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Rivista n. 14 - Biblioteca Provinciale di Foggia La Magna Capitana

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Angelo Cavallo<br />

<strong>La</strong> musica che cammina<br />

<strong>di</strong> Angelo Cavallo<br />

Quando si parla <strong>di</strong> musica, bisogna dare coor<strong>di</strong>nate ben precise per non perdersi<br />

nella sua vastità. Le mie in<strong>di</strong>cazioni si riferiscono alla musica d’autore internazionale<br />

e alle contaminazioni sonore dei compositori contemporanei. A quelli<br />

che in questo presente usano linguaggi interessanti, per questo apprezzati e compresi<br />

in più luoghi del globo. I loro nomi non sono popolari, per una città <strong>di</strong> provincia,<br />

ma sono tali se li consideriamo mon<strong>di</strong>ali. Ricordo negli anni ’80 un memorabile<br />

concerto <strong>di</strong> Cick Corea in piazza XX Settembre a <strong>Foggia</strong>, organizzato dall’Ente<br />

<strong>Provinciale</strong>. E la mia fortuna nell’anno 2000 <strong>di</strong> aver potuto organizzare quello<br />

<strong>di</strong> Trilok Gurtu sempre a <strong>Foggia</strong>. Due presenze importanti che hanno riempito<br />

le piazze con migliaia <strong>di</strong> giovani appassionati, per buona metà <strong>di</strong> loro venuti da<br />

altre città. Qui accadeva qualcosa e solo qui era possibile assistervi.<br />

Da un punto <strong>di</strong> vista quantitativo la musica, in generale, nella provincia <strong>di</strong><br />

<strong>Foggia</strong> abbonda. È dalla metà degli anni ’90 che i comuni, le proloco, hanno iniziato<br />

a comprendere la necessità dell’offerta musicale, anche se relegata alla stagione<br />

estiva. <strong>La</strong> perplessità che avverto è il ritardato, rispetto ad altre realtà, salto <strong>di</strong> qualità,<br />

che ancora si tentenna a compiere. Gli impresari <strong>di</strong> musica leggera sod<strong>di</strong>sfano<br />

gran parte del pubblico, rischiando i propri sol<strong>di</strong> con concerti a pagamento in sta<strong>di</strong><br />

e anfiteatri. Le sagre e feste patronali il gusto nazionalpopolare. I festival folk, pur<br />

se avvitati su se stessi, per mancanza <strong>di</strong> proposte intriganti, fanno il turnover degli<br />

unici nomi possibili, appagando i neo fans del genere. <strong>La</strong> musica d’autore nazionale<br />

ed internazionale non ha ancora trovato la sua giusta collocazione nella <strong>Capitana</strong>ta.<br />

Eppure i loro cachet, in alcuni casi, sono più bassi delle nostre star. Le loro esibizioni<br />

fanno forte richiamo <strong>di</strong> pubblico a largo raggio.<br />

Gli enologi dei vitigni Negroamaro, gli amministratori delle pubbliche istituzioni,<br />

gli operatori musicali, insieme al ritmo terapeutico del basso Salento hanno<br />

fatto squadra. Una scommessa vinta. Una scommessa e un trionfo <strong>di</strong>ffuso tra tutti i<br />

salentini. Il popolo <strong>di</strong> viaggiatori migra <strong>di</strong> paese in paese, tra Melpignano e Sternatia,<br />

<strong>di</strong>sseminando economia tra case d’affitto, agriturismi, campings e piccoli hotels. Il<br />

turismo è <strong>di</strong>ventato una conseguenza.<br />

Emulare l’esperienza del Salento però, sarebbe un grande sbaglio. Dalle nostre<br />

parti, le aspettative <strong>di</strong> sviluppo economico e culturale sono ancora <strong>di</strong>verse <strong>di</strong><br />

paese in paese e <strong>di</strong> ente in ente. Non sono una faccia della stessa medaglia. L’offerta<br />

vacanze della costa, è basata su un soggiorno vivibile quasi per intero nel centro<br />

vacanze. Tutto ciò che si muove fuori da esso è considerato un contrasto. L’esigen-<br />

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<strong>La</strong> musica che cammina<br />

za della città capoluogo è un’altra. I faccioni dei cantanti neomelo<strong>di</strong>ci affissi nel<br />

capoluogo hanno buttato nel baratro ogni tentativo <strong>di</strong> risalita, istigando a non perseguirla<br />

la risalita ma <strong>di</strong> continuare a scavare, in giù. A confronto i tormentoni<br />

estivi sulla costa sono <strong>di</strong>ventati quasi boccate d’ossigeno e i balli <strong>di</strong> gruppo eventi<br />

culturali. <strong>La</strong> sensazione che si avverte è quella <strong>di</strong> avere tante <strong>di</strong>verse esigenze. Ma se<br />

la musica <strong>di</strong> cui parlo farebbe da richiamo, sarebbe réclame, farebbe del bene a un<br />

turismo <strong>di</strong> qualità, farebbe del bene soprattutto a quella parte <strong>di</strong> popolo <strong>di</strong> giovani<br />

e meno giovani che vivono qui tutto l’anno. A quelli che non si identificano nel<br />

grande karaoke <strong>di</strong> nani e ballerine delle TV. Bisogna pensare iniziative contemporanee<br />

col mondo. Approfittando <strong>di</strong> questa epoca desolata per riflettere e scommettere<br />

ancora. Ivan Lins, Gil, Veloso, Evora, devono essere i futuri nomi possibili<br />

anche per la gente <strong>di</strong> <strong>Capitana</strong>ta. L’esportazione <strong>di</strong> musica popolare della provincia<br />

è in parte riuscita, <strong>di</strong> più non credo si poteva fare. I cantori <strong>di</strong> Carpino girano e<br />

incidono CD. Sono più noti <strong>di</strong> prima. Matteo Salvatore ha avuto la sua consacrazione<br />

in teatri e festivals ed una buona considerazione dalla stampa nazionale. <strong>La</strong><br />

limitata considerazione del nostro folk è stata anche in parte vinta. Quello che ci si<br />

aspetta dal futuro è un incoming, per usare un gergo da agenzia viaggi, <strong>di</strong> altra musica<br />

buona verso <strong>di</strong> noi. Il tentativo del 1998 <strong>di</strong> formare un Consorzio Festival <strong>di</strong><br />

<strong>Capitana</strong>ta, deve essere ripreso. Magari non con le idee <strong>di</strong> quel tempo. Magari dopo<br />

una conta, allargarlo oltre la musica. A quanti possano essere utili alla causa. <strong>La</strong><br />

causa: siccome nessuno sente il bisogno <strong>di</strong> avventurarsi in donchisciottesche missioni,<br />

per il nome <strong>di</strong> una terra, l’intelligenza <strong>di</strong> chi tesserà questa ipotetica rete sarà<br />

quella <strong>di</strong> cogliere le singole capacità specifiche <strong>di</strong> quanti vivono e lavorano ancora<br />

qui. Auspicabile un convegno sul tema, lontano ma molto lontano dalle date delle<br />

elezioni.<br />

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