<br />
de - ammette Baldaccini - è riuscire<br />
a imporsi in un mercato che ha<br />
un’immagine pessima del nostro<br />
paese. Se ti presenti come italiano,<br />
automaticamente ti porti <strong>di</strong>etro <strong>degli</strong><br />
stereotipi negativi che è <strong>di</strong>fficile<br />
eliminare. Il segreto del nostro successo<br />
sta nell’aver saputo offrire un<br />
prodotto <strong>di</strong> qualità e all’avanguar<strong>di</strong>a,<br />
investendo nella ricerca e innovando le procedure<br />
produttive. Purtroppo non esistono molti sussi<strong>di</strong><br />
istituzionali in questo settore, a <strong>di</strong>fferenza <strong>di</strong> altri paesi,<br />
per cui bisogna provvedere in proprio. Negli ultimi<br />
3 anni, ad esempio, abbiamo speso 26 milioni <strong>di</strong> euro<br />
solo per rinnovare i macchinari, ma - conclude orgoglioso<br />
- possiamo tranquillamente affermare che, ad<br />
oggi, il nostro sia lo stabilimento più avanzato del<br />
mondo in questo settore». Un “gioiello” che nel 2007<br />
ha fatturato 90 milioni <strong>di</strong> euro e che nel 2008 punta a<br />
raggiungerne 110. MANUEL CODIGNONI<br />
“<br />
La storia/3<br />
le più esclusive località <strong>di</strong> villeggiatura, entro il<br />
2008 saranno 25.<br />
La storia dell’azienda va <strong>di</strong> pari passo con quella del<br />
suo fondatore. All’inizio <strong>degli</strong> anni ’80 Brunello Cucinelli<br />
ha l’intuizione che lo porterà al successo: la<br />
scelta <strong>di</strong> un settore <strong>di</strong> nicchia, quello del cachemire,<br />
e l’idea <strong>di</strong> renderlo colorato per proporlo a una clientela<br />
femminile, fino a quel momento<br />
esclusa dal mercato <strong>di</strong> questa lana pregiata.<br />
Le ven<strong>di</strong>te partono bene e la<br />
piccola fabbrica a conduzione familiare<br />
decolla. Il cachemire arriva dalla Cina<br />
e dalla Mongolia, dove<br />
l’impren<strong>di</strong>tore si reca due o tre volte<br />
l’anno per selezionare le lane che vengono<br />
interamente lavorate in Italia. Il<br />
cuore dell’azienda si trova a Solomeo, un piccolo borgo<br />
umbro del ‘300 che Cucinelli ha interamente ristrutturato<br />
nel corso <strong>degli</strong> anni, e dove lavorano 420<br />
Ue sulla promozione <strong>degli</strong> aspetti culturali dei territori,<br />
soprattutto attraverso il turismo, volano economico<br />
della regione con oltre sette milioni <strong>di</strong> presenze<br />
nel 2006 (67% italiani e 33% stranieri), che hanno<br />
portato all’Umbria oltre 710 milioni <strong>di</strong> euro, <strong>di</strong> cui il<br />
43% proveniente dai mercati internazionali.<br />
La qualità si afferma, dunque, come il centro del<br />
sistema produttivo umbro, che <strong>di</strong>venta laboratorio e<br />
metafora della “soft economy”, quell’economia del<br />
Vino, cultura, territorio, slancio creativo e<br />
innovazione. Sono questi gli elementi che<br />
hanno fatto, e continuano a fare, la storia<br />
della cantina Lungarotti. Un’azienda che in pochi<br />
anni non solo è riuscita ad affermarsi nel settore<br />
vitivinicolo, ma a <strong>di</strong>stinguersi come una delle<br />
eccellenze italiane nella produzione <strong>di</strong> vini. A <strong>di</strong>rlo<br />
non sono soltanto i prestigiosi riconoscimenti<br />
nazionali e internazionali tra cui i “Tre bicchieri”<br />
del Gambero Rosso e la medaglia d’argento al<br />
“Decanter World Wine Awards”,<br />
ma anche i numeri: oltre 2 milioni<br />
e 500 mila bottiglie prodotte<br />
me<strong>di</strong>amente ogni anno, cento <strong>di</strong>pendenti<br />
a cui si aggiungono i lavoratori<br />
stagionali, e un fatturato<br />
che nel 2006 ha superato abbondantemente<br />
gli 11 milioni <strong>di</strong> euro.<br />
Cifre che parlano chiaro, che testimoniano lo stato<br />
<strong>di</strong> ottima salute <strong>di</strong> cui gode l’azienda e che rappresentano<br />
una buona fetta dell’economia regionale che<br />
gira intorno al comparto vitivinicolo. Gran<strong>di</strong> risultati<br />
raggiunti senza mai perdere <strong>di</strong> vista quei valori che<br />
Teresa Severini, a capo dell’azienda insieme alla madre<br />
Maria Grazia Marchetti e alla sorella Chiara Lungarotti,<br />
ritiene immancabili nella ricetta del successo<br />
dell’azienda: «Qualità, impegno personale, equilibrio,<br />
ma soprattutto un’anima profondamente legata al<br />
territorio». Parole d’or<strong>di</strong>ne che hanno scritto la biografia<br />
<strong>di</strong> una famiglia che da sempre si occupa a tempo<br />
pieno della propria attività. Una scelta che, <strong>di</strong>ce<br />
la Severini, «ci ha permesso <strong>di</strong> andare avanti con le<br />
nostre idee e che ha consentito <strong>di</strong> metterle <strong>di</strong>rettamente<br />
in atto». Una caratteristica che ha sedotto e<br />
Brunello Cucinelli: «Creatività, professionalità e amore per il lavoro sono le nostre carte vincenti»<br />
Il cachemire che seduce i mercati esteri<br />
persone. «Un principio che mi è caro<br />
- racconta l’impren<strong>di</strong>tore - è proprio<br />
quello <strong>di</strong> valorizzare il territorio e le<br />
sue genti, garantendo allo stesso tempo<br />
la massima qualità del prodotto.<br />
Questo valore aggiunto - prosegue<br />
Cucinelli - ci permette <strong>di</strong> <strong>di</strong>stinguerci<br />
e continuare a produrre in Italia, senza<br />
bisogno <strong>di</strong> trasferirci all’estero.<br />
Credo fermamente nelle capacità e<br />
nel saper fare del nostro Paese, che offre artigianalità<br />
tramandata da una lunga cultura ed esperienza».<br />
Un’azienda che, come tutte, segue i criteri del libero<br />
mercato ma che è gestita in maniera non convenzionale,<br />
spingendo sulla leva del lavoro inteso come<br />
espressione del valore umano. «Qui la creatività <strong>di</strong><br />
ogni addetto ai laboratori è il bene prezioso <strong>di</strong> tutti -<br />
afferma con orgoglio l’impren<strong>di</strong>tore - e non lascia<br />
spazio ai cartellini da timbrare». Si parla, perciò, <strong>di</strong><br />
Devono<br />
interpellarci<br />
per in<strong>di</strong>viduare<br />
meglio le strategie<br />
<strong>di</strong> promozione<br />
““<br />
terziario che racchiude in sé l’attenzione all’ambiente<br />
e alla tra<strong>di</strong>zione, il coraggio dell’innovazione, la<br />
responsabilità sociale e la valorizzazione del territorio.<br />
Il cuore d’Italia che ha saputo farsi sistema e che,<br />
per questo, ha ricevuto il “Premio Anteo” - assegnato<br />
da “Symbola”, la fondazione per le qualità italiane<br />
- per la miglior partecipazione a “La<br />
Campionaria, fiera delle qualità italiane”. «Un premio<br />
all’Umbria e alla sua impren<strong>di</strong>toria, che hanno<br />
saputo interpretare al meglio le risorse naturali e le<br />
capacità produttive del territorio», ha detto la presidente<br />
della Regione, Maria Rita Lorenzetti. Uno stimolo<br />
alla competitività ma, soprattutto, una sfida<br />
VINO, DA ANNI SINONIMO<br />
DI QUALITÀ E CULTURA,<br />
DELL’AZIENDA FONDATA<br />
NEL 1962 A TORGIANO<br />
DA GIORGIO LUNGAROTTI<br />
per il futuro <strong>di</strong> questa piccola<br />
regione, sempre più<br />
riferimento del Made in<br />
Italy nel mondo.<br />
La storia/2<br />
LUCIA CAPPELLETTI<br />
Parla Teresa Severini della Lungarotti<br />
«Le istituzioni<br />
ci ascoltino»<br />
conquistato soprattutto i mercati internazionali perché<br />
proprio all’estero «identificare l’azienda con la<br />
famiglia è stata una delle chiavi del successo». Di fatto<br />
quasi la metà della produzione, il 45 per cento per<br />
l’esattezza, è assorbita dai mercati esteri. La Lungarotti<br />
oggi esporta in Europa, soprattutto in Germania,<br />
ma anche oltreoceano, negli Stati Uniti e in Canada,<br />
con un occhio all’apertura verso quei Paesi che<br />
sono in forte crescita economica: Russia, In<strong>di</strong>a e Cina.<br />
Un riconoscimento che comunque non toglie<br />
l’amaro in bocca a Teresa Severini<br />
quando parla del ruolo delle istituzioni<br />
regionali e nazionali per garantire<br />
la sopravvivenza delle eccellenze.<br />
«Sono subito pronte ad<br />
entusiasmarsi quando sono presenti<br />
sul territorio – <strong>di</strong>ce con tono<br />
polemico– ma se ne <strong>di</strong>menticano<br />
altrettanto velocemente». «Le eccellenze, al <strong>di</strong> là<br />
del termine, sono punte che servono da traino anche<br />
agli altri e per questo – continua – dovrebbero essere<br />
ascoltate e soprattutto aiutate nella realizzazione<br />
<strong>di</strong> nuovi progetti». In attesa <strong>di</strong> risposte concrete<br />
da parte <strong>degli</strong> organi <strong>di</strong> competenza l’azienda Lungarotti<br />
fa da sé. Perché eccellenza significa «sì tra<strong>di</strong>zione,<br />
ma anche capacità <strong>di</strong> creare e gestire innovazione».<br />
Un caposaldo della cultura d’azienda che il<br />
ministero delle Politiche Agricole ha premiato affidandole<br />
il primo progetto pilota italiano per produrre<br />
energia termica utilizzando i prodotti <strong>di</strong> scarto<br />
della viticoltura. «Di qui a poco saremo autonomi al<br />
70 per cento – sottolinea Severini – e speriamo <strong>di</strong> arrivare<br />
al 100 per cento».<br />
G. ALESSANDRO BUSCEMI<br />
IL TITOLARE DELLA<br />
“BRUNELLO CUCINELLI CASHMERE”<br />
ALL’INTERNO DI UNO DEI SUOI<br />
22 PUNTI VENDITA, PRESENTI NELLE<br />
LOCALITÀ PIÙ ESCLUSIVE DEL MONDO.<br />
ENTRO IL 2008 L’AZIENDA CONTA DI<br />
ARRIVARE A QUOTA 25<br />
“capitalismo etico” e “impresa<br />
umanistica”, un caso <strong>di</strong> moderna<br />
economia che viene<br />
guardato con interessi da più<br />
parti, oggetto <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>o in numerose<br />
università. «Il fattore<br />
determinante che ha contribuito<br />
a renderci speciali è proprio<br />
questo: l’uomo è il bene<br />
supremo dell’impresa, e il profitto<br />
non è visto come un fine ma come mezzo per<br />
rendere l’azienda più forte». Sarà forse per questo che<br />
la sede, più che a una fabbrica, assomiglia a una bottega<br />
me<strong>di</strong>evale: travi in legno, camini <strong>di</strong> pietra, pitture<br />
murali e pavimenti in ammattonato, dove hanno<br />
trovato posto uffici e atelier. Una “casa-laboratorio”,<br />
dove la creatività e il “saper fare” umbro si prendono<br />
la rivincita sulla globalizzazione imperante.<br />
L. C.
10 SOCIETÀ FEBBRAIO 2008<br />
Umbria Style<br />
Tre giovani hanno fatto della loro passione un lavoro, scoprendo che grazie ad internet possono sopravvivere<br />
anche antiche professioni. Viaggio tra armature, violini antichi, spade, birilli in laboratori <strong>di</strong> altri tempi<br />
Ecco chi salva i vecchi mestieri<br />
Stefano, liutaio: «La sod<strong>di</strong>sfazione<br />
più grande è sapere <strong>di</strong> aver ridato vita ad uno<br />
strumento che senza <strong>di</strong> me sarebbe morto»<br />
Tutto è nato da un violino<br />
lasciato in ere<strong>di</strong>tà.<br />
Un violino del Settecento<br />
passato <strong>di</strong> generazione<br />
in generazione e arrivato a<br />
Stefano Manfroi per mano<br />
della madre, quando lo avevano<br />
già suonato nonno e bisnonno.<br />
«Il liutaio è un mestiere<br />
per pochi», spiega circondato<br />
da violini e violoncelli<br />
rotti e senza corde, adagiati<br />
sul tavolo in attesa <strong>di</strong> riprendersi<br />
l’anima per suonare<br />
<strong>di</strong> nuovo. Il suo laboratorio<br />
si incontra passeggiando per<br />
il centro <strong>di</strong> Terni, nel cuore<br />
della città dell’acciaio e non<br />
certo <strong>degli</strong> Stra<strong>di</strong>vari. Forse<br />
proprio per questo è impossibile<br />
non notarlo. «Quando<br />
STEFANO MANFROI CON UNO DEI SUOI VIOLINI<br />
avevo sette anni mio nonno<br />
mi <strong>di</strong>ede a <strong>di</strong>sposizione il suo violino. Ne rimasi subito affascinato, lo guardavo,<br />
lo prendevo in mano, sbirciavo all’interno per capire come fosse fatto».<br />
Il liutaio è un mestiere che si fa con passione: «È bello – ci <strong>di</strong>ce mentre<br />
termina un flauto Pan – perchè posso far rivivere uno strumento che<br />
senza il mio operato sarebbe morto». L’unico modo per imparare davvero<br />
come si restaura un violoncello è de<strong>di</strong>cargli molto tempo e avere pazienza<br />
nel capire quali sono le tecniche giuste da usare. «A volte trascorro<br />
anche sette ore <strong>di</strong> fila su uno strumento...aspettare che la colla si asciughi<br />
è fondamentale». Guardando i pezzi <strong>di</strong> legno sparsi qua e là, le casse<br />
armoniche sventrate e gli archetti messi da una parte viene da chiedersi<br />
perchè non ricominciare tutto da capo con la costruzione <strong>di</strong> uno strumento<br />
nuovo. «Il legno ha la sua memoria e più si invecchia più riproduce un<br />
suono che un pezzo <strong>di</strong> legno giovane non potrebbe dare» risponde Manfroi.<br />
Rende economicamente fare il liutaio? Abbastanza, se la tecnologia<br />
si sposa con la tra<strong>di</strong>zione. «Compro e vendo i miei pezzi su internet. Ho<br />
richieste d’acquisto da Stati Uniti, Francia, Corea, Australia, Giappone...».<br />
Mercato delle Gaite, a giugno<br />
Bevagna rivive il Me<strong>di</strong>oevo<br />
Se siete in cerca <strong>di</strong> antichi mestieri e non<br />
vi va <strong>di</strong> rincorrere per tutta l’Umbria il liutaio,<br />
il giocoliere, il fabbro e la sarta,<br />
l’appuntamento è ogni anno nel piccolo borgo<br />
<strong>di</strong> Bevagna,<br />
vicino Foligno.<br />
Tra il 12 e il<br />
22 giugno le antiche<br />
botteghe<br />
dei mestieri me<strong>di</strong>evali<br />
riaprono<br />
i battenti e le<br />
strade si popolano<br />
<strong>di</strong> figuranti<br />
in abiti d’epoca.<br />
I vecchi quartieri,<br />
le gaite, rivaleggiano<br />
da 25<br />
LA TINTORIA DI UNA GAITA anni nel tentativo<br />
<strong>di</strong> dare un’interpretazione<br />
fedele della vita quoti<strong>di</strong>ana nel<br />
‘200-‘300. Le gaite sono quattro, come le sfide:<br />
la gara del mercato, dei mestieri, la gara<br />
gastronomica e quella del tiro con l'arco.<br />
L'ultimo giorno, poi, un’esperta giuria <strong>di</strong> docenti<br />
decreta il vincitore che riceve in dono<br />
il palio della vittoria.<br />
Il Mercato delle Gaite richiama ogni anno<br />
migliaia <strong>di</strong> turisti ed è una delle più affascinanti<br />
manifestazioni storiche dell’Umbria.<br />
Un’occasione per riportare in<strong>di</strong>etro le lancette<br />
del tempo tra l’allegria <strong>degli</strong> artisti <strong>di</strong> strada<br />
e la singolare esperienza <strong>di</strong> addentrarsi<br />
nelle botteghe dei canapai o dello speziere,<br />
nella zecca o nella cartiera.<br />
CATERINA PROIETTI<br />
Supercrocio, giocoliere <strong>di</strong> professione: «Ho<br />
iniziato esibendomi all’uscita delle scuole e<br />
<strong>di</strong>stribuendo ai genitori i miei volantini»<br />
Quando parla con noi, Stefano Maria Crocelli, in arte Supercrocio,<br />
ha appena smesso <strong>di</strong> leggere un libro <strong>di</strong> Wu-ming. «Sono<br />
racconti molto interessanti», <strong>di</strong>ce accantonandolo da una parte.<br />
E un po’ fuori dagli schemi è anche la sua vita. Stefano ha trent’anni,<br />
vive a Terni ed è laureato in Scienze sociali della comunicazione interculturale,<br />
ma <strong>di</strong> professione fa il giocoliere. «Ho iniziato dopo la maturità<br />
scientifica nei miniclub dei villaggi turistici. Lì è arrivata<br />
l’illuminazione». Un giorno, mentre sta intrattenendo una schiera <strong>di</strong> ragazzini,<br />
si presenta un signore. «Si avvicina, prende tre palline e inizia a<br />
giocarci tirandole in aria. Ricordo che i bambini sembravano stregati dalla<br />
sua abilità...In quel momento mi è venuta la voglia <strong>di</strong> imparare. Ho<br />
iniziato con due palline, poi<br />
ogni tanto ne aggiungevo<br />
una, adesso sono arrivato a<br />
sette». Da allora la giocoleria<br />
è <strong>di</strong>ventata un lavoro, lo<br />
chiamano alle feste, opera<br />
nel volontariato e ha fondato<br />
la Compagnia dei giocolieri<br />
instabili. Si allena ogni<br />
giorno per almeno tre ore<br />
con clave, palline, piatti cinesi,<br />
<strong>di</strong>ablo e ovviamente esercizi<br />
<strong>di</strong> equilibrio. «La pratica<br />
costante del giocoliere –<br />
spiega - è anche un ottimo<br />
esercizio mentale, perché<br />
sviluppa la concentrazione».<br />
Supercrocio ha trasformato<br />
la sua abilità in un mestiere<br />
qualificato: «Riesco a guada-<br />
gnare i sol<strong>di</strong> che mi servono<br />
per vivere e quelli per to-<br />
gliermi qualche sfizio». In realtà da qualche anno collabora con<br />
l’associazione “Assos” per lo sviluppo <strong>di</strong> progetti <strong>di</strong> cooperazione internazionale<br />
legati ai bambini soldato in Uganda e in Tanzania. Per raccontare<br />
i viaggi in Africa, le sue esperienze in giro per il mondo e la passione<br />
per il <strong>di</strong>dgeridoo (uno strumento con cui fa musicoterapia) ha creato<br />
il sito internet www.supercrocio.com, nel quale spiega la sua vita in<br />
equilibrio tra fantasia e realtà. C. P.<br />
A Gualdo Cattaneo l’ex stella statunitense Claire Mesnard confeziona raffinata maglieria per il ballo<br />
«Vestiamo la danza col made in Italy»<br />
Le innovazioni nascono sempre da problemi che<br />
attendono <strong>di</strong> essere risolti. E Claire Mesnard,<br />
ballerina professionista <strong>di</strong> danza classica, nella<br />
sua lunga carriera tra Atlanta Ballet, Opera <strong>di</strong> Marsiglia<br />
e Arena <strong>di</strong> Verona ne aveva sofferto uno in particolare:<br />
l’impossibilità <strong>di</strong> reperire maglieria per la danza che<br />
mantenesse al caldo il corpo della ballerina durante la<br />
performance, senza con<strong>di</strong>zionare la sua libertà <strong>di</strong> movimento.<br />
Una volta smessi tutù e scarpette da punta<br />
Claire, nata a New York ma <strong>di</strong> origini francesi, fonda<br />
a Reggio Emilia la maglieria “Arabesque by Claire”. È<br />
il 1980 e accanto a all’ex ballerina che calcava i palcoscenici<br />
mon<strong>di</strong>ali insieme a Carla Fracci, c’è il marito<br />
Giovanni Grossi.<br />
Claire <strong>di</strong>segna i<br />
modelli, acquista la lana<br />
dalle aziende vicentine<br />
e la affida alle<br />
mani esperte <strong>di</strong> due<br />
sarte emiliane. A casa<br />
dà gli ultimi ritocchi<br />
con ago e filo e confeziona<br />
le maglie per<br />
il mercato italiano e<br />
mon<strong>di</strong>ale. La sua fama<br />
nel settore e la sua<br />
intuizione sulla necessità<br />
<strong>di</strong> abiti più coprenti,<br />
ma pur sempre<br />
elastici assicurano<br />
un ottimo lancio alle<br />
creazioni. Le copertine<br />
su Vogue magazine,<br />
le vetrine da Harrods<br />
a Londra e da<br />
STEFANO CROCELLI IN ARTE SUPERCROCIO<br />
Capezio a New York: l’esor<strong>di</strong>o per la ballerina statunitense<br />
prestata al made in Italy è travolgente.<br />
L’imitazione è però <strong>di</strong>etro l’angolo,<br />
la gamma ristretta e la produzione ostinatamente<br />
artigianale. Negli anni Novanta<br />
esplodono i tessuti sintetici e il<br />
cotone comincia a insi<strong>di</strong>are il primato<br />
della lana. Sorgono le prime <strong>di</strong>fficoltà<br />
e nel 1996 Claire, suo marito e la figlia<br />
Melissa lasciano l’Emilia e si trasferiscono<br />
in Umbria, a Gualdo Cattaneo.<br />
«La scelta è stata dettata dal minore costo<br />
della vita e dalla possibilità <strong>di</strong> vivere<br />
a pieno la natura», racconta<br />
Melissa, oggi<br />
28enne. È lei che da<br />
qualche anno ha sostitui-<br />
Massimo, fabbro: «Da quando ero piccolo<br />
sognavo <strong>di</strong> creare spade, armature<br />
e usberghi dei guerrieri me<strong>di</strong>evali»<br />
tempo si credeva<br />
che si po- «Un<br />
tevanoottenere armi invincibili immergendo<br />
le lame incandescenti<br />
in catini contenenti acqua<br />
mista a sangue e ad altri liqui<strong>di</strong>…».<br />
Esiste ancora chi<br />
custo<strong>di</strong>sce gli antichi segreti<br />
della nobile arte del combattimento.<br />
Tra loro c’è un giovane<br />
corcianese, Massimo<br />
Seppoloni, uno dei pochi in<br />
Italia che forgia ancora lame<br />
per spade e armature me<strong>di</strong>evali.<br />
«Sono nato in un ambiente<br />
ricco <strong>di</strong> artigianato e<br />
<strong>di</strong> storia. Questo mi ha spinto<br />
allo stu<strong>di</strong>o e all’applicazione<br />
<strong>di</strong> quella che io chiamo<br />
l’archeologia sperimentale».<br />
MASSIMO SEPPOLONI IN UNA LOCANDA MEDIEVALE<br />
In altre parole costruisce<br />
con cura certosina armi, elmi ed accessori che poi fornisce alle tante rievocazioni<br />
storiche sparse in giro per l’Italia. Nella sua bottega alle porte<br />
<strong>di</strong> Corciano raccoglie materiale ferroso scartato dalle aziende e poi<br />
lo forgia per realizzare nuove armature e oggetti me<strong>di</strong>evali. «Il mio lavoro<br />
non si ferma solo alla riproduzione fedele, ma anche alla ricerca<br />
su iconografie, <strong>di</strong>pinti e co<strong>di</strong>ci. Tutto questo per essere il più possibile<br />
fedele alla tra<strong>di</strong>zione dell’epoca». L’obiettivo <strong>di</strong> Massimo è mantenere in<br />
vita attraverso il suo lavoro la pratica della rievocazione storica «in<strong>di</strong>spensabile<br />
per conoscere fino in fondo le ra<strong>di</strong>ci dell’Umbria». Finora<br />
ha partecipato da protagonista ad alcune delle più conosciute manifestazioni<br />
me<strong>di</strong>evali della regione. «Per loro – racconta - ho creato usberghi<br />
in maglia completi <strong>di</strong> guanti in ferro, archi, frecce, spade e daghe.<br />
Molti <strong>di</strong> questi oggetti sono perfette riproduzioni <strong>di</strong> quelli che si trovano<br />
esposti nei musei». Impossibile non notare la varietà <strong>di</strong> spade prodotte<br />
con la stessa cura <strong>di</strong> chi le realizzava a lume <strong>di</strong> candela per i duelli<br />
cavallereschi. Qualche esempio? Il falcione del XIII secolo, la spada<br />
inglese e quella italiana con impugnatura in cuoio e legno. Ovviamente<br />
tutto cucito a mano. C. P.<br />
La nascita<br />
dell’azienda<br />
a Reggio Emilia.<br />
Le copertine<br />
su Vogue.<br />
La crisi<br />
e il rilancio<br />
LE GIOVANI PROMESSE DELLA SCUOLA DI DANZA<br />
“SPORTING CLUB” DI TODI POSANO CON GLI ABITI<br />
CREATI DA CLAIRE MESNARD. «IN UMBRIA SI FA<br />
MOLTA DANZA CLASSICA» SPIEGA L’EX BALLERINA<br />
CHE PER ANNI HA CALCATO I PALCOSCENICI INSIE-<br />
ME A CARLA FRACCI.<br />
SOPRA: IL TAVOLO DA LAVORO.<br />
to il padre nell’azienda <strong>di</strong> famiglia. Viaggia in lungo e<br />
in largo per l’Italia per proporre i modelli ai negozi <strong>di</strong><br />
danza, incontra <strong>di</strong>stributori all’estero,<br />
Germania e Danimarca in particolare,<br />
cura le brochure e il sito internet. Gran<strong>di</strong><br />
responsabilità e adrenalina, ma poco<br />
tempo per sé. «Sono sempre <strong>di</strong> corsa.<br />
La sod<strong>di</strong>sfazione maggiore è che all’estero<br />
apprezzano molto la qualità del<br />
made in Italy. Alcuni negozi propongono<br />
i nostri golfini al grande pubblico.<br />
L’ultima volta che ho incontrato una<br />
cliente danese indossava un nostro capo<br />
acquistato <strong>di</strong>eci anni fa. Sembrava nuovo. Da allora<br />
non è saltata una cucitura».<br />
“Arabesque by Claire” sforna 10.000 capi l’anno.<br />
Tute intere a maniche lunghe, maglie e golfini, scaldamuscoli,<br />
calzamaglie, cavigliere e sudarelle.<br />
Tutti prodotti <strong>di</strong> finissima qualità, controllati<br />
e confezionati uno ad uno dalla signora<br />
Claire, come 28 anni fa. La lana è la<br />
stessa, mentre per le sarte c’è stato un salto<br />
generazionale e tecnologico. Nei loro laboratori<br />
hanno infatti trovato posto macchinari<br />
elettronici che si fondono con un certosino<br />
lavoro a mano.<br />
Il prossimo passo è il varo <strong>di</strong> una linea <strong>di</strong><br />
maglieria in cotone. La sfida della qualità riparte,<br />
non senza <strong>di</strong>fficoltà. «L’attività si reg-<br />
ge perché facciamo tutto da sole - spiega<br />
Claire -, non potremmo permetterci <strong>di</strong> retribuire<br />
qualcuno per il confezionamento dei<br />
prodotti. Ma noi ci accontentiamo <strong>di</strong> quello<br />
che abbiamo».<br />
GABRIELE CARLETTI
FEBBRAIO 2008<br />
Umbria Style<br />
Si chiama Centro Sant’Antonio ma per gli abitanti della zona è conosciuto<br />
come “Villaggio <strong>degli</strong> Olandesi”. Un recinto racchiude<br />
duecento ettari <strong>di</strong> boschi e casolari eleganti. Ognuno è <strong>di</strong>stante dall’altro<br />
abbastanza da preservare una privacy assoluta. L’atmosfera che<br />
si respira qui, a cinque chilometri da Bettona, sarebbe piaciuta a Henry<br />
David Thoreaux. “Vita nei boschi”, non a caso, fu il suo libro più importante.<br />
Il Villaggio <strong>degli</strong> Olandesi è un’area residenziale<br />
per chi non sopporta le aree<br />
residenziali.<br />
È nato negli anni ’70 da un gruppo <strong>di</strong><br />
olandesi - c’era da aspettarselo, visto il<br />
nome - che cercavano paesaggi oleografici<br />
nel Bel (a ragion veduta) paese.<br />
Un cancello arrugginito e si entra nel<br />
para<strong>di</strong>so dell’architetto paesaggista.<br />
Una cinquantina <strong>di</strong> nuclei familiari. Non<br />
solo dai Paesi Bassi. Molti arrivano da<br />
Germania, Stati Uniti, Inghilterra. Negli<br />
ultimi cinque anni sono arrivati anche<br />
gli italiani. In cerca <strong>di</strong> tranquillità fra le<br />
dolci colline sopra Torgiano.<br />
Il Centro Sant’Antonio è gestito dalla<br />
cooperativa omonima. O meglio, 150<br />
dei 200 ettari totali sono organizzati dal<br />
sodalizio. Questo si occupa della manutenzione delle strade, del verde<br />
e della cura del acquedotto privato che serve l’intera tenuta. Si può entrare<br />
a far parte della cooperativa solo se invitati da un altro membro.<br />
A questo punto il Consiglio d’amministrazione valuta il nuovo socio e<br />
nel caso va pagata una - generosa, anche se non precisata - quota<br />
d’iscrizione.<br />
Qui non si può cacciare, non si può andare a funghi. Gli inquilini non<br />
vogliono scocciature.<br />
La <strong>di</strong>screzione è assoluta. Le persone preferiscono star sole: sembra uno<br />
spaccato <strong>di</strong> “The village” <strong>di</strong> Night Shyamalan. Il film narrava <strong>di</strong> una co-<br />
SOCIETÀ 11<br />
La rivincita del “To<strong>di</strong>shire”<br />
Chiantishire<br />
«Il<br />
e la Maremma? Meglio To<strong>di</strong> e<br />
Spoleto». A <strong>di</strong>rlo era, <strong>di</strong>eci mesi fa, il New York<br />
Times “in persona”, in un articolo <strong>di</strong> Michelle<br />
Higgins. La giornalista americana consigliava testualmente<br />
<strong>di</strong> «stare lontani dal sole toscano», preferendo le dolci<br />
colline, i borghi me<strong>di</strong>evali e la buona cucina umbra. Altrettanto<br />
piacevoli, ma abbordabili con una spesa inferiore<br />
del 40-60 per cento. Prima del NYT, però, se ne erano<br />
accorti i turisti, americani e non solo, che da una decina<br />
d’anni a questa parte hanno spostato le loro mire<br />
sulla “sorella” meno famosa della super-gettonata Toscana.<br />
«La richiesta <strong>di</strong> case in Umbria da parte <strong>di</strong> stranieri<br />
– <strong>di</strong>ce Anna De Luca, dell’agenzia Umbria Real Estate,<br />
specializzata in case-vacanza – è aumentata negli ultimi<br />
<strong>di</strong>eci anni, soprattutto intorno a centri storici come To<strong>di</strong>,<br />
Orvieto, Assisi o Umbertide». Il trend positivo è continuato<br />
fino a circa un anno e mezzo fa. Negli ultimi mesi<br />
invece, secondo la Fiaip, Federazione Italiana Agenti<br />
Immobiliari Professionali «le compraven<strong>di</strong>te nella regione<br />
hanno registrato una moderata flessione della domanda<br />
e una <strong>di</strong>latazione dei tempi <strong>di</strong> collocazione sul mercato».<br />
Colpa della congiuntura economica e, per quanto<br />
riguarda gli americani, del dollaro debole. Sempre florido<br />
il mercato anglosassone, anche se, in generale, le cifre<br />
che i compratori sono <strong>di</strong>sposti a spendere si sono ridotte.<br />
«Si tratta <strong>di</strong> un settore particolare – commenta De Luca<br />
– che risente meno dei momenti <strong>di</strong> crisi. Quella nella<br />
campagna umbra non è mai la prima casa. La domanda<br />
proviene da fasce benestanti e rimane sempre alta».<br />
Ville, casali e ruderi vengono acquistati e ristrutturati<br />
come investimento: per trascorrervi le vacanze d’estate<br />
e affittarli in altri perio<strong>di</strong> dell’anno. Alcuni, poi, si trasferiscono<br />
in pianta stabile e acquistano strutture da a<strong>di</strong>bire<br />
a bed&breakfast e mettono in pie<strong>di</strong> piccole attività. Ma<br />
la “casa dei sogni” rimane il rudere o il casale, che conservi<br />
le caratteristiche architettoniche originarie e i materiali<br />
del tempo, dalla pietra al cotto. Gli inglesi, in particolare,<br />
non prendono nemmeno in considerazione casali<br />
nuovi o ristrutturati con materiali moderni. Fondamentale<br />
è anche la presenza <strong>di</strong> un’area verde intorno alla<br />
casa, dal semplice giar<strong>di</strong>no al piccolo appezzamento.<br />
E poi, la vista panoramica. «Materiali autentici, giar<strong>di</strong>no<br />
e posizione sono i tre criteri basilari <strong>di</strong> ogni richiesta da<br />
parte <strong>di</strong> stranieri – spiega De Luca. Molto importante è<br />
anche la privacy, le case devono essere isolate, o comunque<br />
a <strong>di</strong>stanza “<strong>di</strong> sicurezza” da altre abitazioni. E poi,<br />
Ville, casali e ruderi presi d’assalto da stranieri in cerca <strong>di</strong> quiete, cultura e antichi sapori. Come in Toscana, ma si spende<br />
la metà. Un mercato in crescita da <strong>di</strong>eci anni, nonostante crisi e dollaro debole. Orvieto, Assisi e Spoleto nella “top ten”<br />
lontane dal rumore e da strade trafficate.<br />
Perché Perugia e non Siena? - Innanzi<br />
tutto perché si spende meno. Ma non è<br />
l’unico motivo. Se fino a qualche anno fa<br />
la scelta dell’Umbria spesso costituiva un<br />
ripiego, dettato dall’esosità della campagna<br />
toscana, ora il quadro comincia a<br />
cambiare. Chi acquista casa conosce bene<br />
la regione e le sue peculiarità. Secondo<br />
Susan, scrittrice inglese che ha ristrutturato<br />
un rudere nella campagna <strong>di</strong> To<strong>di</strong>,<br />
«non è solo una questione <strong>di</strong> prezzi.<br />
Qui l’accoglienza della gente è più genuina.<br />
In altri luoghi si è persa questa autenticità e la<br />
popolazione si è fatta furba. Gli stranieri sono<br />
visti come fonte <strong>di</strong> red<strong>di</strong>to e sono al centro<br />
<strong>di</strong> un forte marketing». A invogliare gli stranieri<br />
a percorrere le vie dell’Umbria è, spesso,<br />
il passaparola, come racconta Daniele<br />
Profi<strong>di</strong>a, della struttura <strong>di</strong> Torre dell’Orsa.<br />
«La frase che sento più spesso – racconta<br />
– soprattutto dagli americani, è: “non sapevo<br />
che ci fossero tutte queste cose da vedere,<br />
in questa regione”». Infine, un altro<br />
elemento gioca a favore: la posizione “strategica”<br />
dell’Umbria, praticamente a metà<br />
strada tra due città come Firenze e Roma,<br />
raggiungibili in un paio d’ore <strong>di</strong> viaggio.<br />
Per tutti i gusti ma non per tutte le tasche<br />
- Casali e ruderi da ristrutturare, però,<br />
non sono per tutti. In genere il budget <strong>degli</strong><br />
acquirenti che “fanno mercato” non supera i<br />
300mila euro. Per questo sono molto richiesti<br />
anche appartamenti nei borghi me<strong>di</strong>evali,<br />
magari rimessi a nuovo, con piscina e campo da tennis.<br />
Senza mai rinunciare a un giar<strong>di</strong>no o a un terrazzo,<br />
da cui godersi il verde delle colline. Del resto, in<br />
Umbria si viene per stare all’aria aperta. Tra le zone<br />
più scelte c’è quella <strong>di</strong> Orvieto, preferita da inglesi e<br />
olandesi. Il Trasimeno richiama anche danesi, belgi, e<br />
svedesi. Poi ci sono Assisi, Città <strong>di</strong> Castello, Spoleto<br />
e, naturalmente, To<strong>di</strong>, la preferita <strong>degli</strong> inglesi. Quello<br />
dei sud<strong>di</strong>ti <strong>di</strong> Elisabetta per l’Umbria è un amore <strong>di</strong> vecchia<br />
data. “Nutrito” anche dalla passione per la buona<br />
tavola. Meglio tagliatelle al tartufo e un bicchiere <strong>di</strong> Sagrantino,<br />
che birra e fish and chips. PAOLA CERVELLI<br />
Sui colli <strong>di</strong> Torgiano sorge un villaggio abitato in maggioranza da persone provenienti dai Paesi Bassi<br />
Bettona, l’Olanda in miniatura<br />
L’INGRESSO DEL VILLAGGIO DEGLI OLANDESI SUI COLLI VICINI A BETTONA<br />
munità che si era del tutto isolata dal mondo. La vita qui è molto simile.<br />
Costumi <strong>di</strong> scena a parte.<br />
Ma chi sono gli abitanti del villaggio?<br />
Lo racconta Bregitta, una musicista tedesca che da circa un anno è venuta<br />
a vivere qui.<br />
«I miei vicini <strong>di</strong> casa? Ci sono vari artisti, alcuni pensionati, varie persone<br />
che vengono qui in ritiro spirituale. C’è anche una famiglia che gestisce<br />
un bed & breakfast. L’età me<strong>di</strong>a è<br />
piuttosto alta, però negli ultimi tempi sono<br />
arrivati anche molti giovani. È un periodo<br />
<strong>di</strong> cambiamento. È triste da <strong>di</strong>re, ma<br />
molti dei vecchi proprietari sono morti e<br />
le case sono cambiate <strong>di</strong> mano. Sono arrivati<br />
anche italiani. Anche una coppia <strong>di</strong><br />
ex giornalisti Rai si è trasferita qui».<br />
All’interno del villaggio vivono anche personaggi<br />
famosi nei paesi d’origine. Kurt<br />
Wenner è un artista californiano. È famoso<br />
in America come pittore <strong>di</strong> murales.<br />
Poi c’è un’attrice <strong>di</strong> fiction notissima in<br />
Olanda, e vari musicisti. Che in questo angolo<br />
<strong>di</strong> Umbria bucolica hanno ritrovato<br />
la gioia <strong>di</strong> essere illustri sconosciuti.<br />
«Le case qui sono costose – spiega Bregitta<br />
– eppure c’è sempre richiesta. Molti acquistano<br />
il casolare per le vacanze, ma per la maggior parte è una scelta<br />
<strong>di</strong> vita. Anche se non è facile stare qui. Siamo <strong>di</strong>stanti da tutto, gli anziani<br />
spesso si sentono troppo isolati e se ne vanno».<br />
Peter Schaar, immobiliarista <strong>di</strong> Utrecht che da cinque anni vive in Umbria<br />
spesso tratta e<strong>di</strong>fici del villaggio.<br />
«Sì, il centro <strong>di</strong> Bettona vive una fase <strong>di</strong> compraven<strong>di</strong>te intense. Anche<br />
se gli olandesi ultimamente sta scegliendo <strong>di</strong> più la zona <strong>di</strong> Pietralunga.<br />
Il villaggio è sempre più meta <strong>di</strong> italiani. Gli americani vanno a To<strong>di</strong>, i<br />
tedeschi si concentrano nella zona del lago. L’Umbria ha toccato il picco<br />
per ciò che riguarda le acquisizioni immobiliari dall’estero e ora è già<br />
DA TAMPA A TODI<br />
Cynthia Acree è nata a Tampa in Florida.<br />
Venticinque anni fa ha scelto <strong>di</strong><br />
vivere a To<strong>di</strong>, per amore. Ora gestisce<br />
un’agenzia immobiliare, la “Umbrian<br />
Estates”. I suoi clienti sono professionisti<br />
stranieri tra i 40-50 anni<br />
che acquistano vecchi casolari ristrutturati<br />
per le vacanze, in attesa <strong>di</strong> trasferirsi<br />
definitivamente una volta in<br />
CYNTHIA ACREE,<br />
pensione: «Scelgono l’Umbria per la<br />
AGENTE IMMOBILIARE<br />
qualità della vita. È un luogo affascinante,<br />
c’è un rapporto umano, un alone me<strong>di</strong>evale <strong>di</strong><br />
mistero, tempo mite e cibo genuino». Tutto bene,<br />
quin<strong>di</strong>? «Non proprio. Con l’euro forte gli statunitensi<br />
sono letteralmente scomparsi. Molti hanno deciso rinunciare<br />
ai propri investimenti. E, poi, i prezzi sono lievitati<br />
in modo eccessivo. Nel centro storico <strong>di</strong> To<strong>di</strong> si pagano<br />
4.000 euro al metro quadro, anche <strong>di</strong> più se si sceglie la<br />
campagna. E così molti immobili restano fermi a lungo sul<br />
mercato».<br />
Si <strong>di</strong>ce spesso che l’Umbria sia la nostra Florida, un buen<br />
ritiro per ricchi pensionati. Cynthia non ci sta: «La Florida<br />
è uno <strong>degli</strong> stati con più alta crescita negli Usa. Nascono<br />
zone residenziali, si trasferiscono molti giovani. Non è una<br />
meta per anziani». Come l’Umbria... G.C.<br />
A.A.A. CASTELLI CERCASI<br />
Posto strano, l’Umbria. Uno dei<br />
pochi al mondo che possiede<br />
un mercato immobiliare anche<br />
per i castelli. Se si fa un giro<br />
per le agenzie, si scopre che<br />
ci sono manieri per tutti i gusti.<br />
A Montone c’è un complesso<br />
con piscina che sorge<br />
attorno a una torre me<strong>di</strong>evale.<br />
Prezzo: 2 milioni e<br />
mezzo <strong>di</strong> euro. Ad Assisi un castello con relativa tenuta<br />
<strong>di</strong> 200 ettari è in ven<strong>di</strong>ta a nove milioni <strong>di</strong> euro<br />
sull’unghia. A Montesperello una cittadella <strong>di</strong> 3mila<br />
metri quadri domina la vallata. Così come a Paciano una<br />
rocca me<strong>di</strong>evale del 1300 è pronta per il miglior offerente.<br />
LA CASA DELL’ARTISTA KURT WENNER, CHE HA SCELTO QUESTA ZONA COME BUEN RITIRO<br />
in leggera flessione. Ora rimangono pochi casolari da ristrutturare e i<br />
prezzi sono raddoppiati rispetto a cinque anni fa. La gente si sta già spostando<br />
verso l’Abruzzo o le Marche. Anche se in Umbria esistono zone<br />
ancora poco battute. Orvieto, Spoleto, Amelia. Il sud della regione,<br />
insomma».<br />
La Toscana, spiega Schaar, non esiste più. Troppo cara, proprietà in ven<strong>di</strong>ta<br />
quasi zero.<br />
Ma come fanno gli stranieri a scoprire posti come il Villaggio <strong>degli</strong><br />
Olandesi?<br />
«All’estero ci sono varie fiere de<strong>di</strong>cate alle ‘properties’ italiane. Qui le<br />
agenzie promuovono i territori più ameni. In Olanda c’è ‘De smaak van<br />
Italië’, in Inghilterra ‘La dolce vita’. Qui le persone si informano, entrano<br />
in contatto con gli agenti in loco. Poi, nei perio<strong>di</strong> successivi, negli<br />
uffici <strong>degli</strong> interme<strong>di</strong>ari arrivano anche trenta richieste alla settimana.<br />
Persone che cercano casa in Umbria. Olandesi, sì, ma anche nuovi acquirenti.<br />
Che arrivano dalla Nuova Zelanda, dall’Australia, dalla Danimarca».<br />
Quale è l’identikit del vostro cliente?<br />
«L’Umbria non sta <strong>di</strong>ventando la Florida d’Italia. Non ci sono solo stranieri.<br />
Tanti giovani che vogliono lavorare nel settore dell’ospitalità si <strong>di</strong>rigono<br />
qua. Non ci sono solo i ricchi. Chiedono finanziamenti e mutui<br />
come tutti. E magari quando arrivano si aspettano tanto sole e un’estate<br />
<strong>di</strong> do<strong>di</strong>ci mesi. Molti scappano quando si accorgono <strong>di</strong> quanto sono<br />
rigi<strong>di</strong> gli inverni…». SAMUELE AMADORI
12 LA RISCOPERTA FEBBRAIO 2008<br />
Ci si mette seduti,<br />
magari vicino al<br />
camino, si pone<br />
una domanda sul proprio<br />
destino e, tirati i<br />
da<strong>di</strong>, si legge il responso.<br />
Nelle fredde sere<br />
d’inverno può capitare<br />
che un gioco ideato nel<br />
1482 possa ancora tenere compagnia e <strong>di</strong>vertire. Il libro<br />
delle Sorti del perugino Lorenzo Gualtieri, detto<br />
“Spirito” per il suo temperamento vivace, è una sorta<br />
<strong>di</strong> oracolo portatile, molto simile al cinese I Ching.<br />
Tanto simile, che già il grande storico delle immagini<br />
Aby Warburg aveva ipotizzato un legame fra la tra<strong>di</strong>zione<br />
<strong>di</strong>vinatoria orientale e quella europea, sostenendo<br />
che a fare da veicolo <strong>di</strong> trasmissione fosse<br />
stata la cultura araba. La sapienza orientale sarebbe<br />
così rinata nella cultura occidentale del Rinascimento.<br />
Dopo aver <strong>di</strong>vertito dame e cavalieri <strong>di</strong> tutta<br />
Europa in epoche remote, Il Libro delle Sorti aveva<br />
però finito per <strong>di</strong>ventare un cimelio da museo. A sottrarlo<br />
all’esilio dorato presso una delle più importanti<br />
biblioteche nazionali, la Marciana <strong>di</strong> Venezia,<br />
hanno contribuito stu<strong>di</strong>osi e appassionati bibliofili.<br />
La casa e<strong>di</strong>trice Franco Cosimo Panini ha poi<br />
ricostruito e riportato in circolazione<br />
l’opera, che oggi è in ven<strong>di</strong>ta sotto la<br />
forma <strong>di</strong> un esoso facsimile, presentato<br />
a Palazzo Bonucci a Perugia lo scorso 8<br />
febbraio.<br />
«Operette simili a questa, con giochi <strong>di</strong><br />
fortuna e <strong>di</strong> pre<strong>di</strong>zione ma <strong>di</strong> taglio più<br />
popolare, non erano infrequenti in epoca<br />
rinascimentale - spiega Silvia Urbini, la storica<br />
dell’arte che ha tolto dalla polvere il rarissimo<br />
manoscritto - l’opera del Gualtieri però,<br />
<strong>di</strong>venne un vero e proprio fenomeno e<strong>di</strong>toriale<br />
con decine <strong>di</strong> e<strong>di</strong>zioni in tutta Europa».<br />
Capostipite <strong>di</strong> un genere che fonde elementi <strong>di</strong><br />
cultura pagana alla tra<strong>di</strong>zione iconografica del<br />
Vecchio Testamento, il libro-gioco fa convivere<br />
nelle sue ricche illustrazioni profeti e segni zo<strong>di</strong>acali,<br />
animali mitologici e re.<br />
Segue dalla prima<br />
«È rara la sopravvivenza<br />
<strong>di</strong> questi giochi – continua<br />
la stu<strong>di</strong>osa- primo perché<br />
erano oggetti d’uso e quin<strong>di</strong><br />
fa cilmente deperibili e<br />
inoltre, perché furono condannati<br />
dal Concilio <strong>di</strong><br />
Trento e messi all’In<strong>di</strong>ce».<br />
La regola in materia <strong>di</strong> controllo<br />
librario fissava infatti<br />
<strong>di</strong>vieti relativi alle pratiche<br />
<strong>di</strong> previsione del futuro e<br />
or<strong>di</strong>nava: «I vescovi veglino<br />
attentamente affinché non<br />
Alessandro Fioriti ha 54 anni, altezza inferiore al metro<br />
e settanta e il fisico tozzo <strong>di</strong> un umbro <strong>di</strong> altri<br />
tempi, porta gran<strong>di</strong> basette lanuginose e baffi fin<br />
sotto il mento, un po’ anni Settanta, <strong>di</strong> un colore tra il castano, il biondo<br />
e il grigio; le mani sono gran<strong>di</strong> e nodose, da lavoratore. Quest’uomo<br />
dall’aspetto originale, oltre ad essere il beniamino dei <strong>di</strong>ntorni <strong>di</strong> Porta<br />
Pesa, è anche il protagonista <strong>di</strong> una storia tenera e singolare. Una storia<br />
che risale a quasi vent’anni fa, quando all’angolo fra via Imbriani e via<br />
del Carmine, tra i mattoni <strong>di</strong> un muro che racchiude un vecchio rifugio<br />
antiaereo, sbucò una piccola pianta <strong>di</strong> fico.<br />
Aspettiamo Sandro. Arriva a bordo <strong>di</strong> una 600 bianca. Parcheggia <strong>di</strong><br />
fronte al bar. Sul se<strong>di</strong>le posteriore un fascio<br />
<strong>di</strong> canne da pesca che spuntano<br />
dal finestrino e altra attrezzatura. «Mi<br />
cercavate?» <strong>di</strong>ce rivolgendosi a noi, «sono<br />
stato qualche giorno sull’alto Tevere».<br />
Sandro è così, non ha orari né un<br />
lavoro fisso, e tantomeno padroni. Va<br />
e viene come gli pare, come un gatto.<br />
E come un gatto <strong>di</strong> quartiere gira e<br />
controlla il suo territorio, si intrattiene<br />
con tutti, decide chi ci può stare e chi<br />
no. Un gruppo <strong>di</strong> ragazzi magrebini si<br />
<strong>di</strong>legua al suo arrivo, Fabio ci guarda<br />
con sorriso ammiccante: «Avete visto?<br />
Quando c’è lui questi lo sanno che non devono<br />
farsi vedere». Sandro non sopporta la<br />
presenza dei piccoli spacciatori. Li sgrida, li<br />
scaccia, li segnala alla polizia, rende loro la vita<br />
impossibile. I residenti ringraziano: «Fa bene» <strong>di</strong>cono<br />
tutti quelli che incontriamo.<br />
Quando la piantina <strong>di</strong> fico fece capolino in fondo<br />
alla scalinata <strong>di</strong> via del Carmine, qualcuno dei<br />
In Europa si contano sulla punta delle <strong>di</strong>ta, ma i miniaturisti non<br />
ci tengono a passare per una specie in via d’estinzione. L’Ars illuminan<strong>di</strong><br />
esiste ancora, anche se a praticarla secondo le regole<br />
dei maestri me<strong>di</strong>oevali sono rimasti in pochi. Attestata già<br />
nel III secolo in Egitto, la miniatura si <strong>di</strong>ffuse in Europa come<br />
reinterpretazione <strong>di</strong> modelli decorativi bizantini. Ebbe massima<br />
<strong>di</strong>ffusione dal XII secolo, quando nei laboratori <strong>degli</strong> amanuensi<br />
si copiavano e decoravano i co<strong>di</strong>ci classici che avrebbero costituito<br />
l’ossatura della cultura occidentale. Ivano Ziggiotti, miniaturista<br />
vicentino, coltiva la passione per i libri antichi fin da<br />
bambino e mentre parla, lavora a un leporello, un libro costituito<br />
da un foglio ripiegato più volte su sé stesso a mo’ <strong>di</strong> fisar-<br />
L’ARTE DELLA MINIATURA, UN SAPERE ANCORA VIVO<br />
IVANO ZIGGIOTTI NEL SUO LABORATORIO EDIZIONE MINIATA DE LE FAVOLE DI FEDRO<br />
Amore e morte, guerra e pace: profezie rinascimentali «per dare spasso a l’affannate mente»<br />
Il futuro come un gioco<br />
Torna a Perugia Il Libro delle Sorti <strong>di</strong> Spirito Gualtieri, raro scrigno <strong>di</strong> preziose miniature<br />
AL CENTRO: IL LIBRO DELLE SORTI.<br />
DA SINISTRA: LA RUOTA DELLA FORTUNA E LA SERIE DEI RE<br />
La storia<br />
vicini tentò a più riprese <strong>di</strong> estirparla, ma ad ogni tentativo la pianta «ricresceva<br />
più forte <strong>di</strong> prima» spiega Sandro. Così lui ha cominciato a prendersene<br />
cura, legandola ad un tutore, costruendo un vaso che le facesse<br />
vengano letti o posseduti libri (…)<br />
che abbiano la temerarietà <strong>di</strong> affermare<br />
il certo verificarsi <strong>di</strong> cose<br />
che toccano il futuro contingente,<br />
i casi fortuiti, le azioni umane che<br />
<strong>di</strong>pendono dalla volontà».<br />
Proprio il genere praticato dal<br />
Gualtieri, un personaggio descritto<br />
dalle cronache come libero, audace,<br />
intollerante e schernitore,<br />
che ricevette persino la scomunica<br />
per vilipen<strong>di</strong>o nei confronti del<br />
clero. La sua opera rientra in un<br />
variegato filone e<strong>di</strong>toriale e tema-<br />
Custo<strong>di</strong>sce le chiavi <strong>di</strong> tutto il vicinato e con lui gli abitanti si sentono più sicuri<br />
«Via Imbriani è casa mia»<br />
IN ALTO: ALESSANDRO IN STRADA CON IL SUO CANE.<br />
A SINISTRA: UNO SCORCIO DI VIA IMBRIANI<br />
monica. «Queste opere richiedono pazienza e tempi lunghissimi:<br />
per un leporello impiego un anno e mezzo». Il prezzo? «Non<br />
meno <strong>di</strong> 80-100mila euro». Nella bottega <strong>di</strong> Ivano, amanuense<br />
contemporaneo, si lavora solo con materiali originali: «In tanti<br />
si occupano <strong>di</strong> calligrafia o riproduzioni, ma sono in pochi a lavorare<br />
secondo la tra<strong>di</strong>zione antica». Pergamena, mine al piombo<br />
e inchiostro ferrogallico. Quanto ai colori, i maestri consigliano<br />
la cocciniglia per il rosso, lapislazzuli e malachite per gli<br />
azzurri e i ver<strong>di</strong>, mentre lo zafferano è l’ideale per i gialli. «Seguo<br />
il metodo <strong>di</strong> co<strong>di</strong>ci d’epoca – spiega Ivano - come il De Ars<br />
Illuminan<strong>di</strong>». In Italia esiste un’associazione calligrafi e, una rivista,<br />
Alumina, per gli appassionati del genere.<br />
tico che, pur essendo ritenuto<br />
“minore” dai filologi,<br />
resta un documento<br />
fondamentale per comprendere<br />
il gusto dell’epoca<br />
e una summa della<br />
cultura iconografica<br />
centro-italiana <strong>di</strong> fine<br />
Quattrocento. Scritto e<br />
in seguito decorato con un ricco apparato figurativo<br />
che presenta affinità stilistiche con opere coeve <strong>di</strong> Perugino<br />
e Raffaello (si veda il ciclo <strong>di</strong> affreschi del Nobile<br />
Collegio del Cambio <strong>di</strong> Perugia), il bel manoscritto<br />
circolava nei più eleganti salotti rinascimentali.<br />
Che sia un dubbio d’amore, una questione <strong>di</strong> sol<strong>di</strong><br />
o salute, il Libro delle Sorti conduce il giocatore ad un<br />
responso in rima attraverso il suo appassionante meccanismo:<br />
dalla Ruota della Fortuna ad una delle 56 terzine<br />
dei profeti si gioca passando attraverso re, allegorie<br />
e sfere celesti. Il tutto illustrato ad arte da un<br />
ignoto miniaturista dell’epoca.<br />
Chiedendo “Se è buono toglier marito”, domanda<br />
che nella Ruota della Fortuna è abbinata al re Carlo,<br />
potrà capitare <strong>di</strong> esser condotti dai numeri alla terzina<br />
del profeta Abramo: “Figlia <strong>di</strong> gran bellezza e virtù<br />
piena / Per mio consiglio ataccati a lo<br />
sposo / Per la cui cosa avrai vita<br />
serena” o a quella <strong>di</strong> Matusalemme:<br />
“Lo sposo fa per te figliola mia /<br />
Che lo stare sola ti fa paurosa / Fa<br />
che tu intende la mia profezia”.<br />
Tra il quesito e le incoraggianti rime,<br />
tappe obbligate sono i venti re incorniciati<br />
da ghirlande, quin<strong>di</strong> le tavole <strong>degli</strong><br />
animali circondate dalle combinazioni dei<br />
da<strong>di</strong> che in<strong>di</strong>cano la tappa successiva, la<br />
ruota del segno zo<strong>di</strong>acale circondato da<br />
fiumi: ci sono anche il Chiascio, il Nera, il<br />
Genna, che al Gualtieri dovevano essere<br />
molto familiari.<br />
Ad ognuno <strong>di</strong> essi è associato il nome <strong>di</strong> un<br />
profeta e il numero <strong>di</strong> un versetto. Nella ruota<br />
che prelude all’oracolo è racchiusa dunque la<br />
vostra sorte. Buona fortuna.<br />
da protezione e, al momento giusto, potandola perché<br />
non intralciasse il passaggio. Per evitare che altri<br />
tentassero <strong>di</strong> <strong>di</strong>struggerla aveva anche messo un<br />
piccolo cartello che recitava: «Se hai rispetto della natura, rispetta anche<br />
me, che sono un piccolo e grazioso fico». Ma Sandro non si è accontentato<br />
<strong>di</strong> far crescere il fico. Assecondando la sua inclinazione per la botanica,<br />
lungo un gran tratto <strong>di</strong> via Imbriani, ha sistemato piante <strong>di</strong> ogni<br />
genere: edere, felci, Ficus Benjamin, piante grasse e tutto quello che gli è<br />
capitato <strong>di</strong> trovare in giro.<br />
La mattina seguente ci ve<strong>di</strong>amo sotto il suo fico, che oggi è un albero<br />
<strong>di</strong> quattro o cinque metri d’altezza. Ci invita a prendere un caffè perché,<br />
nonostante sia mezzogiorno, si è appena svegliato. Si avvia sicuro<br />
verso l’entrata posteriore della scuola elementare “Montessori” apre, si<br />
piazza <strong>di</strong> fronte alla macchina del caffè e ne offre a tutti, comprese le<br />
maestre con cui scambia un po’ <strong>di</strong> chiacchiere. La preside ci spiega: «Sandro<br />
ha le chiavi della scuola perché qui intorno controlla ogni cosa, se<br />
persone poco affinabili girano nei paraggi ci pensa lui ad allontanarle e<br />
noi stiamo più tranquilli».<br />
Camminando con lui si capisce che questo è il suo regno, le persone<br />
lo salutano dalle finestre, si fermano a parlargli, i negozianti non gli chiedono<br />
nemmeno <strong>di</strong> pagare. Guardando l’enorme mazzo <strong>di</strong> chiavi che si<br />
porta <strong>di</strong>etro attaccato ad un lungo laccio giallo, non si può fare a meno<br />
<strong>di</strong> pensare che abbia le chiavi dell’intero vicinato.<br />
Sandro è uno <strong>degli</strong> ultimi rappresentanti <strong>di</strong> un modo antico <strong>di</strong> vivere<br />
la comunità in cui si è nati. Un modo fatto <strong>di</strong> solidarietà e <strong>di</strong> cura, <strong>di</strong><br />
rapporti interpersonali e <strong>di</strong> lavoro alla giornata. È il custode <strong>di</strong> questo<br />
quartiere e del quartiere conosce la storia. «Qui, quando ero piccolo<br />
c’erano le donnine - <strong>di</strong>ce in<strong>di</strong>cando un vicolo - mi regalavano le caramelle,<br />
mi hanno cresciuto come un figlio. Quando arrivò la legge Merlìn<br />
molte <strong>di</strong> loro si sposarono e continuarono a vivere qui. Erano persone<br />
straor<strong>di</strong>narie. Ancora oggi vado a portare fiori sulle loro tombe».<br />
PAGINA A CURA DI<br />
ROBERTA MANCINELLI E STEFANO MARCUCCI