1977 parte I (file pdf - Kb. 842) - Biblioteca Provinciale di Foggia La ...
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LINEE PROGRAMMATICHE DI ACCORDO<br />
TRA LE FORZE DEMOCRATICHE E ANTIFASCIS TE<br />
PER L’AMMINISTRAZIONE PROVINCIALE<br />
DI CAPITANATA<br />
(presentate nella seduta consiliare del 18-10-1976 dal Consigliere Michele Berar<strong>di</strong><br />
a nome dei gruppi consiliari del PCI, PSI, PSDI)<br />
Il voto del 20 Giugno ha aperto una situazione politica nuova nel<br />
Consiglio <strong>Provinciale</strong> <strong>di</strong> Capitanata, non solo per il mutato rapporto<br />
numerico delle rappresentanze consiliari, ma soprattutto perché ha in<strong>di</strong>cato<br />
una volontà <strong>di</strong> cambiamento che si è espressa in uno spostamento<br />
a sinistra dell’elettorato. Tale risultato traduce la volontà <strong>di</strong> rinnovamento<br />
economico, politico e morale, manifestata, peraltro, già nel<br />
corso <strong>di</strong> lunghe lotte delle masse lavoratrici. A fronte <strong>di</strong> questa decisa<br />
volontà popolare, il Paese tutto e, segnatamente, la nostra Provincia<br />
attraversano una grave crisi economica e sociale, aggravata dalla inadeguatezza<br />
delle strutture pubbliche a garantire efficaci e tempestivi<br />
interventi, corrispondenti alle esigenze <strong>di</strong> occupazione, soprattutto<br />
giovanile e femminile, <strong>di</strong> servizi sociali efficienti, <strong>di</strong> nuovo sviluppo<br />
culturale.<br />
I partiti dell’arco costituzionale, riconoscendo l’urgenza e la gravità<br />
della situazione, si ritrovano, concor<strong>di</strong>, nel « documento <strong>di</strong> intesa<br />
politica» sottoscritto l’11 Settembre 1976 dalla D.C., dal P.C.I., dal<br />
P.S.I., dal P.R.I., dal P.S.D.I. e dal P.L.I. nel « concorrere » alla « definizione<br />
» « <strong>di</strong> precise scelte politiche e programmatiche », « per una<br />
vigorosa iniziativa intesa ad intensificare l’azione per lo sviluppo sociale,<br />
economico e culturale della Capitanata ». Il confronto successivamente<br />
svoltosi nel Consiglio <strong>Provinciale</strong>, nella seduta del 21 settembre<br />
u.s., registrava, sul terreno delle soluzioni politiche, un sostan-<br />
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LINEE PROGRAMMATICHE_____________________________________________________________________<br />
ziale ripensamento del gruppo D.C., il quale, pur esprimendo elementi<br />
importanti <strong>di</strong> novità, tendenti a superare preclusioni e pregiu<strong>di</strong>ziali <strong>di</strong><br />
principio, nei rapporti tra le forze politiche democratiche, respingeva<br />
ogni ipotesi <strong>di</strong> soluzioni fondate sulla più ampia solidarietà tra i partiti<br />
dell’arco costituzionale.<br />
Il P.C.I., il P.S.I. e il P.S.D.I., quin<strong>di</strong>, tenuto conto della gravità<br />
della crisi, che investe in modo drammatico la nostra Provincia (si<br />
pensi al drammatico evento che ha colpito nella con<strong>di</strong>zione umana e<br />
materiale i lavoratori <strong>di</strong> Manfredonia al cui fianco la Provincia sarà<br />
con una solidarietà concreta e responsabile), pur considerando tuttora<br />
valido — nel quadro <strong>di</strong> una politica tesa alle più ampie solidarietà democratiche<br />
— l’invito rivolto alla D.C., per una intesa politico-istituzionale<br />
e programmatica, hanno deciso <strong>di</strong> dare vita ad una coalizione<br />
esprimente un programma, che si avvale anche dell’apporto del<br />
P.R.I. e del P.L.I.<br />
Questo accordo, pertanto, si pone:<br />
— nello spirito del risultato elettorale del 20 Giugno;<br />
— nell’ambito dell’intesa politica <strong>di</strong> cui al documento dell’11 Settembre<br />
1976, sottoscritto da tutti i partiti dell’arco costituzionale;<br />
— nel contesto programmatico per l’iniziativa del governo regionale,<br />
unitariamente elaborato dalle forze politiche aderenti, come contributo<br />
e stimolo a realizzarlo, in un confronto ed in un apporto, insieme<br />
pluralistico e unitario;<br />
il tutto con la volontà <strong>di</strong> esercitare concretamente, attraverso il sistema<br />
delle autonomie locali, la funzione propulsiva ad esse assegnata dalla<br />
Costituzione Repubblicana.<br />
Si tratta <strong>di</strong> operare su due <strong>di</strong>rettrici che pur presentando reciproci<br />
momenti <strong>di</strong> autonomia sono fra loro collegate:<br />
a) nella <strong>di</strong>rezione <strong>di</strong> provve<strong>di</strong>menti capaci <strong>di</strong> incidere imme<strong>di</strong>atamente<br />
sulla gravità della situazione e <strong>di</strong> contribuire ad avviare una ripresa<br />
della situazione e <strong>di</strong> contribuire ad avviare una ripresa produttiva<br />
ed occupazionale fondata sui consumi prioritari e sociali, tenendo<br />
presente i risultati della recente Conferenza sull’occupazione ed in<br />
essa il decisivo apporto unitario dei sindacati, utilizzando un fondamentale<br />
strumento unitario: il Comitato permanente per l’occupazione<br />
e lo sviluppo;<br />
b) su una linea complessiva che guar<strong>di</strong> alla Provincia come a una<br />
2
_____________________________________________________________________LINEE PROGRAMMATICHE<br />
delle se<strong>di</strong> fondamentali del confronto ideale, politico e culturale, e<br />
come ad una delle istituzioni a cui è affidata la crescita dello Stato<br />
fondato sulle autonomie. A tal fine va riattivato ed impegnato in<br />
modo permanente il Comitato Unitario Antifascista, anche come<br />
istanza culturale <strong>di</strong> esaltazione e <strong>di</strong> sviluppo della coscienza democratica.<br />
I capisal<strong>di</strong> fondamentali <strong>di</strong> tale impostazione sono:<br />
1) il decentramento e la riforma democratica dello Stato;<br />
2) l’espansione e la riconversione delle basi produttive, agricole e industriali<br />
della Regione e della Provincia attraverso una programmazione<br />
democratica;<br />
3) la qualificazione dell’attività terziaria e dei servizi, nel quadro <strong>di</strong><br />
nuovi in<strong>di</strong>rizzi nazionali per lo sviluppo economico, sociale e democratico<br />
del Paese.<br />
In rapporto a tali <strong>di</strong>rettrici <strong>di</strong> marcia saranno affrontate le questioni<br />
<strong>di</strong> maggiore drammaticità con misure <strong>di</strong> emergenza raccordate alle linee<br />
programmatiche generali e ad un programma <strong>di</strong> più lungo respiro<br />
che si colleghi alla realizzazione <strong>di</strong> un nuovo sviluppo economico, sociale<br />
e culturale della Puglia, secondo le linee che è ormai necessario<br />
siano in<strong>di</strong>cate in un piano Regionale <strong>di</strong> sviluppo, al quale il Consiglio<br />
<strong>Provinciale</strong> <strong>di</strong> <strong>Foggia</strong> intende dare il suo contributo <strong>di</strong> <strong>parte</strong>cipazione<br />
e <strong>di</strong> intervento.<br />
Con questa ispirazione, con la consapevolezza della responsabilità<br />
che loro compete, le forze politiche democratiche, antifasciste, <strong>parte</strong>cipanti<br />
alla <strong>di</strong>rezione della Provincia, ciascuna con pari <strong>di</strong>gnità, con il<br />
proprio patrimonio ideale e politico e con la propria autonomia, impegnate<br />
a cogliere le più profonde aspirazioni <strong>di</strong> giustizia e <strong>di</strong> cambiamento<br />
presenti nella società, opereranno per una amministrazione onesta,<br />
efficiente e democratica, aperta ai più ampi contributi<br />
dell’Assemblea e del movimento democratico.<br />
A tale scopo vogliamo in<strong>di</strong>care brevemente gli<br />
Obiettivi <strong>di</strong> lotta della provincia per un <strong>di</strong>verso tipo <strong>di</strong> sviluppo.<br />
Partiamo dalla crisi economica che si proietta nella regione con un<br />
processo <strong>di</strong> <strong>di</strong>sor<strong>di</strong>nata e <strong>di</strong>storta ristrutturazione industriale, col travaglio<br />
delle produzioni fondamentali nelle campagne e con una conseguente<br />
restrizione della base produttiva.<br />
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LINEE PROGRAMMATICHE_____________________________________________________________________<br />
Ciò è a <strong>Foggia</strong> testimoniato dalla minacciata decisione <strong>di</strong> smantellamento<br />
della <strong>La</strong>nerossi da <strong>parte</strong> della Tescon, con la quale è necessario<br />
riconsiderare il piano <strong>di</strong> riconversione:<br />
— dalla cris i della fabbrica <strong>di</strong> confezioni IMAR<br />
— dalla chiusura <strong>di</strong> piccole imprese e dalle <strong>di</strong>fficoltà <strong>di</strong> quelle gravitanti<br />
nell’area delle attività e<strong>di</strong>lizie ed estrattive<br />
— dalla liquidazione definitiva della miniera <strong>di</strong> S. Giovanni Rotondo<br />
— dal pericolo che sovrasta la Ajnomoto Insud ed altre fabbriche<br />
— dall’ormai svanita illusione dell’Aeritalia<br />
— dal ritardo nella costruzione della fabbrica <strong>di</strong> Motori Diesel (Sofim)<br />
— dalla crisi della Cartiera e dai problemi connessi al piano delle Ferrovie<br />
— dal crescere della <strong>di</strong>soccupazione, dell’inoccupazione, specialmente<br />
<strong>di</strong> giovani <strong>di</strong>plomati e laureati<br />
— dal raddoppiato numero <strong>di</strong> ore <strong>di</strong> cassa <strong>di</strong> integrazione e dalla chiusura<br />
dei tra<strong>di</strong>zionali sbocchi dell’emigrazione<br />
— dalla gravissima situazione, esemplificata dalla fabbrica ANIC <strong>di</strong><br />
Manfredonia: è questo un caso emblematico della con<strong>di</strong>zione delle<br />
strutture industriali della provincia, in cui la precarietà degli assetti<br />
occupazionali e produttivi si coniuga ad una sostanziale inadeguatezza<br />
delle misure in<strong>di</strong>spensabili <strong>di</strong> <strong>di</strong>fesa dell’ambiente e della<br />
salute delle popolazioni.<br />
Dopo il fallimento della cosiddetta « strategia » dei poli <strong>di</strong> sviluppo<br />
industriale e turistico e delle integrazioni comunitarie, si pone oggettivamente<br />
l’esigenza del rilancio <strong>di</strong> una visione alternativa dello sviluppo<br />
che faccia leva sulla realizzazione del progetto speciale per<br />
l’utilizzazione intersettoriale delle acque, degli schemi idrici nelle regioni<br />
Puglia e Basilicata e, quin<strong>di</strong>, sulla irrigazione, sulla trasformazione<br />
agraria e sull’industrializzazione del Tavoliere, (bietola, pomodoro,<br />
uva, olio, ortofrutta), sul recupero delle terre incolte, sulla forestazione<br />
e lo sviluppo della zootecnia, sulla unificazione dei contratti<br />
agrari in quello <strong>di</strong> fitto, sullo sviluppo della cooperazione e<br />
dell’associazionismo, nella battaglia per la revisione delle norme comunitarie,<br />
per la utilizzazione piena e la valorizzazione delle risorse<br />
tutte.<br />
Attenzione particolare va posta alla utilizzazione delle risorse proprie<br />
del nostro territorio, per una loro maggiore incidenza sullo sviluppo<br />
economico della provincia: dal metano alle saline <strong>di</strong> Margherita<br />
<strong>di</strong> Savoia, dalla pietra <strong>di</strong> Apricena, alle sorgenti <strong>di</strong> acque minerali, alla<br />
bauxite, ecc.<br />
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_____________________________________________________________________LINEE PROGRAMMATICHE<br />
Solo così può profilarsi la possibilità reale <strong>di</strong> creare rapidamente<br />
una grande area attrezzata per uno sviluppo integrato agro-industrialecommerciale-turistico<br />
nella seconda grande pianura d’Italia, nella quale<br />
sia possibile combinare l’utilizzazione dei semilavorati, dei gran<strong>di</strong><br />
complessi industriali <strong>di</strong> base, le risorse umane e materiali della nostra<br />
terra, e pervenire a processi <strong>di</strong> sviluppo indotto, <strong>di</strong> ricerca <strong>di</strong> nuove<br />
tecnologie, non solo in relazione all’agricoltura, ma anche in <strong>di</strong>rezione<br />
<strong>di</strong> settori trainanti, dando un contributo alla risoluzione dei problemi<br />
produttivi nazionali, al superamento del carovita, in una nuova visione<br />
non <strong>di</strong> contrapposizione, ma <strong>di</strong> riequilibrio dei vari settori economici e<br />
del territorio.<br />
Questo programma va perseguito unitamente al rilancio della e<strong>di</strong>lizia<br />
pubblica, scolastica, abitativa popolare, alla realizzazione <strong>di</strong> infrastrutture<br />
sociali, alla attuazione degli investimenti e delle opere promosse<br />
dai governi dopo le forti lotte sindacali, alla valorizzazione dei<br />
laghi e allo sviluppo <strong>di</strong> una moderna produzione ittica, <strong>di</strong> un turismo<br />
<strong>di</strong> massa.<br />
Si deve por mano, inoltre, alla creazione del Terzo centro Universitario<br />
pugliese, già sottoposto a delibera del CIPE,<br />
— ad un piano <strong>di</strong> emergenza per l’occupazione giovanile e femminile<br />
— al sostegno prioritario, in un preciso quadro <strong>di</strong> riferimento, delle<br />
piccole e me<strong>di</strong>e imprese agricole, industriali, commerciali, artigianali.<br />
Nel breve periodo, questo programma può costituire il binario obbligato<br />
per il rilancio <strong>di</strong> una nuova espansione produttiva e per lo sviluppo<br />
dell’occupazione, essere quin<strong>di</strong> un contributo alla rinascita del<br />
Mezzogiorno, <strong>parte</strong>ndo dall’esperienza reale delle masse popolari e<br />
dai loro obiettivi <strong>di</strong> lotta.<br />
Solo così la provincia <strong>di</strong> <strong>Foggia</strong> può collegarsi ad un processo <strong>di</strong><br />
riconversione nazionale dell’apparato produttivo e <strong>parte</strong>ciparvi da protagonista,<br />
con una propria peculiare identità. In questa <strong>di</strong>rezione l’amministrazione<br />
provinciale dovrà muoversi promuovendo iniziative <strong>di</strong><br />
lotta, <strong>di</strong> confronto, <strong>di</strong> incontro, tra gli EE.LL., i sindacati e le forze politiche<br />
e culturali:<br />
— stimolando l’iniziativa politica e legislativa della Regione e la<br />
redazione <strong>di</strong> un piano regionale <strong>di</strong> sviluppo democraticamente definito<br />
contribuendo alla creazione <strong>di</strong> strutture programmatorie comprensoriali,<br />
ai piani zonali, ai nuovi in<strong>di</strong>rizzi culturali e alla selezione degli<br />
investimenti;<br />
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LINEE PROGRAMMATICHE_____________________________________________________________________<br />
— battendosi per una applicazione integrale e rapida della legge 183<br />
sui nuovi finanziamenti per il Mezzogiorno, per la loro utilizzazione<br />
in modo nuovo, per progetti integrati <strong>di</strong> sviluppo;<br />
— per l’esercizio dei nuovi poteri delle Regioni e degli EE.LL.;<br />
— per il superamento della Cassa per il Mezzogiorno.<br />
A tal fine va anche considerata l’esigenza <strong>di</strong> affermare la priorità<br />
<strong>di</strong> nuovi impianti, pur ammodernando quelli preesistenti, e va sottolineato<br />
il carattere aggiuntivo e non sostitutivo dei nuovi finanziamenti<br />
generali nazionali in or<strong>di</strong>ne a riconversioni produttive, anche in riferimento<br />
alle <strong>di</strong>chiarazioni programmatiche del Governo nazionale.<br />
Per quel che riguarda la<br />
Programmazione.<br />
L’Amministrazione <strong>Provinciale</strong> deve pianificare i bisogni emergenti<br />
ed i mezzi e le risorse reperibili (eliminando drasticamente sprechi<br />
e spese inutili) secondo criteri <strong>di</strong> priorità, <strong>di</strong> rigore e <strong>di</strong> razionalità<br />
democraticamente definiti. I bilanci devono essere incentrati sulle<br />
priorità realizzabili nel corso <strong>di</strong> un esercizio finanziario. Dato il limite<br />
delle risorse potranno configurarsi realizzazioni graduali per stralci <strong>di</strong><br />
progetti da completare con l’impegno <strong>di</strong> spesa <strong>di</strong> più bilanci. In questo<br />
caso possono configurarsi bilanci poliennali. I lavori per il bilancio<br />
<strong>1977</strong> devono avviarsi imme<strong>di</strong>atamente in modo da garantire un’ampia<br />
consultazione e possibilmente, l’approvazione nei termini <strong>di</strong> legge.<br />
Ai fini della pianificazione e della gestione la Provincia dovrà dotarsi<br />
<strong>di</strong> una adeguata attrezzatura tecnico-scientifica e <strong>di</strong> dati conoscitivi<br />
necessari, utilizzando, ristrutturandoli, i suoi uffici tecnici, creando<br />
un Ufficio stu<strong>di</strong> che si avvalga anche <strong>di</strong> collaborazioni esterne<br />
con istituti qualificati, borsisti e contrattisti; utilizzando inoltre pienamente<br />
le strutture e il personale già esistenti presso la <strong>Biblioteca</strong> <strong>Provinciale</strong><br />
e la Scuola Superiore <strong>di</strong> Sicurezza e Servizio Sociale.<br />
Partecipazione.<br />
Un fatto costante dell’Amministrazione <strong>Provinciale</strong> dev’essere la<br />
<strong>parte</strong>cipazione, la consultazione, il confronto ed il <strong>di</strong>battito con le forze<br />
politiche democratiche, cooperative, con le organizzazioni sindacali<br />
dei lavoratori, impren<strong>di</strong>toriali e settoriali; con il mondo della scuola e<br />
con gli operatori sociali e sanitari; con i Comuni, le Comunità montane,<br />
i Comprensori, i Consigli <strong>di</strong> quartiere, <strong>di</strong> fabbrica e le altre istitu-<br />
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_____________________________________________________________________LINEE PROGRAMMATICHE<br />
zioni democratiche per arricchire e sollecitare sempre <strong>di</strong> più la <strong>parte</strong>cipazione<br />
popolare alla vita del Consiglio <strong>Provinciale</strong>.<br />
<strong>La</strong> priorità dei Comprensori.<br />
Nel contesto dell’azione per la conquista <strong>di</strong> un ruolo nuovo della<br />
Provincia e <strong>di</strong> mezzi adeguati, <strong>di</strong>venta decisiva e prioritaria<br />
l’iniziativa per la costituzione (d’intesa con i Comuni interessati, e recependo<br />
la spinta in atto delle forze sociali, politiche e sindacali) dei<br />
comprensori <strong>di</strong> pianura, del Basso e dell’Alto Tavoliere.<br />
Questi, con le comunità montane del Gargano e del Subappennino<br />
meri<strong>di</strong>onale e settentrionale già avviate a vita sia pure stentata, costituiscono<br />
gli organi primari <strong>di</strong> una programmazione articolata che va<br />
però coor<strong>di</strong>nata e vista in un <strong>di</strong>segno <strong>di</strong> carattere provinciale e regionale.<br />
L’azione <strong>di</strong> promozione, <strong>di</strong> sostegno e <strong>di</strong> coor<strong>di</strong>namento, d’intesa<br />
con la regione e con i comuni, deve investire anche la creazione:<br />
— dei bacini <strong>di</strong> traffico;<br />
— delle unità socio-sanitarie;<br />
— <strong>di</strong> una nuova rete commerciale;<br />
— dei <strong>di</strong>stretti scolastici e delle strutture culturali, operando per la regionalizzazione<br />
dei Centri <strong>di</strong> servizio culturale delegandone la gestione<br />
agli EE.LL. e in collegamento con gli organi democratici<br />
della scuola, nonché per un potenziamento e una ristrutturazione<br />
comprensoriale del Sistema <strong>Biblioteca</strong>rio <strong>Provinciale</strong>.<br />
Per il loro avvio e per il loro pieno funzionamento, ponendo anche<br />
a <strong>di</strong>sposizione propri mezzi, uffici, servizi e capacità, la Provincia opererà<br />
con l’obiettivo anche <strong>di</strong> favorire e agevolare il collegamento<br />
coi comuni, i comprensori e le comunità montane. Nell’affermarsi <strong>di</strong><br />
questo « nuovo ruolo », la stessa <strong>di</strong>stinzione tra compiti cosiddetti <strong>di</strong> istituto<br />
e compiti facoltativi può essere positivamente superata.<br />
<strong>La</strong> Provincia, in tal modo, può <strong>di</strong>venire uno dei protagonisti essenziali<br />
per una nuova politica economica e sociale programmata, stimolatrice<br />
della <strong>parte</strong>cipazione popolare, animatrice del decentramento<br />
culturale e dell’ulteriore crescita civile e sociale delle comunità locali.<br />
In questo modo, può avviarsi, nei fatti, un processo <strong>di</strong> superamento<br />
dei suoi compiti tra<strong>di</strong>zionali, settoriali e parcellizzati, per assumerne<br />
dei nuovi, esercitando poteri propri e delegati, conquistando e costruendo<br />
un suo reale spazio nel sistema delle autonomie, come valido<br />
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LINEE PROGRAMMATICHE_____________________________________________________________________<br />
Ente interme<strong>di</strong>o tra Regione e Comuni, con funzioni specifiche a<br />
competenza generale oltre che <strong>di</strong> promozione e <strong>di</strong> coor<strong>di</strong>namento, non<br />
in concorrenza nè con le prerogative della Regione, nè con quelle lei<br />
Comuni. Le deleghe dei poteri regionali, pertanto, come del resto già<br />
previsto nell’accordo regionale, dovranno andare esclusivamente agli<br />
enti elettivi, in primo luogo ai Comuni, i quali li esercitano <strong>di</strong>rettamente<br />
e in forma associata, ed alla Provincia relativamente alle attività<br />
li coor<strong>di</strong>namento, promozione e sostegno tra Comuni, Associazioni<br />
consortili, comprensori, comunità montane.<br />
Le consulte.<br />
Rilevando la particolare importanza della questione femminile e<br />
Iella con<strong>di</strong>zione dei giovani, emersa dalla Conferenza sulla occupazione,<br />
la Provincia provvederà alla formazione:<br />
a) <strong>di</strong> una Consulta provinciale giovanile che concorra ad affrontare<br />
un piano <strong>di</strong> emergenza per l’occupazione giovanile, con iniziative<br />
proprie, raccordate alle determinazioni rivenienti da leggi nazionali<br />
previste nel programma <strong>di</strong> Governo, alle iniziative regionali e<br />
degli Enti locali, nonché iniziative rivolte ad interpretare e sostenere<br />
le istanze economiche, sociali e culturali delle masse giovanili;<br />
b) <strong>di</strong> una Consulta femminile provinciale come strumento unitario <strong>di</strong><br />
elaborazione e <strong>di</strong> stimolo ad affrontare i problemi femminili, sulla<br />
base delle richieste unitarie presentate alla Conferenza<br />
sull’occupazione dalle Associazioni femminili democratiche, dai<br />
movimenti femminili dei partiti dell’arco costituzionale e dalle responsabili<br />
femminili della Federazione sindacale in Italia; dalla<br />
Commissione provinciale per il lavoro a domicilio secondo la legge<br />
nazionale;<br />
c) <strong>di</strong> una Consulta <strong>Provinciale</strong> per gli Emigrati e le rispettive famiglie,<br />
nel quadro delle in<strong>di</strong>cazioni delle conferenze regionale e nazionale.<br />
Commissione e rappresentanze.<br />
Le Commissioni Consiliari devono essere rapidamente ricostituite<br />
con l’attribuzione delle loro presidenze a tutte le forze democratiche<br />
antifasciste senza alcuna esclusione.<br />
Il loro regolamento deve essere aggiornato per assicurare una migliore<br />
funzionalità.<br />
Particolare importanza deve essere data, per la complessità delle<br />
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_____________________________________________________________________LINEE PROGRAMMATICHE<br />
materie e delle situazioni, alle Commissioni per il Personale, per la<br />
Programmazione e l’assetto del territorio, socio-sanitaria e per la<br />
Scuola. Devono essere nominati con estrema sollecitu<strong>di</strong>ne tutti i rappresentanti<br />
della Provincia in altri Enti e devono essere equamente assicurati<br />
i <strong>di</strong>ritti <strong>di</strong> rappresentanza e <strong>di</strong> <strong>parte</strong>cipazione a tutte le forze<br />
politiche che hanno sottoscritto il documento generale <strong>di</strong> intesa politica<br />
dell’11-9-1976, in<strong>di</strong>pendentemente dalle loro scelte nei vari organi,<br />
enti ed aziende, <strong>di</strong> derivazione, totale o parziale della provincia.<br />
Collegialità e rigore amministrativo.<br />
Va affermata la collegialità nelle scelte, nelle decisioni, nella esecuzione<br />
e nei controlli della Giunta e degli altri organismi operanti<br />
nell’Amministrazione <strong>Provinciale</strong> impedendo parcellizzazioni, lottizzazioni,<br />
lassismi e comunque condotte unilaterali. Deve essere intrapresa<br />
subito una ferma azione per la compilazione e l’approvazione<br />
dei consuntivi, inesistenti dal 1972. <strong>La</strong> nuova Giunta stu<strong>di</strong>erà e deciderà<br />
la organizzazione degli assessorati per branche <strong>di</strong> interventi (<strong>di</strong>partimenti).<br />
Va redatto un inventano dei beni della Provincia e iniziata una azione<br />
<strong>di</strong> recupero degli immobili attualmente abbandonati o male utilizzati<br />
per destinarli a fini economici e sociali.<br />
Legge 382 e deleghe.<br />
E’ essenziale a tal fine che venga eliminato ogni ulteriore ritardo<br />
da <strong>parte</strong> del Governo nell’espletamento <strong>di</strong> tutti gli adempimenti relativi<br />
alla applicazione della legge 382 per il completamento del passaggio<br />
alle Regioni ed agli EE.LL. delle funzioni previste dalla Costituzione.<br />
In tal senso la Provincia, anche attraverso l’Unione regionale delle<br />
province pugliesi, interverrà attivamente e si farà promotrice <strong>di</strong> tutte<br />
quelle iniziative utili ad assicurare la più ampia consultazione delle<br />
province e dei comuni.<br />
<strong>La</strong> Provincia contribuirà in questo quadro alla piena attuazione del<br />
passaggio delle deleghe agli EE.LL.<br />
Legge comunale e provinciale.<br />
<strong>La</strong> Provincia si batterà per l’abrogazione del Testo unico della<br />
Legge comunale e provinciale, perché sia Sostituito con una legge<br />
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LINEE PROGRAMMATICHE_____________________________________________________________________<br />
quadro <strong>di</strong> principi per un nuovo or<strong>di</strong>namento delle autonomie, onde<br />
adeguare compiti e funzioni degli EE.LL. alla nuova realtà politicoistituzionale.<br />
Finanza.<br />
Ha ormai assunto i caratteri <strong>di</strong> una autentica « emergenza nazionale<br />
» la situazione finanziaria degli EE.LL. I perversi meccanismi —<br />
frutto <strong>di</strong> ritar<strong>di</strong> legislativi e <strong>di</strong> resistenze centralistiche — che l’hanno<br />
determinata e che ora rischiano <strong>di</strong> compromettere l’intera finanza<br />
pubblica, coinvolgendo in una crisi gravissima il complesso delle istituzioni<br />
democratiche, vanno bloccati e rimossi senza ulteriori indugi.<br />
E’ questo il messaggio democratico, ma consapevole, che è venuto<br />
anche recentemente al Convegno dell’ANCI <strong>di</strong> Viareggio sui problemi<br />
della finanza locale, ai cui esiti l’Amministrazione <strong>Provinciale</strong> <strong>di</strong> Capitanata<br />
intende ispirare la propria azione, per poter concretamente rispondere<br />
alla crescente domanda <strong>di</strong> servizi sociali e civili prioritari ed<br />
seprimere appieno le proprie potenzialità democratiche concretamente<br />
realizzatrici.<br />
L’Amministrazione provinciale, pertanto, si batterà per una riforma<br />
della finanza locale che, in una concezione unitaria della finanza<br />
pubblica, e sulla base <strong>di</strong> una <strong>parte</strong>cipazione democratica degli Enti<br />
locali e delle Regioni al reperimento delle risorse, tenda ad offrire basi<br />
<strong>di</strong> certezza <strong>di</strong> risorse agli Enti Locali, perché essi possano concretamente<br />
fondare su esse i propri programmi <strong>di</strong> ristrutturazione.<br />
Un risanamento della finanza locale, infatti, autenticamente demo -<br />
cratico, postula iniziative <strong>di</strong> orientamento politico e <strong>di</strong> legge, volte ad<br />
affermare scelte <strong>di</strong> fondo che poggino su:<br />
a) una rigida politica <strong>di</strong> selezione degli obiettivi <strong>di</strong> intervento pubblico<br />
e della spesa relativa.<br />
b) una politica programmata e <strong>parte</strong>cipata delle entrate<br />
c) una razionale utilizzazione del cre<strong>di</strong>to, quale elemento che governa<br />
il risanamento.<br />
Vanno perciò coerentemente definiti e realizzati piani per la ristrutturazione<br />
e riorganizzazione dei servizi.<br />
Nell’imme<strong>di</strong>ato — come misure <strong>di</strong> emergenza — la Provincia si<br />
batterà con gli altri Enti Locali (UPI-ANCI) per pervenire ad un «<br />
consolidamento » dei mutui, onde impe<strong>di</strong>re il perdurare <strong>di</strong> meccanismi<br />
10
_____________________________________________________________________LINEE PROGRAMMATICHE<br />
<strong>di</strong> progressione geometrica dell’indebitamento; si dovrà giungere ad<br />
una <strong>parte</strong>cipazione degli Enti locali all’accertamento ed all’istruttoria<br />
del processo fiscale, nonché a meccanismi <strong>di</strong> perequamento (trasferimenti,<br />
contributi, cre<strong>di</strong>ti agevolati) per quelle aree del Paese caratterizzate<br />
da livelli <strong>di</strong> particolare depressione economica e sociale, e, infine,<br />
ad un riequilibrio tra Stato ed Enti Locali della ripartizione delle<br />
entrate.<br />
UN NUOVO MODO DI UTILIZZARE<br />
ANCHE ISTITUTI E STRUTTURE ESISTENTI<br />
Scuola e Cultura.<br />
<strong>La</strong> Provincia deve, <strong>di</strong> concerto con i comuni, le comunità ed i<br />
comprensori dare un piano per il coor<strong>di</strong>namento della programmazione<br />
scolastica e culturale, assumere come punto <strong>di</strong> riferimento il sistema<br />
scolastico e il sistema bibliotecario provinciale.<br />
Il fine è l’esercizio reale del <strong>di</strong>ritto allo stu<strong>di</strong>o,<br />
— lo sviluppo della preparazione professionale,<br />
— la riqualificazione della funzione della scuola e il suo raccordo con<br />
il problema dell’occupazione e delle esigenze <strong>di</strong> sviluppo economico<br />
e sociale,<br />
— la riqualificazione del lavoro dell’insegnante e degli operatori impegnati<br />
in tutte le strutture culturali della Provincia, migliorando la<br />
loro professionalità,<br />
— lo sviluppo della sperimentazione e della ricerca,<br />
— una educazione permanente dei lavoratori, dei giovani e delle ragazze.<br />
Gli strumenti:<br />
— lo sviluppo dell’e<strong>di</strong>lizia scolastica, <strong>di</strong> strutture culturali polivalenti:<br />
dei corsi delle 150 ore, delle mense, dei laboratori, delle biblioteche;<br />
così da trasformarli in un sistema socio-culturale unitario<br />
aperto a tutti i tipi <strong>di</strong> istruzione e opportunamente collegato con il<br />
programma <strong>di</strong> altri settori (trasporti, centri <strong>di</strong> servizi sociali della<br />
Provincia e dei Comuni, ecc.).<br />
Particolare rilievo, in questo quadro, — per la realizzazione dei fini<br />
sopraccennati — assumono la <strong>Biblioteca</strong> <strong>Provinciale</strong> ed il Sistema<br />
11
LINEE PROGRAMMATICHE_____________________________________________________________________<br />
bibliotecario provinciale per il loro ra<strong>di</strong>camento nella realtà del territorio<br />
e per la loro obiettiva e già validamente sperimentata capacità <strong>di</strong><br />
costituirsi come punti <strong>di</strong> riferimento e <strong>di</strong> raccordo per una nuova politica<br />
culturale, che organicamente riesca a collegarsi con le potenzialità<br />
già espresse e soprattutto con quelle da promuovere a livello delle altre<br />
strutture culturali, istituzionali ed associative. Per altro verso, la<br />
<strong>Biblioteca</strong> <strong>Provinciale</strong>, per la sua dotazione libraria e tecnica, per i<br />
programmi <strong>di</strong> sviluppo già in via <strong>di</strong> attuazione in sede catalografica e<br />
<strong>di</strong> automazione, potrà essere considerata una valida infrastruttura <strong>di</strong><br />
elaborazione scientifica nella battaglia che la Provincia concorrerà a<br />
condurre per la riforma della scuola e dell’università.<br />
In quest’ambito, l’azione per l’istituzione del Terzo Centro universitario<br />
pugliese, già sottoposto al parere del CIPE, deve conseguire<br />
un obiettivo imme<strong>di</strong>ato, in attuazione della scelta unitaria regionale.<br />
L’università dovrà rispondere:<br />
— all’esigenza <strong>di</strong> promuovere la ricerca scientifica e la formazione <strong>di</strong><br />
nuovi quadri, sì da rovesciare il ruolo subalterno della provincia e<br />
della città, invertendo le tendenze attuali nello sviluppo sociale e<br />
universitario pugliese e meri<strong>di</strong>onale e volgendolo verso un nuovo<br />
tipo <strong>di</strong> sviluppo, sollecitato dalle lotte unitarie delle masse popolari;<br />
— ad un carattere moderno delle strutture universitarie, quali il « <strong>di</strong>partimento<br />
», che organizzi e coor<strong>di</strong>ni uno o più settori <strong>di</strong> ricerca e<br />
<strong>di</strong> insegnamento aventi finalità e caratteristiche comuni.<br />
A tal fine va aggiornata e funzionalizzata l’indagine scolastica.<br />
L’Amministrazione provinciale stimolerà, infine, una politica culturale<br />
decentrata, democratica e antifascista, che <strong>di</strong>a una risposta adeguata<br />
e moderna alla domanda culturale che viene dalle gran<strong>di</strong> masse<br />
popolari e giovanili e che salvaguar<strong>di</strong> e valorizzi il patrimonio artistico,<br />
dei beni culturali e ambientali (archeologici, monumentali, museologici,<br />
paesaggistici e speleologici) esistenti in provincia.<br />
Sanità - Assistenza - Servizi sociali.<br />
Per l’accentuarsi del bisogno <strong>di</strong> allargare il campo della prevenzione,<br />
si evidenzia sempre più una commistione tra le <strong>di</strong>verse branche<br />
<strong>di</strong> attività, in particolare per quelle affezioni che, una volta sviluppate,<br />
fanno del soggetto un assistito dell’Ente, in una provincia nella quale<br />
mancano istituti a gestione <strong>di</strong>retta.<br />
<strong>La</strong> prevenzione è <strong>di</strong>ventata un’esigenza inderogabile, ai fini della<br />
12
_____________________________________________________________________LINEE PROGRAMMATICHE<br />
tutela della salute e, nei tempi lunghi, per un razionale impegno della<br />
spesa.<br />
Per superare l’attuale spreco <strong>di</strong>sor<strong>di</strong>nato <strong>di</strong> risorse e rendere efficienti<br />
i servizi, è necessario concentrare l’iniziativa della Provincia<br />
nell’attuazione <strong>di</strong> un modo nuovo <strong>di</strong> concepire l’assistenza e<br />
l’intervento sanitario. I servizi psichiatrici, per esempio, non possono<br />
più essere considerati un corpo separato e segregante del mondo sanitario<br />
e della sicurezza sociale. Il problema va risolto definitivamente<br />
— nell’ambito <strong>di</strong> una riforma unitaria e globale del nostro or<strong>di</strong>namento<br />
sociale e sanitario — superando, sia pure gradualmente, l’istituto «<br />
manicomiale », sviluppando servizi modernamente organizzati nel territorio<br />
o in « gruppi <strong>di</strong> famiglia », ecc., collegati alle altre iniziative sanitarie,<br />
soprattutto <strong>di</strong> me<strong>di</strong>cina preventiva, alle unità sanitarie locali e<br />
ai consorzi Sociosanitari.<br />
A tal uopo, dovrà essere potenziato e qualificato il Centro <strong>di</strong> Igiene<br />
Mentale, con ramificazione <strong>di</strong> una rete <strong>di</strong>spensariale, con la costituzione<br />
<strong>di</strong> istituti psico-pedagogici, laboratori protetti, ecc.<br />
Il problema dei cosiddetti « malati <strong>di</strong> mente », nell’accezione più<br />
vasta, è una piaga sociale che va combattuta da tutta la collettività, eliminandone<br />
le cause (<strong>di</strong>sgregazione sociale, « stress » nelle fabbriche<br />
e nei posti <strong>di</strong> lavoro, emigrazione, denutrizione) e operando per un inserimento<br />
attivo <strong>di</strong> questi soggetti nel tessuto sociale e produttivo.<br />
Analogo orientamento deve presiedere al superamento <strong>di</strong> altre istituzioni,<br />
come brefotrofi, orfanotrofi, scuola <strong>di</strong>fferenziale, gerontocomi,<br />
istituti per han<strong>di</strong>cappati ecc.; devono essere potenziati, infine, in<br />
modo programmato, i presi<strong>di</strong> sanitari, i consultori e ristrutturata la<br />
scuola per subnormali, ecc.<br />
<strong>La</strong> Provincia realizzerà iniziative tese alla deistituzionalizzazione e<br />
alla revisione della convenzione con l’ospedale psichiatrico ed alla riqualificazione,<br />
in modo adeguato, dell’assegno per cure a domicilio<br />
degli assistiti.<br />
<strong>La</strong> Provincia si farà promotrice <strong>di</strong> una conferenza provinciale <strong>di</strong><br />
sanità, che affronti i problemi relativi alla realizzazione della riforma<br />
sanitaria e alla istituzione del servizio sanitario nazionale in rapporto<br />
alla situazione generale della Provincia <strong>di</strong> <strong>Foggia</strong>, in modo da prospettare<br />
alla Regione le in<strong>di</strong>cazioni e le conclusioni alle quali giungeranno<br />
gli EE.LL., gli utenti, le forze sindacali e professionali interessate, nel<br />
quadro della programmazione sanitaria regionale.<br />
In questo ambito affronterà il problema della costituzione dei con-<br />
13
LINEE PROGRAMMATICHE_____________________________________________________________________<br />
sorzi socio-sanitari e promuoverà la unificazione delle strutture ospedaliere<br />
del capoluogo.<br />
Un in<strong>di</strong>spensabile ruolo, nella formazione del personale da utilizzare<br />
quali operatori sociali sul territorio, va assegnato, attraverso<br />
una adeguata ristrutturazione dei programmi e della gestione complessiva,<br />
alla Scuola superiore <strong>di</strong> Sicurezza e <strong>di</strong> Servizio Sociale, tenendo<br />
presenti i bisogni effettivi della comunità e la destinazione occupazionale<br />
degli operatori stessi.<br />
<strong>La</strong> Provincia dovrà intervenire, utilizzando pienamente le attrezzature<br />
del <strong>La</strong>boratorio <strong>di</strong> Igiene e Profilassi e sviluppandone le potenzialità,<br />
in collaborazione con la Regione, la Magistratura e con<br />
l’Istituto Superiore <strong>di</strong> Sanità, contro l’inquinamento delle acque e dei<br />
fiumi, dei laghi, del mare e dell’atmosfera, contro l’avvelenamento <strong>di</strong><br />
ampie zone <strong>di</strong> territorio, contro le fro<strong>di</strong> alimentari e le sofisticazioni,<br />
contro la nocività dell’ambiente <strong>di</strong> lavoro, ecc.<br />
In questo senso è necessario operare per un nuovo equilibrio ecologico<br />
nella produzione e riproduzione della fauna, promuovendo la<br />
realizzazione <strong>di</strong> parchi, <strong>di</strong> zone <strong>di</strong> ripopolamento e coltura, <strong>di</strong> oasi <strong>di</strong><br />
protezione e rifugio, e potenziando le attrezzature per una incubazione<br />
ittica, per favorire, tra l’altro, migliori con<strong>di</strong>zioni per la caccia e la pesca.<br />
A tale proposito, la Provincia si adopererà per ridurre ed eliminare<br />
il riservismo privato e per una nuova e democratica regolamentazione<br />
<strong>di</strong>tali attività.<br />
L’esistente <strong>La</strong>boratorio <strong>di</strong> analisi dei terreni, inoltre, va restituito<br />
ad una piena funzionalità operativa.<br />
Sul piano della tutela sanitaria la Provincia dovrà intervenire per la<br />
prevenzione delle malattie sociali e <strong>di</strong> quelle infettive, garantendo al<br />
LIP strumenti moderni e possibilità <strong>di</strong> qualificazione che consentano<br />
l’uso <strong>di</strong> metodologie <strong>di</strong> intervento sempre più adeguate alle necessità.<br />
Inoltre dovrà essere fortemente sostenuta e potenziata l’iniziativa a favore<br />
dei Comuni, promuovendo anche appositi consorzi per dotare le<br />
comunità locali <strong>di</strong> depuratori, inceneritori e <strong>di</strong> un approvigionamento<br />
idrico sicuro sotto il profilo igienico.<br />
Agricoltura.<br />
<strong>La</strong> ripresa dell’agricoltura, lo sviluppo dell’impresa coltivatrice<br />
singola ed associata, un nuovo rapporto tra agricoltura, industria e<br />
14
_____________________________________________________________________LINEE PROGRAMMATICHE<br />
mercato sono la con<strong>di</strong>zione essenziale per uscire dalla crisi, per avviare<br />
un <strong>di</strong>verso ed equilibrato sviluppo economico, per un’efficace lotta<br />
al carovita, per la salvaguar<strong>di</strong>a e il riassetto del territorio.<br />
Un contributo decisivo per l’affermazione <strong>di</strong> tale linea, tesa ad allargare<br />
le basi produttive agricole, può e deve venire dalla Regione e<br />
dagli EE.LL.; in questo senso la Provincia interverrà per la promozione<br />
ed il sostegno dell’associazionismo conta<strong>di</strong>no, nella fase della produzione<br />
e trasformazione, commercializzazione e <strong>di</strong>stribuzione dei<br />
prodotti agricoli, con particolare riguardo ai problemi dello sviluppo<br />
della zootecnia.<br />
<strong>La</strong> Provincia, inoltre, opererà per la piena utilizzazione delle terre<br />
incolte e mal coltivate, in particolare <strong>di</strong> quelle comunali e <strong>di</strong> uso civico<br />
e <strong>di</strong> altri enti pubblici.<br />
E’ necessario, altresì, che la Provincia intervenga a sostegno ed in<br />
aiuto delle Comunità montane, per facilitarne il ruolo e l’iniziativa.<br />
Accanto a questa gamma <strong>di</strong> interventi, si dovrà operare, in collaborazione<br />
con la Regione e con gli altri strumenti <strong>di</strong> intervento pubblico<br />
in agricoltura, per il riassetto idrogeologico, in via prioritaria,<br />
per un’indagine geologica del Subappennino e del Gargano, con legge<br />
regionale, per la forestazione, per il completamento del-<br />
l’elettrificazione rurale, utilizzando i progetti già elaborati a tale proposito,<br />
per lo sviluppo <strong>di</strong> una rete <strong>di</strong> servizi civili e sociali essenziali<br />
nelle zone agricole e nelle borgate.<br />
Sulla base degli orientamenti generali posti per un nuovo tipo <strong>di</strong><br />
sviluppo, per i comprensori e le Comunità montane e per iniziative<br />
adeguate a realizzarli, si porrà particolare impegno a mobilitare, in<br />
collaborazione con la Regione ed i suoi strumenti <strong>di</strong> intervento, i Centri<br />
sperimentali e gli Enti interessati pre<strong>di</strong>sponendo tutte le misure necessarie:<br />
— per i piani <strong>di</strong> zona, <strong>di</strong> Comprensori e delle Comunità Montane;<br />
— per rendere operante l’esistente centro <strong>di</strong> analisi dei terreni;<br />
— per concorrere a strutture per le indagini <strong>di</strong> mercato e degli in<strong>di</strong>rizzi<br />
colturali;<br />
— per concorrere alla sistemazione della viabilità minore; promu ovendo<br />
iniziative unitarie per i provve<strong>di</strong>menti per i danni da calamità.<br />
<strong>La</strong>vori pubblici e strade.<br />
<strong>La</strong> Provincia si darà un piano per la razionalizzazione, riclassificazione<br />
e re<strong>di</strong>stribuzione della rete viaria, (già oggi <strong>di</strong> 2400 Km.), con<br />
15
LINEE PROGRAMMATICHE_____________________________________________________________________<br />
rigorosi criteri e priorità, che evitino casualità ed episo<strong>di</strong>cità degli interventi,<br />
o peggio, criteri <strong>di</strong> opportunità clientelare e <strong>di</strong> collegio, affrontando<br />
gradualmente anche la sistemazione delle strade <strong>di</strong>ssestate,<br />
rilevate dal Consorzio <strong>di</strong> Bonifica, previa valutazione della loro reale<br />
utilità economica e sociale, o aprendo nuove strade in rapporto ai<br />
mezzi reperibili.<br />
<strong>La</strong> pianificazione deve avvenire in rapporto alle ipotesi <strong>di</strong> sviluppo,<br />
alla <strong>di</strong>namica della organizzazione del territorio, delle nuove<br />
aggregazioni e delle esigenze collettive.<br />
Al fine <strong>di</strong> un razionale utilizzo dei limitati fon<strong>di</strong> <strong>di</strong>sponibili, l’Ente<br />
dovrà dotarsi <strong>di</strong> adeguate attrezzature meccaniche per l’or<strong>di</strong>naria manutenzione,<br />
provvedendo a ristrutturare il funzionamento del servizio<br />
dei cantonieri e dell’Ufficio tecnico.<br />
Trasporti<br />
<strong>La</strong> Provincia <strong>di</strong> <strong>Foggia</strong>, per la sua posizione geografica e per le sue<br />
caratteristiche territoriali morfologiche e <strong>di</strong>mensionali, è sede <strong>di</strong> intensi<br />
traffici ferroviari, stradali e marittimi, ed anche aerei, sia pure in assenza<br />
<strong>di</strong> centri propri <strong>di</strong> irra<strong>di</strong>azione (aeroporti).<br />
L’Amministrazione provinciale è impegnata alla razionalizzazione<br />
del sistema dei trasporti che si inserisce in tali traffici, finalizzandolo<br />
alle effettive esigenze attuali e future <strong>di</strong> mobilità degli utenti e delle<br />
merci, anche in funzione dello sviluppo economico e degli inse<strong>di</strong>amenti<br />
nel territorio <strong>di</strong> natura agricola, industriale, turistica, scolastica,<br />
sanitaria, ecc.<br />
In generale si tratterà <strong>di</strong> intervenire per adeguarne il funzionamento<br />
dei servizi e per il potenziamento e la dotazione <strong>di</strong> più adeguate<br />
strutture ed infrastrutture ferroviarie, stradali, marittime e aeroportuali.<br />
Per quanto attiene, in particolare, ai trasporti su strada, si renderà<br />
in<strong>di</strong>spensabile ed urgente provvedere ad estendere la gestione pubblica<br />
dei trasporti all’intero territorio della provincia, eventualmente me<strong>di</strong>ante<br />
la costituzione <strong>di</strong> un’Azienda provinciale <strong>di</strong> trasporti.<br />
Turismo e tempo libero.<br />
L’Amministrazione <strong>Provinciale</strong> opererà per salvaguardare e restituire<br />
ai citta<strong>di</strong>ni le località balneari, lacustri e turistiche, anche al fine<br />
<strong>di</strong> una piena e democratica riappropriazione del patrimonio monumentale,<br />
artistico e storico esistente in Capitanata. <strong>La</strong> stessa realizzazione<br />
16
_____________________________________________________________________LINEE PROGRAMMATICHE<br />
<strong>di</strong> attrezzature sportive e per il tempo libero, nonché la valorizzazione<br />
delle tra<strong>di</strong>zioni culturali popolari devono essere incoraggiate e stimolate<br />
d’intesa con gli EE.LL. e le organizzazioni sportive, ricreative <strong>di</strong><br />
massa e culturali.<br />
Personale.<br />
Il personale deve essere sempre più <strong>parte</strong>cipe del grande compito<br />
<strong>di</strong> adeguare la Provincia alle nuove esigenze delle masse popolari e<br />
delle Comunità locali, e quin<strong>di</strong> <strong>di</strong> rinnovarne la funzione e le strutture.<br />
Questo <strong>di</strong>segno, infatti, può <strong>di</strong>fficilmente essere attuato senza l’apporto<br />
convinto dell’insieme dei lavoratori operanti a tutti i livelli nell’Amministrazione<br />
<strong>Provinciale</strong>. Ciò comporta il superamento <strong>di</strong> ogni<br />
elemento <strong>di</strong> autoritarismo e paternalismo, <strong>di</strong> ogni avvilente pratica<br />
clientelare e corporativa, concorsi seri nelle assunzioni, e richiede una<br />
ampia e consapevole corresponsabilizzazione del personale alle scelte<br />
ed alle realizzazioni dell’Amministrazione.<br />
Soltanto così i lavoratori dell’Amministrazione <strong>Provinciale</strong> potranno<br />
contribuire ad eliminare ogni forma <strong>di</strong> inefficienza e potranno<br />
esercitare con rinnovato impegno un proprio autonomo ruolo, realizzando<br />
— come tutti i citta<strong>di</strong>ni la loro aspirazione a contare ed a cambiare.<br />
Anche a tal fine, vanno ristrutturati gli stessi uffici e i servizi<br />
provinciali, riqualificando il personale ed utilizzandolo per settori <strong>di</strong><br />
intervento, sulla base <strong>di</strong> una <strong>parte</strong>cipazione attiva e corresponsabile,<br />
fondandosi sul criterio del <strong>di</strong>partimento e del lavoro d’ « équipe », come<br />
già avviene nelle più avanzate esperienze amministrative del nostro<br />
Paese.<br />
In questo spirito, si cercheranno le nuove forme necessarie ad una<br />
più ampia collaborazione con i sindacati., non solo dei <strong>di</strong>pendenti dell’Ente<br />
Provincia, ma con i sindacati generali.<br />
Le forze politiche che si riconoscono nel programma e nell’intesa<br />
politico-istituzionale che, esse ritengono, è ancora aperta alla adesione<br />
ed ai contributi della D.C., esprimono infine la volontà che questo loro<br />
sforzo costruttivo e democratico contribuisca a dare una reale sod<strong>di</strong>sfazione<br />
alle pressanti domande che vengono dalle popolazioni <strong>di</strong> Capitanata.<br />
Con altre parole, ancora più esplicite e chiare, non riteniamo chiuso<br />
il <strong>di</strong>scorso dell’intesa più ampia, <strong>di</strong> una intesa, cioè, rivolta a tutte<br />
le forze democratiche, non solo per quanto concerne queste linee pro-<br />
17
LINEE PROGRAMMATICHE_____________________________________________________________________<br />
grammatiche (che, del resto, presentiamo con la massima modestia ed<br />
alla ricerca <strong>di</strong> contributi <strong>di</strong> idee, <strong>di</strong> proposte <strong>di</strong> mo<strong>di</strong>fica, cioè, <strong>di</strong> una<br />
<strong>parte</strong>cipazione effettiva e concreta).<br />
Oltre che all’intero Consiglio <strong>Provinciale</strong>, questo nostro invito è<br />
rivolto in particolare, nei confronti delle forze politiche dell’arco costituzionale,<br />
firmatarie del documento <strong>di</strong> intesa dell’11 <strong>di</strong> settembre;<br />
così che, qualora la D.C. si <strong>di</strong>chiari pronta a far <strong>parte</strong>, in modo organico,<br />
della Giunta e ad assumere responsabilità <strong>di</strong>rette, anche solo<br />
nell’ambito della maggioranza, non troverà certamente ostacoli nei<br />
nostri tre partiti, nonché nel partito repubblicano e nel partito liberale,<br />
che hanno entrambi aderito alle nostre proposte programmatiche.<br />
Sono queste le posizioni che noi presentiamo, con la massima modestia<br />
e con l’atteggiamento aperto <strong>di</strong> chi richiede sempre nuovi apporti<br />
e contributi. Mentre non poniamo, quin<strong>di</strong>, pregiu<strong>di</strong>ziali <strong>di</strong> sorta,<br />
che anzi sempre rifiutiamo, ci auguriamo una <strong>di</strong>scussione proficua,<br />
che possa mettere in con<strong>di</strong>zione anche la nostra Provincia <strong>di</strong> realizzare<br />
ciò che in tanti Enti locali, Regioni e Province e Comuni d’Italia si è<br />
già realizzato.<br />
Le <strong>di</strong>fficoltà del momento politico ed economico, la grave situazione<br />
economica e sociale, non consentono più <strong>di</strong> dare speciose <strong>di</strong>stinzioni<br />
o <strong>di</strong> rifiutare apporti seri e costruttivi.<br />
Sono certo che se il partito della Democrazia Cristiana avesse <strong>parte</strong>cipato<br />
in modo pieno ai nostri lavori non sarebbero mancati contributi<br />
<strong>di</strong> idee alle linee <strong>di</strong> questo programma, che l’apporto <strong>di</strong> una forza<br />
politica popolare <strong>di</strong> così lunga esperienza avrebbe certamente reso più<br />
rappresentativo.<br />
Ci auguriamo che questo avvenga nel corso del <strong>di</strong>battito che certamente<br />
avrà luogo tra tutte le forze politiche democratiche.<br />
18
DISCORSO DEL PRESIDENTE<br />
E PROGRAMMA DELLA GIUNTA<br />
Signor Presidente, Colleghi Consiglieri, questa Assemblea si è appena<br />
espressa per la costituzione dei suoi organi esecutivi, chiamandomi<br />
all’ufficio <strong>di</strong> Presidente della Giunta <strong>Provinciale</strong>.<br />
Nel <strong>di</strong>chiarare <strong>di</strong> accettare, con deferente rispetto, questa in<strong>di</strong>cazione<br />
democraticamente espressiva <strong>di</strong> una scelta politica promanante<br />
dalla volontà popolare, è mio inten<strong>di</strong>mento rivolgere un saluto a questo<br />
consesso, nonché a tutte le Autorità, a tutte le forze e rappresentanze<br />
politiche, sindacali e sociali, ai rappresentanti della stampa, che<br />
sono e si riconoscono come strutture portanti dello stato democratico,<br />
in tutte le sue articolazioni e in tutti i suoi livelli <strong>parte</strong>cipativi previsti<br />
dalla Costituzione repubblicana ed antifascista.<br />
E’ quest’ultima una caratterizzazione non formale, che è permanentemente<br />
avvertita come esigenza culturale ed ideale, e <strong>di</strong> azione<br />
democratica concreta da chiunque, e specialmente da chi accingendosi<br />
ad occuparsi dell’amminis trazione della cosa pubblica non può non richiamarsi<br />
alla matrice democratica e popolare dello Stato repubblicano,<br />
nato dalle lotte e dalle conquiste della Resistenza.<br />
E’ in quelle battaglie ancora una volta, che noi tutti, così come, in<br />
quelle lotte altrettanto nobili e vigorose dei lavoratori italiani e della<br />
nostra Provincia, al fianco dei quali siamo stati e continuiamo fermamente<br />
ad essere, da noi dobbiamo saper riconoscere la matrice e il<br />
fondamento primario della nostra prassi; sono queste lotte, infatti, che<br />
oggi consentono attraverso la <strong>di</strong>namica rappresentativa, <strong>di</strong> esprimere il<br />
senso ed i valori allorché noi tutti ci accingiamo a tentarne concreta e<br />
democratica realizzazione.<br />
Il nostro compito non è facile, anche se è con coraggio e con non<br />
immotivata fiducia che inten<strong>di</strong>amo affrontarlo.<br />
Assistiamo, per contro, ad un salto <strong>di</strong> gravità della situazione economica<br />
e finanziaria del nostro Paese, che ha assunto <strong>di</strong>mensioni ed<br />
aspetti tali, da renderla qualitativamente <strong>di</strong>versa. I guasti si sono ingigantiti,<br />
i no<strong>di</strong> da sciogliere per invertire la rotta e risalire la china si<br />
sono ulteriormente intricati. Di qui la necessità <strong>di</strong> impegni non solo<br />
19
FRANCESCO KUNTZE__________________________________________________________________________<br />
maggiori ma anche qualitativamente <strong>di</strong>versi da <strong>parte</strong> degli Enti Locali,<br />
oltre che del Governo centrale.<br />
Non ritengo retorico affermare che la crisi dell’economia italiana e<br />
della pubblica Amministrazione è così profonda che, ove non adeguatamente<br />
affrontata, rischia <strong>di</strong> condurci in vie senza ritorno e <strong>di</strong> travolgere,<br />
con il <strong>di</strong>lagare selvaggio della inflazione e della <strong>di</strong>soccupazione,<br />
le stesse istituzioni democratiche. Al centro dell’attività dei<br />
pubblici poteri si pongono come decisivi i problemi degli investimenti,<br />
dell’occupazione, della lotta all’inflazione. Ne deriva la necessità <strong>di</strong><br />
una progressiva riduzione dei <strong>di</strong>savanzi pubblici, attraverso un contenimento<br />
selettivo della spesa corrente ed al tempo stesso un accrescimento<br />
delle entrate me<strong>di</strong>ante una politica fiscale rivolta a colpire le<br />
evasioni; un contenimento dei consumi superflui attraverso una ristrutturazione<br />
interna a vantaggio dei consumi sociali; investimenti selettivi<br />
in <strong>di</strong>rezione degli obiettivi prioritari per la ripresa economica e per<br />
le strutture civili e sociali che più <strong>di</strong>rettamente si connettono alla ripresa<br />
produttiva: riconversione industriale, Mezzogiorno, piano agricolo-alimentare,<br />
rilancio dell’e<strong>di</strong>lizia (abitativa, scolastica, sanitaria),<br />
trasporti.<br />
Il ruolo degli Enti Locali e delle Regioni per il raggiungimento <strong>di</strong><br />
questi obiettivi che stanno <strong>di</strong> fronte al Paese è quin<strong>di</strong> fondamentale.<br />
a questi obiettivi che dobbiamo rapportare anche la nostra azione<br />
<strong>di</strong> amministratori della Capitanata.Come, infatti, gli organi nazionali,<br />
secondo una intenzione manifestata anche dall’attuale governo, che ci<br />
auguriamo sia rispettata, devono saper «governare insieme con le regioni<br />
e gli enti locali ».<br />
E', infatti, dal salto <strong>di</strong> qualità della loro iniziativa che <strong>di</strong>pende anche<br />
il successo della lotta autonomistica in relazione agli spazi che si<br />
sono aperti in questa nuova fase per il rinnovamento democratico e<br />
decentrato dello Stato, che trae indubbio vigore dalla decisa spinta in<br />
avanti segnata la risultato elettorale del 20 giugno.<br />
Questo risultato — (nel registrare significativamente, a livello nazionale<br />
e nella nostra Provincia, profonde mo<strong>di</strong>fiche sui rapporti <strong>di</strong><br />
forze tra i partiti) — ha espresso « l’ansia <strong>di</strong> rinnovamento delle nostre<br />
popolazioni, <strong>di</strong>retta a conseguire un decisivo sviluppo economicosociale<br />
della nostra provincia, al fine <strong>di</strong> fronteggiare in modo nuovo<br />
ed unitario la drammaticità della situazione ». Così si esprimeva, recentemente,<br />
un importante documento <strong>di</strong> intesa politica, sottoscritto da<br />
tutte le componenti dell’arco costituzionale, auspicando che « la tensione<br />
delle forze politiche », fosse « rivolta alla soluzione dei problemi<br />
20
_____________________________________DISCORSO DEL PRESIDENTE E PROGRAMMA DELLA GIUNTA<br />
fondamentali e prioritari » della nostra provincia, « attraverso<br />
un’azione coor<strong>di</strong>nata dei partiti democratici a livello <strong>di</strong> Enti Locali, riconoscendo<br />
alle autonomie locali la funzione progressiva ad esse assegnata<br />
dalla Costituzione repubblicana ».<br />
Non a caso ho richiamato queste significative espressioni <strong>di</strong> consapevole<br />
volontà politica, che deve essere l’in<strong>di</strong>spensabile riferimento<br />
della nostra capacità trasformatrice, <strong>di</strong> fronte alla pesante con<strong>di</strong>zione<br />
economica e sociale della Capitanata e, soprattutto, <strong>di</strong> fronte alla gravità<br />
del drammatico evento che ha recentemente colpito le nostre popolazioni.<br />
A Manfredonia non sono stati colpiti soltanto i coraggiosi<br />
lavoratori <strong>di</strong> quella città, nella salute ancor prima che nella loro con<strong>di</strong>zione<br />
economica e sociale, ma è stata profondamente ferita nella sua<br />
ricchezza umana e nelle sue strutture produttive l’intera comunità provinciale,<br />
esprimentesi in questo consesso, che oggi avverte urgente il<br />
bisogno non solo <strong>di</strong> testimoniare la propria solidarietà morale e civile,<br />
ma soprattutto l’impegno serio e responsabile <strong>di</strong> intervenire concretamente<br />
e costruttivamente in favore <strong>di</strong> quelle popolazioni.<br />
Si è data, peraltro, qui, un’altra occasione <strong>di</strong> verifica dell’insostituibile<br />
ruolo che va riconosciuto agli EE.LL. nell’affrontare, anche al<br />
<strong>di</strong> fuori <strong>di</strong> eccezionali circostanze che colpiscono gli uomini e l’ambiente,<br />
i problemi che da sempre sono nella realtà quoti<strong>di</strong>ana: le ansie<br />
dei nostri conta<strong>di</strong>ni, la depressione delle donne emarginate, le delusioni<br />
dei nostri operai, il dramma dei nostri <strong>di</strong>soccupati e degli emigrati<br />
della nostra Provincia, quello dei nostri giovani laureati e <strong>di</strong>plomati<br />
che la ricerca <strong>di</strong> un posto <strong>di</strong> lavoro costringe spesso a transigere<br />
con le loro libere intelligenze e le loro coscienze, le ansie <strong>di</strong> chi aspetta<br />
una casa e vive in quartieri <strong>di</strong> ghetto, la delusione <strong>di</strong> chi riven<strong>di</strong>ca<br />
un trattamento sanitario ed ospedaliero pubblico efficiente, le aspettative<br />
<strong>di</strong> chi Riven<strong>di</strong>ca un trattamento sanitario ed ospedaliero pubblico<br />
efficiente, le aspettative <strong>di</strong> chi auspica una qualità migliore della vita e<br />
con<strong>di</strong>zioni lavorative più sicure, le <strong>di</strong>fficoltà dei nostri studenti, le ansie<br />
dei loro genitori ed educatori.<br />
Sono problemi, questi, che richiedono « un nuovo metodo <strong>di</strong> governo,<br />
fondato sulla <strong>parte</strong>cipazione popolare e sui criteri nuovi <strong>di</strong> gestione<br />
della cosa pubblica », in presenza <strong>di</strong> una limitata capacità finanziaria<br />
degli EE. LL.. Occorre garantire in<strong>di</strong>rizzi e condotte politiche<br />
che per rigore morale, obiettività ed efficienza, rispondano alle attese<br />
delle popolazioni e agli interessi della democrazia, « al <strong>di</strong> fuori <strong>di</strong> logiche<br />
clientelari e <strong>di</strong>scriminatrici ».<br />
21
FRANCESCO KUNTZE__________________________________________________________________________<br />
Ma soprattutto, a fronte <strong>di</strong> una così ampia <strong>di</strong>mensione dei bisogni<br />
e <strong>di</strong> aspettative, non valgono argomentazioni (e talora sofismi) miranti<br />
ad accorciare il respiro del <strong>di</strong>battito e dell’azione politica amministrativa,<br />
appiattendone la <strong>di</strong>alettica, veramente democratica e pluralista,<br />
con pregiu<strong>di</strong>ziali residue ed anguste ripartizioni <strong>di</strong> ruoli, e costringendo,<br />
in tal modo, entro spazi insufficienti la risposta da dare ai<br />
problemi <strong>di</strong> una corretta interpretazione delle regole sostanziali<br />
dell’autentica vita democratica.<br />
Quelle regole vanno ra<strong>di</strong>cate, infatti, nella concreta domanda della<br />
società civile e nei suoi impulsi verso una politica <strong>di</strong> intese democratiche<br />
che sappiano tradurre a livelli <strong>di</strong> governo, i momenti unitari e<br />
oggettivamente collegati delle aspirazioni sociali e dei bisogni <strong>di</strong> rinnovamento<br />
delle masse lavoratrici.<br />
Queste — dopo quanto <strong>di</strong> nuovo e positivo si è già dato nei fatti,<br />
attraverso incontri, e convergenze, sulla prassi politica e nella esperienza<br />
recente, a livello nazionale e locale — non tollerano il permanere<br />
<strong>di</strong> vecchie pregiu<strong>di</strong>ziali, sia pure in forma parziale, che, come è<br />
nella cosiddetta « politica del confronto » inducono elementi <strong>di</strong> indebolimento<br />
e non certo <strong>di</strong> potenziamento del quadro politico complessivo.<br />
<strong>La</strong> democrazia, insomma, consentitemi <strong>di</strong> <strong>di</strong>rlo, non vive sulla <strong>di</strong>stinzione<br />
dei ruoli. Non si tratta <strong>di</strong> negare il garantis mo ma, al contrario,<br />
<strong>di</strong> estenderlo e potenziarlo, in una autentica concezione pluralistica<br />
che lo riempia <strong>di</strong> contenuti effettivi. Valgono ancora oggi le parole<br />
<strong>di</strong> Togliatti, pronunciate in uno dei <strong>di</strong>scorsi alla Costituente del<br />
1947: « E’ democratica soltanto quella maggioranza che corrisponde<br />
alla maggioranza che esiste nel Paese, a quel blocco <strong>di</strong> forze, unito attorno<br />
a comuni aspirazioni e riven<strong>di</strong>cazioni, a comuni necessità politiche<br />
ed economiche, che esiste nella realtà della nostra vita nazionale<br />
<strong>di</strong> oggi ».<br />
Era il ra<strong>di</strong>camento, questo — in una più corposa <strong>di</strong>mensione sociale<br />
— della migliore tra<strong>di</strong>zione democratica, che già con Rousseau<br />
si sforzava <strong>di</strong> conciliare <strong>di</strong>aletticamente la « volontà <strong>di</strong> tutti » con la «<br />
volontà generale » ricordando come la maggioranza necessaria dovesse<br />
essere tanto più vicina all’unanimità quanto più grave fosse la deliberazione<br />
da prendere.<br />
Tali sono, appunto, le decisioni che la Capitanata oggi ci richiede.<br />
Ad essa vanno assicurate delle certezze <strong>di</strong> carattere politico, economico,<br />
finanziario ed istituzionale.<br />
Anche tenendo il debito conto della situazione nuova determinatasi<br />
a livello nazionale, più ampi si aprono gli spazi all’iniziativa ed<br />
all’azione autonomista che è oggi propria della maggior <strong>parte</strong> delle<br />
22
_____________________________________DISCORSO DEL PRESIDENTE E PROGRAMMA DELLA GIUNTA<br />
Province e degli EE. LL. del Paese, e sarà anche della Capitanata, per<br />
spingere decisamente avanti il processo <strong>di</strong> riforma dello Stato su basi<br />
decentrate e democratiche.<br />
Non sarà possibile, superare, ad esempio il grave <strong>di</strong>ssesto della finanza<br />
locale, non sarà sufficiente richiedere l’attuazione della nuova<br />
legge 183 per l’intervento nel Mezzogiorno, se contemporaneamente<br />
non si assumeranno provve<strong>di</strong>menti che incidano sul sistema <strong>di</strong> organizzazione<br />
del potere sviluppando la vita democratica e la <strong>parte</strong>cipazione,<br />
e riconoscendo agli enti adeguate flessibilità autoorganizzative,<br />
anche a fini associativi e aggregativi.<br />
Bisogna insomma anche per tal via, che le istituzioni democratiche<br />
e, con esse l’Ente Provincia, conservino intatta la loro cre<strong>di</strong>bilità democratica:<br />
è necessario, quin<strong>di</strong>, un confronto permanente tra le forze<br />
politiche e le componenti sociali; è in<strong>di</strong>spensabile un coinvolgimento<br />
<strong>di</strong> sempre più larghi strati delle popolazioni al fine <strong>di</strong> renderle non solo<br />
consapevoli della drammaticità della situazione, ma per richiedere<br />
loro un contributo critico, attivo, per la in<strong>di</strong>viduazione delle soluzioni<br />
migliori.<br />
Signor Presidente, Colleghi Consiglieri, l’esposizione delle linee<br />
programmatiche ispiratrici della Giunta che va a costituirsi rende inutile<br />
una mia ulteriore esplicitazione delle scelte politiche che essa intende<br />
compiere.<br />
Mi sia qui consentito invece rivolgere un fraterno saluto a tutti coloro<br />
che hanno contribuito alla nascita <strong>di</strong> questa coalizione, ampia e<br />
democratica, che ha lodevolmente voluto assumere il compito <strong>di</strong> dare<br />
un governo alle generose popolazioni della Capitanata, alle quali, nel<br />
momento <strong>di</strong> avvio dell’opera <strong>di</strong> accoglimento delle loro attese va il<br />
mio auspicio più fervido.<br />
Un saluto vada inoltre al personale dell’Amministrazione provinciale<br />
<strong>di</strong> <strong>Foggia</strong> ed ai suoi organismi sindacali cui rivolgo un invito<br />
cor<strong>di</strong>ale ad una com<strong>parte</strong>cipazione sentita alle scelte della Giunta, che<br />
— posso senz’altro affermare —, sarà loro franca interlocutrice.<br />
Ai colleghi, infine, <strong>di</strong> questa, così come della passata Amministrazione,<br />
vada il mio augurio <strong>di</strong> buon lavoro e la mia esortazione ad una<br />
franca e democratica collaborazione, uniti tutti, come siamo, da una<br />
comune fede sulle regole della vita democratica e dalla consapevolezza<br />
<strong>di</strong> dover contribuire pur nei limiti del loro mandato, ad uno sforzo<br />
<strong>di</strong> creazione culturale, nel generale compito, che oggi ci è <strong>di</strong> fronte, <strong>di</strong><br />
concorrere alla elaborazione <strong>di</strong> un modello <strong>di</strong> civiltà, del quale, a<br />
tutt’oggi, si avvertono solo gli embrioni nelle nostre comunità, nel<br />
23
FRANCESCO KUNTZE__________________________________________________________________________<br />
complesso generale, inteso, ma vitale travaglio della società italiana.<br />
Nessuna concessione, quin<strong>di</strong>, ad atteggiamento <strong>di</strong> sfiducia, ché anzi,<br />
— mi piace <strong>di</strong>rlo con le parole del Presidente della Camera dei Deputati,<br />
compagno Pietro Ingrao: « Il nostro è un popolo forte, maturo,<br />
che può affrontare le prove e i sacrifici necessari e sa darsi una giusta<br />
e responsabile auto<strong>di</strong>sciplina, a con<strong>di</strong>zione <strong>di</strong> essere sempre più chiamato<br />
a conoscere, a <strong>parte</strong>cipare, a controllare ».<br />
Sentiamoci impegnati, dunque, con fiducia a contribuire alla costruzione<br />
<strong>di</strong> un nuovo, originale modello <strong>di</strong> vita, <strong>di</strong> una nuova armonia<br />
e completezza della civiltà, che abbia al centro della sua ragion<br />
d’essere il rispetto per la natura dell’uomo, in quanto tale, non meno<br />
che per i suoi bisogni, per le sue aspirazioni, per i suoi valori <strong>di</strong> citta<strong>di</strong>no.<br />
24<br />
AVV. FRANCESCO KUNTZE<br />
Pres. Amministrazione Prov. Capitanata
I - PREMESSA.<br />
PIANO REGOLATORE TERRITORIALE<br />
RELAZIONE ECONOMICA<br />
1. <strong>La</strong> decisione del CIPE, in data 22 settembre 1972, <strong>di</strong> ubicare<br />
nella provincia <strong>di</strong> <strong>Foggia</strong> un impianto industriale <strong>di</strong> tipo aeronautico e<br />
i conseguenti esami da <strong>parte</strong> dei tecnici della società (Aeritalia) conclusisi<br />
con la scelta del sito nei pressi dell’aeroporto militare <strong>di</strong> Amendola<br />
(Manfredonia) consentono <strong>di</strong> conferire un carattere operativo<br />
al modello descrittivo-interpretativo dell’assetto territoriale dell’intera<br />
provincia <strong>di</strong> <strong>Foggia</strong>, contenuto nell’ultima <strong>parte</strong> dell’ipotesi <strong>di</strong> sviluppo<br />
socio-economico del Piano regolatore dell’A.S.I.<br />
<strong>La</strong> caratterizzazione in senso operativo del modello descrittivointerpretativo<br />
consiste in una somma <strong>di</strong> in<strong>di</strong>cazioni normative, desunte<br />
dalla combinazione dei principali risultati dell’analisi delle strutture<br />
territoriali con la previsione degli effetti della suddetta decisione del<br />
CIPE. Trattasi <strong>di</strong> un inse<strong>di</strong>amento industriale che, per il volume occupazionale,<br />
conferisce al programma <strong>di</strong> industrializzazione dell’A.S.I.<br />
<strong>di</strong> <strong>Foggia</strong> un contenuto tale che risulta più agevole la specificazione in<br />
senso operativo del modello <strong>di</strong> assetto territoriale.<br />
Un modello decisionale <strong>di</strong> assetto del territorio non può confondersi<br />
con le scelte effettive, in quanto è pur sempre un’espressione <strong>di</strong><br />
carattere teorico, tale che nell’astrattezza e nella generalità della sua<br />
formulazione non può considerare le singole <strong>di</strong>fficoltà e gli ostacoli,<br />
particolari, che la volontà dell’operatore, sia pubblico che privato, deve<br />
superare in fase <strong>di</strong> realizzazione del suo progetto.<br />
Ma il modello decisionale o normativo non può prescindere da un<br />
modello <strong>di</strong> carattere descrittivo-interpretativo dello stato <strong>di</strong> fatto esistente<br />
nel territorio oggetto <strong>di</strong> pianificazione, sicché occorre meglio<br />
precisare la natura e la forma del collegamento tra questi due modelli<br />
teorici, le cui risultanze possono illuminare e guidare le scelte concrete.<br />
2. Il modello descrittivo-interpretativo non può, per sua natura, andare<br />
al <strong>di</strong> là dei dati <strong>di</strong> fatto. Esso si limita a raccogliere la massa <strong>di</strong><br />
informazioni e <strong>di</strong> statistiche, selezionarle in modo da racchiuderle in<br />
25
SALVATORE GAROFALO_______________________________________________________________________<br />
un quadro or<strong>di</strong>nato, capace <strong>di</strong> riassumere in poche notazioni le modalità<br />
della <strong>di</strong>stribuzione sul territorio dell’attività economica. Un modello<br />
descrittivo ha necessariamente la funzione <strong>di</strong> sintesi, e la sintesi<br />
richiede un processo selettivo delle informazioni delle statistiche. Volendo<br />
integrare la mera descrizione con l’interpretazione del dato <strong>di</strong><br />
fatto, bisogna cercare <strong>di</strong> cogliere i nessi <strong>di</strong> carattere funzionale, se non<br />
proprio <strong>di</strong> carattere causale, che intercorrono tra le grandezze selezionate<br />
nel modello descrittivo; scoprire le leggi empiriche presenti nella<br />
realtà in esame.<br />
<strong>La</strong> costruzione del nostro modello interpretativo si fonda su un<br />
certo numero <strong>di</strong> in<strong>di</strong>zi, misurati alcuni con riferimento alla data <strong>di</strong> rilevazione<br />
( « ad oggi » per intenderci) ed altri con riferimento a <strong>di</strong>verse<br />
date del passato.<br />
E’ chiaro che, sulla base <strong>di</strong> simili in<strong>di</strong>ci, è possibile descrivere lo<br />
stato attuale e in<strong>di</strong>viduare le linee <strong>di</strong> tendenza, che — con le opportune<br />
estrapolazioni — formano oggetto <strong>di</strong> un modello previsionale.<br />
Ma i contenuti <strong>di</strong> un simile modello possono trasferirsi in un documento<br />
programmatico a con<strong>di</strong>zione che si attribuisca alla pianificazione<br />
dello sviluppo la mera funzione <strong>di</strong> prevedere e normalizzare le tendenze,<br />
che sono già in atto nell’evoluzione del sistema economico.<br />
Un simile metodo è stato largamente usato nella recente esperienza<br />
della programmazione a livello sia nazionale che locale, ma gli stessi<br />
risultati <strong>di</strong> questa esperienza hanno suggerito l’opportunità <strong>di</strong> adottare<br />
l’impostazione e metodologia <strong>di</strong>fferenti.<br />
<strong>La</strong> pianificazione non è una mera estrapolazione delle tendenze ricavate<br />
dall’osservazione e dall’analisi delle vicende passate ma richiede<br />
la costruzione <strong>di</strong> un modello normativo desunto da un quadro<br />
<strong>di</strong> valori, <strong>di</strong> finalità, <strong>di</strong> obiettivi, che spesso non coincidono con il<br />
meccanismo vigente.<br />
L’intuizione, che sta alla base <strong>di</strong> questa proposizione, è talmente<br />
suggestiva e aderente allo spirito innovativo del nostro tempo che<br />
molto <strong>di</strong>fficilmente può non essere accolta. Non solo la legittimazione<br />
dell’intervento statale è fuori <strong>di</strong>scussione, ma è largamente <strong>di</strong>ffusa<br />
l’attesa <strong>di</strong> mo<strong>di</strong>ficazioni notevoli nel modo <strong>di</strong> funzionamento del sistema<br />
economico, specie con riferimento alle zone in via <strong>di</strong> sviluppo,<br />
anche per queste ultime ragioni, non si può prescindere dal preventivo<br />
accertamento dello stato <strong>di</strong> fatto e delle tendenze in atto.<br />
A questa realtà e ai suoi conseguenti modelli conoscitivi bisogna<br />
ritenere gli schemi <strong>di</strong> valutazione normativa dedotti dalle aspirazioni,<br />
26
___________________________________________________________PIANO REGOLATORE TERRITORIALE<br />
dalle idealità proprie della cultura del gruppo nel dato momento storico.<br />
Altrimenti si rischia <strong>di</strong> rimanere a livello <strong>di</strong> mere enunciazioni del<br />
dover essere, destinate ad isterilirsi con il passare del tempo.<br />
In altri termini, sulla base <strong>di</strong> un quadro <strong>di</strong> finalità ed obiettivi, occorre<br />
giu<strong>di</strong>care le ragioni del rafforzamento o del cambiamento delle<br />
tendenze attuali, quali risultano dall’analisi delle strutture territoriali.<br />
In tal modo, l’essere si combina con il dover essere, ed il modello<br />
descrittivo-interpretativo si trasforma e assume i caratteri <strong>di</strong> un modello<br />
normativo-decisionale.<br />
II - CRITERI METOLOGICI PER LA ZONIZZAZIONE DELLA PROVIN-<br />
CIA DI FOGGIA AI FINI DEL DISEGNO DI ASSETTO TERRITO-<br />
RIALE<br />
1. — E’ ormai largamente <strong>di</strong>ffuso il convincimento che la regione<br />
non costituisce un’entità « reale, fissa ed univocamente determinata »<br />
(Isard), ma piuttosto la <strong>di</strong>mensione spaziale <strong>di</strong> singoli e ben in<strong>di</strong>viduati<br />
programmi <strong>di</strong> attività. Il problema economico rappresenta, perciò, il<br />
necessario termine <strong>di</strong> riferimento, o meglio è l’in<strong>di</strong>spensabile base <strong>di</strong><br />
<strong>parte</strong>nza, che — nel suo esplicarsi — assume sia un profilo temporale<br />
che una <strong>di</strong>mensione spaziale.<br />
E’ possibile sud<strong>di</strong>videre un dato territorio, in tante regioni per<br />
quanti sono i problemi economici che sì intende affrontare e risolvere.<br />
Si è in presenza <strong>di</strong> un processo <strong>di</strong> <strong>di</strong>saggregazione analogo a quello<br />
che si registra in tema <strong>di</strong> analisi <strong>di</strong> un sistema economico in settori<br />
produttivi. Le sud<strong>di</strong>visioni risultano molteplici a seconda della natura<br />
tecnica, economica, finanziaria o sociale dei criteri selettivi.<br />
Da questa premessa scaturisce una conseguenza <strong>di</strong> or<strong>di</strong>ne generale<br />
e cioè che non è valido pensare ad un unico metodo <strong>di</strong> regionalizzazione<br />
dei sistemi economici. In termini operativi, possono essere utilizzati<br />
contestualmente <strong>di</strong>versi meto<strong>di</strong>, al fine <strong>di</strong> meglio inquadrare gli<br />
aspetti territoriali del programma <strong>di</strong> sviluppo economico.<br />
Nel caso specifico in esame, non va sottaciuta una circostanza <strong>di</strong><br />
rilievo: la contiguità territoriale del progettato inse<strong>di</strong>amento Aeritalia<br />
l’impianto petrolchimico da poco realizzato dall’ANIS, entrambi ra<strong>di</strong>calmente<br />
innovativi della struttura industriale esistente.<br />
L’ubicazione <strong>di</strong> questi due grossi impianti industriali, nel cuore<br />
della pianura foggiana, non può non alterare gli equilibri territoriali<br />
nonché le <strong>di</strong>rezioni dei <strong>di</strong>namismi <strong>di</strong> sviluppo già in atto.<br />
Questi equilibri e questi <strong>di</strong>namismi si manifestano sul territorio<br />
27
SALVATORE GAROFALO_______________________________________________________________________<br />
in una serie più o meno integrata <strong>di</strong> « ragioni », legate tra loro da rapporti<br />
<strong>di</strong> omogeneità e <strong>di</strong> complementarità. Su questa specie <strong>di</strong> mosaico,<br />
composto <strong>di</strong> varie unità contigue bisogna programmare<br />
l’inserimento <strong>di</strong> un’area con una sua « funzione » tutta propria, cioè un<br />
processo logico ispirato all’obiettivo dello sviluppo equilibrato anche<br />
sotto il profilo territoriale.<br />
Anticipando una delle conclusioni, si può <strong>di</strong>re che l’ipotesi programmatica<br />
ed operativa dovrà armonizzare un tessuto caratterizzato<br />
da scarsi <strong>di</strong>namismi, perciò descrivibile <strong>di</strong> una serie articolata <strong>di</strong> regioni<br />
omogenee, con alcune innovazioni, la cui area <strong>di</strong> influenza crea<br />
un’unità territoriale qualitativamente <strong>di</strong>versa, rispetto alle aree omogenee<br />
dello assetto preesistente.<br />
In breve, combinare omogeneità con funzionalità vuoi essere un<br />
accorgimento metodologico, con cui cercare <strong>di</strong> superare uno dei principali<br />
limiti dell’analisi regionali, cioè il suo prevalente carattere statico,<br />
appena corretto dal confronto <strong>di</strong> situazioni con in<strong>di</strong>ci temporali<br />
<strong>di</strong>fferenti. E noto che la statica comparata non fornisce ancora una<br />
rappresentazione sistematica delle modalità, con cui si mo<strong>di</strong>ficano i<br />
confini ed i caratteri delle singole unità territoriali formanti un insieme<br />
<strong>di</strong> regioni.<br />
<strong>La</strong> possibilità <strong>di</strong> questo momento <strong>di</strong> sintesi <strong>di</strong>scende dalla presenza<br />
<strong>di</strong> alcuni programmi <strong>di</strong> attività ben precisi. Ciò conferma il precedente<br />
giu<strong>di</strong>zio, secondo cui la delimitazione e la caratterizzazione <strong>di</strong> una regione<br />
non può essere affidata ad una metodologia generale ed astratta,<br />
ma si fondano su finalità concrete e quin<strong>di</strong> su reali e ben precisati programmi<br />
<strong>di</strong> attività economica.<br />
2. — Al termine del processo <strong>di</strong> scomposizione <strong>di</strong> un territorio in<br />
una serie <strong>di</strong> unità contigue, bisogna precisare solo se il risultato <strong>di</strong><br />
quest’analisi risieda nella pura e semplice in<strong>di</strong>viduazione dei confini e<br />
forse anche dei grado <strong>di</strong> coesione interna delle singole unità (zone, aree<br />
o regioni che <strong>di</strong>r si voglia) o anche se la sud<strong>di</strong>visione territoriale<br />
presenta un suo principio e una sua regione unificante.<br />
In altri termini, come l’in<strong>di</strong>viduazione <strong>di</strong> un’area non si esaurisce<br />
nella delimitazione dei confini ma esige anche la precisazione dei contenuti<br />
economici e quin<strong>di</strong> del suo grado <strong>di</strong> coesione interna, così<br />
l’articolazione <strong>di</strong> un territorio in un insieme <strong>di</strong> unità contigue deve<br />
chiarire anche le ragioni e il grado <strong>di</strong> coesione tra queste unità territoriali<br />
minori.<br />
Non può trattarsi <strong>di</strong> una mera giustapposizione fisica <strong>di</strong> unità tra<br />
loro <strong>di</strong>stinte in base al prevalere <strong>di</strong> qualche carattere fisico, economico<br />
28
___________________________________________________________PIANO REGOLATORE TERRITORIALE<br />
e sociale, ma bisogna determinare i vincoli, le relazioni, i collegamenti<br />
che esistono tra le singole unità.<br />
Trattasi della <strong>di</strong>saggregazione territoriale <strong>di</strong> un sistema, a fini programmatici.<br />
Ogni sistema ha, in quanto tale, una serie <strong>di</strong> motivi unificanti.<br />
Da questo concetto-base <strong>di</strong>scende una conseguenza rilevante per la<br />
costruzione dei modelli decisionali ed operativi. Promuovendo la realizzazione<br />
<strong>di</strong> due impianti industriali ra<strong>di</strong>calmente innovati<br />
dell’apparato industriale esistente non significa « sovrapporre » al mosaico<br />
<strong>di</strong> aree o zone preesistenti un’altra, corrispondente al raggio <strong>di</strong><br />
influenza <strong>di</strong> questi impianti, ma significa accertare le mo<strong>di</strong>ficazioni<br />
del principio unificante del « sistema » in esame.<br />
E siccome la pianificazione si regge sul principio <strong>di</strong> non limitarsi a<br />
registrare le conseguenze delle decisioni dei singoli, in quanto non<br />
sempre e non necessariamente si attua l’automatico armonizzarsi <strong>di</strong><br />
questi con la situazione preesistente, è necessario prefigurare — almeno<br />
nei suoi tratti fondamentali — i cambiamenti nelle ragioni e nelle modalità<br />
<strong>di</strong> coesione, che fanno attribuire al territorio in esame la qualifica<br />
<strong>di</strong> sistema o sub-sistema, avente cioè una sua autonomia ed una sua<br />
in<strong>di</strong>vidualità (loschi).<br />
3. — Un Piano regolatore territoriale non può — per sua natura<br />
fermarsi all’accertamento <strong>di</strong> una o più ipotesi del grado e delle forme<br />
del predetto cambiamento ma deve motivare le ragioni per cui è accettabile<br />
una simile previsione oppure formulare una serie <strong>di</strong> interventi,<br />
attraverso i quali orientare gli effetti dei nuovi impianti industriali verso<br />
gli obiettivi fissati, in un <strong>di</strong>segno <strong>di</strong> assetto territoriale costruito sulla<br />
base <strong>di</strong> una serie <strong>di</strong> valutazioni e <strong>di</strong> giu<strong>di</strong>zi ricavati da molteplici e<br />
<strong>di</strong>fferenti fonti <strong>di</strong> conoscenza.<br />
Indubbiamente sotto questo profilo, l’articolazione del territorio in<br />
unità contigue omogenee può servire a semplificare i numerosi e complessi<br />
fenomeni. Ma l’approccio della pianificazione dello sviluppo,<br />
con imme<strong>di</strong>ate specificazioni <strong>di</strong> or<strong>di</strong>ne operativo anche sul piano territoriale,<br />
rende impegnativo e oneroso l’impiego degli strumenti della<br />
analisi regionale, non fosse altro perché essi cessano <strong>di</strong> essere autosufficienti,<br />
e postulano l’integrazione con giu<strong>di</strong>zi <strong>di</strong> valore.<br />
In particolare, la <strong>di</strong>visione <strong>di</strong> un dato territorio in tipi, qualitativamente<br />
<strong>di</strong>fferenti, <strong>di</strong> aree o zone sta a significare l’esistenza <strong>di</strong> una certa<br />
gerarchia <strong>di</strong> problemi economici, alcuni con portata maggiore ed altri<br />
minore, si che la stessa avvertenza della loro gradualità può essere<br />
<strong>di</strong> ausilio al raggiungimento <strong>di</strong> più elevati livelli <strong>di</strong> benessere.<br />
29
SALVATORE GAROFALO_______________________________________________________________________<br />
Anche se l’ambito territoriale della provincia <strong>di</strong> <strong>Foggia</strong> costituisce<br />
un’entità piuttosto modesta rispetto all’intero territorio nazionale, risulta<br />
ugualmente problematico e <strong>di</strong> <strong>di</strong>fficile soluzione — a livello decisionale<br />
— determinare con rigore scientifico il complesso dei provve<strong>di</strong>menti<br />
tecnici, economici e finanziari capaci <strong>di</strong> rendere massima la<br />
funzione del benessere collettivo della popolazione dauna.<br />
Sarebbe già tanto se si riuscisse a selezionare un gruppo <strong>di</strong> programmi<br />
e <strong>di</strong> progetti, per ciascuno dei quali determinare volume <strong>di</strong> ubicazione<br />
convenienti. E’ ovvio che prima o dopo s’instaurano tra i<br />
singoli progetti tali e tante relazioni, i cui effetti potrebbero alterare il<br />
precedente giu<strong>di</strong>zio formulato sulla base dell’esame dei progetti singoli.<br />
E’ sufficiente l’intuizione ad avvertire l’alta probabilità del-<br />
l’insorgere <strong>di</strong> una simile situazione; l’analisi dei sistemi ha<br />
l’ambizione <strong>di</strong> venire incontro a questa esigenza logica e <strong>di</strong> sod<strong>di</strong>sfarla<br />
con metodo rigorosamente scientifico.<br />
Dai precedenti accenni risulta evidente che ciascun programma <strong>di</strong><br />
sviluppo può comportare una « sua » articolazione del territorio in aree<br />
o zone operative, cosicché — nella misura in cui è vasto e complesso<br />
l’intero piano — risultano molteplici specifici insieme <strong>di</strong> regioni. E<br />
conseguentemente più viva si fa l’aspirazione all’unico vero insieme<br />
<strong>di</strong> regioni. Ma allo stato attuale delle conoscenze e dall’elaborazione<br />
scientifica siamo ben lontani da questa meta, sì che non resta che accontentarsi<br />
<strong>di</strong> saper bene valutare i singoli programmi specializzati e<br />
determinare i più vali<strong>di</strong> collegamenti, sia sotto il profilo economico<br />
che sotto il profilo territoriale.<br />
Da quanto precede si possono ricavare sufficienti elementi <strong>di</strong> giu<strong>di</strong>zio<br />
per valutare ed applicare al caso in esame la norma generale fissata<br />
nell’art. 8 della legge 853.<br />
Le critiche alla nota scelta a favore della concentrazione territoriale<br />
dello sviluppo industriale in poche aree ben dotate, contenuta nella<br />
precedente legge sul Mezzogiorno, la 717, possono fuorviare<br />
l’interpretazione del predetto art. 8 della nuova legge sul Mezzogiorno,<br />
quasi che non sia più valida l’idea del « polo » <strong>di</strong> sviluppo e <strong>di</strong> zone<br />
<strong>di</strong> concentrazione, tanto che l’interesse attuale sia soltanto quello <strong>di</strong><br />
determinare « le linee <strong>di</strong>rettrici prioritarie per conseguire la massima<br />
penetrazione del processo <strong>di</strong> industrializzazione nei territori esterni alle<br />
zone <strong>di</strong> concentrazione ».<br />
<strong>La</strong> proiezione sul territorio dell’ipotesi <strong>di</strong> sviluppo economico, nel-<br />
30
___________________________________________________________PIANO REGOLATORE TERRITORI ALE<br />
la misura in cui comporta l’in<strong>di</strong>viduazione <strong>di</strong> aree uniformi quanto a<br />
grado attuale e prospettive <strong>di</strong> sviluppo, può servire a verificare il grado<br />
<strong>di</strong> vali<strong>di</strong>tà della nota contrapposizione tra il « polo », ispirato<br />
all’obiettivo della concentrazione territoriale, e la « <strong>di</strong>rettrice », ispirata<br />
all’obiettivo della <strong>di</strong>ffusione. Il nostro oggetto <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>o è costituito da<br />
una delle più estese zone pianeggianti del Mezzogiorno, cosicché il<br />
modello <strong>di</strong> assetto territoriale, corrispondente all’ipotesi <strong>di</strong> sviluppo<br />
economico, può condurre ad una serie <strong>di</strong> conclusioni, che, pur coerenti<br />
con l’obiettivo implicito nel citato art. 8 della 853 cioè lo sviluppo equilibrato,<br />
sono correttamente inquadrabili nel concetto « <strong>di</strong>rettrice » <strong>di</strong><br />
penetrazione, nella misura in cui questo concetto non si identifica in<br />
una forma geometrica quali lineare, una linea cioè i cui punti siano costituiti<br />
da altrettanti ubicazioni <strong>di</strong> imprese industriali, ma in un sistema<br />
<strong>di</strong> aree con <strong>di</strong>fferenti caratteri e prospettive <strong>di</strong> sviluppo.<br />
4. — Lo stu<strong>di</strong>o della <strong>di</strong>mensione territoriale dell’ipotesi <strong>di</strong> sviluppo<br />
economico si è basato sulla composizione dei risultati <strong>di</strong> due <strong>di</strong>stinte<br />
analisi. <strong>La</strong> prima ha cercato <strong>di</strong> calcolare il « grado <strong>di</strong> importanza economica<br />
» dei singoli comuni della provincia <strong>di</strong> <strong>Foggia</strong>. <strong>La</strong> seconda<br />
analisi ha preso in esame la localizzazione delle più importanti innovazioni<br />
in atto nell’apparato produttivo provinciale. In altri termini, la<br />
prima analisi ha riguardato lo stato attuale delle modalità <strong>di</strong> sviluppo<br />
dei singoli comuni, laddove la seconda analisi si è rivolta a considerare<br />
le possibilità <strong>di</strong> sviluppo nell’imme<strong>di</strong>ato futuro, quali si possono<br />
desumere dalle particolari dotazioni <strong>di</strong> risorse idriche, minerale e <strong>di</strong><br />
capitale fisso sociale.<br />
<strong>La</strong> valutazione del « grado attuale <strong>di</strong> sviluppo economico » si è<br />
fondata su due gruppi <strong>di</strong> in<strong>di</strong>ci, e precisamente tre in<strong>di</strong>ci « strutturali »<br />
al 1971: 1) incidenza percentuale della popolazione attiva sulla popolazione<br />
residente; 2) incidenza percentuale degli addetti al settore agricolo;<br />
3) il numero me<strong>di</strong>o delle abitazioni per mille abitanti, e <strong>di</strong> quattro<br />
in<strong>di</strong>ci « <strong>di</strong>namici »; 4) variazione secolare della popolazione residente<br />
(1861-1961); 5) variazione decennale della popolazione residente<br />
(1961-71); 6) variazione degli addetti ad attività extra-agricole<br />
1961-71; 7) variazione del numero delle abitazioni del decennio 1961-<br />
71.<br />
Questi <strong>di</strong>versi in<strong>di</strong>ci consentono <strong>di</strong> misurare da angolazioni <strong>di</strong>fferenti<br />
la molteplicità degli aspetti della organizzazione economicosociale<br />
della Capitanata. Anziché affidarsi a un unico in<strong>di</strong>ce, che per<br />
quanto rappresentativo non può mai riassumere tutti i numerosi aspetti<br />
dello sviluppo socio-economico, si è voluto effettuare la misurazione<br />
più volte, nell’intento <strong>di</strong> cogliere un maggior numero <strong>di</strong> aspetti e poi<br />
31
SALVATORE GAROFALO_______________________________________________________________________<br />
cumularne i risultati. In questo modo il grado <strong>di</strong> rappresentatività <strong>di</strong><br />
questa misura finale è maggiore e quin<strong>di</strong> consente <strong>di</strong> ricavare con<br />
maggiore fondamento la <strong>di</strong>visione del territorio in aree aventi lo stesso<br />
« grado <strong>di</strong> importanza economica ».<br />
5. — Il quadro prospettico A riporta queste serie <strong>di</strong> in<strong>di</strong>ci per i 61<br />
comuni della provincia <strong>di</strong> <strong>Foggia</strong> (sono state escluse le Isole Tremiti).<br />
I campi <strong>di</strong> variazione <strong>di</strong> ciascuna serie <strong>di</strong> in<strong>di</strong>ci sono risultati piuttosto<br />
ampi, cosicché è stato necessario condensare queste variazioni in poche<br />
classi.<br />
Per il raggruppamento <strong>di</strong> queste variazioni si è adottato il noto<br />
proce<strong>di</strong>mento <strong>di</strong> Strugas, e si è determinato così l’intervallo <strong>di</strong> classe<br />
(l’intervallo <strong>di</strong> classe è uguale al rango, quale risulta dalla <strong>di</strong>fferenza<br />
tra i valori estremi della serie, <strong>di</strong>viso per 1+3,22 log. N).<br />
Le « <strong>di</strong>stribuzioni <strong>di</strong> frequenza », ottenute con questo proce<strong>di</strong>mento,<br />
sono state raccolte nel quadro prospettico B e nei relativi istogrammi.<br />
Successivamente si è calcolato per ciascuna serie <strong>di</strong> in<strong>di</strong>ci la me<strong>di</strong>a<br />
aritmetica, lo scarto quadratico me<strong>di</strong>o e il coefficiente <strong>di</strong> variabilità.<br />
Corre obbligo <strong>di</strong> precisare che è stato il fine della ricerca <strong>di</strong> imporre<br />
l’adozione della me<strong>di</strong>a aritmetica, con il suo relativo scarto quadratico<br />
me<strong>di</strong>o, e non già la me<strong>di</strong>a ponderata. E’ sufficiente, infatti,<br />
considerare il caso <strong>di</strong> uno dei sette in<strong>di</strong>ci. Per como<strong>di</strong>tà <strong>di</strong> esposizione,<br />
si prenda l’in<strong>di</strong>ce della variazione secolare della popolazione residente.<br />
L’incremento me<strong>di</strong>o della popolazione residente, nel 1961, dell’intera<br />
provincia <strong>di</strong> <strong>Foggia</strong> è pari a 202,8 facendo uguale a 100 il valore<br />
del 1861. E’ chiaro che questo numero-in<strong>di</strong>ce esprime una me<strong>di</strong>a ponderata<br />
della variazione registrata nei singoli comuni, nel senso che le<br />
variazioni dei comuni con un numero maggiore <strong>di</strong> residenti « pesano »<br />
relativamente <strong>di</strong> più delle variazioni dei comuni con un numero minore<br />
<strong>di</strong> residenti.<br />
Ai fini dell’analisi delle strutture territoriali, il riferimento alla me<strong>di</strong>a<br />
ponderata risulterebbe fuorviante, in quanto l’oggetto specifico in<br />
osservazione è la modalità <strong>di</strong> variazione sul territorio <strong>di</strong> un dato in<strong>di</strong>ce.<br />
In altri termini, occorre in<strong>di</strong>viduare i gruppi <strong>di</strong> comuni che presentano<br />
lo stesso in<strong>di</strong>ce <strong>di</strong> variazione. O meglio, i gruppi <strong>di</strong> comuni che<br />
presentano in<strong>di</strong>ci ap<strong>parte</strong>nenti allo stesso intervallo <strong>di</strong> classe.<br />
In genere, come si può facilmente ricavare dalla lettura del quadro<br />
prospettico B, tutte le <strong>di</strong>stribuzioni <strong>di</strong> frequenza si basano su sei-sette<br />
32
___________________________________________________________PIANO REGOLATORE TERRITORIALE<br />
DISTRIBUZIONE DI FREQUENZA DEGLI<br />
INDICI DINANICI<br />
QUADRO B<br />
Popolazione residente 1961 (1861=100) Popolazione residente<br />
1971 (1961= 100)<br />
R=657,8 i =96 R=71,2 i=10,3<br />
Intervallo <strong>di</strong> classe<br />
i<br />
Fino a 100<br />
da 101 – 202<br />
201 – 300<br />
301 – 400<br />
401 – 500<br />
501 – 600<br />
601 – 700<br />
701 - 800<br />
Frequenza<br />
f (.)<br />
12<br />
27<br />
9<br />
5<br />
5<br />
0<br />
0<br />
1<br />
59 (.)<br />
(.) al 1861 non esistevano i comuni<br />
<strong>di</strong> Carapelle e <strong>di</strong> Mattinata.<br />
Intervallo <strong>di</strong> classe<br />
i<br />
Fino a 60<br />
61 a 70<br />
71 a 80<br />
81 a 90<br />
91 a 100<br />
101 a 110<br />
111 a 120<br />
121 a 130<br />
Frequenza<br />
f<br />
2<br />
4<br />
12<br />
18<br />
13<br />
9<br />
2<br />
1<br />
61<br />
In<strong>di</strong>ce degli addetti all’attività<br />
extra—agricola 1971 (1961=100). In<strong>di</strong>ce abitazioni 1971(1961=100)<br />
R=112,4 i=19,1 R=69 i=9,9<br />
Intervallo <strong>di</strong> classe<br />
i<br />
45 - 63,0<br />
63,1 - 81,0<br />
81,1 - 99,0<br />
99,1 - 117,0<br />
117,1 - 135,0<br />
135,1 - 153,0<br />
153,1 - 171,0<br />
Frequenza<br />
f<br />
3<br />
13<br />
24<br />
15<br />
4<br />
1<br />
1<br />
59 (.)<br />
Intervallo <strong>di</strong> classe<br />
i<br />
76 — 85<br />
86 — 95<br />
96 — 105<br />
106 — 115<br />
116 — 125<br />
126 — 135<br />
136 — 145<br />
Frequenza<br />
f<br />
8<br />
10<br />
10<br />
17<br />
8<br />
4<br />
4<br />
61<br />
33
SALVATORE GAROFALO_______________________________________________________________________<br />
DISTRIBUZIONE DI FREQUENZA DEGLI<br />
INDICI STRUTTURALI<br />
QUADRO B<br />
Abitazioni per 1000 abitanti (1971) In<strong>di</strong>ce abitazioni 1971(1961=100)<br />
R=129 i=31,9 R=69 i=9,9<br />
Intervallo <strong>di</strong> classe<br />
i<br />
256 – 285<br />
286 – 315<br />
316 – 345<br />
346 - 375<br />
376 - 405<br />
406 - 435<br />
436 - 475<br />
Frequenza<br />
f<br />
8<br />
16<br />
11<br />
11<br />
3<br />
6<br />
3<br />
58 (.)<br />
Intervallo <strong>di</strong> classe<br />
i<br />
76 — 85<br />
86 — 95<br />
96 — 105<br />
106 — 115<br />
116 — 125<br />
126 — 135<br />
136 — 145<br />
Frequenza<br />
f<br />
8<br />
10<br />
10<br />
17<br />
8<br />
4<br />
4<br />
61<br />
Incidenza % della popolazione at- Incidenza % degli addetti agri-<br />
tiva sul totale della popolazione coli sulla popolazione attiva<br />
residente (1971) (1971)<br />
R= 19,4 i= 2,7 R= 61,0 f= 8,80<br />
Intervallo <strong>di</strong> classe<br />
i<br />
25,0 – 28,0<br />
28,1 – 31,0<br />
31,1 – 34,0<br />
34,1 – 37,0<br />
37,1 – 40,0<br />
40,1 – 43,0<br />
43,1 – 46,0<br />
Frequenza<br />
f<br />
5<br />
12<br />
6<br />
14<br />
13<br />
8<br />
3<br />
61<br />
Intervallo <strong>di</strong> classe<br />
i<br />
15,0 — 25,0<br />
25,1 — 35,0<br />
35,1 — 45,0<br />
45,1 — 55,0<br />
55,1 — 65,0<br />
65,1 — 75,0<br />
oltre 75<br />
Frequenza<br />
f<br />
1<br />
3<br />
13<br />
8<br />
16<br />
15<br />
5<br />
61<br />
classi <strong>di</strong> intervallo, per cui si in<strong>di</strong>viduano sei-sette gruppi <strong>di</strong> comu ni.<br />
Volendo ulteriormente condensare questa <strong>di</strong>stribuzione <strong>di</strong> frequenza<br />
in tre soli intervalli <strong>di</strong> classe, in<strong>di</strong>canti rispettivamente il livello minimo,<br />
me<strong>di</strong>o e massimo, si è fatti ricorso all’uso combinato della me<strong>di</strong>a<br />
aritmetica con il suo relativo scarto quadratico me<strong>di</strong>o.<br />
34
___________________________________________________________PIANO REGOLATORE TERRITORIALE<br />
Per riprendere il predetto esempio, è risultato che l’incremento me<strong>di</strong>o<br />
della popolazione residente fra il 1861 e il 1961 è misurato dal<br />
numero in<strong>di</strong>ce 192,2 ovviamente inferiore alla me<strong>di</strong>a ponderata.<br />
Questo in<strong>di</strong>ce funge, così, da primo termine <strong>di</strong> riferimento per valutare<br />
le variazioni <strong>di</strong> popolazione residente registrate nei singoli comuni.<br />
E cioè rispetto al campo <strong>di</strong> variazione compreso tra il valore<br />
massimo <strong>di</strong> S. Fer<strong>di</strong>nando <strong>di</strong> Puglia con in<strong>di</strong>ce 714,7 e il valore minimo<br />
<strong>di</strong> Roseto Valfortore con in<strong>di</strong>ce 56,9, si ha la tendenza verso il<br />
valore centrale <strong>di</strong> 192,2. E quin<strong>di</strong>, per poter <strong>di</strong>sporre <strong>di</strong> un primo termine<br />
<strong>di</strong> riferimento, atto a valutare le variazioni <strong>di</strong> questo in<strong>di</strong>ce <strong>di</strong> riferimento,<br />
atto a valutare le variazioni <strong>di</strong> questo in<strong>di</strong>ce per i singoli<br />
comuni, non ha senso la me<strong>di</strong>a ponderata, ma è significativa solo la<br />
me<strong>di</strong>a aritmetica. Questa consente, infatti, <strong>di</strong> stabilire quali comuni<br />
hanno fatto registrare una variazione superiore alla me<strong>di</strong>a e quali una<br />
variazione inferiore.<br />
In altri termini, il « peso » dei singoli comuni non è rilevante, perché<br />
qui si vogliono confrontare i numeri-in<strong>di</strong>ce dei singoli comuni, in<strong>di</strong>pendentemente<br />
dal numero dei residenti, in modo che da questo confronto,<br />
si possa ricavare una in<strong>di</strong>cazione, sia pure parziale e in<strong>di</strong>retta,<br />
del <strong>di</strong>verso « grado <strong>di</strong> importanza economica » dei singoli comuni.<br />
Su questa base lo scarto quadratico me<strong>di</strong>o consente <strong>di</strong> raggruppare<br />
in tre classi questi in<strong>di</strong>ci misuratori del grado <strong>di</strong> importanza economica<br />
dei singoli comuni. Infatti, è possibile in<strong>di</strong>viduare il gruppo<br />
dei comuni con in<strong>di</strong>ce inferiore alla me<strong>di</strong>a provinciale; il gruppo dei<br />
comuni con in<strong>di</strong>ce compreso tra la me<strong>di</strong>a e la me<strong>di</strong>a più lo scarto quadratico<br />
me<strong>di</strong>o e il gruppo dei comuni con in<strong>di</strong>ce superiore a quest’ultimo<br />
valore.<br />
6. — Sorge, a questo punto, l’interrogativo come valutare queste<br />
tre classi <strong>di</strong> valore. In altri termini, a quale <strong>di</strong> queste tre classi attribuire<br />
il valore <strong>di</strong> grado massimo <strong>di</strong> importanza economica ed a quale<br />
il valore <strong>di</strong> grado minore.<br />
Per rispondere a questa domanda torna utile la <strong>di</strong>stinzione tra in<strong>di</strong>ci<br />
strutturali e in<strong>di</strong>ci <strong>di</strong>namici, in quanto tutti e tre gli in<strong>di</strong>ci strutturali<br />
presentano la caratteristica, per cui gli in<strong>di</strong>ci inferiori alla me<strong>di</strong>a<br />
rappresentano un segno <strong>di</strong> debolezza e <strong>di</strong> arretratezza tali da giustificare<br />
l’attribuzione del valore minimo. O, per esprimerci in termini ricavati<br />
dalla lettura degli istogrammi, si può <strong>di</strong>re che i gruppi <strong>di</strong> comu-<br />
35
SALVATORE GAROFALO_______________________________________________________________________<br />
36
SALVATORE GAROFALO_______________________________________________________________________<br />
MODELLO DI ZONIZZAZIONE<br />
QUADRO B<br />
AI FINI DELLO SVILUPPO ECONOMICO DELLA CAPITANATA<br />
C O M U N E<br />
ACCADIA<br />
ALBERONA<br />
ANZANO P.<br />
APRICENA<br />
ASCOLI S.<br />
BICCARI<br />
BOVINO<br />
CAGNANO VARANO<br />
CANDELA<br />
CARAPELLE<br />
CARLANTINO<br />
CARPINO<br />
CASALNUOVO M.<br />
CASALVECCHIO P.<br />
CASTELLUCCIO S.<br />
CASTELLUCCIO V.<br />
CASTELNUOVO D.<br />
CELENZA V.<br />
CELLE S. VITO<br />
CERIGNOLA<br />
CHIEUTI<br />
DELICETO<br />
FAETO<br />
FOGGIA<br />
ISCHITELLA<br />
LESINA<br />
LUCERA<br />
MANFREDONIA<br />
MARGHERITA S.<br />
MATTINATA<br />
MONTELEONE P.<br />
MONTE S. ANGELO<br />
MOTTA M.<br />
38<br />
In<strong>di</strong>ci “programmatici”<br />
Punteggio Risorse Risorse Dota- Punteggio<br />
modello de- idriche minerarie zioni complessivo<br />
scrittivo sotterranee infrainterpretati<br />
e superf.<br />
vostrutturali<br />
8 9 10 11 (8+9+10+11)<br />
10 - - - 10<br />
8 - - - 8<br />
10 - - - 10<br />
16 3 3 - 22<br />
9 - 3 - 12<br />
10 - 3 - 13<br />
10 - - - 10<br />
16 - - - 16<br />
8 - 3 - 11<br />
16 3 - - 19<br />
10 - - - 10<br />
10 - - - 10<br />
7 - - - 7<br />
11 - - - 11<br />
10 - - - 10<br />
7 - - - 7<br />
9 - - - 9<br />
11 - - - 11<br />
8 - - - 8<br />
14 3 - - 17<br />
10 3 - - 13<br />
7 - 3 - 10<br />
8 - - - 8<br />
21 3 - 3 27<br />
10 - - - 10<br />
18 3 - - 21<br />
15 3 - - 18<br />
20 3 - 3 26<br />
16 3 3 - 22<br />
12 - - - 12<br />
9 - - - 9<br />
15 - - - 15<br />
9 - - - 9
___________________________________________________________PIANO REGOLATORE TERRITORIALE<br />
C O M U N E 8 9 10 11 (8+9+10+11)<br />
ORSARA P.<br />
ORTANOVA<br />
PANNI<br />
PESCHICI<br />
PIETRA M.<br />
POGGIO IMP.<br />
RIGNANO GARG.<br />
ROCCHETTA S. A.<br />
RODI G.<br />
ROSETO V.<br />
S. FERDINANDO P.<br />
S. GIOVANNI R.<br />
S. MARCO L.<br />
S. MARCO LA CATOLA<br />
S. NICANDRO<br />
S. PAOLO C.<br />
SAN SEVERO<br />
SANTAGATA P.<br />
SERRACAPRIOLA<br />
STORNARA<br />
STORNARELLA<br />
TORREMAGGIORE<br />
TRINITAPOLI<br />
TROIA<br />
VICO G.<br />
VIESTE<br />
VOLTURARA APPULA<br />
VOLTURINO<br />
MEDIA PROVINCIALE<br />
7<br />
14<br />
8<br />
14<br />
8<br />
16<br />
13<br />
9<br />
12<br />
10<br />
14<br />
15<br />
10<br />
12<br />
15<br />
12<br />
17<br />
8<br />
8<br />
14<br />
14<br />
11<br />
13<br />
9<br />
13<br />
17<br />
10<br />
10<br />
11,68<br />
-<br />
3<br />
-<br />
-<br />
-<br />
3<br />
3<br />
-<br />
-<br />
-<br />
3<br />
3<br />
3<br />
-<br />
3<br />
3<br />
3<br />
-<br />
3<br />
3<br />
3<br />
3<br />
3<br />
3<br />
-<br />
-<br />
-<br />
-<br />
-<br />
-<br />
-<br />
-<br />
-<br />
-<br />
3<br />
-<br />
-<br />
-<br />
-<br />
-<br />
3<br />
3<br />
-<br />
-<br />
-<br />
-<br />
3<br />
-<br />
-<br />
-<br />
-<br />
-<br />
-<br />
-<br />
-<br />
-<br />
-<br />
-<br />
-<br />
-<br />
-<br />
-<br />
-<br />
-<br />
-<br />
-<br />
-<br />
-<br />
-<br />
-<br />
-<br />
-<br />
-<br />
-<br />
-<br />
-<br />
-<br />
-<br />
-<br />
-<br />
-<br />
-<br />
-<br />
-<br />
-<br />
-<br />
-<br />
7<br />
17<br />
8<br />
14<br />
8<br />
22<br />
16<br />
9<br />
12<br />
10<br />
17<br />
21<br />
16<br />
12<br />
18<br />
15<br />
20<br />
11<br />
11<br />
17<br />
17<br />
14<br />
16<br />
12<br />
13<br />
17<br />
10<br />
10<br />
13,49<br />
ni presentano importanza economica crescente, procedendo da sinistra<br />
verso destra.<br />
Per i quattro in<strong>di</strong>ci programmatici si verifica invece la situazione<br />
inversa. Del resto, questi in<strong>di</strong>ci misurano il tasso <strong>di</strong> sviluppo delle rispettive<br />
grandezze (variazione secolare e decennale della popolazione<br />
residente; variazione degli addetti alle attività extra-agricole e del numero<br />
delle abitazioni nell’ultimo decennio) e quin<strong>di</strong> i valori più alti si<br />
trovano necessariamente a destra sia della me<strong>di</strong>a che della me<strong>di</strong>a più<br />
lo scarto quadratico me<strong>di</strong>o.<br />
Pertanto nel quadro prospettico, a fianco ad ogni in<strong>di</strong>ce è riportata<br />
39
SALVATORE GAROFALO_______________________________________________________________________<br />
la relativa colonna riportante il punteggio attribuito ai singoli comuni,<br />
nella misura <strong>di</strong> i punto per i valori minimi, 2 punti per i valori me<strong>di</strong>, 3<br />
punti per i valori massimi.<br />
<strong>La</strong> somma dei sette punteggi, relativi ai sette in<strong>di</strong>ci strutturali e <strong>di</strong>namici,<br />
ha formato la graduatoria, che ha consentito <strong>di</strong> sud<strong>di</strong>videre i<br />
61 comuni della provincia <strong>di</strong> <strong>Foggia</strong> in tre gruppi uniformi quanto a<br />
grado <strong>di</strong> importanza economica.<br />
Sempre con lo stesso criterio si sono calcolati la me<strong>di</strong>a aritmetica e<br />
scarto quadratico me<strong>di</strong>o relativi a questa graduatoria, in modo da poter<br />
raggruppare anche queste variazioni in tre classi comprendente: la<br />
prima i comuni con punteggio inferiore alla me<strong>di</strong>a; la seconda i comuni<br />
con punteggio compreso tra la me<strong>di</strong>a e la somma della me<strong>di</strong>a più<br />
due volte lo scarto quadratico me<strong>di</strong>o, la terza i comuni con punteggio<br />
finale superiore a quest’ultimo valore.<br />
E’ stato necessario ad<strong>di</strong>zionare due volte lo scarto quadratico me<strong>di</strong>o,<br />
in quanto la forma della <strong>di</strong>stribuzione <strong>di</strong> frequenza — costruita<br />
con il predetto proce<strong>di</strong>mento <strong>di</strong> Struges presenta una <strong>di</strong>scontinuità, tale<br />
che la terza classe, quella relativa al livello <strong>di</strong> valore massimo, comprenderebbe<br />
due gruppi <strong>di</strong> comuni non contigui nella <strong>di</strong>stribuzione <strong>di</strong><br />
frequenza e per giunta staccati da un rilevante intervallo.<br />
Invece ad<strong>di</strong>zionando alla me<strong>di</strong>a due volte lo scarto quadratico me<strong>di</strong>o<br />
si elimina questo inconveniente, cosicché la terza classe in<strong>di</strong>vidua<br />
un gruppo <strong>di</strong> comuni che si stacca nettamente dai gruppi precedenti. Si<br />
conferma così la vali<strong>di</strong>tà del calcolo delle <strong>di</strong>stribuzioni <strong>di</strong> frequenza.<br />
<strong>La</strong> valutazione della presenza <strong>di</strong> risorse idriche, sia superficiali che<br />
sotterranee, <strong>di</strong> risorse minerarie e <strong>di</strong> particolari infrastrutture (porto,<br />
aereoporto e nodo ferroviario) è consistita nell’attribuzione del punteggio<br />
<strong>di</strong> tre punti ai comuni nei cui agri sono presenti queste con<strong>di</strong>zioni<br />
favorevoli.<br />
Questa valutazione si è ad<strong>di</strong>zionata ai risultati del precedente calcolo<br />
sul grado attuale <strong>di</strong> sviluppo economico, formando così il contenuto<br />
del quadro prospettico C. Questo quadro riporta nell’ultima colonna<br />
il punteggio complessivo <strong>di</strong> ciascun comune.<br />
Anche le variazioni <strong>di</strong> questo punteggio complessivo sono state<br />
analizzate con i soliti strumenti <strong>di</strong> misura (poligono <strong>di</strong> frequenza, me<strong>di</strong>a<br />
aritmetica e scarto quadratico me<strong>di</strong>o) pervenendo al risultato <strong>di</strong><br />
sod<strong>di</strong>videre i 61 comuni in tre gruppi. Il primo comprende i comuni<br />
che hanno ottenuto un punteggio complessivo inferiore alla me<strong>di</strong>a aritmetica<br />
pari a 13; il secondo raggruppa i comuni con un punteggio<br />
40
___________________________________________________________PIANO REGOLATORE TERRITORI ALE<br />
8<br />
9<br />
10<br />
11<br />
AREA TURISTICO-SI LVO-ZOOTECNICA<br />
COMUNI > 13 punti<br />
Alberona<br />
Celle S. Vito<br />
Faeto<br />
Panni<br />
Pietra Montecorvi.<br />
Castelnuovo D.<br />
Monteleone P.<br />
Motta Montecor.<br />
Rocchetta S. A.<br />
Acca<strong>di</strong>a<br />
Anzano <strong>di</strong> Puglia<br />
Bovino<br />
Carlantino<br />
Carpino<br />
Castelluccio S.<br />
Deliceto<br />
Ischitella<br />
Roseto Valforto.<br />
Volturara Appula<br />
Volturino<br />
Candela<br />
Casalvecchio P.<br />
Celenza Valfo.<br />
Sant’Agata Puglia<br />
Serracapriola<br />
13<br />
13<br />
MODELLO DI ZONIZZAZIONE<br />
AREA AGRICOLO-<br />
MINERARIA<br />
COMUNI < 14-13<br />
AREA URBANO-<br />
INDUSTRIALE<br />
COMUNI < 23<br />
p.<br />
7<br />
Comune<br />
Casalnuovo M.<br />
p.<br />
12<br />
Comune<br />
Ascoli Satriano<br />
p.<br />
14<br />
Comune<br />
Torremaggiore<br />
p. Comune<br />
26 Manfredonia<br />
Castelluccio V. Mattinata<br />
Orsara <strong>di</strong> Puglia Ro<strong>di</strong> Garganico 15 Monte S. Angelo<br />
S. Marco <strong>La</strong> Cat. S. Paolo Civitate<br />
Troia<br />
Biccari<br />
Chieuti<br />
Vico Garganico<br />
16<br />
17<br />
18<br />
19<br />
20<br />
21<br />
22<br />
Cagnano Varano<br />
Rignano Gargani.<br />
S.Marco in <strong>La</strong>mis<br />
Trinitapoli<br />
Cerignola<br />
Ortanova<br />
S.Fer<strong>di</strong>nando P.<br />
Stornara<br />
Stornarella<br />
Vieste<br />
Lucera<br />
S. Nicandro G.<br />
Carapelle<br />
San Severo<br />
Lesina<br />
S. G. Rotondo<br />
Apricena<br />
Margherita <strong>di</strong> S.<br />
Poggio Imperiale<br />
compreso tra 13 e questo valore più due volte lo scarto quadratico me<strong>di</strong>o,<br />
pari a 22; e il terzo gruppo comprende i comu ni con punteggio<br />
superiore a 22.<br />
Una conferma della vali<strong>di</strong>tà <strong>di</strong> questa sud<strong>di</strong>visione sta nel fatto che<br />
— come documento il quadro prospettico D — mentre la serie del<br />
punteggio è continua da 7 fino a 22 (tanto che solo nella me<strong>di</strong>a si può<br />
trovare un criterio <strong>di</strong> <strong>di</strong>visione), oltre questo valore si registra un intervallo<br />
<strong>di</strong> ben quattro punti. Perciò, il terzo gruppo costituisce, a giusto<br />
titolo, un’entità territoriale ben <strong>di</strong>stinta.<br />
<strong>La</strong> rappresentazione cartografica corrispondente alle in<strong>di</strong>cazioni<br />
41
SALVATORE GAROFALO_______________________________________________________________________<br />
contenute in quest’ultimo quadro prospettico in<strong>di</strong>vidua abbastanza<br />
chiaramente tre aree concentriche <strong>di</strong> forma quasi circolare.<br />
<strong>La</strong> irregolarità dei confini degli agri comunali altera un po’ i contorni<br />
<strong>di</strong> questa rappresentazione geometrica. Nell’intento <strong>di</strong> superare<br />
questo inconveniente, si sono tracciate alcune curvilinee che — <strong>di</strong>scostandosi<br />
il meno possibile dai confini amministrativi dei gruppi <strong>di</strong> comuni<br />
— meglio evidenziano le tre aree uniformi quanto a grado attuale<br />
e potenzialità imme<strong>di</strong>ate <strong>di</strong> sviluppo economico.<br />
Giunti a questo punto non resta che interpretare il significato programmatico<br />
e decisionale <strong>di</strong> questo modello <strong>di</strong> zonizzazione.<br />
7. — <strong>La</strong> misurazione del « grado <strong>di</strong> importanza economica » dei<br />
singoli comuni della provincia <strong>di</strong> <strong>Foggia</strong> ha, quin<strong>di</strong>, consentito <strong>di</strong> selezionare<br />
tre gruppi <strong>di</strong> comuni, i quali formano tre <strong>di</strong>stinte aree che si<br />
<strong>di</strong>spongono sul territorio come tre fasce concentriche. Pertanto ciascuno<br />
<strong>di</strong> questi « anelli » ha una sua in<strong>di</strong>vidualità. Essi costituiscono<br />
aree uniformi quanto a grado <strong>di</strong> sviluppo economico, inteso in senso<br />
globale, cioè rappresentativo sia del <strong>di</strong>namismo dei principali settori<br />
produttivi, sia del livello <strong>di</strong> dotazione del capitale fisso sociale.<br />
Il carattere preminente <strong>di</strong> questo modello è rappresentato dalla «<br />
circolarità » della sua forma geometrica. L’estensione del territorio (oltre<br />
700.000 ettari), la prevalenza della <strong>parte</strong> pianeggiante, l’ubicazione<br />
baricentrica del capoluogo rendono molto simile questa realtà alle ipotesi<br />
semplificatrici del modello <strong>di</strong> V. Thuen, che si riassume graficamente<br />
— come è noto — in una serie <strong>di</strong> anelli concentrici.<br />
Il nostro modello si <strong>di</strong>stingue rispetto a quello <strong>di</strong> V. Thuen per il<br />
fatto <strong>di</strong> riferirsi non già alle forme <strong>di</strong> utilizzazione agricola del suolo<br />
ma al grado <strong>di</strong> sviluppo globale. Lo schema <strong>di</strong> V. Thuen teorizza la<br />
scelta concernente la <strong>di</strong>stribuzione ottimale tra impieghi del fattore<br />
terra, omogeneo sotto tutti i profili tranne che per la <strong>di</strong>stinta rispetto al<br />
mercato? Per l’assenza <strong>di</strong> ferrovie e <strong>di</strong> altri centri commerciali non esistono<br />
vincoli <strong>di</strong> sorta all’impiego agricolo della terra <strong>di</strong>sponibile, cosicché<br />
le uniche due variabili, capaci <strong>di</strong> determinare la <strong>di</strong>stribuzione<br />
ottimale del terreno tra le colture concorrenti finiscono per essere i<br />
prezzi dei <strong>di</strong>versi prodotti ottenibili e il costo <strong>di</strong> trasporto, funzione a<br />
sua volta della variabile <strong>di</strong>stanza.<br />
Il noto teorema, relativo alla <strong>di</strong>stribuzione <strong>di</strong> un fattore <strong>di</strong>sponibile<br />
in quantità limitata tra impieghi alternativi, qui assume — attraverso<br />
l’incidenza del costo <strong>di</strong> trasporto — la <strong>di</strong>mensione spaziale e consente<br />
42
___________________________________________________________PIANO REGOLATORE TERRITORIALE<br />
<strong>di</strong> determinare, sia pure sulla base delle predette ipotesi semplificatrici,<br />
la localizzazione ottimale delle colture.<br />
<strong>La</strong> <strong>di</strong>visione <strong>di</strong> un territorio in aree uniformi è più consentanea<br />
all’agricoltura, in quanto in genere è tutto il territorio ad essere coltivato<br />
o utilizzato sia pure in mo<strong>di</strong> e con destinazioni <strong>di</strong>fferenti. Questa<br />
<strong>di</strong>versità <strong>di</strong> utilizzazione fornisce il criterio per la <strong>di</strong>visione del territorio<br />
in aree uniformi.<br />
Al contrario i paesaggi industriali non solo sono da ricercarsi in<br />
pochi e limitati compartimenti terrestri, ma soprattutto, lo stu<strong>di</strong>o dell’ubicazione<br />
delle imprese industriali concerne non già le aree come<br />
per la localizzazione delle colture, ma i « punti » del territorio. <strong>La</strong> determinazione<br />
del peso dei singoli fattori <strong>di</strong> localizzazione si risolve<br />
nella ricerca nel « punto » dell’ubicazione ottimale. Si pensi al noto<br />
triangolo <strong>di</strong> Weber.<br />
Ciò non pertanto se si considera, ad esempio, l’agricoltura italiana<br />
si può vedere tutto questo territorio <strong>di</strong>stinto in tante « regioni agrarie »;<br />
mentre se si considera l’intera economia italiana, si può scorgere il<br />
contrasto tra « regioni agrarie » e « regioni industriali », cioè « regioni<br />
economiche » caratterizzate dalla prevalenza rispettivamente delle attività<br />
agricole o delle attività industriali.<br />
Il nostro modello descrittivo dell’attuale assetto territoriale della<br />
Capitanata, dovendo misurare come varia sul territorio il livello <strong>di</strong> sviluppo<br />
globale ovvero il « grado <strong>di</strong> importanza economica » ha sud<strong>di</strong>viso<br />
l’intero territorio in aree, con una propria in<strong>di</strong>vidualità riveniente<br />
dal prevalere delle forme <strong>di</strong> organizzazione, dell’attività economica.<br />
8. — Conseguentemente, la derivazione del modello normativodecisionale<br />
dovrà fissare le modalità <strong>di</strong> trasformazione degli or<strong>di</strong>namenti<br />
produttivi nell’ambito delle singole aree nonché l’ubicazione e<br />
le <strong>di</strong>mensioni dei nuovi impianti industriali.<br />
In via teorica, si può anche supporre che il modello normativo può<br />
assumere contenuti innovativi tali da non rispettare l’attuale forma <strong>di</strong><br />
sud<strong>di</strong>visione territoriale sia nel senso <strong>di</strong> mo<strong>di</strong>ficare i confini degli «<br />
anelli » concentrici sia nel senso <strong>di</strong> mo<strong>di</strong>ficarne la fondamentale forma<br />
circolare. Il processo <strong>di</strong> sviluppo in atto è però ben lungi dal richiedere<br />
sì ra<strong>di</strong>cale trasformazione del modello <strong>di</strong> assetto territoriale. Anche<br />
sulla base dei progetti già redatti o in corso <strong>di</strong> realizzazione, appare<br />
fondato continuare ad assumere come base <strong>di</strong> <strong>parte</strong>nza lo schema <strong>di</strong><br />
assetto territoriale quale risulta dal modello interpretativo, limitando il<br />
43
SALVATORE GAROFALO_______________________________________________________________________<br />
compito del modello decisionale a fissare nuovi contenuti economici<br />
dei singoli « anelli » concentrici.<br />
9. — L’interpretazione <strong>di</strong> questo modello descrittivo richiede l’in<strong>di</strong>viduazione<br />
degli aspetti economico-sociali prevalenti delle tre aree,<br />
cioè delle ragioni che <strong>di</strong>fferenziano e quin<strong>di</strong> consentono <strong>di</strong> <strong>di</strong>videre il<br />
territorio. Il primo « anello » quello posto al centro del sistema, è caratterizzato<br />
da un sufficientemente elevato <strong>di</strong>namismo demografico e<br />
da un consistente avvio del settore secondario. t noto che questi due<br />
fenomeni: urbanizzazione e industrializzazione presentano, in generale,<br />
un elevato grado <strong>di</strong> correlazione. In breve, questa area presenta una<br />
sua in<strong>di</strong>vidualità e si <strong>di</strong>stingue rispetto alle altre parti del sistema per<br />
un certo prevalere del carattere urbano-industriale.<br />
Il secondo « anello », caratterizzato da stasi demografica, è sede <strong>di</strong><br />
tutti i comprensori irrigui sia quelli collettivi, collegati ai gran<strong>di</strong> invasi<br />
sui fiumi e torrenti della provincia (Ofanto, Carapelle, Fortore) sia<br />
quelli aziendali risultanti dalla vasta rete <strong>di</strong> pozzi, che utilizzano le acque<br />
sotterranee. Quest’area, che occupa la più alta percentuale della<br />
superficie provinciale, è sede anche dei giacimenti <strong>di</strong> metano, <strong>di</strong> bauxite,<br />
delle cave <strong>di</strong> pietre, nonché degli stabilimenti termali che utilizzano<br />
le acque madri delle saline. In quest’area gli addetti al settore<br />
primario, nella sua più vasta accezione quale risulta dalla prima schematizzazione<br />
del Colin Clark (comprensiva sia degli addetti<br />
all’agricoltura che degli addetti alle miniere) costituiscono la maggioranza<br />
assoluta della popolazione attiva, raggiungendo il 52%.<br />
Per la somma <strong>di</strong> tutti questi elementi strutturali, anche questa seconda<br />
area, che si situa come « anello » interme<strong>di</strong>o nel sistema, ha una<br />
sua in<strong>di</strong>vidualità e si <strong>di</strong>stingue per il prevalere del carattere agricolominerario.<br />
Il terzo « anello » non costituisce un’unità territoriale continua, in<br />
quanto si compone <strong>di</strong> due corpi, posti ai bor<strong>di</strong> del sistema.<br />
In quest’area lo spopolamento è molto marcato, in quanto raggiunge<br />
il 20%. Altro elemento comune è l’altimetria: i due corpi, infatti,<br />
sono sede dei due consorzi <strong>di</strong> bonifica montana. In breve<br />
quest’area trova la sua in<strong>di</strong>vidualità nel prevalere del carattere silvopastorale.<br />
In conclusione, tre aree, uniformi quanto a grado <strong>di</strong> importanza<br />
economica, e che costituiscono tre <strong>di</strong>stinti anelli concentrici: il primo<br />
a prevalente economia urbano-industriale; il secondo a prevalente economia<br />
agricolo-mineraria; il terzo a prevalente economia silvopastorale.<br />
44
___________________________________________________________PIANO REGOLATORE TERRITORIALE<br />
III - CARATTERI ECONOMICI DEL NUOVO MODELLO DI ASSETTO TERRI-<br />
TORIALE DELLA CAPITANATA<br />
1. — Dalla somma dei suddetti caratteri si intuisce che non si tratta<br />
soltanto <strong>di</strong> una forma <strong>di</strong> <strong>di</strong>fferenziazione dell’apparato produttivo, ma<br />
ad essa si accompagna anche una <strong>di</strong>fferenza nei livelli <strong>di</strong> red<strong>di</strong>to. Siamo<br />
cioè in presenza <strong>di</strong> un meccanismo che genera continuamente<br />
forme <strong>di</strong> squilibrio sia settoriale che territoriale.<br />
Di fronte a un simile stato <strong>di</strong> fatto, sorge spontanea l’assunzione<br />
dell’obiettivo dello sviluppo equilibrato, vale a <strong>di</strong>re programmare una<br />
serie <strong>di</strong> interventi capaci <strong>di</strong> promuovere una crescita nelle <strong>di</strong>verse parti<br />
del sistema, tale da raggiungere uno stato <strong>di</strong> equilibrio, inteso come<br />
relativo livellamento dello stato <strong>di</strong> benessere.<br />
Se agevole e pacifica può essere l’assunzione <strong>di</strong> un simile obiettivo<br />
<strong>di</strong> sviluppo, piuttosto problematica appare la scelta degli strumenti<br />
capaci <strong>di</strong> eliminare le predette situazioni <strong>di</strong> squilibrio.<br />
A questo punto torna acconcio prendere in esame gli effetti della<br />
decisione degli esperti dell’Aeritalia <strong>di</strong> ubicare nei pressi<br />
dell’aereoporto <strong>di</strong> Amendola (Manfredonia) un impianto industriale <strong>di</strong><br />
tipo aereonautico.<br />
2. — I fattori <strong>di</strong> localizzazione, che hanno fatto preferire la provincia<br />
<strong>di</strong> <strong>Foggia</strong> per l’ubicazione dell’Aeritalia sono ugualmente presenti<br />
sia nel primo che nel secondo « anello » del sistema. Si allude ai «<br />
cieli puliti » ed agli ampi spazi, che sono requisiti fondamentali per<br />
l’inse<strong>di</strong>amento <strong>di</strong> un impianto industriale <strong>di</strong> tipo aeronautico, come<br />
quello progettato dalla Aeritalia. L’ubicazione « Amendola » presenta<br />
però il vantaggio dell’esistenza <strong>di</strong> cospicue attrezzature aeroportuali.<br />
Ora questo impianto industriale verrà certamente a rafforzare il carattere<br />
urbano-industriale della <strong>parte</strong> centrale del sistema e quin<strong>di</strong> ad<br />
accentuare i caratteri <strong>di</strong>fferenziali rispetto alle altre due aree. Di qui<br />
l’esigenza <strong>di</strong> verificare la vali<strong>di</strong>tà <strong>di</strong> questa scelta ubicazionale con<br />
l’obiettivo <strong>di</strong> perseguire l’equilibrio territoriale del sistema economico<br />
dauno, fondato sulla proposta <strong>di</strong> contenere gli inse<strong>di</strong>amenti industriali<br />
nella <strong>parte</strong> centrale del sistema a favore delle fasce esterne.<br />
In primo luogo, la qualifica urbano-industriale attribuita alla <strong>parte</strong><br />
centrale del sistema ha un valore puramente relativo, rispetto al restante<br />
territorio della economia dauna, in quanto essa è ben lungi dagli<br />
standards <strong>di</strong> una regione industrialmente evoluta e soprattutto perché<br />
si è molto lontani dall’insorgere <strong>di</strong> forme varie <strong>di</strong> congestione territoriale.<br />
Basta pensare che la densità <strong>di</strong> abitanti per Kmq. nei due comuni<br />
45
SALVATORE GAROFALO_______________________________________________________________________<br />
<strong>di</strong> <strong>Foggia</strong> e <strong>di</strong> Manfredonia, formanti l’area centrale de sistema, è nettamente<br />
inferiore sia alla me<strong>di</strong>a regionale che a quella nazionale.<br />
D’altro canto, anche la incidenza percentuale degli addetti alle attività<br />
industriali è ancora alla data dell’ultimo censimento, ben lontano dai<br />
valori delle tipiche « regioni industriali ».<br />
Già queste due in<strong>di</strong>cazioni appaiono sufficienti ad avvertire come<br />
non sia proprio il caso <strong>di</strong> prospettarsi la tesi <strong>di</strong> evitare la congestione<br />
nella <strong>parte</strong> centrale del sistema. L’area centrale presenta, infatti, una<br />
densità demografica <strong>di</strong> appena 210 abitanti per Kmq. una misura che<br />
può rientrare nell’in<strong>di</strong>ce delle zone scarsamente popolate e non già in<br />
quello delle zone congestionate. Trattasi, quin<strong>di</strong>, <strong>di</strong> un’area per la quale<br />
risulta fondato un programma <strong>di</strong> urbanizzazione, sostenuto da un<br />
processo <strong>di</strong> sviluppo industriale.<br />
Non va <strong>di</strong>menticato, inoltre, che tra i due comuni <strong>di</strong> questa area<br />
centrale corre una <strong>di</strong>stanza <strong>di</strong> 30 Km. In questo spazio non esiste nessun<br />
nucleo <strong>di</strong> abitazioni. E muovendo dal capoluogo verso le altre <strong>di</strong>rezioni<br />
bisogna percorrere, me<strong>di</strong>amente, <strong>di</strong>stanze <strong>di</strong> poco inferiori per<br />
incontrare un centro abitato. S noto che il Tavoliere è una « regione »<strong>di</strong><br />
recente colonizzazione, tant’è che una delle più interessanti iniziative<br />
della bonifica in Capitanata è stata proprio quella <strong>di</strong> costruire una serie<br />
<strong>di</strong> borghi e <strong>di</strong> centri <strong>di</strong> servizio, con lo scopo precipuo <strong>di</strong> promuovere<br />
e infittire gli inse<strong>di</strong>amenti rurali in questa ampia fascia <strong>di</strong> « vuoto residenziale»<br />
esistente attorno al capoluogo. Da notare che anche la <strong>di</strong>mensione<br />
territoriale <strong>di</strong> questo programma <strong>di</strong> opere <strong>di</strong> bonifica ha assunto<br />
la forma circolare.<br />
Se per un verso risulta validamente fondata la proposta <strong>di</strong> promuovere<br />
per quest’area una più intensa urbanizzazione, correlata allo<br />
sviluppo industriale, per altro verso il fatto che <strong>di</strong>versi centri decisionali<br />
abbiano scelto quest’area, per inse<strong>di</strong>arvi i nuovi impianti industriali<br />
realizzati in questi ultimi anni nella provincia, sta a in<strong>di</strong>care la<br />
presenza <strong>di</strong> obiettive con<strong>di</strong>zioni preferenziali.<br />
Quest’annotazione <strong>di</strong> per sé, cioè isolatamente presa, potrebbe in<strong>di</strong>care<br />
che la scelta, efficiente dal punto <strong>di</strong> vista aziendale, risulta in<br />
contrasto con l’obiettivo <strong>di</strong> eliminare l’esistente squilibrio territoriale.<br />
In altri termini, se la finalità della pianificazione dell’A.S.I. è quella<br />
<strong>di</strong> promuovere uno sviluppo equilibrato dell’economia dauna anche<br />
sotto il profilo territoriale, non è sufficiente constatare che l’Anic, la<br />
<strong>La</strong>nerossi, l’Aeritalia e poi anche società minori quali la Frigodaunia,<br />
l’Ajnomoto, l’Eridania e la Pontelongo abbiano preferito<br />
46
___________________________________________________________PIANO REGOLATORE TERRITORIALE<br />
l’area centrale per inse<strong>di</strong>arvi i loro impianti, in quanto queste scelte<br />
potrebbero corrispondere unicamente a criteri <strong>di</strong> valutazione aziendalistica,<br />
in contrasto con le <strong>di</strong>rettive programmatiche orientate a correggere<br />
la tendenza spontanea delle forze <strong>di</strong> mercato.<br />
3. — Si può anche accettare, per ragioni <strong>di</strong> convenienza, questo<br />
stato <strong>di</strong> fatto; salvo a ritenere che sarebbe stato preferibile — nel rispetto<br />
dell’obiettivo del riequilibrio territoriale — che per i predetti<br />
impianti industriali fossero state scelte ubicazioni ricadenti nella fascia<br />
interme<strong>di</strong>a del nostro modello <strong>di</strong> assetto territoriale, nella fascia cioè<br />
caratterizzata da un minor grado <strong>di</strong> importanza economica.<br />
A favore <strong>di</strong> questa tesi sta il rilievo che una simile scelta ubicazionale<br />
avrebbe più facilmente esteso i suoi benefici in<strong>di</strong>retti alla terza<br />
fascia esterna, ancora più depressa, contenendo così gli effetti dell’ulteriore<br />
emarginazione.<br />
Questo rilievo sarebbe valido a con<strong>di</strong>zione che i fattori agglomerativi<br />
e le ragioni <strong>di</strong> economie esterne, presenti in maggior misura<br />
nell’area centrale del sistema, fossero neutralizzati dall’insorgere <strong>di</strong><br />
fenomeni <strong>di</strong> congestione territoriale. Il che non è. E quin<strong>di</strong> preferire<br />
per la localizzazione dei nuovi impianti industriali, specie <strong>di</strong> quelli <strong>di</strong><br />
notevoli <strong>di</strong>mensioni e ad elevato contenuto tecnologico, la seconda area<br />
interme<strong>di</strong>a sarebbe sicuramente una scelta in pura per<strong>di</strong>ta, in quanto<br />
comporterebbe la rinuncia, senza contropartita, ai fattori agglomerativi<br />
e alle economie esterne presenti in maggior misura nell’area centrale<br />
del sistema.<br />
4. — D’altro canto, la tesi tendente a ridurre gli inse<strong>di</strong>amenti industriali<br />
nell’area centrale del sistema al fine <strong>di</strong> favorire un più accelerato<br />
sviluppo della fascia interme<strong>di</strong>a e <strong>di</strong> eliminare così l’insorgere<br />
<strong>di</strong> fenomeni, inquadrabili nel noto principio della « causalità circolare<br />
cumulativa » (Myrdal), potrebbe essere valida a due con<strong>di</strong>zioni.<br />
<strong>La</strong> prima con<strong>di</strong>zione è che l’area centrale del sistema possa essere<br />
qualificata già economicamente avanzata, una area cioè già ricca che<br />
tende a <strong>di</strong>ventare sempre più ricca a scapito delle altre aree del sistema<br />
che conseguentemente <strong>di</strong>ventano sempre più povere. Il che non corrisponde<br />
alla realtà.<br />
<strong>La</strong> seconda con<strong>di</strong>zione è che nelle altre aree, o anelli concentrici,<br />
manchino completamente altre possibilità <strong>di</strong> sviluppo.<br />
<strong>La</strong> proposta <strong>di</strong> « preferire » la fascia interme<strong>di</strong>a all’area centrale del<br />
sistema può risultare valida in un simile schema <strong>di</strong> ragionamento:<br />
a) date alcune possibilità <strong>di</strong> sviluppo, cioè l’inse<strong>di</strong>amento <strong>di</strong> alcune<br />
47
SALVATORE GAROFALO_______________________________________________________________________<br />
imprese industriali; b) dato l’obiettivo <strong>di</strong> raggiungere il riequilibrio<br />
territoriale; c) dato l’attuale squilibrio illustrato dal modello<br />
dell’attuale assetto territoriale dell’economia daunia; d) qual è l’area<br />
da preferire per i nuovi inse<strong>di</strong>amenti industriali?<br />
E’ evidente che posta in questi termini la questione, la risposta è<br />
ovvia e scontata, nel senso che è da preferire la fascia interme<strong>di</strong>a. Solo<br />
che questa risposta è valida nei limiti dell’ipotesi <strong>di</strong> <strong>parte</strong>nza e cioè<br />
<strong>di</strong> una programmazione settoriale, che concentri la sua attenzione alle<br />
sole attività industriali.<br />
Ma proprio per evitare simili inconvenienti si è voluto impostare in<br />
termini globali l’ipotesi <strong>di</strong> sviluppo economico-sociale. In concreto,<br />
quest’impostazione ha consentito <strong>di</strong> tener presente in primo luogo i<br />
progetti <strong>di</strong> sviluppo già redatti e/o in corso <strong>di</strong> realizzazione nella provincia,<br />
in primo luogo quelli del settore agricolo.<br />
A questo punto torna <strong>di</strong> particolare aiuto una teoria dell’economia<br />
dello sviluppo, secondo cui compito della programmazione è quello <strong>di</strong><br />
in<strong>di</strong>viduare per ciascun ambiente il suo « punto <strong>di</strong> forza », si da poter<br />
selezionare la promozione <strong>di</strong> quelle attività, che meglio ne utilizzano<br />
la capacità <strong>di</strong> trasformazione e <strong>di</strong> <strong>di</strong>fferenziazione dell’apparato produttivo.<br />
Ne consegue, perciò, che la proposta <strong>di</strong> contenere l’inse<strong>di</strong>amento<br />
<strong>di</strong> nuove imprese industriali nell’area centrale del sistema potrà essere<br />
ri<strong>di</strong>mensionata dall’accertamento degli effetti che « i punti <strong>di</strong> forza »<br />
caratteristici della fascia potranno generare. Effetti in termini <strong>di</strong> red<strong>di</strong>to<br />
e <strong>di</strong> occupazione, in una parola le possibilità <strong>di</strong> sviluppo.<br />
In altri termini, s’intende <strong>di</strong>re che lo sviluppo economico <strong>di</strong> una<br />
data « regione » non si identifica necessariamente ed esclusivamente<br />
nell’espansione delle attività industriali. A questo proposito, per fornire<br />
una prova della vali<strong>di</strong>tà della proposta operativa e della scelta programmatica,<br />
implicitamente contenuta nella precedente proposizione,<br />
nella seconda <strong>parte</strong> dell’ipotesi <strong>di</strong> sviluppo socio-economico del Piano<br />
regolatore, si è accertato — con l’ausilio <strong>di</strong> alcuni modelli matematici<br />
— che, a livello dell’intera area meri<strong>di</strong>onale, la produttività degli investimenti<br />
nel settore agricolo, relativamente all’ultimo ventennio,<br />
ben regge il confronto con quella degli investimenti nel settore industriale.<br />
E dai risultati <strong>di</strong> quest’analisi comparata sì è avanzata la riserva<br />
critica in or<strong>di</strong>ne alla scelta <strong>di</strong> politica economica, che ha determinato<br />
una marcata e persistente flessione degli investimenti agricoli<br />
nell’Italia meri<strong>di</strong>onale a partire dal 1960.<br />
48
___________________________________________________________PIANO REGOLATORE TERRITORIALE<br />
E’ chiaro che questa critica contiene in<strong>di</strong>rettamente la proposta <strong>di</strong><br />
rivedere simile comportamento per il prossimo avvenire e in concreto<br />
<strong>di</strong> favorire la ripresa degli investimenti in agricoltura e in particolare<br />
in quei comparti notamente contrad<strong>di</strong>stinti da una relativamente più<br />
elevata produttività, in primo luogo l’irrigazione.<br />
5. — Ora, se si considera la localizzazione, nella provincia <strong>di</strong> <strong>Foggia</strong>,<br />
nelle « zone irrigue », sia quelle servite dalle opere <strong>di</strong> irrigazione<br />
collettiva sia quelle che fruiscono attraverso un elevatissimo numero<br />
<strong>di</strong> pozzi della falda sotterranea, si nota che esse ricadono in larga misura<br />
proprio nell’anello interme<strong>di</strong>o, quello posto tra la fascia esterna<br />
con le alte colline del sub-appennino e con il Gargano e l’area urbanoindustriale<br />
localizzata al centro del sistema. Come pure, in questa fascia<br />
interme<strong>di</strong>a sono ubicati i giacimenti <strong>di</strong> metano, bauxite e cave <strong>di</strong><br />
pietra pregiata, donde l’attribuzione a quest’area della qualifica « agricolo-mineraria<br />
».<br />
Tale qualifica contiene in sé l’in<strong>di</strong>cazione dei «punti <strong>di</strong> forza » da<br />
tener presenti in sede <strong>di</strong> programmazione dello sviluppo.<br />
Mentre le risorse minerarie non sempre riescono a con<strong>di</strong>zionare<br />
l’ubicazione degli impianti <strong>di</strong> trasformazione, nel senso che spesso è<br />
conveniente il trasporto della materia prima in altre località dotate <strong>di</strong><br />
ben altre con<strong>di</strong>zioni favorevoli. E’ il caso dello stesso metano che viene,<br />
sia pure parzialmente, utilizzato nell’ambìto della provincia <strong>di</strong><br />
<strong>Foggia</strong> ma non già nella fascia interme<strong>di</strong>a del nostro sistema, ma a<br />
Manfredonia. Non altrettanto può <strong>di</strong>rsi delle risorse idriche, i cui impianti<br />
<strong>di</strong> irrigazione collettiva (Sinistra Ofanto-Marana Capacciotti;<br />
Carapelle; serie <strong>di</strong> laghetti collinari; Fortore-Occhito) sono destinati a<br />
promuovere lo sviluppo agricolo dell’area interme<strong>di</strong>a. In conclusione,<br />
il principale «punto <strong>di</strong> forza» dell’anello interme<strong>di</strong>o del sistema economico<br />
dauno è costituito da questo imponente complesso <strong>di</strong> investimenti<br />
nel settore irriguo.<br />
Ora, c’è da rilevare che la concentrazione in quest’area degli investimenti<br />
nel settore delle opere <strong>di</strong> miglioramenti fon<strong>di</strong>ario, finalizzate<br />
alla valorizzazione <strong>di</strong> queste risorse idriche, consente <strong>di</strong> raggiungere,<br />
oltre all’obiettivo dell’incremento del red<strong>di</strong>to, anche quello <strong>di</strong> promuovere<br />
un aumento dell’occupazione agricola e per questa via correggere<br />
la tendenza in atto della <strong>di</strong>minuzione della densità demografica.<br />
Come risulta dalla lettura del quadro prospettico A, molti dei comuni<br />
della fascia interme<strong>di</strong>a fanno registrare una flessione — rispetto<br />
all’ultimo decennio — del numero dei residenti. In particolare la den-<br />
49
SALVATORE GAROFALO_______________________________________________________________________<br />
sità demografica (abitanti/Kmq.) al 1971 è particolarmente bassa anche<br />
rispetto alla me<strong>di</strong>a regionale.<br />
6. — I processi <strong>di</strong> intensificazione culturale, <strong>di</strong>pendenti dall’introduzione<br />
dell’acqua a scopo irriguo, portano in ogni caso a un notevole<br />
incremento del volume <strong>di</strong> occupazione e quin<strong>di</strong> del numero dei residenti.<br />
<strong>La</strong> trasformazione dell’or<strong>di</strong>namento produttivo sia che si fon<strong>di</strong><br />
sugli impianti arborei sia che si fon<strong>di</strong> sulle colture foraggere e sui conseguenti<br />
allevamenti zootecnici dovrà far registrare, rispetto all’attuale<br />
predominanza dell’or<strong>di</strong>namento cerealicolo fortemente meccanizzato,<br />
un notevole aumento degli addetti all’agricoltura. E l’effetto occupazione<br />
raggiungerà consistenti <strong>di</strong>mensioni anche in conseguenza<br />
dell’estensione complessiva dei comprensori irrigui.<br />
Inoltre, un programma <strong>di</strong> sviluppo agricolo, fondato sul-<br />
l’irrigazione e sulle conseguenti intensificazioni colturali, consente <strong>di</strong><br />
registrare l’interessante fenomeno della convergenza dell’effetto occupazione<br />
rispetto all’effetto red<strong>di</strong>to.<br />
In altri termini, si verificano sia aumenti <strong>di</strong> occupazione che aumenti<br />
<strong>di</strong> red<strong>di</strong>to. Più in particolare sono spesso quasi coincidenti le<br />
scelte relative alla destinazione della superficie aziendale tra le <strong>di</strong>verse<br />
colture alternative, tendenti a massimizzare il red<strong>di</strong>to del-<br />
l’impren<strong>di</strong>tore con quelle tendenti a massimizzare il red<strong>di</strong>to da lavoro.<br />
7. — Quest’ultimo aspetto è <strong>di</strong> particolare importanza per il funzionamento<br />
del meccanismo <strong>di</strong> sviluppo dell’economia dauna, correlato<br />
al modello <strong>di</strong> assetto territoriale qui pre<strong>di</strong>sposto. Ma su questo punto<br />
si avrà modo <strong>di</strong> tornare più avanti per un migliore chiarimento.<br />
L’obiettivo del riequilibrio territoriale della economia dauna va<br />
perseguito valorizzando i « punti <strong>di</strong> forza » specifici dei singoli ambienti.<br />
Per l’area interme<strong>di</strong>a della provincia dauna, il punto <strong>di</strong> forza<br />
specifico è la destinazione agricola delle copiose risorse idriche. Questa<br />
scelta risulta ancor più fondata quando si consideri la congruità<br />
dello strumento rispetto all’obiettivo <strong>di</strong> correggere la tendenziale flessione<br />
del numero dei residenti.<br />
E’ chiaro che questa <strong>di</strong>fferenziazione <strong>di</strong> aree uniformi si fonda sul<br />
carattere economico prevalente e <strong>di</strong>stintivo, per cui non bisogna ritenere<br />
che nell’area interme<strong>di</strong>a si debba far posto esclusivamente alla<br />
promozione <strong>di</strong> nuove attività agricole. Intanto anche in quest’area non<br />
mancano segni <strong>di</strong> progresso nel settore industriale. Ma, quel che più<br />
conta ai fini programmatici e normativi, torna acconcia una precedente<br />
ipotesi <strong>di</strong> sviluppo industriale, formulata per il precedente Piano rego-<br />
50
___________________________________________________________PIANO REGOLATORE TERRITORIALE<br />
latore, quello relativo al Nucleo <strong>di</strong> industrializzazione <strong>di</strong> <strong>Foggia</strong>. Si allude<br />
alla proposta <strong>di</strong> articolare lo sviluppo industriale della provincia<br />
dauna per « agglomerati satelliti » .<br />
8. — L’idea dell’articolazione territoriale dello sviluppo industriale<br />
per agglomerati satelliti era, in quella fase <strong>di</strong> elaborazione progettuale,<br />
la <strong>di</strong>retta derivazione <strong>di</strong> un’ipotesi <strong>di</strong> sviluppo, che assegnava un<br />
ruolo preminente al settore agricolo e in particolare al compimento <strong>di</strong><br />
tutti i progetti irrigui.<br />
Dal punto <strong>di</strong> vista economico, un grande invaso sta sullo stesso<br />
piano <strong>di</strong> un’acciaieria o <strong>di</strong> un giacimento metanifero, in quanto sono<br />
tutti assimilabili alla categoria degli investimenti <strong>di</strong> base, <strong>di</strong> quegli investimenti<br />
capaci <strong>di</strong> favorire una lunga serie <strong>di</strong> investimenti successivi,<br />
legati tra loro da vincoli <strong>di</strong> connessione e <strong>di</strong> complementarietà<br />
tecnico-economica.<br />
A quella data non esistevano per la provincia <strong>di</strong> <strong>Foggia</strong> prospettive<br />
<strong>di</strong> investimenti <strong>di</strong> base tipicamente industriali. Infatti, non erano stati<br />
rinvenuti i giacimenti <strong>di</strong> metano e non erano stati decisi i noti inse<strong>di</strong>amenti<br />
Anic e Aeritalia.<br />
Ora, fondare l’ipotesi <strong>di</strong> sviluppo sul suolo preminente dei gran<strong>di</strong><br />
invasi con connessi impianti <strong>di</strong> irrigazione collettiva composta la logica<br />
conseguenza, in sede <strong>di</strong> ipotesi <strong>di</strong> assetto territoriale, <strong>di</strong> dover far riferimento<br />
a vaste estensioni <strong>di</strong> terreno.<br />
Il paesaggio agrario investe per sua natura spazi immensi, laddove<br />
i paesaggi industriali occupano soltanto pochi e limitati compartimenti<br />
terrestri.<br />
E’ tipico del settore agricolo interessare vaste aree mentre il settore<br />
industriale presenta, dal punto <strong>di</strong> vista territoriale, una caratterizzazione<br />
puntiforme. Pertanto, la più conveniente forma <strong>di</strong> assetto territoriale<br />
<strong>di</strong> un programma <strong>di</strong> sviluppo industriale, inserito in una vasta<br />
area interessata da cospicui processi <strong>di</strong> trasformazione agricola, è<br />
quella <strong>di</strong> prevedere non un singolo « polo » ma un gruppo <strong>di</strong> « agglomerati<br />
satelliti » .<br />
9. — <strong>La</strong> successiva localizzazione <strong>di</strong> nuovi grossi impianti industriali<br />
nella <strong>parte</strong> centrale del Tavoliere a sostegno della tendenza<br />
spontanea dell’accentuazione del suo carattere urbano-industriale,<br />
consente <strong>di</strong> meglio precisare, anche sotto il profilo territoriale, il ruolo<br />
della componente agricola <strong>di</strong> quest’ipotesi <strong>di</strong> sviluppo economico della<br />
Capitanata dovrà localizzarsi prevalentemente nella fascia interme<strong>di</strong>a<br />
del sistema. Di conseguenza, anche l’ubicazione dei suddetti<br />
51
SALVATORE GAROFALO_______________________________________________________________________<br />
« agglomerati satelliti » risulta agevolata. I fattori localizzatori <strong>di</strong> questi<br />
agglomerati industriali sono stati rispettivamente la presenza dei<br />
giacimenti <strong>di</strong> metano (Ascoli Satriano); la <strong>di</strong>sponibilità <strong>di</strong> risorse idriche<br />
in presenza <strong>di</strong> favorevoli collegamenti ferroviari e stradali (Giar<strong>di</strong>netto-Troia);<br />
la relativamente più elevata densità demografica (Lucera<br />
e San Severo).<br />
A conferma dell’intuizione <strong>di</strong> base del modello interpretativo <strong>di</strong><br />
assetto territoriale, anche il supporto infrastrutturale con funzione <strong>di</strong><br />
collegamenti tra i predetti agglomerati satelliti ha assunto la forma<br />
quasi circolare.<br />
10. — <strong>La</strong> prevalente caratteristica strutturale delle imprese, da inse<strong>di</strong>are<br />
in questi agglomerati satelliti, dovrà essere quella del basso<br />
coefficiente <strong>di</strong> capitale per unità lavorativa. Questa determinazione risulta<br />
logicamente coerente sia rispetto all’obiettivo specifico <strong>di</strong> questa<br />
area, sia rispetto alla scelta <strong>di</strong> fondo dell’attuale politica industriale,<br />
aumentare cioè il grado <strong>di</strong> densità demografica nel Mezzogiorno, favorire<br />
cioè le me<strong>di</strong>e imprese a basso coefficiente <strong>di</strong> capitale per unità<br />
lavorativa.<br />
IV - VERIFICA DELLA VALIDITÀ OPERATIVA DEL MODELLO DI SVILUPPO<br />
E DI ASSETTO TERRITORIALE DELLA CAPITANATA<br />
1. — L’analisi delle strutture territoriali dell’economia dauna,<br />
compiuta con l’ausilio <strong>di</strong> un modello <strong>di</strong> natura descrittivointerpretativa,<br />
ha consentito <strong>di</strong> in<strong>di</strong>viduare tre aree con <strong>di</strong>fferente «<br />
grado <strong>di</strong> importanza economica ».<br />
Queste tre aree, che assumono la forma <strong>di</strong> tre « anelli » concentrici<br />
rispetto all’ubicazione del capoluogo, presentano tre <strong>di</strong>fferenti vocazioni,<br />
sicché si è potuto determinare la localizzazione delle attività<br />
promozionali, che formano il contenuto dell’ipotesi <strong>di</strong> sviluppo economico-sociale.<br />
In altri termini, l’assunzione del modello interpretativo dell’attuale<br />
assetto dell’economia dauna ha consentito <strong>di</strong> precisare la <strong>di</strong>mensione<br />
spaziale dei programmi operativi, <strong>di</strong> specificarne cioè gli ambiti territoriali.<br />
Non resta che sottoporre ad esame critico questo modello, al fine<br />
<strong>di</strong> verificarne la sua vali<strong>di</strong>tà operativa. Si tratta, cioè <strong>di</strong> accertare il<br />
grado <strong>di</strong> compatibilità territoriale e le forme <strong>di</strong> integrazione tra i <strong>di</strong>fferenti<br />
programmi e le rispettive aree <strong>di</strong> sviluppo.<br />
Questo riesame critico può essere proficuamente compiuto, concentrando<br />
l’attenzione su due punti « nodali » del modello <strong>di</strong> sviluppo:<br />
52
___________________________________________________________PIANO REGOLATORE TERRITORIALE<br />
1) precisare il ruolo e la <strong>di</strong>mensione dell’agglomerato « Incoronata »;<br />
2) definire le modalità dei collegamenti tra i <strong>di</strong>versi programmi <strong>di</strong> sviluppo-agricolo,<br />
industriale e turistico.<br />
2. — In seno all’area centrale, qualificata con l’appellativo « urbano-industriale<br />
», è stato progettata la « <strong>di</strong>rettrice » <strong>di</strong> sviluppo industriale,<br />
consistente in un asse atttrezzato, che collega l’agglomerato «<br />
Incoronata » (<strong>Foggia</strong>) con l’agglomerato « Amendola » (Manfredonia)<br />
e con l’agglomerato Macchia (Monte Sant’Angelo). Le principali dotazioni<br />
infrastrutturali <strong>di</strong> quest’asse sono il porto <strong>di</strong> Manfredonia già<br />
potenziato in seguito all’inse<strong>di</strong>amento industriale Anic, l’Aereoporto<br />
civile <strong>di</strong> <strong>Foggia</strong> e le attrezzature aeroportuali <strong>di</strong> Amendola, i collegamenti<br />
<strong>di</strong>retti con le autostrade, l’adriatica e la Bari-Napoli, nonché<br />
l’importante nodo ferroviario <strong>di</strong> <strong>Foggia</strong>.<br />
Per quanto attiene all’agglomerato « Incoronata », va precisato che<br />
esso è ubicato a pochi chilometri dal centro abitato <strong>di</strong> <strong>Foggia</strong>, sulla<br />
strada statale per Bari.<br />
In questo agglomerato si sono già localizzati <strong>di</strong>versi impianti industriali,<br />
tutti in fase <strong>di</strong> ampliamento e caratterizzati dal basso coefficiente<br />
<strong>di</strong> capitale per unità lavorativa e ap<strong>parte</strong>nenti alle classi <strong>di</strong> attività<br />
proprie dei primi sta<strong>di</strong> dello sviluppo industriale (alimentari e tessili).<br />
Questa nota <strong>di</strong>stintiva è bene che venga conservata anche per i<br />
successivi inse<strong>di</strong>amenti industriali, <strong>di</strong> guisa che questo agglomerato<br />
possa avere una sua in<strong>di</strong>vidualità in seno alla suddetta « <strong>di</strong>rettrice » <strong>di</strong><br />
sviluppo.<br />
Il rafforzamento <strong>di</strong> questo carattere <strong>di</strong>stintivo si giustifica anche<br />
per una ragione <strong>di</strong> carattere funzionale e cioè lungo la predetta strada<br />
statale, specie nel tratto <strong>di</strong> una ventina <strong>di</strong> chilometri tra <strong>Foggia</strong> ed Orta<br />
Nova, sono sorte, in questi ultimi anni, molte imprese industriali <strong>di</strong><br />
piccole <strong>di</strong>mensioni. Questo fenomeno spontaneo potrebbe essere normalizzato<br />
e rafforzato dalla presenza <strong>di</strong> un agglomerato dotato delle<br />
principali infrastrutture e localizzato in una posizione centrale.<br />
Sono proprio queste le caratteristiche dell’agglomerato « Incoronata<br />
», che gli consentono <strong>di</strong> svolgere una funzione polarizzatrice rispetto<br />
a questo nuovo tipo <strong>di</strong> inse<strong>di</strong>amenti industriali.<br />
Solo, che, a questo punto, s’impone un esame critico delle ragioni<br />
che hanno suggerito la proposta <strong>di</strong> ridurre l’estensione<br />
dell’agglomerato « Incoronata ». Nel « voto» del Comitato tecnico dei<br />
Ministri per il Mezzogiorno al Piano regolatore preliminare è stato in<strong>di</strong>cato,<br />
infatti, un ri<strong>di</strong>mensionamento <strong>di</strong> questo agglomerato.<br />
3. — Le ragioni che possono giustificare una simile proposta <strong>di</strong><br />
53
SALVATORE GAROFALO_______________________________________________________________________<br />
ri<strong>di</strong>mensionamento sono sostanzialmente due: la <strong>di</strong>sponibilità delle<br />
forze <strong>di</strong> lavoro; la <strong>di</strong>sponibilità <strong>di</strong> risorse idriche.<br />
Per quanto attiene alla prima ragione: la <strong>di</strong>sponibilità delle forze<br />
lavorative, è sufficiente tener presente che: 1) il tasso <strong>di</strong> natalità della<br />
provincia <strong>di</strong> <strong>Foggia</strong> ha continuato a mantenersi, nell’ultimo ventennio<br />
attorno al 15%, vale a <strong>di</strong>re notevolmente al <strong>di</strong> sopra della me<strong>di</strong>a nazionale;<br />
2) che l’incidenza degli addetti al settore terziario ed alla pubblica<br />
amministrazione è proporzionata, per accesso, rispetto al livello<br />
<strong>di</strong> red<strong>di</strong>to; 3) che il numero dei <strong>di</strong>soccupati è notevolmente aumentato<br />
in questi ultimi anni, per concludere che è del tutto priva <strong>di</strong> fondamento<br />
la proposta <strong>di</strong> contenere l’agglomerato « Incoronata » per scarsa<br />
<strong>di</strong>sponibilità <strong>di</strong> forze lavorative.<br />
A questo proposito non va <strong>di</strong>menticato che la programmazione<br />
dello sviluppo va formulata non già limitando la attenzione ai dati attuali,<br />
ma facendo riferimento alle tendenze <strong>di</strong> fondo delle principali<br />
grandezze aggregate del sistema economico. Sia i dati <strong>di</strong> fatto, cioè il<br />
numero dei <strong>di</strong>soccupati, sia le tendenze <strong>di</strong> fondo, cioè tasso <strong>di</strong> natalità<br />
e bisogno <strong>di</strong> ristrutturare il settore terziario e della pubblica amministrazione<br />
attraverso una riduzione degli addetti, avvertono che non<br />
ha senso assumere la <strong>di</strong>sponibilità delle forze <strong>di</strong> lavoro come fattore<br />
limitazionale per i futuri inse<strong>di</strong>amenti industriali nell’agglomerato «<br />
Incoronata ».<br />
E’ chiaro che se il ritmo <strong>di</strong> industrializzazione continuerà ad essere<br />
per il futuro così basso come per il passato, le predette caratteristiche<br />
demografiche non potranno che alimentare sia il numero dei <strong>di</strong>soccupati<br />
che il flusso emigratorio.<br />
4. — Per quanto attiene alla <strong>di</strong>sponibilità delle risorse idriche,<br />
s’impone un esame più dettagliato, in quanto le modalità <strong>di</strong> incidenza<br />
della <strong>di</strong>sponibilità delle risorse idriche sullo sviluppo industriale della<br />
Capitanata sono piuttosto complesse. S’impone perciò, lo sforzo <strong>di</strong><br />
contenere in uno schema sufficientemente sintetico gli aspetti fondamentali<br />
<strong>di</strong> questo problema e le relative proposte <strong>di</strong> soluzione.<br />
Gli impianti industriali, già inse<strong>di</strong>ati nell’agglomerato « Incoronata<br />
», i numerosi pozzi scavati dalle aziende agricole, l’assoluta mancanza<br />
<strong>di</strong> <strong>di</strong>sciplina delle forme e dei tempi <strong>di</strong> prelevamento hanno già compromesso<br />
la falda acquifera della zona. t questa una valutazione largamente<br />
con<strong>di</strong>visa, ma non sufficiente <strong>di</strong> per sé a legittimare la proposta<br />
<strong>di</strong> un ri<strong>di</strong>mensionamento territoriale dell’agglomerato « Incoronata<br />
», senza avere prima pre<strong>di</strong>sposto una normativa capace <strong>di</strong> razionalizzare<br />
l’uso <strong>di</strong> questo tipo <strong>di</strong> risorsa idrica.<br />
54
___________________________________________________________PIANO REGOLATORE TERRITORIALE<br />
Prima <strong>di</strong> imporre un freno allo sviluppo industriale, motivato dalla<br />
supina accettazione <strong>di</strong> uno stato <strong>di</strong> <strong>di</strong>sor<strong>di</strong>ne, bisogna pre<strong>di</strong>sporre tutti<br />
gli interventi, quali un’intesa tra Consorzio <strong>di</strong> bonifica, Consorzio industriale<br />
e Regione, <strong>di</strong>retti a rendere più efficiente l’impiego della<br />
stessa quantità <strong>di</strong> acqua.<br />
5. — In secondo luogo bisogna esaminare tutte le possibilità <strong>di</strong> reperimento<br />
<strong>di</strong> altre fonti <strong>di</strong> approvvigionamento idrico.<br />
A questo proposito, va ricordato che tra l’agglomerato « Incoronata<br />
» ed il centro abitato <strong>di</strong> <strong>Foggia</strong>, è ubicata una cartiera con 1000<br />
occupati, il cui fabbisogno idrico viene assicurato da una batteria <strong>di</strong><br />
pozzi, la cui portata complessiva supera le necessità effettive dell’impianto,<br />
cosicché anche qui si verifica una forma poco razionale <strong>di</strong> impiego<br />
delle risorse idriche.<br />
<strong>La</strong> stessa ubicazione della Cartiera, <strong>di</strong> proposito qui annotata, può<br />
suggerire una soluzione capace sia <strong>di</strong> rimuovere il predetto vincolo<br />
posto all’ampliamento dell’agglomerato « Incoronata » sia <strong>di</strong> razionalizzare<br />
l’uso delle risorse idriche provenienti dalla batteria <strong>di</strong> pozzi a<br />
servizio della Cartiera.<br />
Occorre, cioè, approfon<strong>di</strong>re con i dovuti dettagli tecnici la proposta<br />
<strong>di</strong> destinare all’agglomerato « Incoronata » la batteria <strong>di</strong> pozzi attualmente<br />
a servizio della Cartiera e rifornire <strong>di</strong>versamente la Cartiera.<br />
<strong>La</strong> redazione del progetto relativo alla reputazione delle acque reflue<br />
della fognatura <strong>di</strong> <strong>Foggia</strong> dovrebbe comprendere anche un’analisi<br />
comparata costi/benefici <strong>di</strong> questa prima duplice destinazione alternativa:<br />
1) assicurare <strong>di</strong>rettamente un’adeguata dotazione <strong>di</strong> acqua all’agglomerato<br />
industriale « Incoronata »; 2) assicurare il fabbisogno idrico<br />
alla Cartiera, in modo da poter destinare all’agglomerato « Incoronata<br />
»le acque della batteria <strong>di</strong> pozzi della Cartiera.<br />
L’analisi costi/benefici dovrebbe comprendere anche la <strong>parte</strong> relativa<br />
alla gestione e manutenzione dei due alternativi tipi d’impianto.<br />
In effetti la destinazione delle acque reflue della fognatura <strong>di</strong> <strong>Foggia</strong><br />
solleva un altro grosso problema e cioè la <strong>di</strong>stribuzione ottimale <strong>di</strong><br />
questa risorsa limitata tra il suddetto impiego « industriale » ed il possibile<br />
impiego « agricolo », anche se non in forma alternativa.<br />
Questa seconda forma <strong>di</strong> utilizzazione va presa in esame nell’interno<br />
<strong>di</strong> risolvere un problema originato dall’inse<strong>di</strong>amento ANIC alle<br />
porte <strong>di</strong> Manfredonia. Questo impianto petrolchimico ha avanzato la<br />
domanda <strong>di</strong> un volume d’acqua pari a 500 l/s. Questa domanda è stata<br />
55
SALVATORE GAROFALO_______________________________________________________________________<br />
sod<strong>di</strong>sfatta attraverso una temporanea sottrazione <strong>di</strong> tale volume<br />
d’acqua dalla progettata destinazione agricola delle acque dell’invaso<br />
sul Fortore. Accettando la natura temporanea a non già definitiva <strong>di</strong><br />
questa sottrazione, sorge l’obbligo <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>are la più conveniente forma<br />
<strong>di</strong> restituzione.<br />
<strong>La</strong> forma più semplice <strong>di</strong> restituzione potrebbe essere quella <strong>di</strong> destinare<br />
all’impianto ANIC 500 l/s delle acque reflue della fognatura <strong>di</strong><br />
<strong>Foggia</strong> e ripristinare così la destinazione agricola delle acque del Fortore<br />
nonché i confini del progettato comprensorio irriguo. E’ sufficiente<br />
però tener presenti la <strong>di</strong>stanza e i <strong>di</strong>slivelli esistenti tra <strong>Foggia</strong> e<br />
Manfredonia per accorgersi dell’altissimo onere, sia in termini <strong>di</strong> costo<br />
d’impianto che in termini <strong>di</strong> costi <strong>di</strong> gestione, <strong>di</strong> questa prima soluzione.<br />
Una seconda soluzione, fondata sempre sul principio della restituzione<br />
al settore agricolo dei predetti 500 l/s, potrebbe prevedere la<br />
destinazione <strong>di</strong> questi 500 l/s alle aziende agricole situate nelle imme<strong>di</strong>ate<br />
vicinanze del centro abitato <strong>di</strong> <strong>Foggia</strong>.<br />
In altri termini, la riduzione della superficie del comprensorio irrigua<br />
del Fortore, per effetto della sottrazione <strong>di</strong> 500 l/s a favore<br />
dell’impianto ANIC, sarebbe compensata dall’ampliamento della superficie<br />
irrigata alle porte <strong>di</strong> <strong>Foggia</strong>. Anche questa seconda alternativa<br />
potrebbe essere oggetto <strong>di</strong> un’analisi comparata costi/benefici.<br />
Questo schema riassuntivo delle proposte <strong>di</strong> revisione circa le forme<br />
<strong>di</strong> utilizzo delle risorse idriche della Capitanata vuole specificare<br />
alcune linee fondamentali del piano <strong>di</strong> ottimizzazione dell’impiego<br />
delle risorse idriche, proposto dal « voto » al Piano regolatore preliminare.<br />
Re<strong>di</strong>gere questo piano, a livello provinciale, consente <strong>di</strong> <strong>di</strong>sporre<br />
<strong>di</strong> un approccio valido per alcune specificazioni, come quelle in<strong>di</strong>cate<br />
nel precedente prospetto riassuntivo, che molto probabilmente non saranno<br />
prese in esame dal Progetto speciale sulle risorse idriche, in corso<br />
<strong>di</strong> elaborazione presso la Cassa, dato il suo approccio interregionale.<br />
Ed in ogni caso sarebbe bene che le amministrazioni interessate,<br />
a livello provinciale, concordassero un proprio programma, su<br />
proprio programma, su cui verificare le scelte del Piano Cassa.<br />
Là programmazione non può fare a meno <strong>di</strong> simili <strong>di</strong>aloghi, originati<br />
dalla <strong>di</strong>versità <strong>di</strong> proposte.<br />
6. — Per concludere si può <strong>di</strong>re che la proposta <strong>di</strong> ri<strong>di</strong>mensionamento<br />
dell’agglomerato « Incoronata » non trova giustificazione né<br />
56
___________________________________________________________PIANO REGOLATORE TERRITORIALE<br />
sotto il profilo della <strong>di</strong>sponibilità delle forze lavorative né sotto quello<br />
delle risorse idriche, ma anzi questa localizzazione va guardata —<br />
nell’ambito della « <strong>di</strong>rettrice » <strong>di</strong> sviluppo industriale dell’area centrale<br />
del sistema economico dauno — con estremo interesse in quanto<br />
capace <strong>di</strong> polarizzare e quin<strong>di</strong> <strong>di</strong> razionalizzare i nuovi inse<strong>di</strong>amenti <strong>di</strong><br />
piccole e me<strong>di</strong>e imprese, che stanno sorgendo lungo tutte le strade statali.<br />
Anche questi si vanno <strong>di</strong>sponendo in forma circolare attorno al<br />
capoluogo <strong>di</strong> provincia, tanto che richiamano alla mente l’analogo fenomeno<br />
« agricolo » e cioè l’anello orticolo ed arboricolo che circondava<br />
e circonda ancora molti comuni meri<strong>di</strong>onali.<br />
7. — Per quanto attiene alle modalità dei collegamenti tra i <strong>di</strong>versi<br />
programmi <strong>di</strong> attività, è ben ricordare che il nostro modello <strong>di</strong> sviluppo<br />
si incentra sull’in<strong>di</strong>viduazione dei « punti <strong>di</strong> forza » caratteristici<br />
delle singole aree, uniformi quanto a « grado <strong>di</strong> importanza economica<br />
», cioè delle forme specifiche e concrete del loro sviluppo potenziale.<br />
Il concetto <strong>di</strong> « punto <strong>di</strong> forza » <strong>di</strong>stintivo delle singole aree ha consentito<br />
la saldatura tra i due modelli: quello interpretativo dello stato<br />
attuale e quello programmatico dello sviluppo futuro.<br />
Si può meglio cogliere la natura e la funzione <strong>di</strong> questo strumento<br />
della pianificazione dello sviluppo economico, confrontandolo con le<br />
più significative forme <strong>di</strong> intervento pubblico nel Mezzogiorno: 1)<br />
preindustrializzazione; 2) realizzazione degli investimenti <strong>di</strong> base; 3)<br />
blocco degli investimenti.<br />
Partendo da quest’ultima si può <strong>di</strong>re che l’idea del « blocco degli<br />
investimenti » voleva essere un passo avanti rispetto alla politica <strong>di</strong><br />
pre-industrializzazione, basata su programmi <strong>di</strong> opere infrastrutturali.<br />
L’aumento della dotazione <strong>di</strong> capitale fisso sociale, nella misura in cui<br />
assicura un tipo <strong>di</strong> economie esterne, agevola il sorgere <strong>di</strong> nuove imprese<br />
industriali, ma solo in forma in<strong>di</strong>retta.<br />
<strong>La</strong> realizzazione <strong>di</strong> un investimento <strong>di</strong> base (una acciaieria o un<br />
impianto petrolchimico) assicura la <strong>di</strong>sponibilità <strong>di</strong> materie prime, che<br />
— se trasformate sullo stesso luogo <strong>di</strong> produzione — provoca la <strong>di</strong>ffusione<br />
a macchia d’olio del processo <strong>di</strong> industrializzazione. In questo<br />
senso, l’investimento <strong>di</strong> base costituisce un passo avanti, nella promo -<br />
zione dello sviluppo industriale, rispetto ai programmi infrastrutturali.<br />
L’idea del « blocco d’investimenti » vuoi rispondere alla speranza<br />
<strong>di</strong> poter preterminare, previo accertamento delle tendenze <strong>di</strong> mercato<br />
dei singoli beni ottenibili dalla trasformazione della materia prima<br />
57
SALVATORE GAROFALO_______________________________________________________________________<br />
fornita dall’investimento <strong>di</strong> base, il gruppo <strong>di</strong> nuove imprese, <strong>di</strong> cui<br />
promuovere l’inse<strong>di</strong>amento. Il blocco degli investimenti risulta, quin<strong>di</strong>,<br />
dalla somma <strong>di</strong> tutte queste imprese trasformatrici.<br />
E’ noto che questo tipo <strong>di</strong> programmazione ha fatto cattiva prova<br />
sul piano pratico, donde la ricorrente denuncia delle « cattedrali nel<br />
deserto ». A <strong>parte</strong> le <strong>di</strong>fficoltà logiche <strong>di</strong> predeterminare con rigorosa<br />
esattezza il gruppo delle nuove imprese da far sorgere, stante la vasta<br />
gamma <strong>di</strong> possibilità tecniche <strong>di</strong> trasformare la materia prima prodotta<br />
dall’investimento <strong>di</strong> base con tutte le loro conseguenti variabili endogene<br />
ed esogene, corre obbligo <strong>di</strong> segnalare il limite <strong>di</strong> fondo <strong>di</strong> questo<br />
strumento operativo. <strong>La</strong> <strong>di</strong>sponibilità in loco <strong>di</strong> questa materia<br />
prima mo<strong>di</strong>fica la situazione preesistente solo in quanto ne assicura il<br />
rifornimento ad un minore costo <strong>di</strong> trasporto. Quin<strong>di</strong>, il potere attrattivo<br />
dei suddetti investimenti <strong>di</strong> base si risolve, in pratica, nella sola<br />
<strong>di</strong>minuzione del costo <strong>di</strong> trasporto, cioè <strong>di</strong> una quota non molto incidente<br />
sul costo complessivo per le imprese nascenti.<br />
Già il grande invaso <strong>di</strong> acqua, che pure appartiene alla categoria<br />
degli investimenti <strong>di</strong> base, arreca un’innovazione più consistente, in<br />
quanto fornisce un bene <strong>di</strong>versamente non <strong>di</strong>sponibile. Ciò non toglie<br />
che questa con<strong>di</strong>zione più favorevole non è sempre sufficiente a rendere<br />
conveniente la trasformazione dell’or<strong>di</strong>namento produttivo, cosicché<br />
l’acqua può continuare a scorrere nelle canalette senza essere<br />
utilizzata dalle aziende agricole.<br />
Il nostro modello, basato sull’in<strong>di</strong>viduazione delle forme <strong>di</strong> sviluppo<br />
potenziale, specifiche delle singole aree, è certamente meno rigoroso,<br />
dal punto <strong>di</strong> vista teorico, del modello basato sul concetto <strong>di</strong><br />
«blocco <strong>di</strong> investimenti », fa intravvedere un maggior grado <strong>di</strong> realizzabilità,<br />
proprio perché seleziona i programmi <strong>di</strong> attività che esaltano<br />
le vocazioni delle singole aree, i loro « punti <strong>di</strong> forza » caratteristici.<br />
Ne risulta un piano <strong>di</strong> sviluppo, che si fonda sulla promozione <strong>di</strong> attività<br />
ap<strong>parte</strong>nenti a <strong>di</strong>versi settori produttivi e non già ad un’unica<br />
classe dell’industria manifatturiera, come è nell’ipotesi del « blocco <strong>di</strong><br />
investimenti » .<br />
8. — Uno sviluppo, basato sulla promozione <strong>di</strong> attività ap<strong>parte</strong>nenti<br />
a <strong>di</strong>versi settori produttivi, fa sorgere la necessità <strong>di</strong> precisare le linee<br />
fondamentali dell’armonizzazione, <strong>di</strong> questi programmi, quale risulta<br />
dal prefissato obiettivo dell’eliminazione degli esistenti squilibri<br />
settoriali e territoriali.<br />
Nelle recenti <strong>di</strong>rettive comunitarie, in tema <strong>di</strong> ammodernamento<br />
58
___________________________________________________________PIANO REGOLATORE TERRITORIALE<br />
delle aziende agricole, è contenuto un criterio selettivo delle misure <strong>di</strong><br />
incoraggiamento che corrisponde appieno alla nostra ricerca <strong>di</strong> uno<br />
strumento Operativo atto a far raggiungere l’obiettivo dello sviluppo<br />
equilibrato. Si allude alla norma che stabilisce che le agevolazioni<br />
cre<strong>di</strong>tizie saranno accordate alle imprese che riusciranno a « presentare<br />
un piano <strong>di</strong> sviluppo capace <strong>di</strong> assicurare un red<strong>di</strong>to da lavoro pari a<br />
quello extra-agricolo della zona » .<br />
Per le zone economicamente non ancora sviluppate la specificazione<br />
« zonale » del parametro <strong>di</strong> riferimento può risultare poco efficace.<br />
In queste zone, infatti, il red<strong>di</strong>to da lavoro extra-agricolo supera <strong>di</strong><br />
poco quello agricolo, cosicché la misura selettiva finisce per perdere il<br />
suo valore <strong>di</strong> stimolo a promuovere il sorgere <strong>di</strong> aziende agricole efficienti.<br />
Pertanto, una con<strong>di</strong>zione per rendere valida — per le zone non ancora<br />
sviluppate — quest’interessante misura selettiva, può essere quella<br />
della presenza contestuale <strong>di</strong> un programma <strong>di</strong> sviluppo industriale.<br />
Nel nostro modello l’accentuazione del carattere urbanoindustriale<br />
dell’area centrale del sistema, attraverso l’inse<strong>di</strong>amento <strong>di</strong><br />
nuove imprese <strong>di</strong> gran<strong>di</strong> <strong>di</strong>mensioni e ad avanzato contenuto tecnologico<br />
assicura la con<strong>di</strong>zione richiesta da un efficace funzionamento della<br />
per<strong>di</strong>ta <strong>di</strong>rettiva comunitaria.<br />
D’altro canto, la presenza <strong>di</strong> vasti comprensori irrigui <strong>di</strong> ormai<br />
prossima entrata in funzione costituisce la base su cui applicare le<br />
nuove misure <strong>di</strong> ammodernamento delle aziende agricole.<br />
Questa forma <strong>di</strong> collegamento tra i due programmi <strong>di</strong> sviluppo<br />
consente <strong>di</strong> raggiungere l’obiettivo dello sviluppo equilibrato, pur nell’accentuazione<br />
dei caratteri <strong>di</strong>fferenziali delle aree, in cui si sud<strong>di</strong>vide<br />
il territorio dauno.<br />
Se è largamente accettata l’idea, secondo cui la sostanza dello sviluppo<br />
economico va rinvenuta nelle successive trasformazioni dell’apparato<br />
produttivo, ben <strong>di</strong>versa è stata la sorta della teoria, secondo<br />
cui lo sviluppo si svolge necessariamente la creazione <strong>di</strong> squilibri<br />
(Hirschman).<br />
Questa prospettiva non è accettata, nella misura in cui essa voglia<br />
in<strong>di</strong>care uno stato <strong>di</strong> fatto duraturo e permanente, perché finisce per<br />
essere in netta contrad<strong>di</strong>zione con la <strong>di</strong>ffusa aspirazione dello sviluppo<br />
equilibrato.<br />
Si tratta, perciò, <strong>di</strong> trovare il modo <strong>di</strong> rendere temporaneo quest’effetto<br />
dello sviluppo; solo così la creazione degli squilibri <strong>di</strong>venta<br />
59
SALVATORE GAROFALO_______________________________________________________________________<br />
accettabile quale con<strong>di</strong>zione fondamentale dello stesso sviluppo.<br />
Ora, ancorare l’applicazione della per<strong>di</strong>ta <strong>di</strong>rettiva comunitaria alla<br />
contestuale applicazione « nella stessa zona » (in questo caso, l’intera<br />
provincia) <strong>di</strong> un programma <strong>di</strong> sviluppo industriale costituisce uno<br />
strumento valido per l’armonizzazione <strong>di</strong> due programmi <strong>di</strong> sviluppo.<br />
L’accentuazione del carattere urbano-industriale dell’area centrale<br />
dei sistema crea sì uno squilibrio, ma non tale da giustificare l’apprensione<br />
<strong>di</strong> accentuare il <strong>di</strong>vario tra ricchi e poveri (Myrdal), in quanto<br />
questo squilibrio non fa altro che elevare il parametro <strong>di</strong> riferimento<br />
per la concessione delle misure <strong>di</strong> incoraggiamento alle aziende agricole,<br />
impegnate in programma <strong>di</strong> ammodernamento e quin<strong>di</strong> in ultima<br />
istanza — sollecitare una crescita equilibrata del settore e dell’area «<br />
agricola ».<br />
E’ facile intuire come il funzionamento <strong>di</strong> questo meccanismo <strong>di</strong><br />
sviluppo si estenda anche all’area caratterizzata dal prevalere della attività<br />
turistiche. E’ significativo, a questo proposito, che tra le richieste<br />
avanzate dall’Aeritalia al Consorzio A.S.I. <strong>di</strong> <strong>Foggia</strong> figuri, in primo<br />
luogo, la <strong>di</strong>sponibilità <strong>di</strong> suoli per residenze estive lungo il litorale<br />
adriatico a<strong>di</strong>acente all’ubicazione dell’impianto aeronautico.<br />
60<br />
SALVATORE GAROFALO
C O N V E G N O<br />
SUI « SERVIZI SOCIO-SANITARI» INDETTO DALLA<br />
AMMINISTRAZIONE PROVINCIALE DI CAPITANATA<br />
Signori convegnisti,<br />
<strong>Foggia</strong>, 23 febbraio <strong>1977</strong><br />
(« Au<strong>di</strong>torium » della <strong>Biblioteca</strong> <strong>Provinciale</strong>)<br />
Introduzione del Prof. PASQUALE RICCIARDELLI,<br />
Assessore <strong>Provinciale</strong> all’Igiene, Sanità ed Ecologia.<br />
vi rinnovo il mio cor<strong>di</strong>ale saluto personale, in aggiunta a quello testé<br />
esternato dal Presidente, a nome suo e della Giunta <strong>Provinciale</strong> in<br />
carica da pochi mesi.<br />
Vi ringrazio della <strong>parte</strong>cipazione ed auguro a noi tutti un proficuo<br />
lavoro culturale e politico.<br />
Il fine del convegno e del nostro incontro e del <strong>di</strong>battito dev’essere<br />
— così noi cre<strong>di</strong>amo — auspicio ed impegno ad affrontare subito, in<br />
modo responsabile e programmato, con la più larga <strong>parte</strong>cipazione<br />
democratica, i problemi socio-sanitari complessivi della Capitanata.<br />
Prima <strong>di</strong> entrare nel merito, consentitemi <strong>di</strong> esprimere, in uno con<br />
l’affettuoso saluto, un vivo ringraziamento al Presidente ed<br />
all’Assessore alla Sanità della Provincia <strong>di</strong> Perugia, sia per la loro entusiastica<br />
adesione, sia per il contributo <strong>di</strong> idee, per vissuta esperienza,<br />
che certamente daranno al nostro convegno.<br />
In una provincia come questa <strong>di</strong> Capitanata — a <strong>parte</strong> la <strong>di</strong>sputa<br />
culturale ed istituzionale in corso, circa la sopravvivenza o meno<br />
dell’Ente Provincia — ci pare preliminare e fondamentale, per la materia<br />
che andremo a trattare, prefigurare degli obiettivi ed in<strong>di</strong>care degli<br />
strumenti nuovi.<br />
Noi cre<strong>di</strong>amo che, riappropriandoci innanzitutto del territorio, occorra<br />
procedere dal modello <strong>di</strong> società provinciale in cui viviamo, una<br />
società notoriamente « chiusa », non già per farne soltanto una denuncia,<br />
a volte fine a se stessa, ma per una riflessione critica, per avanzare<br />
61
PASQUALE RICCIARDELLI_____________________________________________________________________<br />
proposte innovatrici ed alternative al sistema, per avviare un <strong>di</strong>scorso<br />
sociologico più corretto ed un <strong>di</strong>battito che punta ad un’efficace organizzazione<br />
socio-comunitaria.<br />
Quin<strong>di</strong>, attraverso una serie d’indagini (alcune sono già in corso<br />
da <strong>parte</strong> della nuova Giunta provinciale), elaborare un programma e,<br />
conseguentemente, le relative forme gestionali democratiche. <strong>La</strong> programmazione,<br />
caratterizzata a breve, a me<strong>di</strong>o ed a più lungo termine,<br />
deve avere due obiettivi: quello strategico (Bilancio pluriennale. Non<br />
più <strong>di</strong> 10 anni), e quello tattico-operativo (Bilancio a ciclo annuale,<br />
triennale e, al massimo, quinquennale).<br />
E’ ovvio che il Bilancio poliennale non può essere rigido, magari<br />
come quello annuale, ma dev’essere duttile, flessibile nel tempo, a seconda<br />
delle vicende storiche eventualmente maturate.<br />
Il <strong>di</strong>scorso politico operativo conseguenziale dovrà tendere ad una<br />
pianificazione territoriale dei servizi socio-sanitari, onde recuperare i<br />
ritar<strong>di</strong> e superare le remore che si sono manifestate in questo specifico<br />
campo.<br />
Questa, a nostro avviso, è la metodologia da adottare, la quale,<br />
fondata sul concetto della « utilità sociale », porta a quella moderna «<br />
scienza locale » che oggi connota ed assomma tutti i valori dell’uomo,<br />
reintegrandolo <strong>di</strong> tutte le sue funzioni sociali.<br />
In questo modo, potrà compiersi la trasformazione della nostra «<br />
società chiusa », nella quale l’uomo è solo oggetto e vede menomati i<br />
suoi valori e <strong>di</strong>ritti, in quanto socializza passivamente, subisce gli<br />
schemi socio-culturali <strong>di</strong> comportamento, quasi sempre parcellizzati e<br />
gerarchizzati.<br />
<strong>La</strong> « società aperta », quella nuova che dovrà originarsi attraverso<br />
la « scienza locale », potrà veramente essere, domani, una società a<br />
misura dell’uomo.<br />
Per le carenze ed i ritar<strong>di</strong> innanzi rilevati (dalla legge 132 alla 386,<br />
e dalla 431 alla 382, ecc.), il <strong>di</strong>scorso politico va ampliato, deve <strong>di</strong>ventare<br />
più rigoroso per chi deve operare e più critico nei confronti<br />
della classe <strong>di</strong>rigente, se si vuole concepire, d’intesa con le comunità,<br />
una pianificazione dei servizi socio-sanitari.<br />
62
______________________________________________________CONVEGNO « SERVIZI SOCIO - SANITARI »<br />
Con l’indagine avviata, la Giunta provinciale si propone <strong>di</strong> conoscere<br />
la scala dei bisogni socio-sanitari complessivi del territorio, e<br />
cioè:<br />
— quelli privati o in<strong>di</strong>viduali o soggettivi;<br />
— quelli pubblici o collettivi od oggettivi;<br />
— quelli sociali o <strong>di</strong> merito.<br />
Dai bisogni, poi, si dovrà passare all’esame delle domande scaturite<br />
e, da queste, all’apprestamento delle strutture e dei presi<strong>di</strong> sociosanitari,<br />
all’inserimento degli operatori idonei, ecc. t pleonastico ricordare<br />
che le domande variano a seconda della cultura del probabile<br />
fruitore dei servizi, ed anche a seconda della sua coscienza sanitaria,<br />
della sua maturità civile, della sua educazione politica.<br />
<strong>La</strong> domanda, comunque, è un momento importante <strong>di</strong> democrazia<br />
sociale e spetta all’Ente preposto o delegato (Stato, regione, provincia<br />
e comune) programmare ed operare perché la domanda stessa sia sod<strong>di</strong>sfatta,<br />
senza peraltro prescindere da quelle iniziative e promozioni<br />
che l’indagine potrà suggerire nell’interesse della salute della comunità.<br />
Partendo dal concetto, da tutti i partiti democratici con<strong>di</strong>viso, che<br />
il bisogno sanitario è sociale, va da sé che i servizi socio-sanitari devono<br />
essere pubblici ed erogati in termini globali per quantità e qualità,<br />
al fine primario <strong>di</strong> fare salute, creando nel territorio della provincia<br />
una rete <strong>di</strong>ffusa ed organica <strong>di</strong> filtri per la prevenzione, perché possa<br />
essere evitata l’insorgenza delle patologie.<br />
<strong>La</strong> nuova necessaria politica operativa non dovrebbe <strong>di</strong>scostarsi da<br />
questi presupposti:<br />
1) L’azione sociale deve costantemente mirare a far recuperare al<br />
citta<strong>di</strong>no ed alla comunità locale il proprio ruolo <strong>di</strong> autogestione dei<br />
bisogni e delle risorse;<br />
2) la prevenzione dev’essere privilegiata nelle sue tre fasi:<br />
la primaria, in <strong>parte</strong> eziologica, che ha l’obiettivo <strong>di</strong> conoscere ed<br />
eliminare le casualità provocanti il <strong>di</strong>sor<strong>di</strong>ne bio-psico-sociale e, in<br />
conseguenza, le situazioni socio-patologiche; la secondaria, ovvero<br />
l’intervento precoce; la terziaria, ovvero l’intervento per bloccare e<br />
sod<strong>di</strong>sfare il bisogno;<br />
63
PASQUALE RICCIARDELLI_____________________________________________________________________<br />
3) i servizi socio-sanitari, la loro organizzazione e la loro gestione,<br />
secondo la metodologia ed ottica nuove, non possono essere realizzati<br />
con le vecchia mentalità ed utilizzando operatori <strong>di</strong> formazione culturale<br />
e tecnica antica e sclerotizzata. <strong>La</strong> formazione dei nuovi operatori<br />
dev’essere contestuale con la programmazione e con l’organizzazione<br />
dei nuovi servizi. Quin<strong>di</strong>, va prevista e promossa la riqualificazione<br />
del personale, me<strong>di</strong>ante corsi formativi, aggiornamento professionale<br />
e tecnico, seminari <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>o, convegni, <strong>di</strong>battiti, ecc. In altri termini,<br />
un forte movimento culturale e informativo, che deve coinvolgere anche<br />
le comunità della provincia.<br />
Queste, nelle linee essenziali, la visione, la piattaforma, la proposta<br />
concreta <strong>di</strong> politica socio-sanitaria dell’attuale Giunta, impegnata a recuperare<br />
i ritar<strong>di</strong> del passato, quasi aprendo una « vertenza » col passato<br />
(mi si lasci passare la espressione), nell’intento <strong>di</strong> trasformare e<br />
potenziare strutture e presi<strong>di</strong> ancora vali<strong>di</strong>, ma oggi palesemente insufficienti<br />
e carenti, e <strong>di</strong> superare ed eliminare istituzioni fatiscenti e<br />
quelle socialmente <strong>di</strong>saggreganti e segreganti.<br />
Su questo grosso tema chiamiamo tutte le forze demo cratiche, le<br />
famiglie, le organizzazioni giovanili e femminili, i sindacati, i tecnici,<br />
gli operatori del settore e le autonomie locali a <strong>di</strong>battere, a collaborare,<br />
a dare apporto d’idee, attraverso un movimento culturale, per realizzare<br />
prima e per gestire poi i nuovi invocati servizi. Solo così, tutti insieme,<br />
sarà possibile materializzare quella « scienza locale », che deve<br />
sollecitare una comune ricerca per interpretare correttamente il ruolo<br />
sociale <strong>di</strong> ognuno nell’ambito dei servizi per tutti. I citta<strong>di</strong>ni, lo voglio<br />
ricordare a me stesso, sono i destinatari reali ed i soggetti veri<br />
dell’habitat sociale. Quin<strong>di</strong>, spetta a noi tutti rompere con la passata «<br />
società chiusa » per conquistarci una «società aperta » civile e giusta<br />
ed umana, dove non ci potrà mai essere posto per l’antico « esercizio<br />
del potere », ancorché pubblico, ma <strong>parte</strong>cipazione della comunità sociale,<br />
che gestisce e fruisce ad un tempo dei servizi.<br />
Oggi, purtroppo, la società offre poco e male in questo delicato<br />
campo. Basti pensare all’Ente provincia gravato tuttora <strong>di</strong> molteplici<br />
compiti, non pochi dei quali macchinosi e <strong>di</strong>spersivi.<br />
64
______________________________________________________CONVEGNO « SERVIZI SOCIO - SANITARI »<br />
Ad esso sono affidati servizi sociali, compresi quelli per delega regionale,<br />
regolati ancora da vecchie norme, che poggiano su strutture<br />
vecchie e degradate, quando non sono <strong>di</strong> fortuna, e che non hanno alcuna<br />
articolazione assistenziale territoriale. Ad<strong>di</strong>rittura, alcuni servizi<br />
non hanno più motivo <strong>di</strong> essere, perché la particolare patologia che li<br />
ha originati (Tracoma, Tbc., ecc.) è inesistente o ridottissima e comunque<br />
non pregiu<strong>di</strong>zievole o <strong>di</strong>ffusa. Eppure, hanno continuato a<br />
sussistere nonostante l’inutilità e la costosa improduttività sociale.<br />
(L’attuale Giunta ha programmato <strong>di</strong> chiudere, <strong>di</strong> smantellare, <strong>di</strong> trasformare<br />
alcune strutture...).<br />
In questo contesto, non certo positivo, devono emergere ed esaltarsi<br />
i compiti nuovi delle Autonomie locali, il cui cammino è ancora<br />
lento e faticoso. Bisogna scrollarsi <strong>di</strong> dosso una brutta ere<strong>di</strong>tà e spetterà<br />
all’Ente Regione — che finora non ha operato con responsabile<br />
tempestività in questo campo — fornirei i necessari e idonei strumenti<br />
legislativi e amministrativi per tradurre in pratica i nuovi compiti emergenti.<br />
<strong>La</strong> Giunta provinciale, interprete della domanda, della volontà, dei<br />
<strong>di</strong>ritti dell’intera comunità, ha iniziato un chiaro ed impegnato <strong>di</strong>scorso<br />
con la Regione Puglia per accelerare i tempi <strong>di</strong> realizzazione <strong>di</strong> una<br />
moderna ed efficace rete territoriale dei servizi socio-sanitari.<br />
<strong>La</strong> presenza dei compagni ospiti <strong>di</strong> Perugia — e consentitemi il riferimento<br />
— mi ricorda che la Regione Umbria ha già operato incis ivamente<br />
in questo delicato ed importante settore, me<strong>di</strong>ante proprie<br />
apposite leggi, quali la n. 8 e la n. 57 del 1974.<br />
In sintesi, fanno carico alla Provincia, in modo <strong>di</strong>retto o <strong>di</strong> riflesso<br />
o per delega: gli ex consultori dell’O.N.M.I.; l’I.P.P.I.; l’E.P.A. ed i<br />
centri me<strong>di</strong>co-psico-pedagogici; il consorzio prov. antitubercolare e <strong>di</strong><br />
me<strong>di</strong>cina sociale; lo zooprofilattico, l’antimalarico, la polizia veterinaria,<br />
ecc.<br />
Ed inoltre: il <strong>La</strong>boratorio d’igiene e profilassi, quello <strong>di</strong> analisi dei<br />
terreni, e tutte le incombenze <strong>di</strong> legge (la n. 319, o legge Merli) la <strong>di</strong>fesa<br />
ambientale e contro l’inquinamento a qualsiasi livello.<br />
Una miriade <strong>di</strong> servizi e <strong>di</strong> strutture, quin<strong>di</strong>, da potenziare, o da<br />
65
PASQUALE RICCIARDELLI_____________________________________________________________________<br />
ristrutturare, o da trasformare, o da smantellare. <strong>La</strong> Giunta in carica ne<br />
è cosciente e sa anche che non è facile, ma bisogna andare avanti col<br />
programma politico-amministrativo che si è dato, procedendo con<br />
gradualità ed oculatezza nelle scelte. Le quali scelte, domani, dovranno<br />
essere calate nelle ULSS (Unità locali dei servizi sociosanitari)<br />
quando saranno costituite, secondo l’attesa riforma sanitaria nazionale,<br />
e nelle quali dovranno trovare collocazione tutti i presi<strong>di</strong> in <strong>di</strong>fesa<br />
della salute e per garantire la vita, anzi una migliore qualità <strong>di</strong> vita.<br />
Spiace a questo punto rilevare, e d’altronde non può essere sottaciuto,<br />
che la Regione PUGLIA, cui sono demandate quasi tutte le<br />
competenze del settore, è in notevole ritardo in questo campo.<br />
L’Assessorato regionale, riprendendo un Piano ipotizzato in precedenza<br />
dal Comitato regionale <strong>di</strong> programmazione sanitaria ed ospedaliera,<br />
ha <strong>di</strong>vulgato un primo piano (ipotesi), che le comunità hanno bocciato;<br />
ne ha formulato un secondo piano (ipotesi), altrettanto carente; pare<br />
ne stia pre<strong>di</strong>sponendo un terzo, ma <strong>di</strong> vero c’è che il ritardo si aggiunge<br />
ai ritar<strong>di</strong> e che nei documenti già noti non appare correttamente<br />
configurata 1’ULSSS.<br />
<strong>La</strong> mia <strong>parte</strong> politica — così in tanti documenti della sezione responsabile<br />
della <strong>di</strong>rezione del P.C.I. — ritiene che l’ULSSS sia la risposta<br />
più idonea e complessiva da dare alle esigenze delle comunità e<br />
dei singoli citta<strong>di</strong>ni che vivono in un « ambito territoriale » contestualmente<br />
da riassumere, se non già riassestato, sotto l’aspetto socioeconomico<br />
ed urbanistico.<br />
L’ULSSS deve tendere a costituire l’integrità della persona umana,<br />
fino ad oggi smembrata e manipolata dalle competenze settorializzate.<br />
Cioè, essa deve rifondare il rapporto globale tra l’in<strong>di</strong>viduo e la sua<br />
comunità per rendere le due entità com<strong>parte</strong>cipi della vicenda esistenziale,<br />
in modo cosciente e reciprocamente responsabile.<br />
L’ULSSS è una conquista civile.Essa risponde alla più elementare<br />
esigenza <strong>di</strong> giustizia sociale in materia <strong>di</strong> servizi pubblici, in quanto<br />
essa esalta e riba<strong>di</strong>sce il <strong>di</strong>ritto all’eguaglianza nei rapporti sociali, in<br />
base ai quali il citta<strong>di</strong>no, qualsiasi citta<strong>di</strong>no ed in qualunque realtà socio-territoriale,<br />
può fruire degli stessi servizi.<br />
66
______________________________________________________CONVEGNO « SERVIZI SOCIO - SANITARI »<br />
Per esemplificare, e trascurando i settori assistenziali <strong>di</strong> base e<br />
quello formativo-culturale e ricreativo, desidero qui considerare soltanto<br />
il settore della SALUTE affidato alla ULSSS, e che deve prevedere:<br />
— Tutela igienica, profilattica ed ecologica dell’ambiente (centri ed<br />
équipe socio-sanitari, me<strong>di</strong>cina preventiva scolastica, malattie del<br />
lavoro, ecc.);<br />
— Consulenza eugenetica ed ostetrico-ginecologica prematrimoniale e<br />
familiare (consultori socio-familiari e pe<strong>di</strong>atrici, tutela della madre<br />
e del bambino, educazione sociale e sanitaria della donna,<br />
ecc.);<br />
— Attività <strong>di</strong> educazione sanitaria ed alimentare scolastica ed extrascolastica<br />
(con educatori ed esperti <strong>di</strong> settore);<br />
— Tutela neurologica ed igiene mentale (centri ed équipe bio-psicosociali);<br />
— Consulenza e supporto me<strong>di</strong>co-scolastico e ginnico-sportivo (ginnastica<br />
correttiva, ecc.);<br />
— Controllo sanitario e <strong>di</strong>agnosi precoce delle malattie sociali (centri<br />
<strong>di</strong>agnostici, dépistage, ecc.);<br />
— Consulenza, stu<strong>di</strong> e ricerca <strong>di</strong> prevenzione geriatrica;<br />
— Tutela alimentare (servizio veterinario, servizio antisofisticazione<br />
alimentare, consulenza <strong>di</strong>etetica e controllo dell’idoneità degli alimenti,<br />
ecc.);<br />
— Assistenza sanitaria ed infermieristica domiciliare e ambulatoriale<br />
<strong>di</strong> pronto intervento (équipe sanitaria, centri <strong>di</strong> cura e riabilitazione<br />
[servizio extramurale e hopital day], poliambulatori <strong>di</strong> I livello...<br />
»;<br />
— Formazione del personale parame<strong>di</strong>co e coor<strong>di</strong>namento delle attività<br />
<strong>di</strong> tirocinio pre-professionale dell’operatore sanitario;<br />
— Raccordo con i centri <strong>di</strong> cura e riabilitazione ospedaliera e tutela<br />
del rapporto malato-struttura sanitaria (servizio <strong>di</strong> ricovero per<br />
<strong>di</strong>agnosi, cura e riabilitazione...).<br />
A questo punto, siccome il retroterra evidenziato mi pare possa<br />
consentire un ampio <strong>di</strong>battito, che qui certamente si avrà, vorrei de<strong>di</strong>care<br />
dei brevi cenni specifici al problema degli han<strong>di</strong>cappati,<br />
dell’infanzia « particolare », degli anziani.<br />
67
PASQUALE RICCIARDELLI_____________________________________________________________________<br />
Per l’infanzia han<strong>di</strong>cappata e per gli han<strong>di</strong>cappati in genere, la<br />
Giunta sa che un grosso e non facile impegno l’attende.<br />
Tale impegno — a suo avviso e nel più ampio quadro dei Consorzi<br />
socio-sanitari, <strong>di</strong> concerto con la Regione Puglia che, purtroppo, non<br />
ancora marcia in tale <strong>di</strong>rezione — dovrà portare alla realizzazione <strong>di</strong><br />
un’assistenza sociale alternativa rispetto a quella o contro quella istituzionale<br />
ed emarginante.<br />
L’Ente Provincia dovrà tutelare integralmente la salute dei minori,<br />
scoprendo e rimuovendo l’han<strong>di</strong>cap, vale a <strong>di</strong>re ogni causa dei <strong>di</strong>sturbi<br />
psico-fisici, dando priorità alla prevenzione e creando, in conseguenza,<br />
i necessari presi<strong>di</strong> anti<strong>di</strong>scriminanti e antiemarginanti.<br />
E più precisamente, spetterà alla Provincia organizzare una rete <strong>di</strong><br />
servizi sociali idonei anche al recupero ed al reinserimento dei « d i v<br />
e r s i » (sensoriali, <strong>di</strong>sadattati, caratteriali, neurolesi, motulesi, ecc.) in<br />
strutture il più possibile « n o r m a 1 i », ove essi possano esprimere<br />
al meglio la loro personalità. E l’impegno sarà tanto più esteso ed oneroso<br />
(dalle strutture all’assistenza economica, ecc. ecc.) se si guar<strong>di</strong> alle<br />
con<strong>di</strong>zioni obiettive della nostra Provincia, che è pressoché all’anno<br />
zero in questo specifico campo. Né sarà facile nell’attuale momento<br />
storico ed economico del Paese, a causa delle ristrettezze in cui versano<br />
gli EE. LL. (Non ultimo il decreto Stammati).<br />
Ostacoli e remore <strong>di</strong> vario genere saranno indubbiamente molte,<br />
ma la Giunta, nella sua responsabilità politica, li affronterà per superarli<br />
gradualmente, coinvolgendo nell’azione anche le comunità, onde<br />
colpire alla ra<strong>di</strong>ce certe patologie sociali e aprire una nuova più giusta<br />
e più umana pagina nel campo dell’assistenza.<br />
Una delle prime tappe programmate dalla Giunta è quella <strong>di</strong> superare,<br />
e poi <strong>di</strong> smantellare, le scuole speciali, le classi <strong>di</strong>fferenziali, gli<br />
istituti cosiddetti <strong>di</strong> rieducazione psichica o psicomotoria, i quali tutti<br />
si sono palesati una vera e propria mistificazione tecnica ed anche<br />
l’esaltazione della filosofia dell’esclusione e della selezione.<br />
In prosieguo, la Giunta si propone <strong>di</strong> superare altresì i Centri me-<br />
<strong>di</strong>co-psico-pedagogici, utilizzando ciò che <strong>di</strong> essi può avere una vali-<br />
68
______________________________________________________CONVEGNO « SERVIZI SOCIO - SANITARI »<br />
<strong>di</strong>tà sociale, e procederà contestualmente alla ristrutturazione<br />
dell’attuale Centro d’igiene mentale, per poi istituirne altri nel territorio.<br />
Insomma, il C.I.M. — nel passato, troppo spesso, veicolo naturale<br />
per la gabbia ortofrenica o manicomiale — non può più essere e non<br />
dev’essere solo un filtro tecnico, ma dovrà avere funzioni e finalità<br />
me<strong>di</strong>co-sociali. I vecchi CC.MM.PP. e i CC.II.MM. dovranno <strong>di</strong>ventare<br />
il moderno « SERVIZIO IN DIFESA DELLA SALUTE MEN-<br />
TALE », con i suoi tre momenti essenziali della « prevenzione » della<br />
« <strong>di</strong>agnosi e terapia » (attrezzando nel suo ambito anche una miniastanteria)<br />
e della « riabilitazione » per il susseguente inserimento dei<br />
soggetti riabilitati nel tessuto sociale e produttivo.<br />
In ultima analisi, codesto nuovo « SERVIZIO... » dovrà avere una<br />
congeniale collocazione e dovrà essere inserito in un progetto regionale<br />
<strong>di</strong> ricomposizione dell’intervento sociosanitario nel territorio (dai<br />
servizi sociali all’unità sanitaria locale), collaborando attivamente con<br />
tutti i servizi impegnati nella prevenzione (Me<strong>di</strong>cina scolastica, me<strong>di</strong>cina<br />
del lavoro, me<strong>di</strong>cina perinatale e neonatale, <strong>di</strong>agnosi precoce dei<br />
ritar<strong>di</strong> psicomotori, tutela della maternità attraverso i consultori familiari,<br />
servizi per l’infanzia e l’età evolutiva, ecc.).<br />
Occorrerà anche una rete <strong>di</strong> servizi specializzati per la « educazione<br />
sanitaria » della popolazione, non solo per poter fare più salute e<br />
per tutelarla in generale, ma per un più specifico riguardo alle patologie<br />
perinatali ed alle cerebropatìe connatali.<br />
In questo processo s’innesta ovviamente il <strong>di</strong>scorso sugli han<strong>di</strong>cappati<br />
adulti, dei quali va privilegiato il momento del reinserimento<br />
nel tessuto sociale e familiare, pre<strong>di</strong>sponendo anche presi<strong>di</strong> nuovi ed<br />
alternativi, dalle comunità-alloggio, o focolari, ai servizi riabilitativi<br />
<strong>di</strong>urni, ecc., tutti finalizzati alla deistituzionalizzazione.<br />
Per l’infanzia istituzionalizzata — sia essa legittima ma <strong>di</strong> famiglia<br />
<strong>di</strong>saggregata, sia essa illegittima, o in stato d’abbandono, ecc. — appare<br />
ormai accre<strong>di</strong>tato presso ogni mo derna corrente <strong>di</strong> pensiero sociopolitico<br />
che le conseguenze dell’istituzionalizzazione sono negative.<br />
E sono tanto più gravi sul piano psico-fisico, quanto più tenera è<br />
l’età del minore ricoverato e quanto più prolungata è la durata del ricovero.<br />
69
PASQUALE RICCIARDELLI_____________________________________________________________________<br />
Il ricovero in istituto, inoltre, può provocare e provoca scompensi<br />
sul piano affettivo, può ingenerare ed ingenera nel minore<br />
l’insicurezza, l’incapacità ad acquisire normali rapporti con gli altri,<br />
l’isolamento sociale e, talora, la lacerazione traumatica del sentimento<br />
umano.<br />
Vero è che la legge stralcio n. 431, del 5 giugno 1967, che ha introdotto<br />
nel nostro or<strong>di</strong>namento giuri<strong>di</strong>co l’adozione speciale, offre<br />
uno strumento deistituzionalizzante, ma esso non sempre è utilizzabile<br />
da <strong>parte</strong> degli operatori sociali, in quanto i possibili benèfici effetti<br />
dell’adozione non sono estensibili automaticamente a tutti i minori «<br />
custo<strong>di</strong>ti » e ne fruiscono soltanto quelli in completo stato <strong>di</strong> abbandono<br />
morale e materiale o con rapporti familiari estremamente carenti.<br />
In ogni caso, anche l’adozione contemplata nel co<strong>di</strong>ce civile può agevolare<br />
il processo <strong>di</strong> deistituzionalizzazione.<br />
A prescindere dall’istituto giuri<strong>di</strong>co dell’adozione, è necessario<br />
pre<strong>di</strong>sporre una rete capillare <strong>di</strong> servizi alternativi, capaci <strong>di</strong> sconfiggere<br />
l’emarginazione, che la logica istituzionale perpetua, ed attrezzarsi<br />
per favorire l’inserimento dei minori nella società.<br />
Questo il taglio politico che la Giunta intende dare al servizio sociale<br />
in <strong>di</strong>fesa dell’infanzia « particolare », sia come promozione che<br />
per i compiti d’istituto, per i servizi ex OMNI e per quelli delegati dalla<br />
Regione. Inoltre, il servizio sociale avrà riferimento complessivo al<br />
territorio, ancorché la programmazione della Giunta, proprio perché a<br />
livello <strong>di</strong> Ente Locale, sia da inserire nel <strong>di</strong>scorso comprensoriale e<br />
nella più ampia prospettiva regionale.<br />
Le soluzioni alternative devono poter privilegiare il mo mento sociale<br />
preventivo, attraverso la <strong>parte</strong>cipazione ed il coinvolgimento della<br />
comunità sui problemi che al suo interno si manifestano. Quin<strong>di</strong>, un<br />
movimento ideale e culturale, informativo e formativo delle masse.<br />
Con tali presupposti sociologici e me<strong>di</strong>ante più concrete e congrue<br />
modalità <strong>di</strong> sostegno, la Giunta ritiene che anche il reinserimento dei<br />
minori del nucleo familiare naturale o in quelli <strong>di</strong> affidamento potrà<br />
trovare una più corretta applicabilità.<br />
70
______________________________________________________CONVEGNO « SERVIZI SOCIO - SANITARI »<br />
Nella globale gradualità alternativa, possono essere mo menti <strong>di</strong><br />
passaggio e <strong>di</strong> verifica, a seconda dei casi, dei bisogni, delle emergenze,<br />
ecc.:<br />
1) Le strutture <strong>di</strong> base socio-assistenziali, con servizi articolati<br />
sull’intero territorio ed a zone, con un’équipe mo derna, preparata, <strong>di</strong>namica,<br />
non sclerotica <strong>di</strong> personale, idonea all’indagine socioeconomica<br />
in ogni circostanza, oltreché ai delicati colloqui necessari,<br />
con intenti anche <strong>di</strong> formare una coscienza sociale pubblica. Le strutture,<br />
va da sé, devono essere in con<strong>di</strong>zione, quand’occorra, <strong>di</strong> assistere<br />
economicamente, subito e bene, anche in via domiciliare;<br />
2) Le forme alternative al ricovero dei minori, me<strong>di</strong>ante affidamenti<br />
educativi a famiglie ed a persone singole idonee, oppure a gruppi<br />
o piccole comunità civili, <strong>di</strong> cui facciano <strong>parte</strong> madri naturali, spesso<br />
fuori della famiglia originaria per incomprensione. <strong>La</strong> stessa adozione,<br />
d’altronde, extrema ratio per i minori in totale abbandono, potrà<br />
essere riconsiderata ed ulteriormente ri<strong>di</strong>mensionata. Spetta ai pubblici<br />
poteri, all’Ente Locale in prima persona, allestire tali presi<strong>di</strong> (gruppi<br />
- appartamenti, ecc.), affidandoli ai propri operatori sociali, che ne curano<br />
dall’interno e dall’esterno la funzionalità, rendendo <strong>parte</strong>cipi della<br />
questione le stesse madri naturali, le famiglie eventualmente affidatarie,<br />
la comunità.<br />
In questo campo, nella nostra provincia, c’è molto da scoprire,<br />
fors’anche da inventare, certamente da provare e riprovare, ma nessuna<br />
<strong>di</strong>strazione deve ritardare il fine dell’alternativa alla istituzionalizzazione,<br />
perché i minori « particolari ». fruendo <strong>di</strong> un’organica assistenza<br />
complessiva, possano ritrovare la sicurezza affettiva e la loro<br />
socializzazione.<br />
Anche il problema degli anziani, attuale più che mai, va inserito in<br />
questa sintetica <strong>di</strong>samina sociologica, sebbene nella nostra provincia<br />
sembra che la situazione degli anziani non tocchi generalmente punti<br />
<strong>di</strong>saggreganti ed emarginanti. <strong>La</strong> tra<strong>di</strong>zione, anzi una piuttosto solida<br />
costumanza familiare meri<strong>di</strong>onale, offre pochi dati sconfortanti e<br />
sconcertanti nel delicato campo dei rapporti con gli anziani. Epperò,<br />
anche qui qualcosa scricchiola e va rompendo l’atavico equilibrio tra<br />
vecchi e giovani. <strong>La</strong> <strong>di</strong>versa mentalità delle nuove generazioni, il più<br />
moderno modo <strong>di</strong> vivere, le inquietu<strong>di</strong>ni <strong>di</strong> una società in <strong>di</strong>sor<strong>di</strong>nata<br />
71
PASQUALE RICCIARDELLI_____________________________________________________________________<br />
crescita, impongono la rime<strong>di</strong>tazione del problema geriatrico, che non<br />
è solo bio-fisiologico e me<strong>di</strong>co, ma più precipuamente psicologico e<br />
sociologico. E’ un problema che l’Ente Locale deve, oggi, attentamente<br />
esaminare ed approfon<strong>di</strong>re, prendendo atto <strong>di</strong> come la società vada<br />
mo<strong>di</strong>ficandosi e deliberando, in conseguenza, opportuni e specifici<br />
provve<strong>di</strong>menti.<br />
<strong>La</strong> Giunta ritiene <strong>di</strong> dover svolgere un’indagine conoscitiva per<br />
cogliere precisi elementi <strong>di</strong> futura programmazione ed azione promozionale.<br />
A livello <strong>di</strong> <strong>di</strong>battito politico e <strong>di</strong> progettazione sociale, la Giunta<br />
ritiene altresì — a <strong>parte</strong> la necessaria assistenza socio-sanitaria, attraverso<br />
i presi<strong>di</strong> esistenti e che sono da potenziare — che possa essere<br />
propugnata la creazione <strong>di</strong> comunità-alloggi e l’inse<strong>di</strong>amento <strong>di</strong> gruppi-appartamenti<br />
per vacanze, autogestiti o parzialmente autogestiti, in<br />
coa<strong>di</strong>uzione costante con i servizi sociali e sanitari dell’Ente Locale.<br />
Di codeste auspicate strutture — attrezzate ed or<strong>di</strong>nate con duttilità,<br />
liberamente e volontariamente utilizzate a richiesta dell’anziano, che<br />
potrà <strong>di</strong>sposare la sua esistenza autonoma nella libera comunità alla<br />
convivenza alternata con i propri parenti — ne dovrebbero sorgere parecchie,<br />
utilizzando immobili <strong>di</strong> proprietà della Provincia, (esempio:<br />
l’e<strong>di</strong>ficio della Colonia dell’EPA <strong>di</strong> Candela, i locali ex IPPI, ecc.) e<br />
prendendo in fitto degli appartamenti nel capoluogo ed in altri centri. t<br />
nostra opinione che, così operandosi, verrebbe attuata la più concreta<br />
alternativa all’istituzionalizzazjone (ricovero per vecchi e per inabili,<br />
case cosiddette <strong>di</strong> riposo per anziani, men<strong>di</strong>cicomi e simili istituzioni).<br />
Senza <strong>di</strong>re, ed è ciò che più conta, che l’anziano troverebbe nel nuovo<br />
ambiente un’autonoma socializzazione, non si sentirebbe più emarginato<br />
o frustrato, e certamente non sarebbe più il « famoso » tollerato<br />
dei parenti, come spesso, purtroppo, egli è oggi considerato.<br />
Un impegnativo problema, quin<strong>di</strong>, che, senza miracolismi, merita<br />
una corretta e degna soluzione.<br />
Questo, in larga sintesi, l’impegno etico, politico e civile della<br />
Giunta, che pensa così <strong>di</strong> assolvere il mandato conferitole dalle comunità<br />
daune, con largo suffragio democratico.<br />
72
______________________________________________________CONVEGNO « SERVIZI SOCIO - SANITARI »<br />
Senza facili ottimismi — è opportuno ancora riba<strong>di</strong>rlo — ed anzi nelle<br />
mille <strong>di</strong>fficoltà in cui si <strong>di</strong>battono la nazione e gli EE. LL., la Giunta<br />
opererà nel pluriforme delicato settore sociale con responsabile umiltà,<br />
ma con ferma decisione, per migliorare, trasformare e creare nel<br />
territorio delle articolate strutture, intese a cambiare una realtà provinciale<br />
che non esiteremmo a definire paleosociale.<br />
73
LA DROGA PROBLEMA SOCIALE NEI RIFLESSI<br />
DELLA CIRCOLAZIONE STRADALE<br />
PREMESSA<br />
Quando parliamo <strong>di</strong> droga allu<strong>di</strong>amo a quelle sostanze naturali o<br />
sintetizzate in laboratorio che, se ingerite, annusate, fumate o iniettate<br />
hanno la capacità <strong>di</strong> mo<strong>di</strong>ficare la sfera senso-percettiva, l’umore, il<br />
comportamento e che danno <strong>di</strong>pendenza fisica (l’interruzione<br />
dell’assunzione della droga scatena la crisi <strong>di</strong> astinenza) o psicologica<br />
(bisogno inderogabile <strong>di</strong> ripetere l’esperienza).<br />
L’uso continuo della droga può danneggiare la salute fisica e psichica<br />
dell’in<strong>di</strong>viduo ed alterare il normale rapporto sociale.<br />
Vi sono droghe la cui ven<strong>di</strong>ta è libera, senza restrizione alcuna e<br />
che possiamo definire legali come l’alcool, gli psicofarmaci e droghe<br />
illegali, <strong>di</strong> queste ultime <strong>di</strong>stinguiamo le droghe cosiddette leggere,<br />
che non danno <strong>di</strong>pendenza fisica, ma solamente psicologica, come la<br />
marijuana e l’hashish e quelle pesanti o dure con forte <strong>di</strong>pendenza fisica<br />
come la morfina e i l'eroina.<br />
Bisogna <strong>di</strong>stinguere tre categorie <strong>di</strong> assuntori <strong>di</strong> droga:<br />
a) il consumatore occasionale, saltuario o abituale, ma <strong>di</strong> droghe leggere,<br />
che ha la possibilità <strong>di</strong> smettere facilmente;<br />
b) il farmaco - <strong>di</strong>pendente, che assume il farmaco regolarmente, ma<br />
senza esserne schiavo e può smettere anche se con qualche sforzo;<br />
c) il tossicomane, profondamente con<strong>di</strong>zionato dalla ricerca<br />
dell’assunzione della droga da cui <strong>di</strong>pende, che <strong>di</strong>venta l’interesse<br />
primario ed unico della sua vita.<br />
C’è quin<strong>di</strong> una <strong>di</strong>fferenza fondamentale fra consumatori e tossicomani,<br />
fra chi si accosta alla droga saltuariamente e chi, invece, si lascia<br />
sempre più coinvolgere.<br />
LE DIVERSE DROGHE<br />
Amfetamine: Bennies o Crank o Speed.<br />
Sostanze chimiche sintetizzate in laboratorio ad azione stimolante<br />
centrale, che vengono assunte peros e per iniezione endovenosa.<br />
Gli effetti consistono nel prolungare lo stato <strong>di</strong> veglia e nell’eliminare<br />
le sensazioni <strong>di</strong> paura e <strong>di</strong> fatica.<br />
All’atto dell’assunzione esse provocano euforia, sentimenti <strong>di</strong> potenza,<br />
<strong>di</strong> invulnerabilità ed uno stato <strong>di</strong> grande eccitazione.<br />
Un uso prolungato dà insonnia, anoressia, irrequietezza, malattie<br />
mentali, caratterizzate da complessi <strong>di</strong> persecuzione.<br />
74
_______________________________________________________________LA DROGA PROBLEMA SOCI ALE<br />
L’abuso può portare all’assunzione <strong>di</strong> dosi crescenti sino ad una<br />
vera e propria <strong>di</strong>pendenza fisica.<br />
L’interruzione dell’uso precipita il tossicomane in gravi stati <strong>di</strong> apatia<br />
e <strong>di</strong> abulia.<br />
Cocaina (o Naftalina o Neve).<br />
E’ una polvere bianca che viene estratta dalle foglie <strong>di</strong> coca, un arbusto<br />
che cresce negli altipiani an<strong>di</strong>ni, dove usano tuttora masticarne<br />
le foglie secche (cocaismo).<br />
Può essere annusata o iniettata per via endovenosa con soluzione<br />
acquosa.<br />
Viene spesso tagliata con anestetici locali come la procaina o con<br />
le amfetamine, caffeina o con droghe pesanti come l’eroina.<br />
Esiste una forma sintetica, la perfettina.<br />
Non viene più adoperata per le anestesie locali per il rischio della<br />
<strong>di</strong>pendenza psichica (non dà <strong>di</strong>pendenza fisica) e perché esistono analoghi<br />
molto più attivi.<br />
E’ lo stimolante naturale più potente del Sistema Nervoso Centrale<br />
(SNC) e gli effetti imme<strong>di</strong>ati della sua assunzione sono ebbrezza, euforia,<br />
sensazioni <strong>di</strong> potenza fisica seguiti da uno stato <strong>di</strong> apatia dopo<br />
venti-trenta minuti.<br />
L’uso prolungato porta all’asocialità, angoscia, deliri <strong>di</strong> persecuzione,<br />
allucinazioni visive ed au<strong>di</strong>tive (sensazione <strong>di</strong> avere insetti sul<br />
corpo).<br />
OPPIACCI: OPPIO - MORFINA - EROINA<br />
Oppio: E’ il lattice, il succo vegetale estratto per incisione della<br />
capsula del Papaver soneniferum.<br />
Generalmente si fuma, ma è possibile l’assunzione peros, o per iniezione.<br />
Ha effetti atarassici, ipnotici e provoca, anche una <strong>di</strong>ffusa sensazione<br />
<strong>di</strong> euforia.<br />
Dà una forte <strong>di</strong>pendenza fisica e psichica.<br />
E’ <strong>di</strong>fficile nei paesi asiatici reperirlo allo stato puro, perché trasformato<br />
dai trafficantj <strong>di</strong> droghe nei suoi derivati, la morfina e<br />
l’eroina.<br />
Vi sono paesi come l’in<strong>di</strong>a, l’Iran nei quali è coltivato legalmente<br />
per uso farmaceutico.<br />
L’Unione Sovietica non lo produce più a causa dei rischi sempre<br />
più alti <strong>di</strong> <strong>di</strong>ffusione clandestina.<br />
A Formosa può ancora trovarsi qualche oppiera.<br />
Morfina: Alcaloide naturale estratto dall’oppio.<br />
Viene somministrato per via endovenosa o intra-muscolo. E’<br />
l’analgesico per eccellenza.<br />
<strong>La</strong> tolleranza, così la <strong>di</strong>pendenza fisica e psichica, si stabiliscono<br />
rapidamente.<br />
75
VINCENZO FURORE___________________________________________________________________________<br />
Eroina (o Cleval o Horse o Ero): E’ la <strong>di</strong>acetil - morfina, un derivato<br />
semi - sintetico della mo rfina, prodotto la prima volta dalla Bayer<br />
nel 1898 e proveniente dal Sud - Est asiatico, da quella zona che è<br />
chiamata il Triangolo d’oro (<strong>La</strong>os - Birmania - Thailan<strong>di</strong>a).<br />
Si presenta sotto forma <strong>di</strong> polvere bianca, facilmente solubile in<br />
acqua (la cosiddetta Bianca o Eroina n. 4).<br />
Esiste anche il tipo granulare detto anche zucchero scuro o Brown<br />
Sugar o Eroina n. 3.<br />
Può essere iniettata (specie per via endovenosa), annusata o fumata.<br />
<strong>La</strong> <strong>di</strong>pendenza si instaura più rapidamente quando è assunta per<br />
via endovenosa.<br />
I tagli dell’eroina con il lattosio, l’amido, il talco, prodotti innocui,<br />
con il chinino e con la stricnina, notevolmente tossici, sono la regola.<br />
Gli effetti provocati dall’eroina, le primissime volte sono piacevoli,<br />
tanto da designarli romanticamente « Luna <strong>di</strong> miele ».<br />
A piccole dosi determina una azione tranquillante e leggermente<br />
ipnotica.<br />
A dosi più forti, sensazioni <strong>di</strong> euforia ed il così detto flash, un intenso<br />
spasmo simile all’orgasmo.<br />
Sono abolite le sensazioni <strong>di</strong> fame e <strong>di</strong> sete, scompare l’ansia e il<br />
dolore.<br />
A causa del rapido instaurarsi della <strong>di</strong>pendenza fisica e psichica, al<br />
benessere iniziale si sostituisce uno stato <strong>di</strong> malessere che spinge<br />
l’eroinomane ad aumentare le dosi e la frequenza <strong>di</strong> assunzione.<br />
<strong>La</strong> sospensione brusca determina una grave crisi <strong>di</strong> astinenza, caratterizzata<br />
inizialmente da sonno agitato, tremori, nervosismo intenso.<br />
Dopo vomito, dolori addominali, <strong>di</strong>arrea, brivi<strong>di</strong>, pallore e pelle<br />
d’oca (tacchino freddo).<br />
Detti fenomeni si verificherebbero perché l’assunzione <strong>di</strong> droghe<br />
ridurrebbe quantitativamente le endorfine o encefaline, sostanze simili<br />
alla morfina, normalmente presenti nel S.N.C., importantissime per<br />
l’equilibrio ed il benessere psico-fisico (Marghelli).<br />
<strong>La</strong> tossicità dell’eroina è dovuta alle sostanze con le quali viene<br />
tagliata.<br />
Non provoca danni irreversibli come l’alcool o il Methadone, che<br />
lede ampiamente i neuroni della corteccia cerebrale.<br />
Le morti sono dovute, generalmente, a super-dosaggio (overdose).<br />
In Italia si sono verificate 8 morti nel 1974; 26 nel 1975; 31 nel<br />
1976; 40 nel 1978; più <strong>di</strong> 1.000 morti nel <strong>1977</strong> in tutta l’Europa.<br />
Methadone: composto sintetico derivato dalla morfina, <strong>di</strong>sponibile<br />
in compresse, fiale o sciroppo.<br />
Gli effetti che produce sono molto simili a quelli dell’eroina ad eccezione<br />
del citato flash.<br />
E’ stato stu<strong>di</strong>ato intorno al 1950 come analgesico sostitutivo della<br />
morfina.<br />
Sì è incominciato ad impiegarlo per il <strong>di</strong>vezzamento dei morfino-<br />
76
_______________________________________________________________LA DROGA PROBLEMA SO CIALE<br />
mani e degli eroinomani a partire dal 1968, ignorandone la sua alta<br />
tossicità sulle cellule cerebrali, che vengono <strong>di</strong>strutte ed il rapido instaurarsi<br />
della <strong>di</strong>pendenza fisica e psichica.<br />
<strong>La</strong> <strong>di</strong>sintossicazione, inoltre, richiede tempi molto lunghi.<br />
Le morti da Methadone sono state segnalate sin dal 1970.<br />
Il Cannabis: Le forme utilizzate del Cannabis me<strong>di</strong>ca o canapa<br />
me<strong>di</strong>ana, una pianta il cui principio attivo è il tetraidro-cannabinolo,<br />
sono le seguenti:<br />
— l’hashish (o cubo o Savonette): è la resina delle infiorescenze<br />
della pianta.<br />
<strong>La</strong> qualità più pregiata è l’Afgano nero, altri tipi il libanese o il<br />
marocchina.<br />
Olio <strong>di</strong> hashish: estratto concentrato della resina.<br />
Marijuana (o Erba, o Mary-Jane, o Tea o Weed): trinciato <strong>di</strong> fiori e<br />
<strong>di</strong> foglie della pianta essiccata e i cui effetti sono molto meno forti <strong>di</strong><br />
quelli dell’hashish.<br />
Il modo più comune d’assunzione del cannabis è fumano mischiato<br />
al tabacco o può essere masticato o perfino ingerito col cibo.<br />
Gli effetti iniziano con uno stato <strong>di</strong> euforia.<br />
Vi può essere mo<strong>di</strong>ficazione della sfera percettiva, visiva ed au<strong>di</strong>tiva<br />
fino a vere e proprie allucinazioni.<br />
A dosi forti si perde il controllo <strong>di</strong> se stessi, si annulla la nozione<br />
del tempo e dello spazio ed il senso della realtà.<br />
Si possono avere eccessi <strong>di</strong> riso irrefrenabile.<br />
Dopo alcune ore dell’assunzione del cannabis si cade in un sonno<br />
profon<strong>di</strong>ssima. Al risveglia vividezza dell’esperienza vissuta.<br />
Sembra che l’uso del cannabis produrrebbe <strong>di</strong>pendenza <strong>di</strong> natura<br />
psichica.<br />
Le opinioni sono <strong>di</strong>scordanti circa lo sviluppo <strong>di</strong> turbe mentali in<br />
chi fa uso continuato <strong>di</strong> tale sostanza.<br />
C’è chi parla <strong>di</strong> possibili effetti tossici sui geni. Può essere letale se<br />
ingerite, in gran<strong>di</strong>ssime dosi.<br />
Può essere tagliato con paraffina, cera da scarpe, barbiturici.<br />
Allucinogeni: Vi sono allucinogeni naturali e sintetici. Dei primi<br />
annoveriamo:<br />
a) la mescalina, principio attivo contenuto nel Peiotl, cactus<br />
dell’America Centrale.<br />
Si può mangiare la pianta fresca o essiccata, oppure bere il liquido<br />
estratto;<br />
b) psilocibina, contenuto nel fungo messicano chiamato Teonanacatl.<br />
Dei secon<strong>di</strong> il più noto è l’LSD, la <strong>di</strong>etilamide dell’acido lisergico<br />
ottenuto da un derivato della segale cornuta.<br />
Si presenta sottoforma <strong>di</strong> liquido incolore ed inodore, ma si può<br />
trovare anche in pillole <strong>di</strong> <strong>di</strong>verso colore o in tavolette.<br />
In Italia è quasi scomparso perché sostituito prima dall’uso dell’amfetamina<br />
e poi dall’eroina.<br />
77
VINCENZO FURORE___________________________________________________________________________<br />
Gli effetti consistono in mo<strong>di</strong>ficazioni dell’umore con in<strong>di</strong>fferenza<br />
per il mondo esterno e mo<strong>di</strong>ficazioni delle facoltà percettive (illusioni<br />
ed allucinazioni au<strong>di</strong>tive o visive).<br />
Viene perduto il senso del tempo e dello spazio.<br />
Avvenimenti del passato rivivono con molta vividezza.<br />
Vi possono essere stati <strong>di</strong> euforia o <strong>di</strong> angoscia con reazioni impreve<strong>di</strong>bili.<br />
Come l’hashish dà solo <strong>di</strong>pendenza psichica.<br />
Si possono avere danni per overdose o perché i prodotti offerti non<br />
sono veri (ad es. associazione con la pencicli<strong>di</strong>na, molto tossica).<br />
In soggetti labili pre<strong>di</strong>sposti si può slateretizzare uno stato prepsicotico,<br />
<strong>di</strong> solito <strong>di</strong> tipo schizofrenico.<br />
Da non trascurare quello che i tossicomani chiamano il bummer o<br />
cattivo viaggio.<br />
Se un drogato reagisce male all’assunzione dell’LSD può cadere in<br />
un tale stato <strong>di</strong> angoscia da avere reazioni impreve<strong>di</strong>bili; può <strong>di</strong>ventare<br />
estremamente aggressiva anche nei propri confronti fino al suici<strong>di</strong>o.<br />
Circa i possibili effetti <strong>di</strong> anomalie generiche i pareri sono <strong>di</strong>scordanti.<br />
Negli animali <strong>di</strong> laboratorio tali rischi esistono; nell’uomo non è<br />
possibile ancora, dalle osservazioni fatte, giungere a conclusioni definitive.<br />
Problemi in<strong>di</strong>viduali e sociali: Sempre dappertutto l’uomo ha fatto<br />
uso ed abuso <strong>di</strong> droghe.<br />
L’hashish, per esempio, è <strong>di</strong> consumo abituale, fin da epoche remote<br />
in non pochi paesi dell’Asia e dell’Africa del nord.<br />
Secondo Vierth (1967) la metà circa della popolazione del Marocca<br />
fa uso abituale <strong>di</strong> hashish.<br />
Caratteristiche <strong>di</strong> questi ultimi tempi è l’abuso <strong>di</strong> massa (Lenner) e<br />
l’estensione dell’uso delle droghe in tutti gli ambienti ed in tutte le età.<br />
Le ragioni della corsa alla droga sono in<strong>di</strong>viduali e sociali. Tra le<br />
in<strong>di</strong>viduali annoveriamo:<br />
a) Il bisogno, la curiosità dei giovani <strong>di</strong> sperimentare tutto;<br />
b) la ricerca del piacere. Protian nel suo stu<strong>di</strong>o sull’alcoolismo ris alendo<br />
alla fine del secolo scorso, aveva notato come l’inclinazione<br />
a trarne go<strong>di</strong>mento dai narcotici ed euforizzanti rappresenta « ...<br />
una generale qualità umana ... » ed aggiungeva che « ... una gran<br />
<strong>parte</strong> dell’umanità fa uso delle sostanze alcoliche per sod<strong>di</strong>sfare<br />
questa tendenza ... ».<br />
Ciò significa che la tendenza verso questa particolare modalità<br />
d’esperire non può essere il marchio <strong>di</strong> in<strong>di</strong>vidui devianti, ma una caratteristica<br />
peculiare immanente ad ogni uomo.<br />
c) risposta all’incapacità <strong>di</strong> autorealizzarsi sul piano della storicità in<strong>di</strong>viduale;<br />
78
_______________________________________________________________LA DROGA PROBLEMA SOCI ALE<br />
d) ricerca e speranza <strong>di</strong> stimoli atti ad incrementare l’attività intellettiva<br />
ed artistica.<strong>La</strong> droga viene intesa e vissuta in questi casi come<br />
una possibilità offerta all’uomo <strong>di</strong> utilizzare meglio le proprie possibilità<br />
e <strong>di</strong> slatenizzare le recon<strong>di</strong>te e reposte facoltà psichiche;<br />
e) ricerca e bisogno intenso del mistico, della pace e dell’amore universale;<br />
f) bisogno <strong>di</strong> un rapporto più umano e sod<strong>di</strong>sfacente con l’universo,<br />
con la natura e con gli altri esseri umani, secondo quanto espresso<br />
e pre<strong>di</strong>cato da Timothy Leary, ideologo americano della droga attorno<br />
agli anni « 60 »;<br />
g) ricerca della droga con presunzione <strong>di</strong> <strong>di</strong>fesa da un bisogno, da una<br />
sofferenza sia <strong>di</strong> or<strong>di</strong>ne somatico che <strong>di</strong> or<strong>di</strong>ne psicologico e morale;<br />
<strong>di</strong>fesa da una situazione penosamente vissuta dalla quale il soggetto<br />
tende a sottrarsi.<br />
Tale ricerca è dettata da profonde motivazioni psicologiche in<strong>di</strong>viduali,<br />
quali la depressione e l’ansia, sentimenti esistenti già prima dell’impatto<br />
con la droga (Iervis).<br />
Secondo Ancona il desiderio della droga rappresenterebbe: « ...una<br />
sorta <strong>di</strong> protezione esistenziale originaria quasi come il seno della madre<br />
per il bambino... ».<br />
Delle motivazioni sociali annoveriamo:<br />
a) Crisi dei valori tra<strong>di</strong>zionali con la mancanza <strong>di</strong> regole fisse <strong>di</strong> comportamento.<br />
b) Guadagno d’identità sociale « ... molti giovani, specie se sottoproletani<br />
non hanno nulla, neanche una ipotesi <strong>di</strong> identità sociale. A<br />
questo punto è meglio essere drogati che nessuno... » (Madeddu);<br />
c) <strong>La</strong> crisi <strong>di</strong> occupazione con mancanza <strong>di</strong> un ruolo sociale e conseguenti<br />
<strong>di</strong>fficoltà materiali e <strong>di</strong> integrazione nella società;<br />
d) Crisi <strong>di</strong> <strong>di</strong>sor<strong>di</strong>ne familiare. Il 51% <strong>di</strong> tossicomani appartiene a<br />
famiglie in crisi.<br />
e) Stress provocati dalla civiltà tecnico-industriale con impoverimento<br />
dei rapporti inter-personali.<br />
f) Pseudo filosofia del consumismo con <strong>di</strong>pendenza dagli oggettiidolo<br />
proposti dai mass-me<strong>di</strong>a: TV, automobile, seconda casa, calcio,<br />
sesso...<br />
<strong>La</strong> droga così è « ... solo un prodotto del sistema... e del menù quoti<strong>di</strong>ano<br />
delle frustrazioni e delle consolazioni <strong>di</strong> tutti ... » (Jervis).<br />
Per ciò che concerne la politica della droga nel mondo giovanile, si<br />
deve sottolineare il passaggio dall’uso delle droghe socializzanti per<br />
eccellenza, come il cannabis, che non si può usare se non in gruppo,<br />
all’eroina che si consuma da soli in una esperienza squallidamente solitaria.<br />
Sono scomparsi lo spirito e l’adesione a gruppi, i fermenti <strong>di</strong> contestazione<br />
ed hanno preso posto il lasciarsi andare ed il lento morire,<br />
come un ennesimo aspetto della civiltà del consumismo sotto il beneplacito<br />
dei trafficanti <strong>di</strong> droga e del grande capitale che alimenta il<br />
mercato.<br />
79
VINCENZO FURORE___________________________________________________________________________<br />
Note critiche sulla Legge del 22 Dicembre 1975, n. 685.<br />
Tale Legge tra i punti salienti sancisce il <strong>di</strong>ritto del tossicomane<br />
all’assistenza sanitaria e quin<strong>di</strong> ad essere trattato come un malato; istituisce<br />
i cosiddetti centri antidroga; <strong>di</strong>stingue i consumatori dallo spacciatore<br />
con la depenalizzazione del primo e misure più severe per il<br />
secondo; stabilisce programmi <strong>di</strong> prevenzione, come l’informazione<br />
nelle scuole.<br />
Volendo fare il bilancia della citata legge, a 4 anni dall’entrata in<br />
vigore, bisogna lamentare l’inesistenza ancora in Italia dei Centri antidroga,<br />
mentre si fanno sempre più numerose ed attive le comunità terapeutiche<br />
ed i centri <strong>di</strong> solidarietà privati (il cui riconoscimento è<br />
previsto dall’art. 94 della Legge 685/1975).<br />
Ormai noti in Italia il Gruppo Abele a Torino, la Comunità Nuova<br />
a Milano e il Centro Italiano <strong>di</strong> Solidarietà a Roma.<br />
A questi Centri <strong>di</strong> solidarietà i tossicomani si rivolgono più spesso<br />
sfiduciati dell’assistenza sanitaria pubblica.<br />
Si pensi che nella provincia <strong>di</strong> Milano si sono avuti 900 ricoverati<br />
nel 1976; 500 nel <strong>1977</strong> e solo 30 nei primi mesi del 1978.<br />
Della prevenzione nei quartieri nemmeno l’ombra; scarsa l’informazione<br />
nella scuola.<br />
Sono <strong>di</strong>scutibili infine questi articoli della 685 che danno la facoltà<br />
al giu<strong>di</strong>ce <strong>di</strong> punire chi offre droga, chi l’acquista, chi la trasporta, chi<br />
non confessa il nome del ven<strong>di</strong>tore e soprattutto l’articolo 80 che depenalizza<br />
il tossicomane in possesso <strong>di</strong> « .. .una mo<strong>di</strong>ca quantità per<br />
uso terapeutico... », peraltro non definita.<br />
Tali articoli essendo vaghi e generici hanno già portato a condanne<br />
<strong>di</strong> tossico-<strong>di</strong>pendenti.<br />
Pertanto una legge varata per proteggerli e <strong>di</strong>fenderli si ritorce come<br />
un boomerang a loro danno.<br />
Ad esempio Fausto, 20 anni, sottoproletario romano, non avendo<br />
voluto confessare ai giu<strong>di</strong>ci il nome <strong>di</strong> chi gli aveva procurato una cartina<br />
da un grammo <strong>di</strong> eroina è stato condannato a 8 mesi <strong>di</strong> reclusione<br />
per favoreggiamento e falsa testimonianza.<br />
Augusto <strong>di</strong> Roma, trovato in possesso <strong>di</strong> mg. 0,15 <strong>di</strong> eroina è stato<br />
rinviato a giu<strong>di</strong>zio per <strong>di</strong>rettissima. (Dal dossier « <strong>La</strong> droga in Italia »<br />
pubblicato da Panorama N. 653/1978).<br />
Droga e circolazione stradale.<br />
<strong>La</strong> guida <strong>di</strong> un autoveicolo da una <strong>parte</strong> è legata ad automatismi<br />
acquisiti, dall’altra coinvolge quelle opere intellettive che sono l’attenzione,<br />
la percezione e le stesse facoltà critiche.<br />
Presuppone inoltre l’integrità della psico-motricità con capacità <strong>di</strong><br />
pronta risposta agli stimoli esterni.<br />
80
_______________________________________________________________LA DROGA PROBLEMA SOCI ALE<br />
Tutte le funzioni che possono essere compromesse dall’assunzione<br />
delle droghe, dall’alcool, e dagli stessi psicofarmaci.<br />
Dalle osservazioni e dagli esperimenti condotti si è visto che gli effetti<br />
della marijuana si possono paragonare a quelli dell’alcool: rallentamento<br />
dei riflessi e dei tempi <strong>di</strong> reazione, prolungamento <strong>di</strong> notte dei<br />
fenomeni <strong>di</strong> abbagliamento, interferenza con le varie manovre <strong>di</strong> guida,<br />
induzione <strong>di</strong> un significativo numero <strong>di</strong> errori (Crancer 1969), stato<br />
<strong>di</strong> euforia; quest’ultimo, indotto anche dal cannabis nelle fasi iniziali,<br />
abolisce la consapevolezza dei rischi, rende il tossicomane spericolato<br />
ed irresponsabile, lo carica <strong>di</strong> aggressività, facendo lievitare<br />
sommamente i suoi sentimenti <strong>di</strong> potenza e <strong>di</strong> invulnerabilità.<br />
Pericolosi, inoltre gli effetti <strong>di</strong> tipo depressivo: (riduzione delle capacita<br />
attentive e percettive, minore valutazione dei rilievi e delle <strong>di</strong>stanze,<br />
minore rapi<strong>di</strong>tà <strong>di</strong> tempi <strong>di</strong> reazione) conseguenti a quelli del<br />
primo sta<strong>di</strong>o dell’euforia.<br />
E’ significativo che negli Stati Uniti si ricerca già la presenza <strong>di</strong><br />
tracce <strong>di</strong> tetracannabinolo, principio attivo della canapa in<strong>di</strong>ana, nei<br />
soggetti coinvolti in incidenti automobilistici, così come viene fatto<br />
per l’alcool.<br />
Anche gli effetti degli allucinogeni — allucinazioni u<strong>di</strong>tive e visive,<br />
per<strong>di</strong>ta della nozione del tempo e dello spazio, alterazione del<br />
senso <strong>di</strong> posizione nello spazio (sensazione <strong>di</strong> essere librati nell’aria),<br />
sindrome <strong>di</strong> astinenza, bummer, richiamano e imprimono subito alla<br />
mente l’immagine del potenziale <strong>di</strong> pericolosità della condotta <strong>di</strong> guida<br />
del tossicomane.<br />
L’articolo 132 del Co<strong>di</strong>ce Stradale vieta <strong>di</strong> guidare in stato <strong>di</strong> ebbrezza<br />
da alcool o da sostanze stupefacenti, non contemplando quelle<br />
mo<strong>di</strong>ficazioni psichiche — turbe psico-sensoriali, anomalie della coscienza<br />
dell’io, anomalie del tempo e dello spazio — che possono <strong>di</strong>sturbare<br />
una guida corretta e trasformare quin<strong>di</strong> il guidatore in un vero<br />
e proprio delinquente colposo.<br />
Consegue, da quanto suddetto, una incompletezza del termine ebbrezza<br />
ed una necessità <strong>di</strong> intenderlo in maniera estensiva e comprensiva<br />
<strong>di</strong> altri stati psico-patologici.<br />
Lo stesso articolo 132 del Co<strong>di</strong>ce Stradale non fa riferimento ad<br />
alcuno degli accertamenti clinico-tossicologici, restando così, del tutto<br />
inoperante.<br />
E’ notorio come sia possibile dall’esame dei liqui<strong>di</strong> biologici (urina<br />
e saliva) e dalla ricerca <strong>di</strong> tracce rilevate dalle mani, indagare con i<br />
moderni meto<strong>di</strong> <strong>di</strong> indagine (spettrofluorometria e gas-cnimatografia)<br />
se vi è stata assunzione <strong>di</strong> droga da <strong>parte</strong> del guidatore.<br />
Non è possibile, invece, il prelievo del sangue, perché l’articolo 13<br />
della Costituzione sancisce l’inviolabilità della libertà personale.<br />
Sarebbe auspicabile, come già attuato nell’ambito sportivo, ai fini<br />
della prevenzione stradale l’attuazione pratica dell’isolamento delle<br />
varie sostanze stupefacenti dai liqui<strong>di</strong> biologici, considerando che « . .<br />
. una volta emessi, costituiscono un bene <strong>di</strong>sponibile e quin<strong>di</strong> non<br />
81
VINCENZO FURORE___________________________________________________________________________<br />
rientrante nel concetto <strong>di</strong> ispezione corporale, anche senza il consenso<br />
dell’avente <strong>di</strong>ritto, come sancisce l’articolo 310 del Co<strong>di</strong>ce <strong>di</strong> Procedura<br />
Penale... » (Melino).<br />
B I B L I O G R A F I A<br />
VINCENZO FURORE ∗<br />
CARMINE MELINO, « Le sostanze stupefacenti e la circolazione<br />
stradale ». Rivista Securitas 1971, n. 10.<br />
DANIEL X. FREEDMAN, « Sull’uso e l’abuso dell’L.S.D.» da<br />
dell’adolescente, Armando E<strong>di</strong>tore. Roma 1975.<br />
LEONARD NEFF, « Sostanze me<strong>di</strong>cinali e loro effetti sull’io dell’<br />
adolescente », Armando E<strong>di</strong>tore. Roma 1975.<br />
DOSSIER, « <strong>La</strong> droga in Italia ». Panorama n. 653, ottobre<br />
A. SEMINARI, « Tossicomanie », Trattato <strong>di</strong> psicopatologia e Firenze<br />
- Il Pensiero Scientifico. Roma 1972.<br />
OLEEVENSTEIN, « <strong>La</strong> droga che cos’è ». Salani E<strong>di</strong>tore <strong>1977</strong><br />
MARINO, « Psiconeuro Farmacologia e Farmacologia Psicosomatica<br />
». Vallar<strong>di</strong> E<strong>di</strong>tore 1974.<br />
MINISTERO DELLA PUBBLICA ISTRUZIONE, « Aggiornamento<br />
sul problema della droga » - Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato.<br />
Roma 1978.<br />
ARIETI, « Manuale <strong>di</strong> Psichiatria ». Boringhieri E<strong>di</strong>tore 1969.<br />
BINI & BAZZI, « Trattato <strong>di</strong> Psichiatria ». Vallar<strong>di</strong> E<strong>di</strong>tore 1972.<br />
THOMAS B. BOTTOMORE, «Sociologia ». Il Mulino 1971.<br />
BENEDETTI, « Psiconeuro fisiologia ». Feltrinelli E<strong>di</strong>tore 1976.<br />
DELAY - PICHOT, «Compen<strong>di</strong>o <strong>di</strong> Psicopatologia ». Giunti - Barberi<br />
E<strong>di</strong>tore 1965.<br />
CARGNELLO, «Alterità e Alienità ». Feltrinelli E<strong>di</strong>tore 1966.<br />
JAN - CLAUDE POLAK, « <strong>La</strong> Me<strong>di</strong>cina del Capitale ». Feltrinelli<br />
E<strong>di</strong>tore 1973.<br />
GIOVANNI BERLINGUER, « Malaria Urbana Patologia della Metropoli<br />
». Feltrinelli E<strong>di</strong>tore <strong>1977</strong>.<br />
∗ VINCENZO FURORE è nato a <strong>Foggia</strong> il 7 luglio 1929. Me<strong>di</strong>co ed esperto <strong>di</strong> problemi<br />
<strong>di</strong> me<strong>di</strong>cina sociale e preventiva, attualmente ricopre la carica <strong>di</strong> Direttore del<br />
Consorzio Prov.le Antitubercolare e Centro <strong>di</strong> Me<strong>di</strong>cina Legale Sociale e Preventiva <strong>di</strong><br />
<strong>Foggia</strong>.<br />
82
DOCUMENTI FALSI PER LA STORIA DI FOGGIA<br />
Un cornicione cade: è il segno premonitore <strong>di</strong> crollo <strong>di</strong> un intero<br />
e<strong>di</strong>ficio?<br />
Muri soli<strong>di</strong>, pietra viva, strutture complesse non bastano a definire<br />
una <strong>di</strong>agnosi.<br />
Anche nell’uomo la vecchiaia si annuncia spesso, con la <strong>di</strong>sfunzione<br />
<strong>di</strong> un organo solo, in soggetti dall’apparenza talvolta ancora aitante.<br />
Allora un esame generale s’impone, perché la <strong>di</strong>agnosi possa essere<br />
riferita ad un quadro clinico organico e razionale.<br />
Agli interventi si deciderà <strong>di</strong> conseguenza, per settori o<br />
nell’insieme, a seconda dell’esito della <strong>di</strong>agnosi stessa.<br />
E’ questo il caso del « palazzaccio » sul Lungotevere, a Roma.<br />
Gli uffici <strong>di</strong> giustizia sono stati trasferiti in altra sede. L’e<strong>di</strong>ficio è<br />
chiuso al pubblico. Vi accedono solo ingegneri ed architetti, per accertamenti,<br />
indagini, prove, verifiche e calcoli.<br />
Esami lunghi, impegnativi, scientifici che richiedono tempo e specializzazioni,<br />
stu<strong>di</strong> e sperimentazioni, saggi e rilievi, decisioni unitarie<br />
e progetti particolareggiati.<br />
Solo così la « patologia delle murature » trova mezzi per esprimersi<br />
con chiarezza e pronunciare la sua ultima parola.<br />
I restauri, in questo modo, possono dare esiti definitivi, duraturi,<br />
rassicuranti e garantire un recupero con interventi straor<strong>di</strong>nari, <strong>di</strong>fferibili<br />
<strong>di</strong> secolo in secolo e non <strong>di</strong> anno in anno.<br />
<strong>La</strong> procedura è corretta. Nessuno avanza commenti polemici o critiche<br />
sterili, perché il rispetto della persona umana impone sistemi <strong>di</strong><br />
massima garanzia per l’incolumità pubblica.<br />
Altri esempi sono possibili.<br />
83
UGO JARUSSI_________________________________________________________________________________<br />
A Bari gli archi <strong>di</strong> imposta <strong>di</strong> una grande volta presentano lesioni<br />
per spinte, non sufficientemente eliminate, nel Palazzo della Camera<br />
<strong>di</strong> Commercio. Il <strong>di</strong>ssesto non è ancora allarmante. Nessun crollo ancora<br />
si è verificato.<br />
Tuttavia non è proprio necessario <strong>di</strong>fferire gli interventi al manifestarsi<br />
<strong>di</strong>fatti eclatanti.<br />
L’e<strong>di</strong>ficio viene chiuso al pubblico. Gli uffici trasferiti.<br />
Gli stu<strong>di</strong> per accertamenti e ristrutturazione della volta e<br />
dell’intero complesso durano a lungo; finalmente si ha notizia <strong>di</strong> un<br />
prossimo appalto, a quattro anni circa dal provve<strong>di</strong>mento cautelativo<br />
<strong>di</strong> sgombero dell’e<strong>di</strong>ficio.<br />
A Parma ed a Napoli il museo della « Pelota » ed il Museo Nazionale<br />
<strong>di</strong> palazzo reale sono stati chiusi al pubblico per lavori <strong>di</strong> ristrutturazione<br />
e ri<strong>di</strong>stribuzione dei locali, senza che nemmeno si lamentassero<br />
<strong>di</strong>ssesti <strong>di</strong> qualsiasi genere.<br />
Perché tanto zelo?<br />
Evidentemente si ritiene incompatibile con gli impianti ed i rischi<br />
<strong>di</strong> cantiere la presenza, in e<strong>di</strong>fici da restaurare, <strong>di</strong> folla e <strong>di</strong> utenza.<br />
A <strong>parte</strong> i pericoli per la incolumità delle persone non addette ai lavori,<br />
la presenza <strong>di</strong> questi non può che nuocere al buon andamento ed<br />
all’efficienza <strong>di</strong> qualsiasi organizzazione tecnica, impegnata in delicati<br />
e <strong>di</strong>fficili interventi murari.<br />
A <strong>Foggia</strong>, invece, si pensa <strong>di</strong>versamente.<br />
A <strong>Foggia</strong> si possono rischiare morte e proce<strong>di</strong>menti penali, per la<br />
presunzione critica <strong>di</strong> saccenti e per scarsa prudenza <strong>di</strong> pubblici amministratori.<br />
Il palazzo della Dogana, in piazza XX settembre, presenta consistenti<br />
segni <strong>di</strong> <strong>di</strong>ssesto, vecchi e nuovi, stabilizzati e <strong>di</strong>namici, generali<br />
e <strong>di</strong> settore, per cui si ha giusto motivo <strong>di</strong> temere per la sua sorte e per<br />
i suoi occupanti.<br />
Non a breve scadenza. I movimenti in atto sono a lento decorso.<br />
Ma quando questi fatti cesseranno <strong>di</strong> consentire <strong>di</strong>lazioni, <strong>di</strong>ventano<br />
pericolosi?<br />
Nessuno azzarda una data; intanto mensole pensili minacciano <strong>di</strong><br />
precipitare, volte spaccate si aprono semp re <strong>di</strong> più, rotazioni per spinte<br />
rovesciano pilastri e murature, mentre nuove lesioni si aggiungono alle<br />
vecchie e segni evidenti <strong>di</strong> schiacciamento si localizzano in cantonali<br />
ed in sezioni insufficienti.<br />
84
__________________________________________________DOCUMENTI FALSI PER LA STORIA DI FOGGIA<br />
Da circa un secolo si lavora, giorno per giorno, per consolidarlo e<br />
ristrutturarlo, riadattandolo, <strong>di</strong> volta in volta a Tribunale, a Scuola, a<br />
Prefettura, a Federazione dei « Fasci » e ad Uffici della Provincia.<br />
Ogni intervento costituisce motivo <strong>di</strong> nuovi insulti, <strong>di</strong> inserimenti<br />
forzati, <strong>di</strong> conseguenze impreve<strong>di</strong>bili, <strong>di</strong> squilibri, <strong>di</strong> sottrazione od<br />
aggiunta <strong>di</strong> nuovi carichi.<br />
E si procede sempre con meto<strong>di</strong> irrazionali ed onerosi, intervenendo<br />
spesso col sistema della somma urgenza, a ripristinare plaffoni che<br />
crollano, a ricostruire con elementi misti un solaio in legno marcito, a<br />
sostituire una lunetta cadente od una capriata scatenata, a consolidare<br />
uno schiacciamento, a riprendere un tratto delle fondazioni, od a riequilibrare<br />
la spinta <strong>di</strong> una volta, senza che nessuno <strong>di</strong> questi interventi,<br />
settoriali e <strong>di</strong>stanziati nel tempo, possa essere coor<strong>di</strong>nato con l’altro.<br />
Il tutto si svolge secondo sistemi illogici, all’insegna dell’adattamento<br />
occasionale, con meto<strong>di</strong> artigianali, frettolosi, empirici<br />
ed improvvisati.<br />
Spesso, consigli e progetti dell’Ufficio Tecnico vengono <strong>di</strong>sattesi;<br />
tutti sono esperti, tutti decidono, tutti credono nella invulnerabilità <strong>di</strong><br />
un e<strong>di</strong>ficio che non può più sopportare inutili violenze.<br />
E finalmente, quando la protesta <strong>di</strong> muri sofferenti <strong>di</strong>venta <strong>di</strong>sperata<br />
con scricchiolii e nuove lesioni, si decide lo sgombero dei locali, su<br />
suggerimento <strong>di</strong> una commissione tecnica altamente qualificata,<br />
all’uopo nominata dall’Amministrazione <strong>Provinciale</strong>, che non può più<br />
ignorare le relazioni dell’Ufficio Tecnico e l’urgenza <strong>di</strong> una situazione<br />
<strong>di</strong>venuta ormai critica e tesa.<br />
Ma lo sgombero non porta all’inerzia.<br />
L’e<strong>di</strong>ficio, imponente e monumentale, ha, nella sua stessa mole, i<br />
caratteri che lo classificano tra le opere più decorose e rappresentative<br />
della Città.<br />
Non per fatti d’arte, certamente minori se non proprio insignificanti,<br />
ma per importanza storica e per prestigio <strong>di</strong> tra<strong>di</strong>zioni.<br />
85
UGO JARUSSI_________________________________________________________________________________<br />
Sicché l’in<strong>di</strong>rizzo verso il recupero integrale dell’e<strong>di</strong>ficio è unanime.<br />
Vengono pre<strong>di</strong>sposti i necessari progetti. <strong>La</strong> Soprintendenza ai<br />
Monumenti <strong>di</strong> Puglia, alla cui tutela l’e<strong>di</strong>ficio è affidato, esprime il<br />
suo parere favorevole, appone sugli atti tecnici il suo visto <strong>di</strong> approvazione<br />
ed autorizza l’inizio dei lavori.<br />
A questo punto sorge il fatto nuovo.<br />
Viene pubblicato un libro: titolo, « Palazzo Dogana, dalle origini<br />
ai nostri giorni »; autore Vincenzo Salvato (E<strong>di</strong>z. Leone - <strong>Foggia</strong>).<br />
Sotto la pomposa presunzione <strong>di</strong> una ricercata presentazione storica<br />
il libro nasconde l’insi<strong>di</strong>a dell’intento scandalistico e si conclude<br />
con argomenti non informati a rigore scientifico e <strong>di</strong> banale impostazione<br />
libellistica.<br />
Non sono state fatte verifiche <strong>di</strong> stabilità, nè prove <strong>di</strong> cantiere,<br />
saggi od indagini accurate. Tuttavia si condannano persone ed autorità<br />
esposte nelle decisioni dello sgombero, affermando che non esistono<br />
<strong>di</strong>ssesti in atto, e che l’e<strong>di</strong>ficio può continuare tranquillamente ad essere<br />
abitato.<br />
E si creano, per sostenere questo assunto, documenti falsi per la<br />
storia della Città.<br />
L’e<strong>di</strong>ficio era già stato sgomberato, quando il 3 <strong>di</strong>cembre 1975<br />
vennero collaudati, con esito positivo, alcuni lavori eseguiti al secondo<br />
piano del palazzo stesso.<br />
« Perché mai — si domanda l’autore del libro — dopo un così favorevole<br />
collaudo ancora si insiste in posizioni sbagliate e non si decide<br />
la rioccupazione dei locali ed il rientro degli Uffici? ».<br />
L’autore, però, non ha precisato che il collaudo del 3 <strong>di</strong>cembre<br />
1975 si riferisce a lavori per ripristino <strong>di</strong> pavimenti e <strong>di</strong> <strong>di</strong>pinture, eseguiti<br />
prima dello sgombero; si tratta quin<strong>di</strong> <strong>di</strong> un collaudo amministrativo<br />
e non tecnico e comunque relativo ad opere portate e non portanti;<br />
<strong>di</strong> un collaudo che, in pratica, non <strong>di</strong>ce niente a proposito della stabilità<br />
dell’e<strong>di</strong>ficio e non porta contributi al suo consolidamento.<br />
Del resto, secondo l’autore stesso l’e<strong>di</strong>ficio non abbisogna <strong>di</strong> consolidamenti,<br />
ma solo <strong>di</strong> rari interventi settoriali, perché ha resistito<br />
imperterrito al terremoto del 1975.<br />
Terremoto che, per la verità, a <strong>Foggia</strong> non fece danni <strong>di</strong> nessuna<br />
86
__________________________________________________DOCUMENTI FALSI PER LA STORIA DI FO GGIA<br />
specie, rispettando persino i ruderi ben più cadenti che, a ricordo dei<br />
bombardamenti bellici del 1943, ancora numerosi costellano la città.<br />
E ancora, per sostenere l’efficienza del vecchio stabile, l’Ing. Vincenzo<br />
Salvato afferma che in palazzo Dogana si potrebbe rientrare con<br />
sicurezza e tranquillità, continuando ad abitarlo senza pericoli, così<br />
come continua ad essere abitato, da sempre, il decrepito palazzo dei<br />
signori <strong>di</strong> Civitella, nel vico omonimo, a <strong>Foggia</strong>.<br />
Ancora un documento falso? Forse.<br />
Ma si tratta <strong>di</strong> errore volontario, lapsus calami o <strong>di</strong>sinformazione,<br />
la cosa non ha importanza.<br />
Conta invece il fatto che il palazzo dei Signori <strong>di</strong> Civitella non esiste<br />
più; il Salvato scrive nel 1976, mentre il palazzo venne demolito<br />
nel 1960, per motivi <strong>di</strong> pubblica incolumità.<br />
Non perché presentava <strong>di</strong>ssesti più gravi <strong>di</strong> quelli <strong>di</strong> palazzo Dogana,<br />
ma solo per evitare la continua occupazione abusiva <strong>di</strong> immigrati,<br />
che ignorando le con<strong>di</strong>zioni statistiche dell’e<strong>di</strong>ficio, esponevano al<br />
continuo rischio <strong>di</strong> responsabilità penali le autorità del Comune <strong>di</strong><br />
<strong>Foggia</strong>.<br />
Il palazzo della Dogana, per nostra fortuna, non ha mai presentato<br />
situazioni così delicate e legalmente preoccupanti.<br />
Dopo lo sgombero nessuno lo minaccia <strong>di</strong> occupazione abusiva,<br />
nessuno ne propugna la demolizione, tutti lo vogliono consolidato e<br />
rimesso a nuovo, per restituirlo al governo della Provincia ed alla <strong>di</strong>gnità<br />
storica del Centro antico <strong>di</strong> <strong>Foggia</strong>.<br />
Allora perché tanto scalpore?<br />
Perché non si vuole accettare lo sgombero per esigenze <strong>di</strong> cantiere?<br />
Perché incoraggiare azioni avventurose avallate da argomenti falsi<br />
e pseudo scientifici?<br />
Pur non presentando pericoli imminenti <strong>di</strong> generale crollo, esistono<br />
sezioni pericolose, ed in ogni modo le con<strong>di</strong>zioni statiche <strong>di</strong> palazzo<br />
Dogana presentano la necessità <strong>di</strong> interventi consistenti e globali, organici<br />
e coor<strong>di</strong>nati, che solo in assenza <strong>di</strong> utenti si possono garantire.<br />
Lo sgombero è giustificato, soprattutto, dalle complesse esigenze<br />
<strong>di</strong> un cantiere destinato a <strong>di</strong>fficili sviluppi, con rischi gravi per tutto<br />
87
UGO JARUSSI_________________________________________________________________________________<br />
ciò che potrebbe essere considerata estranea intrusione.<br />
Oggi è l’ora <strong>di</strong> perorare la causa dei finanziamenti, dell’inizio dei<br />
lavori, dei successivi appalti, del loro coor<strong>di</strong>namento verso intenti collimanti<br />
e razionali.<br />
Scandali e pettegolezzi non possono portare che danni e nocumento<br />
ad uomini e cose.<br />
Il rientro in palazzo Dogana prima dei necessari consolidamenti<br />
compromette la sua sorte, perché i lavori necessari ed ormai in<strong>di</strong>fferibili,<br />
non potrebbero più essere eseguiti secondo le regole dell’arte,<br />
della tecnica e della scienza.<br />
Nuovi problemi si creerebbero, nuove <strong>di</strong>fficoltà si opporrebbero<br />
alla loro risoluzione, i vecchi <strong>di</strong>ssesti avrebbero partita vinta e fatti<br />
nuovi si verrebbero a sovrapporre ai vecchi, nell’incertezza <strong>di</strong> un recupero<br />
che potrebbe <strong>di</strong>ventare sempre più <strong>di</strong>fficile e sempre più <strong>di</strong>spen<strong>di</strong>oso<br />
per l’amministrazione della cosa pubblica.<br />
E’ questo che vuole l’Ingegnere Vincenzo Salvato?<br />
A quanti vorranno dargli cre<strong>di</strong>to la <strong>di</strong>fficile risposta!<br />
<strong>La</strong> risposta e le pesanti responsabilità che da essa derivano, perché<br />
gli esempi <strong>di</strong> Roma e <strong>di</strong> Bari, <strong>di</strong> Parma e <strong>di</strong> Napoli costituiscono testimonianze<br />
inoppugnabili <strong>di</strong> un mo nito unico, che non può e non deve<br />
essere ignorato.<br />
88<br />
UGO JARUSSI
LE ORIGINI DI SAN SEVERO (FOGGIA)<br />
ALLA LUCE DELLE INDAGINI ARCHEOLOGICHE<br />
Agli inizi degli anni ‘60 si è formato in San Severo un primo sparuto<br />
gruppo <strong>di</strong> appassionati <strong>di</strong> storia e archeologia che doveva poi dar<br />
vita, nel 1965, al Centro <strong>di</strong> Stu<strong>di</strong> Sanseveresi 1 . Allora ben poco si conosceva<br />
sulle antiche popolazioni che abitavano le nostre contrade 2 ed<br />
ogni ritrovamento archeologico nell’ambito della città finiva invariabilmente<br />
per essere collegato alle sue leggendarie origini. Era<br />
l’epoca delle interminabili polemiche sull’ubicazione <strong>di</strong> Ergitium e del<br />
mitico Castrum Drionis 3 e mentre la tra<strong>di</strong>zione dotta vedeva in Diomede<br />
il nobile fondatore della città, era molto <strong>di</strong>ffusa la convinzione<br />
che un tempo San Severo sorgeva sulle rive del Fortore 4 .<br />
In questi anni, nuovi ed importanti capitoli si sono aggiunti alla<br />
storia citta<strong>di</strong>na 5 , mentre altri ritrovamenti archeologici ed una più cor-<br />
1 <strong>La</strong> costituzione <strong>di</strong> questa associazione si deve in particolar modo all’iniziativa<br />
dell’avv. Umberto Pilla, all’epoca Direttore della <strong>Biblioteca</strong> Comunale <strong>di</strong> San Severo.<br />
Nel 1974 il Centro <strong>di</strong> Stu<strong>di</strong> Sanseveresi ha fondato anche una sezione locale<br />
dell’Archeoclub d’Italia.<br />
2 Solo dopo la costituzione a <strong>Foggia</strong>, nel 1965, <strong>di</strong> un ufficio staccato della Soprintendenza<br />
alle Antichità della Puglia, <strong>di</strong>retto dai coniugi Tinè, è cominciata in Capitanata<br />
una organica attività <strong>di</strong> ricerca, che in pochi anni ha delineato gli aspetti fondamentali<br />
dell’archeologia dauna, dalla preistoria all’età romana. <strong>La</strong> collaborazione del Centro<br />
Stu<strong>di</strong> con la Soprintendenza iniziò imme<strong>di</strong>atamente, con la segnalazione della scoperta<br />
del villaggio neolitico <strong>di</strong> Guadone.<br />
3 Cfr. A. Russi, Un asclepiade nella Daunia-Podalirio e il suo culto tra le genti daune,<br />
in Archivio Storico Pugliese, XIX (1966), 1-1V, p. 275 e segg. e in particolar modo<br />
la nota 15.<br />
4 Si tratta evidentemente <strong>di</strong> un ricordo <strong>di</strong>storto del trasferimento della cattedra vescovile<br />
da Civitate a San Severo nel 1580. Spesso all’origine <strong>di</strong> « tra<strong>di</strong>zioni » <strong>di</strong> questo<br />
tipo ci sono notizie errate tratte dalle cronache dei secoli scorsi. Notare, a tal proposito,<br />
come si può prestare ad una ambigua interpretazione una frase tolta da un <strong>di</strong>ario <strong>di</strong><br />
viaggio del 1683: « Fu fatta città (San Severo) da Gregorio XIII essendo rovinata<br />
l’antica, che si chiama anche oggi Civita, vicino a S. Paolo... ». Cfr. T. NARDELLA, <strong>La</strong><br />
Capitanata in una relazione per visita canonica <strong>di</strong> fine seicento, in Rassegna <strong>di</strong> Stu<strong>di</strong><br />
Dauni, III (1976), 1-2, p. 79.<br />
5 I risultati delle ricerche <strong>di</strong> questi ultimi anni sono stati in <strong>parte</strong> pubblicati nei cinque<br />
numeri del «Notiziario » e<strong>di</strong>to dal Centro <strong>di</strong> Stu<strong>di</strong> Sanseveresi e nel numero unico «<br />
Attualità Archeologiche », del 1975, dell’Archeoclub <strong>di</strong> San Severo.<br />
89
VITTORIO RUSSI______________________________________________________________________________<br />
retta interpretazione dei reperti rinvenuti in passato ci hanno permesso<br />
<strong>di</strong> inquadrare in un preciso ambito cronologico le varie fasi <strong>di</strong> occupazione<br />
dell’area dove ora sorge San Severo.<br />
Questi stu<strong>di</strong> e ricerche non hanno risolto il problema delle origini<br />
della città e, a nostro parere, non lo risolveranno mai definitivamente,<br />
in quanto riteniamo che il concetto <strong>di</strong> origine vada sostituito con quello,<br />
più corretto, del <strong>di</strong>venire <strong>di</strong> un centro abitato 6 . Rari sono gli inse<strong>di</strong>amenti<br />
nati da una precisa programmazione 7 , anche se la scelta <strong>di</strong> un<br />
determinato sito è necessariamente legata a certe situazioni ambientali<br />
e a particolari necessità economiche e <strong>di</strong> <strong>di</strong>fesa. Se poi gli eventi si<br />
<strong>di</strong>mostrano favorevoli, il primitivo nucleo si espande, con uno sviluppo<br />
spesso <strong>di</strong>scontinuo ma <strong>di</strong>fficilmente così incisivo da permettere <strong>di</strong><br />
in<strong>di</strong>viduare il « momento » in cui l’inse<strong>di</strong>amento si è trasformato in<br />
una determinata entità urbana.<br />
In mancanza <strong>di</strong> fonti storiche atten<strong>di</strong>bili, uno stu<strong>di</strong>o <strong>di</strong>retto a chiarire<br />
le varie fasi del <strong>di</strong>venire <strong>di</strong> un abitato si presenta piuttosto problematico<br />
e l’indagine archeologica può dare un contributo tanto più<br />
valido quanto più la ricerca viene condotta con precisi criteri scientifici<br />
8 .<br />
Nel nostro caso ci troviamo in presenza <strong>di</strong> ritrovamenti in buona<br />
<strong>parte</strong> occasionali e non sempre sufficientemente documentati, ma la<br />
casistica fortunatamente è abbastanza ampia da permettere <strong>di</strong> trarre<br />
delle conclusioni atten<strong>di</strong>bili.<br />
Anche se la presenza <strong>di</strong> inse<strong>di</strong>amenti preistorici nel sottosuolo <strong>di</strong><br />
San Severo non può essere messa in alcun modo in relazione con presunte<br />
origini della città, non possiamo tralasciare <strong>di</strong> sintetizzare le<br />
scoperte più importanti avvenute negli ultimi anni.<br />
Nell’agro sanseverese sono stati localizzati più <strong>di</strong> sessanta villaggi<br />
neolitici 9 , che coprono praticamente quasi tutta la serie cronologica<br />
6 Su questo concetto cfr. i vari stu<strong>di</strong> presentati nel volume « Archeologia e Geografia<br />
del Popolamento », Quaderni Storici, 24, Ancona 1973.<br />
7 E’ il caso <strong>di</strong> alcune antiche colonizzazioni. Per il Me<strong>di</strong>oevo abbiamo in Capitanata<br />
l’esempio della fondazione <strong>di</strong> Manfredonia nel XIII secolo.<br />
8 Solo uno scavo stratigrafico eseguito su un’area sufficientemente estesa può delineare<br />
con una certa precisione il succedersi delle varie culture, evidenziando anche eventuali<br />
perio<strong>di</strong> <strong>di</strong> abbandono del sito, <strong>di</strong>fficilmente avvertibili dall’esame <strong>di</strong> reperti archeologici<br />
raccolti in superficie.<br />
9 Cfr. V. Russi, Note <strong>di</strong> Preistoria e protostoria sanseverese, Notiz. del Centro St u<strong>di</strong><br />
Sanseveresi, Dicembre 1968, p. 9 e segg. — Ib. Il villaggio neolitico <strong>di</strong> Orsello, Bollettino<br />
Int. del Centro <strong>di</strong> Stu<strong>di</strong> Sanseveresi, Marzo 1971, p. 2. — Ib. Inse<strong>di</strong>amento neolitico<br />
trincerato presso San Severo, Riv. Scienze Preistoriche, XXVII (1972), 2, p. 410 e<br />
segg. — Ib. Segnalazioni nella Riv. Scienze Preistoriche: Vol. XXI (1966), 2, p. 430 e<br />
segg. — Vol. XXII (1967), 2, p. 450 e segg. — Vol. XXIII (1968), 2, p. 419 e segg. —<br />
Vol. XXIV (1969), 2, p. 475 e segg. — Vol. XXV (1970), 2, p. 428 e segg. — Vol.<br />
XXIX (1974), 1, p. 259.— Vol. XXXII (<strong>1977</strong>), 1-2, p. 344 e segg. — E. M. DE JULIIS,<br />
Scavo <strong>di</strong> una capanna preistorica in loc.<br />
90
_____________________________________________________________LE ORIGINI DI S. SEVERO (FO GGIA)<br />
nota per questo periodo nel Tavoliere, dal VI agli inizi del III millennio<br />
a. C 10 .<br />
Di questi caratteris tici inse<strong>di</strong>amenti, racchiusi entro uno o più fossati<br />
concentrici 11 , ci interessano più <strong>di</strong>rettamente quelli <strong>di</strong> Guadone e<br />
<strong>di</strong> S. Rocco, in<strong>di</strong>viduati alla periferia orientale della città dai soci del<br />
Centro <strong>di</strong> Stu<strong>di</strong> Sanseveresi rispettivamente nel 1965 12 e nel 1972 13 .<br />
L’ipotesi che potesse trattarsi <strong>di</strong> un unico grande complesso 14 è stata<br />
in <strong>parte</strong> confermata da successive scoperte, anche se il gran numero <strong>di</strong><br />
fossati, spesso intersecantisi, emersi durante lavori e<strong>di</strong>lizi, possono<br />
anche riferirsi a due o più villaggi <strong>di</strong> epoche <strong>di</strong>verse e in <strong>parte</strong> sovrapposti<br />
15 . Nell’interno dei fossati, dei pozzi e delle altre cavità 16 venute<br />
Casone, Riv. Scienze Preistoriche, XXVII (1972), 1, p. 117 e segg. — A. PERNA,<br />
Tracce <strong>di</strong> antichi inse<strong>di</strong>amenti in loc. Demanio - S. Ricciardo, Bollettino Int. del Centro<br />
<strong>di</strong> Stu<strong>di</strong> Sanseveresi, Ottobre 1974, pp. 1-2. — R. PASQUANDREA e A. MASSELLI,<br />
I ritrovamenti preistorici alla mass. Casone, Bollettino Int. del Centro <strong>di</strong> Stu<strong>di</strong> Sanseveresi,<br />
Marzo 1971, p. 1. — A. MASSELLI, L’inse<strong>di</strong>amento neolitico <strong>di</strong> mass. Li Gatti, in<br />
Attualità Archeologiche, Dicembre 1975, p. 47 e segg. — A. GRAVINA, Fossati e<br />
strutture ipogeiche dei villaggi neolitici in agro <strong>di</strong> San Severo, in Attualità Archeologiche,<br />
Dicembre 1975, p. II e segg.<br />
10 Cfr. S. TINE, <strong>La</strong> civiltà neolitica del Tavoliere, Atti del Colloquio <strong>di</strong> Preistoria e<br />
Protostoria della Daunia (1973), Firenze 1975, p. 99 e segg.<br />
11 Sulla funzione <strong>di</strong> questi fossati sono state esposte varie teorie, tra le quali: Difesa<br />
del villaggio; conservazione dell’acqua piovana o sorgiva; drenaggio <strong>di</strong> un terreno eccessivamente<br />
umido. Quest’ultima ipotesi è quella che attualmente viene considerata<br />
come la più probabile, anche se non è stato affrontato adeguatamente lo stu<strong>di</strong>o delle falde<br />
idriche superficiali del Tavoliere, un tempo molto più salmastre <strong>di</strong> oggi e che dovevano<br />
rappresentare un grave problema per l’agricoltura primitiva dei Neolitici.<br />
12 Cfr. V. Russi, Gli scavi nel villaggio preistorico <strong>di</strong> Guadone, Il Corriere <strong>di</strong> <strong>Foggia</strong>,<br />
10-12-1965. — Ib. Il villaggio neolitico <strong>di</strong> Guadone, Notiziario del Centro <strong>di</strong> Stu<strong>di</strong><br />
Sanseveresi, Giugno 1966, p. 8 e segg. — S. Tinè, I nuovi scavi in località Guadone,<br />
Notiziario del Centro <strong>di</strong> Stu<strong>di</strong> Sanseveresi, Dicembre 1967, p. 5 e segg. — Ib. Alcuni<br />
dati circa il sistema <strong>di</strong> raccolta idrica nei villaggi neolitici del <strong>Foggia</strong>no. Atti della XI e<br />
XII Riun. Scient. dell’Ist. Ital. <strong>di</strong> Preistoria, Firenze 1967, p. 69 e segg.<br />
13 V. Russi, Altro villaggio preistorico a San Severo, Corriere <strong>di</strong> S. Severo, 10-7-<br />
1973. — Ib. nella Rivista <strong>di</strong> Scienze Preistoriche, vol. XXVII (1972), 2, p. 466.<br />
14 V. Russi nella Rivista <strong>di</strong> Scienze Preistoriche, vol. XXIX (1974), 1, p. 259.<br />
15 <strong>La</strong> sovrapposizione <strong>di</strong> più inse<strong>di</strong>amenti neolitici è stata rilevata in varie località.<br />
Nell’agro <strong>di</strong> San Severo abbiamo l’esempio <strong>di</strong> Coppa Pallante, mentre il complesso più<br />
noto del Tavoliere è quello <strong>di</strong> S. Vito, a Nord-Est <strong>di</strong> <strong>Foggia</strong>, con ben nove villaggi trincerati<br />
in <strong>parte</strong> sovrapposti e visibili sulle fotografie aeree.<br />
16 Le cavità a grotticella, interpretate come cisterne o. più esattamente, come depositi<br />
per cereali o altre derrate, sono venute alla luce in gran numero nelle contrade Guadone<br />
e S. Rocco. In una <strong>di</strong> queste, sezionata da uno sbancamento nel <strong>1977</strong> sul lato Ovest<br />
<strong>di</strong> via Lucera, è stato rinvenuto un cranio umano neolitico, ora esposto nell’Anti-<br />
91
VITTORIO RUSSI______________________________________________________________________________<br />
alla luce nella zona, sono stati rinvenuti numerosi reperti, tra cui frammenti<br />
vascolari del Neolitico antico e me<strong>di</strong>o 17 .<br />
In altri punti della città sono venuti alla luce vasi frammentati <strong>di</strong><br />
impasto preistorico, ma solo alla periferia settentrionale <strong>di</strong> San Severo,<br />
all’inizio della strada per Apricena, si è avuta conferma<br />
dell’esistenza <strong>di</strong> un altro villaggio neolitico con ceramica impressa 18 .<br />
Nell’area dell’inse<strong>di</strong>amento <strong>di</strong> Guadone, nelle fondazioni della<br />
nuova ala delle scuole elementari <strong>di</strong> via Mazzini, nel 1971, sono stati<br />
rinvenuti reperti riferibili ad una delle prime fasi dell’età del Bronzo<br />
(Protoappenninico B), da collocarsi cronologicamente nella prima metà<br />
del secondo millennio a. C 19 .<br />
Ritrovamenti <strong>di</strong> questo periodo sono poco frequenti nella pianura<br />
del Tavoliere 20 in quanto, a <strong>di</strong>fferenza dei villaggi neolitici collegati<br />
quarium comunale <strong>di</strong> San Severo. Cfr. F. NARDELLA - V. Russi, Resti <strong>di</strong> uomini preistorici<br />
scoperti a San Severo, Corriere <strong>di</strong> S. Severo, 20-1-1978.<br />
Nella contrada S. Rocco sono state trovate cavità <strong>di</strong> forma rettangolare, scavate a<br />
livello della « crusta », simili a quelle rinvenute durante gli scavi nel villaggio neolitico<br />
<strong>di</strong> Passo <strong>di</strong> Corvo. Numerose anche le sezioni <strong>di</strong> probabili fossati a « C » e <strong>di</strong> trincee perimetrali.<br />
Non tutte, però, le cavità contenenti reperti neolitici risalgono effettivamente<br />
ad epoca preistorica; durante gli scavi del 1965 nel villaggio <strong>di</strong> Guadone si trovarono<br />
trincee e gallerie per estrazione dell’argilla, probabilmente collegate ad una fornace me<strong>di</strong>evale,<br />
che erano state ricolmate col terreno circostante contenente ceramiche neolitiche.<br />
Cfr. V. Russi, Antiche fornaci <strong>di</strong> San Severo, Bollettino Int. del Centro <strong>di</strong> Stu<strong>di</strong><br />
Sanseveresi, Marzo 1971, pp. 4-5.<br />
17<br />
Sono ceramiche a decorazione impressa, con motivi geometrici incrostati da una<br />
sostanza rossa, caratteristici della « facies » che da questo villaggio ha preso il nome <strong>di</strong><br />
« Guadone ». Sono presenti anche ceramiche nere o brune a superfici levigate, insieme a<br />
qualche frammento <strong>di</strong> figulina <strong>di</strong>pinta a fasce rosse non marginate.<br />
18<br />
V. Russi, Inse<strong>di</strong>amento preistorico scoperto in San Severo, Bollettino Int. del<br />
Centro <strong>di</strong> Stu<strong>di</strong> Sanseveresi, 1978.<br />
19<br />
Questi reperti, tra cui un’ansa con appen<strong>di</strong>ce asciforme, sono stati raccolti ad una<br />
profon<strong>di</strong>tà <strong>di</strong> circa 3 mt nella sezione <strong>di</strong> una profonda cavità apparsa nelle fondazioni<br />
del lato orientale delle scuole elementari. Nella terra <strong>di</strong> riempimento, molto scura e<br />
sciolta, si trovarono anche ossa umane, ma non fu possibile appurare se si trattava <strong>di</strong><br />
una tomba perché in quel punto affiorava una falda d’acqua che aveva allagata la trincea<br />
<strong>di</strong> fondazione. Cfr. V. Russi nella Rivista <strong>di</strong> Scienze Preistoriche, vol. XXVI (1971), 2,<br />
pp. 490-491.<br />
20<br />
In agro <strong>di</strong> San Severo ricor<strong>di</strong>amo l’inse<strong>di</strong>amento ine<strong>di</strong>to dell’oliveto <strong>di</strong> Torre dei<br />
Giunchi e la tomba a grotticella, con corredo <strong>di</strong> tre vasi del « Protoappenninico A », venuta<br />
alla luce presso la masseria Casone nel 1970, durante scavi effettuati dalla Soprintendenza<br />
alle Antichità in collaborazione con il Centro <strong>di</strong> Stu<strong>di</strong> Sanseveresi. Cfr. E. M.<br />
DE JULIIS, Recenti rinvenimenti dell’età dei metalli nella Daunia, Atti del Coll. Intern.<br />
<strong>di</strong> Preistoria della Daunia (1973), Firenze 1975, p. 235 e segg. — R. PASQUANDREA,<br />
Sepoltura della prima età del Bronzo presso la mass. Casone, Boll. Int. del Centro <strong>di</strong><br />
Stu<strong>di</strong> Sanseveresi, Ottobre 1974, p. 2.<br />
92
_____________________________________________________________LE ORIGINI DI S. SEVERO (FO GGIA)<br />
ad una economia prevalentemente agricola, l’attività essenzialmente<br />
pastorale dell’età del Bronzo comportava anche un certo noma<strong>di</strong>smo,<br />
per cui troviamo accampamenti provvisori nelle zone <strong>di</strong> pascolo e inse<strong>di</strong>amenti<br />
fortificati stabili sulle alture e in località facili da <strong>di</strong>fendere<br />
da attacchi <strong>di</strong> altri gruppi <strong>di</strong> noma<strong>di</strong> 21 .<br />
L’età del Bronzo nella nostra regione è perdurata fin verso il 1000<br />
a. C., anche se i riflessi dell’ultima « facies », quella subappenninica,<br />
si riscontrano spesso anche nella successiva età del Ferro, caratterizzata<br />
da un progressivo ritorno all’agricoltura. Di questa importante fase<br />
<strong>di</strong> transizione non abbiamo per ora alcuna testimonianza nell’agro<br />
<strong>di</strong> San Severo 22 .<br />
Tra i reperti più antichi rinvenuti nell’area della città, e che possiamo<br />
considerare protostorici, ricor<strong>di</strong>amo quelli della necropoli dauna<br />
<strong>di</strong> via F. D’Alfonso, venuta alla luce nel 1968 nelle fondazioni <strong>di</strong><br />
un e<strong>di</strong>ficio all’angolo col viale 2 Giugno 23 . Da tre tombe sconvolte<br />
dallo scavo si recuperarono alcuni vasi <strong>di</strong> impasto bruno lucidato, altri<br />
a decorazione <strong>di</strong>pinta in stile geometrico (<strong>di</strong> cui uno solo tornito) e<br />
due <strong>di</strong> importazione: una oinochoe trilobata, <strong>di</strong> bucchero pesante etrusco-campano,<br />
e una kylix incompleta <strong>di</strong> tipo ionico. Si trovarono anche<br />
dei gran<strong>di</strong> anelli piatti <strong>di</strong> bronzo, decorati con cerchietti impressi<br />
24 . Se so esclude qualche oggetto <strong>di</strong> datazione ancora incerta, la maggior<br />
<strong>parte</strong> dei reperti <strong>di</strong> questa necropoli è riferibile al VI secolo a. C.<br />
e ben si accorda, tipologicamente, con i corre<strong>di</strong> delle quattro tombe<br />
daune <strong>di</strong> Guadone, scavate nel 1965 25 , e <strong>di</strong> altre venute successivamente<br />
alla luce alla periferia meri<strong>di</strong>onale ed occidentale della città.<br />
Nella necropoli <strong>di</strong> via F. D’Alfonso (ora via Checchia Rispoli) lo scavo<br />
aveva anche sezionato un fossato largo superiormente circa 4 mt e<br />
21 Cfr. V. Russi nella Rivista <strong>di</strong> Scienze Preistoriche: Vol. XXIX (1974), 1, p. 259<br />
— Vol. XXX (1975), 1-2, pp. 389-390. — Vol. XXX (1976), 1, p. 315.<br />
22 <strong>La</strong> tomba dell’età del Ferro più antica rinvenuta nei pressi <strong>di</strong> San Severo è quella<br />
<strong>di</strong> contrada Serpente, che conteneva bronzi e vasi del « geometrico japigio » databili<br />
all’VIII secolo a.C. Cfr. R. PASQUANDREA, <strong>La</strong> tomba japigia <strong>di</strong> via Serpente, Bollettino<br />
Int. del Centro <strong>di</strong> Stu<strong>di</strong> Sanseveresi, Ottobre 1974, pp. 3-4. —E. M. DE JULIIS,<br />
Recenti rinvenimenti protostorici nella Daunia, Atti del Coll. Intern. <strong>di</strong> Preistoria della<br />
Daunia (1973, Firenze 1975, p. 322. — Ib. in Stu<strong>di</strong> Etruschi, vol. LXII (1974), p. 527.<br />
— Ib. <strong>La</strong> ceramica geometrica della Daunia, Firenze <strong>1977</strong>, tav. LVIII, LIX/A,<br />
XCIII/A, CIII/B.<br />
23 Cfr. A. MASSELLI - R. PASQUANDREA, <strong>La</strong> necropoli dauna <strong>di</strong> via F. D’Alfonso,<br />
nel Notiziario dei Centro <strong>di</strong> Stu<strong>di</strong> Sanseveresi, Dicembre 1968, pp. 18-22.<br />
24 Anelli dello stesso tipo, provenienti dalla necropoli etrusca <strong>di</strong> Satricum, sono esposti<br />
nella sala XXXII del museo <strong>di</strong> Villa Giulia a Roma.<br />
25 Cfr. G. CLEMENTE, <strong>La</strong> necropoli dauna <strong>di</strong> Guadone, Notiziario del Centro <strong>di</strong><br />
Stu<strong>di</strong> Sanseveresi, Giugno 1966, pp. 15-19. — E. M. Da JULIIS, <strong>La</strong> ceramica geometrica<br />
della Daunia, Firenze <strong>1977</strong>, tav. LXIII/E, LXXIV, XCIV/B, XCV/A.<br />
93
VITTORIO RUSSI______________________________________________________________________________<br />
profondo oltre 3 mt, con una parete a scarpata e l’altra con due alti<br />
gra<strong>di</strong>ni 26 .<br />
<strong>La</strong> forma e le <strong>di</strong>mensioni ricordano le note trincee neolitiche, ma<br />
nell’interro si trovarono solo frammenti vascolari <strong>di</strong> tipo dauno ed ellenistico.<br />
Altri fossati simili, ma <strong>di</strong> minori <strong>di</strong>mensioni, sono venuti alla<br />
luce nel 1969 nelle fondazioni del vicino cinema Cicolella, insieme<br />
a reperti dauni 27 . Trincee <strong>di</strong> questo tipo sono apparse anche nell’area<br />
della necropoli ellenistica <strong>di</strong> masseria Casone, 6 Km a Sud-Est <strong>di</strong> San<br />
Severo, insieme a piccoli fossati che sostenevano le fondazioni lignee<br />
o in mattoni cru<strong>di</strong> <strong>di</strong> e<strong>di</strong>fizi che sorgevano nella zona precedentemente<br />
alla necropoli 28 .<br />
In base a questi dati si può presumere che nei pressi <strong>di</strong> via F. D’Alfonso<br />
sorgeva un abitato dauno, attorniato da una vasta necropoli, perdurato<br />
almeno sino alla fine del IV secolo a. C., come si deduce da<br />
numerose tombe a fossa, coperte da tavelloni <strong>di</strong> terracotta e contenenti<br />
reperti <strong>di</strong> età ellenistica, venute alla luce alcuni decenni or sono nel<br />
tratto iniziale della stessa strada e, più recentemente, in via Teano Appula<br />
e in altre zone a<strong>di</strong>acenti.<br />
Nulla conosciamo sulla conformazione e l’estensione <strong>di</strong> questo abitato<br />
preromano 29 , ma se consideriamo che oltre alle tombe a cui abbiamo<br />
accennato, e che sono tra le poche sufficientemente documentate,<br />
numerose altre sono venute alla luce un po’ dovunque nell’attuale<br />
area urbana 30 , dovremmo ipotizzare, <strong>di</strong> conseguenza, l’esistenza <strong>di</strong> un<br />
centro <strong>di</strong> notevoli <strong>di</strong>mensioni 31 .<br />
26 Alcune delle gran<strong>di</strong> trincee circolari o ellittiche visibili nelle aerofotografie del<br />
Tavoliere e attribuite ad inse<strong>di</strong>amenti neolitici pare ap<strong>parte</strong>ngano, invece, a fattorie e<br />
villaggi dauni.<br />
27 Un fossato presentava un andamento parallelo a via F. D’Alfonso; in sezione si<br />
notavano le pareti a scarpata, con una larghezza <strong>di</strong> circa 3 mt nella <strong>parte</strong> superiore ed<br />
una profon<strong>di</strong>tà <strong>di</strong> mt 2,50 dal piano stradale. Un altro fossato, ad andamento curvilineo,<br />
era largo superiormente circa 2 Int. Nell’interro <strong>di</strong> queste trincee e <strong>di</strong> altre cavità <strong>di</strong> incerta<br />
natura, si trovarono frammenti vascolari <strong>di</strong> epoca dauna.<br />
28 A. MASSELLI - R. PASQUANDREA - V. Russi, <strong>La</strong> necropoli <strong>di</strong> masseria Casane,<br />
Notiziario del Centro <strong>di</strong> Stu<strong>di</strong> Sanseveresi, Dicembre 1975, pp. 9-30.<br />
29 Sulla struttura degli inse<strong>di</strong>amenti dauni cfr. F. TINÈ BERTOCCHI, Formazione<br />
della civiltà dauna dal X al VI sec. a.C., in Atti Colloquio Intern. <strong>di</strong> Preistoria della<br />
Daunia (1973), Firenze 1975, pp. 271-285. — E. M. DE JULIIS, Caratteri della civiltà<br />
daunia dal VI sec. a.C. all’arrivo dei Romani, in Atti Coli. cit., pp. 286-297.<br />
30 Cfr. V. Russi, Nuove tombe daune scoperte nella zona <strong>di</strong> San Severo, Corriere <strong>di</strong><br />
<strong>Foggia</strong>, 7-7-1966. — M. JAFISCO, Ricordanze e stu<strong>di</strong> su San Severo, 1970, dattil. depos.<br />
nella <strong>Biblioteca</strong> Comunale <strong>di</strong> San Severo.<br />
31 Da una lettera della Soprintendenza alle Antichità dell’1-6-l966, nell’archivio del<br />
Centro <strong>di</strong> Stu<strong>di</strong> Sanseveresi, appren<strong>di</strong>amo che oltre alla necropoli dauna scoperta verso<br />
il 1934 in una cava <strong>di</strong> argilla su via Fortore, un’altra è venuta alla luce nella vicina contrada<br />
Guar<strong>di</strong>a Santi-Cappuccini. E’ possibile, perciò, che un altro inse<strong>di</strong>amento dauno,<br />
non necessariamente coevo al primo, sorgesse poco a Nord <strong>di</strong> San Severo.<br />
94
_____________________________________________________________LE ORIGINI DI S. SEVERO (FO GGIA)<br />
Per quanto riguarda la datazione <strong>di</strong> questo inse<strong>di</strong>amento, non <strong>di</strong>sponiamo<br />
<strong>di</strong> alcun dato che accerti la sua persistenza ininterrotta dal<br />
VI al IV-III secolo a. C. Inoltre, la <strong>di</strong>sposizione apparentemente <strong>di</strong>sor<strong>di</strong>nata<br />
delle sepolture <strong>di</strong> età ellenistica 32 , spesso trovate frammiste a<br />
quelle daune, fa pensare più ad una casuale sovrapposizione <strong>di</strong> tombe<br />
<strong>di</strong> epoche <strong>di</strong>verse anziché alla naturale espansione <strong>di</strong> una stessa necropoli<br />
33 .<br />
In ogni caso, non pare che l’abitato sia sopravvissuta in età romana<br />
34 in quanto nessun resto <strong>di</strong> costruzioni o <strong>di</strong> sepolture <strong>di</strong> tale periodo<br />
è stato mai rinvenuto in San Severo. Le cinque epigrafi funerarie<br />
romane che si trovano murate in alcune chiese e case della città 35 sono<br />
da considerare come materiale reimpiegato a scopo e<strong>di</strong>lizia e proveniente<br />
da località archeologiche più o meno vicine 36 , Lo stesso <strong>di</strong>casi<br />
per i due bassorilievi con scene gla<strong>di</strong>atorie che sono alla base del<br />
campanile della chiesa <strong>di</strong> S. Giovanni Battista, che il Bartoccini 37 ritiene<br />
trovarsi originariamente nell’anfiteatro <strong>di</strong> Lucera, mentre con più<br />
verosimiglianza provengono dal sito <strong>di</strong> Teanum Apulum, antica città<br />
ripopolata nel Me<strong>di</strong>oevo col nome <strong>di</strong> Civitate 38 , i cui ruderi sono stati<br />
usati per secoli come cava <strong>di</strong> materiale da costruzione 39 .<br />
32<br />
<strong>La</strong> statuetta <strong>di</strong> bronzo rappresentante Ercole, rinvenuta sotto la vecchia sacrestia<br />
della chiesa <strong>di</strong> S. Giovanni Battista, proveniva probabilmente da una delle tombe <strong>di</strong> età<br />
ellenistica, coperte da tavelloni <strong>di</strong> terracotta, della necropoli, venuta alla luce nel tratto<br />
iniziale <strong>di</strong> via F. D’Alfonso. Il reperto si trovava nella terra <strong>di</strong> riporto utilizzata probabilmente<br />
nel ‘700 per riportare il pavimento della chiesa al livello della strada. Cfr. L.<br />
BICCARI, <strong>La</strong> statuetta <strong>di</strong> Ercole nell’Antiquarium <strong>di</strong> San Severo, in Attualità Archeologiche,<br />
Dicembre 1975, pp. 51-53.<br />
33<br />
In alcuni casi le necropoli erano <strong>di</strong>sposte per settori, ma in genere si sviluppavano<br />
dalla periferia dell’ abitato verso l’esterno, per cui le sepolture più vicine sono <strong>di</strong> norma<br />
anche le più antiche.<br />
34<br />
Nella Daunia sono numerosi gli inse<strong>di</strong>amenti abbandonati o <strong>di</strong>strutti verso la fine<br />
del IV e nella prima metà del III secolo a.C. Le cause appaiono molteplici, in <strong>parte</strong> riferibili<br />
a fattori politici ed economici collegati alla conquista romana della regione e in<br />
<strong>parte</strong> agli eventi bellici della seconda guerra Punica.<br />
35<br />
Un accurato stu<strong>di</strong>o <strong>di</strong> queste epigrafi e <strong>di</strong> numerose altre rinvenute nel territorio<br />
dell’antica Teanum è stato pubblicato da A. Russi, Teanum Apulum —Le iscrizioni e<br />
la storia del Municipio, Ist. Ital. <strong>di</strong> Storia Antica, vol. XXV, Roma 1976.<br />
36<br />
Di queste epigrafi. quella murata nel fabbricato all’angolo <strong>di</strong> via A. Fraccacreta<br />
con via S. Severino proviene da Lesina. Cfr. A. Russi, op. cit., p. 112.<br />
37<br />
R. BARTOCCINI, Anfiteatri e gla<strong>di</strong>atori <strong>di</strong> Lucera, in Japigia, VII (1936), f. 1,<br />
p. 36.<br />
38<br />
V. Russi, Tiati - Teanum Apulum - Civitate, Corriere <strong>di</strong> <strong>Foggia</strong>, 6-7-1967.<br />
39<br />
Della stessa opinione appare il De Ambrosio nelle sue Memorie storiche della<br />
città <strong>di</strong> San Severo, Napoli 1875, p. 98.<br />
95
VITTORIO RUSSI______________________________________________________________________________<br />
San Severo nel Me<strong>di</strong>oevo faceva <strong>parte</strong> della <strong>di</strong>ocesi <strong>di</strong> Civitate,<br />
che venne poi traslata nella nostra città. E' plausibile, perciò, che parti<br />
architettoniche dell’abitato abbandonato siano state qui trasportate,<br />
come nella vicina S. Paolo Civitate, in particolar modo per la ricostruzione<br />
degli e<strong>di</strong>fizi <strong>di</strong>strutti dal forte terremo to del 30 luglio 1627 40 .<br />
Con ciò non esclu<strong>di</strong>amo che nel sito, abbastanza vasto, dell’attuale<br />
San Severo non potesse trovarsi almeno una fattoria romana 41 come<br />
tante altre in<strong>di</strong>viduate nei <strong>di</strong>ntorni. C’è anche da considerare che quì si<br />
incrociavano due antiche strade, rilevate con l’ausilio delle aerofotografie<br />
42 : una, proveniente da Teanum Apulum, che si <strong>di</strong>rigeva a<br />
Sud-Est in <strong>di</strong>rezione <strong>di</strong> Arpi, passando per il sito <strong>di</strong> Casalenovum 43 e<br />
l’altra, che veniva da Lucera e andava a Nord, forse a Lesina, toccando<br />
un altro antico centro presso Apricena 44 .<br />
Dopo i recenti stu<strong>di</strong> sulla viabilità romana della Daunia, è venuta<br />
meno anche l’ipotesi che San Severo possa aver avuto origine da Ergitium,<br />
una statio riportata nella Tabula Peutingeriana lungo la via Litoranea<br />
adriatica, a XVIII m.p. da Teanum Apulum e XXV m.p. da Sipontum<br />
45 . Le aerofotografie mostrano la traccia <strong>di</strong> questa strada, che<br />
passava circa 5 Km a Nord <strong>di</strong> San Severo 46 e attraversava il torrente<br />
Candelaro nei pressi della masseria Brancia, nelle cui vicinanze dovrebbe<br />
essere localizzata Ergitium.<br />
Sembra ormai certo che la nostra città si è cominciata a formare<br />
almeno verso l’XI secolo, dato che in quello successivo appare nei documenti<br />
come una entità urbana ben definita.<br />
I reperti me<strong>di</strong>evali più antichi rinvenuti nel sottosuolo <strong>di</strong> San Severo<br />
sono costituiti da pochi frammenti <strong>di</strong> ceramiche invetriate e protomaioliche<br />
riferibili al XII e XIII secolo 47 , contemporanee, cioè, alle<br />
40 Cfr. A. LUCCHINO, Del terremoto che addì 30 luglio 1627 ruinò la città <strong>di</strong> San<br />
Severo e terre con vicine, <strong>Foggia</strong> 1930.<br />
41 Recentemente sono stati recuperati alcuni frammenti vascolari tardo-romani alla<br />
periferia settentrionale della città, tra la SS. Garganica e la « via vecchia <strong>di</strong> Sannicandro<br />
».<br />
42 G. ALVISI, <strong>La</strong> viabilità romana della Daunia, Soc. Storia Patria per la Puglia,<br />
vol. XXXVI, Bari 1970, F. 155 I.G.M.<br />
43 V. Russi, Casalenovum - Un antico abitato pugliese, in Rassegna Pugliese, IV<br />
(1969), 6-8, pp. 320-329.<br />
44 V. Russi, Collatia e i primor<strong>di</strong> <strong>di</strong> Apricena, Il Gargano, XVII, Marzo 1966.<br />
45 Nell’itinerario Ravennate questa «statio » è chiamata « Egritio », mentre nella<br />
Geografia <strong>di</strong> Guido è in<strong>di</strong>cata come « Ergicum ».<br />
46 Lungo questa strada, che probabilmente ricalcava tracciati più antichi, è venuta<br />
alla luce una necropoli <strong>di</strong> età ellenistica sulla riva destra del Candelaro. Cfr. V. Russi,<br />
<strong>La</strong> necropoli <strong>di</strong> contrada Pe<strong>di</strong>ncone, in Attualità Archeologiche, Dicembre 1975, pp.<br />
59-67.<br />
47 Sulla cronologia delle ceramiche me<strong>di</strong>evali pugliesi cfr. G. MAETZKE, Problemi<br />
relativi allo stu<strong>di</strong>o della ceramica dell’Italia meri<strong>di</strong>onale nei secc. XI-XIII, in Atti<br />
del II Congr. <strong>di</strong> Stu<strong>di</strong> Normanni. Bari <strong>1977</strong>, pp. 79-100.<br />
96
_____________________________________________________________LE ORIGINI DI S. SEVERO (FO GGIA)<br />
prime notizie storiche accertate 48 . Isolato nel contesto dei dati archeologici<br />
e storici appare, invece, un bassorilievo altome<strong>di</strong>evale <strong>di</strong> cui<br />
non conosciamo l’originaria collocazione, ma che attualmente si trova<br />
murata in un cortile al n. 34 <strong>di</strong> via Roma 49 . Il rilievo, incompleto sul<br />
lato sinistro, raffigura certamente due coniugi e deriva, stilisticamente,<br />
dalle «coppie » che appaiono in alcuni monumenti funebri romani. <strong>La</strong><br />
forma della testa, a « pera rovesciata » e la stilizzazione delle pieghe<br />
delle vesti ci porta a raffrontare questa scultura con rilievi similari <strong>di</strong><br />
età tardo imperiale e longobarda 50 .<br />
I secoli e il <strong>di</strong>sastroso terremoto del 1627 non ci hanno lasciato<br />
nessuna testimonianza architettonica anteriore al XIII secolo 51 . Anche<br />
la facciata laterale della chiesa <strong>di</strong> S. Severino, <strong>di</strong> stile romanica-pugliese,<br />
è databile alla prima metà del ‘200, contemporanea, cioè, alla<br />
facciata principale, che reca sul portale la data 1224 52 e che si presenta<br />
più spoglia forse perché non venne completata. t noto che questa e le<br />
altre chiese della città vennero demolite per or<strong>di</strong>ne dell’imperatore Federico<br />
Il, verso il 1230, per punire una ribellione. S. Severino è stata<br />
ricostruita verso la fine del XIII secolo 53 e probabilmente a<br />
quell’epoca risale la trasformazione a croce latina, attuata spostando al<br />
livello esterno del campanile la facciata laterale e ricavando così l’area<br />
per il transetto destro; mentre, per quello sinistro venne utilizzato lo<br />
spazio <strong>di</strong>sponibile, <strong>di</strong> forma alquanto irregolare 54 .<br />
48<br />
Cfr. T. LECCISOTTI, Il « Monasterium Terrae Maioris », Montecassino 1924.<br />
— P. CORSI, Le pergamene dell’Archivio Capitolare <strong>di</strong> San Severo, Bari 1974. — V.<br />
Russi, San Severo <strong>di</strong> Capitanata e San Severo beneventana, Notiziario del Centro <strong>di</strong><br />
Stu<strong>di</strong> Sanseveresi, Dicembre 1975, pp. 31-34.<br />
49<br />
V. RUSSI, Il bassorilievo altome<strong>di</strong>evale <strong>di</strong> via Roma, Il Corriere <strong>di</strong> S. Severo, 1-<br />
7-<strong>1977</strong>.<br />
50<br />
Cfr. S. FERRI, L’arte romana sul Danubio, Milano 1933. — L. GRONGHI, Le<br />
sculture altome<strong>di</strong>evali <strong>di</strong> Massa Marittima, in Critica d’Arte, Ottobre 1968, p. 44.<br />
51<br />
Anche una data incisa su una lastra <strong>di</strong> pietra murata in vico s. Benedetto e riportata<br />
da M. Fraccracreta come anno 1018 è risultata invece 1618. Cfr. V. Russi, Una antica<br />
data sanseverese, Il Corriere <strong>di</strong> <strong>Foggia</strong>, 11-2-1965. — Ib. Una data controversa, Il Progresso<br />
Dauno, 29-2-1968.<br />
52<br />
P. CORSI, L’epigrafe me<strong>di</strong>evale <strong>di</strong> San Severo ad un vescovo <strong>di</strong> Molfetta. in Rassegna<br />
<strong>di</strong> Stu<strong>di</strong> Dauni, III (1976), 3, pp. 55-71.<br />
53<br />
Il 21 maggio 1295 i citta<strong>di</strong>ni <strong>di</strong> San Severo chiedono al re Carlo II d’Angiò il<br />
permesso <strong>di</strong> utilizzare le pietre del <strong>di</strong>ruto « palatium Bello Videre apud Sanctum Severum<br />
», già ap<strong>parte</strong>nuto a Federico II, per ricostruire S. Severino e le altre chiese fatte<br />
abbattere dallo stesso imperatore. <strong>La</strong> richiesta viene accolta ed i lavori eseguiti alla fine<br />
dello stesso secolo o agli inizi del ‘300. Non sappiamo, però, quali elementi architettonici<br />
del palazzo svevo <strong>di</strong> Belvedere, che doveva trovarsi sul lato Ovest della città, siano<br />
stati effettivamente inseriti nella chiesa <strong>di</strong> S. Severino.<br />
54<br />
I lavori <strong>di</strong> restauro della chiesa hanno portato alla luce alcune strutture me<strong>di</strong>evali,<br />
nascoste dai rifacimenti successivi.<br />
97
VITTORIO RUSSI______________________________________________________________________________<br />
Il sito della città <strong>di</strong> San Severo doveva presentare in antico delle<br />
caratteristiche che lo rendevano particolarmente idoneo<br />
all’inse<strong>di</strong>amento umano. Abbiamo visto sorgere durante la preistoria<br />
più villaggi neolitici e probabilmente uno dell’età del Bronzo, intervallati<br />
da lunghi perio<strong>di</strong> <strong>di</strong> abbandono. In seguito troviamo uno o più<br />
abitati dauni, in <strong>parte</strong> perdurati o rioccupati in età ellenistica.<br />
Del periodo romano non abbiamo dati sicuri, ma è probabile che il<br />
primitivo inse<strong>di</strong>amento, dal quale si è poi sviluppata San Severo 55 ,<br />
possa aver avuto origine da qualche fattoria tardo antica <strong>di</strong>slocata lungo<br />
un antico tracciato stradale, come si è potuto constatare per altri siti<br />
me<strong>di</strong>evali della zona 56 . Sull’estensione e ubicazione <strong>di</strong> questi nuclei<br />
altome<strong>di</strong>evali non possiamo che fare delle ipotesi. Poco ci può <strong>di</strong>re la<br />
fotografia aerea, a causa della trasformazione urbanistica avvenuta nel<br />
nostro centro storico dopo il <strong>di</strong>sastroso terremoto del 1627. Un tracciato<br />
ellittico che racchiude le chiese <strong>di</strong> S. Severino e S. Nicola 57 sembra<br />
delineare una primitiva borgata imperniata su una <strong>di</strong>rettrice<br />
N.N.W.S.S.E. rappresentata dall’attuale via Angelo Fraccacreta 58 .<br />
L’indagine archeologica ha cominciato a fornire alcune interessanti<br />
in<strong>di</strong>cazioni 59 , particolarmente sui fossati <strong>di</strong>fensivi, che sono stati più<br />
volte colmati e rifatti seguendo l’ampliamento dell’abitato; tra l’altro,<br />
sembra confermata la tra<strong>di</strong>zione dell’esistenza <strong>di</strong> un vallo lungo il perimetro<br />
del cosiddetto « giro interno ».<br />
Concludendo, i dati che abbiamo esposto non ci hanno dato, per<br />
ora, in<strong>di</strong>cazioni risolutive sulle origini della città, ma adesso conosciamo<br />
alcuni momenti essenziali del suo <strong>di</strong>venire che potranno servire<br />
come base per ulteriori ricerche.<br />
VITTORIO RUSSI<br />
55 Sulle varie ipotesi riguardanti le origini della città cfr. il Notiziario del Centro <strong>di</strong><br />
Stu<strong>di</strong> Sanseveresi del Giugno 1972 e, in particolare: U. PILLA, Castellum Sancti Severini<br />
e Castrum Sancti Severi (pp. 61-83) e A. CASIGLIO, Sanctus Severus e Sanctus<br />
Severinus (pp. 85.96). Inoltre: M. FUIANO, Città e Borghi <strong>di</strong> Puglia nel Me<strong>di</strong>oevo, Napoli<br />
1972, p. 105 e segg.<br />
56 Cfr. V. Russi, Inse<strong>di</strong>amenti me<strong>di</strong>evali in territorio <strong>di</strong> San Severo, Notiziario del<br />
Centro <strong>di</strong> Stu<strong>di</strong> Sanseveresi, Giugno 1972, pp. 7-25. — Ib. <strong>La</strong> Motta della Regina, Notiziario<br />
<strong>di</strong> Archeologia Me<strong>di</strong>evale, Genova, Settembre 1973, pp. 8-10. — Ib.<br />
nell’Annual Report of Me<strong>di</strong>eval Village Research Group, Univ. of Birmingham, 1976,<br />
p. 51. — Ib. I casali me<strong>di</strong>evali <strong>di</strong> San Severo, Il Progresso Dauno, 13-5-1976.<br />
57 Tracce <strong>di</strong> un profondo fossato sono venute alla luce <strong>di</strong>etro la chiesa <strong>di</strong> S. Nicola.<br />
Cfr. V. Russi, Ritrovamenti sotto la chiesa <strong>di</strong> S. Nicola, Corriere <strong>di</strong> S. Severo, 10-9-<br />
1974.<br />
58 E’ da notare che anche le altre due antiche chiese <strong>di</strong> San Severo: S. Maria e S.<br />
Giovanni Battista, presentano l’ingresso originario rivolto a N.N.W.<br />
59 Cfr. V. Russi, Scavi in via S. Benedetto, Bollettino Int. del Centro <strong>di</strong> Stu<strong>di</strong> Sanseveresi,<br />
1974. — Ib. Antiche strutture sotto casa Prinari, Bollettino cit., 1974. — Ib.<br />
Scavi in via Soccorso, Bollettino cit., 1978.<br />
98
IL CRANIO UMANO DI PEDINCONE (IV sec. a.C.)<br />
Nel gennaio 1975 in contrada Pe<strong>di</strong>ncone, 6 Km a N.N.E. <strong>di</strong> San<br />
Severo (<strong>Foggia</strong>), durante lavori <strong>di</strong> scavo per la posa <strong>di</strong> un acquedotto è<br />
venuta alla luce una necropoli <strong>di</strong> età ellenistica composta da tombe a<br />
cassa, rivestite e chiuse da lastroni <strong>di</strong> pietra, che contenevano vasi,<br />
armi e monili databili al IV secolo a.C. Durante il recupero dei corre<strong>di</strong><br />
funerari, compiuto con la collaborazione dell’Archeoclub <strong>di</strong> San Severo,<br />
si trovarono anche reperti osteologici, per lo più frammentari e<br />
scomposti dai lavori <strong>di</strong> sterro, per cui vennero lasciati in situ.<br />
Il cranio, oggetto della presente relazione, è stato dato in visione al<br />
prof. Cleto Corrain, dell’Istituto <strong>di</strong> Antropologia dell’Università <strong>di</strong> Padova,<br />
a cura del sig. Gianni Napolitano, studente in Me<strong>di</strong>cina presso<br />
questa Università.<br />
Desidero ringraziare il professore che mi ha proposto <strong>di</strong> effettuare<br />
il relativo stu<strong>di</strong>o craniometrico.<br />
E’ un cranio quasi completamente intero, ap<strong>parte</strong>nente ad un in<strong>di</strong>viduo<br />
<strong>di</strong> età adulta, stabilita in base alla chiusura avanzata <strong>di</strong> tutte le<br />
suture della volta, all’usura dei denti e al riassorbimento più o meno<br />
completo <strong>di</strong> alcuni alveoli dentari. Il sesso femminile del reperto sarebbe<br />
comprovato dalle seguenti osservazioni: modesta capacità (1293<br />
c.c., secondo il metodo Pearson), sottile teca cranica, forma bombé<br />
del frontale, orlo sopraorbitario non grosso, rilievi nucali poco pronunciati,<br />
mastoi<strong>di</strong> piccole, gracilità generale della man<strong>di</strong>bola e soprattutto<br />
angolo man<strong>di</strong>bolare assai aperto. E presente la sutura metopica al<br />
completo; mentre la <strong>di</strong>stanza metopion-opistocranion (174 cm.) è<br />
maggiore della lunghezza massima del cranio (170 cm.): sono questi<br />
in<strong>di</strong>zi a favore del sesso femminile.<br />
Segue la descrizione del reperto secondo le varie norme.<br />
Norma superiore: <strong>La</strong> forma viene qualificata fra ovoide e pentagonode,<br />
comunque larghezza. L’in<strong>di</strong>ce cefalico orizzontale (81,8)<br />
definisce il cranio brachicefalo. Si osserva inoltre: criptozigia, un unico<br />
foro parietale a destra e due wormiani lungo la s. sagittale.<br />
Norma laterale: Il contorno appare regolarmente curvo con squama<br />
occipitale alquanto sporgente. Cranio ipsicefalo (i. verticolongitu<strong>di</strong>nale:<br />
76,8 e i. auricolo-longitu<strong>di</strong>nale: 67,9).<br />
99
GABRIELA ERSPAMER_________________________________________________________________________<br />
Altri particolari: squama temporale piccola, a triangolo; foro u<strong>di</strong>tivo<br />
<strong>di</strong> forma ellittica con asse maggiore inclinato in avanti.<br />
Norma anteriore: <strong>La</strong> fronte appare molto ampia nel suo <strong>di</strong>ametro<br />
minimo (98,5 cm.), non però se confrontiamo il <strong>di</strong>ametro minimo col<br />
100<br />
Fig. 1 – Il cranio nella norma anteriore
_____________________________________________________________IL CRANIO UMANO DI PENDICONE<br />
Fig. 2 – Il cranio nella norma laterale<br />
massimo (i. frontale traverso: 87,3). Le orbite hanno valori <strong>di</strong> ipsiconchia<br />
(in<strong>di</strong>ce: 91,02) e il naso <strong>di</strong> mesorrinia (in<strong>di</strong>ce: 50,5).<br />
Notiamo ancora una leggera fossa sopraglabellare, un foro sopraorbitario<br />
a destra e un’incisura a sinistra, il margine inferiore<br />
dell’apertura piriforme antropino, le fosse canine e i rilievi dentari forti.<br />
Norma posteriore: Si può apprezzare una volta moderatamente<br />
stegoide e <strong>di</strong> me<strong>di</strong>a altezza (i. vertico-trasverso: 93,9 e i. auricolo-trasverso:<br />
83,1). Applicando le formule del Giar<strong>di</strong>na per il basion e per il<br />
porion ho ottenuto valori <strong>di</strong> ortocefalia e <strong>di</strong> ipsicefalia iniziale (84,9 e<br />
75,2), quin<strong>di</strong> valori decisamente non bassi. L’intero profilo posteriore<br />
è pentagonoide, a base piana. Leggera naticefalia fra obelion e lambda.<br />
Nessun wormiano lungo la s. lambdoidea.<br />
Norma inferiore: Il palato (iper-brachistafilino) si presenta molto<br />
profonao e rugoso con arcata dentaria quasi paraboloide. Gli alveoli <strong>di</strong><br />
due premolari e <strong>di</strong> cinque molari sono in via <strong>di</strong> riassorbimento. Tre dei<br />
quattro denti visibili sono cariati. L’unico molare ha un impianto irregolare,<br />
quasi obliquo. Forse l’in<strong>di</strong>viduo era affetto da piorrea.<br />
Man<strong>di</strong>bola: Nel complesso è gracile, bassa, con branca ascendente<br />
decisamente stretta (dato anche il sesso). Il corpo man<strong>di</strong>bolare mostra<br />
un mento prominente e sollevato sul piano <strong>di</strong> appoggio. Gli angoli sono<br />
molto aperti ed eversi. Il foro mentoniero si trova sotto il P2.<br />
Le apofisi con<strong>di</strong>loidee sono più basse delle coronoidee. Un premo -<br />
lare e due molari sono caduti ante-mortem; gli altri denti, in curiosa<br />
101
GABRIELA ERSPAMER_________________________________________________________________________<br />
102<br />
Fig. 3 – Il cranio nella norma superiore
_____________________________________________________________IL CRANIO UMANO DI PENDICONE<br />
antitesi con quelli dell’arcata superiore, sono privi <strong>di</strong> carie. Notiamo<br />
poi le apofisi-geni della forma normale, le fossette <strong>di</strong>gastriche deboli,<br />
le fosse sottolinguali e sottomascellari sensibili, il solco e la linea miloioidea<br />
ben netti, la spina <strong>di</strong> Spix ru<strong>di</strong>mentale.<br />
Conclusioni: Si tratta <strong>di</strong> un cranio brachicefalo, <strong>di</strong> forma fra ovoide<br />
e pentagonoide, ipsicefalo. <strong>La</strong> faccia è mesoprosopa, le orbite sono<br />
ipsiconche, il naso mesorrino.<br />
Dal confronto con le me<strong>di</strong>e delle serie osteologiche della medesima<br />
epoca, o quasi, rinvenute in località non lontane (Salapia IX-III<br />
sec. a. C., M. Saraceno VII-VI sec. a. C.) non affiora alcuna sostanziale<br />
concordanza. Osservo anzi come fatto singolare la brachicefalia. Ma<br />
trattandosi <strong>di</strong> un unico caso è inutile meravigliarci dei risultati: bisogna<br />
infatti accettare le sorprese della <strong>di</strong>versità in<strong>di</strong>viduale.<br />
BIBLIOGRAFIA<br />
GABRIELLA ERSPAMER<br />
C. CORRAIN e G. NALIN, Resti scheletrici umani della necropoli <strong>di</strong><br />
Monte Saraceno presso Mattinata (Gargano), Atti X Riun. sc. Ist.<br />
Lt. Preist. e Protost. (1965), 309-338.<br />
C. CORRAIN e M. CAPITANIO, I resti scheletrici umani della necropoli<br />
<strong>di</strong> Sirolo (Numana) nelle Marche, Scritti sul Quaternario in<br />
onore <strong>di</strong> Angelo Pasa (1969), 207-227.<br />
C. CORRAIN e M. CAPITANIO, I resti scheletrici della necropoli <strong>di</strong><br />
Fermo, nelle Marche, Homo 72, Heft 1/2, 19-36.<br />
C. CORRAIN, M. CAPITANIO e G. ERSPAMER, I resti scheletrici<br />
della necro voli <strong>di</strong> Salapia (Cerignola) secoli IX-III a. C., Atti e<br />
Mem. dell’Acc. Pat. <strong>di</strong> SS.LL.AA., LXXXIV (1972), 75-113.<br />
R. MARTIN, Lehrbuch der Antropologie, Jena 1958.<br />
V. RUSSI, <strong>La</strong> necropoli <strong>di</strong> contrada Pe<strong>di</strong>ncone, in Attualità Archeologiche,<br />
San Severo, <strong>di</strong>cembre 1975, 59-67.<br />
103
GABRIELA ERSPAMER_________________________________________________________________________<br />
NEUROCRANIO:<br />
T A B E L L A<br />
Il cranio umano <strong>di</strong> Pe<strong>di</strong>ncone (IV sec, a. C.) ( ∗ )<br />
Capacità (LEE e PEARSON) cc 1.293<br />
1. Lunghezza massima 170<br />
8. <strong>La</strong>rghezza massima (139)<br />
17.Altezza ba-b (130,5)<br />
20.Altezza auricolare 115,5<br />
I. cefalico orizz : 8/1 (81,76)<br />
I. vertico-longit : 17/1 76,76<br />
I. auricolo-longit : 20/1 67,94<br />
I. vertico-trasv. : 17/8 (93,88)<br />
I. auricolo-trasv. : 20/8 (83,09)<br />
I. y po-b 20/V 1 x 8 (75,16)<br />
I. y ba-b 17/V1x 8 (84,90)<br />
2. Dist. glabella - inion 164,5<br />
3. Dist. glabella - lambda 165<br />
lc. Dist. metopion - opist 174<br />
11.Dist. biauricolare 120<br />
13.Dist. bimastoidea 119<br />
9.Frontale minimo 98,5<br />
10.Frontale massimo (128)<br />
I.frontale trasv.:9/10 (76,95)<br />
I.fronto - pariet. trasv.: 9/8 (70,86)<br />
Dist. processi zig. front. 104<br />
23.Circonferenza orizzontale 498<br />
24.Curva biaur. - bregmat. 312<br />
26.Curva frontale 132<br />
29.Corda frontale 112,6<br />
27.Curva parietale 118<br />
30.Corda parietale 109,5<br />
SPLANCNOCRANIO:<br />
47. Altezza facciale tot. 110,5<br />
48. Altezza facciale sup. 69<br />
45. <strong>La</strong>rghezza bizigomat. 126,5<br />
I.facciale tot. : 47/45 87,35<br />
I.facciale sup. : 48/45 54,54<br />
I.cranio - facc. – trasv. : 45/8 91,01<br />
I.cranio - facc. – vert. : 48/17 (68,66)<br />
I.jugo - frontale : 9/45 77,86<br />
44. <strong>La</strong>rghezza biorbitale 94,5<br />
50. <strong>La</strong>rghezza interorbitale 18,6<br />
104
_____________________________________________________________IL CRANIO UMANO DI PENDICONE<br />
51. <strong>La</strong>rghezza orbitale 39<br />
52. Altezza orbitale 35,5<br />
I. orbitale: 52/51 91,02<br />
55. Altezza nasale 48,5<br />
54. <strong>La</strong>rghezza nasale 24,5<br />
I. nasale: 54/55 50,51<br />
61. <strong>La</strong>rghezza alveolare 59<br />
60. Lunghezza alveolare 50,5<br />
I. maxillo - alveolare: 61/60 116,83<br />
62. <strong>La</strong>rghezza palatina 39<br />
63. Lunghezza palatina 42<br />
I. palatino: 62/63 92,86<br />
5. Dist. nasion – basion 92<br />
40. Dist. basion - prostion 85<br />
I. alveolare (FLOWER): 40/5 92,39<br />
MANDIBOLA:<br />
65. <strong>La</strong>rghezza bicon<strong>di</strong>l. 121,5<br />
66. <strong>La</strong>rghezza bigoniaca 92<br />
68 (1). Profond. man<strong>di</strong>b. 101<br />
68 Profond. man<strong>di</strong>b. 66,5<br />
I. delle largh. : 66/65 75,72<br />
I. <strong>di</strong> lungh. - largh. : 68/65 54,73<br />
I. fronto - man<strong>di</strong>bol. : 9/66 107,06<br />
I. jugo - man<strong>di</strong>bol. : 66/45 72,73<br />
69 (1). Altezza-corpo 26<br />
69 (3). Spessore - corpo 9,5<br />
I. <strong>di</strong> spessore del corpo: 69 (3)/69 (1) 36,54<br />
70. Alt. ramo ascend. 58<br />
71a. <strong>La</strong>rgh. min. ramo asc. 25<br />
I. del ramo ascend.:71a/70 43,10<br />
69. Altezza della sinfisi 25<br />
79. Angolo goniaco 133,5°<br />
71. <strong>La</strong>rgh. ramo ascend. 34,5<br />
∗<br />
I numeri premessi alle in<strong>di</strong>cazioni delle misure corrispondono a quelli del trattato<br />
del Martin.<br />
Le misure sono tutte espresse in mm., salvo <strong>di</strong>versa in<strong>di</strong>cazione.<br />
105
Raffaele MASCOLO: Domenico<br />
FIORITTO e il movimento socialista<br />
in Capitanata. Amministrazione<br />
<strong>Provinciale</strong> <strong>di</strong> Capitanata,<br />
<strong>La</strong>urenziana - Napoli, pp. 250,<br />
1978.<br />
<strong>La</strong> struttura <strong>di</strong> questo libro, attentamente<br />
curato, chiaramente impresso,<br />
dotato in copertina <strong>di</strong> una rara<br />
immagine <strong>di</strong> Serrati, Fioritto e Baratono,<br />
è sostanzialmente <strong>di</strong>alettica. I<br />
punti <strong>di</strong> riferimento del relazionare<br />
tra le <strong>di</strong>verse componenti già sono<br />
infatti <strong>di</strong>chiarati nel titolo: la personalità<br />
<strong>di</strong> un romantico segnato dalla<br />
idealistica rinunzia al proprio mondo<br />
<strong>di</strong> origine (rispettabilità, ricchezza,<br />
carriera) e dall’altra <strong>parte</strong> la massa in<br />
moto, incomposta e tormentata nella<br />
gestazione del principio della uguaglianza<br />
umana, alla fine del secolo<br />
scorso.<br />
<strong>La</strong> struttura <strong>di</strong>alettica forse si<br />
impernia ancora sulla cerniera <strong>di</strong> altri<br />
due poli, meno pittoreschi e più<br />
profon<strong>di</strong>: l’umanità in senso lato; o,<br />
per essere più chiari, l’Uomo che<br />
cerca se stesso nell’arco <strong>di</strong> una vita<br />
intera e l’Umanità la quale si svincola<br />
da con<strong>di</strong>zionamenti secolari<br />
d’ignoranza e <strong>di</strong> fame e ansiosamente<br />
si macera e duramente perfino si<br />
ribella per acquistare un volto.<br />
Su tale piano si comprende e si<br />
configura il dramma rivissuto<br />
dall’autore <strong>di</strong> questo libro, con fedeltà<br />
critica <strong>di</strong> controllata informazione.<br />
E’ lì stato il dramma del socialismo<br />
con il massimalismo e il riformismo<br />
cozzanti. E’ stato il<br />
106<br />
RECENSIONI<br />
dramma parallelo, intersecato anzi<br />
nel primo, quello del rapporto tra il<br />
capo carismatico, l’ex-borghese intellettuale,<br />
e le esigenze del mo -<br />
vimento <strong>di</strong>venuto partito con un in<strong>di</strong>rizzo<br />
ideologico ed una <strong>di</strong>sciplina.<br />
L’opera <strong>di</strong> Raffaele Mascolo — sia<br />
chiaro — non è il medaglione <strong>di</strong><br />
Domenico Fioritto. <strong>La</strong> fedeltà della<br />
documentazione storica ricavata dagli<br />
atti delle assise politiche e dal<br />
metallo in fusione delle polemiche <strong>di</strong><br />
stampa, assume importanza <strong>di</strong> primo<br />
piano. Essa non fornisce solo la misura<br />
della paziente, pervicace ricerca,<br />
ma produce il metro <strong>di</strong> una storia<br />
<strong>di</strong> testimonianze in un itinerario tagliente.<br />
Per avere subito a <strong>di</strong>sposizione<br />
la biografia <strong>di</strong> Fioritto, basterebbe<br />
leggere i capitoli Il figlio<br />
della borghesia e Alla guida del partito<br />
e poi le pagine conclusive (<strong>La</strong><br />
crisi finale e Dopo la liberazione<br />
nazionale). Un <strong>di</strong>scorso a <strong>parte</strong> meriterebbe<br />
l’Appen<strong>di</strong>ce, illuminante i<br />
rapporti con Salvemini, le memorie<br />
del reduce <strong>di</strong> Domokos condensato<br />
nell’esprit <strong>di</strong> una conferenza, gli<br />
spunti della visione dell’avvenire attraverso<br />
la ultima battaglia del protagonista,<br />
quella per la Repubblica e<br />
la Costituente, dalle pagine <strong>di</strong> Avanti<br />
Daunia!<br />
L’autore in realtà si pone ben altro<br />
compito e rivive con puntigliosa<br />
costanza tutti i momenti (<strong>di</strong>chiarati<br />
dai deliberati e dai pezzi <strong>di</strong> stampa)<br />
del farsi, faticoso ed incerto, <strong>di</strong> una<br />
linea politica socialista nella Capitanata.<br />
Una terra per la quale da secoli<br />
si era parlato <strong>di</strong> affrancazione del
______________________________________________________________________________________________RECENSIONI<br />
Tavoliere dai vincoli e dalle restrizioni<br />
fiscali, ma non si era giunti ancora,<br />
anche dopo l’apertura alla libera<br />
coltivazione, all’affrancazione<br />
dell’uomo dalla mentalità servile o<br />
baronale. Se si pensa a cosa poteva<br />
significare, all’alba del ‘900, a <strong>Foggia</strong>,<br />
una libera assemblea <strong>di</strong> conta<strong>di</strong>ni,<br />
si comprende il tono quasi ieratico<br />
dell’annunzio <strong>di</strong> Fioritto dalle colonne<br />
de Il Foglietto: « Profugo <strong>di</strong><br />
una classe a voi sempre avversa, vi<br />
porto il saluto della Commissione<br />
or<strong>di</strong>natrice e della Lega <strong>di</strong> <strong>Foggia</strong>.<br />
Voi <strong>di</strong>scuterete <strong>di</strong>gnitosamente e serenamente<br />
per dare così la prova che<br />
siete già educati alla vita politica e<br />
degni <strong>di</strong> migliore avvenire ». (p. 56).<br />
<strong>La</strong> Camera del <strong>La</strong>voro e la Federazione<br />
dei Conta<strong>di</strong>ni <strong>di</strong> Capitanata<br />
guidate dal Fioritto, da Silvestro Fiore<br />
e da Ercole Ferreri, sono realtà <strong>di</strong><br />
valore civile che avviano le masse<br />
nell’area della formazione politica, È<br />
il momento, spiega il Mascolo, in<br />
cui il socialismo romanticosentimentale<br />
della giovinezza <strong>di</strong><br />
Domenico Fioritto si fa « <strong>di</strong>verso » e<br />
<strong>di</strong>venta « rivoluzionario, intransigente<br />
e massimalistico », spingendo<br />
l’uomo non solo a pre<strong>di</strong>care, ma anche<br />
a lottare. affrontando i rigori della<br />
legge <strong>di</strong> quei tempi, avvicinandosi<br />
sempre più chiaramente alla linea <strong>di</strong><br />
Enrico Ferri, guardando alla riserva<br />
rivoluzionaria delle plebi rurali. <strong>La</strong><br />
spiegazione è psicologica ed ambientale,<br />
in quanto egli «viveva nelle<br />
zone più drammaticamente colpite<br />
da questo processo <strong>di</strong> degradazione e<br />
squilibrio economico e sociale: <strong>Foggia</strong><br />
e Sannicandro Ga rganico, zone<br />
che lui aveva per base <strong>di</strong> operazione<br />
politica e culturale; la<br />
prima nel cuore del Tavoliere, l’altra<br />
in quel Gargano dove l’arretratezza<br />
delle strutture, esasperava ancora <strong>di</strong><br />
più la miseria dei lavoratori e <strong>di</strong> tutti<br />
i ceti popolari » (p. 61). Era l’epoca<br />
terribie del krumiraggio organizzato,<br />
della strumentalizzazione delle forze<br />
dell’or<strong>di</strong>ne a servizio dell’esclusivismo<br />
padronale, erano i tempi<br />
dell’o<strong>di</strong>o tra i poveri e poveri, tra figli<br />
del popolo, e, alla fine, restavano<br />
i morti su quella terra affamata e<br />
maledetta.<br />
Come si spiega che lo stesso uomo<br />
<strong>di</strong> allora dovesse, nel 1908 ritirarsi<br />
dalla milizia <strong>di</strong> partito (la famosa<br />
lettera ad Antonio Pitta <strong>di</strong>rettore<br />
de Il Foglietto, del 28 novembre) e<br />
confessare su quelle stesse colonne<br />
tre anni dopo « . . . mi ero cominciato<br />
ad allentare dal partito militante,<br />
perché si sospettavano<br />
gl’intellettuali e temevo <strong>di</strong> essere<br />
preso anch’io in antipatia » (p. 119-<br />
120 e cap. VII, passim). Dopo il<br />
congresso <strong>di</strong> Reggio Emilia ed il<br />
primo conflitto mon<strong>di</strong>ale, dopo la<br />
Rivoluzione Russa, e mentre si aprivano,<br />
per la unità dei lavoratori,<br />
nuove problematiche, sfocianti nella<br />
polemica a destra e nella spaccatura<br />
(la espulsione dei riformisti), lo stesso<br />
uomo era giunto comunque ai<br />
vertici della organizzazione. Da qui<br />
forse, e fino alla chiusura ed all’isolamento<br />
durante il Ventennio, la<br />
critica <strong>di</strong> Mascolo si fa più serrata e<br />
dura, non mai priva <strong>di</strong> una razionale<br />
<strong>di</strong>sposizione ad interpretare l’uomo.<br />
<strong>La</strong> tenuta <strong>di</strong> Fioritto <strong>di</strong>rigente richiama<br />
ragioni più lontane, avvolte<br />
forse nella stessa ombra insanguinata<br />
<strong>di</strong> Silvestro Fiore ucciso a <strong>Foggia</strong><br />
dall’anarchico Carretta.<br />
107
RECENSIONI______________________________________________________________________________________________<br />
Chi può <strong>di</strong>re non si sia ripetuta la<br />
storia del repubblicano Giuseppe<br />
Ban<strong>di</strong> (garibal<strong>di</strong>no anche lui) destinato<br />
a lasciare la vita nella sua Livorno,<br />
per mano <strong>di</strong> un « in<strong>di</strong>vidualista<br />
», in mezzo alle nuove battaglie<br />
per le quali lui stesso aveva fondato<br />
Il Telegrafo (oggi, dopo cent’anni.<br />
Divenuto Il Tirreno)? Altrettanto<br />
violento nella denuncia della incapacità<br />
sostanziale del sistema monarchico<br />
a « risolvere » le situazioni<br />
fuori delle repressioni e delle lusinghe<br />
e noi con la violenza sistematica<br />
legalizzata, era il garganico <strong>di</strong>rettore<br />
de Il randello. Ma il problema resta<br />
un altro: quello della <strong>di</strong>fficoltà oggi<br />
forse non immaginabile, a stabilire<br />
una <strong>di</strong>alettica tra le stesse comp onenti<br />
del moto popolare <strong>di</strong> allora, da<br />
sindacale <strong>di</strong>venuto politico, senza<br />
mai deporre l’atavismo anarcoide e<br />
senza perdere — inconsapevole, appena<br />
qua e là avvertita — la istanza<br />
repubblicana « corro<strong>di</strong>trice lenta e<br />
fatale » del sistema (la <strong>di</strong>agnosi <strong>di</strong><br />
Marx Nordau ne Le menzogne convenzionali).<br />
Il modo <strong>di</strong> Porsi del Fioritto<br />
<strong>di</strong> fronte ad alcuni problemi<br />
d’in<strong>di</strong>rizzo e <strong>di</strong> organizzazione —<br />
scrive Mascolo, andando decisamente<br />
in profon<strong>di</strong>tà spietata — «fu<br />
solo un attaccamento sentimentale al<br />
partito che probabilmente lui, come<br />
molti altri massimalisti, non riusciva<br />
a vedere in modo <strong>di</strong>verso da quello<br />
tra<strong>di</strong>zionale. Il partito cioè che sulla<br />
scia della linea della II Internazionale<br />
avrebbe dovuto attendere il momento<br />
propizio per la rivoluzione,<br />
che a sua volta doveva scaturire « da<br />
una progressiva affermazione <strong>di</strong> Potere<br />
della classe operaia all’interno e<br />
in <strong>di</strong>retta relazione dello sviluppo<br />
108<br />
capitalistico ». Non invece il partito<br />
inteso come strumento politico della<br />
lotta rivoluzionaria per una reale alternativa<br />
<strong>di</strong> potere. E quin<strong>di</strong> un partito<br />
saldo, omogeneo e perciò senza<br />
correnti, organizzato in maniera <strong>di</strong>versa,<br />
senza mai perdere, comunque.<br />
la fiducia nella libertà.<br />
Credo che proprio a questo punto<br />
il più delicato per tutti ed il più denso<br />
<strong>di</strong> interrogativi storici, si confermi<br />
la struttura <strong>di</strong>alettica del libro<br />
nella sua più vasta <strong>di</strong>latazione: un<br />
fatto <strong>di</strong> politica, ma sopra tutto <strong>di</strong><br />
umanità. <strong>La</strong> vita <strong>di</strong> Domenico Fioritto<br />
può anche essere stata qualcosa <strong>di</strong><br />
più che la innegabile sequela <strong>di</strong> battaglie<br />
giornalistiche, e <strong>di</strong> cozzi a ferro<br />
freddo con la sfuggente reazione<br />
giolittiana, nelle aule dei tribunali.<br />
Penso possa essere stata in contemporanea,<br />
una lotta interiore, ricerca<br />
<strong>di</strong> chiarificazione costante, dal <strong>di</strong>scepolato<br />
<strong>di</strong> Arturo <strong>La</strong>briola e dal<br />
fermento intellettuale napoletano,<br />
che per la verità non <strong>di</strong>rei proprio «<br />
scapigliatura » (p. 15) essendo gli<br />
scapigliati già gli epigoni scettici del<br />
deterioramento romantico, fino<br />
all’epoca dei conflitti mon<strong>di</strong>ali e della<br />
Costituente.<br />
Ero nella sezione « centro » che<br />
solennizzava la propria rinnovata<br />
apertura, ai tempi della trepidazione<br />
per la Repubblica (proprio su Avanti<br />
Daunia! avevamo ricordato al popolo<br />
cos’era stata quella del 1849), e<br />
non <strong>di</strong>mentico due cose: lo sguardo<br />
<strong>di</strong> affetto <strong>di</strong> un mio scolaro in mezzo<br />
alla ressa. senza che gli avessi mai<br />
detto cosa mi Passava per la testa, ed<br />
un tuono <strong>di</strong> evviva al « Leone <strong>di</strong> Puglia<br />
». Fioritto era entrato, con i capelli<br />
irrime<strong>di</strong>abilmente scomposti, la
______________________________________________________________________________________________RECENSIONI<br />
testa che aveva una nota <strong>di</strong> Danton<br />
ed una voce che certo sarebbe stata<br />
quella <strong>di</strong> Miraebau. Disse: — Oggi<br />
avete la vostra casa, compagni! Poi<br />
non ricordo come, dalla piccola casa<br />
della sezione <strong>di</strong> partito, l’oratore<br />
giungesse alla grande casa <strong>di</strong> tutti,<br />
alla Patria dei citta<strong>di</strong>ni » alimentata<br />
nei clubs della Grande rivoluzione.<br />
Poi fu tutto nella vibrazione <strong>di</strong> una<br />
magnetica catena e non ricordo altro.<br />
Ma capii che Fioritto aveva chiara la<br />
continuità, solo in <strong>parte</strong> <strong>di</strong>scorde, tra<br />
l’89 e il 93, tra il prelu<strong>di</strong>o rivoluzionario<br />
borghese e la tensione realizzatrice<br />
giacobina soffocata dalla palude<br />
<strong>di</strong> Termidoro. Anche là una <strong>di</strong>alettica<br />
umana eterna. Pertanto, a <strong>parte</strong><br />
il romanticismo del giovane «<br />
transfuga »dalla classe agiata ov’era<br />
nato, i para<strong>di</strong>gmi magnetici <strong>di</strong> Bovio<br />
e <strong>di</strong> lmbriani, a Napoli avevano<br />
completato naturalmente la tra<strong>di</strong>zione<br />
risorgimentale della famiglia.<br />
Figlio <strong>di</strong> settari e settario — intendo<br />
per settarismo, il voto religiosamente<br />
sansimoniano che da<br />
Mazzini procede fino a Saverio Friscia<br />
— presentì la chiamata paolina<br />
<strong>di</strong> colui che viene serbato nel segreto<br />
all’opera <strong>di</strong> Dio. Non è sfuggito<br />
all’autore questo risvolto giovanile<br />
che si consacrò a Domokos; anche se<br />
l’approfon<strong>di</strong>mento ne è <strong>di</strong>fficile, ed<br />
il Mascolo, che rispetta la documentazione<br />
reale, ha posto in luce quanta<br />
strada ancora resta da percorrere per<br />
gli storici del Movimento Operaio<br />
nella provincia <strong>di</strong> <strong>Foggia</strong> e dei suoi<br />
interpreti. Fioritto non era certo un<br />
<strong>La</strong>zzaretti perché attinse le prime<br />
esperienze politiche a « la cultura<br />
laica e risorgimentale » (p. 12). Era<br />
la Massoneria, con la ere<strong>di</strong>tà del Risorgimento<br />
e la rina-<br />
scenza del più antico programma<br />
umanitario e cosmopolita. Sull’accusa<br />
<strong>di</strong> massoneria s’impernia lo<br />
scontro con il Serrati al Congresso <strong>di</strong><br />
Ancona e segue uno dei mo menti <strong>di</strong><br />
ritiro <strong>di</strong> Fioritto nell’ombra (p. 138-<br />
139).<br />
Eppure era stato massone Errico<br />
Malatesta, e la cosa è storicamente<br />
provata, aggiungo, non solo per Andrea<br />
Costa, ma perfino per Michele<br />
Bakunin, fondatore <strong>di</strong> logge tra i cavatori<br />
del Carrarese.<br />
Fino dalla caduta dei Borboni, la<br />
culla del socialismo meri<strong>di</strong>onale si<br />
riconosce nella Massoneria. Tra le<br />
più recenti analisi, condotte sui documenti<br />
polizieschi e <strong>di</strong> archivio,<br />
decisamente chiarificatrice è quella<br />
<strong>di</strong> Giuseppe Gabrieli (Il socialismo<br />
nelle logge napoletane del 1867 in «<br />
Rivista Massonica », maggio 1978,<br />
pp. 167-172). Oltre alla Loggia (mai<br />
demolita) I figli <strong>di</strong> Garibal<strong>di</strong> (presieduta<br />
da Mariano Maresca) ne esisteva<br />
una altra intitolata ad<strong>di</strong>rittura I<br />
figli <strong>di</strong> Masaniello. Se peraltro si riflette<br />
sul titolo <strong>di</strong>stintivo della Loggia<br />
siciliana (anch’essa oggi fiorente)<br />
<strong>La</strong> Vita Nuova, non si torna<br />
solo a Napoli ed alla « Massoneria<br />
popolare » <strong>di</strong> Saverio Friscia, l’ « internazionalista<br />
» <strong>di</strong>ssidente da Mazzini.<br />
Omonima iniziativa era stata,<br />
durante il Risorgimento, la società<br />
rivoluzionaria ed insieme <strong>di</strong> formazione<br />
morale per il popolo, approvata<br />
e promossa dal Mazzini (33° del<br />
Supremo Consiglio - Grande Oriente<br />
<strong>di</strong> Palermo) ed a quelle Logge Operaie<br />
liguri cui egli si rivolgeva sempre<br />
con commozione, ricordando<br />
quante volte i fratelli (artigiani e scaricatori)<br />
gli avessero salvata la vita.<br />
109
RECENSIONI______________________________________________________________________________________________<br />
Ma, invece <strong>di</strong> ricordare il mio<br />
Mazzini uomo universale (Roma,<br />
1972), preferisco ancora scorrere la<br />
stampa recentissima. Autentico tono<br />
universalizzante assume la rievocazione<br />
<strong>di</strong> Ugo Bistoni, che tocca<br />
anche, tra gli altri, il Bakunin (Socialismo<br />
e Massoneria nelle origini del<br />
movimento operaio perugino in «<br />
Cronache Umbre », maggio - giugno<br />
1978, pp. 94-101). Mentre il potere<br />
dall’alto continuava a considerare le<br />
prime organizzazioni sindacali come<br />
« associazioni a delinquere », salvo a<br />
vedere spesso liberi i rei, per il galantonismo<br />
ed il buon senso dei giu<strong>di</strong>ci,<br />
non ci si può rendere conto delle<br />
polemiche sulla crisi mazziniana e<br />
della contemp oranea pervicace identità<br />
tra mazzinianesimo e repubblicanesimo<br />
popolare su base « settaria<br />
».<br />
Ne danno conferma i processi agli<br />
operai liberi muratori arrestati per<br />
cospirazione sociale e più fortunati<br />
comunque dei loro <strong>di</strong>ecimila fratelli<br />
massacrati dai governativi « dopo<br />
che le Logge parigine decisero <strong>di</strong><br />
stare dalla <strong>parte</strong> dei Comunar<strong>di</strong> e<br />
combattere per la causa del popolo ».<br />
Bistoni ci riconduce a leggere<br />
l’Appen<strong>di</strong>ce del libro <strong>di</strong> Raffaele<br />
Mascolo (Come vi<strong>di</strong> una battaglia,<br />
p. 225) per capire quanto valore <strong>di</strong><br />
storia e quanta poliedricità <strong>di</strong> problemi<br />
contenga il libro: una vera apertura<br />
d’interrogativi come <strong>di</strong> orizzonti.<br />
Un libro nel quale la <strong>di</strong>scussione<br />
critica, non la <strong>di</strong>ssacrazione, la<br />
volontà <strong>di</strong> spianare la strada ad altri,<br />
non la pretesa <strong>di</strong> conchiudere, confermano<br />
un valore umano, in<strong>di</strong>viduale<br />
e <strong>di</strong> massa, in una <strong>di</strong>alettica <strong>di</strong><br />
portata né esaurita né ancora calcolabile.<br />
CARLO GENTILE<br />
110<br />
Erminio PAOLETTA: L’avventura<br />
della statua <strong>di</strong> Acca<strong>di</strong>a dall’arrivo<br />
dei Dardani alle sovrapposizioni<br />
bizantine. Amministrazione<br />
<strong>Provinciale</strong> <strong>di</strong> Capitanata.<br />
<strong>La</strong>urenziana, Napoli, a cura <strong>di</strong><br />
Luigi Mancino, pp. 140 con cop.<br />
Capaldo e varie Tavv. ff. tt.,<br />
1978.<br />
Chiaro nella cura strutturale e<br />
della veste, questo libro contiene notevole<br />
esempio del contributo che la<br />
filologia può dare alla storia delle religioni,<br />
anche ove si parta dalla profilazione<br />
specifica ambientale. Il fatto<br />
che la Provincia, il Sub-<br />
Appennino ed Acca<strong>di</strong>a in ispece, la<br />
Terra dai « monti, torrenti e borghi<br />
dolcemente degradanti verso prode<br />
lontane », abbiano ospitato l’antichità<br />
civile in corso pro<strong>di</strong>gioso <strong>di</strong> storia,<br />
riveste <strong>di</strong> per sé valore essenziale.<br />
Una componente <strong>di</strong> poesia ed<br />
una <strong>di</strong> meravigliosa scoperta qualificano<br />
l’opera già materiata, per lungo<br />
e amoroso sacrificio dell’autore, <strong>di</strong><br />
una eru<strong>di</strong>zione impressionante. Essa,<br />
che pure testimonia, da <strong>parte</strong> <strong>di</strong> Erminio<br />
Paoletta, una fatica<br />
d’incalcolabile portata, ma anche il<br />
successo dovuto alla sua tenacia, può<br />
stupire il lettore, non mai fuorviarlo<br />
dall’itinerario del libro. L’autore ha<br />
tracciato, ricostruendo sulla base <strong>di</strong><br />
un reperto archeologico, la statua «<br />
parlante » <strong>di</strong> Acca<strong>di</strong>a, e, servendosi<br />
della padronanza delle lingue classiche,<br />
ne ha compiuto la ricostruzione<br />
più chiara ed esauriente.<br />
<strong>La</strong> « statua » <strong>di</strong> Acca<strong>di</strong>a, se convenzionalmente<br />
si vuole chiamare<br />
così, è un documento della sovrapposizione<br />
<strong>di</strong> varie culture « in una<br />
trama fittissima <strong>di</strong> sbia<strong>di</strong>te e sovrapposte<br />
figure o iscrizioni, varie
______________________________________________________________________________________________RECENSIONI<br />
per grandezza, caratteri, lingua, situazione<br />
e culto, e abbraccianti lo<br />
arco d’un millennio e più » (p. 9).<br />
Pure se non tutto è stato possibile<br />
decifrare, basterebbe fermarsi alla<br />
elencazione analitica delle figure e<br />
delle iscrizioni ricostruite sulla scorta<br />
dell’acuto impiego dell’esperienza<br />
linguistica, per comprendere che non<br />
si tratta <strong>di</strong> una « Storia ». <strong>La</strong> storia<br />
delle genti <strong>di</strong>verse che si sono succedute<br />
nel Subappennino, proveniendo<br />
dal ceppo <strong>di</strong> Dardano e dei<br />
Peoni. Si tratta <strong>di</strong> « due popolazioni<br />
procedenti o coabitanti insieme nel<br />
corso delle varie migrazioni e dei vari<br />
stanziamenti.Contigue e alleate ce<br />
le testimonia Omero nella Penisola<br />
Anatolica; contigue ce le presentano<br />
le carte geografiche e tanti autori, fra<br />
cui Solino che li considera <strong>di</strong> origine<br />
Troiana, nella penisola Balcanica;<br />
vicine le ritroviamo, ora anche in<br />
Italia: perché mentre noi siamo convinti<br />
<strong>di</strong> aver in<strong>di</strong>viduato i Dardani e<br />
la città <strong>di</strong> Dardanon, verso l’interno<br />
della Daunia, nella zona <strong>di</strong> Acca<strong>di</strong>a,<br />
il Ferri dall’amoroso stu<strong>di</strong>o <strong>di</strong> varie<br />
migliaia <strong>di</strong> stele sipontine è arrivato<br />
a ravvisare i Peoni in una popolazione<br />
protostorica situata lungo il mare<br />
della Daunia » (p. 51).<br />
Ricollegando pazientemente nomi <strong>di</strong><br />
località, ere<strong>di</strong>tà <strong>di</strong>alettali, tracce iconografiche<br />
ecc., il Paoletta ha realizzato<br />
una vera e propria geografia retrospettiva<br />
del Sub-Appennino e nello<br />
stesso tempo ha rifatto la immagine<br />
della realtà ancestrale che sovrasta,<br />
come per magica visione oltre il<br />
tempo, alle genti della sua terra. A<br />
questo punto l’etnologia potrebbe<br />
rappresentare il punto <strong>di</strong> sbocco<br />
dell’opera, ma il libro va ol-<br />
tre, essendo imperniato tutto il <strong>di</strong>scorso,<br />
sulle analogie simboliche.<br />
<strong>La</strong> stessa filologia antica è <strong>di</strong> natura<br />
simbolica. Il senso della parola<br />
espressa aveva un significato assai<br />
più pregnante del linguaggio tecnologico<br />
contemporaneo. A questa<br />
considerazione si deve aggiungere la<br />
tendenza a raffigurare, a rendere plastici<br />
i simboli, me<strong>di</strong>ante la materia<br />
che ha dominato i millenni per il suo<br />
valore insostituibile: la pietra. Da<br />
ciò la importanza <strong>di</strong> « statue » che<br />
non sono esattamente tali (è il caso<br />
<strong>di</strong> Acca<strong>di</strong>a), <strong>di</strong> idoli apparenti che<br />
nascondono <strong>di</strong>scorsi complessi, <strong>di</strong><br />
una sostanziale <strong>di</strong>sposizione da <strong>parte</strong><br />
<strong>di</strong> categorie specializzate, a raccogliere<br />
e a tramandare per immagini,<br />
le tra<strong>di</strong>zioni, la normativa, le credenze,<br />
fino alla formazione <strong>di</strong> una filologia<br />
ch’era in effetti filosofia, ossia<br />
il gergo degli Iniziati.<br />
Tale concezione emergente dalla<br />
storia dei simboli e sconfinante <strong>di</strong><br />
necessità nella componente emo tiva<br />
e corale della religione, non è certo<br />
la base <strong>di</strong> <strong>parte</strong>nza dello stu<strong>di</strong>o <strong>di</strong><br />
Paoletta, ma ne costituisce, attraverso<br />
interessanti intuizioni, il più valido<br />
punto <strong>di</strong> arrivo. Basti pensare alle<br />
analogie spontanee delle tra<strong>di</strong>zioni<br />
antichissime con i culti cristiani.<br />
Nella varietà delle personificazioni e<br />
nella venerazione particolare <strong>di</strong> alcuni<br />
luoghi, essi continuarono, in<br />
veste <strong>di</strong>versa, tutta l’idolatria pagana,<br />
le costumanze dei santuari e dei<br />
pellegrinaggi, la credenza nei poteri<br />
taumaturgici <strong>di</strong> personalità leggendarie<br />
intoccabili <strong>di</strong>nanzi al popolo<br />
delle campagne. Lo stu<strong>di</strong>o critico<br />
delle religioni comparate, avviato<br />
111
RECENSIONI______________________________________________________________________________________________<br />
dal naturalismo <strong>di</strong> Hume nella storia<br />
delle religioni, ripreso dal Dupois<br />
nel secolo XVIII avanzato, scientificamente<br />
condotto dalla etnologia<br />
contemporanea, fino ad investire —<br />
attraverso la mitologia — l’area della<br />
psicanalisi (Kereny, Jung ecc.), ha<br />
avuto in Italia, già nel preilluminismo,<br />
la sua fondazione culturale<br />
ad opera <strong>di</strong> Pietro Giannone.<br />
Va da sé che il processo etnicoreligioso<br />
<strong>di</strong> sovrapposizione e <strong>di</strong> deformazione,<br />
eufemisticamente considerato<br />
sublimante, segnò le tappe<br />
del trionfo del Cristianesimo istituzionalizzato,<br />
affrettando<br />
l’asservimento delle plebi al potere<br />
ecclesiastico e feudale. Esso largamente<br />
si spiega in zone dominate per<br />
secoli e chiuse ad un interscambio<br />
culturale che l’antichità invece aveva<br />
aperto con le esigenze migratorie.<br />
Una volta esteriorizzato e fermo, il<br />
<strong>di</strong>scorso degl’iniziati orfici — (che il<br />
Paoletta ha bene posto in evidenza<br />
attraverso il confronto con le lamine<br />
d’oro, quasi tutte scomparse per la<br />
violazione delle tombe) — restò certo<br />
ai più incomprensibile <strong>La</strong> sua essenza,<br />
dopo il IV secolo, si trasfuse<br />
forse nella più intensa ricerca della<br />
interiorità dell’in<strong>di</strong>viduo, nel Cristianesimo<br />
« ereticale ». Malgrado<br />
tale processo <strong>di</strong> deterioramento, i<br />
punti <strong>di</strong> base della indagine<br />
dell’autore <strong>di</strong>ventano chiari e pregnanti<br />
<strong>di</strong> profonda simbologia,<br />
quando si rivelano al ricercatore, nel<br />
culto della Grande Madre, proprio<br />
dei Peoni e dei Dardani, sia pure velato<br />
dalle più <strong>di</strong>verse figurazioni.<br />
Qui si fanno avanti i misteri dei grafflti<br />
della « statua », le ambivalenze<br />
sessuali dell’Ercole Sabazio acca<strong>di</strong>ese,<br />
la cui polivalenza ses-<br />
112<br />
suale ricorda secondo me, il Baphomet<br />
templario ossia la immagine della<br />
Natura (fig. 9) (1). D’altra <strong>parte</strong>,<br />
la esigenza <strong>di</strong> sdoppiamento<br />
dell’antica unità primigenia — acutamente<br />
evidenziata da Erminio Paoletta<br />
— ha dato origine alle figure <strong>di</strong><br />
Attis con tutto il corteggio <strong>di</strong> similari<br />
potenze strappate al primo r<strong>di</strong>ale<br />
mistero ed espresse in forme a se<br />
stanti. <strong>La</strong> sintesi <strong>di</strong> questo processo a<br />
me sembra chiara nelle due facce<br />
umane (o animali) poste l’una a rovescio<br />
dell’altra nel teschio del Signum<br />
(flg. 10). <strong>La</strong> Tavola del Cerbero<br />
peonio ricorda poi il Guar<strong>di</strong>ano<br />
della Soglia che <strong>di</strong>fendeva i misteri<br />
della Natura (fig. 7); onde pochi —<br />
<strong>di</strong>sse Giordano Bruno — sono i privilegiati<br />
capaci <strong>di</strong> avere scorto la Diana<br />
Ignuda, senza essere finiti nelle<br />
fauci dei suoi cani: Anche il Pavone<br />
<strong>di</strong> quei lontanissimi migratori, è<br />
chiaramente un simbolo <strong>di</strong> conoscenza.<br />
Perfino l’Uovo, invocato nei canti<br />
popolari ancora in uso (p. 78, nota)<br />
nell’approssimarsi della Pasqua, è la<br />
sintesi cosmica della Vita che, accanto<br />
a Leda, rientra nella decorazione<br />
dei vasi greco-italici, come ha<br />
<strong>di</strong>mostrato Giacomo Catinella, illustrando<br />
alcuni decenni fa, un esemplare<br />
ermetico del Museo <strong>di</strong> Bari. <strong>La</strong><br />
influenza della Magna Grecia sulle<br />
primitive credenze dei popoli immigrati<br />
nel Sub-Appennino è stata ancora<br />
giustamente evidenziata dal Paoletta,<br />
a proposito del culto <strong>di</strong> Bacco<br />
(p. 68 e passim).Ma l’autore è riuscito<br />
particolarmente felice nel cogliere<br />
tutte le varianti possibili della religione<br />
materna: dalla « roccia sacra »<br />
(trapassata poi a cornice <strong>di</strong> apparizioni<br />
della Vergine, ma
______________________________________________________________________________________________RECENSIONI<br />
sostanzialmente ripetente l’idea<br />
dell’alvo materno) al nome stesso <strong>di</strong><br />
Acca<strong>di</strong>a (p. 64 e 93 e segg.); dal<br />
pantheon delle dee e semidee femminili<br />
presto assimilate dai Romani<br />
(p. 74) al culto della capra, alla intersecazione<br />
<strong>di</strong> elementi animali ed<br />
umani nel segreto vivente della crescita<br />
(p. 33). Ritengo qui doveroso<br />
ricordare gli stu<strong>di</strong> — non completamente<br />
e<strong>di</strong>ti — <strong>di</strong> Guido Di Nardo da<br />
<strong>La</strong>nuvjo: non solo a proposito della<br />
Juno Caprotina (variante della lupa<br />
materna), ma anche in merito alla<br />
Lingua Universale (simbolica) da lui<br />
documentata risalendo ai caratteri<br />
cuneiformi e scendendo gradualmente<br />
a Roma, centro (omphalos) del<br />
mondo me<strong>di</strong>terraneo.<br />
<strong>La</strong> religione materna è effettivamente<br />
una realtà storica che si alterna,<br />
ora in simbiosi, ora in lotta,<br />
con il culto maschile. AI dualismo<br />
del Dio maschio e femmina. ha de<strong>di</strong>cato<br />
recentemente un libro prefato<br />
da p. Giovanni Mannucci e pubblicato<br />
dalla Libreria E<strong>di</strong>trice Fiorentina,<br />
il prof. Mario Bacchiega (Dio padre<br />
o Dea madre?). Infine, il punto più<br />
significativo <strong>di</strong> questa bellissima indagine<br />
del Paoletta, che gli abbeverati<br />
alla sorgente <strong>di</strong> Mnemosine possono<br />
intendere senza troppa fatica<br />
nel suo autentico significato, è la<br />
constatazione <strong>di</strong> come tutta la <strong>di</strong>alettica<br />
della vita emanante dal fondo<br />
primigenio si risolva nella vali<strong>di</strong>tà<br />
inesauribile della Pietra. <strong>La</strong> Pietra in<br />
quanto vita s’intende, ossia il simb olo<br />
dell’animazione universale, della<br />
condensazione e sprigionamento <strong>di</strong><br />
energie, per l’atto della Intelligenza<br />
illuminante (gnosticamente materna,<br />
Nostra Signora lo Spirito, la Rivelazione).<br />
Idonee riescono le illustrazioni,<br />
una notissima (fig. 11) del mosaico<br />
tombale conservato nel Museo <strong>di</strong><br />
Napoli e l’altra meno conosciuta<br />
(fig. 12) del Bosco Bolano. Nella<br />
prima, sulla ruota (il Samsara delle<br />
reincarnazioni), attraverso la vittoria<br />
dell’iniziato sulla morte, si erge la<br />
Squadra (Giustizia, Rettitu<strong>di</strong>ne,<br />
Legge, mutuata all’Or<strong>di</strong>ne della Natura).<br />
Più significativo ancora è<br />
l’Archipenzolo (<strong>di</strong> analoga ispirazione<br />
con il filo a piombo) ed accanto<br />
la Squadra da muratore (a braccia<br />
uguali) con la Vanga (o la Pala<br />
dell’Ulisse con viviale <strong>di</strong> Pascoli) e<br />
la Cazzuola, nella seconda illustrazione.<br />
<strong>La</strong> ricchezza dei contributi storico-filologici<br />
dell’opera <strong>di</strong> Erminio<br />
Paoletta incarna, per la Daunia e per<br />
la Cultura, autentici valori <strong>di</strong> rivelazione.<br />
CARLO GENTILE<br />
Mario SIMONE: Una vita per la cultura.<br />
Introduzione e scelta <strong>di</strong><br />
scritti a cura <strong>di</strong> Angelo CELUZZA.<br />
Amministrazione <strong>Provinciale</strong> <strong>di</strong><br />
Capitanata, <strong>Foggia</strong>, <strong>1977</strong>. Quaderni<br />
<strong>di</strong> Capitanata, nuova serie,<br />
2, a cura <strong>di</strong> Luigi Mancino.<br />
Questo elegante libro, corredato<br />
<strong>di</strong> storiche illustrazioni, è insieme un<br />
atto d’amore ed un contributo culturale.<br />
Prende lo spunto da qualche «<br />
paginetta <strong>di</strong> appunti » per irra<strong>di</strong>are<br />
nuova luce sul nostro vecchio Amico<br />
del quale l’autore — insieme a notizie<br />
esaurienti e precise — fornisce<br />
un ritratto tutto <strong>di</strong> poesia: « Nel corso<br />
<strong>di</strong> circa quin<strong>di</strong>ci anni <strong>di</strong> amicizia<br />
113
RECENSIONI______________________________________________________________________________________________<br />
e <strong>di</strong> comune lavoro, rinsaldata da<br />
non infrequenti scontri e baruffe,<br />
dovuti il più delle volte<br />
all’atteggiamento volutamente provocatorio<br />
che gli piaceva assumere;<br />
il cui segno premonitore era sempre<br />
la sistemazione a sghimbescio del<br />
cappello, ho imparato ad amare ed<br />
apprezzare un uomo <strong>di</strong>fficile, ma anche<br />
umanissimo e, specie negli ultimi<br />
anni, dolce » (p. 7). Cosa potrei<br />
aggiungere io che sono stato per così<br />
<strong>di</strong>re tenuto a battesimo da quel puntiglioso<br />
e fine avvocato, il quale si<br />
muoveva in continuazione tra le<br />
immagini <strong>di</strong> Mazzini e <strong>di</strong> Enrico<br />
Ferri, il ritratto della Mamma e un<br />
paesaggio sipontino <strong>di</strong> Alfredo Petrucci,<br />
ed aveva la passione e<strong>di</strong>toriale<br />
nel sangue, insieme al vecchio repubblicanesimo<br />
attinto a Manfredonia<br />
e rafforzato a Roma alla scuola<br />
<strong>di</strong> Giovanni Conti? A lui pensavo<br />
quando sentii la mano <strong>di</strong> Giulio Andrea<br />
Belloni stringere la mia (che un<br />
poco tremava, per la verità) nella Sala<br />
Ghisleri <strong>di</strong> Via dei Prefetti. Era<br />
l’ora de L’idea Repubblicana, dalle<br />
cui colonne, in nome dei contenuti<br />
risorgimentali concreti e per il rinnovamento<br />
sociale del Partito, Giulio<br />
Andrea opponeva il lavoro al «<br />
ricatto del nane ». Fu Mario a presentarmi<br />
a Tommaso Fiore, prima<br />
con le mie paginette ricciar<strong>di</strong>ane, poi<br />
<strong>di</strong> persona e d’allora <strong>di</strong>venni anch’io<br />
un « formicone <strong>di</strong> Puglia ». Eravamo<br />
stati, malgrado una certa <strong>di</strong>fferenza<br />
d’età, sempre laici, repubblicani e<br />
patriottar<strong>di</strong> (D’Annunzio come maestro<br />
e profeta). Naturalmente continuammo<br />
più o meno a sognare insieme<br />
(e a litigare qualche volta).<br />
Dopo, negli ultimi anni, ci ritrovavamo<br />
a Manfredonia a contemplare<br />
il ritratto dalla cornice ottocentesca<br />
dorata <strong>di</strong> « Don Antonio » cui è inti-<br />
114<br />
tolato il Centro della <strong>Biblioteca</strong>.<br />
Questo libro è la rassegna vivida,<br />
organica ed agile, <strong>di</strong> una fosforescenza<br />
del ramo pubblicis tico,<br />
alimentata all’esempio <strong>di</strong> Angelo<br />
Fortunato Formiggini.<strong>La</strong> poliedrica<br />
profilazione delle raccolte, la intelligente<br />
articolazione classificatrice, la<br />
promozione della cultura popolare,<br />
l’ingresso e<strong>di</strong>toriale che ha fatto storia,<br />
nel Diritto, nel Giornalismo, nella<br />
Musica, dai depliant al quaderno,<br />
dal manifesto al volume, molto del<br />
Formiggini effettivamente ricordano.<br />
<strong>La</strong> stessa amarezza <strong>di</strong> Mario forse<br />
affonda le ra<strong>di</strong>ci nella previsione che<br />
la sua luci<strong>di</strong>tà intuitiva dovette avere,<br />
della terribile fine dell’E<strong>di</strong>tore,<br />
massone e israelita, lanciatosi nel<br />
vuoto, protesta vivente, gridando<br />
Italia!: la parola « sacra » della setta<br />
Adelphia.<br />
Ma questa non è una malinconia,<br />
è un’antologia brillante <strong>di</strong> scritti, variata<br />
<strong>di</strong> finezza e <strong>di</strong> cultura, rappresentativa<br />
insomma della versatilità <strong>di</strong><br />
quell’animo che si era raffinato vicino<br />
a Riccardo Ricciar<strong>di</strong>, ad Alfredo<br />
Luciani, a Giovanni <strong>La</strong>terza, che<br />
amava sopra tutto il popolo e intendeva<br />
preparare gli strumenti del libero<br />
giu<strong>di</strong>zio per chi si sarebbe votato<br />
ad educano.<br />
E’ lì la considerazione esatta, la<br />
<strong>di</strong>agnosi più convincente stilata da<br />
Angelo Celuzza. Egli ha aperto<br />
l’antologia postuma con l’immancabile<br />
slancio romantico del dannunzianesimo<br />
<strong>di</strong> Mario studente <strong>di</strong> liceo<br />
sul punto <strong>di</strong> scappare <strong>di</strong> casa per andare<br />
a Fiume e l’ha conchiusa con il<br />
Promemoria agl’intellettuali Dauni
______________________________________________________________________________________________RECENSIONI<br />
suonante ancora così: « Una volta si<br />
poteva scegliere un partito secondo<br />
le utilità personali da esso offerte<br />
senza molto arrossire<br />
dell’opportunismo che sacrificava la<br />
coscienza, ed era un suici<strong>di</strong>o morale<br />
ed un delitto <strong>di</strong> lesa Patria. Oggi<br />
questo delitto sarebbe anche <strong>di</strong> lesa<br />
umanità, perché dal sangue dei popoli<br />
<strong>di</strong> Europa sorge una civiltà nuova<br />
alla quale l’Italia deve dare un altro<br />
contributo ».<br />
CARLO GENTILE<br />
Felice MOLINARIO: <strong>La</strong> rivoluzione<br />
proletaria <strong>di</strong> Pietro Paolo Parzanese,<br />
E<strong>di</strong>trice Italia Letteraria,<br />
Milano, giugno 1976, pagine<br />
208, 30 illustrazioni fuori testo,<br />
lire 4.000.<br />
Già la sola lettura semiologica<br />
della copertina e del titolo del presente<br />
saggio, che Felice Molinanio<br />
de<strong>di</strong>ca ad una attualizzazione della<br />
vita e dell’attività poetica e pedagogica<br />
<strong>di</strong> Pietro Paolo Parzanese,<br />
una delle glorie della cultura risorgimentale<br />
e romantica del Sud-Italia,<br />
giova alla giustificazione <strong>di</strong> quella<br />
affermazione <strong>di</strong> Edgar Monin, che è<br />
<strong>di</strong>ventata anche lo slogan della teologia<br />
della liberazione e della teologia<br />
politica: « Dopo essere stato la<br />
giustificazione sacralizzata della società<br />
borghese, il cristianesimo ne è<br />
<strong>di</strong>ventato, in questi ultimi tempi, il<br />
segno ed il catalizzatore della sua ineluttabile<br />
fine ». Si sa bene,<br />
d’altronde che, dopo le chiare intuizioni<br />
<strong>di</strong> papa Giovanni, secondo cui,<br />
il Concilio Vaticano Il avrebbe dovuto<br />
segnare la fine del cristianesi-<br />
simo costantinista e sociologico, la<br />
teologia (ed, anche se lentamente, la<br />
stessa prassi dei credenti) sta mettendo<br />
bene in rilievo come (almeno<br />
per la situazione italiana) non si può<br />
fare una teologia della rivoluzione e<br />
della liberazione se prima non si fa<br />
una rivoluzione e liberazione della<br />
teologia.<br />
Ed il presente saggio <strong>di</strong> Felice<br />
Molinanio, un giovane prete teologo<br />
e ricercatore, mi ha dato la conferma<br />
<strong>di</strong> quanto benefico sia, per la società<br />
civile e per la storia del cristianesimo<br />
del secolo XX, questo intenso e<br />
vigile e <strong>di</strong>ligente <strong>di</strong>alogo, che egli, in<br />
sintonia con ben più poderosi e fervi<strong>di</strong><br />
fermenti culturali, ha voluto intessere<br />
tra teologia e letteratura, fra<br />
filosofia e scienze umane, fra critica<br />
letteraria e marxismo strutturalista e<br />
I-evisionista. Se qualcuno vuole avere<br />
una conferma <strong>di</strong> quella che oggi<br />
viene chiamata la « <strong>di</strong>versità dei<br />
marxismi » deve tenere presente anche<br />
l’apporto che questo giovane<br />
stu<strong>di</strong>oso, sulle orme <strong>di</strong> Ga raudy,<br />
Schafft, Lukàcs, Bloch, Marcuse ed<br />
Horkheimer, ha voluto dare nel presente<br />
<strong>di</strong>battito, che in questi mesi<br />
ferve, con incandescenza polemica,<br />
in Italia. Felice Molinario non parla<br />
specificamente del marxismo, anche<br />
se si riferisce, con ridondanza <strong>di</strong> citazioni<br />
bibliografiche, alla continua<br />
e benefica osmosi, che il processo <strong>di</strong><br />
<strong>di</strong>alogo e <strong>di</strong> reciproca chiarificazione<br />
fra marxismo revisionista e cristianesimo<br />
sta apportando anche alla stessa<br />
storia politica italiana. E tuttavia,<br />
in un colloquio <strong>di</strong> chiarificazione<br />
che ho avuto con lui, in questi giorni,<br />
qui, a Bonn, dove io lavoro da<br />
anni nelle comunità <strong>di</strong> emigrati italiani<br />
e spagnoli e dove esperimento<br />
quoti<strong>di</strong>anamente la bontà del metodo<br />
115
RECENSIONI______________________________________________________________________________________________<br />
Freire, del quale pure parla nel suo<br />
libro, egli mi ha riferito che ha la<br />
chiara consapevolezza che Marx ha<br />
fatto il suo libro allo stesso mo do<br />
come la tra<strong>di</strong>zione biblica, ereticale<br />
ed anticlericale dei secoli scorsi ha<br />
fatto K. Marx ed il movimento marxista.<br />
Ed è in questa luce che si giustifica<br />
allora il titolo della collana <strong>di</strong><br />
stu<strong>di</strong> e ricerche per una cultura meri<strong>di</strong>onalistica<br />
alternativa, nella quale<br />
egli ha inserito il suo saggio e con la<br />
quale intende portare avanti una serie<br />
<strong>di</strong> problematiche della controcultura<br />
o della cultura analfabeta,<br />
che finora non ha mai potuto avere<br />
spazio nella politica e<strong>di</strong>toriale e culturale<br />
della tragica, ma non <strong>di</strong>sperata<br />
realtà italiana <strong>di</strong> questi anni. Felice<br />
Molinario è convinto che quando<br />
l’oppio <strong>di</strong>venta <strong>di</strong>namite, quando,<br />
cioè, i poveri, i terzi mon<strong>di</strong>, gli emarginati,<br />
gli esiliati politici, le donne,<br />
i giovani si appropriano della carica<br />
e dei contenuti autenticamente<br />
umani e rivoluzionari della speranza<br />
e della operosità cristiana, allora, ci<br />
può essere anche possibilità e spazio,<br />
non tanto per la sussistenza e la incidenza<br />
della religione, ma soprattutto<br />
per una nuova forma o modulo culturale,<br />
che mentre recupera i valori<br />
ed i dati della tra<strong>di</strong>zione secolare e<br />
biblica, nello stesso tempo si arricchisce<br />
con l’apporto e la concretizzazione<br />
pratica <strong>di</strong> nuovi elementi<br />
o dati culturali. Il filone del<br />
marxismo revisionista, che il Molinano<br />
ha mutuato da recenti stu<strong>di</strong> e<br />
convegni e prese <strong>di</strong> posizione della<br />
intelligenthia italiana, la più benemerita<br />
ed aggiornata (ad esempio<br />
don Italo Mancini, padre Ernesto<br />
Balducci, don Giulio Girar<strong>di</strong>, Lucio<br />
Lombardo Ra<strong>di</strong>ce, Pietro Prini, ecc.)<br />
116<br />
oggi dunque può fare riscoprire degli<br />
indubbi valori nella tra<strong>di</strong>zionale<br />
prassi o cultura italiana. Molinario<br />
applica ad esempio questo principio<br />
al caso del Parzanese, un poeta minore<br />
dell’800 romantico italiano. Su<br />
questo poeta la critica letteraria più<br />
accre<strong>di</strong>tata ha detto delle bellis sime<br />
verità: poeta del villaggio (F. De<br />
Sanctis), poeta popolare (B. Croce).<br />
Ma il Molinario <strong>di</strong>ce che oggi non ci<br />
si può più fermare a queste interpretazioni<br />
congelate nel vicolo cieco <strong>di</strong><br />
uno schematismo ideologico <strong>di</strong> altri<br />
tempi. Non che queste interpretazioni<br />
non siano esatte e vere. Ma, anzi,<br />
proprio perché esatte e vere esse<br />
debbono essere oggi ampliate, attualizzate,<br />
reinterpretate alla luce <strong>di</strong><br />
nuove istanze pedagogico-culturali e<br />
soprattutto in base alla revisione della<br />
critica marxista e gramsciana alla<br />
pratica ed al ruolo della religione<br />
nella società contemp oranea.<br />
E nello stesso tempo vorrei <strong>di</strong>re<br />
che non è solo questo il merito e<br />
l’apporto che il saggio del Molinario<br />
vuole dare alla cultura italiana. Egli<br />
non intende solo <strong>di</strong>alogare con il<br />
marxismo: anzi quello del « supplemento<br />
d’animo » al marxismo resta,<br />
mi sembra, un apporto marginale,<br />
dal momento che egli, citando continuamente<br />
la ricca e documentatissima<br />
bibliografia al riguardo, dà per<br />
scontato ed acquisito una siffatta tematica,<br />
almeno per gli ambienti delle<br />
avanguar<strong>di</strong>e e dei gruppi <strong>di</strong> ricercatori<br />
che egli frequenta con assidua ed<br />
encomiabile costanza. Il tema del<br />
rapporto marxismo e cristianesimo<br />
viene qui lumeggiato alla luce della<br />
scienza dell’interpretazione, quale<br />
l’hanno resa, in questi ultimi anni<br />
Ricoeur, Heidegger, Gadamar, Ha-
______________________________________________________________________________________________RECENSIONI<br />
bermas ed Horkheimer e, più ancora,<br />
alla luce <strong>di</strong> una cosiddetta meto<strong>di</strong>ca<br />
dell’inter<strong>di</strong>sciplinarità, alla quale<br />
egli stesso sta lavorando con una serie<br />
<strong>di</strong> riflessioni e <strong>di</strong> iniziative culturali.In<br />
questo mo do il marxismo,<br />
nella misura in cui viene relativizzato,<br />
viene anche autenticato e, nello<br />
stesso, se così posso esprimermi,<br />
viene anche vanificato, nel senso che<br />
si riconosce che, nella misura in cui<br />
esso non sa dare spazio ad altre <strong>di</strong>mensioni<br />
che non siano quelle della<br />
economicità e della fatticità efficientistica<br />
e produttivistica, <strong>di</strong>venta un<br />
umanesimo <strong>di</strong>sumano. Ma si ba<strong>di</strong><br />
bene che la polemica del Molinario<br />
non è affatto rozza ed acida: anzi potrei<br />
<strong>di</strong>re che non è neppure esplicitata<br />
nella maniera in cui qualche altro<br />
avrebbe desiderato. Anzi si potrebbe<br />
<strong>di</strong>re che egli resta molto compiacente<br />
e arrendevole nei riguar<strong>di</strong> del marxismo.<br />
Fa sue, ad esempio, le parole<br />
che un altro prete, spagnolo Dome<br />
me, ha rivolto alle masse dei giovani<br />
italiani, nelle sue vibranti conferenze<br />
alla pro civitate christiana <strong>di</strong> Assisi;<br />
parla cioè della rivelazione e degli<br />
stimoli che José Maria Go nzales-<br />
Ruiz gli ha dato per una scoperta<br />
nuova del marxismo, quando egli<br />
stesso ha confessato: « Io sono <strong>di</strong>ventato<br />
più cristiano il giorno in cui<br />
ho scoperto e letto Karl Marx ».<br />
<strong>La</strong> vanificazione del marxismo e<br />
(per esso) <strong>di</strong> ogni ideologia sta nel<br />
fatto che egli mette in evidenza che<br />
all’analisi epistemologica delle modalità<br />
e della relatività e provvis orietà<br />
della conoscenza umana risulta<br />
che è <strong>di</strong>sumana ed insostenibile<br />
quella teoria o quella ideologia che<br />
si ponga come unica ed assoluta ga-<br />
rante della verità <strong>di</strong> una ipotesi o<br />
proposta etica. Per questo il Molinario<br />
parla <strong>di</strong> pluralismo, <strong>di</strong> sinfonismo<br />
della verità, <strong>di</strong> relatività e <strong>di</strong> apofaticità<br />
del linguaggio umano.<br />
<strong>La</strong> struttura del suo <strong>di</strong>scorso,<br />
dunque, pur nella settorialità delle<br />
tre sezioni del suo libro, è unitaria ed<br />
ispirata da questa mozione <strong>di</strong> principio:<br />
se è vero che il senso della vita<br />
sta nell’agire e nel capire che non ha<br />
senso <strong>di</strong>re che la vita non ha senso e<br />
che se la vita <strong>di</strong> ogni uomo ha un<br />
senso « chi lotta e soffre su <strong>di</strong> una<br />
zolla <strong>di</strong> terra, lotta e soffre su tutta la<br />
terra » (Nikos Kazantzakis).<br />
Inoltre, un altro degli elementi <strong>di</strong><br />
compiacimento per il presente lavoro,<br />
sta nel fatto che il Molinario ha<br />
messo in risalto, grazie alla critica<br />
letteraria <strong>di</strong> stampo gramsciano e <strong>di</strong><br />
ispirazione populista, che Parzanese<br />
oggi deve essere conosciuto, non solo<br />
perché egli resta l’autore <strong>di</strong> leziose<br />
e serene poesiole per educare il<br />
popolo a miti sentimenti, ma soprattutto<br />
perché egli può essere letto in<br />
chiave marxista e materialista non<br />
più come il patetico addormentatore<br />
delle coscienze (sic Francesco e Flora),<br />
ma come il don Milani o il Paulo<br />
Freire dell’Italia meri<strong>di</strong>onale del secolo<br />
XIX.<br />
Se Ernst Bloc ha scritto che « ogni<br />
uomo che ha delle aspirazioni<br />
vive nel futuro ed il Passato giunge<br />
solo più tar<strong>di</strong> ed il vero presente non<br />
è mai generalmente quasi ancora<br />
giunto » il Molinanio, grazie alla<br />
me<strong>di</strong>azione <strong>di</strong> Hans Georg Gadamer,<br />
secondo cui « chi scrive e trasmette<br />
si crea egli stesso i propri contemp oranei<br />
» precisa che il merito e la bontà<br />
del metodo ermeneutico sta appunto<br />
nel fatto che, almeno, esso<br />
117
RECENSIONI______________________________________________________________________________________________<br />
mette bene in risalto il ruolo autobiografico<br />
e protagonistico che deve<br />
avere anche l’interprete o il lettore,<br />
in questo vasto processo <strong>di</strong> « circolarità<br />
ermeneutjca », che coincide,<br />
in fondo, con la storia cosmica. In<br />
questo senso è esatto ed anzi si pone<br />
come programma <strong>di</strong> vita questa asserzione<br />
che l’autore prende a prestito<br />
a Schleiermacher, l’iniziatore<br />
118<br />
della teoria ermeneutica: « Io stu<strong>di</strong>o<br />
e penetro con il pensiero la sua personalità<br />
per chiarire sempre meglio<br />
la mia ». Il nostro plauso compiaciuto<br />
al lavoro del Molinario deve essere,<br />
pertanto, nello stesso tempo anche<br />
un contributo che noi stessi vogliamo<br />
dare alla causa della liberazione<br />
e della promozione dell’Uomo.<br />
CARLOS DEL RIO<br />
la Capitanata<br />
Rassegna <strong>di</strong> vita e <strong>di</strong> stu<strong>di</strong> della Provincia <strong>di</strong> <strong>Foggia</strong><br />
Direttore: dott. Angelo Celuzza, <strong>di</strong>rettore della <strong>Biblioteca</strong> <strong>Provinciale</strong><br />
Direttore responsabile: m 0 Mario Taronna<br />
Redazione: dott. Luigi Mancino<br />
Tipografia <strong>La</strong>urenziana - Napoli - Via Tribunali, 316<br />
Autorizzazioni del Tribunale <strong>di</strong> <strong>Foggia</strong> 6 giugno 1962 e 16 aprile 1963<br />
Registrazione presso la Cancelleria del Tribunale <strong>di</strong> <strong>Foggia</strong> al n. 150<br />
Questo fascicolo, finito <strong>di</strong> stampare nel mese <strong>di</strong> <strong>di</strong>c. 1979