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1977 parte I (file pdf - Kb. 842) - Biblioteca Provinciale di Foggia La ...

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LINEE PROGRAMMATICHE DI ACCORDO<br />

TRA LE FORZE DEMOCRATICHE E ANTIFASCIS TE<br />

PER L’AMMINISTRAZIONE PROVINCIALE<br />

DI CAPITANATA<br />

(presentate nella seduta consiliare del 18-10-1976 dal Consigliere Michele Berar<strong>di</strong><br />

a nome dei gruppi consiliari del PCI, PSI, PSDI)<br />

Il voto del 20 Giugno ha aperto una situazione politica nuova nel<br />

Consiglio <strong>Provinciale</strong> <strong>di</strong> Capitanata, non solo per il mutato rapporto<br />

numerico delle rappresentanze consiliari, ma soprattutto perché ha in<strong>di</strong>cato<br />

una volontà <strong>di</strong> cambiamento che si è espressa in uno spostamento<br />

a sinistra dell’elettorato. Tale risultato traduce la volontà <strong>di</strong> rinnovamento<br />

economico, politico e morale, manifestata, peraltro, già nel<br />

corso <strong>di</strong> lunghe lotte delle masse lavoratrici. A fronte <strong>di</strong> questa decisa<br />

volontà popolare, il Paese tutto e, segnatamente, la nostra Provincia<br />

attraversano una grave crisi economica e sociale, aggravata dalla inadeguatezza<br />

delle strutture pubbliche a garantire efficaci e tempestivi<br />

interventi, corrispondenti alle esigenze <strong>di</strong> occupazione, soprattutto<br />

giovanile e femminile, <strong>di</strong> servizi sociali efficienti, <strong>di</strong> nuovo sviluppo<br />

culturale.<br />

I partiti dell’arco costituzionale, riconoscendo l’urgenza e la gravità<br />

della situazione, si ritrovano, concor<strong>di</strong>, nel « documento <strong>di</strong> intesa<br />

politica» sottoscritto l’11 Settembre 1976 dalla D.C., dal P.C.I., dal<br />

P.S.I., dal P.R.I., dal P.S.D.I. e dal P.L.I. nel « concorrere » alla « definizione<br />

» « <strong>di</strong> precise scelte politiche e programmatiche », « per una<br />

vigorosa iniziativa intesa ad intensificare l’azione per lo sviluppo sociale,<br />

economico e culturale della Capitanata ». Il confronto successivamente<br />

svoltosi nel Consiglio <strong>Provinciale</strong>, nella seduta del 21 settembre<br />

u.s., registrava, sul terreno delle soluzioni politiche, un sostan-<br />

1


LINEE PROGRAMMATICHE_____________________________________________________________________<br />

ziale ripensamento del gruppo D.C., il quale, pur esprimendo elementi<br />

importanti <strong>di</strong> novità, tendenti a superare preclusioni e pregiu<strong>di</strong>ziali <strong>di</strong><br />

principio, nei rapporti tra le forze politiche democratiche, respingeva<br />

ogni ipotesi <strong>di</strong> soluzioni fondate sulla più ampia solidarietà tra i partiti<br />

dell’arco costituzionale.<br />

Il P.C.I., il P.S.I. e il P.S.D.I., quin<strong>di</strong>, tenuto conto della gravità<br />

della crisi, che investe in modo drammatico la nostra Provincia (si<br />

pensi al drammatico evento che ha colpito nella con<strong>di</strong>zione umana e<br />

materiale i lavoratori <strong>di</strong> Manfredonia al cui fianco la Provincia sarà<br />

con una solidarietà concreta e responsabile), pur considerando tuttora<br />

valido — nel quadro <strong>di</strong> una politica tesa alle più ampie solidarietà democratiche<br />

— l’invito rivolto alla D.C., per una intesa politico-istituzionale<br />

e programmatica, hanno deciso <strong>di</strong> dare vita ad una coalizione<br />

esprimente un programma, che si avvale anche dell’apporto del<br />

P.R.I. e del P.L.I.<br />

Questo accordo, pertanto, si pone:<br />

— nello spirito del risultato elettorale del 20 Giugno;<br />

— nell’ambito dell’intesa politica <strong>di</strong> cui al documento dell’11 Settembre<br />

1976, sottoscritto da tutti i partiti dell’arco costituzionale;<br />

— nel contesto programmatico per l’iniziativa del governo regionale,<br />

unitariamente elaborato dalle forze politiche aderenti, come contributo<br />

e stimolo a realizzarlo, in un confronto ed in un apporto, insieme<br />

pluralistico e unitario;<br />

il tutto con la volontà <strong>di</strong> esercitare concretamente, attraverso il sistema<br />

delle autonomie locali, la funzione propulsiva ad esse assegnata dalla<br />

Costituzione Repubblicana.<br />

Si tratta <strong>di</strong> operare su due <strong>di</strong>rettrici che pur presentando reciproci<br />

momenti <strong>di</strong> autonomia sono fra loro collegate:<br />

a) nella <strong>di</strong>rezione <strong>di</strong> provve<strong>di</strong>menti capaci <strong>di</strong> incidere imme<strong>di</strong>atamente<br />

sulla gravità della situazione e <strong>di</strong> contribuire ad avviare una ripresa<br />

della situazione e <strong>di</strong> contribuire ad avviare una ripresa produttiva<br />

ed occupazionale fondata sui consumi prioritari e sociali, tenendo<br />

presente i risultati della recente Conferenza sull’occupazione ed in<br />

essa il decisivo apporto unitario dei sindacati, utilizzando un fondamentale<br />

strumento unitario: il Comitato permanente per l’occupazione<br />

e lo sviluppo;<br />

b) su una linea complessiva che guar<strong>di</strong> alla Provincia come a una<br />

2


_____________________________________________________________________LINEE PROGRAMMATICHE<br />

delle se<strong>di</strong> fondamentali del confronto ideale, politico e culturale, e<br />

come ad una delle istituzioni a cui è affidata la crescita dello Stato<br />

fondato sulle autonomie. A tal fine va riattivato ed impegnato in<br />

modo permanente il Comitato Unitario Antifascista, anche come<br />

istanza culturale <strong>di</strong> esaltazione e <strong>di</strong> sviluppo della coscienza democratica.<br />

I capisal<strong>di</strong> fondamentali <strong>di</strong> tale impostazione sono:<br />

1) il decentramento e la riforma democratica dello Stato;<br />

2) l’espansione e la riconversione delle basi produttive, agricole e industriali<br />

della Regione e della Provincia attraverso una programmazione<br />

democratica;<br />

3) la qualificazione dell’attività terziaria e dei servizi, nel quadro <strong>di</strong><br />

nuovi in<strong>di</strong>rizzi nazionali per lo sviluppo economico, sociale e democratico<br />

del Paese.<br />

In rapporto a tali <strong>di</strong>rettrici <strong>di</strong> marcia saranno affrontate le questioni<br />

<strong>di</strong> maggiore drammaticità con misure <strong>di</strong> emergenza raccordate alle linee<br />

programmatiche generali e ad un programma <strong>di</strong> più lungo respiro<br />

che si colleghi alla realizzazione <strong>di</strong> un nuovo sviluppo economico, sociale<br />

e culturale della Puglia, secondo le linee che è ormai necessario<br />

siano in<strong>di</strong>cate in un piano Regionale <strong>di</strong> sviluppo, al quale il Consiglio<br />

<strong>Provinciale</strong> <strong>di</strong> <strong>Foggia</strong> intende dare il suo contributo <strong>di</strong> <strong>parte</strong>cipazione<br />

e <strong>di</strong> intervento.<br />

Con questa ispirazione, con la consapevolezza della responsabilità<br />

che loro compete, le forze politiche democratiche, antifasciste, <strong>parte</strong>cipanti<br />

alla <strong>di</strong>rezione della Provincia, ciascuna con pari <strong>di</strong>gnità, con il<br />

proprio patrimonio ideale e politico e con la propria autonomia, impegnate<br />

a cogliere le più profonde aspirazioni <strong>di</strong> giustizia e <strong>di</strong> cambiamento<br />

presenti nella società, opereranno per una amministrazione onesta,<br />

efficiente e democratica, aperta ai più ampi contributi<br />

dell’Assemblea e del movimento democratico.<br />

A tale scopo vogliamo in<strong>di</strong>care brevemente gli<br />

Obiettivi <strong>di</strong> lotta della provincia per un <strong>di</strong>verso tipo <strong>di</strong> sviluppo.<br />

Partiamo dalla crisi economica che si proietta nella regione con un<br />

processo <strong>di</strong> <strong>di</strong>sor<strong>di</strong>nata e <strong>di</strong>storta ristrutturazione industriale, col travaglio<br />

delle produzioni fondamentali nelle campagne e con una conseguente<br />

restrizione della base produttiva.<br />

3


LINEE PROGRAMMATICHE_____________________________________________________________________<br />

Ciò è a <strong>Foggia</strong> testimoniato dalla minacciata decisione <strong>di</strong> smantellamento<br />

della <strong>La</strong>nerossi da <strong>parte</strong> della Tescon, con la quale è necessario<br />

riconsiderare il piano <strong>di</strong> riconversione:<br />

— dalla cris i della fabbrica <strong>di</strong> confezioni IMAR<br />

— dalla chiusura <strong>di</strong> piccole imprese e dalle <strong>di</strong>fficoltà <strong>di</strong> quelle gravitanti<br />

nell’area delle attività e<strong>di</strong>lizie ed estrattive<br />

— dalla liquidazione definitiva della miniera <strong>di</strong> S. Giovanni Rotondo<br />

— dal pericolo che sovrasta la Ajnomoto Insud ed altre fabbriche<br />

— dall’ormai svanita illusione dell’Aeritalia<br />

— dal ritardo nella costruzione della fabbrica <strong>di</strong> Motori Diesel (Sofim)<br />

— dalla crisi della Cartiera e dai problemi connessi al piano delle Ferrovie<br />

— dal crescere della <strong>di</strong>soccupazione, dell’inoccupazione, specialmente<br />

<strong>di</strong> giovani <strong>di</strong>plomati e laureati<br />

— dal raddoppiato numero <strong>di</strong> ore <strong>di</strong> cassa <strong>di</strong> integrazione e dalla chiusura<br />

dei tra<strong>di</strong>zionali sbocchi dell’emigrazione<br />

— dalla gravissima situazione, esemplificata dalla fabbrica ANIC <strong>di</strong><br />

Manfredonia: è questo un caso emblematico della con<strong>di</strong>zione delle<br />

strutture industriali della provincia, in cui la precarietà degli assetti<br />

occupazionali e produttivi si coniuga ad una sostanziale inadeguatezza<br />

delle misure in<strong>di</strong>spensabili <strong>di</strong> <strong>di</strong>fesa dell’ambiente e della<br />

salute delle popolazioni.<br />

Dopo il fallimento della cosiddetta « strategia » dei poli <strong>di</strong> sviluppo<br />

industriale e turistico e delle integrazioni comunitarie, si pone oggettivamente<br />

l’esigenza del rilancio <strong>di</strong> una visione alternativa dello sviluppo<br />

che faccia leva sulla realizzazione del progetto speciale per<br />

l’utilizzazione intersettoriale delle acque, degli schemi idrici nelle regioni<br />

Puglia e Basilicata e, quin<strong>di</strong>, sulla irrigazione, sulla trasformazione<br />

agraria e sull’industrializzazione del Tavoliere, (bietola, pomodoro,<br />

uva, olio, ortofrutta), sul recupero delle terre incolte, sulla forestazione<br />

e lo sviluppo della zootecnia, sulla unificazione dei contratti<br />

agrari in quello <strong>di</strong> fitto, sullo sviluppo della cooperazione e<br />

dell’associazionismo, nella battaglia per la revisione delle norme comunitarie,<br />

per la utilizzazione piena e la valorizzazione delle risorse<br />

tutte.<br />

Attenzione particolare va posta alla utilizzazione delle risorse proprie<br />

del nostro territorio, per una loro maggiore incidenza sullo sviluppo<br />

economico della provincia: dal metano alle saline <strong>di</strong> Margherita<br />

<strong>di</strong> Savoia, dalla pietra <strong>di</strong> Apricena, alle sorgenti <strong>di</strong> acque minerali, alla<br />

bauxite, ecc.<br />

4


_____________________________________________________________________LINEE PROGRAMMATICHE<br />

Solo così può profilarsi la possibilità reale <strong>di</strong> creare rapidamente<br />

una grande area attrezzata per uno sviluppo integrato agro-industrialecommerciale-turistico<br />

nella seconda grande pianura d’Italia, nella quale<br />

sia possibile combinare l’utilizzazione dei semilavorati, dei gran<strong>di</strong><br />

complessi industriali <strong>di</strong> base, le risorse umane e materiali della nostra<br />

terra, e pervenire a processi <strong>di</strong> sviluppo indotto, <strong>di</strong> ricerca <strong>di</strong> nuove<br />

tecnologie, non solo in relazione all’agricoltura, ma anche in <strong>di</strong>rezione<br />

<strong>di</strong> settori trainanti, dando un contributo alla risoluzione dei problemi<br />

produttivi nazionali, al superamento del carovita, in una nuova visione<br />

non <strong>di</strong> contrapposizione, ma <strong>di</strong> riequilibrio dei vari settori economici e<br />

del territorio.<br />

Questo programma va perseguito unitamente al rilancio della e<strong>di</strong>lizia<br />

pubblica, scolastica, abitativa popolare, alla realizzazione <strong>di</strong> infrastrutture<br />

sociali, alla attuazione degli investimenti e delle opere promosse<br />

dai governi dopo le forti lotte sindacali, alla valorizzazione dei<br />

laghi e allo sviluppo <strong>di</strong> una moderna produzione ittica, <strong>di</strong> un turismo<br />

<strong>di</strong> massa.<br />

Si deve por mano, inoltre, alla creazione del Terzo centro Universitario<br />

pugliese, già sottoposto a delibera del CIPE,<br />

— ad un piano <strong>di</strong> emergenza per l’occupazione giovanile e femminile<br />

— al sostegno prioritario, in un preciso quadro <strong>di</strong> riferimento, delle<br />

piccole e me<strong>di</strong>e imprese agricole, industriali, commerciali, artigianali.<br />

Nel breve periodo, questo programma può costituire il binario obbligato<br />

per il rilancio <strong>di</strong> una nuova espansione produttiva e per lo sviluppo<br />

dell’occupazione, essere quin<strong>di</strong> un contributo alla rinascita del<br />

Mezzogiorno, <strong>parte</strong>ndo dall’esperienza reale delle masse popolari e<br />

dai loro obiettivi <strong>di</strong> lotta.<br />

Solo così la provincia <strong>di</strong> <strong>Foggia</strong> può collegarsi ad un processo <strong>di</strong><br />

riconversione nazionale dell’apparato produttivo e <strong>parte</strong>ciparvi da protagonista,<br />

con una propria peculiare identità. In questa <strong>di</strong>rezione l’amministrazione<br />

provinciale dovrà muoversi promuovendo iniziative <strong>di</strong><br />

lotta, <strong>di</strong> confronto, <strong>di</strong> incontro, tra gli EE.LL., i sindacati e le forze politiche<br />

e culturali:<br />

— stimolando l’iniziativa politica e legislativa della Regione e la<br />

redazione <strong>di</strong> un piano regionale <strong>di</strong> sviluppo democraticamente definito<br />

contribuendo alla creazione <strong>di</strong> strutture programmatorie comprensoriali,<br />

ai piani zonali, ai nuovi in<strong>di</strong>rizzi culturali e alla selezione degli<br />

investimenti;<br />

5


LINEE PROGRAMMATICHE_____________________________________________________________________<br />

— battendosi per una applicazione integrale e rapida della legge 183<br />

sui nuovi finanziamenti per il Mezzogiorno, per la loro utilizzazione<br />

in modo nuovo, per progetti integrati <strong>di</strong> sviluppo;<br />

— per l’esercizio dei nuovi poteri delle Regioni e degli EE.LL.;<br />

— per il superamento della Cassa per il Mezzogiorno.<br />

A tal fine va anche considerata l’esigenza <strong>di</strong> affermare la priorità<br />

<strong>di</strong> nuovi impianti, pur ammodernando quelli preesistenti, e va sottolineato<br />

il carattere aggiuntivo e non sostitutivo dei nuovi finanziamenti<br />

generali nazionali in or<strong>di</strong>ne a riconversioni produttive, anche in riferimento<br />

alle <strong>di</strong>chiarazioni programmatiche del Governo nazionale.<br />

Per quel che riguarda la<br />

Programmazione.<br />

L’Amministrazione <strong>Provinciale</strong> deve pianificare i bisogni emergenti<br />

ed i mezzi e le risorse reperibili (eliminando drasticamente sprechi<br />

e spese inutili) secondo criteri <strong>di</strong> priorità, <strong>di</strong> rigore e <strong>di</strong> razionalità<br />

democraticamente definiti. I bilanci devono essere incentrati sulle<br />

priorità realizzabili nel corso <strong>di</strong> un esercizio finanziario. Dato il limite<br />

delle risorse potranno configurarsi realizzazioni graduali per stralci <strong>di</strong><br />

progetti da completare con l’impegno <strong>di</strong> spesa <strong>di</strong> più bilanci. In questo<br />

caso possono configurarsi bilanci poliennali. I lavori per il bilancio<br />

<strong>1977</strong> devono avviarsi imme<strong>di</strong>atamente in modo da garantire un’ampia<br />

consultazione e possibilmente, l’approvazione nei termini <strong>di</strong> legge.<br />

Ai fini della pianificazione e della gestione la Provincia dovrà dotarsi<br />

<strong>di</strong> una adeguata attrezzatura tecnico-scientifica e <strong>di</strong> dati conoscitivi<br />

necessari, utilizzando, ristrutturandoli, i suoi uffici tecnici, creando<br />

un Ufficio stu<strong>di</strong> che si avvalga anche <strong>di</strong> collaborazioni esterne<br />

con istituti qualificati, borsisti e contrattisti; utilizzando inoltre pienamente<br />

le strutture e il personale già esistenti presso la <strong>Biblioteca</strong> <strong>Provinciale</strong><br />

e la Scuola Superiore <strong>di</strong> Sicurezza e Servizio Sociale.<br />

Partecipazione.<br />

Un fatto costante dell’Amministrazione <strong>Provinciale</strong> dev’essere la<br />

<strong>parte</strong>cipazione, la consultazione, il confronto ed il <strong>di</strong>battito con le forze<br />

politiche democratiche, cooperative, con le organizzazioni sindacali<br />

dei lavoratori, impren<strong>di</strong>toriali e settoriali; con il mondo della scuola e<br />

con gli operatori sociali e sanitari; con i Comuni, le Comunità montane,<br />

i Comprensori, i Consigli <strong>di</strong> quartiere, <strong>di</strong> fabbrica e le altre istitu-<br />

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_____________________________________________________________________LINEE PROGRAMMATICHE<br />

zioni democratiche per arricchire e sollecitare sempre <strong>di</strong> più la <strong>parte</strong>cipazione<br />

popolare alla vita del Consiglio <strong>Provinciale</strong>.<br />

<strong>La</strong> priorità dei Comprensori.<br />

Nel contesto dell’azione per la conquista <strong>di</strong> un ruolo nuovo della<br />

Provincia e <strong>di</strong> mezzi adeguati, <strong>di</strong>venta decisiva e prioritaria<br />

l’iniziativa per la costituzione (d’intesa con i Comuni interessati, e recependo<br />

la spinta in atto delle forze sociali, politiche e sindacali) dei<br />

comprensori <strong>di</strong> pianura, del Basso e dell’Alto Tavoliere.<br />

Questi, con le comunità montane del Gargano e del Subappennino<br />

meri<strong>di</strong>onale e settentrionale già avviate a vita sia pure stentata, costituiscono<br />

gli organi primari <strong>di</strong> una programmazione articolata che va<br />

però coor<strong>di</strong>nata e vista in un <strong>di</strong>segno <strong>di</strong> carattere provinciale e regionale.<br />

L’azione <strong>di</strong> promozione, <strong>di</strong> sostegno e <strong>di</strong> coor<strong>di</strong>namento, d’intesa<br />

con la regione e con i comuni, deve investire anche la creazione:<br />

— dei bacini <strong>di</strong> traffico;<br />

— delle unità socio-sanitarie;<br />

— <strong>di</strong> una nuova rete commerciale;<br />

— dei <strong>di</strong>stretti scolastici e delle strutture culturali, operando per la regionalizzazione<br />

dei Centri <strong>di</strong> servizio culturale delegandone la gestione<br />

agli EE.LL. e in collegamento con gli organi democratici<br />

della scuola, nonché per un potenziamento e una ristrutturazione<br />

comprensoriale del Sistema <strong>Biblioteca</strong>rio <strong>Provinciale</strong>.<br />

Per il loro avvio e per il loro pieno funzionamento, ponendo anche<br />

a <strong>di</strong>sposizione propri mezzi, uffici, servizi e capacità, la Provincia opererà<br />

con l’obiettivo anche <strong>di</strong> favorire e agevolare il collegamento<br />

coi comuni, i comprensori e le comunità montane. Nell’affermarsi <strong>di</strong><br />

questo « nuovo ruolo », la stessa <strong>di</strong>stinzione tra compiti cosiddetti <strong>di</strong> istituto<br />

e compiti facoltativi può essere positivamente superata.<br />

<strong>La</strong> Provincia, in tal modo, può <strong>di</strong>venire uno dei protagonisti essenziali<br />

per una nuova politica economica e sociale programmata, stimolatrice<br />

della <strong>parte</strong>cipazione popolare, animatrice del decentramento<br />

culturale e dell’ulteriore crescita civile e sociale delle comunità locali.<br />

In questo modo, può avviarsi, nei fatti, un processo <strong>di</strong> superamento<br />

dei suoi compiti tra<strong>di</strong>zionali, settoriali e parcellizzati, per assumerne<br />

dei nuovi, esercitando poteri propri e delegati, conquistando e costruendo<br />

un suo reale spazio nel sistema delle autonomie, come valido<br />

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LINEE PROGRAMMATICHE_____________________________________________________________________<br />

Ente interme<strong>di</strong>o tra Regione e Comuni, con funzioni specifiche a<br />

competenza generale oltre che <strong>di</strong> promozione e <strong>di</strong> coor<strong>di</strong>namento, non<br />

in concorrenza nè con le prerogative della Regione, nè con quelle lei<br />

Comuni. Le deleghe dei poteri regionali, pertanto, come del resto già<br />

previsto nell’accordo regionale, dovranno andare esclusivamente agli<br />

enti elettivi, in primo luogo ai Comuni, i quali li esercitano <strong>di</strong>rettamente<br />

e in forma associata, ed alla Provincia relativamente alle attività<br />

li coor<strong>di</strong>namento, promozione e sostegno tra Comuni, Associazioni<br />

consortili, comprensori, comunità montane.<br />

Le consulte.<br />

Rilevando la particolare importanza della questione femminile e<br />

Iella con<strong>di</strong>zione dei giovani, emersa dalla Conferenza sulla occupazione,<br />

la Provincia provvederà alla formazione:<br />

a) <strong>di</strong> una Consulta provinciale giovanile che concorra ad affrontare<br />

un piano <strong>di</strong> emergenza per l’occupazione giovanile, con iniziative<br />

proprie, raccordate alle determinazioni rivenienti da leggi nazionali<br />

previste nel programma <strong>di</strong> Governo, alle iniziative regionali e<br />

degli Enti locali, nonché iniziative rivolte ad interpretare e sostenere<br />

le istanze economiche, sociali e culturali delle masse giovanili;<br />

b) <strong>di</strong> una Consulta femminile provinciale come strumento unitario <strong>di</strong><br />

elaborazione e <strong>di</strong> stimolo ad affrontare i problemi femminili, sulla<br />

base delle richieste unitarie presentate alla Conferenza<br />

sull’occupazione dalle Associazioni femminili democratiche, dai<br />

movimenti femminili dei partiti dell’arco costituzionale e dalle responsabili<br />

femminili della Federazione sindacale in Italia; dalla<br />

Commissione provinciale per il lavoro a domicilio secondo la legge<br />

nazionale;<br />

c) <strong>di</strong> una Consulta <strong>Provinciale</strong> per gli Emigrati e le rispettive famiglie,<br />

nel quadro delle in<strong>di</strong>cazioni delle conferenze regionale e nazionale.<br />

Commissione e rappresentanze.<br />

Le Commissioni Consiliari devono essere rapidamente ricostituite<br />

con l’attribuzione delle loro presidenze a tutte le forze democratiche<br />

antifasciste senza alcuna esclusione.<br />

Il loro regolamento deve essere aggiornato per assicurare una migliore<br />

funzionalità.<br />

Particolare importanza deve essere data, per la complessità delle<br />

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_____________________________________________________________________LINEE PROGRAMMATICHE<br />

materie e delle situazioni, alle Commissioni per il Personale, per la<br />

Programmazione e l’assetto del territorio, socio-sanitaria e per la<br />

Scuola. Devono essere nominati con estrema sollecitu<strong>di</strong>ne tutti i rappresentanti<br />

della Provincia in altri Enti e devono essere equamente assicurati<br />

i <strong>di</strong>ritti <strong>di</strong> rappresentanza e <strong>di</strong> <strong>parte</strong>cipazione a tutte le forze<br />

politiche che hanno sottoscritto il documento generale <strong>di</strong> intesa politica<br />

dell’11-9-1976, in<strong>di</strong>pendentemente dalle loro scelte nei vari organi,<br />

enti ed aziende, <strong>di</strong> derivazione, totale o parziale della provincia.<br />

Collegialità e rigore amministrativo.<br />

Va affermata la collegialità nelle scelte, nelle decisioni, nella esecuzione<br />

e nei controlli della Giunta e degli altri organismi operanti<br />

nell’Amministrazione <strong>Provinciale</strong> impedendo parcellizzazioni, lottizzazioni,<br />

lassismi e comunque condotte unilaterali. Deve essere intrapresa<br />

subito una ferma azione per la compilazione e l’approvazione<br />

dei consuntivi, inesistenti dal 1972. <strong>La</strong> nuova Giunta stu<strong>di</strong>erà e deciderà<br />

la organizzazione degli assessorati per branche <strong>di</strong> interventi (<strong>di</strong>partimenti).<br />

Va redatto un inventano dei beni della Provincia e iniziata una azione<br />

<strong>di</strong> recupero degli immobili attualmente abbandonati o male utilizzati<br />

per destinarli a fini economici e sociali.<br />

Legge 382 e deleghe.<br />

E’ essenziale a tal fine che venga eliminato ogni ulteriore ritardo<br />

da <strong>parte</strong> del Governo nell’espletamento <strong>di</strong> tutti gli adempimenti relativi<br />

alla applicazione della legge 382 per il completamento del passaggio<br />

alle Regioni ed agli EE.LL. delle funzioni previste dalla Costituzione.<br />

In tal senso la Provincia, anche attraverso l’Unione regionale delle<br />

province pugliesi, interverrà attivamente e si farà promotrice <strong>di</strong> tutte<br />

quelle iniziative utili ad assicurare la più ampia consultazione delle<br />

province e dei comuni.<br />

<strong>La</strong> Provincia contribuirà in questo quadro alla piena attuazione del<br />

passaggio delle deleghe agli EE.LL.<br />

Legge comunale e provinciale.<br />

<strong>La</strong> Provincia si batterà per l’abrogazione del Testo unico della<br />

Legge comunale e provinciale, perché sia Sostituito con una legge<br />

9


LINEE PROGRAMMATICHE_____________________________________________________________________<br />

quadro <strong>di</strong> principi per un nuovo or<strong>di</strong>namento delle autonomie, onde<br />

adeguare compiti e funzioni degli EE.LL. alla nuova realtà politicoistituzionale.<br />

Finanza.<br />

Ha ormai assunto i caratteri <strong>di</strong> una autentica « emergenza nazionale<br />

» la situazione finanziaria degli EE.LL. I perversi meccanismi —<br />

frutto <strong>di</strong> ritar<strong>di</strong> legislativi e <strong>di</strong> resistenze centralistiche — che l’hanno<br />

determinata e che ora rischiano <strong>di</strong> compromettere l’intera finanza<br />

pubblica, coinvolgendo in una crisi gravissima il complesso delle istituzioni<br />

democratiche, vanno bloccati e rimossi senza ulteriori indugi.<br />

E’ questo il messaggio democratico, ma consapevole, che è venuto<br />

anche recentemente al Convegno dell’ANCI <strong>di</strong> Viareggio sui problemi<br />

della finanza locale, ai cui esiti l’Amministrazione <strong>Provinciale</strong> <strong>di</strong> Capitanata<br />

intende ispirare la propria azione, per poter concretamente rispondere<br />

alla crescente domanda <strong>di</strong> servizi sociali e civili prioritari ed<br />

seprimere appieno le proprie potenzialità democratiche concretamente<br />

realizzatrici.<br />

L’Amministrazione provinciale, pertanto, si batterà per una riforma<br />

della finanza locale che, in una concezione unitaria della finanza<br />

pubblica, e sulla base <strong>di</strong> una <strong>parte</strong>cipazione democratica degli Enti<br />

locali e delle Regioni al reperimento delle risorse, tenda ad offrire basi<br />

<strong>di</strong> certezza <strong>di</strong> risorse agli Enti Locali, perché essi possano concretamente<br />

fondare su esse i propri programmi <strong>di</strong> ristrutturazione.<br />

Un risanamento della finanza locale, infatti, autenticamente demo -<br />

cratico, postula iniziative <strong>di</strong> orientamento politico e <strong>di</strong> legge, volte ad<br />

affermare scelte <strong>di</strong> fondo che poggino su:<br />

a) una rigida politica <strong>di</strong> selezione degli obiettivi <strong>di</strong> intervento pubblico<br />

e della spesa relativa.<br />

b) una politica programmata e <strong>parte</strong>cipata delle entrate<br />

c) una razionale utilizzazione del cre<strong>di</strong>to, quale elemento che governa<br />

il risanamento.<br />

Vanno perciò coerentemente definiti e realizzati piani per la ristrutturazione<br />

e riorganizzazione dei servizi.<br />

Nell’imme<strong>di</strong>ato — come misure <strong>di</strong> emergenza — la Provincia si<br />

batterà con gli altri Enti Locali (UPI-ANCI) per pervenire ad un «<br />

consolidamento » dei mutui, onde impe<strong>di</strong>re il perdurare <strong>di</strong> meccanismi<br />

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_____________________________________________________________________LINEE PROGRAMMATICHE<br />

<strong>di</strong> progressione geometrica dell’indebitamento; si dovrà giungere ad<br />

una <strong>parte</strong>cipazione degli Enti locali all’accertamento ed all’istruttoria<br />

del processo fiscale, nonché a meccanismi <strong>di</strong> perequamento (trasferimenti,<br />

contributi, cre<strong>di</strong>ti agevolati) per quelle aree del Paese caratterizzate<br />

da livelli <strong>di</strong> particolare depressione economica e sociale, e, infine,<br />

ad un riequilibrio tra Stato ed Enti Locali della ripartizione delle<br />

entrate.<br />

UN NUOVO MODO DI UTILIZZARE<br />

ANCHE ISTITUTI E STRUTTURE ESISTENTI<br />

Scuola e Cultura.<br />

<strong>La</strong> Provincia deve, <strong>di</strong> concerto con i comuni, le comunità ed i<br />

comprensori dare un piano per il coor<strong>di</strong>namento della programmazione<br />

scolastica e culturale, assumere come punto <strong>di</strong> riferimento il sistema<br />

scolastico e il sistema bibliotecario provinciale.<br />

Il fine è l’esercizio reale del <strong>di</strong>ritto allo stu<strong>di</strong>o,<br />

— lo sviluppo della preparazione professionale,<br />

— la riqualificazione della funzione della scuola e il suo raccordo con<br />

il problema dell’occupazione e delle esigenze <strong>di</strong> sviluppo economico<br />

e sociale,<br />

— la riqualificazione del lavoro dell’insegnante e degli operatori impegnati<br />

in tutte le strutture culturali della Provincia, migliorando la<br />

loro professionalità,<br />

— lo sviluppo della sperimentazione e della ricerca,<br />

— una educazione permanente dei lavoratori, dei giovani e delle ragazze.<br />

Gli strumenti:<br />

— lo sviluppo dell’e<strong>di</strong>lizia scolastica, <strong>di</strong> strutture culturali polivalenti:<br />

dei corsi delle 150 ore, delle mense, dei laboratori, delle biblioteche;<br />

così da trasformarli in un sistema socio-culturale unitario<br />

aperto a tutti i tipi <strong>di</strong> istruzione e opportunamente collegato con il<br />

programma <strong>di</strong> altri settori (trasporti, centri <strong>di</strong> servizi sociali della<br />

Provincia e dei Comuni, ecc.).<br />

Particolare rilievo, in questo quadro, — per la realizzazione dei fini<br />

sopraccennati — assumono la <strong>Biblioteca</strong> <strong>Provinciale</strong> ed il Sistema<br />

11


LINEE PROGRAMMATICHE_____________________________________________________________________<br />

bibliotecario provinciale per il loro ra<strong>di</strong>camento nella realtà del territorio<br />

e per la loro obiettiva e già validamente sperimentata capacità <strong>di</strong><br />

costituirsi come punti <strong>di</strong> riferimento e <strong>di</strong> raccordo per una nuova politica<br />

culturale, che organicamente riesca a collegarsi con le potenzialità<br />

già espresse e soprattutto con quelle da promuovere a livello delle altre<br />

strutture culturali, istituzionali ed associative. Per altro verso, la<br />

<strong>Biblioteca</strong> <strong>Provinciale</strong>, per la sua dotazione libraria e tecnica, per i<br />

programmi <strong>di</strong> sviluppo già in via <strong>di</strong> attuazione in sede catalografica e<br />

<strong>di</strong> automazione, potrà essere considerata una valida infrastruttura <strong>di</strong><br />

elaborazione scientifica nella battaglia che la Provincia concorrerà a<br />

condurre per la riforma della scuola e dell’università.<br />

In quest’ambito, l’azione per l’istituzione del Terzo Centro universitario<br />

pugliese, già sottoposto al parere del CIPE, deve conseguire<br />

un obiettivo imme<strong>di</strong>ato, in attuazione della scelta unitaria regionale.<br />

L’università dovrà rispondere:<br />

— all’esigenza <strong>di</strong> promuovere la ricerca scientifica e la formazione <strong>di</strong><br />

nuovi quadri, sì da rovesciare il ruolo subalterno della provincia e<br />

della città, invertendo le tendenze attuali nello sviluppo sociale e<br />

universitario pugliese e meri<strong>di</strong>onale e volgendolo verso un nuovo<br />

tipo <strong>di</strong> sviluppo, sollecitato dalle lotte unitarie delle masse popolari;<br />

— ad un carattere moderno delle strutture universitarie, quali il « <strong>di</strong>partimento<br />

», che organizzi e coor<strong>di</strong>ni uno o più settori <strong>di</strong> ricerca e<br />

<strong>di</strong> insegnamento aventi finalità e caratteristiche comuni.<br />

A tal fine va aggiornata e funzionalizzata l’indagine scolastica.<br />

L’Amministrazione provinciale stimolerà, infine, una politica culturale<br />

decentrata, democratica e antifascista, che <strong>di</strong>a una risposta adeguata<br />

e moderna alla domanda culturale che viene dalle gran<strong>di</strong> masse<br />

popolari e giovanili e che salvaguar<strong>di</strong> e valorizzi il patrimonio artistico,<br />

dei beni culturali e ambientali (archeologici, monumentali, museologici,<br />

paesaggistici e speleologici) esistenti in provincia.<br />

Sanità - Assistenza - Servizi sociali.<br />

Per l’accentuarsi del bisogno <strong>di</strong> allargare il campo della prevenzione,<br />

si evidenzia sempre più una commistione tra le <strong>di</strong>verse branche<br />

<strong>di</strong> attività, in particolare per quelle affezioni che, una volta sviluppate,<br />

fanno del soggetto un assistito dell’Ente, in una provincia nella quale<br />

mancano istituti a gestione <strong>di</strong>retta.<br />

<strong>La</strong> prevenzione è <strong>di</strong>ventata un’esigenza inderogabile, ai fini della<br />

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_____________________________________________________________________LINEE PROGRAMMATICHE<br />

tutela della salute e, nei tempi lunghi, per un razionale impegno della<br />

spesa.<br />

Per superare l’attuale spreco <strong>di</strong>sor<strong>di</strong>nato <strong>di</strong> risorse e rendere efficienti<br />

i servizi, è necessario concentrare l’iniziativa della Provincia<br />

nell’attuazione <strong>di</strong> un modo nuovo <strong>di</strong> concepire l’assistenza e<br />

l’intervento sanitario. I servizi psichiatrici, per esempio, non possono<br />

più essere considerati un corpo separato e segregante del mondo sanitario<br />

e della sicurezza sociale. Il problema va risolto definitivamente<br />

— nell’ambito <strong>di</strong> una riforma unitaria e globale del nostro or<strong>di</strong>namento<br />

sociale e sanitario — superando, sia pure gradualmente, l’istituto «<br />

manicomiale », sviluppando servizi modernamente organizzati nel territorio<br />

o in « gruppi <strong>di</strong> famiglia », ecc., collegati alle altre iniziative sanitarie,<br />

soprattutto <strong>di</strong> me<strong>di</strong>cina preventiva, alle unità sanitarie locali e<br />

ai consorzi Sociosanitari.<br />

A tal uopo, dovrà essere potenziato e qualificato il Centro <strong>di</strong> Igiene<br />

Mentale, con ramificazione <strong>di</strong> una rete <strong>di</strong>spensariale, con la costituzione<br />

<strong>di</strong> istituti psico-pedagogici, laboratori protetti, ecc.<br />

Il problema dei cosiddetti « malati <strong>di</strong> mente », nell’accezione più<br />

vasta, è una piaga sociale che va combattuta da tutta la collettività, eliminandone<br />

le cause (<strong>di</strong>sgregazione sociale, « stress » nelle fabbriche<br />

e nei posti <strong>di</strong> lavoro, emigrazione, denutrizione) e operando per un inserimento<br />

attivo <strong>di</strong> questi soggetti nel tessuto sociale e produttivo.<br />

Analogo orientamento deve presiedere al superamento <strong>di</strong> altre istituzioni,<br />

come brefotrofi, orfanotrofi, scuola <strong>di</strong>fferenziale, gerontocomi,<br />

istituti per han<strong>di</strong>cappati ecc.; devono essere potenziati, infine, in<br />

modo programmato, i presi<strong>di</strong> sanitari, i consultori e ristrutturata la<br />

scuola per subnormali, ecc.<br />

<strong>La</strong> Provincia realizzerà iniziative tese alla deistituzionalizzazione e<br />

alla revisione della convenzione con l’ospedale psichiatrico ed alla riqualificazione,<br />

in modo adeguato, dell’assegno per cure a domicilio<br />

degli assistiti.<br />

<strong>La</strong> Provincia si farà promotrice <strong>di</strong> una conferenza provinciale <strong>di</strong><br />

sanità, che affronti i problemi relativi alla realizzazione della riforma<br />

sanitaria e alla istituzione del servizio sanitario nazionale in rapporto<br />

alla situazione generale della Provincia <strong>di</strong> <strong>Foggia</strong>, in modo da prospettare<br />

alla Regione le in<strong>di</strong>cazioni e le conclusioni alle quali giungeranno<br />

gli EE.LL., gli utenti, le forze sindacali e professionali interessate, nel<br />

quadro della programmazione sanitaria regionale.<br />

In questo ambito affronterà il problema della costituzione dei con-<br />

13


LINEE PROGRAMMATICHE_____________________________________________________________________<br />

sorzi socio-sanitari e promuoverà la unificazione delle strutture ospedaliere<br />

del capoluogo.<br />

Un in<strong>di</strong>spensabile ruolo, nella formazione del personale da utilizzare<br />

quali operatori sociali sul territorio, va assegnato, attraverso<br />

una adeguata ristrutturazione dei programmi e della gestione complessiva,<br />

alla Scuola superiore <strong>di</strong> Sicurezza e <strong>di</strong> Servizio Sociale, tenendo<br />

presenti i bisogni effettivi della comunità e la destinazione occupazionale<br />

degli operatori stessi.<br />

<strong>La</strong> Provincia dovrà intervenire, utilizzando pienamente le attrezzature<br />

del <strong>La</strong>boratorio <strong>di</strong> Igiene e Profilassi e sviluppandone le potenzialità,<br />

in collaborazione con la Regione, la Magistratura e con<br />

l’Istituto Superiore <strong>di</strong> Sanità, contro l’inquinamento delle acque e dei<br />

fiumi, dei laghi, del mare e dell’atmosfera, contro l’avvelenamento <strong>di</strong><br />

ampie zone <strong>di</strong> territorio, contro le fro<strong>di</strong> alimentari e le sofisticazioni,<br />

contro la nocività dell’ambiente <strong>di</strong> lavoro, ecc.<br />

In questo senso è necessario operare per un nuovo equilibrio ecologico<br />

nella produzione e riproduzione della fauna, promuovendo la<br />

realizzazione <strong>di</strong> parchi, <strong>di</strong> zone <strong>di</strong> ripopolamento e coltura, <strong>di</strong> oasi <strong>di</strong><br />

protezione e rifugio, e potenziando le attrezzature per una incubazione<br />

ittica, per favorire, tra l’altro, migliori con<strong>di</strong>zioni per la caccia e la pesca.<br />

A tale proposito, la Provincia si adopererà per ridurre ed eliminare<br />

il riservismo privato e per una nuova e democratica regolamentazione<br />

<strong>di</strong>tali attività.<br />

L’esistente <strong>La</strong>boratorio <strong>di</strong> analisi dei terreni, inoltre, va restituito<br />

ad una piena funzionalità operativa.<br />

Sul piano della tutela sanitaria la Provincia dovrà intervenire per la<br />

prevenzione delle malattie sociali e <strong>di</strong> quelle infettive, garantendo al<br />

LIP strumenti moderni e possibilità <strong>di</strong> qualificazione che consentano<br />

l’uso <strong>di</strong> metodologie <strong>di</strong> intervento sempre più adeguate alle necessità.<br />

Inoltre dovrà essere fortemente sostenuta e potenziata l’iniziativa a favore<br />

dei Comuni, promuovendo anche appositi consorzi per dotare le<br />

comunità locali <strong>di</strong> depuratori, inceneritori e <strong>di</strong> un approvigionamento<br />

idrico sicuro sotto il profilo igienico.<br />

Agricoltura.<br />

<strong>La</strong> ripresa dell’agricoltura, lo sviluppo dell’impresa coltivatrice<br />

singola ed associata, un nuovo rapporto tra agricoltura, industria e<br />

14


_____________________________________________________________________LINEE PROGRAMMATICHE<br />

mercato sono la con<strong>di</strong>zione essenziale per uscire dalla crisi, per avviare<br />

un <strong>di</strong>verso ed equilibrato sviluppo economico, per un’efficace lotta<br />

al carovita, per la salvaguar<strong>di</strong>a e il riassetto del territorio.<br />

Un contributo decisivo per l’affermazione <strong>di</strong> tale linea, tesa ad allargare<br />

le basi produttive agricole, può e deve venire dalla Regione e<br />

dagli EE.LL.; in questo senso la Provincia interverrà per la promozione<br />

ed il sostegno dell’associazionismo conta<strong>di</strong>no, nella fase della produzione<br />

e trasformazione, commercializzazione e <strong>di</strong>stribuzione dei<br />

prodotti agricoli, con particolare riguardo ai problemi dello sviluppo<br />

della zootecnia.<br />

<strong>La</strong> Provincia, inoltre, opererà per la piena utilizzazione delle terre<br />

incolte e mal coltivate, in particolare <strong>di</strong> quelle comunali e <strong>di</strong> uso civico<br />

e <strong>di</strong> altri enti pubblici.<br />

E’ necessario, altresì, che la Provincia intervenga a sostegno ed in<br />

aiuto delle Comunità montane, per facilitarne il ruolo e l’iniziativa.<br />

Accanto a questa gamma <strong>di</strong> interventi, si dovrà operare, in collaborazione<br />

con la Regione e con gli altri strumenti <strong>di</strong> intervento pubblico<br />

in agricoltura, per il riassetto idrogeologico, in via prioritaria,<br />

per un’indagine geologica del Subappennino e del Gargano, con legge<br />

regionale, per la forestazione, per il completamento del-<br />

l’elettrificazione rurale, utilizzando i progetti già elaborati a tale proposito,<br />

per lo sviluppo <strong>di</strong> una rete <strong>di</strong> servizi civili e sociali essenziali<br />

nelle zone agricole e nelle borgate.<br />

Sulla base degli orientamenti generali posti per un nuovo tipo <strong>di</strong><br />

sviluppo, per i comprensori e le Comunità montane e per iniziative<br />

adeguate a realizzarli, si porrà particolare impegno a mobilitare, in<br />

collaborazione con la Regione ed i suoi strumenti <strong>di</strong> intervento, i Centri<br />

sperimentali e gli Enti interessati pre<strong>di</strong>sponendo tutte le misure necessarie:<br />

— per i piani <strong>di</strong> zona, <strong>di</strong> Comprensori e delle Comunità Montane;<br />

— per rendere operante l’esistente centro <strong>di</strong> analisi dei terreni;<br />

— per concorrere a strutture per le indagini <strong>di</strong> mercato e degli in<strong>di</strong>rizzi<br />

colturali;<br />

— per concorrere alla sistemazione della viabilità minore; promu ovendo<br />

iniziative unitarie per i provve<strong>di</strong>menti per i danni da calamità.<br />

<strong>La</strong>vori pubblici e strade.<br />

<strong>La</strong> Provincia si darà un piano per la razionalizzazione, riclassificazione<br />

e re<strong>di</strong>stribuzione della rete viaria, (già oggi <strong>di</strong> 2400 Km.), con<br />

15


LINEE PROGRAMMATICHE_____________________________________________________________________<br />

rigorosi criteri e priorità, che evitino casualità ed episo<strong>di</strong>cità degli interventi,<br />

o peggio, criteri <strong>di</strong> opportunità clientelare e <strong>di</strong> collegio, affrontando<br />

gradualmente anche la sistemazione delle strade <strong>di</strong>ssestate,<br />

rilevate dal Consorzio <strong>di</strong> Bonifica, previa valutazione della loro reale<br />

utilità economica e sociale, o aprendo nuove strade in rapporto ai<br />

mezzi reperibili.<br />

<strong>La</strong> pianificazione deve avvenire in rapporto alle ipotesi <strong>di</strong> sviluppo,<br />

alla <strong>di</strong>namica della organizzazione del territorio, delle nuove<br />

aggregazioni e delle esigenze collettive.<br />

Al fine <strong>di</strong> un razionale utilizzo dei limitati fon<strong>di</strong> <strong>di</strong>sponibili, l’Ente<br />

dovrà dotarsi <strong>di</strong> adeguate attrezzature meccaniche per l’or<strong>di</strong>naria manutenzione,<br />

provvedendo a ristrutturare il funzionamento del servizio<br />

dei cantonieri e dell’Ufficio tecnico.<br />

Trasporti<br />

<strong>La</strong> Provincia <strong>di</strong> <strong>Foggia</strong>, per la sua posizione geografica e per le sue<br />

caratteristiche territoriali morfologiche e <strong>di</strong>mensionali, è sede <strong>di</strong> intensi<br />

traffici ferroviari, stradali e marittimi, ed anche aerei, sia pure in assenza<br />

<strong>di</strong> centri propri <strong>di</strong> irra<strong>di</strong>azione (aeroporti).<br />

L’Amministrazione provinciale è impegnata alla razionalizzazione<br />

del sistema dei trasporti che si inserisce in tali traffici, finalizzandolo<br />

alle effettive esigenze attuali e future <strong>di</strong> mobilità degli utenti e delle<br />

merci, anche in funzione dello sviluppo economico e degli inse<strong>di</strong>amenti<br />

nel territorio <strong>di</strong> natura agricola, industriale, turistica, scolastica,<br />

sanitaria, ecc.<br />

In generale si tratterà <strong>di</strong> intervenire per adeguarne il funzionamento<br />

dei servizi e per il potenziamento e la dotazione <strong>di</strong> più adeguate<br />

strutture ed infrastrutture ferroviarie, stradali, marittime e aeroportuali.<br />

Per quanto attiene, in particolare, ai trasporti su strada, si renderà<br />

in<strong>di</strong>spensabile ed urgente provvedere ad estendere la gestione pubblica<br />

dei trasporti all’intero territorio della provincia, eventualmente me<strong>di</strong>ante<br />

la costituzione <strong>di</strong> un’Azienda provinciale <strong>di</strong> trasporti.<br />

Turismo e tempo libero.<br />

L’Amministrazione <strong>Provinciale</strong> opererà per salvaguardare e restituire<br />

ai citta<strong>di</strong>ni le località balneari, lacustri e turistiche, anche al fine<br />

<strong>di</strong> una piena e democratica riappropriazione del patrimonio monumentale,<br />

artistico e storico esistente in Capitanata. <strong>La</strong> stessa realizzazione<br />

16


_____________________________________________________________________LINEE PROGRAMMATICHE<br />

<strong>di</strong> attrezzature sportive e per il tempo libero, nonché la valorizzazione<br />

delle tra<strong>di</strong>zioni culturali popolari devono essere incoraggiate e stimolate<br />

d’intesa con gli EE.LL. e le organizzazioni sportive, ricreative <strong>di</strong><br />

massa e culturali.<br />

Personale.<br />

Il personale deve essere sempre più <strong>parte</strong>cipe del grande compito<br />

<strong>di</strong> adeguare la Provincia alle nuove esigenze delle masse popolari e<br />

delle Comunità locali, e quin<strong>di</strong> <strong>di</strong> rinnovarne la funzione e le strutture.<br />

Questo <strong>di</strong>segno, infatti, può <strong>di</strong>fficilmente essere attuato senza l’apporto<br />

convinto dell’insieme dei lavoratori operanti a tutti i livelli nell’Amministrazione<br />

<strong>Provinciale</strong>. Ciò comporta il superamento <strong>di</strong> ogni<br />

elemento <strong>di</strong> autoritarismo e paternalismo, <strong>di</strong> ogni avvilente pratica<br />

clientelare e corporativa, concorsi seri nelle assunzioni, e richiede una<br />

ampia e consapevole corresponsabilizzazione del personale alle scelte<br />

ed alle realizzazioni dell’Amministrazione.<br />

Soltanto così i lavoratori dell’Amministrazione <strong>Provinciale</strong> potranno<br />

contribuire ad eliminare ogni forma <strong>di</strong> inefficienza e potranno<br />

esercitare con rinnovato impegno un proprio autonomo ruolo, realizzando<br />

— come tutti i citta<strong>di</strong>ni la loro aspirazione a contare ed a cambiare.<br />

Anche a tal fine, vanno ristrutturati gli stessi uffici e i servizi<br />

provinciali, riqualificando il personale ed utilizzandolo per settori <strong>di</strong><br />

intervento, sulla base <strong>di</strong> una <strong>parte</strong>cipazione attiva e corresponsabile,<br />

fondandosi sul criterio del <strong>di</strong>partimento e del lavoro d’ « équipe », come<br />

già avviene nelle più avanzate esperienze amministrative del nostro<br />

Paese.<br />

In questo spirito, si cercheranno le nuove forme necessarie ad una<br />

più ampia collaborazione con i sindacati., non solo dei <strong>di</strong>pendenti dell’Ente<br />

Provincia, ma con i sindacati generali.<br />

Le forze politiche che si riconoscono nel programma e nell’intesa<br />

politico-istituzionale che, esse ritengono, è ancora aperta alla adesione<br />

ed ai contributi della D.C., esprimono infine la volontà che questo loro<br />

sforzo costruttivo e democratico contribuisca a dare una reale sod<strong>di</strong>sfazione<br />

alle pressanti domande che vengono dalle popolazioni <strong>di</strong> Capitanata.<br />

Con altre parole, ancora più esplicite e chiare, non riteniamo chiuso<br />

il <strong>di</strong>scorso dell’intesa più ampia, <strong>di</strong> una intesa, cioè, rivolta a tutte<br />

le forze democratiche, non solo per quanto concerne queste linee pro-<br />

17


LINEE PROGRAMMATICHE_____________________________________________________________________<br />

grammatiche (che, del resto, presentiamo con la massima modestia ed<br />

alla ricerca <strong>di</strong> contributi <strong>di</strong> idee, <strong>di</strong> proposte <strong>di</strong> mo<strong>di</strong>fica, cioè, <strong>di</strong> una<br />

<strong>parte</strong>cipazione effettiva e concreta).<br />

Oltre che all’intero Consiglio <strong>Provinciale</strong>, questo nostro invito è<br />

rivolto in particolare, nei confronti delle forze politiche dell’arco costituzionale,<br />

firmatarie del documento <strong>di</strong> intesa dell’11 <strong>di</strong> settembre;<br />

così che, qualora la D.C. si <strong>di</strong>chiari pronta a far <strong>parte</strong>, in modo organico,<br />

della Giunta e ad assumere responsabilità <strong>di</strong>rette, anche solo<br />

nell’ambito della maggioranza, non troverà certamente ostacoli nei<br />

nostri tre partiti, nonché nel partito repubblicano e nel partito liberale,<br />

che hanno entrambi aderito alle nostre proposte programmatiche.<br />

Sono queste le posizioni che noi presentiamo, con la massima modestia<br />

e con l’atteggiamento aperto <strong>di</strong> chi richiede sempre nuovi apporti<br />

e contributi. Mentre non poniamo, quin<strong>di</strong>, pregiu<strong>di</strong>ziali <strong>di</strong> sorta,<br />

che anzi sempre rifiutiamo, ci auguriamo una <strong>di</strong>scussione proficua,<br />

che possa mettere in con<strong>di</strong>zione anche la nostra Provincia <strong>di</strong> realizzare<br />

ciò che in tanti Enti locali, Regioni e Province e Comuni d’Italia si è<br />

già realizzato.<br />

Le <strong>di</strong>fficoltà del momento politico ed economico, la grave situazione<br />

economica e sociale, non consentono più <strong>di</strong> dare speciose <strong>di</strong>stinzioni<br />

o <strong>di</strong> rifiutare apporti seri e costruttivi.<br />

Sono certo che se il partito della Democrazia Cristiana avesse <strong>parte</strong>cipato<br />

in modo pieno ai nostri lavori non sarebbero mancati contributi<br />

<strong>di</strong> idee alle linee <strong>di</strong> questo programma, che l’apporto <strong>di</strong> una forza<br />

politica popolare <strong>di</strong> così lunga esperienza avrebbe certamente reso più<br />

rappresentativo.<br />

Ci auguriamo che questo avvenga nel corso del <strong>di</strong>battito che certamente<br />

avrà luogo tra tutte le forze politiche democratiche.<br />

18


DISCORSO DEL PRESIDENTE<br />

E PROGRAMMA DELLA GIUNTA<br />

Signor Presidente, Colleghi Consiglieri, questa Assemblea si è appena<br />

espressa per la costituzione dei suoi organi esecutivi, chiamandomi<br />

all’ufficio <strong>di</strong> Presidente della Giunta <strong>Provinciale</strong>.<br />

Nel <strong>di</strong>chiarare <strong>di</strong> accettare, con deferente rispetto, questa in<strong>di</strong>cazione<br />

democraticamente espressiva <strong>di</strong> una scelta politica promanante<br />

dalla volontà popolare, è mio inten<strong>di</strong>mento rivolgere un saluto a questo<br />

consesso, nonché a tutte le Autorità, a tutte le forze e rappresentanze<br />

politiche, sindacali e sociali, ai rappresentanti della stampa, che<br />

sono e si riconoscono come strutture portanti dello stato democratico,<br />

in tutte le sue articolazioni e in tutti i suoi livelli <strong>parte</strong>cipativi previsti<br />

dalla Costituzione repubblicana ed antifascista.<br />

E’ quest’ultima una caratterizzazione non formale, che è permanentemente<br />

avvertita come esigenza culturale ed ideale, e <strong>di</strong> azione<br />

democratica concreta da chiunque, e specialmente da chi accingendosi<br />

ad occuparsi dell’amminis trazione della cosa pubblica non può non richiamarsi<br />

alla matrice democratica e popolare dello Stato repubblicano,<br />

nato dalle lotte e dalle conquiste della Resistenza.<br />

E’ in quelle battaglie ancora una volta, che noi tutti, così come, in<br />

quelle lotte altrettanto nobili e vigorose dei lavoratori italiani e della<br />

nostra Provincia, al fianco dei quali siamo stati e continuiamo fermamente<br />

ad essere, da noi dobbiamo saper riconoscere la matrice e il<br />

fondamento primario della nostra prassi; sono queste lotte, infatti, che<br />

oggi consentono attraverso la <strong>di</strong>namica rappresentativa, <strong>di</strong> esprimere il<br />

senso ed i valori allorché noi tutti ci accingiamo a tentarne concreta e<br />

democratica realizzazione.<br />

Il nostro compito non è facile, anche se è con coraggio e con non<br />

immotivata fiducia che inten<strong>di</strong>amo affrontarlo.<br />

Assistiamo, per contro, ad un salto <strong>di</strong> gravità della situazione economica<br />

e finanziaria del nostro Paese, che ha assunto <strong>di</strong>mensioni ed<br />

aspetti tali, da renderla qualitativamente <strong>di</strong>versa. I guasti si sono ingigantiti,<br />

i no<strong>di</strong> da sciogliere per invertire la rotta e risalire la china si<br />

sono ulteriormente intricati. Di qui la necessità <strong>di</strong> impegni non solo<br />

19


FRANCESCO KUNTZE__________________________________________________________________________<br />

maggiori ma anche qualitativamente <strong>di</strong>versi da <strong>parte</strong> degli Enti Locali,<br />

oltre che del Governo centrale.<br />

Non ritengo retorico affermare che la crisi dell’economia italiana e<br />

della pubblica Amministrazione è così profonda che, ove non adeguatamente<br />

affrontata, rischia <strong>di</strong> condurci in vie senza ritorno e <strong>di</strong> travolgere,<br />

con il <strong>di</strong>lagare selvaggio della inflazione e della <strong>di</strong>soccupazione,<br />

le stesse istituzioni democratiche. Al centro dell’attività dei<br />

pubblici poteri si pongono come decisivi i problemi degli investimenti,<br />

dell’occupazione, della lotta all’inflazione. Ne deriva la necessità <strong>di</strong><br />

una progressiva riduzione dei <strong>di</strong>savanzi pubblici, attraverso un contenimento<br />

selettivo della spesa corrente ed al tempo stesso un accrescimento<br />

delle entrate me<strong>di</strong>ante una politica fiscale rivolta a colpire le<br />

evasioni; un contenimento dei consumi superflui attraverso una ristrutturazione<br />

interna a vantaggio dei consumi sociali; investimenti selettivi<br />

in <strong>di</strong>rezione degli obiettivi prioritari per la ripresa economica e per<br />

le strutture civili e sociali che più <strong>di</strong>rettamente si connettono alla ripresa<br />

produttiva: riconversione industriale, Mezzogiorno, piano agricolo-alimentare,<br />

rilancio dell’e<strong>di</strong>lizia (abitativa, scolastica, sanitaria),<br />

trasporti.<br />

Il ruolo degli Enti Locali e delle Regioni per il raggiungimento <strong>di</strong><br />

questi obiettivi che stanno <strong>di</strong> fronte al Paese è quin<strong>di</strong> fondamentale.<br />

a questi obiettivi che dobbiamo rapportare anche la nostra azione<br />

<strong>di</strong> amministratori della Capitanata.Come, infatti, gli organi nazionali,<br />

secondo una intenzione manifestata anche dall’attuale governo, che ci<br />

auguriamo sia rispettata, devono saper «governare insieme con le regioni<br />

e gli enti locali ».<br />

E', infatti, dal salto <strong>di</strong> qualità della loro iniziativa che <strong>di</strong>pende anche<br />

il successo della lotta autonomistica in relazione agli spazi che si<br />

sono aperti in questa nuova fase per il rinnovamento democratico e<br />

decentrato dello Stato, che trae indubbio vigore dalla decisa spinta in<br />

avanti segnata la risultato elettorale del 20 giugno.<br />

Questo risultato — (nel registrare significativamente, a livello nazionale<br />

e nella nostra Provincia, profonde mo<strong>di</strong>fiche sui rapporti <strong>di</strong><br />

forze tra i partiti) — ha espresso « l’ansia <strong>di</strong> rinnovamento delle nostre<br />

popolazioni, <strong>di</strong>retta a conseguire un decisivo sviluppo economicosociale<br />

della nostra provincia, al fine <strong>di</strong> fronteggiare in modo nuovo<br />

ed unitario la drammaticità della situazione ». Così si esprimeva, recentemente,<br />

un importante documento <strong>di</strong> intesa politica, sottoscritto da<br />

tutte le componenti dell’arco costituzionale, auspicando che « la tensione<br />

delle forze politiche », fosse « rivolta alla soluzione dei problemi<br />

20


_____________________________________DISCORSO DEL PRESIDENTE E PROGRAMMA DELLA GIUNTA<br />

fondamentali e prioritari » della nostra provincia, « attraverso<br />

un’azione coor<strong>di</strong>nata dei partiti democratici a livello <strong>di</strong> Enti Locali, riconoscendo<br />

alle autonomie locali la funzione progressiva ad esse assegnata<br />

dalla Costituzione repubblicana ».<br />

Non a caso ho richiamato queste significative espressioni <strong>di</strong> consapevole<br />

volontà politica, che deve essere l’in<strong>di</strong>spensabile riferimento<br />

della nostra capacità trasformatrice, <strong>di</strong> fronte alla pesante con<strong>di</strong>zione<br />

economica e sociale della Capitanata e, soprattutto, <strong>di</strong> fronte alla gravità<br />

del drammatico evento che ha recentemente colpito le nostre popolazioni.<br />

A Manfredonia non sono stati colpiti soltanto i coraggiosi<br />

lavoratori <strong>di</strong> quella città, nella salute ancor prima che nella loro con<strong>di</strong>zione<br />

economica e sociale, ma è stata profondamente ferita nella sua<br />

ricchezza umana e nelle sue strutture produttive l’intera comunità provinciale,<br />

esprimentesi in questo consesso, che oggi avverte urgente il<br />

bisogno non solo <strong>di</strong> testimoniare la propria solidarietà morale e civile,<br />

ma soprattutto l’impegno serio e responsabile <strong>di</strong> intervenire concretamente<br />

e costruttivamente in favore <strong>di</strong> quelle popolazioni.<br />

Si è data, peraltro, qui, un’altra occasione <strong>di</strong> verifica dell’insostituibile<br />

ruolo che va riconosciuto agli EE.LL. nell’affrontare, anche al<br />

<strong>di</strong> fuori <strong>di</strong> eccezionali circostanze che colpiscono gli uomini e l’ambiente,<br />

i problemi che da sempre sono nella realtà quoti<strong>di</strong>ana: le ansie<br />

dei nostri conta<strong>di</strong>ni, la depressione delle donne emarginate, le delusioni<br />

dei nostri operai, il dramma dei nostri <strong>di</strong>soccupati e degli emigrati<br />

della nostra Provincia, quello dei nostri giovani laureati e <strong>di</strong>plomati<br />

che la ricerca <strong>di</strong> un posto <strong>di</strong> lavoro costringe spesso a transigere<br />

con le loro libere intelligenze e le loro coscienze, le ansie <strong>di</strong> chi aspetta<br />

una casa e vive in quartieri <strong>di</strong> ghetto, la delusione <strong>di</strong> chi riven<strong>di</strong>ca<br />

un trattamento sanitario ed ospedaliero pubblico efficiente, le aspettative<br />

<strong>di</strong> chi Riven<strong>di</strong>ca un trattamento sanitario ed ospedaliero pubblico<br />

efficiente, le aspettative <strong>di</strong> chi auspica una qualità migliore della vita e<br />

con<strong>di</strong>zioni lavorative più sicure, le <strong>di</strong>fficoltà dei nostri studenti, le ansie<br />

dei loro genitori ed educatori.<br />

Sono problemi, questi, che richiedono « un nuovo metodo <strong>di</strong> governo,<br />

fondato sulla <strong>parte</strong>cipazione popolare e sui criteri nuovi <strong>di</strong> gestione<br />

della cosa pubblica », in presenza <strong>di</strong> una limitata capacità finanziaria<br />

degli EE. LL.. Occorre garantire in<strong>di</strong>rizzi e condotte politiche<br />

che per rigore morale, obiettività ed efficienza, rispondano alle attese<br />

delle popolazioni e agli interessi della democrazia, « al <strong>di</strong> fuori <strong>di</strong> logiche<br />

clientelari e <strong>di</strong>scriminatrici ».<br />

21


FRANCESCO KUNTZE__________________________________________________________________________<br />

Ma soprattutto, a fronte <strong>di</strong> una così ampia <strong>di</strong>mensione dei bisogni<br />

e <strong>di</strong> aspettative, non valgono argomentazioni (e talora sofismi) miranti<br />

ad accorciare il respiro del <strong>di</strong>battito e dell’azione politica amministrativa,<br />

appiattendone la <strong>di</strong>alettica, veramente democratica e pluralista,<br />

con pregiu<strong>di</strong>ziali residue ed anguste ripartizioni <strong>di</strong> ruoli, e costringendo,<br />

in tal modo, entro spazi insufficienti la risposta da dare ai<br />

problemi <strong>di</strong> una corretta interpretazione delle regole sostanziali<br />

dell’autentica vita democratica.<br />

Quelle regole vanno ra<strong>di</strong>cate, infatti, nella concreta domanda della<br />

società civile e nei suoi impulsi verso una politica <strong>di</strong> intese democratiche<br />

che sappiano tradurre a livelli <strong>di</strong> governo, i momenti unitari e<br />

oggettivamente collegati delle aspirazioni sociali e dei bisogni <strong>di</strong> rinnovamento<br />

delle masse lavoratrici.<br />

Queste — dopo quanto <strong>di</strong> nuovo e positivo si è già dato nei fatti,<br />

attraverso incontri, e convergenze, sulla prassi politica e nella esperienza<br />

recente, a livello nazionale e locale — non tollerano il permanere<br />

<strong>di</strong> vecchie pregiu<strong>di</strong>ziali, sia pure in forma parziale, che, come è<br />

nella cosiddetta « politica del confronto » inducono elementi <strong>di</strong> indebolimento<br />

e non certo <strong>di</strong> potenziamento del quadro politico complessivo.<br />

<strong>La</strong> democrazia, insomma, consentitemi <strong>di</strong> <strong>di</strong>rlo, non vive sulla <strong>di</strong>stinzione<br />

dei ruoli. Non si tratta <strong>di</strong> negare il garantis mo ma, al contrario,<br />

<strong>di</strong> estenderlo e potenziarlo, in una autentica concezione pluralistica<br />

che lo riempia <strong>di</strong> contenuti effettivi. Valgono ancora oggi le parole<br />

<strong>di</strong> Togliatti, pronunciate in uno dei <strong>di</strong>scorsi alla Costituente del<br />

1947: « E’ democratica soltanto quella maggioranza che corrisponde<br />

alla maggioranza che esiste nel Paese, a quel blocco <strong>di</strong> forze, unito attorno<br />

a comuni aspirazioni e riven<strong>di</strong>cazioni, a comuni necessità politiche<br />

ed economiche, che esiste nella realtà della nostra vita nazionale<br />

<strong>di</strong> oggi ».<br />

Era il ra<strong>di</strong>camento, questo — in una più corposa <strong>di</strong>mensione sociale<br />

— della migliore tra<strong>di</strong>zione democratica, che già con Rousseau<br />

si sforzava <strong>di</strong> conciliare <strong>di</strong>aletticamente la « volontà <strong>di</strong> tutti » con la «<br />

volontà generale » ricordando come la maggioranza necessaria dovesse<br />

essere tanto più vicina all’unanimità quanto più grave fosse la deliberazione<br />

da prendere.<br />

Tali sono, appunto, le decisioni che la Capitanata oggi ci richiede.<br />

Ad essa vanno assicurate delle certezze <strong>di</strong> carattere politico, economico,<br />

finanziario ed istituzionale.<br />

Anche tenendo il debito conto della situazione nuova determinatasi<br />

a livello nazionale, più ampi si aprono gli spazi all’iniziativa ed<br />

all’azione autonomista che è oggi propria della maggior <strong>parte</strong> delle<br />

22


_____________________________________DISCORSO DEL PRESIDENTE E PROGRAMMA DELLA GIUNTA<br />

Province e degli EE. LL. del Paese, e sarà anche della Capitanata, per<br />

spingere decisamente avanti il processo <strong>di</strong> riforma dello Stato su basi<br />

decentrate e democratiche.<br />

Non sarà possibile, superare, ad esempio il grave <strong>di</strong>ssesto della finanza<br />

locale, non sarà sufficiente richiedere l’attuazione della nuova<br />

legge 183 per l’intervento nel Mezzogiorno, se contemporaneamente<br />

non si assumeranno provve<strong>di</strong>menti che incidano sul sistema <strong>di</strong> organizzazione<br />

del potere sviluppando la vita democratica e la <strong>parte</strong>cipazione,<br />

e riconoscendo agli enti adeguate flessibilità autoorganizzative,<br />

anche a fini associativi e aggregativi.<br />

Bisogna insomma anche per tal via, che le istituzioni democratiche<br />

e, con esse l’Ente Provincia, conservino intatta la loro cre<strong>di</strong>bilità democratica:<br />

è necessario, quin<strong>di</strong>, un confronto permanente tra le forze<br />

politiche e le componenti sociali; è in<strong>di</strong>spensabile un coinvolgimento<br />

<strong>di</strong> sempre più larghi strati delle popolazioni al fine <strong>di</strong> renderle non solo<br />

consapevoli della drammaticità della situazione, ma per richiedere<br />

loro un contributo critico, attivo, per la in<strong>di</strong>viduazione delle soluzioni<br />

migliori.<br />

Signor Presidente, Colleghi Consiglieri, l’esposizione delle linee<br />

programmatiche ispiratrici della Giunta che va a costituirsi rende inutile<br />

una mia ulteriore esplicitazione delle scelte politiche che essa intende<br />

compiere.<br />

Mi sia qui consentito invece rivolgere un fraterno saluto a tutti coloro<br />

che hanno contribuito alla nascita <strong>di</strong> questa coalizione, ampia e<br />

democratica, che ha lodevolmente voluto assumere il compito <strong>di</strong> dare<br />

un governo alle generose popolazioni della Capitanata, alle quali, nel<br />

momento <strong>di</strong> avvio dell’opera <strong>di</strong> accoglimento delle loro attese va il<br />

mio auspicio più fervido.<br />

Un saluto vada inoltre al personale dell’Amministrazione provinciale<br />

<strong>di</strong> <strong>Foggia</strong> ed ai suoi organismi sindacali cui rivolgo un invito<br />

cor<strong>di</strong>ale ad una com<strong>parte</strong>cipazione sentita alle scelte della Giunta, che<br />

— posso senz’altro affermare —, sarà loro franca interlocutrice.<br />

Ai colleghi, infine, <strong>di</strong> questa, così come della passata Amministrazione,<br />

vada il mio augurio <strong>di</strong> buon lavoro e la mia esortazione ad una<br />

franca e democratica collaborazione, uniti tutti, come siamo, da una<br />

comune fede sulle regole della vita democratica e dalla consapevolezza<br />

<strong>di</strong> dover contribuire pur nei limiti del loro mandato, ad uno sforzo<br />

<strong>di</strong> creazione culturale, nel generale compito, che oggi ci è <strong>di</strong> fronte, <strong>di</strong><br />

concorrere alla elaborazione <strong>di</strong> un modello <strong>di</strong> civiltà, del quale, a<br />

tutt’oggi, si avvertono solo gli embrioni nelle nostre comunità, nel<br />

23


FRANCESCO KUNTZE__________________________________________________________________________<br />

complesso generale, inteso, ma vitale travaglio della società italiana.<br />

Nessuna concessione, quin<strong>di</strong>, ad atteggiamento <strong>di</strong> sfiducia, ché anzi,<br />

— mi piace <strong>di</strong>rlo con le parole del Presidente della Camera dei Deputati,<br />

compagno Pietro Ingrao: « Il nostro è un popolo forte, maturo,<br />

che può affrontare le prove e i sacrifici necessari e sa darsi una giusta<br />

e responsabile auto<strong>di</strong>sciplina, a con<strong>di</strong>zione <strong>di</strong> essere sempre più chiamato<br />

a conoscere, a <strong>parte</strong>cipare, a controllare ».<br />

Sentiamoci impegnati, dunque, con fiducia a contribuire alla costruzione<br />

<strong>di</strong> un nuovo, originale modello <strong>di</strong> vita, <strong>di</strong> una nuova armonia<br />

e completezza della civiltà, che abbia al centro della sua ragion<br />

d’essere il rispetto per la natura dell’uomo, in quanto tale, non meno<br />

che per i suoi bisogni, per le sue aspirazioni, per i suoi valori <strong>di</strong> citta<strong>di</strong>no.<br />

24<br />

AVV. FRANCESCO KUNTZE<br />

Pres. Amministrazione Prov. Capitanata


I - PREMESSA.<br />

PIANO REGOLATORE TERRITORIALE<br />

RELAZIONE ECONOMICA<br />

1. <strong>La</strong> decisione del CIPE, in data 22 settembre 1972, <strong>di</strong> ubicare<br />

nella provincia <strong>di</strong> <strong>Foggia</strong> un impianto industriale <strong>di</strong> tipo aeronautico e<br />

i conseguenti esami da <strong>parte</strong> dei tecnici della società (Aeritalia) conclusisi<br />

con la scelta del sito nei pressi dell’aeroporto militare <strong>di</strong> Amendola<br />

(Manfredonia) consentono <strong>di</strong> conferire un carattere operativo<br />

al modello descrittivo-interpretativo dell’assetto territoriale dell’intera<br />

provincia <strong>di</strong> <strong>Foggia</strong>, contenuto nell’ultima <strong>parte</strong> dell’ipotesi <strong>di</strong> sviluppo<br />

socio-economico del Piano regolatore dell’A.S.I.<br />

<strong>La</strong> caratterizzazione in senso operativo del modello descrittivointerpretativo<br />

consiste in una somma <strong>di</strong> in<strong>di</strong>cazioni normative, desunte<br />

dalla combinazione dei principali risultati dell’analisi delle strutture<br />

territoriali con la previsione degli effetti della suddetta decisione del<br />

CIPE. Trattasi <strong>di</strong> un inse<strong>di</strong>amento industriale che, per il volume occupazionale,<br />

conferisce al programma <strong>di</strong> industrializzazione dell’A.S.I.<br />

<strong>di</strong> <strong>Foggia</strong> un contenuto tale che risulta più agevole la specificazione in<br />

senso operativo del modello <strong>di</strong> assetto territoriale.<br />

Un modello decisionale <strong>di</strong> assetto del territorio non può confondersi<br />

con le scelte effettive, in quanto è pur sempre un’espressione <strong>di</strong><br />

carattere teorico, tale che nell’astrattezza e nella generalità della sua<br />

formulazione non può considerare le singole <strong>di</strong>fficoltà e gli ostacoli,<br />

particolari, che la volontà dell’operatore, sia pubblico che privato, deve<br />

superare in fase <strong>di</strong> realizzazione del suo progetto.<br />

Ma il modello decisionale o normativo non può prescindere da un<br />

modello <strong>di</strong> carattere descrittivo-interpretativo dello stato <strong>di</strong> fatto esistente<br />

nel territorio oggetto <strong>di</strong> pianificazione, sicché occorre meglio<br />

precisare la natura e la forma del collegamento tra questi due modelli<br />

teorici, le cui risultanze possono illuminare e guidare le scelte concrete.<br />

2. Il modello descrittivo-interpretativo non può, per sua natura, andare<br />

al <strong>di</strong> là dei dati <strong>di</strong> fatto. Esso si limita a raccogliere la massa <strong>di</strong><br />

informazioni e <strong>di</strong> statistiche, selezionarle in modo da racchiuderle in<br />

25


SALVATORE GAROFALO_______________________________________________________________________<br />

un quadro or<strong>di</strong>nato, capace <strong>di</strong> riassumere in poche notazioni le modalità<br />

della <strong>di</strong>stribuzione sul territorio dell’attività economica. Un modello<br />

descrittivo ha necessariamente la funzione <strong>di</strong> sintesi, e la sintesi<br />

richiede un processo selettivo delle informazioni delle statistiche. Volendo<br />

integrare la mera descrizione con l’interpretazione del dato <strong>di</strong><br />

fatto, bisogna cercare <strong>di</strong> cogliere i nessi <strong>di</strong> carattere funzionale, se non<br />

proprio <strong>di</strong> carattere causale, che intercorrono tra le grandezze selezionate<br />

nel modello descrittivo; scoprire le leggi empiriche presenti nella<br />

realtà in esame.<br />

<strong>La</strong> costruzione del nostro modello interpretativo si fonda su un<br />

certo numero <strong>di</strong> in<strong>di</strong>zi, misurati alcuni con riferimento alla data <strong>di</strong> rilevazione<br />

( « ad oggi » per intenderci) ed altri con riferimento a <strong>di</strong>verse<br />

date del passato.<br />

E’ chiaro che, sulla base <strong>di</strong> simili in<strong>di</strong>ci, è possibile descrivere lo<br />

stato attuale e in<strong>di</strong>viduare le linee <strong>di</strong> tendenza, che — con le opportune<br />

estrapolazioni — formano oggetto <strong>di</strong> un modello previsionale.<br />

Ma i contenuti <strong>di</strong> un simile modello possono trasferirsi in un documento<br />

programmatico a con<strong>di</strong>zione che si attribuisca alla pianificazione<br />

dello sviluppo la mera funzione <strong>di</strong> prevedere e normalizzare le tendenze,<br />

che sono già in atto nell’evoluzione del sistema economico.<br />

Un simile metodo è stato largamente usato nella recente esperienza<br />

della programmazione a livello sia nazionale che locale, ma gli stessi<br />

risultati <strong>di</strong> questa esperienza hanno suggerito l’opportunità <strong>di</strong> adottare<br />

l’impostazione e metodologia <strong>di</strong>fferenti.<br />

<strong>La</strong> pianificazione non è una mera estrapolazione delle tendenze ricavate<br />

dall’osservazione e dall’analisi delle vicende passate ma richiede<br />

la costruzione <strong>di</strong> un modello normativo desunto da un quadro<br />

<strong>di</strong> valori, <strong>di</strong> finalità, <strong>di</strong> obiettivi, che spesso non coincidono con il<br />

meccanismo vigente.<br />

L’intuizione, che sta alla base <strong>di</strong> questa proposizione, è talmente<br />

suggestiva e aderente allo spirito innovativo del nostro tempo che<br />

molto <strong>di</strong>fficilmente può non essere accolta. Non solo la legittimazione<br />

dell’intervento statale è fuori <strong>di</strong>scussione, ma è largamente <strong>di</strong>ffusa<br />

l’attesa <strong>di</strong> mo<strong>di</strong>ficazioni notevoli nel modo <strong>di</strong> funzionamento del sistema<br />

economico, specie con riferimento alle zone in via <strong>di</strong> sviluppo,<br />

anche per queste ultime ragioni, non si può prescindere dal preventivo<br />

accertamento dello stato <strong>di</strong> fatto e delle tendenze in atto.<br />

A questa realtà e ai suoi conseguenti modelli conoscitivi bisogna<br />

ritenere gli schemi <strong>di</strong> valutazione normativa dedotti dalle aspirazioni,<br />

26


___________________________________________________________PIANO REGOLATORE TERRITORIALE<br />

dalle idealità proprie della cultura del gruppo nel dato momento storico.<br />

Altrimenti si rischia <strong>di</strong> rimanere a livello <strong>di</strong> mere enunciazioni del<br />

dover essere, destinate ad isterilirsi con il passare del tempo.<br />

In altri termini, sulla base <strong>di</strong> un quadro <strong>di</strong> finalità ed obiettivi, occorre<br />

giu<strong>di</strong>care le ragioni del rafforzamento o del cambiamento delle<br />

tendenze attuali, quali risultano dall’analisi delle strutture territoriali.<br />

In tal modo, l’essere si combina con il dover essere, ed il modello<br />

descrittivo-interpretativo si trasforma e assume i caratteri <strong>di</strong> un modello<br />

normativo-decisionale.<br />

II - CRITERI METOLOGICI PER LA ZONIZZAZIONE DELLA PROVIN-<br />

CIA DI FOGGIA AI FINI DEL DISEGNO DI ASSETTO TERRITO-<br />

RIALE<br />

1. — E’ ormai largamente <strong>di</strong>ffuso il convincimento che la regione<br />

non costituisce un’entità « reale, fissa ed univocamente determinata »<br />

(Isard), ma piuttosto la <strong>di</strong>mensione spaziale <strong>di</strong> singoli e ben in<strong>di</strong>viduati<br />

programmi <strong>di</strong> attività. Il problema economico rappresenta, perciò, il<br />

necessario termine <strong>di</strong> riferimento, o meglio è l’in<strong>di</strong>spensabile base <strong>di</strong><br />

<strong>parte</strong>nza, che — nel suo esplicarsi — assume sia un profilo temporale<br />

che una <strong>di</strong>mensione spaziale.<br />

E’ possibile sud<strong>di</strong>videre un dato territorio, in tante regioni per<br />

quanti sono i problemi economici che sì intende affrontare e risolvere.<br />

Si è in presenza <strong>di</strong> un processo <strong>di</strong> <strong>di</strong>saggregazione analogo a quello<br />

che si registra in tema <strong>di</strong> analisi <strong>di</strong> un sistema economico in settori<br />

produttivi. Le sud<strong>di</strong>visioni risultano molteplici a seconda della natura<br />

tecnica, economica, finanziaria o sociale dei criteri selettivi.<br />

Da questa premessa scaturisce una conseguenza <strong>di</strong> or<strong>di</strong>ne generale<br />

e cioè che non è valido pensare ad un unico metodo <strong>di</strong> regionalizzazione<br />

dei sistemi economici. In termini operativi, possono essere utilizzati<br />

contestualmente <strong>di</strong>versi meto<strong>di</strong>, al fine <strong>di</strong> meglio inquadrare gli<br />

aspetti territoriali del programma <strong>di</strong> sviluppo economico.<br />

Nel caso specifico in esame, non va sottaciuta una circostanza <strong>di</strong><br />

rilievo: la contiguità territoriale del progettato inse<strong>di</strong>amento Aeritalia<br />

l’impianto petrolchimico da poco realizzato dall’ANIS, entrambi ra<strong>di</strong>calmente<br />

innovativi della struttura industriale esistente.<br />

L’ubicazione <strong>di</strong> questi due grossi impianti industriali, nel cuore<br />

della pianura foggiana, non può non alterare gli equilibri territoriali<br />

nonché le <strong>di</strong>rezioni dei <strong>di</strong>namismi <strong>di</strong> sviluppo già in atto.<br />

Questi equilibri e questi <strong>di</strong>namismi si manifestano sul territorio<br />

27


SALVATORE GAROFALO_______________________________________________________________________<br />

in una serie più o meno integrata <strong>di</strong> « ragioni », legate tra loro da rapporti<br />

<strong>di</strong> omogeneità e <strong>di</strong> complementarità. Su questa specie <strong>di</strong> mosaico,<br />

composto <strong>di</strong> varie unità contigue bisogna programmare<br />

l’inserimento <strong>di</strong> un’area con una sua « funzione » tutta propria, cioè un<br />

processo logico ispirato all’obiettivo dello sviluppo equilibrato anche<br />

sotto il profilo territoriale.<br />

Anticipando una delle conclusioni, si può <strong>di</strong>re che l’ipotesi programmatica<br />

ed operativa dovrà armonizzare un tessuto caratterizzato<br />

da scarsi <strong>di</strong>namismi, perciò descrivibile <strong>di</strong> una serie articolata <strong>di</strong> regioni<br />

omogenee, con alcune innovazioni, la cui area <strong>di</strong> influenza crea<br />

un’unità territoriale qualitativamente <strong>di</strong>versa, rispetto alle aree omogenee<br />

dello assetto preesistente.<br />

In breve, combinare omogeneità con funzionalità vuoi essere un<br />

accorgimento metodologico, con cui cercare <strong>di</strong> superare uno dei principali<br />

limiti dell’analisi regionali, cioè il suo prevalente carattere statico,<br />

appena corretto dal confronto <strong>di</strong> situazioni con in<strong>di</strong>ci temporali<br />

<strong>di</strong>fferenti. E noto che la statica comparata non fornisce ancora una<br />

rappresentazione sistematica delle modalità, con cui si mo<strong>di</strong>ficano i<br />

confini ed i caratteri delle singole unità territoriali formanti un insieme<br />

<strong>di</strong> regioni.<br />

<strong>La</strong> possibilità <strong>di</strong> questo momento <strong>di</strong> sintesi <strong>di</strong>scende dalla presenza<br />

<strong>di</strong> alcuni programmi <strong>di</strong> attività ben precisi. Ciò conferma il precedente<br />

giu<strong>di</strong>zio, secondo cui la delimitazione e la caratterizzazione <strong>di</strong> una regione<br />

non può essere affidata ad una metodologia generale ed astratta,<br />

ma si fondano su finalità concrete e quin<strong>di</strong> su reali e ben precisati programmi<br />

<strong>di</strong> attività economica.<br />

2. — Al termine del processo <strong>di</strong> scomposizione <strong>di</strong> un territorio in<br />

una serie <strong>di</strong> unità contigue, bisogna precisare solo se il risultato <strong>di</strong><br />

quest’analisi risieda nella pura e semplice in<strong>di</strong>viduazione dei confini e<br />

forse anche dei grado <strong>di</strong> coesione interna delle singole unità (zone, aree<br />

o regioni che <strong>di</strong>r si voglia) o anche se la sud<strong>di</strong>visione territoriale<br />

presenta un suo principio e una sua regione unificante.<br />

In altri termini, come l’in<strong>di</strong>viduazione <strong>di</strong> un’area non si esaurisce<br />

nella delimitazione dei confini ma esige anche la precisazione dei contenuti<br />

economici e quin<strong>di</strong> del suo grado <strong>di</strong> coesione interna, così<br />

l’articolazione <strong>di</strong> un territorio in un insieme <strong>di</strong> unità contigue deve<br />

chiarire anche le ragioni e il grado <strong>di</strong> coesione tra queste unità territoriali<br />

minori.<br />

Non può trattarsi <strong>di</strong> una mera giustapposizione fisica <strong>di</strong> unità tra<br />

loro <strong>di</strong>stinte in base al prevalere <strong>di</strong> qualche carattere fisico, economico<br />

28


___________________________________________________________PIANO REGOLATORE TERRITORIALE<br />

e sociale, ma bisogna determinare i vincoli, le relazioni, i collegamenti<br />

che esistono tra le singole unità.<br />

Trattasi della <strong>di</strong>saggregazione territoriale <strong>di</strong> un sistema, a fini programmatici.<br />

Ogni sistema ha, in quanto tale, una serie <strong>di</strong> motivi unificanti.<br />

Da questo concetto-base <strong>di</strong>scende una conseguenza rilevante per la<br />

costruzione dei modelli decisionali ed operativi. Promuovendo la realizzazione<br />

<strong>di</strong> due impianti industriali ra<strong>di</strong>calmente innovati<br />

dell’apparato industriale esistente non significa « sovrapporre » al mosaico<br />

<strong>di</strong> aree o zone preesistenti un’altra, corrispondente al raggio <strong>di</strong><br />

influenza <strong>di</strong> questi impianti, ma significa accertare le mo<strong>di</strong>ficazioni<br />

del principio unificante del « sistema » in esame.<br />

E siccome la pianificazione si regge sul principio <strong>di</strong> non limitarsi a<br />

registrare le conseguenze delle decisioni dei singoli, in quanto non<br />

sempre e non necessariamente si attua l’automatico armonizzarsi <strong>di</strong><br />

questi con la situazione preesistente, è necessario prefigurare — almeno<br />

nei suoi tratti fondamentali — i cambiamenti nelle ragioni e nelle modalità<br />

<strong>di</strong> coesione, che fanno attribuire al territorio in esame la qualifica<br />

<strong>di</strong> sistema o sub-sistema, avente cioè una sua autonomia ed una sua<br />

in<strong>di</strong>vidualità (loschi).<br />

3. — Un Piano regolatore territoriale non può — per sua natura<br />

fermarsi all’accertamento <strong>di</strong> una o più ipotesi del grado e delle forme<br />

del predetto cambiamento ma deve motivare le ragioni per cui è accettabile<br />

una simile previsione oppure formulare una serie <strong>di</strong> interventi,<br />

attraverso i quali orientare gli effetti dei nuovi impianti industriali verso<br />

gli obiettivi fissati, in un <strong>di</strong>segno <strong>di</strong> assetto territoriale costruito sulla<br />

base <strong>di</strong> una serie <strong>di</strong> valutazioni e <strong>di</strong> giu<strong>di</strong>zi ricavati da molteplici e<br />

<strong>di</strong>fferenti fonti <strong>di</strong> conoscenza.<br />

Indubbiamente sotto questo profilo, l’articolazione del territorio in<br />

unità contigue omogenee può servire a semplificare i numerosi e complessi<br />

fenomeni. Ma l’approccio della pianificazione dello sviluppo,<br />

con imme<strong>di</strong>ate specificazioni <strong>di</strong> or<strong>di</strong>ne operativo anche sul piano territoriale,<br />

rende impegnativo e oneroso l’impiego degli strumenti della<br />

analisi regionale, non fosse altro perché essi cessano <strong>di</strong> essere autosufficienti,<br />

e postulano l’integrazione con giu<strong>di</strong>zi <strong>di</strong> valore.<br />

In particolare, la <strong>di</strong>visione <strong>di</strong> un dato territorio in tipi, qualitativamente<br />

<strong>di</strong>fferenti, <strong>di</strong> aree o zone sta a significare l’esistenza <strong>di</strong> una certa<br />

gerarchia <strong>di</strong> problemi economici, alcuni con portata maggiore ed altri<br />

minore, si che la stessa avvertenza della loro gradualità può essere<br />

<strong>di</strong> ausilio al raggiungimento <strong>di</strong> più elevati livelli <strong>di</strong> benessere.<br />

29


SALVATORE GAROFALO_______________________________________________________________________<br />

Anche se l’ambito territoriale della provincia <strong>di</strong> <strong>Foggia</strong> costituisce<br />

un’entità piuttosto modesta rispetto all’intero territorio nazionale, risulta<br />

ugualmente problematico e <strong>di</strong> <strong>di</strong>fficile soluzione — a livello decisionale<br />

— determinare con rigore scientifico il complesso dei provve<strong>di</strong>menti<br />

tecnici, economici e finanziari capaci <strong>di</strong> rendere massima la<br />

funzione del benessere collettivo della popolazione dauna.<br />

Sarebbe già tanto se si riuscisse a selezionare un gruppo <strong>di</strong> programmi<br />

e <strong>di</strong> progetti, per ciascuno dei quali determinare volume <strong>di</strong> ubicazione<br />

convenienti. E’ ovvio che prima o dopo s’instaurano tra i<br />

singoli progetti tali e tante relazioni, i cui effetti potrebbero alterare il<br />

precedente giu<strong>di</strong>zio formulato sulla base dell’esame dei progetti singoli.<br />

E’ sufficiente l’intuizione ad avvertire l’alta probabilità del-<br />

l’insorgere <strong>di</strong> una simile situazione; l’analisi dei sistemi ha<br />

l’ambizione <strong>di</strong> venire incontro a questa esigenza logica e <strong>di</strong> sod<strong>di</strong>sfarla<br />

con metodo rigorosamente scientifico.<br />

Dai precedenti accenni risulta evidente che ciascun programma <strong>di</strong><br />

sviluppo può comportare una « sua » articolazione del territorio in aree<br />

o zone operative, cosicché — nella misura in cui è vasto e complesso<br />

l’intero piano — risultano molteplici specifici insieme <strong>di</strong> regioni. E<br />

conseguentemente più viva si fa l’aspirazione all’unico vero insieme<br />

<strong>di</strong> regioni. Ma allo stato attuale delle conoscenze e dall’elaborazione<br />

scientifica siamo ben lontani da questa meta, sì che non resta che accontentarsi<br />

<strong>di</strong> saper bene valutare i singoli programmi specializzati e<br />

determinare i più vali<strong>di</strong> collegamenti, sia sotto il profilo economico<br />

che sotto il profilo territoriale.<br />

Da quanto precede si possono ricavare sufficienti elementi <strong>di</strong> giu<strong>di</strong>zio<br />

per valutare ed applicare al caso in esame la norma generale fissata<br />

nell’art. 8 della legge 853.<br />

Le critiche alla nota scelta a favore della concentrazione territoriale<br />

dello sviluppo industriale in poche aree ben dotate, contenuta nella<br />

precedente legge sul Mezzogiorno, la 717, possono fuorviare<br />

l’interpretazione del predetto art. 8 della nuova legge sul Mezzogiorno,<br />

quasi che non sia più valida l’idea del « polo » <strong>di</strong> sviluppo e <strong>di</strong> zone<br />

<strong>di</strong> concentrazione, tanto che l’interesse attuale sia soltanto quello <strong>di</strong><br />

determinare « le linee <strong>di</strong>rettrici prioritarie per conseguire la massima<br />

penetrazione del processo <strong>di</strong> industrializzazione nei territori esterni alle<br />

zone <strong>di</strong> concentrazione ».<br />

<strong>La</strong> proiezione sul territorio dell’ipotesi <strong>di</strong> sviluppo economico, nel-<br />

30


___________________________________________________________PIANO REGOLATORE TERRITORI ALE<br />

la misura in cui comporta l’in<strong>di</strong>viduazione <strong>di</strong> aree uniformi quanto a<br />

grado attuale e prospettive <strong>di</strong> sviluppo, può servire a verificare il grado<br />

<strong>di</strong> vali<strong>di</strong>tà della nota contrapposizione tra il « polo », ispirato<br />

all’obiettivo della concentrazione territoriale, e la « <strong>di</strong>rettrice », ispirata<br />

all’obiettivo della <strong>di</strong>ffusione. Il nostro oggetto <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>o è costituito da<br />

una delle più estese zone pianeggianti del Mezzogiorno, cosicché il<br />

modello <strong>di</strong> assetto territoriale, corrispondente all’ipotesi <strong>di</strong> sviluppo<br />

economico, può condurre ad una serie <strong>di</strong> conclusioni, che, pur coerenti<br />

con l’obiettivo implicito nel citato art. 8 della 853 cioè lo sviluppo equilibrato,<br />

sono correttamente inquadrabili nel concetto « <strong>di</strong>rettrice » <strong>di</strong><br />

penetrazione, nella misura in cui questo concetto non si identifica in<br />

una forma geometrica quali lineare, una linea cioè i cui punti siano costituiti<br />

da altrettanti ubicazioni <strong>di</strong> imprese industriali, ma in un sistema<br />

<strong>di</strong> aree con <strong>di</strong>fferenti caratteri e prospettive <strong>di</strong> sviluppo.<br />

4. — Lo stu<strong>di</strong>o della <strong>di</strong>mensione territoriale dell’ipotesi <strong>di</strong> sviluppo<br />

economico si è basato sulla composizione dei risultati <strong>di</strong> due <strong>di</strong>stinte<br />

analisi. <strong>La</strong> prima ha cercato <strong>di</strong> calcolare il « grado <strong>di</strong> importanza economica<br />

» dei singoli comuni della provincia <strong>di</strong> <strong>Foggia</strong>. <strong>La</strong> seconda<br />

analisi ha preso in esame la localizzazione delle più importanti innovazioni<br />

in atto nell’apparato produttivo provinciale. In altri termini, la<br />

prima analisi ha riguardato lo stato attuale delle modalità <strong>di</strong> sviluppo<br />

dei singoli comuni, laddove la seconda analisi si è rivolta a considerare<br />

le possibilità <strong>di</strong> sviluppo nell’imme<strong>di</strong>ato futuro, quali si possono<br />

desumere dalle particolari dotazioni <strong>di</strong> risorse idriche, minerale e <strong>di</strong><br />

capitale fisso sociale.<br />

<strong>La</strong> valutazione del « grado attuale <strong>di</strong> sviluppo economico » si è<br />

fondata su due gruppi <strong>di</strong> in<strong>di</strong>ci, e precisamente tre in<strong>di</strong>ci « strutturali »<br />

al 1971: 1) incidenza percentuale della popolazione attiva sulla popolazione<br />

residente; 2) incidenza percentuale degli addetti al settore agricolo;<br />

3) il numero me<strong>di</strong>o delle abitazioni per mille abitanti, e <strong>di</strong> quattro<br />

in<strong>di</strong>ci « <strong>di</strong>namici »; 4) variazione secolare della popolazione residente<br />

(1861-1961); 5) variazione decennale della popolazione residente<br />

(1961-71); 6) variazione degli addetti ad attività extra-agricole<br />

1961-71; 7) variazione del numero delle abitazioni del decennio 1961-<br />

71.<br />

Questi <strong>di</strong>versi in<strong>di</strong>ci consentono <strong>di</strong> misurare da angolazioni <strong>di</strong>fferenti<br />

la molteplicità degli aspetti della organizzazione economicosociale<br />

della Capitanata. Anziché affidarsi a un unico in<strong>di</strong>ce, che per<br />

quanto rappresentativo non può mai riassumere tutti i numerosi aspetti<br />

dello sviluppo socio-economico, si è voluto effettuare la misurazione<br />

più volte, nell’intento <strong>di</strong> cogliere un maggior numero <strong>di</strong> aspetti e poi<br />

31


SALVATORE GAROFALO_______________________________________________________________________<br />

cumularne i risultati. In questo modo il grado <strong>di</strong> rappresentatività <strong>di</strong><br />

questa misura finale è maggiore e quin<strong>di</strong> consente <strong>di</strong> ricavare con<br />

maggiore fondamento la <strong>di</strong>visione del territorio in aree aventi lo stesso<br />

« grado <strong>di</strong> importanza economica ».<br />

5. — Il quadro prospettico A riporta queste serie <strong>di</strong> in<strong>di</strong>ci per i 61<br />

comuni della provincia <strong>di</strong> <strong>Foggia</strong> (sono state escluse le Isole Tremiti).<br />

I campi <strong>di</strong> variazione <strong>di</strong> ciascuna serie <strong>di</strong> in<strong>di</strong>ci sono risultati piuttosto<br />

ampi, cosicché è stato necessario condensare queste variazioni in poche<br />

classi.<br />

Per il raggruppamento <strong>di</strong> queste variazioni si è adottato il noto<br />

proce<strong>di</strong>mento <strong>di</strong> Strugas, e si è determinato così l’intervallo <strong>di</strong> classe<br />

(l’intervallo <strong>di</strong> classe è uguale al rango, quale risulta dalla <strong>di</strong>fferenza<br />

tra i valori estremi della serie, <strong>di</strong>viso per 1+3,22 log. N).<br />

Le « <strong>di</strong>stribuzioni <strong>di</strong> frequenza », ottenute con questo proce<strong>di</strong>mento,<br />

sono state raccolte nel quadro prospettico B e nei relativi istogrammi.<br />

Successivamente si è calcolato per ciascuna serie <strong>di</strong> in<strong>di</strong>ci la me<strong>di</strong>a<br />

aritmetica, lo scarto quadratico me<strong>di</strong>o e il coefficiente <strong>di</strong> variabilità.<br />

Corre obbligo <strong>di</strong> precisare che è stato il fine della ricerca <strong>di</strong> imporre<br />

l’adozione della me<strong>di</strong>a aritmetica, con il suo relativo scarto quadratico<br />

me<strong>di</strong>o, e non già la me<strong>di</strong>a ponderata. E’ sufficiente, infatti,<br />

considerare il caso <strong>di</strong> uno dei sette in<strong>di</strong>ci. Per como<strong>di</strong>tà <strong>di</strong> esposizione,<br />

si prenda l’in<strong>di</strong>ce della variazione secolare della popolazione residente.<br />

L’incremento me<strong>di</strong>o della popolazione residente, nel 1961, dell’intera<br />

provincia <strong>di</strong> <strong>Foggia</strong> è pari a 202,8 facendo uguale a 100 il valore<br />

del 1861. E’ chiaro che questo numero-in<strong>di</strong>ce esprime una me<strong>di</strong>a ponderata<br />

della variazione registrata nei singoli comuni, nel senso che le<br />

variazioni dei comuni con un numero maggiore <strong>di</strong> residenti « pesano »<br />

relativamente <strong>di</strong> più delle variazioni dei comuni con un numero minore<br />

<strong>di</strong> residenti.<br />

Ai fini dell’analisi delle strutture territoriali, il riferimento alla me<strong>di</strong>a<br />

ponderata risulterebbe fuorviante, in quanto l’oggetto specifico in<br />

osservazione è la modalità <strong>di</strong> variazione sul territorio <strong>di</strong> un dato in<strong>di</strong>ce.<br />

In altri termini, occorre in<strong>di</strong>viduare i gruppi <strong>di</strong> comuni che presentano<br />

lo stesso in<strong>di</strong>ce <strong>di</strong> variazione. O meglio, i gruppi <strong>di</strong> comuni che<br />

presentano in<strong>di</strong>ci ap<strong>parte</strong>nenti allo stesso intervallo <strong>di</strong> classe.<br />

In genere, come si può facilmente ricavare dalla lettura del quadro<br />

prospettico B, tutte le <strong>di</strong>stribuzioni <strong>di</strong> frequenza si basano su sei-sette<br />

32


___________________________________________________________PIANO REGOLATORE TERRITORIALE<br />

DISTRIBUZIONE DI FREQUENZA DEGLI<br />

INDICI DINANICI<br />

QUADRO B<br />

Popolazione residente 1961 (1861=100) Popolazione residente<br />

1971 (1961= 100)<br />

R=657,8 i =96 R=71,2 i=10,3<br />

Intervallo <strong>di</strong> classe<br />

i<br />

Fino a 100<br />

da 101 – 202<br />

201 – 300<br />

301 – 400<br />

401 – 500<br />

501 – 600<br />

601 – 700<br />

701 - 800<br />

Frequenza<br />

f (.)<br />

12<br />

27<br />

9<br />

5<br />

5<br />

0<br />

0<br />

1<br />

59 (.)<br />

(.) al 1861 non esistevano i comuni<br />

<strong>di</strong> Carapelle e <strong>di</strong> Mattinata.<br />

Intervallo <strong>di</strong> classe<br />

i<br />

Fino a 60<br />

61 a 70<br />

71 a 80<br />

81 a 90<br />

91 a 100<br />

101 a 110<br />

111 a 120<br />

121 a 130<br />

Frequenza<br />

f<br />

2<br />

4<br />

12<br />

18<br />

13<br />

9<br />

2<br />

1<br />

61<br />

In<strong>di</strong>ce degli addetti all’attività<br />

extra—agricola 1971 (1961=100). In<strong>di</strong>ce abitazioni 1971(1961=100)<br />

R=112,4 i=19,1 R=69 i=9,9<br />

Intervallo <strong>di</strong> classe<br />

i<br />

45 - 63,0<br />

63,1 - 81,0<br />

81,1 - 99,0<br />

99,1 - 117,0<br />

117,1 - 135,0<br />

135,1 - 153,0<br />

153,1 - 171,0<br />

Frequenza<br />

f<br />

3<br />

13<br />

24<br />

15<br />

4<br />

1<br />

1<br />

59 (.)<br />

Intervallo <strong>di</strong> classe<br />

i<br />

76 — 85<br />

86 — 95<br />

96 — 105<br />

106 — 115<br />

116 — 125<br />

126 — 135<br />

136 — 145<br />

Frequenza<br />

f<br />

8<br />

10<br />

10<br />

17<br />

8<br />

4<br />

4<br />

61<br />

33


SALVATORE GAROFALO_______________________________________________________________________<br />

DISTRIBUZIONE DI FREQUENZA DEGLI<br />

INDICI STRUTTURALI<br />

QUADRO B<br />

Abitazioni per 1000 abitanti (1971) In<strong>di</strong>ce abitazioni 1971(1961=100)<br />

R=129 i=31,9 R=69 i=9,9<br />

Intervallo <strong>di</strong> classe<br />

i<br />

256 – 285<br />

286 – 315<br />

316 – 345<br />

346 - 375<br />

376 - 405<br />

406 - 435<br />

436 - 475<br />

Frequenza<br />

f<br />

8<br />

16<br />

11<br />

11<br />

3<br />

6<br />

3<br />

58 (.)<br />

Intervallo <strong>di</strong> classe<br />

i<br />

76 — 85<br />

86 — 95<br />

96 — 105<br />

106 — 115<br />

116 — 125<br />

126 — 135<br />

136 — 145<br />

Frequenza<br />

f<br />

8<br />

10<br />

10<br />

17<br />

8<br />

4<br />

4<br />

61<br />

Incidenza % della popolazione at- Incidenza % degli addetti agri-<br />

tiva sul totale della popolazione coli sulla popolazione attiva<br />

residente (1971) (1971)<br />

R= 19,4 i= 2,7 R= 61,0 f= 8,80<br />

Intervallo <strong>di</strong> classe<br />

i<br />

25,0 – 28,0<br />

28,1 – 31,0<br />

31,1 – 34,0<br />

34,1 – 37,0<br />

37,1 – 40,0<br />

40,1 – 43,0<br />

43,1 – 46,0<br />

Frequenza<br />

f<br />

5<br />

12<br />

6<br />

14<br />

13<br />

8<br />

3<br />

61<br />

Intervallo <strong>di</strong> classe<br />

i<br />

15,0 — 25,0<br />

25,1 — 35,0<br />

35,1 — 45,0<br />

45,1 — 55,0<br />

55,1 — 65,0<br />

65,1 — 75,0<br />

oltre 75<br />

Frequenza<br />

f<br />

1<br />

3<br />

13<br />

8<br />

16<br />

15<br />

5<br />

61<br />

classi <strong>di</strong> intervallo, per cui si in<strong>di</strong>viduano sei-sette gruppi <strong>di</strong> comu ni.<br />

Volendo ulteriormente condensare questa <strong>di</strong>stribuzione <strong>di</strong> frequenza<br />

in tre soli intervalli <strong>di</strong> classe, in<strong>di</strong>canti rispettivamente il livello minimo,<br />

me<strong>di</strong>o e massimo, si è fatti ricorso all’uso combinato della me<strong>di</strong>a<br />

aritmetica con il suo relativo scarto quadratico me<strong>di</strong>o.<br />

34


___________________________________________________________PIANO REGOLATORE TERRITORIALE<br />

Per riprendere il predetto esempio, è risultato che l’incremento me<strong>di</strong>o<br />

della popolazione residente fra il 1861 e il 1961 è misurato dal<br />

numero in<strong>di</strong>ce 192,2 ovviamente inferiore alla me<strong>di</strong>a ponderata.<br />

Questo in<strong>di</strong>ce funge, così, da primo termine <strong>di</strong> riferimento per valutare<br />

le variazioni <strong>di</strong> popolazione residente registrate nei singoli comuni.<br />

E cioè rispetto al campo <strong>di</strong> variazione compreso tra il valore<br />

massimo <strong>di</strong> S. Fer<strong>di</strong>nando <strong>di</strong> Puglia con in<strong>di</strong>ce 714,7 e il valore minimo<br />

<strong>di</strong> Roseto Valfortore con in<strong>di</strong>ce 56,9, si ha la tendenza verso il<br />

valore centrale <strong>di</strong> 192,2. E quin<strong>di</strong>, per poter <strong>di</strong>sporre <strong>di</strong> un primo termine<br />

<strong>di</strong> riferimento, atto a valutare le variazioni <strong>di</strong> questo in<strong>di</strong>ce <strong>di</strong> riferimento,<br />

atto a valutare le variazioni <strong>di</strong> questo in<strong>di</strong>ce per i singoli<br />

comuni, non ha senso la me<strong>di</strong>a ponderata, ma è significativa solo la<br />

me<strong>di</strong>a aritmetica. Questa consente, infatti, <strong>di</strong> stabilire quali comuni<br />

hanno fatto registrare una variazione superiore alla me<strong>di</strong>a e quali una<br />

variazione inferiore.<br />

In altri termini, il « peso » dei singoli comuni non è rilevante, perché<br />

qui si vogliono confrontare i numeri-in<strong>di</strong>ce dei singoli comuni, in<strong>di</strong>pendentemente<br />

dal numero dei residenti, in modo che da questo confronto,<br />

si possa ricavare una in<strong>di</strong>cazione, sia pure parziale e in<strong>di</strong>retta,<br />

del <strong>di</strong>verso « grado <strong>di</strong> importanza economica » dei singoli comuni.<br />

Su questa base lo scarto quadratico me<strong>di</strong>o consente <strong>di</strong> raggruppare<br />

in tre classi questi in<strong>di</strong>ci misuratori del grado <strong>di</strong> importanza economica<br />

dei singoli comuni. Infatti, è possibile in<strong>di</strong>viduare il gruppo<br />

dei comuni con in<strong>di</strong>ce inferiore alla me<strong>di</strong>a provinciale; il gruppo dei<br />

comuni con in<strong>di</strong>ce compreso tra la me<strong>di</strong>a e la me<strong>di</strong>a più lo scarto quadratico<br />

me<strong>di</strong>o e il gruppo dei comuni con in<strong>di</strong>ce superiore a quest’ultimo<br />

valore.<br />

6. — Sorge, a questo punto, l’interrogativo come valutare queste<br />

tre classi <strong>di</strong> valore. In altri termini, a quale <strong>di</strong> queste tre classi attribuire<br />

il valore <strong>di</strong> grado massimo <strong>di</strong> importanza economica ed a quale<br />

il valore <strong>di</strong> grado minore.<br />

Per rispondere a questa domanda torna utile la <strong>di</strong>stinzione tra in<strong>di</strong>ci<br />

strutturali e in<strong>di</strong>ci <strong>di</strong>namici, in quanto tutti e tre gli in<strong>di</strong>ci strutturali<br />

presentano la caratteristica, per cui gli in<strong>di</strong>ci inferiori alla me<strong>di</strong>a<br />

rappresentano un segno <strong>di</strong> debolezza e <strong>di</strong> arretratezza tali da giustificare<br />

l’attribuzione del valore minimo. O, per esprimerci in termini ricavati<br />

dalla lettura degli istogrammi, si può <strong>di</strong>re che i gruppi <strong>di</strong> comu-<br />

35


SALVATORE GAROFALO_______________________________________________________________________<br />

36


SALVATORE GAROFALO_______________________________________________________________________<br />

MODELLO DI ZONIZZAZIONE<br />

QUADRO B<br />

AI FINI DELLO SVILUPPO ECONOMICO DELLA CAPITANATA<br />

C O M U N E<br />

ACCADIA<br />

ALBERONA<br />

ANZANO P.<br />

APRICENA<br />

ASCOLI S.<br />

BICCARI<br />

BOVINO<br />

CAGNANO VARANO<br />

CANDELA<br />

CARAPELLE<br />

CARLANTINO<br />

CARPINO<br />

CASALNUOVO M.<br />

CASALVECCHIO P.<br />

CASTELLUCCIO S.<br />

CASTELLUCCIO V.<br />

CASTELNUOVO D.<br />

CELENZA V.<br />

CELLE S. VITO<br />

CERIGNOLA<br />

CHIEUTI<br />

DELICETO<br />

FAETO<br />

FOGGIA<br />

ISCHITELLA<br />

LESINA<br />

LUCERA<br />

MANFREDONIA<br />

MARGHERITA S.<br />

MATTINATA<br />

MONTELEONE P.<br />

MONTE S. ANGELO<br />

MOTTA M.<br />

38<br />

In<strong>di</strong>ci “programmatici”<br />

Punteggio Risorse Risorse Dota- Punteggio<br />

modello de- idriche minerarie zioni complessivo<br />

scrittivo sotterranee infrainterpretati<br />

e superf.<br />

vostrutturali<br />

8 9 10 11 (8+9+10+11)<br />

10 - - - 10<br />

8 - - - 8<br />

10 - - - 10<br />

16 3 3 - 22<br />

9 - 3 - 12<br />

10 - 3 - 13<br />

10 - - - 10<br />

16 - - - 16<br />

8 - 3 - 11<br />

16 3 - - 19<br />

10 - - - 10<br />

10 - - - 10<br />

7 - - - 7<br />

11 - - - 11<br />

10 - - - 10<br />

7 - - - 7<br />

9 - - - 9<br />

11 - - - 11<br />

8 - - - 8<br />

14 3 - - 17<br />

10 3 - - 13<br />

7 - 3 - 10<br />

8 - - - 8<br />

21 3 - 3 27<br />

10 - - - 10<br />

18 3 - - 21<br />

15 3 - - 18<br />

20 3 - 3 26<br />

16 3 3 - 22<br />

12 - - - 12<br />

9 - - - 9<br />

15 - - - 15<br />

9 - - - 9


___________________________________________________________PIANO REGOLATORE TERRITORIALE<br />

C O M U N E 8 9 10 11 (8+9+10+11)<br />

ORSARA P.<br />

ORTANOVA<br />

PANNI<br />

PESCHICI<br />

PIETRA M.<br />

POGGIO IMP.<br />

RIGNANO GARG.<br />

ROCCHETTA S. A.<br />

RODI G.<br />

ROSETO V.<br />

S. FERDINANDO P.<br />

S. GIOVANNI R.<br />

S. MARCO L.<br />

S. MARCO LA CATOLA<br />

S. NICANDRO<br />

S. PAOLO C.<br />

SAN SEVERO<br />

SANTAGATA P.<br />

SERRACAPRIOLA<br />

STORNARA<br />

STORNARELLA<br />

TORREMAGGIORE<br />

TRINITAPOLI<br />

TROIA<br />

VICO G.<br />

VIESTE<br />

VOLTURARA APPULA<br />

VOLTURINO<br />

MEDIA PROVINCIALE<br />

7<br />

14<br />

8<br />

14<br />

8<br />

16<br />

13<br />

9<br />

12<br />

10<br />

14<br />

15<br />

10<br />

12<br />

15<br />

12<br />

17<br />

8<br />

8<br />

14<br />

14<br />

11<br />

13<br />

9<br />

13<br />

17<br />

10<br />

10<br />

11,68<br />

-<br />

3<br />

-<br />

-<br />

-<br />

3<br />

3<br />

-<br />

-<br />

-<br />

3<br />

3<br />

3<br />

-<br />

3<br />

3<br />

3<br />

-<br />

3<br />

3<br />

3<br />

3<br />

3<br />

3<br />

-<br />

-<br />

-<br />

-<br />

-<br />

-<br />

-<br />

-<br />

-<br />

-<br />

3<br />

-<br />

-<br />

-<br />

-<br />

-<br />

3<br />

3<br />

-<br />

-<br />

-<br />

-<br />

3<br />

-<br />

-<br />

-<br />

-<br />

-<br />

-<br />

-<br />

-<br />

-<br />

-<br />

-<br />

-<br />

-<br />

-<br />

-<br />

-<br />

-<br />

-<br />

-<br />

-<br />

-<br />

-<br />

-<br />

-<br />

-<br />

-<br />

-<br />

-<br />

-<br />

-<br />

-<br />

-<br />

-<br />

-<br />

-<br />

-<br />

-<br />

-<br />

-<br />

-<br />

7<br />

17<br />

8<br />

14<br />

8<br />

22<br />

16<br />

9<br />

12<br />

10<br />

17<br />

21<br />

16<br />

12<br />

18<br />

15<br />

20<br />

11<br />

11<br />

17<br />

17<br />

14<br />

16<br />

12<br />

13<br />

17<br />

10<br />

10<br />

13,49<br />

ni presentano importanza economica crescente, procedendo da sinistra<br />

verso destra.<br />

Per i quattro in<strong>di</strong>ci programmatici si verifica invece la situazione<br />

inversa. Del resto, questi in<strong>di</strong>ci misurano il tasso <strong>di</strong> sviluppo delle rispettive<br />

grandezze (variazione secolare e decennale della popolazione<br />

residente; variazione degli addetti alle attività extra-agricole e del numero<br />

delle abitazioni nell’ultimo decennio) e quin<strong>di</strong> i valori più alti si<br />

trovano necessariamente a destra sia della me<strong>di</strong>a che della me<strong>di</strong>a più<br />

lo scarto quadratico me<strong>di</strong>o.<br />

Pertanto nel quadro prospettico, a fianco ad ogni in<strong>di</strong>ce è riportata<br />

39


SALVATORE GAROFALO_______________________________________________________________________<br />

la relativa colonna riportante il punteggio attribuito ai singoli comuni,<br />

nella misura <strong>di</strong> i punto per i valori minimi, 2 punti per i valori me<strong>di</strong>, 3<br />

punti per i valori massimi.<br />

<strong>La</strong> somma dei sette punteggi, relativi ai sette in<strong>di</strong>ci strutturali e <strong>di</strong>namici,<br />

ha formato la graduatoria, che ha consentito <strong>di</strong> sud<strong>di</strong>videre i<br />

61 comuni della provincia <strong>di</strong> <strong>Foggia</strong> in tre gruppi uniformi quanto a<br />

grado <strong>di</strong> importanza economica.<br />

Sempre con lo stesso criterio si sono calcolati la me<strong>di</strong>a aritmetica e<br />

scarto quadratico me<strong>di</strong>o relativi a questa graduatoria, in modo da poter<br />

raggruppare anche queste variazioni in tre classi comprendente: la<br />

prima i comuni con punteggio inferiore alla me<strong>di</strong>a; la seconda i comuni<br />

con punteggio compreso tra la me<strong>di</strong>a e la somma della me<strong>di</strong>a più<br />

due volte lo scarto quadratico me<strong>di</strong>o, la terza i comuni con punteggio<br />

finale superiore a quest’ultimo valore.<br />

E’ stato necessario ad<strong>di</strong>zionare due volte lo scarto quadratico me<strong>di</strong>o,<br />

in quanto la forma della <strong>di</strong>stribuzione <strong>di</strong> frequenza — costruita<br />

con il predetto proce<strong>di</strong>mento <strong>di</strong> Struges presenta una <strong>di</strong>scontinuità, tale<br />

che la terza classe, quella relativa al livello <strong>di</strong> valore massimo, comprenderebbe<br />

due gruppi <strong>di</strong> comuni non contigui nella <strong>di</strong>stribuzione <strong>di</strong><br />

frequenza e per giunta staccati da un rilevante intervallo.<br />

Invece ad<strong>di</strong>zionando alla me<strong>di</strong>a due volte lo scarto quadratico me<strong>di</strong>o<br />

si elimina questo inconveniente, cosicché la terza classe in<strong>di</strong>vidua<br />

un gruppo <strong>di</strong> comuni che si stacca nettamente dai gruppi precedenti. Si<br />

conferma così la vali<strong>di</strong>tà del calcolo delle <strong>di</strong>stribuzioni <strong>di</strong> frequenza.<br />

<strong>La</strong> valutazione della presenza <strong>di</strong> risorse idriche, sia superficiali che<br />

sotterranee, <strong>di</strong> risorse minerarie e <strong>di</strong> particolari infrastrutture (porto,<br />

aereoporto e nodo ferroviario) è consistita nell’attribuzione del punteggio<br />

<strong>di</strong> tre punti ai comuni nei cui agri sono presenti queste con<strong>di</strong>zioni<br />

favorevoli.<br />

Questa valutazione si è ad<strong>di</strong>zionata ai risultati del precedente calcolo<br />

sul grado attuale <strong>di</strong> sviluppo economico, formando così il contenuto<br />

del quadro prospettico C. Questo quadro riporta nell’ultima colonna<br />

il punteggio complessivo <strong>di</strong> ciascun comune.<br />

Anche le variazioni <strong>di</strong> questo punteggio complessivo sono state<br />

analizzate con i soliti strumenti <strong>di</strong> misura (poligono <strong>di</strong> frequenza, me<strong>di</strong>a<br />

aritmetica e scarto quadratico me<strong>di</strong>o) pervenendo al risultato <strong>di</strong><br />

sod<strong>di</strong>videre i 61 comuni in tre gruppi. Il primo comprende i comuni<br />

che hanno ottenuto un punteggio complessivo inferiore alla me<strong>di</strong>a aritmetica<br />

pari a 13; il secondo raggruppa i comuni con un punteggio<br />

40


___________________________________________________________PIANO REGOLATORE TERRITORI ALE<br />

8<br />

9<br />

10<br />

11<br />

AREA TURISTICO-SI LVO-ZOOTECNICA<br />

COMUNI > 13 punti<br />

Alberona<br />

Celle S. Vito<br />

Faeto<br />

Panni<br />

Pietra Montecorvi.<br />

Castelnuovo D.<br />

Monteleone P.<br />

Motta Montecor.<br />

Rocchetta S. A.<br />

Acca<strong>di</strong>a<br />

Anzano <strong>di</strong> Puglia<br />

Bovino<br />

Carlantino<br />

Carpino<br />

Castelluccio S.<br />

Deliceto<br />

Ischitella<br />

Roseto Valforto.<br />

Volturara Appula<br />

Volturino<br />

Candela<br />

Casalvecchio P.<br />

Celenza Valfo.<br />

Sant’Agata Puglia<br />

Serracapriola<br />

13<br />

13<br />

MODELLO DI ZONIZZAZIONE<br />

AREA AGRICOLO-<br />

MINERARIA<br />

COMUNI < 14-13<br />

AREA URBANO-<br />

INDUSTRIALE<br />

COMUNI < 23<br />

p.<br />

7<br />

Comune<br />

Casalnuovo M.<br />

p.<br />

12<br />

Comune<br />

Ascoli Satriano<br />

p.<br />

14<br />

Comune<br />

Torremaggiore<br />

p. Comune<br />

26 Manfredonia<br />

Castelluccio V. Mattinata<br />

Orsara <strong>di</strong> Puglia Ro<strong>di</strong> Garganico 15 Monte S. Angelo<br />

S. Marco <strong>La</strong> Cat. S. Paolo Civitate<br />

Troia<br />

Biccari<br />

Chieuti<br />

Vico Garganico<br />

16<br />

17<br />

18<br />

19<br />

20<br />

21<br />

22<br />

Cagnano Varano<br />

Rignano Gargani.<br />

S.Marco in <strong>La</strong>mis<br />

Trinitapoli<br />

Cerignola<br />

Ortanova<br />

S.Fer<strong>di</strong>nando P.<br />

Stornara<br />

Stornarella<br />

Vieste<br />

Lucera<br />

S. Nicandro G.<br />

Carapelle<br />

San Severo<br />

Lesina<br />

S. G. Rotondo<br />

Apricena<br />

Margherita <strong>di</strong> S.<br />

Poggio Imperiale<br />

compreso tra 13 e questo valore più due volte lo scarto quadratico me<strong>di</strong>o,<br />

pari a 22; e il terzo gruppo comprende i comu ni con punteggio<br />

superiore a 22.<br />

Una conferma della vali<strong>di</strong>tà <strong>di</strong> questa sud<strong>di</strong>visione sta nel fatto che<br />

— come documento il quadro prospettico D — mentre la serie del<br />

punteggio è continua da 7 fino a 22 (tanto che solo nella me<strong>di</strong>a si può<br />

trovare un criterio <strong>di</strong> <strong>di</strong>visione), oltre questo valore si registra un intervallo<br />

<strong>di</strong> ben quattro punti. Perciò, il terzo gruppo costituisce, a giusto<br />

titolo, un’entità territoriale ben <strong>di</strong>stinta.<br />

<strong>La</strong> rappresentazione cartografica corrispondente alle in<strong>di</strong>cazioni<br />

41


SALVATORE GAROFALO_______________________________________________________________________<br />

contenute in quest’ultimo quadro prospettico in<strong>di</strong>vidua abbastanza<br />

chiaramente tre aree concentriche <strong>di</strong> forma quasi circolare.<br />

<strong>La</strong> irregolarità dei confini degli agri comunali altera un po’ i contorni<br />

<strong>di</strong> questa rappresentazione geometrica. Nell’intento <strong>di</strong> superare<br />

questo inconveniente, si sono tracciate alcune curvilinee che — <strong>di</strong>scostandosi<br />

il meno possibile dai confini amministrativi dei gruppi <strong>di</strong> comuni<br />

— meglio evidenziano le tre aree uniformi quanto a grado attuale<br />

e potenzialità imme<strong>di</strong>ate <strong>di</strong> sviluppo economico.<br />

Giunti a questo punto non resta che interpretare il significato programmatico<br />

e decisionale <strong>di</strong> questo modello <strong>di</strong> zonizzazione.<br />

7. — <strong>La</strong> misurazione del « grado <strong>di</strong> importanza economica » dei<br />

singoli comuni della provincia <strong>di</strong> <strong>Foggia</strong> ha, quin<strong>di</strong>, consentito <strong>di</strong> selezionare<br />

tre gruppi <strong>di</strong> comuni, i quali formano tre <strong>di</strong>stinte aree che si<br />

<strong>di</strong>spongono sul territorio come tre fasce concentriche. Pertanto ciascuno<br />

<strong>di</strong> questi « anelli » ha una sua in<strong>di</strong>vidualità. Essi costituiscono<br />

aree uniformi quanto a grado <strong>di</strong> sviluppo economico, inteso in senso<br />

globale, cioè rappresentativo sia del <strong>di</strong>namismo dei principali settori<br />

produttivi, sia del livello <strong>di</strong> dotazione del capitale fisso sociale.<br />

Il carattere preminente <strong>di</strong> questo modello è rappresentato dalla «<br />

circolarità » della sua forma geometrica. L’estensione del territorio (oltre<br />

700.000 ettari), la prevalenza della <strong>parte</strong> pianeggiante, l’ubicazione<br />

baricentrica del capoluogo rendono molto simile questa realtà alle ipotesi<br />

semplificatrici del modello <strong>di</strong> V. Thuen, che si riassume graficamente<br />

— come è noto — in una serie <strong>di</strong> anelli concentrici.<br />

Il nostro modello si <strong>di</strong>stingue rispetto a quello <strong>di</strong> V. Thuen per il<br />

fatto <strong>di</strong> riferirsi non già alle forme <strong>di</strong> utilizzazione agricola del suolo<br />

ma al grado <strong>di</strong> sviluppo globale. Lo schema <strong>di</strong> V. Thuen teorizza la<br />

scelta concernente la <strong>di</strong>stribuzione ottimale tra impieghi del fattore<br />

terra, omogeneo sotto tutti i profili tranne che per la <strong>di</strong>stinta rispetto al<br />

mercato? Per l’assenza <strong>di</strong> ferrovie e <strong>di</strong> altri centri commerciali non esistono<br />

vincoli <strong>di</strong> sorta all’impiego agricolo della terra <strong>di</strong>sponibile, cosicché<br />

le uniche due variabili, capaci <strong>di</strong> determinare la <strong>di</strong>stribuzione<br />

ottimale del terreno tra le colture concorrenti finiscono per essere i<br />

prezzi dei <strong>di</strong>versi prodotti ottenibili e il costo <strong>di</strong> trasporto, funzione a<br />

sua volta della variabile <strong>di</strong>stanza.<br />

Il noto teorema, relativo alla <strong>di</strong>stribuzione <strong>di</strong> un fattore <strong>di</strong>sponibile<br />

in quantità limitata tra impieghi alternativi, qui assume — attraverso<br />

l’incidenza del costo <strong>di</strong> trasporto — la <strong>di</strong>mensione spaziale e consente<br />

42


___________________________________________________________PIANO REGOLATORE TERRITORIALE<br />

<strong>di</strong> determinare, sia pure sulla base delle predette ipotesi semplificatrici,<br />

la localizzazione ottimale delle colture.<br />

<strong>La</strong> <strong>di</strong>visione <strong>di</strong> un territorio in aree uniformi è più consentanea<br />

all’agricoltura, in quanto in genere è tutto il territorio ad essere coltivato<br />

o utilizzato sia pure in mo<strong>di</strong> e con destinazioni <strong>di</strong>fferenti. Questa<br />

<strong>di</strong>versità <strong>di</strong> utilizzazione fornisce il criterio per la <strong>di</strong>visione del territorio<br />

in aree uniformi.<br />

Al contrario i paesaggi industriali non solo sono da ricercarsi in<br />

pochi e limitati compartimenti terrestri, ma soprattutto, lo stu<strong>di</strong>o dell’ubicazione<br />

delle imprese industriali concerne non già le aree come<br />

per la localizzazione delle colture, ma i « punti » del territorio. <strong>La</strong> determinazione<br />

del peso dei singoli fattori <strong>di</strong> localizzazione si risolve<br />

nella ricerca nel « punto » dell’ubicazione ottimale. Si pensi al noto<br />

triangolo <strong>di</strong> Weber.<br />

Ciò non pertanto se si considera, ad esempio, l’agricoltura italiana<br />

si può vedere tutto questo territorio <strong>di</strong>stinto in tante « regioni agrarie »;<br />

mentre se si considera l’intera economia italiana, si può scorgere il<br />

contrasto tra « regioni agrarie » e « regioni industriali », cioè « regioni<br />

economiche » caratterizzate dalla prevalenza rispettivamente delle attività<br />

agricole o delle attività industriali.<br />

Il nostro modello descrittivo dell’attuale assetto territoriale della<br />

Capitanata, dovendo misurare come varia sul territorio il livello <strong>di</strong> sviluppo<br />

globale ovvero il « grado <strong>di</strong> importanza economica » ha sud<strong>di</strong>viso<br />

l’intero territorio in aree, con una propria in<strong>di</strong>vidualità riveniente<br />

dal prevalere delle forme <strong>di</strong> organizzazione, dell’attività economica.<br />

8. — Conseguentemente, la derivazione del modello normativodecisionale<br />

dovrà fissare le modalità <strong>di</strong> trasformazione degli or<strong>di</strong>namenti<br />

produttivi nell’ambito delle singole aree nonché l’ubicazione e<br />

le <strong>di</strong>mensioni dei nuovi impianti industriali.<br />

In via teorica, si può anche supporre che il modello normativo può<br />

assumere contenuti innovativi tali da non rispettare l’attuale forma <strong>di</strong><br />

sud<strong>di</strong>visione territoriale sia nel senso <strong>di</strong> mo<strong>di</strong>ficare i confini degli «<br />

anelli » concentrici sia nel senso <strong>di</strong> mo<strong>di</strong>ficarne la fondamentale forma<br />

circolare. Il processo <strong>di</strong> sviluppo in atto è però ben lungi dal richiedere<br />

sì ra<strong>di</strong>cale trasformazione del modello <strong>di</strong> assetto territoriale. Anche<br />

sulla base dei progetti già redatti o in corso <strong>di</strong> realizzazione, appare<br />

fondato continuare ad assumere come base <strong>di</strong> <strong>parte</strong>nza lo schema <strong>di</strong><br />

assetto territoriale quale risulta dal modello interpretativo, limitando il<br />

43


SALVATORE GAROFALO_______________________________________________________________________<br />

compito del modello decisionale a fissare nuovi contenuti economici<br />

dei singoli « anelli » concentrici.<br />

9. — L’interpretazione <strong>di</strong> questo modello descrittivo richiede l’in<strong>di</strong>viduazione<br />

degli aspetti economico-sociali prevalenti delle tre aree,<br />

cioè delle ragioni che <strong>di</strong>fferenziano e quin<strong>di</strong> consentono <strong>di</strong> <strong>di</strong>videre il<br />

territorio. Il primo « anello » quello posto al centro del sistema, è caratterizzato<br />

da un sufficientemente elevato <strong>di</strong>namismo demografico e<br />

da un consistente avvio del settore secondario. t noto che questi due<br />

fenomeni: urbanizzazione e industrializzazione presentano, in generale,<br />

un elevato grado <strong>di</strong> correlazione. In breve, questa area presenta una<br />

sua in<strong>di</strong>vidualità e si <strong>di</strong>stingue rispetto alle altre parti del sistema per<br />

un certo prevalere del carattere urbano-industriale.<br />

Il secondo « anello », caratterizzato da stasi demografica, è sede <strong>di</strong><br />

tutti i comprensori irrigui sia quelli collettivi, collegati ai gran<strong>di</strong> invasi<br />

sui fiumi e torrenti della provincia (Ofanto, Carapelle, Fortore) sia<br />

quelli aziendali risultanti dalla vasta rete <strong>di</strong> pozzi, che utilizzano le acque<br />

sotterranee. Quest’area, che occupa la più alta percentuale della<br />

superficie provinciale, è sede anche dei giacimenti <strong>di</strong> metano, <strong>di</strong> bauxite,<br />

delle cave <strong>di</strong> pietre, nonché degli stabilimenti termali che utilizzano<br />

le acque madri delle saline. In quest’area gli addetti al settore<br />

primario, nella sua più vasta accezione quale risulta dalla prima schematizzazione<br />

del Colin Clark (comprensiva sia degli addetti<br />

all’agricoltura che degli addetti alle miniere) costituiscono la maggioranza<br />

assoluta della popolazione attiva, raggiungendo il 52%.<br />

Per la somma <strong>di</strong> tutti questi elementi strutturali, anche questa seconda<br />

area, che si situa come « anello » interme<strong>di</strong>o nel sistema, ha una<br />

sua in<strong>di</strong>vidualità e si <strong>di</strong>stingue per il prevalere del carattere agricolominerario.<br />

Il terzo « anello » non costituisce un’unità territoriale continua, in<br />

quanto si compone <strong>di</strong> due corpi, posti ai bor<strong>di</strong> del sistema.<br />

In quest’area lo spopolamento è molto marcato, in quanto raggiunge<br />

il 20%. Altro elemento comune è l’altimetria: i due corpi, infatti,<br />

sono sede dei due consorzi <strong>di</strong> bonifica montana. In breve<br />

quest’area trova la sua in<strong>di</strong>vidualità nel prevalere del carattere silvopastorale.<br />

In conclusione, tre aree, uniformi quanto a grado <strong>di</strong> importanza<br />

economica, e che costituiscono tre <strong>di</strong>stinti anelli concentrici: il primo<br />

a prevalente economia urbano-industriale; il secondo a prevalente economia<br />

agricolo-mineraria; il terzo a prevalente economia silvopastorale.<br />

44


___________________________________________________________PIANO REGOLATORE TERRITORIALE<br />

III - CARATTERI ECONOMICI DEL NUOVO MODELLO DI ASSETTO TERRI-<br />

TORIALE DELLA CAPITANATA<br />

1. — Dalla somma dei suddetti caratteri si intuisce che non si tratta<br />

soltanto <strong>di</strong> una forma <strong>di</strong> <strong>di</strong>fferenziazione dell’apparato produttivo, ma<br />

ad essa si accompagna anche una <strong>di</strong>fferenza nei livelli <strong>di</strong> red<strong>di</strong>to. Siamo<br />

cioè in presenza <strong>di</strong> un meccanismo che genera continuamente<br />

forme <strong>di</strong> squilibrio sia settoriale che territoriale.<br />

Di fronte a un simile stato <strong>di</strong> fatto, sorge spontanea l’assunzione<br />

dell’obiettivo dello sviluppo equilibrato, vale a <strong>di</strong>re programmare una<br />

serie <strong>di</strong> interventi capaci <strong>di</strong> promuovere una crescita nelle <strong>di</strong>verse parti<br />

del sistema, tale da raggiungere uno stato <strong>di</strong> equilibrio, inteso come<br />

relativo livellamento dello stato <strong>di</strong> benessere.<br />

Se agevole e pacifica può essere l’assunzione <strong>di</strong> un simile obiettivo<br />

<strong>di</strong> sviluppo, piuttosto problematica appare la scelta degli strumenti<br />

capaci <strong>di</strong> eliminare le predette situazioni <strong>di</strong> squilibrio.<br />

A questo punto torna acconcio prendere in esame gli effetti della<br />

decisione degli esperti dell’Aeritalia <strong>di</strong> ubicare nei pressi<br />

dell’aereoporto <strong>di</strong> Amendola (Manfredonia) un impianto industriale <strong>di</strong><br />

tipo aereonautico.<br />

2. — I fattori <strong>di</strong> localizzazione, che hanno fatto preferire la provincia<br />

<strong>di</strong> <strong>Foggia</strong> per l’ubicazione dell’Aeritalia sono ugualmente presenti<br />

sia nel primo che nel secondo « anello » del sistema. Si allude ai «<br />

cieli puliti » ed agli ampi spazi, che sono requisiti fondamentali per<br />

l’inse<strong>di</strong>amento <strong>di</strong> un impianto industriale <strong>di</strong> tipo aeronautico, come<br />

quello progettato dalla Aeritalia. L’ubicazione « Amendola » presenta<br />

però il vantaggio dell’esistenza <strong>di</strong> cospicue attrezzature aeroportuali.<br />

Ora questo impianto industriale verrà certamente a rafforzare il carattere<br />

urbano-industriale della <strong>parte</strong> centrale del sistema e quin<strong>di</strong> ad<br />

accentuare i caratteri <strong>di</strong>fferenziali rispetto alle altre due aree. Di qui<br />

l’esigenza <strong>di</strong> verificare la vali<strong>di</strong>tà <strong>di</strong> questa scelta ubicazionale con<br />

l’obiettivo <strong>di</strong> perseguire l’equilibrio territoriale del sistema economico<br />

dauno, fondato sulla proposta <strong>di</strong> contenere gli inse<strong>di</strong>amenti industriali<br />

nella <strong>parte</strong> centrale del sistema a favore delle fasce esterne.<br />

In primo luogo, la qualifica urbano-industriale attribuita alla <strong>parte</strong><br />

centrale del sistema ha un valore puramente relativo, rispetto al restante<br />

territorio della economia dauna, in quanto essa è ben lungi dagli<br />

standards <strong>di</strong> una regione industrialmente evoluta e soprattutto perché<br />

si è molto lontani dall’insorgere <strong>di</strong> forme varie <strong>di</strong> congestione territoriale.<br />

Basta pensare che la densità <strong>di</strong> abitanti per Kmq. nei due comuni<br />

45


SALVATORE GAROFALO_______________________________________________________________________<br />

<strong>di</strong> <strong>Foggia</strong> e <strong>di</strong> Manfredonia, formanti l’area centrale de sistema, è nettamente<br />

inferiore sia alla me<strong>di</strong>a regionale che a quella nazionale.<br />

D’altro canto, anche la incidenza percentuale degli addetti alle attività<br />

industriali è ancora alla data dell’ultimo censimento, ben lontano dai<br />

valori delle tipiche « regioni industriali ».<br />

Già queste due in<strong>di</strong>cazioni appaiono sufficienti ad avvertire come<br />

non sia proprio il caso <strong>di</strong> prospettarsi la tesi <strong>di</strong> evitare la congestione<br />

nella <strong>parte</strong> centrale del sistema. L’area centrale presenta, infatti, una<br />

densità demografica <strong>di</strong> appena 210 abitanti per Kmq. una misura che<br />

può rientrare nell’in<strong>di</strong>ce delle zone scarsamente popolate e non già in<br />

quello delle zone congestionate. Trattasi, quin<strong>di</strong>, <strong>di</strong> un’area per la quale<br />

risulta fondato un programma <strong>di</strong> urbanizzazione, sostenuto da un<br />

processo <strong>di</strong> sviluppo industriale.<br />

Non va <strong>di</strong>menticato, inoltre, che tra i due comuni <strong>di</strong> questa area<br />

centrale corre una <strong>di</strong>stanza <strong>di</strong> 30 Km. In questo spazio non esiste nessun<br />

nucleo <strong>di</strong> abitazioni. E muovendo dal capoluogo verso le altre <strong>di</strong>rezioni<br />

bisogna percorrere, me<strong>di</strong>amente, <strong>di</strong>stanze <strong>di</strong> poco inferiori per<br />

incontrare un centro abitato. S noto che il Tavoliere è una « regione »<strong>di</strong><br />

recente colonizzazione, tant’è che una delle più interessanti iniziative<br />

della bonifica in Capitanata è stata proprio quella <strong>di</strong> costruire una serie<br />

<strong>di</strong> borghi e <strong>di</strong> centri <strong>di</strong> servizio, con lo scopo precipuo <strong>di</strong> promuovere<br />

e infittire gli inse<strong>di</strong>amenti rurali in questa ampia fascia <strong>di</strong> « vuoto residenziale»<br />

esistente attorno al capoluogo. Da notare che anche la <strong>di</strong>mensione<br />

territoriale <strong>di</strong> questo programma <strong>di</strong> opere <strong>di</strong> bonifica ha assunto<br />

la forma circolare.<br />

Se per un verso risulta validamente fondata la proposta <strong>di</strong> promuovere<br />

per quest’area una più intensa urbanizzazione, correlata allo<br />

sviluppo industriale, per altro verso il fatto che <strong>di</strong>versi centri decisionali<br />

abbiano scelto quest’area, per inse<strong>di</strong>arvi i nuovi impianti industriali<br />

realizzati in questi ultimi anni nella provincia, sta a in<strong>di</strong>care la<br />

presenza <strong>di</strong> obiettive con<strong>di</strong>zioni preferenziali.<br />

Quest’annotazione <strong>di</strong> per sé, cioè isolatamente presa, potrebbe in<strong>di</strong>care<br />

che la scelta, efficiente dal punto <strong>di</strong> vista aziendale, risulta in<br />

contrasto con l’obiettivo <strong>di</strong> eliminare l’esistente squilibrio territoriale.<br />

In altri termini, se la finalità della pianificazione dell’A.S.I. è quella<br />

<strong>di</strong> promuovere uno sviluppo equilibrato dell’economia dauna anche<br />

sotto il profilo territoriale, non è sufficiente constatare che l’Anic, la<br />

<strong>La</strong>nerossi, l’Aeritalia e poi anche società minori quali la Frigodaunia,<br />

l’Ajnomoto, l’Eridania e la Pontelongo abbiano preferito<br />

46


___________________________________________________________PIANO REGOLATORE TERRITORIALE<br />

l’area centrale per inse<strong>di</strong>arvi i loro impianti, in quanto queste scelte<br />

potrebbero corrispondere unicamente a criteri <strong>di</strong> valutazione aziendalistica,<br />

in contrasto con le <strong>di</strong>rettive programmatiche orientate a correggere<br />

la tendenza spontanea delle forze <strong>di</strong> mercato.<br />

3. — Si può anche accettare, per ragioni <strong>di</strong> convenienza, questo<br />

stato <strong>di</strong> fatto; salvo a ritenere che sarebbe stato preferibile — nel rispetto<br />

dell’obiettivo del riequilibrio territoriale — che per i predetti<br />

impianti industriali fossero state scelte ubicazioni ricadenti nella fascia<br />

interme<strong>di</strong>a del nostro modello <strong>di</strong> assetto territoriale, nella fascia cioè<br />

caratterizzata da un minor grado <strong>di</strong> importanza economica.<br />

A favore <strong>di</strong> questa tesi sta il rilievo che una simile scelta ubicazionale<br />

avrebbe più facilmente esteso i suoi benefici in<strong>di</strong>retti alla terza<br />

fascia esterna, ancora più depressa, contenendo così gli effetti dell’ulteriore<br />

emarginazione.<br />

Questo rilievo sarebbe valido a con<strong>di</strong>zione che i fattori agglomerativi<br />

e le ragioni <strong>di</strong> economie esterne, presenti in maggior misura<br />

nell’area centrale del sistema, fossero neutralizzati dall’insorgere <strong>di</strong><br />

fenomeni <strong>di</strong> congestione territoriale. Il che non è. E quin<strong>di</strong> preferire<br />

per la localizzazione dei nuovi impianti industriali, specie <strong>di</strong> quelli <strong>di</strong><br />

notevoli <strong>di</strong>mensioni e ad elevato contenuto tecnologico, la seconda area<br />

interme<strong>di</strong>a sarebbe sicuramente una scelta in pura per<strong>di</strong>ta, in quanto<br />

comporterebbe la rinuncia, senza contropartita, ai fattori agglomerativi<br />

e alle economie esterne presenti in maggior misura nell’area centrale<br />

del sistema.<br />

4. — D’altro canto, la tesi tendente a ridurre gli inse<strong>di</strong>amenti industriali<br />

nell’area centrale del sistema al fine <strong>di</strong> favorire un più accelerato<br />

sviluppo della fascia interme<strong>di</strong>a e <strong>di</strong> eliminare così l’insorgere<br />

<strong>di</strong> fenomeni, inquadrabili nel noto principio della « causalità circolare<br />

cumulativa » (Myrdal), potrebbe essere valida a due con<strong>di</strong>zioni.<br />

<strong>La</strong> prima con<strong>di</strong>zione è che l’area centrale del sistema possa essere<br />

qualificata già economicamente avanzata, una area cioè già ricca che<br />

tende a <strong>di</strong>ventare sempre più ricca a scapito delle altre aree del sistema<br />

che conseguentemente <strong>di</strong>ventano sempre più povere. Il che non corrisponde<br />

alla realtà.<br />

<strong>La</strong> seconda con<strong>di</strong>zione è che nelle altre aree, o anelli concentrici,<br />

manchino completamente altre possibilità <strong>di</strong> sviluppo.<br />

<strong>La</strong> proposta <strong>di</strong> « preferire » la fascia interme<strong>di</strong>a all’area centrale del<br />

sistema può risultare valida in un simile schema <strong>di</strong> ragionamento:<br />

a) date alcune possibilità <strong>di</strong> sviluppo, cioè l’inse<strong>di</strong>amento <strong>di</strong> alcune<br />

47


SALVATORE GAROFALO_______________________________________________________________________<br />

imprese industriali; b) dato l’obiettivo <strong>di</strong> raggiungere il riequilibrio<br />

territoriale; c) dato l’attuale squilibrio illustrato dal modello<br />

dell’attuale assetto territoriale dell’economia daunia; d) qual è l’area<br />

da preferire per i nuovi inse<strong>di</strong>amenti industriali?<br />

E’ evidente che posta in questi termini la questione, la risposta è<br />

ovvia e scontata, nel senso che è da preferire la fascia interme<strong>di</strong>a. Solo<br />

che questa risposta è valida nei limiti dell’ipotesi <strong>di</strong> <strong>parte</strong>nza e cioè<br />

<strong>di</strong> una programmazione settoriale, che concentri la sua attenzione alle<br />

sole attività industriali.<br />

Ma proprio per evitare simili inconvenienti si è voluto impostare in<br />

termini globali l’ipotesi <strong>di</strong> sviluppo economico-sociale. In concreto,<br />

quest’impostazione ha consentito <strong>di</strong> tener presente in primo luogo i<br />

progetti <strong>di</strong> sviluppo già redatti e/o in corso <strong>di</strong> realizzazione nella provincia,<br />

in primo luogo quelli del settore agricolo.<br />

A questo punto torna <strong>di</strong> particolare aiuto una teoria dell’economia<br />

dello sviluppo, secondo cui compito della programmazione è quello <strong>di</strong><br />

in<strong>di</strong>viduare per ciascun ambiente il suo « punto <strong>di</strong> forza », si da poter<br />

selezionare la promozione <strong>di</strong> quelle attività, che meglio ne utilizzano<br />

la capacità <strong>di</strong> trasformazione e <strong>di</strong> <strong>di</strong>fferenziazione dell’apparato produttivo.<br />

Ne consegue, perciò, che la proposta <strong>di</strong> contenere l’inse<strong>di</strong>amento<br />

<strong>di</strong> nuove imprese industriali nell’area centrale del sistema potrà essere<br />

ri<strong>di</strong>mensionata dall’accertamento degli effetti che « i punti <strong>di</strong> forza »<br />

caratteristici della fascia potranno generare. Effetti in termini <strong>di</strong> red<strong>di</strong>to<br />

e <strong>di</strong> occupazione, in una parola le possibilità <strong>di</strong> sviluppo.<br />

In altri termini, s’intende <strong>di</strong>re che lo sviluppo economico <strong>di</strong> una<br />

data « regione » non si identifica necessariamente ed esclusivamente<br />

nell’espansione delle attività industriali. A questo proposito, per fornire<br />

una prova della vali<strong>di</strong>tà della proposta operativa e della scelta programmatica,<br />

implicitamente contenuta nella precedente proposizione,<br />

nella seconda <strong>parte</strong> dell’ipotesi <strong>di</strong> sviluppo socio-economico del Piano<br />

regolatore, si è accertato — con l’ausilio <strong>di</strong> alcuni modelli matematici<br />

— che, a livello dell’intera area meri<strong>di</strong>onale, la produttività degli investimenti<br />

nel settore agricolo, relativamente all’ultimo ventennio,<br />

ben regge il confronto con quella degli investimenti nel settore industriale.<br />

E dai risultati <strong>di</strong> quest’analisi comparata sì è avanzata la riserva<br />

critica in or<strong>di</strong>ne alla scelta <strong>di</strong> politica economica, che ha determinato<br />

una marcata e persistente flessione degli investimenti agricoli<br />

nell’Italia meri<strong>di</strong>onale a partire dal 1960.<br />

48


___________________________________________________________PIANO REGOLATORE TERRITORIALE<br />

E’ chiaro che questa critica contiene in<strong>di</strong>rettamente la proposta <strong>di</strong><br />

rivedere simile comportamento per il prossimo avvenire e in concreto<br />

<strong>di</strong> favorire la ripresa degli investimenti in agricoltura e in particolare<br />

in quei comparti notamente contrad<strong>di</strong>stinti da una relativamente più<br />

elevata produttività, in primo luogo l’irrigazione.<br />

5. — Ora, se si considera la localizzazione, nella provincia <strong>di</strong> <strong>Foggia</strong>,<br />

nelle « zone irrigue », sia quelle servite dalle opere <strong>di</strong> irrigazione<br />

collettiva sia quelle che fruiscono attraverso un elevatissimo numero<br />

<strong>di</strong> pozzi della falda sotterranea, si nota che esse ricadono in larga misura<br />

proprio nell’anello interme<strong>di</strong>o, quello posto tra la fascia esterna<br />

con le alte colline del sub-appennino e con il Gargano e l’area urbanoindustriale<br />

localizzata al centro del sistema. Come pure, in questa fascia<br />

interme<strong>di</strong>a sono ubicati i giacimenti <strong>di</strong> metano, bauxite e cave <strong>di</strong><br />

pietra pregiata, donde l’attribuzione a quest’area della qualifica « agricolo-mineraria<br />

».<br />

Tale qualifica contiene in sé l’in<strong>di</strong>cazione dei «punti <strong>di</strong> forza » da<br />

tener presenti in sede <strong>di</strong> programmazione dello sviluppo.<br />

Mentre le risorse minerarie non sempre riescono a con<strong>di</strong>zionare<br />

l’ubicazione degli impianti <strong>di</strong> trasformazione, nel senso che spesso è<br />

conveniente il trasporto della materia prima in altre località dotate <strong>di</strong><br />

ben altre con<strong>di</strong>zioni favorevoli. E’ il caso dello stesso metano che viene,<br />

sia pure parzialmente, utilizzato nell’ambìto della provincia <strong>di</strong><br />

<strong>Foggia</strong> ma non già nella fascia interme<strong>di</strong>a del nostro sistema, ma a<br />

Manfredonia. Non altrettanto può <strong>di</strong>rsi delle risorse idriche, i cui impianti<br />

<strong>di</strong> irrigazione collettiva (Sinistra Ofanto-Marana Capacciotti;<br />

Carapelle; serie <strong>di</strong> laghetti collinari; Fortore-Occhito) sono destinati a<br />

promuovere lo sviluppo agricolo dell’area interme<strong>di</strong>a. In conclusione,<br />

il principale «punto <strong>di</strong> forza» dell’anello interme<strong>di</strong>o del sistema economico<br />

dauno è costituito da questo imponente complesso <strong>di</strong> investimenti<br />

nel settore irriguo.<br />

Ora, c’è da rilevare che la concentrazione in quest’area degli investimenti<br />

nel settore delle opere <strong>di</strong> miglioramenti fon<strong>di</strong>ario, finalizzate<br />

alla valorizzazione <strong>di</strong> queste risorse idriche, consente <strong>di</strong> raggiungere,<br />

oltre all’obiettivo dell’incremento del red<strong>di</strong>to, anche quello <strong>di</strong> promuovere<br />

un aumento dell’occupazione agricola e per questa via correggere<br />

la tendenza in atto della <strong>di</strong>minuzione della densità demografica.<br />

Come risulta dalla lettura del quadro prospettico A, molti dei comuni<br />

della fascia interme<strong>di</strong>a fanno registrare una flessione — rispetto<br />

all’ultimo decennio — del numero dei residenti. In particolare la den-<br />

49


SALVATORE GAROFALO_______________________________________________________________________<br />

sità demografica (abitanti/Kmq.) al 1971 è particolarmente bassa anche<br />

rispetto alla me<strong>di</strong>a regionale.<br />

6. — I processi <strong>di</strong> intensificazione culturale, <strong>di</strong>pendenti dall’introduzione<br />

dell’acqua a scopo irriguo, portano in ogni caso a un notevole<br />

incremento del volume <strong>di</strong> occupazione e quin<strong>di</strong> del numero dei residenti.<br />

<strong>La</strong> trasformazione dell’or<strong>di</strong>namento produttivo sia che si fon<strong>di</strong><br />

sugli impianti arborei sia che si fon<strong>di</strong> sulle colture foraggere e sui conseguenti<br />

allevamenti zootecnici dovrà far registrare, rispetto all’attuale<br />

predominanza dell’or<strong>di</strong>namento cerealicolo fortemente meccanizzato,<br />

un notevole aumento degli addetti all’agricoltura. E l’effetto occupazione<br />

raggiungerà consistenti <strong>di</strong>mensioni anche in conseguenza<br />

dell’estensione complessiva dei comprensori irrigui.<br />

Inoltre, un programma <strong>di</strong> sviluppo agricolo, fondato sul-<br />

l’irrigazione e sulle conseguenti intensificazioni colturali, consente <strong>di</strong><br />

registrare l’interessante fenomeno della convergenza dell’effetto occupazione<br />

rispetto all’effetto red<strong>di</strong>to.<br />

In altri termini, si verificano sia aumenti <strong>di</strong> occupazione che aumenti<br />

<strong>di</strong> red<strong>di</strong>to. Più in particolare sono spesso quasi coincidenti le<br />

scelte relative alla destinazione della superficie aziendale tra le <strong>di</strong>verse<br />

colture alternative, tendenti a massimizzare il red<strong>di</strong>to del-<br />

l’impren<strong>di</strong>tore con quelle tendenti a massimizzare il red<strong>di</strong>to da lavoro.<br />

7. — Quest’ultimo aspetto è <strong>di</strong> particolare importanza per il funzionamento<br />

del meccanismo <strong>di</strong> sviluppo dell’economia dauna, correlato<br />

al modello <strong>di</strong> assetto territoriale qui pre<strong>di</strong>sposto. Ma su questo punto<br />

si avrà modo <strong>di</strong> tornare più avanti per un migliore chiarimento.<br />

L’obiettivo del riequilibrio territoriale della economia dauna va<br />

perseguito valorizzando i « punti <strong>di</strong> forza » specifici dei singoli ambienti.<br />

Per l’area interme<strong>di</strong>a della provincia dauna, il punto <strong>di</strong> forza<br />

specifico è la destinazione agricola delle copiose risorse idriche. Questa<br />

scelta risulta ancor più fondata quando si consideri la congruità<br />

dello strumento rispetto all’obiettivo <strong>di</strong> correggere la tendenziale flessione<br />

del numero dei residenti.<br />

E’ chiaro che questa <strong>di</strong>fferenziazione <strong>di</strong> aree uniformi si fonda sul<br />

carattere economico prevalente e <strong>di</strong>stintivo, per cui non bisogna ritenere<br />

che nell’area interme<strong>di</strong>a si debba far posto esclusivamente alla<br />

promozione <strong>di</strong> nuove attività agricole. Intanto anche in quest’area non<br />

mancano segni <strong>di</strong> progresso nel settore industriale. Ma, quel che più<br />

conta ai fini programmatici e normativi, torna acconcia una precedente<br />

ipotesi <strong>di</strong> sviluppo industriale, formulata per il precedente Piano rego-<br />

50


___________________________________________________________PIANO REGOLATORE TERRITORIALE<br />

latore, quello relativo al Nucleo <strong>di</strong> industrializzazione <strong>di</strong> <strong>Foggia</strong>. Si allude<br />

alla proposta <strong>di</strong> articolare lo sviluppo industriale della provincia<br />

dauna per « agglomerati satelliti » .<br />

8. — L’idea dell’articolazione territoriale dello sviluppo industriale<br />

per agglomerati satelliti era, in quella fase <strong>di</strong> elaborazione progettuale,<br />

la <strong>di</strong>retta derivazione <strong>di</strong> un’ipotesi <strong>di</strong> sviluppo, che assegnava un<br />

ruolo preminente al settore agricolo e in particolare al compimento <strong>di</strong><br />

tutti i progetti irrigui.<br />

Dal punto <strong>di</strong> vista economico, un grande invaso sta sullo stesso<br />

piano <strong>di</strong> un’acciaieria o <strong>di</strong> un giacimento metanifero, in quanto sono<br />

tutti assimilabili alla categoria degli investimenti <strong>di</strong> base, <strong>di</strong> quegli investimenti<br />

capaci <strong>di</strong> favorire una lunga serie <strong>di</strong> investimenti successivi,<br />

legati tra loro da vincoli <strong>di</strong> connessione e <strong>di</strong> complementarietà<br />

tecnico-economica.<br />

A quella data non esistevano per la provincia <strong>di</strong> <strong>Foggia</strong> prospettive<br />

<strong>di</strong> investimenti <strong>di</strong> base tipicamente industriali. Infatti, non erano stati<br />

rinvenuti i giacimenti <strong>di</strong> metano e non erano stati decisi i noti inse<strong>di</strong>amenti<br />

Anic e Aeritalia.<br />

Ora, fondare l’ipotesi <strong>di</strong> sviluppo sul suolo preminente dei gran<strong>di</strong><br />

invasi con connessi impianti <strong>di</strong> irrigazione collettiva composta la logica<br />

conseguenza, in sede <strong>di</strong> ipotesi <strong>di</strong> assetto territoriale, <strong>di</strong> dover far riferimento<br />

a vaste estensioni <strong>di</strong> terreno.<br />

Il paesaggio agrario investe per sua natura spazi immensi, laddove<br />

i paesaggi industriali occupano soltanto pochi e limitati compartimenti<br />

terrestri.<br />

E’ tipico del settore agricolo interessare vaste aree mentre il settore<br />

industriale presenta, dal punto <strong>di</strong> vista territoriale, una caratterizzazione<br />

puntiforme. Pertanto, la più conveniente forma <strong>di</strong> assetto territoriale<br />

<strong>di</strong> un programma <strong>di</strong> sviluppo industriale, inserito in una vasta<br />

area interessata da cospicui processi <strong>di</strong> trasformazione agricola, è<br />

quella <strong>di</strong> prevedere non un singolo « polo » ma un gruppo <strong>di</strong> « agglomerati<br />

satelliti » .<br />

9. — <strong>La</strong> successiva localizzazione <strong>di</strong> nuovi grossi impianti industriali<br />

nella <strong>parte</strong> centrale del Tavoliere a sostegno della tendenza<br />

spontanea dell’accentuazione del suo carattere urbano-industriale,<br />

consente <strong>di</strong> meglio precisare, anche sotto il profilo territoriale, il ruolo<br />

della componente agricola <strong>di</strong> quest’ipotesi <strong>di</strong> sviluppo economico della<br />

Capitanata dovrà localizzarsi prevalentemente nella fascia interme<strong>di</strong>a<br />

del sistema. Di conseguenza, anche l’ubicazione dei suddetti<br />

51


SALVATORE GAROFALO_______________________________________________________________________<br />

« agglomerati satelliti » risulta agevolata. I fattori localizzatori <strong>di</strong> questi<br />

agglomerati industriali sono stati rispettivamente la presenza dei<br />

giacimenti <strong>di</strong> metano (Ascoli Satriano); la <strong>di</strong>sponibilità <strong>di</strong> risorse idriche<br />

in presenza <strong>di</strong> favorevoli collegamenti ferroviari e stradali (Giar<strong>di</strong>netto-Troia);<br />

la relativamente più elevata densità demografica (Lucera<br />

e San Severo).<br />

A conferma dell’intuizione <strong>di</strong> base del modello interpretativo <strong>di</strong><br />

assetto territoriale, anche il supporto infrastrutturale con funzione <strong>di</strong><br />

collegamenti tra i predetti agglomerati satelliti ha assunto la forma<br />

quasi circolare.<br />

10. — <strong>La</strong> prevalente caratteristica strutturale delle imprese, da inse<strong>di</strong>are<br />

in questi agglomerati satelliti, dovrà essere quella del basso<br />

coefficiente <strong>di</strong> capitale per unità lavorativa. Questa determinazione risulta<br />

logicamente coerente sia rispetto all’obiettivo specifico <strong>di</strong> questa<br />

area, sia rispetto alla scelta <strong>di</strong> fondo dell’attuale politica industriale,<br />

aumentare cioè il grado <strong>di</strong> densità demografica nel Mezzogiorno, favorire<br />

cioè le me<strong>di</strong>e imprese a basso coefficiente <strong>di</strong> capitale per unità<br />

lavorativa.<br />

IV - VERIFICA DELLA VALIDITÀ OPERATIVA DEL MODELLO DI SVILUPPO<br />

E DI ASSETTO TERRITORIALE DELLA CAPITANATA<br />

1. — L’analisi delle strutture territoriali dell’economia dauna,<br />

compiuta con l’ausilio <strong>di</strong> un modello <strong>di</strong> natura descrittivointerpretativa,<br />

ha consentito <strong>di</strong> in<strong>di</strong>viduare tre aree con <strong>di</strong>fferente «<br />

grado <strong>di</strong> importanza economica ».<br />

Queste tre aree, che assumono la forma <strong>di</strong> tre « anelli » concentrici<br />

rispetto all’ubicazione del capoluogo, presentano tre <strong>di</strong>fferenti vocazioni,<br />

sicché si è potuto determinare la localizzazione delle attività<br />

promozionali, che formano il contenuto dell’ipotesi <strong>di</strong> sviluppo economico-sociale.<br />

In altri termini, l’assunzione del modello interpretativo dell’attuale<br />

assetto dell’economia dauna ha consentito <strong>di</strong> precisare la <strong>di</strong>mensione<br />

spaziale dei programmi operativi, <strong>di</strong> specificarne cioè gli ambiti territoriali.<br />

Non resta che sottoporre ad esame critico questo modello, al fine<br />

<strong>di</strong> verificarne la sua vali<strong>di</strong>tà operativa. Si tratta, cioè <strong>di</strong> accertare il<br />

grado <strong>di</strong> compatibilità territoriale e le forme <strong>di</strong> integrazione tra i <strong>di</strong>fferenti<br />

programmi e le rispettive aree <strong>di</strong> sviluppo.<br />

Questo riesame critico può essere proficuamente compiuto, concentrando<br />

l’attenzione su due punti « nodali » del modello <strong>di</strong> sviluppo:<br />

52


___________________________________________________________PIANO REGOLATORE TERRITORIALE<br />

1) precisare il ruolo e la <strong>di</strong>mensione dell’agglomerato « Incoronata »;<br />

2) definire le modalità dei collegamenti tra i <strong>di</strong>versi programmi <strong>di</strong> sviluppo-agricolo,<br />

industriale e turistico.<br />

2. — In seno all’area centrale, qualificata con l’appellativo « urbano-industriale<br />

», è stato progettata la « <strong>di</strong>rettrice » <strong>di</strong> sviluppo industriale,<br />

consistente in un asse atttrezzato, che collega l’agglomerato «<br />

Incoronata » (<strong>Foggia</strong>) con l’agglomerato « Amendola » (Manfredonia)<br />

e con l’agglomerato Macchia (Monte Sant’Angelo). Le principali dotazioni<br />

infrastrutturali <strong>di</strong> quest’asse sono il porto <strong>di</strong> Manfredonia già<br />

potenziato in seguito all’inse<strong>di</strong>amento industriale Anic, l’Aereoporto<br />

civile <strong>di</strong> <strong>Foggia</strong> e le attrezzature aeroportuali <strong>di</strong> Amendola, i collegamenti<br />

<strong>di</strong>retti con le autostrade, l’adriatica e la Bari-Napoli, nonché<br />

l’importante nodo ferroviario <strong>di</strong> <strong>Foggia</strong>.<br />

Per quanto attiene all’agglomerato « Incoronata », va precisato che<br />

esso è ubicato a pochi chilometri dal centro abitato <strong>di</strong> <strong>Foggia</strong>, sulla<br />

strada statale per Bari.<br />

In questo agglomerato si sono già localizzati <strong>di</strong>versi impianti industriali,<br />

tutti in fase <strong>di</strong> ampliamento e caratterizzati dal basso coefficiente<br />

<strong>di</strong> capitale per unità lavorativa e ap<strong>parte</strong>nenti alle classi <strong>di</strong> attività<br />

proprie dei primi sta<strong>di</strong> dello sviluppo industriale (alimentari e tessili).<br />

Questa nota <strong>di</strong>stintiva è bene che venga conservata anche per i<br />

successivi inse<strong>di</strong>amenti industriali, <strong>di</strong> guisa che questo agglomerato<br />

possa avere una sua in<strong>di</strong>vidualità in seno alla suddetta « <strong>di</strong>rettrice » <strong>di</strong><br />

sviluppo.<br />

Il rafforzamento <strong>di</strong> questo carattere <strong>di</strong>stintivo si giustifica anche<br />

per una ragione <strong>di</strong> carattere funzionale e cioè lungo la predetta strada<br />

statale, specie nel tratto <strong>di</strong> una ventina <strong>di</strong> chilometri tra <strong>Foggia</strong> ed Orta<br />

Nova, sono sorte, in questi ultimi anni, molte imprese industriali <strong>di</strong><br />

piccole <strong>di</strong>mensioni. Questo fenomeno spontaneo potrebbe essere normalizzato<br />

e rafforzato dalla presenza <strong>di</strong> un agglomerato dotato delle<br />

principali infrastrutture e localizzato in una posizione centrale.<br />

Sono proprio queste le caratteristiche dell’agglomerato « Incoronata<br />

», che gli consentono <strong>di</strong> svolgere una funzione polarizzatrice rispetto<br />

a questo nuovo tipo <strong>di</strong> inse<strong>di</strong>amenti industriali.<br />

Solo, che, a questo punto, s’impone un esame critico delle ragioni<br />

che hanno suggerito la proposta <strong>di</strong> ridurre l’estensione<br />

dell’agglomerato « Incoronata ». Nel « voto» del Comitato tecnico dei<br />

Ministri per il Mezzogiorno al Piano regolatore preliminare è stato in<strong>di</strong>cato,<br />

infatti, un ri<strong>di</strong>mensionamento <strong>di</strong> questo agglomerato.<br />

3. — Le ragioni che possono giustificare una simile proposta <strong>di</strong><br />

53


SALVATORE GAROFALO_______________________________________________________________________<br />

ri<strong>di</strong>mensionamento sono sostanzialmente due: la <strong>di</strong>sponibilità delle<br />

forze <strong>di</strong> lavoro; la <strong>di</strong>sponibilità <strong>di</strong> risorse idriche.<br />

Per quanto attiene alla prima ragione: la <strong>di</strong>sponibilità delle forze<br />

lavorative, è sufficiente tener presente che: 1) il tasso <strong>di</strong> natalità della<br />

provincia <strong>di</strong> <strong>Foggia</strong> ha continuato a mantenersi, nell’ultimo ventennio<br />

attorno al 15%, vale a <strong>di</strong>re notevolmente al <strong>di</strong> sopra della me<strong>di</strong>a nazionale;<br />

2) che l’incidenza degli addetti al settore terziario ed alla pubblica<br />

amministrazione è proporzionata, per accesso, rispetto al livello<br />

<strong>di</strong> red<strong>di</strong>to; 3) che il numero dei <strong>di</strong>soccupati è notevolmente aumentato<br />

in questi ultimi anni, per concludere che è del tutto priva <strong>di</strong> fondamento<br />

la proposta <strong>di</strong> contenere l’agglomerato « Incoronata » per scarsa<br />

<strong>di</strong>sponibilità <strong>di</strong> forze lavorative.<br />

A questo proposito non va <strong>di</strong>menticato che la programmazione<br />

dello sviluppo va formulata non già limitando la attenzione ai dati attuali,<br />

ma facendo riferimento alle tendenze <strong>di</strong> fondo delle principali<br />

grandezze aggregate del sistema economico. Sia i dati <strong>di</strong> fatto, cioè il<br />

numero dei <strong>di</strong>soccupati, sia le tendenze <strong>di</strong> fondo, cioè tasso <strong>di</strong> natalità<br />

e bisogno <strong>di</strong> ristrutturare il settore terziario e della pubblica amministrazione<br />

attraverso una riduzione degli addetti, avvertono che non<br />

ha senso assumere la <strong>di</strong>sponibilità delle forze <strong>di</strong> lavoro come fattore<br />

limitazionale per i futuri inse<strong>di</strong>amenti industriali nell’agglomerato «<br />

Incoronata ».<br />

E’ chiaro che se il ritmo <strong>di</strong> industrializzazione continuerà ad essere<br />

per il futuro così basso come per il passato, le predette caratteristiche<br />

demografiche non potranno che alimentare sia il numero dei <strong>di</strong>soccupati<br />

che il flusso emigratorio.<br />

4. — Per quanto attiene alla <strong>di</strong>sponibilità delle risorse idriche,<br />

s’impone un esame più dettagliato, in quanto le modalità <strong>di</strong> incidenza<br />

della <strong>di</strong>sponibilità delle risorse idriche sullo sviluppo industriale della<br />

Capitanata sono piuttosto complesse. S’impone perciò, lo sforzo <strong>di</strong><br />

contenere in uno schema sufficientemente sintetico gli aspetti fondamentali<br />

<strong>di</strong> questo problema e le relative proposte <strong>di</strong> soluzione.<br />

Gli impianti industriali, già inse<strong>di</strong>ati nell’agglomerato « Incoronata<br />

», i numerosi pozzi scavati dalle aziende agricole, l’assoluta mancanza<br />

<strong>di</strong> <strong>di</strong>sciplina delle forme e dei tempi <strong>di</strong> prelevamento hanno già compromesso<br />

la falda acquifera della zona. t questa una valutazione largamente<br />

con<strong>di</strong>visa, ma non sufficiente <strong>di</strong> per sé a legittimare la proposta<br />

<strong>di</strong> un ri<strong>di</strong>mensionamento territoriale dell’agglomerato « Incoronata<br />

», senza avere prima pre<strong>di</strong>sposto una normativa capace <strong>di</strong> razionalizzare<br />

l’uso <strong>di</strong> questo tipo <strong>di</strong> risorsa idrica.<br />

54


___________________________________________________________PIANO REGOLATORE TERRITORIALE<br />

Prima <strong>di</strong> imporre un freno allo sviluppo industriale, motivato dalla<br />

supina accettazione <strong>di</strong> uno stato <strong>di</strong> <strong>di</strong>sor<strong>di</strong>ne, bisogna pre<strong>di</strong>sporre tutti<br />

gli interventi, quali un’intesa tra Consorzio <strong>di</strong> bonifica, Consorzio industriale<br />

e Regione, <strong>di</strong>retti a rendere più efficiente l’impiego della<br />

stessa quantità <strong>di</strong> acqua.<br />

5. — In secondo luogo bisogna esaminare tutte le possibilità <strong>di</strong> reperimento<br />

<strong>di</strong> altre fonti <strong>di</strong> approvvigionamento idrico.<br />

A questo proposito, va ricordato che tra l’agglomerato « Incoronata<br />

» ed il centro abitato <strong>di</strong> <strong>Foggia</strong>, è ubicata una cartiera con 1000<br />

occupati, il cui fabbisogno idrico viene assicurato da una batteria <strong>di</strong><br />

pozzi, la cui portata complessiva supera le necessità effettive dell’impianto,<br />

cosicché anche qui si verifica una forma poco razionale <strong>di</strong> impiego<br />

delle risorse idriche.<br />

<strong>La</strong> stessa ubicazione della Cartiera, <strong>di</strong> proposito qui annotata, può<br />

suggerire una soluzione capace sia <strong>di</strong> rimuovere il predetto vincolo<br />

posto all’ampliamento dell’agglomerato « Incoronata » sia <strong>di</strong> razionalizzare<br />

l’uso delle risorse idriche provenienti dalla batteria <strong>di</strong> pozzi a<br />

servizio della Cartiera.<br />

Occorre, cioè, approfon<strong>di</strong>re con i dovuti dettagli tecnici la proposta<br />

<strong>di</strong> destinare all’agglomerato « Incoronata » la batteria <strong>di</strong> pozzi attualmente<br />

a servizio della Cartiera e rifornire <strong>di</strong>versamente la Cartiera.<br />

<strong>La</strong> redazione del progetto relativo alla reputazione delle acque reflue<br />

della fognatura <strong>di</strong> <strong>Foggia</strong> dovrebbe comprendere anche un’analisi<br />

comparata costi/benefici <strong>di</strong> questa prima duplice destinazione alternativa:<br />

1) assicurare <strong>di</strong>rettamente un’adeguata dotazione <strong>di</strong> acqua all’agglomerato<br />

industriale « Incoronata »; 2) assicurare il fabbisogno idrico<br />

alla Cartiera, in modo da poter destinare all’agglomerato « Incoronata<br />

»le acque della batteria <strong>di</strong> pozzi della Cartiera.<br />

L’analisi costi/benefici dovrebbe comprendere anche la <strong>parte</strong> relativa<br />

alla gestione e manutenzione dei due alternativi tipi d’impianto.<br />

In effetti la destinazione delle acque reflue della fognatura <strong>di</strong> <strong>Foggia</strong><br />

solleva un altro grosso problema e cioè la <strong>di</strong>stribuzione ottimale <strong>di</strong><br />

questa risorsa limitata tra il suddetto impiego « industriale » ed il possibile<br />

impiego « agricolo », anche se non in forma alternativa.<br />

Questa seconda forma <strong>di</strong> utilizzazione va presa in esame nell’interno<br />

<strong>di</strong> risolvere un problema originato dall’inse<strong>di</strong>amento ANIC alle<br />

porte <strong>di</strong> Manfredonia. Questo impianto petrolchimico ha avanzato la<br />

domanda <strong>di</strong> un volume d’acqua pari a 500 l/s. Questa domanda è stata<br />

55


SALVATORE GAROFALO_______________________________________________________________________<br />

sod<strong>di</strong>sfatta attraverso una temporanea sottrazione <strong>di</strong> tale volume<br />

d’acqua dalla progettata destinazione agricola delle acque dell’invaso<br />

sul Fortore. Accettando la natura temporanea a non già definitiva <strong>di</strong><br />

questa sottrazione, sorge l’obbligo <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>are la più conveniente forma<br />

<strong>di</strong> restituzione.<br />

<strong>La</strong> forma più semplice <strong>di</strong> restituzione potrebbe essere quella <strong>di</strong> destinare<br />

all’impianto ANIC 500 l/s delle acque reflue della fognatura <strong>di</strong><br />

<strong>Foggia</strong> e ripristinare così la destinazione agricola delle acque del Fortore<br />

nonché i confini del progettato comprensorio irriguo. E’ sufficiente<br />

però tener presenti la <strong>di</strong>stanza e i <strong>di</strong>slivelli esistenti tra <strong>Foggia</strong> e<br />

Manfredonia per accorgersi dell’altissimo onere, sia in termini <strong>di</strong> costo<br />

d’impianto che in termini <strong>di</strong> costi <strong>di</strong> gestione, <strong>di</strong> questa prima soluzione.<br />

Una seconda soluzione, fondata sempre sul principio della restituzione<br />

al settore agricolo dei predetti 500 l/s, potrebbe prevedere la<br />

destinazione <strong>di</strong> questi 500 l/s alle aziende agricole situate nelle imme<strong>di</strong>ate<br />

vicinanze del centro abitato <strong>di</strong> <strong>Foggia</strong>.<br />

In altri termini, la riduzione della superficie del comprensorio irrigua<br />

del Fortore, per effetto della sottrazione <strong>di</strong> 500 l/s a favore<br />

dell’impianto ANIC, sarebbe compensata dall’ampliamento della superficie<br />

irrigata alle porte <strong>di</strong> <strong>Foggia</strong>. Anche questa seconda alternativa<br />

potrebbe essere oggetto <strong>di</strong> un’analisi comparata costi/benefici.<br />

Questo schema riassuntivo delle proposte <strong>di</strong> revisione circa le forme<br />

<strong>di</strong> utilizzo delle risorse idriche della Capitanata vuole specificare<br />

alcune linee fondamentali del piano <strong>di</strong> ottimizzazione dell’impiego<br />

delle risorse idriche, proposto dal « voto » al Piano regolatore preliminare.<br />

Re<strong>di</strong>gere questo piano, a livello provinciale, consente <strong>di</strong> <strong>di</strong>sporre<br />

<strong>di</strong> un approccio valido per alcune specificazioni, come quelle in<strong>di</strong>cate<br />

nel precedente prospetto riassuntivo, che molto probabilmente non saranno<br />

prese in esame dal Progetto speciale sulle risorse idriche, in corso<br />

<strong>di</strong> elaborazione presso la Cassa, dato il suo approccio interregionale.<br />

Ed in ogni caso sarebbe bene che le amministrazioni interessate,<br />

a livello provinciale, concordassero un proprio programma, su<br />

proprio programma, su cui verificare le scelte del Piano Cassa.<br />

Là programmazione non può fare a meno <strong>di</strong> simili <strong>di</strong>aloghi, originati<br />

dalla <strong>di</strong>versità <strong>di</strong> proposte.<br />

6. — Per concludere si può <strong>di</strong>re che la proposta <strong>di</strong> ri<strong>di</strong>mensionamento<br />

dell’agglomerato « Incoronata » non trova giustificazione né<br />

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___________________________________________________________PIANO REGOLATORE TERRITORIALE<br />

sotto il profilo della <strong>di</strong>sponibilità delle forze lavorative né sotto quello<br />

delle risorse idriche, ma anzi questa localizzazione va guardata —<br />

nell’ambito della « <strong>di</strong>rettrice » <strong>di</strong> sviluppo industriale dell’area centrale<br />

del sistema economico dauno — con estremo interesse in quanto<br />

capace <strong>di</strong> polarizzare e quin<strong>di</strong> <strong>di</strong> razionalizzare i nuovi inse<strong>di</strong>amenti <strong>di</strong><br />

piccole e me<strong>di</strong>e imprese, che stanno sorgendo lungo tutte le strade statali.<br />

Anche questi si vanno <strong>di</strong>sponendo in forma circolare attorno al<br />

capoluogo <strong>di</strong> provincia, tanto che richiamano alla mente l’analogo fenomeno<br />

« agricolo » e cioè l’anello orticolo ed arboricolo che circondava<br />

e circonda ancora molti comuni meri<strong>di</strong>onali.<br />

7. — Per quanto attiene alle modalità dei collegamenti tra i <strong>di</strong>versi<br />

programmi <strong>di</strong> attività, è ben ricordare che il nostro modello <strong>di</strong> sviluppo<br />

si incentra sull’in<strong>di</strong>viduazione dei « punti <strong>di</strong> forza » caratteristici<br />

delle singole aree, uniformi quanto a « grado <strong>di</strong> importanza economica<br />

», cioè delle forme specifiche e concrete del loro sviluppo potenziale.<br />

Il concetto <strong>di</strong> « punto <strong>di</strong> forza » <strong>di</strong>stintivo delle singole aree ha consentito<br />

la saldatura tra i due modelli: quello interpretativo dello stato<br />

attuale e quello programmatico dello sviluppo futuro.<br />

Si può meglio cogliere la natura e la funzione <strong>di</strong> questo strumento<br />

della pianificazione dello sviluppo economico, confrontandolo con le<br />

più significative forme <strong>di</strong> intervento pubblico nel Mezzogiorno: 1)<br />

preindustrializzazione; 2) realizzazione degli investimenti <strong>di</strong> base; 3)<br />

blocco degli investimenti.<br />

Partendo da quest’ultima si può <strong>di</strong>re che l’idea del « blocco degli<br />

investimenti » voleva essere un passo avanti rispetto alla politica <strong>di</strong><br />

pre-industrializzazione, basata su programmi <strong>di</strong> opere infrastrutturali.<br />

L’aumento della dotazione <strong>di</strong> capitale fisso sociale, nella misura in cui<br />

assicura un tipo <strong>di</strong> economie esterne, agevola il sorgere <strong>di</strong> nuove imprese<br />

industriali, ma solo in forma in<strong>di</strong>retta.<br />

<strong>La</strong> realizzazione <strong>di</strong> un investimento <strong>di</strong> base (una acciaieria o un<br />

impianto petrolchimico) assicura la <strong>di</strong>sponibilità <strong>di</strong> materie prime, che<br />

— se trasformate sullo stesso luogo <strong>di</strong> produzione — provoca la <strong>di</strong>ffusione<br />

a macchia d’olio del processo <strong>di</strong> industrializzazione. In questo<br />

senso, l’investimento <strong>di</strong> base costituisce un passo avanti, nella promo -<br />

zione dello sviluppo industriale, rispetto ai programmi infrastrutturali.<br />

L’idea del « blocco d’investimenti » vuoi rispondere alla speranza<br />

<strong>di</strong> poter preterminare, previo accertamento delle tendenze <strong>di</strong> mercato<br />

dei singoli beni ottenibili dalla trasformazione della materia prima<br />

57


SALVATORE GAROFALO_______________________________________________________________________<br />

fornita dall’investimento <strong>di</strong> base, il gruppo <strong>di</strong> nuove imprese, <strong>di</strong> cui<br />

promuovere l’inse<strong>di</strong>amento. Il blocco degli investimenti risulta, quin<strong>di</strong>,<br />

dalla somma <strong>di</strong> tutte queste imprese trasformatrici.<br />

E’ noto che questo tipo <strong>di</strong> programmazione ha fatto cattiva prova<br />

sul piano pratico, donde la ricorrente denuncia delle « cattedrali nel<br />

deserto ». A <strong>parte</strong> le <strong>di</strong>fficoltà logiche <strong>di</strong> predeterminare con rigorosa<br />

esattezza il gruppo delle nuove imprese da far sorgere, stante la vasta<br />

gamma <strong>di</strong> possibilità tecniche <strong>di</strong> trasformare la materia prima prodotta<br />

dall’investimento <strong>di</strong> base con tutte le loro conseguenti variabili endogene<br />

ed esogene, corre obbligo <strong>di</strong> segnalare il limite <strong>di</strong> fondo <strong>di</strong> questo<br />

strumento operativo. <strong>La</strong> <strong>di</strong>sponibilità in loco <strong>di</strong> questa materia<br />

prima mo<strong>di</strong>fica la situazione preesistente solo in quanto ne assicura il<br />

rifornimento ad un minore costo <strong>di</strong> trasporto. Quin<strong>di</strong>, il potere attrattivo<br />

dei suddetti investimenti <strong>di</strong> base si risolve, in pratica, nella sola<br />

<strong>di</strong>minuzione del costo <strong>di</strong> trasporto, cioè <strong>di</strong> una quota non molto incidente<br />

sul costo complessivo per le imprese nascenti.<br />

Già il grande invaso <strong>di</strong> acqua, che pure appartiene alla categoria<br />

degli investimenti <strong>di</strong> base, arreca un’innovazione più consistente, in<br />

quanto fornisce un bene <strong>di</strong>versamente non <strong>di</strong>sponibile. Ciò non toglie<br />

che questa con<strong>di</strong>zione più favorevole non è sempre sufficiente a rendere<br />

conveniente la trasformazione dell’or<strong>di</strong>namento produttivo, cosicché<br />

l’acqua può continuare a scorrere nelle canalette senza essere<br />

utilizzata dalle aziende agricole.<br />

Il nostro modello, basato sull’in<strong>di</strong>viduazione delle forme <strong>di</strong> sviluppo<br />

potenziale, specifiche delle singole aree, è certamente meno rigoroso,<br />

dal punto <strong>di</strong> vista teorico, del modello basato sul concetto <strong>di</strong><br />

«blocco <strong>di</strong> investimenti », fa intravvedere un maggior grado <strong>di</strong> realizzabilità,<br />

proprio perché seleziona i programmi <strong>di</strong> attività che esaltano<br />

le vocazioni delle singole aree, i loro « punti <strong>di</strong> forza » caratteristici.<br />

Ne risulta un piano <strong>di</strong> sviluppo, che si fonda sulla promozione <strong>di</strong> attività<br />

ap<strong>parte</strong>nenti a <strong>di</strong>versi settori produttivi e non già ad un’unica<br />

classe dell’industria manifatturiera, come è nell’ipotesi del « blocco <strong>di</strong><br />

investimenti » .<br />

8. — Uno sviluppo, basato sulla promozione <strong>di</strong> attività ap<strong>parte</strong>nenti<br />

a <strong>di</strong>versi settori produttivi, fa sorgere la necessità <strong>di</strong> precisare le linee<br />

fondamentali dell’armonizzazione, <strong>di</strong> questi programmi, quale risulta<br />

dal prefissato obiettivo dell’eliminazione degli esistenti squilibri<br />

settoriali e territoriali.<br />

Nelle recenti <strong>di</strong>rettive comunitarie, in tema <strong>di</strong> ammodernamento<br />

58


___________________________________________________________PIANO REGOLATORE TERRITORIALE<br />

delle aziende agricole, è contenuto un criterio selettivo delle misure <strong>di</strong><br />

incoraggiamento che corrisponde appieno alla nostra ricerca <strong>di</strong> uno<br />

strumento Operativo atto a far raggiungere l’obiettivo dello sviluppo<br />

equilibrato. Si allude alla norma che stabilisce che le agevolazioni<br />

cre<strong>di</strong>tizie saranno accordate alle imprese che riusciranno a « presentare<br />

un piano <strong>di</strong> sviluppo capace <strong>di</strong> assicurare un red<strong>di</strong>to da lavoro pari a<br />

quello extra-agricolo della zona » .<br />

Per le zone economicamente non ancora sviluppate la specificazione<br />

« zonale » del parametro <strong>di</strong> riferimento può risultare poco efficace.<br />

In queste zone, infatti, il red<strong>di</strong>to da lavoro extra-agricolo supera <strong>di</strong><br />

poco quello agricolo, cosicché la misura selettiva finisce per perdere il<br />

suo valore <strong>di</strong> stimolo a promuovere il sorgere <strong>di</strong> aziende agricole efficienti.<br />

Pertanto, una con<strong>di</strong>zione per rendere valida — per le zone non ancora<br />

sviluppate — quest’interessante misura selettiva, può essere quella<br />

della presenza contestuale <strong>di</strong> un programma <strong>di</strong> sviluppo industriale.<br />

Nel nostro modello l’accentuazione del carattere urbanoindustriale<br />

dell’area centrale del sistema, attraverso l’inse<strong>di</strong>amento <strong>di</strong><br />

nuove imprese <strong>di</strong> gran<strong>di</strong> <strong>di</strong>mensioni e ad avanzato contenuto tecnologico<br />

assicura la con<strong>di</strong>zione richiesta da un efficace funzionamento della<br />

per<strong>di</strong>ta <strong>di</strong>rettiva comunitaria.<br />

D’altro canto, la presenza <strong>di</strong> vasti comprensori irrigui <strong>di</strong> ormai<br />

prossima entrata in funzione costituisce la base su cui applicare le<br />

nuove misure <strong>di</strong> ammodernamento delle aziende agricole.<br />

Questa forma <strong>di</strong> collegamento tra i due programmi <strong>di</strong> sviluppo<br />

consente <strong>di</strong> raggiungere l’obiettivo dello sviluppo equilibrato, pur nell’accentuazione<br />

dei caratteri <strong>di</strong>fferenziali delle aree, in cui si sud<strong>di</strong>vide<br />

il territorio dauno.<br />

Se è largamente accettata l’idea, secondo cui la sostanza dello sviluppo<br />

economico va rinvenuta nelle successive trasformazioni dell’apparato<br />

produttivo, ben <strong>di</strong>versa è stata la sorta della teoria, secondo<br />

cui lo sviluppo si svolge necessariamente la creazione <strong>di</strong> squilibri<br />

(Hirschman).<br />

Questa prospettiva non è accettata, nella misura in cui essa voglia<br />

in<strong>di</strong>care uno stato <strong>di</strong> fatto duraturo e permanente, perché finisce per<br />

essere in netta contrad<strong>di</strong>zione con la <strong>di</strong>ffusa aspirazione dello sviluppo<br />

equilibrato.<br />

Si tratta, perciò, <strong>di</strong> trovare il modo <strong>di</strong> rendere temporaneo quest’effetto<br />

dello sviluppo; solo così la creazione degli squilibri <strong>di</strong>venta<br />

59


SALVATORE GAROFALO_______________________________________________________________________<br />

accettabile quale con<strong>di</strong>zione fondamentale dello stesso sviluppo.<br />

Ora, ancorare l’applicazione della per<strong>di</strong>ta <strong>di</strong>rettiva comunitaria alla<br />

contestuale applicazione « nella stessa zona » (in questo caso, l’intera<br />

provincia) <strong>di</strong> un programma <strong>di</strong> sviluppo industriale costituisce uno<br />

strumento valido per l’armonizzazione <strong>di</strong> due programmi <strong>di</strong> sviluppo.<br />

L’accentuazione del carattere urbano-industriale dell’area centrale<br />

dei sistema crea sì uno squilibrio, ma non tale da giustificare l’apprensione<br />

<strong>di</strong> accentuare il <strong>di</strong>vario tra ricchi e poveri (Myrdal), in quanto<br />

questo squilibrio non fa altro che elevare il parametro <strong>di</strong> riferimento<br />

per la concessione delle misure <strong>di</strong> incoraggiamento alle aziende agricole,<br />

impegnate in programma <strong>di</strong> ammodernamento e quin<strong>di</strong> in ultima<br />

istanza — sollecitare una crescita equilibrata del settore e dell’area «<br />

agricola ».<br />

E’ facile intuire come il funzionamento <strong>di</strong> questo meccanismo <strong>di</strong><br />

sviluppo si estenda anche all’area caratterizzata dal prevalere della attività<br />

turistiche. E’ significativo, a questo proposito, che tra le richieste<br />

avanzate dall’Aeritalia al Consorzio A.S.I. <strong>di</strong> <strong>Foggia</strong> figuri, in primo<br />

luogo, la <strong>di</strong>sponibilità <strong>di</strong> suoli per residenze estive lungo il litorale<br />

adriatico a<strong>di</strong>acente all’ubicazione dell’impianto aeronautico.<br />

60<br />

SALVATORE GAROFALO


C O N V E G N O<br />

SUI « SERVIZI SOCIO-SANITARI» INDETTO DALLA<br />

AMMINISTRAZIONE PROVINCIALE DI CAPITANATA<br />

Signori convegnisti,<br />

<strong>Foggia</strong>, 23 febbraio <strong>1977</strong><br />

(« Au<strong>di</strong>torium » della <strong>Biblioteca</strong> <strong>Provinciale</strong>)<br />

Introduzione del Prof. PASQUALE RICCIARDELLI,<br />

Assessore <strong>Provinciale</strong> all’Igiene, Sanità ed Ecologia.<br />

vi rinnovo il mio cor<strong>di</strong>ale saluto personale, in aggiunta a quello testé<br />

esternato dal Presidente, a nome suo e della Giunta <strong>Provinciale</strong> in<br />

carica da pochi mesi.<br />

Vi ringrazio della <strong>parte</strong>cipazione ed auguro a noi tutti un proficuo<br />

lavoro culturale e politico.<br />

Il fine del convegno e del nostro incontro e del <strong>di</strong>battito dev’essere<br />

— così noi cre<strong>di</strong>amo — auspicio ed impegno ad affrontare subito, in<br />

modo responsabile e programmato, con la più larga <strong>parte</strong>cipazione<br />

democratica, i problemi socio-sanitari complessivi della Capitanata.<br />

Prima <strong>di</strong> entrare nel merito, consentitemi <strong>di</strong> esprimere, in uno con<br />

l’affettuoso saluto, un vivo ringraziamento al Presidente ed<br />

all’Assessore alla Sanità della Provincia <strong>di</strong> Perugia, sia per la loro entusiastica<br />

adesione, sia per il contributo <strong>di</strong> idee, per vissuta esperienza,<br />

che certamente daranno al nostro convegno.<br />

In una provincia come questa <strong>di</strong> Capitanata — a <strong>parte</strong> la <strong>di</strong>sputa<br />

culturale ed istituzionale in corso, circa la sopravvivenza o meno<br />

dell’Ente Provincia — ci pare preliminare e fondamentale, per la materia<br />

che andremo a trattare, prefigurare degli obiettivi ed in<strong>di</strong>care degli<br />

strumenti nuovi.<br />

Noi cre<strong>di</strong>amo che, riappropriandoci innanzitutto del territorio, occorra<br />

procedere dal modello <strong>di</strong> società provinciale in cui viviamo, una<br />

società notoriamente « chiusa », non già per farne soltanto una denuncia,<br />

a volte fine a se stessa, ma per una riflessione critica, per avanzare<br />

61


PASQUALE RICCIARDELLI_____________________________________________________________________<br />

proposte innovatrici ed alternative al sistema, per avviare un <strong>di</strong>scorso<br />

sociologico più corretto ed un <strong>di</strong>battito che punta ad un’efficace organizzazione<br />

socio-comunitaria.<br />

Quin<strong>di</strong>, attraverso una serie d’indagini (alcune sono già in corso<br />

da <strong>parte</strong> della nuova Giunta provinciale), elaborare un programma e,<br />

conseguentemente, le relative forme gestionali democratiche. <strong>La</strong> programmazione,<br />

caratterizzata a breve, a me<strong>di</strong>o ed a più lungo termine,<br />

deve avere due obiettivi: quello strategico (Bilancio pluriennale. Non<br />

più <strong>di</strong> 10 anni), e quello tattico-operativo (Bilancio a ciclo annuale,<br />

triennale e, al massimo, quinquennale).<br />

E’ ovvio che il Bilancio poliennale non può essere rigido, magari<br />

come quello annuale, ma dev’essere duttile, flessibile nel tempo, a seconda<br />

delle vicende storiche eventualmente maturate.<br />

Il <strong>di</strong>scorso politico operativo conseguenziale dovrà tendere ad una<br />

pianificazione territoriale dei servizi socio-sanitari, onde recuperare i<br />

ritar<strong>di</strong> e superare le remore che si sono manifestate in questo specifico<br />

campo.<br />

Questa, a nostro avviso, è la metodologia da adottare, la quale,<br />

fondata sul concetto della « utilità sociale », porta a quella moderna «<br />

scienza locale » che oggi connota ed assomma tutti i valori dell’uomo,<br />

reintegrandolo <strong>di</strong> tutte le sue funzioni sociali.<br />

In questo modo, potrà compiersi la trasformazione della nostra «<br />

società chiusa », nella quale l’uomo è solo oggetto e vede menomati i<br />

suoi valori e <strong>di</strong>ritti, in quanto socializza passivamente, subisce gli<br />

schemi socio-culturali <strong>di</strong> comportamento, quasi sempre parcellizzati e<br />

gerarchizzati.<br />

<strong>La</strong> « società aperta », quella nuova che dovrà originarsi attraverso<br />

la « scienza locale », potrà veramente essere, domani, una società a<br />

misura dell’uomo.<br />

Per le carenze ed i ritar<strong>di</strong> innanzi rilevati (dalla legge 132 alla 386,<br />

e dalla 431 alla 382, ecc.), il <strong>di</strong>scorso politico va ampliato, deve <strong>di</strong>ventare<br />

più rigoroso per chi deve operare e più critico nei confronti<br />

della classe <strong>di</strong>rigente, se si vuole concepire, d’intesa con le comunità,<br />

una pianificazione dei servizi socio-sanitari.<br />

62


______________________________________________________CONVEGNO « SERVIZI SOCIO - SANITARI »<br />

Con l’indagine avviata, la Giunta provinciale si propone <strong>di</strong> conoscere<br />

la scala dei bisogni socio-sanitari complessivi del territorio, e<br />

cioè:<br />

— quelli privati o in<strong>di</strong>viduali o soggettivi;<br />

— quelli pubblici o collettivi od oggettivi;<br />

— quelli sociali o <strong>di</strong> merito.<br />

Dai bisogni, poi, si dovrà passare all’esame delle domande scaturite<br />

e, da queste, all’apprestamento delle strutture e dei presi<strong>di</strong> sociosanitari,<br />

all’inserimento degli operatori idonei, ecc. t pleonastico ricordare<br />

che le domande variano a seconda della cultura del probabile<br />

fruitore dei servizi, ed anche a seconda della sua coscienza sanitaria,<br />

della sua maturità civile, della sua educazione politica.<br />

<strong>La</strong> domanda, comunque, è un momento importante <strong>di</strong> democrazia<br />

sociale e spetta all’Ente preposto o delegato (Stato, regione, provincia<br />

e comune) programmare ed operare perché la domanda stessa sia sod<strong>di</strong>sfatta,<br />

senza peraltro prescindere da quelle iniziative e promozioni<br />

che l’indagine potrà suggerire nell’interesse della salute della comunità.<br />

Partendo dal concetto, da tutti i partiti democratici con<strong>di</strong>viso, che<br />

il bisogno sanitario è sociale, va da sé che i servizi socio-sanitari devono<br />

essere pubblici ed erogati in termini globali per quantità e qualità,<br />

al fine primario <strong>di</strong> fare salute, creando nel territorio della provincia<br />

una rete <strong>di</strong>ffusa ed organica <strong>di</strong> filtri per la prevenzione, perché possa<br />

essere evitata l’insorgenza delle patologie.<br />

<strong>La</strong> nuova necessaria politica operativa non dovrebbe <strong>di</strong>scostarsi da<br />

questi presupposti:<br />

1) L’azione sociale deve costantemente mirare a far recuperare al<br />

citta<strong>di</strong>no ed alla comunità locale il proprio ruolo <strong>di</strong> autogestione dei<br />

bisogni e delle risorse;<br />

2) la prevenzione dev’essere privilegiata nelle sue tre fasi:<br />

la primaria, in <strong>parte</strong> eziologica, che ha l’obiettivo <strong>di</strong> conoscere ed<br />

eliminare le casualità provocanti il <strong>di</strong>sor<strong>di</strong>ne bio-psico-sociale e, in<br />

conseguenza, le situazioni socio-patologiche; la secondaria, ovvero<br />

l’intervento precoce; la terziaria, ovvero l’intervento per bloccare e<br />

sod<strong>di</strong>sfare il bisogno;<br />

63


PASQUALE RICCIARDELLI_____________________________________________________________________<br />

3) i servizi socio-sanitari, la loro organizzazione e la loro gestione,<br />

secondo la metodologia ed ottica nuove, non possono essere realizzati<br />

con le vecchia mentalità ed utilizzando operatori <strong>di</strong> formazione culturale<br />

e tecnica antica e sclerotizzata. <strong>La</strong> formazione dei nuovi operatori<br />

dev’essere contestuale con la programmazione e con l’organizzazione<br />

dei nuovi servizi. Quin<strong>di</strong>, va prevista e promossa la riqualificazione<br />

del personale, me<strong>di</strong>ante corsi formativi, aggiornamento professionale<br />

e tecnico, seminari <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>o, convegni, <strong>di</strong>battiti, ecc. In altri termini,<br />

un forte movimento culturale e informativo, che deve coinvolgere anche<br />

le comunità della provincia.<br />

Queste, nelle linee essenziali, la visione, la piattaforma, la proposta<br />

concreta <strong>di</strong> politica socio-sanitaria dell’attuale Giunta, impegnata a recuperare<br />

i ritar<strong>di</strong> del passato, quasi aprendo una « vertenza » col passato<br />

(mi si lasci passare la espressione), nell’intento <strong>di</strong> trasformare e<br />

potenziare strutture e presi<strong>di</strong> ancora vali<strong>di</strong>, ma oggi palesemente insufficienti<br />

e carenti, e <strong>di</strong> superare ed eliminare istituzioni fatiscenti e<br />

quelle socialmente <strong>di</strong>saggreganti e segreganti.<br />

Su questo grosso tema chiamiamo tutte le forze demo cratiche, le<br />

famiglie, le organizzazioni giovanili e femminili, i sindacati, i tecnici,<br />

gli operatori del settore e le autonomie locali a <strong>di</strong>battere, a collaborare,<br />

a dare apporto d’idee, attraverso un movimento culturale, per realizzare<br />

prima e per gestire poi i nuovi invocati servizi. Solo così, tutti insieme,<br />

sarà possibile materializzare quella « scienza locale », che deve<br />

sollecitare una comune ricerca per interpretare correttamente il ruolo<br />

sociale <strong>di</strong> ognuno nell’ambito dei servizi per tutti. I citta<strong>di</strong>ni, lo voglio<br />

ricordare a me stesso, sono i destinatari reali ed i soggetti veri<br />

dell’habitat sociale. Quin<strong>di</strong>, spetta a noi tutti rompere con la passata «<br />

società chiusa » per conquistarci una «società aperta » civile e giusta<br />

ed umana, dove non ci potrà mai essere posto per l’antico « esercizio<br />

del potere », ancorché pubblico, ma <strong>parte</strong>cipazione della comunità sociale,<br />

che gestisce e fruisce ad un tempo dei servizi.<br />

Oggi, purtroppo, la società offre poco e male in questo delicato<br />

campo. Basti pensare all’Ente provincia gravato tuttora <strong>di</strong> molteplici<br />

compiti, non pochi dei quali macchinosi e <strong>di</strong>spersivi.<br />

64


______________________________________________________CONVEGNO « SERVIZI SOCIO - SANITARI »<br />

Ad esso sono affidati servizi sociali, compresi quelli per delega regionale,<br />

regolati ancora da vecchie norme, che poggiano su strutture<br />

vecchie e degradate, quando non sono <strong>di</strong> fortuna, e che non hanno alcuna<br />

articolazione assistenziale territoriale. Ad<strong>di</strong>rittura, alcuni servizi<br />

non hanno più motivo <strong>di</strong> essere, perché la particolare patologia che li<br />

ha originati (Tracoma, Tbc., ecc.) è inesistente o ridottissima e comunque<br />

non pregiu<strong>di</strong>zievole o <strong>di</strong>ffusa. Eppure, hanno continuato a<br />

sussistere nonostante l’inutilità e la costosa improduttività sociale.<br />

(L’attuale Giunta ha programmato <strong>di</strong> chiudere, <strong>di</strong> smantellare, <strong>di</strong> trasformare<br />

alcune strutture...).<br />

In questo contesto, non certo positivo, devono emergere ed esaltarsi<br />

i compiti nuovi delle Autonomie locali, il cui cammino è ancora<br />

lento e faticoso. Bisogna scrollarsi <strong>di</strong> dosso una brutta ere<strong>di</strong>tà e spetterà<br />

all’Ente Regione — che finora non ha operato con responsabile<br />

tempestività in questo campo — fornirei i necessari e idonei strumenti<br />

legislativi e amministrativi per tradurre in pratica i nuovi compiti emergenti.<br />

<strong>La</strong> Giunta provinciale, interprete della domanda, della volontà, dei<br />

<strong>di</strong>ritti dell’intera comunità, ha iniziato un chiaro ed impegnato <strong>di</strong>scorso<br />

con la Regione Puglia per accelerare i tempi <strong>di</strong> realizzazione <strong>di</strong> una<br />

moderna ed efficace rete territoriale dei servizi socio-sanitari.<br />

<strong>La</strong> presenza dei compagni ospiti <strong>di</strong> Perugia — e consentitemi il riferimento<br />

— mi ricorda che la Regione Umbria ha già operato incis ivamente<br />

in questo delicato ed importante settore, me<strong>di</strong>ante proprie<br />

apposite leggi, quali la n. 8 e la n. 57 del 1974.<br />

In sintesi, fanno carico alla Provincia, in modo <strong>di</strong>retto o <strong>di</strong> riflesso<br />

o per delega: gli ex consultori dell’O.N.M.I.; l’I.P.P.I.; l’E.P.A. ed i<br />

centri me<strong>di</strong>co-psico-pedagogici; il consorzio prov. antitubercolare e <strong>di</strong><br />

me<strong>di</strong>cina sociale; lo zooprofilattico, l’antimalarico, la polizia veterinaria,<br />

ecc.<br />

Ed inoltre: il <strong>La</strong>boratorio d’igiene e profilassi, quello <strong>di</strong> analisi dei<br />

terreni, e tutte le incombenze <strong>di</strong> legge (la n. 319, o legge Merli) la <strong>di</strong>fesa<br />

ambientale e contro l’inquinamento a qualsiasi livello.<br />

Una miriade <strong>di</strong> servizi e <strong>di</strong> strutture, quin<strong>di</strong>, da potenziare, o da<br />

65


PASQUALE RICCIARDELLI_____________________________________________________________________<br />

ristrutturare, o da trasformare, o da smantellare. <strong>La</strong> Giunta in carica ne<br />

è cosciente e sa anche che non è facile, ma bisogna andare avanti col<br />

programma politico-amministrativo che si è dato, procedendo con<br />

gradualità ed oculatezza nelle scelte. Le quali scelte, domani, dovranno<br />

essere calate nelle ULSS (Unità locali dei servizi sociosanitari)<br />

quando saranno costituite, secondo l’attesa riforma sanitaria nazionale,<br />

e nelle quali dovranno trovare collocazione tutti i presi<strong>di</strong> in <strong>di</strong>fesa<br />

della salute e per garantire la vita, anzi una migliore qualità <strong>di</strong> vita.<br />

Spiace a questo punto rilevare, e d’altronde non può essere sottaciuto,<br />

che la Regione PUGLIA, cui sono demandate quasi tutte le<br />

competenze del settore, è in notevole ritardo in questo campo.<br />

L’Assessorato regionale, riprendendo un Piano ipotizzato in precedenza<br />

dal Comitato regionale <strong>di</strong> programmazione sanitaria ed ospedaliera,<br />

ha <strong>di</strong>vulgato un primo piano (ipotesi), che le comunità hanno bocciato;<br />

ne ha formulato un secondo piano (ipotesi), altrettanto carente; pare<br />

ne stia pre<strong>di</strong>sponendo un terzo, ma <strong>di</strong> vero c’è che il ritardo si aggiunge<br />

ai ritar<strong>di</strong> e che nei documenti già noti non appare correttamente<br />

configurata 1’ULSSS.<br />

<strong>La</strong> mia <strong>parte</strong> politica — così in tanti documenti della sezione responsabile<br />

della <strong>di</strong>rezione del P.C.I. — ritiene che l’ULSSS sia la risposta<br />

più idonea e complessiva da dare alle esigenze delle comunità e<br />

dei singoli citta<strong>di</strong>ni che vivono in un « ambito territoriale » contestualmente<br />

da riassumere, se non già riassestato, sotto l’aspetto socioeconomico<br />

ed urbanistico.<br />

L’ULSSS deve tendere a costituire l’integrità della persona umana,<br />

fino ad oggi smembrata e manipolata dalle competenze settorializzate.<br />

Cioè, essa deve rifondare il rapporto globale tra l’in<strong>di</strong>viduo e la sua<br />

comunità per rendere le due entità com<strong>parte</strong>cipi della vicenda esistenziale,<br />

in modo cosciente e reciprocamente responsabile.<br />

L’ULSSS è una conquista civile.Essa risponde alla più elementare<br />

esigenza <strong>di</strong> giustizia sociale in materia <strong>di</strong> servizi pubblici, in quanto<br />

essa esalta e riba<strong>di</strong>sce il <strong>di</strong>ritto all’eguaglianza nei rapporti sociali, in<br />

base ai quali il citta<strong>di</strong>no, qualsiasi citta<strong>di</strong>no ed in qualunque realtà socio-territoriale,<br />

può fruire degli stessi servizi.<br />

66


______________________________________________________CONVEGNO « SERVIZI SOCIO - SANITARI »<br />

Per esemplificare, e trascurando i settori assistenziali <strong>di</strong> base e<br />

quello formativo-culturale e ricreativo, desidero qui considerare soltanto<br />

il settore della SALUTE affidato alla ULSSS, e che deve prevedere:<br />

— Tutela igienica, profilattica ed ecologica dell’ambiente (centri ed<br />

équipe socio-sanitari, me<strong>di</strong>cina preventiva scolastica, malattie del<br />

lavoro, ecc.);<br />

— Consulenza eugenetica ed ostetrico-ginecologica prematrimoniale e<br />

familiare (consultori socio-familiari e pe<strong>di</strong>atrici, tutela della madre<br />

e del bambino, educazione sociale e sanitaria della donna,<br />

ecc.);<br />

— Attività <strong>di</strong> educazione sanitaria ed alimentare scolastica ed extrascolastica<br />

(con educatori ed esperti <strong>di</strong> settore);<br />

— Tutela neurologica ed igiene mentale (centri ed équipe bio-psicosociali);<br />

— Consulenza e supporto me<strong>di</strong>co-scolastico e ginnico-sportivo (ginnastica<br />

correttiva, ecc.);<br />

— Controllo sanitario e <strong>di</strong>agnosi precoce delle malattie sociali (centri<br />

<strong>di</strong>agnostici, dépistage, ecc.);<br />

— Consulenza, stu<strong>di</strong> e ricerca <strong>di</strong> prevenzione geriatrica;<br />

— Tutela alimentare (servizio veterinario, servizio antisofisticazione<br />

alimentare, consulenza <strong>di</strong>etetica e controllo dell’idoneità degli alimenti,<br />

ecc.);<br />

— Assistenza sanitaria ed infermieristica domiciliare e ambulatoriale<br />

<strong>di</strong> pronto intervento (équipe sanitaria, centri <strong>di</strong> cura e riabilitazione<br />

[servizio extramurale e hopital day], poliambulatori <strong>di</strong> I livello...<br />

»;<br />

— Formazione del personale parame<strong>di</strong>co e coor<strong>di</strong>namento delle attività<br />

<strong>di</strong> tirocinio pre-professionale dell’operatore sanitario;<br />

— Raccordo con i centri <strong>di</strong> cura e riabilitazione ospedaliera e tutela<br />

del rapporto malato-struttura sanitaria (servizio <strong>di</strong> ricovero per<br />

<strong>di</strong>agnosi, cura e riabilitazione...).<br />

A questo punto, siccome il retroterra evidenziato mi pare possa<br />

consentire un ampio <strong>di</strong>battito, che qui certamente si avrà, vorrei de<strong>di</strong>care<br />

dei brevi cenni specifici al problema degli han<strong>di</strong>cappati,<br />

dell’infanzia « particolare », degli anziani.<br />

67


PASQUALE RICCIARDELLI_____________________________________________________________________<br />

Per l’infanzia han<strong>di</strong>cappata e per gli han<strong>di</strong>cappati in genere, la<br />

Giunta sa che un grosso e non facile impegno l’attende.<br />

Tale impegno — a suo avviso e nel più ampio quadro dei Consorzi<br />

socio-sanitari, <strong>di</strong> concerto con la Regione Puglia che, purtroppo, non<br />

ancora marcia in tale <strong>di</strong>rezione — dovrà portare alla realizzazione <strong>di</strong><br />

un’assistenza sociale alternativa rispetto a quella o contro quella istituzionale<br />

ed emarginante.<br />

L’Ente Provincia dovrà tutelare integralmente la salute dei minori,<br />

scoprendo e rimuovendo l’han<strong>di</strong>cap, vale a <strong>di</strong>re ogni causa dei <strong>di</strong>sturbi<br />

psico-fisici, dando priorità alla prevenzione e creando, in conseguenza,<br />

i necessari presi<strong>di</strong> anti<strong>di</strong>scriminanti e antiemarginanti.<br />

E più precisamente, spetterà alla Provincia organizzare una rete <strong>di</strong><br />

servizi sociali idonei anche al recupero ed al reinserimento dei « d i v<br />

e r s i » (sensoriali, <strong>di</strong>sadattati, caratteriali, neurolesi, motulesi, ecc.) in<br />

strutture il più possibile « n o r m a 1 i », ove essi possano esprimere<br />

al meglio la loro personalità. E l’impegno sarà tanto più esteso ed oneroso<br />

(dalle strutture all’assistenza economica, ecc. ecc.) se si guar<strong>di</strong> alle<br />

con<strong>di</strong>zioni obiettive della nostra Provincia, che è pressoché all’anno<br />

zero in questo specifico campo. Né sarà facile nell’attuale momento<br />

storico ed economico del Paese, a causa delle ristrettezze in cui versano<br />

gli EE. LL. (Non ultimo il decreto Stammati).<br />

Ostacoli e remore <strong>di</strong> vario genere saranno indubbiamente molte,<br />

ma la Giunta, nella sua responsabilità politica, li affronterà per superarli<br />

gradualmente, coinvolgendo nell’azione anche le comunità, onde<br />

colpire alla ra<strong>di</strong>ce certe patologie sociali e aprire una nuova più giusta<br />

e più umana pagina nel campo dell’assistenza.<br />

Una delle prime tappe programmate dalla Giunta è quella <strong>di</strong> superare,<br />

e poi <strong>di</strong> smantellare, le scuole speciali, le classi <strong>di</strong>fferenziali, gli<br />

istituti cosiddetti <strong>di</strong> rieducazione psichica o psicomotoria, i quali tutti<br />

si sono palesati una vera e propria mistificazione tecnica ed anche<br />

l’esaltazione della filosofia dell’esclusione e della selezione.<br />

In prosieguo, la Giunta si propone <strong>di</strong> superare altresì i Centri me-<br />

<strong>di</strong>co-psico-pedagogici, utilizzando ciò che <strong>di</strong> essi può avere una vali-<br />

68


______________________________________________________CONVEGNO « SERVIZI SOCIO - SANITARI »<br />

<strong>di</strong>tà sociale, e procederà contestualmente alla ristrutturazione<br />

dell’attuale Centro d’igiene mentale, per poi istituirne altri nel territorio.<br />

Insomma, il C.I.M. — nel passato, troppo spesso, veicolo naturale<br />

per la gabbia ortofrenica o manicomiale — non può più essere e non<br />

dev’essere solo un filtro tecnico, ma dovrà avere funzioni e finalità<br />

me<strong>di</strong>co-sociali. I vecchi CC.MM.PP. e i CC.II.MM. dovranno <strong>di</strong>ventare<br />

il moderno « SERVIZIO IN DIFESA DELLA SALUTE MEN-<br />

TALE », con i suoi tre momenti essenziali della « prevenzione » della<br />

« <strong>di</strong>agnosi e terapia » (attrezzando nel suo ambito anche una miniastanteria)<br />

e della « riabilitazione » per il susseguente inserimento dei<br />

soggetti riabilitati nel tessuto sociale e produttivo.<br />

In ultima analisi, codesto nuovo « SERVIZIO... » dovrà avere una<br />

congeniale collocazione e dovrà essere inserito in un progetto regionale<br />

<strong>di</strong> ricomposizione dell’intervento sociosanitario nel territorio (dai<br />

servizi sociali all’unità sanitaria locale), collaborando attivamente con<br />

tutti i servizi impegnati nella prevenzione (Me<strong>di</strong>cina scolastica, me<strong>di</strong>cina<br />

del lavoro, me<strong>di</strong>cina perinatale e neonatale, <strong>di</strong>agnosi precoce dei<br />

ritar<strong>di</strong> psicomotori, tutela della maternità attraverso i consultori familiari,<br />

servizi per l’infanzia e l’età evolutiva, ecc.).<br />

Occorrerà anche una rete <strong>di</strong> servizi specializzati per la « educazione<br />

sanitaria » della popolazione, non solo per poter fare più salute e<br />

per tutelarla in generale, ma per un più specifico riguardo alle patologie<br />

perinatali ed alle cerebropatìe connatali.<br />

In questo processo s’innesta ovviamente il <strong>di</strong>scorso sugli han<strong>di</strong>cappati<br />

adulti, dei quali va privilegiato il momento del reinserimento<br />

nel tessuto sociale e familiare, pre<strong>di</strong>sponendo anche presi<strong>di</strong> nuovi ed<br />

alternativi, dalle comunità-alloggio, o focolari, ai servizi riabilitativi<br />

<strong>di</strong>urni, ecc., tutti finalizzati alla deistituzionalizzazione.<br />

Per l’infanzia istituzionalizzata — sia essa legittima ma <strong>di</strong> famiglia<br />

<strong>di</strong>saggregata, sia essa illegittima, o in stato d’abbandono, ecc. — appare<br />

ormai accre<strong>di</strong>tato presso ogni mo derna corrente <strong>di</strong> pensiero sociopolitico<br />

che le conseguenze dell’istituzionalizzazione sono negative.<br />

E sono tanto più gravi sul piano psico-fisico, quanto più tenera è<br />

l’età del minore ricoverato e quanto più prolungata è la durata del ricovero.<br />

69


PASQUALE RICCIARDELLI_____________________________________________________________________<br />

Il ricovero in istituto, inoltre, può provocare e provoca scompensi<br />

sul piano affettivo, può ingenerare ed ingenera nel minore<br />

l’insicurezza, l’incapacità ad acquisire normali rapporti con gli altri,<br />

l’isolamento sociale e, talora, la lacerazione traumatica del sentimento<br />

umano.<br />

Vero è che la legge stralcio n. 431, del 5 giugno 1967, che ha introdotto<br />

nel nostro or<strong>di</strong>namento giuri<strong>di</strong>co l’adozione speciale, offre<br />

uno strumento deistituzionalizzante, ma esso non sempre è utilizzabile<br />

da <strong>parte</strong> degli operatori sociali, in quanto i possibili benèfici effetti<br />

dell’adozione non sono estensibili automaticamente a tutti i minori «<br />

custo<strong>di</strong>ti » e ne fruiscono soltanto quelli in completo stato <strong>di</strong> abbandono<br />

morale e materiale o con rapporti familiari estremamente carenti.<br />

In ogni caso, anche l’adozione contemplata nel co<strong>di</strong>ce civile può agevolare<br />

il processo <strong>di</strong> deistituzionalizzazione.<br />

A prescindere dall’istituto giuri<strong>di</strong>co dell’adozione, è necessario<br />

pre<strong>di</strong>sporre una rete capillare <strong>di</strong> servizi alternativi, capaci <strong>di</strong> sconfiggere<br />

l’emarginazione, che la logica istituzionale perpetua, ed attrezzarsi<br />

per favorire l’inserimento dei minori nella società.<br />

Questo il taglio politico che la Giunta intende dare al servizio sociale<br />

in <strong>di</strong>fesa dell’infanzia « particolare », sia come promozione che<br />

per i compiti d’istituto, per i servizi ex OMNI e per quelli delegati dalla<br />

Regione. Inoltre, il servizio sociale avrà riferimento complessivo al<br />

territorio, ancorché la programmazione della Giunta, proprio perché a<br />

livello <strong>di</strong> Ente Locale, sia da inserire nel <strong>di</strong>scorso comprensoriale e<br />

nella più ampia prospettiva regionale.<br />

Le soluzioni alternative devono poter privilegiare il mo mento sociale<br />

preventivo, attraverso la <strong>parte</strong>cipazione ed il coinvolgimento della<br />

comunità sui problemi che al suo interno si manifestano. Quin<strong>di</strong>, un<br />

movimento ideale e culturale, informativo e formativo delle masse.<br />

Con tali presupposti sociologici e me<strong>di</strong>ante più concrete e congrue<br />

modalità <strong>di</strong> sostegno, la Giunta ritiene che anche il reinserimento dei<br />

minori del nucleo familiare naturale o in quelli <strong>di</strong> affidamento potrà<br />

trovare una più corretta applicabilità.<br />

70


______________________________________________________CONVEGNO « SERVIZI SOCIO - SANITARI »<br />

Nella globale gradualità alternativa, possono essere mo menti <strong>di</strong><br />

passaggio e <strong>di</strong> verifica, a seconda dei casi, dei bisogni, delle emergenze,<br />

ecc.:<br />

1) Le strutture <strong>di</strong> base socio-assistenziali, con servizi articolati<br />

sull’intero territorio ed a zone, con un’équipe mo derna, preparata, <strong>di</strong>namica,<br />

non sclerotica <strong>di</strong> personale, idonea all’indagine socioeconomica<br />

in ogni circostanza, oltreché ai delicati colloqui necessari,<br />

con intenti anche <strong>di</strong> formare una coscienza sociale pubblica. Le strutture,<br />

va da sé, devono essere in con<strong>di</strong>zione, quand’occorra, <strong>di</strong> assistere<br />

economicamente, subito e bene, anche in via domiciliare;<br />

2) Le forme alternative al ricovero dei minori, me<strong>di</strong>ante affidamenti<br />

educativi a famiglie ed a persone singole idonee, oppure a gruppi<br />

o piccole comunità civili, <strong>di</strong> cui facciano <strong>parte</strong> madri naturali, spesso<br />

fuori della famiglia originaria per incomprensione. <strong>La</strong> stessa adozione,<br />

d’altronde, extrema ratio per i minori in totale abbandono, potrà<br />

essere riconsiderata ed ulteriormente ri<strong>di</strong>mensionata. Spetta ai pubblici<br />

poteri, all’Ente Locale in prima persona, allestire tali presi<strong>di</strong> (gruppi<br />

- appartamenti, ecc.), affidandoli ai propri operatori sociali, che ne curano<br />

dall’interno e dall’esterno la funzionalità, rendendo <strong>parte</strong>cipi della<br />

questione le stesse madri naturali, le famiglie eventualmente affidatarie,<br />

la comunità.<br />

In questo campo, nella nostra provincia, c’è molto da scoprire,<br />

fors’anche da inventare, certamente da provare e riprovare, ma nessuna<br />

<strong>di</strong>strazione deve ritardare il fine dell’alternativa alla istituzionalizzazione,<br />

perché i minori « particolari ». fruendo <strong>di</strong> un’organica assistenza<br />

complessiva, possano ritrovare la sicurezza affettiva e la loro<br />

socializzazione.<br />

Anche il problema degli anziani, attuale più che mai, va inserito in<br />

questa sintetica <strong>di</strong>samina sociologica, sebbene nella nostra provincia<br />

sembra che la situazione degli anziani non tocchi generalmente punti<br />

<strong>di</strong>saggreganti ed emarginanti. <strong>La</strong> tra<strong>di</strong>zione, anzi una piuttosto solida<br />

costumanza familiare meri<strong>di</strong>onale, offre pochi dati sconfortanti e<br />

sconcertanti nel delicato campo dei rapporti con gli anziani. Epperò,<br />

anche qui qualcosa scricchiola e va rompendo l’atavico equilibrio tra<br />

vecchi e giovani. <strong>La</strong> <strong>di</strong>versa mentalità delle nuove generazioni, il più<br />

moderno modo <strong>di</strong> vivere, le inquietu<strong>di</strong>ni <strong>di</strong> una società in <strong>di</strong>sor<strong>di</strong>nata<br />

71


PASQUALE RICCIARDELLI_____________________________________________________________________<br />

crescita, impongono la rime<strong>di</strong>tazione del problema geriatrico, che non<br />

è solo bio-fisiologico e me<strong>di</strong>co, ma più precipuamente psicologico e<br />

sociologico. E’ un problema che l’Ente Locale deve, oggi, attentamente<br />

esaminare ed approfon<strong>di</strong>re, prendendo atto <strong>di</strong> come la società vada<br />

mo<strong>di</strong>ficandosi e deliberando, in conseguenza, opportuni e specifici<br />

provve<strong>di</strong>menti.<br />

<strong>La</strong> Giunta ritiene <strong>di</strong> dover svolgere un’indagine conoscitiva per<br />

cogliere precisi elementi <strong>di</strong> futura programmazione ed azione promozionale.<br />

A livello <strong>di</strong> <strong>di</strong>battito politico e <strong>di</strong> progettazione sociale, la Giunta<br />

ritiene altresì — a <strong>parte</strong> la necessaria assistenza socio-sanitaria, attraverso<br />

i presi<strong>di</strong> esistenti e che sono da potenziare — che possa essere<br />

propugnata la creazione <strong>di</strong> comunità-alloggi e l’inse<strong>di</strong>amento <strong>di</strong> gruppi-appartamenti<br />

per vacanze, autogestiti o parzialmente autogestiti, in<br />

coa<strong>di</strong>uzione costante con i servizi sociali e sanitari dell’Ente Locale.<br />

Di codeste auspicate strutture — attrezzate ed or<strong>di</strong>nate con duttilità,<br />

liberamente e volontariamente utilizzate a richiesta dell’anziano, che<br />

potrà <strong>di</strong>sposare la sua esistenza autonoma nella libera comunità alla<br />

convivenza alternata con i propri parenti — ne dovrebbero sorgere parecchie,<br />

utilizzando immobili <strong>di</strong> proprietà della Provincia, (esempio:<br />

l’e<strong>di</strong>ficio della Colonia dell’EPA <strong>di</strong> Candela, i locali ex IPPI, ecc.) e<br />

prendendo in fitto degli appartamenti nel capoluogo ed in altri centri. t<br />

nostra opinione che, così operandosi, verrebbe attuata la più concreta<br />

alternativa all’istituzionalizzazjone (ricovero per vecchi e per inabili,<br />

case cosiddette <strong>di</strong> riposo per anziani, men<strong>di</strong>cicomi e simili istituzioni).<br />

Senza <strong>di</strong>re, ed è ciò che più conta, che l’anziano troverebbe nel nuovo<br />

ambiente un’autonoma socializzazione, non si sentirebbe più emarginato<br />

o frustrato, e certamente non sarebbe più il « famoso » tollerato<br />

dei parenti, come spesso, purtroppo, egli è oggi considerato.<br />

Un impegnativo problema, quin<strong>di</strong>, che, senza miracolismi, merita<br />

una corretta e degna soluzione.<br />

Questo, in larga sintesi, l’impegno etico, politico e civile della<br />

Giunta, che pensa così <strong>di</strong> assolvere il mandato conferitole dalle comunità<br />

daune, con largo suffragio democratico.<br />

72


______________________________________________________CONVEGNO « SERVIZI SOCIO - SANITARI »<br />

Senza facili ottimismi — è opportuno ancora riba<strong>di</strong>rlo — ed anzi nelle<br />

mille <strong>di</strong>fficoltà in cui si <strong>di</strong>battono la nazione e gli EE. LL., la Giunta<br />

opererà nel pluriforme delicato settore sociale con responsabile umiltà,<br />

ma con ferma decisione, per migliorare, trasformare e creare nel<br />

territorio delle articolate strutture, intese a cambiare una realtà provinciale<br />

che non esiteremmo a definire paleosociale.<br />

73


LA DROGA PROBLEMA SOCIALE NEI RIFLESSI<br />

DELLA CIRCOLAZIONE STRADALE<br />

PREMESSA<br />

Quando parliamo <strong>di</strong> droga allu<strong>di</strong>amo a quelle sostanze naturali o<br />

sintetizzate in laboratorio che, se ingerite, annusate, fumate o iniettate<br />

hanno la capacità <strong>di</strong> mo<strong>di</strong>ficare la sfera senso-percettiva, l’umore, il<br />

comportamento e che danno <strong>di</strong>pendenza fisica (l’interruzione<br />

dell’assunzione della droga scatena la crisi <strong>di</strong> astinenza) o psicologica<br />

(bisogno inderogabile <strong>di</strong> ripetere l’esperienza).<br />

L’uso continuo della droga può danneggiare la salute fisica e psichica<br />

dell’in<strong>di</strong>viduo ed alterare il normale rapporto sociale.<br />

Vi sono droghe la cui ven<strong>di</strong>ta è libera, senza restrizione alcuna e<br />

che possiamo definire legali come l’alcool, gli psicofarmaci e droghe<br />

illegali, <strong>di</strong> queste ultime <strong>di</strong>stinguiamo le droghe cosiddette leggere,<br />

che non danno <strong>di</strong>pendenza fisica, ma solamente psicologica, come la<br />

marijuana e l’hashish e quelle pesanti o dure con forte <strong>di</strong>pendenza fisica<br />

come la morfina e i l'eroina.<br />

Bisogna <strong>di</strong>stinguere tre categorie <strong>di</strong> assuntori <strong>di</strong> droga:<br />

a) il consumatore occasionale, saltuario o abituale, ma <strong>di</strong> droghe leggere,<br />

che ha la possibilità <strong>di</strong> smettere facilmente;<br />

b) il farmaco - <strong>di</strong>pendente, che assume il farmaco regolarmente, ma<br />

senza esserne schiavo e può smettere anche se con qualche sforzo;<br />

c) il tossicomane, profondamente con<strong>di</strong>zionato dalla ricerca<br />

dell’assunzione della droga da cui <strong>di</strong>pende, che <strong>di</strong>venta l’interesse<br />

primario ed unico della sua vita.<br />

C’è quin<strong>di</strong> una <strong>di</strong>fferenza fondamentale fra consumatori e tossicomani,<br />

fra chi si accosta alla droga saltuariamente e chi, invece, si lascia<br />

sempre più coinvolgere.<br />

LE DIVERSE DROGHE<br />

Amfetamine: Bennies o Crank o Speed.<br />

Sostanze chimiche sintetizzate in laboratorio ad azione stimolante<br />

centrale, che vengono assunte peros e per iniezione endovenosa.<br />

Gli effetti consistono nel prolungare lo stato <strong>di</strong> veglia e nell’eliminare<br />

le sensazioni <strong>di</strong> paura e <strong>di</strong> fatica.<br />

All’atto dell’assunzione esse provocano euforia, sentimenti <strong>di</strong> potenza,<br />

<strong>di</strong> invulnerabilità ed uno stato <strong>di</strong> grande eccitazione.<br />

Un uso prolungato dà insonnia, anoressia, irrequietezza, malattie<br />

mentali, caratterizzate da complessi <strong>di</strong> persecuzione.<br />

74


_______________________________________________________________LA DROGA PROBLEMA SOCI ALE<br />

L’abuso può portare all’assunzione <strong>di</strong> dosi crescenti sino ad una<br />

vera e propria <strong>di</strong>pendenza fisica.<br />

L’interruzione dell’uso precipita il tossicomane in gravi stati <strong>di</strong> apatia<br />

e <strong>di</strong> abulia.<br />

Cocaina (o Naftalina o Neve).<br />

E’ una polvere bianca che viene estratta dalle foglie <strong>di</strong> coca, un arbusto<br />

che cresce negli altipiani an<strong>di</strong>ni, dove usano tuttora masticarne<br />

le foglie secche (cocaismo).<br />

Può essere annusata o iniettata per via endovenosa con soluzione<br />

acquosa.<br />

Viene spesso tagliata con anestetici locali come la procaina o con<br />

le amfetamine, caffeina o con droghe pesanti come l’eroina.<br />

Esiste una forma sintetica, la perfettina.<br />

Non viene più adoperata per le anestesie locali per il rischio della<br />

<strong>di</strong>pendenza psichica (non dà <strong>di</strong>pendenza fisica) e perché esistono analoghi<br />

molto più attivi.<br />

E’ lo stimolante naturale più potente del Sistema Nervoso Centrale<br />

(SNC) e gli effetti imme<strong>di</strong>ati della sua assunzione sono ebbrezza, euforia,<br />

sensazioni <strong>di</strong> potenza fisica seguiti da uno stato <strong>di</strong> apatia dopo<br />

venti-trenta minuti.<br />

L’uso prolungato porta all’asocialità, angoscia, deliri <strong>di</strong> persecuzione,<br />

allucinazioni visive ed au<strong>di</strong>tive (sensazione <strong>di</strong> avere insetti sul<br />

corpo).<br />

OPPIACCI: OPPIO - MORFINA - EROINA<br />

Oppio: E’ il lattice, il succo vegetale estratto per incisione della<br />

capsula del Papaver soneniferum.<br />

Generalmente si fuma, ma è possibile l’assunzione peros, o per iniezione.<br />

Ha effetti atarassici, ipnotici e provoca, anche una <strong>di</strong>ffusa sensazione<br />

<strong>di</strong> euforia.<br />

Dà una forte <strong>di</strong>pendenza fisica e psichica.<br />

E’ <strong>di</strong>fficile nei paesi asiatici reperirlo allo stato puro, perché trasformato<br />

dai trafficantj <strong>di</strong> droghe nei suoi derivati, la morfina e<br />

l’eroina.<br />

Vi sono paesi come l’in<strong>di</strong>a, l’Iran nei quali è coltivato legalmente<br />

per uso farmaceutico.<br />

L’Unione Sovietica non lo produce più a causa dei rischi sempre<br />

più alti <strong>di</strong> <strong>di</strong>ffusione clandestina.<br />

A Formosa può ancora trovarsi qualche oppiera.<br />

Morfina: Alcaloide naturale estratto dall’oppio.<br />

Viene somministrato per via endovenosa o intra-muscolo. E’<br />

l’analgesico per eccellenza.<br />

<strong>La</strong> tolleranza, così la <strong>di</strong>pendenza fisica e psichica, si stabiliscono<br />

rapidamente.<br />

75


VINCENZO FURORE___________________________________________________________________________<br />

Eroina (o Cleval o Horse o Ero): E’ la <strong>di</strong>acetil - morfina, un derivato<br />

semi - sintetico della mo rfina, prodotto la prima volta dalla Bayer<br />

nel 1898 e proveniente dal Sud - Est asiatico, da quella zona che è<br />

chiamata il Triangolo d’oro (<strong>La</strong>os - Birmania - Thailan<strong>di</strong>a).<br />

Si presenta sotto forma <strong>di</strong> polvere bianca, facilmente solubile in<br />

acqua (la cosiddetta Bianca o Eroina n. 4).<br />

Esiste anche il tipo granulare detto anche zucchero scuro o Brown<br />

Sugar o Eroina n. 3.<br />

Può essere iniettata (specie per via endovenosa), annusata o fumata.<br />

<strong>La</strong> <strong>di</strong>pendenza si instaura più rapidamente quando è assunta per<br />

via endovenosa.<br />

I tagli dell’eroina con il lattosio, l’amido, il talco, prodotti innocui,<br />

con il chinino e con la stricnina, notevolmente tossici, sono la regola.<br />

Gli effetti provocati dall’eroina, le primissime volte sono piacevoli,<br />

tanto da designarli romanticamente « Luna <strong>di</strong> miele ».<br />

A piccole dosi determina una azione tranquillante e leggermente<br />

ipnotica.<br />

A dosi più forti, sensazioni <strong>di</strong> euforia ed il così detto flash, un intenso<br />

spasmo simile all’orgasmo.<br />

Sono abolite le sensazioni <strong>di</strong> fame e <strong>di</strong> sete, scompare l’ansia e il<br />

dolore.<br />

A causa del rapido instaurarsi della <strong>di</strong>pendenza fisica e psichica, al<br />

benessere iniziale si sostituisce uno stato <strong>di</strong> malessere che spinge<br />

l’eroinomane ad aumentare le dosi e la frequenza <strong>di</strong> assunzione.<br />

<strong>La</strong> sospensione brusca determina una grave crisi <strong>di</strong> astinenza, caratterizzata<br />

inizialmente da sonno agitato, tremori, nervosismo intenso.<br />

Dopo vomito, dolori addominali, <strong>di</strong>arrea, brivi<strong>di</strong>, pallore e pelle<br />

d’oca (tacchino freddo).<br />

Detti fenomeni si verificherebbero perché l’assunzione <strong>di</strong> droghe<br />

ridurrebbe quantitativamente le endorfine o encefaline, sostanze simili<br />

alla morfina, normalmente presenti nel S.N.C., importantissime per<br />

l’equilibrio ed il benessere psico-fisico (Marghelli).<br />

<strong>La</strong> tossicità dell’eroina è dovuta alle sostanze con le quali viene<br />

tagliata.<br />

Non provoca danni irreversibli come l’alcool o il Methadone, che<br />

lede ampiamente i neuroni della corteccia cerebrale.<br />

Le morti sono dovute, generalmente, a super-dosaggio (overdose).<br />

In Italia si sono verificate 8 morti nel 1974; 26 nel 1975; 31 nel<br />

1976; 40 nel 1978; più <strong>di</strong> 1.000 morti nel <strong>1977</strong> in tutta l’Europa.<br />

Methadone: composto sintetico derivato dalla morfina, <strong>di</strong>sponibile<br />

in compresse, fiale o sciroppo.<br />

Gli effetti che produce sono molto simili a quelli dell’eroina ad eccezione<br />

del citato flash.<br />

E’ stato stu<strong>di</strong>ato intorno al 1950 come analgesico sostitutivo della<br />

morfina.<br />

Sì è incominciato ad impiegarlo per il <strong>di</strong>vezzamento dei morfino-<br />

76


_______________________________________________________________LA DROGA PROBLEMA SO CIALE<br />

mani e degli eroinomani a partire dal 1968, ignorandone la sua alta<br />

tossicità sulle cellule cerebrali, che vengono <strong>di</strong>strutte ed il rapido instaurarsi<br />

della <strong>di</strong>pendenza fisica e psichica.<br />

<strong>La</strong> <strong>di</strong>sintossicazione, inoltre, richiede tempi molto lunghi.<br />

Le morti da Methadone sono state segnalate sin dal 1970.<br />

Il Cannabis: Le forme utilizzate del Cannabis me<strong>di</strong>ca o canapa<br />

me<strong>di</strong>ana, una pianta il cui principio attivo è il tetraidro-cannabinolo,<br />

sono le seguenti:<br />

— l’hashish (o cubo o Savonette): è la resina delle infiorescenze<br />

della pianta.<br />

<strong>La</strong> qualità più pregiata è l’Afgano nero, altri tipi il libanese o il<br />

marocchina.<br />

Olio <strong>di</strong> hashish: estratto concentrato della resina.<br />

Marijuana (o Erba, o Mary-Jane, o Tea o Weed): trinciato <strong>di</strong> fiori e<br />

<strong>di</strong> foglie della pianta essiccata e i cui effetti sono molto meno forti <strong>di</strong><br />

quelli dell’hashish.<br />

Il modo più comune d’assunzione del cannabis è fumano mischiato<br />

al tabacco o può essere masticato o perfino ingerito col cibo.<br />

Gli effetti iniziano con uno stato <strong>di</strong> euforia.<br />

Vi può essere mo<strong>di</strong>ficazione della sfera percettiva, visiva ed au<strong>di</strong>tiva<br />

fino a vere e proprie allucinazioni.<br />

A dosi forti si perde il controllo <strong>di</strong> se stessi, si annulla la nozione<br />

del tempo e dello spazio ed il senso della realtà.<br />

Si possono avere eccessi <strong>di</strong> riso irrefrenabile.<br />

Dopo alcune ore dell’assunzione del cannabis si cade in un sonno<br />

profon<strong>di</strong>ssima. Al risveglia vividezza dell’esperienza vissuta.<br />

Sembra che l’uso del cannabis produrrebbe <strong>di</strong>pendenza <strong>di</strong> natura<br />

psichica.<br />

Le opinioni sono <strong>di</strong>scordanti circa lo sviluppo <strong>di</strong> turbe mentali in<br />

chi fa uso continuato <strong>di</strong> tale sostanza.<br />

C’è chi parla <strong>di</strong> possibili effetti tossici sui geni. Può essere letale se<br />

ingerite, in gran<strong>di</strong>ssime dosi.<br />

Può essere tagliato con paraffina, cera da scarpe, barbiturici.<br />

Allucinogeni: Vi sono allucinogeni naturali e sintetici. Dei primi<br />

annoveriamo:<br />

a) la mescalina, principio attivo contenuto nel Peiotl, cactus<br />

dell’America Centrale.<br />

Si può mangiare la pianta fresca o essiccata, oppure bere il liquido<br />

estratto;<br />

b) psilocibina, contenuto nel fungo messicano chiamato Teonanacatl.<br />

Dei secon<strong>di</strong> il più noto è l’LSD, la <strong>di</strong>etilamide dell’acido lisergico<br />

ottenuto da un derivato della segale cornuta.<br />

Si presenta sottoforma <strong>di</strong> liquido incolore ed inodore, ma si può<br />

trovare anche in pillole <strong>di</strong> <strong>di</strong>verso colore o in tavolette.<br />

In Italia è quasi scomparso perché sostituito prima dall’uso dell’amfetamina<br />

e poi dall’eroina.<br />

77


VINCENZO FURORE___________________________________________________________________________<br />

Gli effetti consistono in mo<strong>di</strong>ficazioni dell’umore con in<strong>di</strong>fferenza<br />

per il mondo esterno e mo<strong>di</strong>ficazioni delle facoltà percettive (illusioni<br />

ed allucinazioni au<strong>di</strong>tive o visive).<br />

Viene perduto il senso del tempo e dello spazio.<br />

Avvenimenti del passato rivivono con molta vividezza.<br />

Vi possono essere stati <strong>di</strong> euforia o <strong>di</strong> angoscia con reazioni impreve<strong>di</strong>bili.<br />

Come l’hashish dà solo <strong>di</strong>pendenza psichica.<br />

Si possono avere danni per overdose o perché i prodotti offerti non<br />

sono veri (ad es. associazione con la pencicli<strong>di</strong>na, molto tossica).<br />

In soggetti labili pre<strong>di</strong>sposti si può slateretizzare uno stato prepsicotico,<br />

<strong>di</strong> solito <strong>di</strong> tipo schizofrenico.<br />

Da non trascurare quello che i tossicomani chiamano il bummer o<br />

cattivo viaggio.<br />

Se un drogato reagisce male all’assunzione dell’LSD può cadere in<br />

un tale stato <strong>di</strong> angoscia da avere reazioni impreve<strong>di</strong>bili; può <strong>di</strong>ventare<br />

estremamente aggressiva anche nei propri confronti fino al suici<strong>di</strong>o.<br />

Circa i possibili effetti <strong>di</strong> anomalie generiche i pareri sono <strong>di</strong>scordanti.<br />

Negli animali <strong>di</strong> laboratorio tali rischi esistono; nell’uomo non è<br />

possibile ancora, dalle osservazioni fatte, giungere a conclusioni definitive.<br />

Problemi in<strong>di</strong>viduali e sociali: Sempre dappertutto l’uomo ha fatto<br />

uso ed abuso <strong>di</strong> droghe.<br />

L’hashish, per esempio, è <strong>di</strong> consumo abituale, fin da epoche remote<br />

in non pochi paesi dell’Asia e dell’Africa del nord.<br />

Secondo Vierth (1967) la metà circa della popolazione del Marocca<br />

fa uso abituale <strong>di</strong> hashish.<br />

Caratteristiche <strong>di</strong> questi ultimi tempi è l’abuso <strong>di</strong> massa (Lenner) e<br />

l’estensione dell’uso delle droghe in tutti gli ambienti ed in tutte le età.<br />

Le ragioni della corsa alla droga sono in<strong>di</strong>viduali e sociali. Tra le<br />

in<strong>di</strong>viduali annoveriamo:<br />

a) Il bisogno, la curiosità dei giovani <strong>di</strong> sperimentare tutto;<br />

b) la ricerca del piacere. Protian nel suo stu<strong>di</strong>o sull’alcoolismo ris alendo<br />

alla fine del secolo scorso, aveva notato come l’inclinazione<br />

a trarne go<strong>di</strong>mento dai narcotici ed euforizzanti rappresenta « ...<br />

una generale qualità umana ... » ed aggiungeva che « ... una gran<br />

<strong>parte</strong> dell’umanità fa uso delle sostanze alcoliche per sod<strong>di</strong>sfare<br />

questa tendenza ... ».<br />

Ciò significa che la tendenza verso questa particolare modalità<br />

d’esperire non può essere il marchio <strong>di</strong> in<strong>di</strong>vidui devianti, ma una caratteristica<br />

peculiare immanente ad ogni uomo.<br />

c) risposta all’incapacità <strong>di</strong> autorealizzarsi sul piano della storicità in<strong>di</strong>viduale;<br />

78


_______________________________________________________________LA DROGA PROBLEMA SOCI ALE<br />

d) ricerca e speranza <strong>di</strong> stimoli atti ad incrementare l’attività intellettiva<br />

ed artistica.<strong>La</strong> droga viene intesa e vissuta in questi casi come<br />

una possibilità offerta all’uomo <strong>di</strong> utilizzare meglio le proprie possibilità<br />

e <strong>di</strong> slatenizzare le recon<strong>di</strong>te e reposte facoltà psichiche;<br />

e) ricerca e bisogno intenso del mistico, della pace e dell’amore universale;<br />

f) bisogno <strong>di</strong> un rapporto più umano e sod<strong>di</strong>sfacente con l’universo,<br />

con la natura e con gli altri esseri umani, secondo quanto espresso<br />

e pre<strong>di</strong>cato da Timothy Leary, ideologo americano della droga attorno<br />

agli anni « 60 »;<br />

g) ricerca della droga con presunzione <strong>di</strong> <strong>di</strong>fesa da un bisogno, da una<br />

sofferenza sia <strong>di</strong> or<strong>di</strong>ne somatico che <strong>di</strong> or<strong>di</strong>ne psicologico e morale;<br />

<strong>di</strong>fesa da una situazione penosamente vissuta dalla quale il soggetto<br />

tende a sottrarsi.<br />

Tale ricerca è dettata da profonde motivazioni psicologiche in<strong>di</strong>viduali,<br />

quali la depressione e l’ansia, sentimenti esistenti già prima dell’impatto<br />

con la droga (Iervis).<br />

Secondo Ancona il desiderio della droga rappresenterebbe: « ...una<br />

sorta <strong>di</strong> protezione esistenziale originaria quasi come il seno della madre<br />

per il bambino... ».<br />

Delle motivazioni sociali annoveriamo:<br />

a) Crisi dei valori tra<strong>di</strong>zionali con la mancanza <strong>di</strong> regole fisse <strong>di</strong> comportamento.<br />

b) Guadagno d’identità sociale « ... molti giovani, specie se sottoproletani<br />

non hanno nulla, neanche una ipotesi <strong>di</strong> identità sociale. A<br />

questo punto è meglio essere drogati che nessuno... » (Madeddu);<br />

c) <strong>La</strong> crisi <strong>di</strong> occupazione con mancanza <strong>di</strong> un ruolo sociale e conseguenti<br />

<strong>di</strong>fficoltà materiali e <strong>di</strong> integrazione nella società;<br />

d) Crisi <strong>di</strong> <strong>di</strong>sor<strong>di</strong>ne familiare. Il 51% <strong>di</strong> tossicomani appartiene a<br />

famiglie in crisi.<br />

e) Stress provocati dalla civiltà tecnico-industriale con impoverimento<br />

dei rapporti inter-personali.<br />

f) Pseudo filosofia del consumismo con <strong>di</strong>pendenza dagli oggettiidolo<br />

proposti dai mass-me<strong>di</strong>a: TV, automobile, seconda casa, calcio,<br />

sesso...<br />

<strong>La</strong> droga così è « ... solo un prodotto del sistema... e del menù quoti<strong>di</strong>ano<br />

delle frustrazioni e delle consolazioni <strong>di</strong> tutti ... » (Jervis).<br />

Per ciò che concerne la politica della droga nel mondo giovanile, si<br />

deve sottolineare il passaggio dall’uso delle droghe socializzanti per<br />

eccellenza, come il cannabis, che non si può usare se non in gruppo,<br />

all’eroina che si consuma da soli in una esperienza squallidamente solitaria.<br />

Sono scomparsi lo spirito e l’adesione a gruppi, i fermenti <strong>di</strong> contestazione<br />

ed hanno preso posto il lasciarsi andare ed il lento morire,<br />

come un ennesimo aspetto della civiltà del consumismo sotto il beneplacito<br />

dei trafficanti <strong>di</strong> droga e del grande capitale che alimenta il<br />

mercato.<br />

79


VINCENZO FURORE___________________________________________________________________________<br />

Note critiche sulla Legge del 22 Dicembre 1975, n. 685.<br />

Tale Legge tra i punti salienti sancisce il <strong>di</strong>ritto del tossicomane<br />

all’assistenza sanitaria e quin<strong>di</strong> ad essere trattato come un malato; istituisce<br />

i cosiddetti centri antidroga; <strong>di</strong>stingue i consumatori dallo spacciatore<br />

con la depenalizzazione del primo e misure più severe per il<br />

secondo; stabilisce programmi <strong>di</strong> prevenzione, come l’informazione<br />

nelle scuole.<br />

Volendo fare il bilancia della citata legge, a 4 anni dall’entrata in<br />

vigore, bisogna lamentare l’inesistenza ancora in Italia dei Centri antidroga,<br />

mentre si fanno sempre più numerose ed attive le comunità terapeutiche<br />

ed i centri <strong>di</strong> solidarietà privati (il cui riconoscimento è<br />

previsto dall’art. 94 della Legge 685/1975).<br />

Ormai noti in Italia il Gruppo Abele a Torino, la Comunità Nuova<br />

a Milano e il Centro Italiano <strong>di</strong> Solidarietà a Roma.<br />

A questi Centri <strong>di</strong> solidarietà i tossicomani si rivolgono più spesso<br />

sfiduciati dell’assistenza sanitaria pubblica.<br />

Si pensi che nella provincia <strong>di</strong> Milano si sono avuti 900 ricoverati<br />

nel 1976; 500 nel <strong>1977</strong> e solo 30 nei primi mesi del 1978.<br />

Della prevenzione nei quartieri nemmeno l’ombra; scarsa l’informazione<br />

nella scuola.<br />

Sono <strong>di</strong>scutibili infine questi articoli della 685 che danno la facoltà<br />

al giu<strong>di</strong>ce <strong>di</strong> punire chi offre droga, chi l’acquista, chi la trasporta, chi<br />

non confessa il nome del ven<strong>di</strong>tore e soprattutto l’articolo 80 che depenalizza<br />

il tossicomane in possesso <strong>di</strong> « .. .una mo<strong>di</strong>ca quantità per<br />

uso terapeutico... », peraltro non definita.<br />

Tali articoli essendo vaghi e generici hanno già portato a condanne<br />

<strong>di</strong> tossico-<strong>di</strong>pendenti.<br />

Pertanto una legge varata per proteggerli e <strong>di</strong>fenderli si ritorce come<br />

un boomerang a loro danno.<br />

Ad esempio Fausto, 20 anni, sottoproletario romano, non avendo<br />

voluto confessare ai giu<strong>di</strong>ci il nome <strong>di</strong> chi gli aveva procurato una cartina<br />

da un grammo <strong>di</strong> eroina è stato condannato a 8 mesi <strong>di</strong> reclusione<br />

per favoreggiamento e falsa testimonianza.<br />

Augusto <strong>di</strong> Roma, trovato in possesso <strong>di</strong> mg. 0,15 <strong>di</strong> eroina è stato<br />

rinviato a giu<strong>di</strong>zio per <strong>di</strong>rettissima. (Dal dossier « <strong>La</strong> droga in Italia »<br />

pubblicato da Panorama N. 653/1978).<br />

Droga e circolazione stradale.<br />

<strong>La</strong> guida <strong>di</strong> un autoveicolo da una <strong>parte</strong> è legata ad automatismi<br />

acquisiti, dall’altra coinvolge quelle opere intellettive che sono l’attenzione,<br />

la percezione e le stesse facoltà critiche.<br />

Presuppone inoltre l’integrità della psico-motricità con capacità <strong>di</strong><br />

pronta risposta agli stimoli esterni.<br />

80


_______________________________________________________________LA DROGA PROBLEMA SOCI ALE<br />

Tutte le funzioni che possono essere compromesse dall’assunzione<br />

delle droghe, dall’alcool, e dagli stessi psicofarmaci.<br />

Dalle osservazioni e dagli esperimenti condotti si è visto che gli effetti<br />

della marijuana si possono paragonare a quelli dell’alcool: rallentamento<br />

dei riflessi e dei tempi <strong>di</strong> reazione, prolungamento <strong>di</strong> notte dei<br />

fenomeni <strong>di</strong> abbagliamento, interferenza con le varie manovre <strong>di</strong> guida,<br />

induzione <strong>di</strong> un significativo numero <strong>di</strong> errori (Crancer 1969), stato<br />

<strong>di</strong> euforia; quest’ultimo, indotto anche dal cannabis nelle fasi iniziali,<br />

abolisce la consapevolezza dei rischi, rende il tossicomane spericolato<br />

ed irresponsabile, lo carica <strong>di</strong> aggressività, facendo lievitare<br />

sommamente i suoi sentimenti <strong>di</strong> potenza e <strong>di</strong> invulnerabilità.<br />

Pericolosi, inoltre gli effetti <strong>di</strong> tipo depressivo: (riduzione delle capacita<br />

attentive e percettive, minore valutazione dei rilievi e delle <strong>di</strong>stanze,<br />

minore rapi<strong>di</strong>tà <strong>di</strong> tempi <strong>di</strong> reazione) conseguenti a quelli del<br />

primo sta<strong>di</strong>o dell’euforia.<br />

E’ significativo che negli Stati Uniti si ricerca già la presenza <strong>di</strong><br />

tracce <strong>di</strong> tetracannabinolo, principio attivo della canapa in<strong>di</strong>ana, nei<br />

soggetti coinvolti in incidenti automobilistici, così come viene fatto<br />

per l’alcool.<br />

Anche gli effetti degli allucinogeni — allucinazioni u<strong>di</strong>tive e visive,<br />

per<strong>di</strong>ta della nozione del tempo e dello spazio, alterazione del<br />

senso <strong>di</strong> posizione nello spazio (sensazione <strong>di</strong> essere librati nell’aria),<br />

sindrome <strong>di</strong> astinenza, bummer, richiamano e imprimono subito alla<br />

mente l’immagine del potenziale <strong>di</strong> pericolosità della condotta <strong>di</strong> guida<br />

del tossicomane.<br />

L’articolo 132 del Co<strong>di</strong>ce Stradale vieta <strong>di</strong> guidare in stato <strong>di</strong> ebbrezza<br />

da alcool o da sostanze stupefacenti, non contemplando quelle<br />

mo<strong>di</strong>ficazioni psichiche — turbe psico-sensoriali, anomalie della coscienza<br />

dell’io, anomalie del tempo e dello spazio — che possono <strong>di</strong>sturbare<br />

una guida corretta e trasformare quin<strong>di</strong> il guidatore in un vero<br />

e proprio delinquente colposo.<br />

Consegue, da quanto suddetto, una incompletezza del termine ebbrezza<br />

ed una necessità <strong>di</strong> intenderlo in maniera estensiva e comprensiva<br />

<strong>di</strong> altri stati psico-patologici.<br />

Lo stesso articolo 132 del Co<strong>di</strong>ce Stradale non fa riferimento ad<br />

alcuno degli accertamenti clinico-tossicologici, restando così, del tutto<br />

inoperante.<br />

E’ notorio come sia possibile dall’esame dei liqui<strong>di</strong> biologici (urina<br />

e saliva) e dalla ricerca <strong>di</strong> tracce rilevate dalle mani, indagare con i<br />

moderni meto<strong>di</strong> <strong>di</strong> indagine (spettrofluorometria e gas-cnimatografia)<br />

se vi è stata assunzione <strong>di</strong> droga da <strong>parte</strong> del guidatore.<br />

Non è possibile, invece, il prelievo del sangue, perché l’articolo 13<br />

della Costituzione sancisce l’inviolabilità della libertà personale.<br />

Sarebbe auspicabile, come già attuato nell’ambito sportivo, ai fini<br />

della prevenzione stradale l’attuazione pratica dell’isolamento delle<br />

varie sostanze stupefacenti dai liqui<strong>di</strong> biologici, considerando che « . .<br />

. una volta emessi, costituiscono un bene <strong>di</strong>sponibile e quin<strong>di</strong> non<br />

81


VINCENZO FURORE___________________________________________________________________________<br />

rientrante nel concetto <strong>di</strong> ispezione corporale, anche senza il consenso<br />

dell’avente <strong>di</strong>ritto, come sancisce l’articolo 310 del Co<strong>di</strong>ce <strong>di</strong> Procedura<br />

Penale... » (Melino).<br />

B I B L I O G R A F I A<br />

VINCENZO FURORE ∗<br />

CARMINE MELINO, « Le sostanze stupefacenti e la circolazione<br />

stradale ». Rivista Securitas 1971, n. 10.<br />

DANIEL X. FREEDMAN, « Sull’uso e l’abuso dell’L.S.D.» da<br />

dell’adolescente, Armando E<strong>di</strong>tore. Roma 1975.<br />

LEONARD NEFF, « Sostanze me<strong>di</strong>cinali e loro effetti sull’io dell’<br />

adolescente », Armando E<strong>di</strong>tore. Roma 1975.<br />

DOSSIER, « <strong>La</strong> droga in Italia ». Panorama n. 653, ottobre<br />

A. SEMINARI, « Tossicomanie », Trattato <strong>di</strong> psicopatologia e Firenze<br />

- Il Pensiero Scientifico. Roma 1972.<br />

OLEEVENSTEIN, « <strong>La</strong> droga che cos’è ». Salani E<strong>di</strong>tore <strong>1977</strong><br />

MARINO, « Psiconeuro Farmacologia e Farmacologia Psicosomatica<br />

». Vallar<strong>di</strong> E<strong>di</strong>tore 1974.<br />

MINISTERO DELLA PUBBLICA ISTRUZIONE, « Aggiornamento<br />

sul problema della droga » - Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato.<br />

Roma 1978.<br />

ARIETI, « Manuale <strong>di</strong> Psichiatria ». Boringhieri E<strong>di</strong>tore 1969.<br />

BINI & BAZZI, « Trattato <strong>di</strong> Psichiatria ». Vallar<strong>di</strong> E<strong>di</strong>tore 1972.<br />

THOMAS B. BOTTOMORE, «Sociologia ». Il Mulino 1971.<br />

BENEDETTI, « Psiconeuro fisiologia ». Feltrinelli E<strong>di</strong>tore 1976.<br />

DELAY - PICHOT, «Compen<strong>di</strong>o <strong>di</strong> Psicopatologia ». Giunti - Barberi<br />

E<strong>di</strong>tore 1965.<br />

CARGNELLO, «Alterità e Alienità ». Feltrinelli E<strong>di</strong>tore 1966.<br />

JAN - CLAUDE POLAK, « <strong>La</strong> Me<strong>di</strong>cina del Capitale ». Feltrinelli<br />

E<strong>di</strong>tore 1973.<br />

GIOVANNI BERLINGUER, « Malaria Urbana Patologia della Metropoli<br />

». Feltrinelli E<strong>di</strong>tore <strong>1977</strong>.<br />

∗ VINCENZO FURORE è nato a <strong>Foggia</strong> il 7 luglio 1929. Me<strong>di</strong>co ed esperto <strong>di</strong> problemi<br />

<strong>di</strong> me<strong>di</strong>cina sociale e preventiva, attualmente ricopre la carica <strong>di</strong> Direttore del<br />

Consorzio Prov.le Antitubercolare e Centro <strong>di</strong> Me<strong>di</strong>cina Legale Sociale e Preventiva <strong>di</strong><br />

<strong>Foggia</strong>.<br />

82


DOCUMENTI FALSI PER LA STORIA DI FOGGIA<br />

Un cornicione cade: è il segno premonitore <strong>di</strong> crollo <strong>di</strong> un intero<br />

e<strong>di</strong>ficio?<br />

Muri soli<strong>di</strong>, pietra viva, strutture complesse non bastano a definire<br />

una <strong>di</strong>agnosi.<br />

Anche nell’uomo la vecchiaia si annuncia spesso, con la <strong>di</strong>sfunzione<br />

<strong>di</strong> un organo solo, in soggetti dall’apparenza talvolta ancora aitante.<br />

Allora un esame generale s’impone, perché la <strong>di</strong>agnosi possa essere<br />

riferita ad un quadro clinico organico e razionale.<br />

Agli interventi si deciderà <strong>di</strong> conseguenza, per settori o<br />

nell’insieme, a seconda dell’esito della <strong>di</strong>agnosi stessa.<br />

E’ questo il caso del « palazzaccio » sul Lungotevere, a Roma.<br />

Gli uffici <strong>di</strong> giustizia sono stati trasferiti in altra sede. L’e<strong>di</strong>ficio è<br />

chiuso al pubblico. Vi accedono solo ingegneri ed architetti, per accertamenti,<br />

indagini, prove, verifiche e calcoli.<br />

Esami lunghi, impegnativi, scientifici che richiedono tempo e specializzazioni,<br />

stu<strong>di</strong> e sperimentazioni, saggi e rilievi, decisioni unitarie<br />

e progetti particolareggiati.<br />

Solo così la « patologia delle murature » trova mezzi per esprimersi<br />

con chiarezza e pronunciare la sua ultima parola.<br />

I restauri, in questo modo, possono dare esiti definitivi, duraturi,<br />

rassicuranti e garantire un recupero con interventi straor<strong>di</strong>nari, <strong>di</strong>fferibili<br />

<strong>di</strong> secolo in secolo e non <strong>di</strong> anno in anno.<br />

<strong>La</strong> procedura è corretta. Nessuno avanza commenti polemici o critiche<br />

sterili, perché il rispetto della persona umana impone sistemi <strong>di</strong><br />

massima garanzia per l’incolumità pubblica.<br />

Altri esempi sono possibili.<br />

83


UGO JARUSSI_________________________________________________________________________________<br />

A Bari gli archi <strong>di</strong> imposta <strong>di</strong> una grande volta presentano lesioni<br />

per spinte, non sufficientemente eliminate, nel Palazzo della Camera<br />

<strong>di</strong> Commercio. Il <strong>di</strong>ssesto non è ancora allarmante. Nessun crollo ancora<br />

si è verificato.<br />

Tuttavia non è proprio necessario <strong>di</strong>fferire gli interventi al manifestarsi<br />

<strong>di</strong>fatti eclatanti.<br />

L’e<strong>di</strong>ficio viene chiuso al pubblico. Gli uffici trasferiti.<br />

Gli stu<strong>di</strong> per accertamenti e ristrutturazione della volta e<br />

dell’intero complesso durano a lungo; finalmente si ha notizia <strong>di</strong> un<br />

prossimo appalto, a quattro anni circa dal provve<strong>di</strong>mento cautelativo<br />

<strong>di</strong> sgombero dell’e<strong>di</strong>ficio.<br />

A Parma ed a Napoli il museo della « Pelota » ed il Museo Nazionale<br />

<strong>di</strong> palazzo reale sono stati chiusi al pubblico per lavori <strong>di</strong> ristrutturazione<br />

e ri<strong>di</strong>stribuzione dei locali, senza che nemmeno si lamentassero<br />

<strong>di</strong>ssesti <strong>di</strong> qualsiasi genere.<br />

Perché tanto zelo?<br />

Evidentemente si ritiene incompatibile con gli impianti ed i rischi<br />

<strong>di</strong> cantiere la presenza, in e<strong>di</strong>fici da restaurare, <strong>di</strong> folla e <strong>di</strong> utenza.<br />

A <strong>parte</strong> i pericoli per la incolumità delle persone non addette ai lavori,<br />

la presenza <strong>di</strong> questi non può che nuocere al buon andamento ed<br />

all’efficienza <strong>di</strong> qualsiasi organizzazione tecnica, impegnata in delicati<br />

e <strong>di</strong>fficili interventi murari.<br />

A <strong>Foggia</strong>, invece, si pensa <strong>di</strong>versamente.<br />

A <strong>Foggia</strong> si possono rischiare morte e proce<strong>di</strong>menti penali, per la<br />

presunzione critica <strong>di</strong> saccenti e per scarsa prudenza <strong>di</strong> pubblici amministratori.<br />

Il palazzo della Dogana, in piazza XX settembre, presenta consistenti<br />

segni <strong>di</strong> <strong>di</strong>ssesto, vecchi e nuovi, stabilizzati e <strong>di</strong>namici, generali<br />

e <strong>di</strong> settore, per cui si ha giusto motivo <strong>di</strong> temere per la sua sorte e per<br />

i suoi occupanti.<br />

Non a breve scadenza. I movimenti in atto sono a lento decorso.<br />

Ma quando questi fatti cesseranno <strong>di</strong> consentire <strong>di</strong>lazioni, <strong>di</strong>ventano<br />

pericolosi?<br />

Nessuno azzarda una data; intanto mensole pensili minacciano <strong>di</strong><br />

precipitare, volte spaccate si aprono semp re <strong>di</strong> più, rotazioni per spinte<br />

rovesciano pilastri e murature, mentre nuove lesioni si aggiungono alle<br />

vecchie e segni evidenti <strong>di</strong> schiacciamento si localizzano in cantonali<br />

ed in sezioni insufficienti.<br />

84


__________________________________________________DOCUMENTI FALSI PER LA STORIA DI FOGGIA<br />

Da circa un secolo si lavora, giorno per giorno, per consolidarlo e<br />

ristrutturarlo, riadattandolo, <strong>di</strong> volta in volta a Tribunale, a Scuola, a<br />

Prefettura, a Federazione dei « Fasci » e ad Uffici della Provincia.<br />

Ogni intervento costituisce motivo <strong>di</strong> nuovi insulti, <strong>di</strong> inserimenti<br />

forzati, <strong>di</strong> conseguenze impreve<strong>di</strong>bili, <strong>di</strong> squilibri, <strong>di</strong> sottrazione od<br />

aggiunta <strong>di</strong> nuovi carichi.<br />

E si procede sempre con meto<strong>di</strong> irrazionali ed onerosi, intervenendo<br />

spesso col sistema della somma urgenza, a ripristinare plaffoni che<br />

crollano, a ricostruire con elementi misti un solaio in legno marcito, a<br />

sostituire una lunetta cadente od una capriata scatenata, a consolidare<br />

uno schiacciamento, a riprendere un tratto delle fondazioni, od a riequilibrare<br />

la spinta <strong>di</strong> una volta, senza che nessuno <strong>di</strong> questi interventi,<br />

settoriali e <strong>di</strong>stanziati nel tempo, possa essere coor<strong>di</strong>nato con l’altro.<br />

Il tutto si svolge secondo sistemi illogici, all’insegna dell’adattamento<br />

occasionale, con meto<strong>di</strong> artigianali, frettolosi, empirici<br />

ed improvvisati.<br />

Spesso, consigli e progetti dell’Ufficio Tecnico vengono <strong>di</strong>sattesi;<br />

tutti sono esperti, tutti decidono, tutti credono nella invulnerabilità <strong>di</strong><br />

un e<strong>di</strong>ficio che non può più sopportare inutili violenze.<br />

E finalmente, quando la protesta <strong>di</strong> muri sofferenti <strong>di</strong>venta <strong>di</strong>sperata<br />

con scricchiolii e nuove lesioni, si decide lo sgombero dei locali, su<br />

suggerimento <strong>di</strong> una commissione tecnica altamente qualificata,<br />

all’uopo nominata dall’Amministrazione <strong>Provinciale</strong>, che non può più<br />

ignorare le relazioni dell’Ufficio Tecnico e l’urgenza <strong>di</strong> una situazione<br />

<strong>di</strong>venuta ormai critica e tesa.<br />

Ma lo sgombero non porta all’inerzia.<br />

L’e<strong>di</strong>ficio, imponente e monumentale, ha, nella sua stessa mole, i<br />

caratteri che lo classificano tra le opere più decorose e rappresentative<br />

della Città.<br />

Non per fatti d’arte, certamente minori se non proprio insignificanti,<br />

ma per importanza storica e per prestigio <strong>di</strong> tra<strong>di</strong>zioni.<br />

85


UGO JARUSSI_________________________________________________________________________________<br />

Sicché l’in<strong>di</strong>rizzo verso il recupero integrale dell’e<strong>di</strong>ficio è unanime.<br />

Vengono pre<strong>di</strong>sposti i necessari progetti. <strong>La</strong> Soprintendenza ai<br />

Monumenti <strong>di</strong> Puglia, alla cui tutela l’e<strong>di</strong>ficio è affidato, esprime il<br />

suo parere favorevole, appone sugli atti tecnici il suo visto <strong>di</strong> approvazione<br />

ed autorizza l’inizio dei lavori.<br />

A questo punto sorge il fatto nuovo.<br />

Viene pubblicato un libro: titolo, « Palazzo Dogana, dalle origini<br />

ai nostri giorni »; autore Vincenzo Salvato (E<strong>di</strong>z. Leone - <strong>Foggia</strong>).<br />

Sotto la pomposa presunzione <strong>di</strong> una ricercata presentazione storica<br />

il libro nasconde l’insi<strong>di</strong>a dell’intento scandalistico e si conclude<br />

con argomenti non informati a rigore scientifico e <strong>di</strong> banale impostazione<br />

libellistica.<br />

Non sono state fatte verifiche <strong>di</strong> stabilità, nè prove <strong>di</strong> cantiere,<br />

saggi od indagini accurate. Tuttavia si condannano persone ed autorità<br />

esposte nelle decisioni dello sgombero, affermando che non esistono<br />

<strong>di</strong>ssesti in atto, e che l’e<strong>di</strong>ficio può continuare tranquillamente ad essere<br />

abitato.<br />

E si creano, per sostenere questo assunto, documenti falsi per la<br />

storia della Città.<br />

L’e<strong>di</strong>ficio era già stato sgomberato, quando il 3 <strong>di</strong>cembre 1975<br />

vennero collaudati, con esito positivo, alcuni lavori eseguiti al secondo<br />

piano del palazzo stesso.<br />

« Perché mai — si domanda l’autore del libro — dopo un così favorevole<br />

collaudo ancora si insiste in posizioni sbagliate e non si decide<br />

la rioccupazione dei locali ed il rientro degli Uffici? ».<br />

L’autore, però, non ha precisato che il collaudo del 3 <strong>di</strong>cembre<br />

1975 si riferisce a lavori per ripristino <strong>di</strong> pavimenti e <strong>di</strong> <strong>di</strong>pinture, eseguiti<br />

prima dello sgombero; si tratta quin<strong>di</strong> <strong>di</strong> un collaudo amministrativo<br />

e non tecnico e comunque relativo ad opere portate e non portanti;<br />

<strong>di</strong> un collaudo che, in pratica, non <strong>di</strong>ce niente a proposito della stabilità<br />

dell’e<strong>di</strong>ficio e non porta contributi al suo consolidamento.<br />

Del resto, secondo l’autore stesso l’e<strong>di</strong>ficio non abbisogna <strong>di</strong> consolidamenti,<br />

ma solo <strong>di</strong> rari interventi settoriali, perché ha resistito<br />

imperterrito al terremoto del 1975.<br />

Terremoto che, per la verità, a <strong>Foggia</strong> non fece danni <strong>di</strong> nessuna<br />

86


__________________________________________________DOCUMENTI FALSI PER LA STORIA DI FO GGIA<br />

specie, rispettando persino i ruderi ben più cadenti che, a ricordo dei<br />

bombardamenti bellici del 1943, ancora numerosi costellano la città.<br />

E ancora, per sostenere l’efficienza del vecchio stabile, l’Ing. Vincenzo<br />

Salvato afferma che in palazzo Dogana si potrebbe rientrare con<br />

sicurezza e tranquillità, continuando ad abitarlo senza pericoli, così<br />

come continua ad essere abitato, da sempre, il decrepito palazzo dei<br />

signori <strong>di</strong> Civitella, nel vico omonimo, a <strong>Foggia</strong>.<br />

Ancora un documento falso? Forse.<br />

Ma si tratta <strong>di</strong> errore volontario, lapsus calami o <strong>di</strong>sinformazione,<br />

la cosa non ha importanza.<br />

Conta invece il fatto che il palazzo dei Signori <strong>di</strong> Civitella non esiste<br />

più; il Salvato scrive nel 1976, mentre il palazzo venne demolito<br />

nel 1960, per motivi <strong>di</strong> pubblica incolumità.<br />

Non perché presentava <strong>di</strong>ssesti più gravi <strong>di</strong> quelli <strong>di</strong> palazzo Dogana,<br />

ma solo per evitare la continua occupazione abusiva <strong>di</strong> immigrati,<br />

che ignorando le con<strong>di</strong>zioni statistiche dell’e<strong>di</strong>ficio, esponevano al<br />

continuo rischio <strong>di</strong> responsabilità penali le autorità del Comune <strong>di</strong><br />

<strong>Foggia</strong>.<br />

Il palazzo della Dogana, per nostra fortuna, non ha mai presentato<br />

situazioni così delicate e legalmente preoccupanti.<br />

Dopo lo sgombero nessuno lo minaccia <strong>di</strong> occupazione abusiva,<br />

nessuno ne propugna la demolizione, tutti lo vogliono consolidato e<br />

rimesso a nuovo, per restituirlo al governo della Provincia ed alla <strong>di</strong>gnità<br />

storica del Centro antico <strong>di</strong> <strong>Foggia</strong>.<br />

Allora perché tanto scalpore?<br />

Perché non si vuole accettare lo sgombero per esigenze <strong>di</strong> cantiere?<br />

Perché incoraggiare azioni avventurose avallate da argomenti falsi<br />

e pseudo scientifici?<br />

Pur non presentando pericoli imminenti <strong>di</strong> generale crollo, esistono<br />

sezioni pericolose, ed in ogni modo le con<strong>di</strong>zioni statiche <strong>di</strong> palazzo<br />

Dogana presentano la necessità <strong>di</strong> interventi consistenti e globali, organici<br />

e coor<strong>di</strong>nati, che solo in assenza <strong>di</strong> utenti si possono garantire.<br />

Lo sgombero è giustificato, soprattutto, dalle complesse esigenze<br />

<strong>di</strong> un cantiere destinato a <strong>di</strong>fficili sviluppi, con rischi gravi per tutto<br />

87


UGO JARUSSI_________________________________________________________________________________<br />

ciò che potrebbe essere considerata estranea intrusione.<br />

Oggi è l’ora <strong>di</strong> perorare la causa dei finanziamenti, dell’inizio dei<br />

lavori, dei successivi appalti, del loro coor<strong>di</strong>namento verso intenti collimanti<br />

e razionali.<br />

Scandali e pettegolezzi non possono portare che danni e nocumento<br />

ad uomini e cose.<br />

Il rientro in palazzo Dogana prima dei necessari consolidamenti<br />

compromette la sua sorte, perché i lavori necessari ed ormai in<strong>di</strong>fferibili,<br />

non potrebbero più essere eseguiti secondo le regole dell’arte,<br />

della tecnica e della scienza.<br />

Nuovi problemi si creerebbero, nuove <strong>di</strong>fficoltà si opporrebbero<br />

alla loro risoluzione, i vecchi <strong>di</strong>ssesti avrebbero partita vinta e fatti<br />

nuovi si verrebbero a sovrapporre ai vecchi, nell’incertezza <strong>di</strong> un recupero<br />

che potrebbe <strong>di</strong>ventare sempre più <strong>di</strong>fficile e sempre più <strong>di</strong>spen<strong>di</strong>oso<br />

per l’amministrazione della cosa pubblica.<br />

E’ questo che vuole l’Ingegnere Vincenzo Salvato?<br />

A quanti vorranno dargli cre<strong>di</strong>to la <strong>di</strong>fficile risposta!<br />

<strong>La</strong> risposta e le pesanti responsabilità che da essa derivano, perché<br />

gli esempi <strong>di</strong> Roma e <strong>di</strong> Bari, <strong>di</strong> Parma e <strong>di</strong> Napoli costituiscono testimonianze<br />

inoppugnabili <strong>di</strong> un mo nito unico, che non può e non deve<br />

essere ignorato.<br />

88<br />

UGO JARUSSI


LE ORIGINI DI SAN SEVERO (FOGGIA)<br />

ALLA LUCE DELLE INDAGINI ARCHEOLOGICHE<br />

Agli inizi degli anni ‘60 si è formato in San Severo un primo sparuto<br />

gruppo <strong>di</strong> appassionati <strong>di</strong> storia e archeologia che doveva poi dar<br />

vita, nel 1965, al Centro <strong>di</strong> Stu<strong>di</strong> Sanseveresi 1 . Allora ben poco si conosceva<br />

sulle antiche popolazioni che abitavano le nostre contrade 2 ed<br />

ogni ritrovamento archeologico nell’ambito della città finiva invariabilmente<br />

per essere collegato alle sue leggendarie origini. Era<br />

l’epoca delle interminabili polemiche sull’ubicazione <strong>di</strong> Ergitium e del<br />

mitico Castrum Drionis 3 e mentre la tra<strong>di</strong>zione dotta vedeva in Diomede<br />

il nobile fondatore della città, era molto <strong>di</strong>ffusa la convinzione<br />

che un tempo San Severo sorgeva sulle rive del Fortore 4 .<br />

In questi anni, nuovi ed importanti capitoli si sono aggiunti alla<br />

storia citta<strong>di</strong>na 5 , mentre altri ritrovamenti archeologici ed una più cor-<br />

1 <strong>La</strong> costituzione <strong>di</strong> questa associazione si deve in particolar modo all’iniziativa<br />

dell’avv. Umberto Pilla, all’epoca Direttore della <strong>Biblioteca</strong> Comunale <strong>di</strong> San Severo.<br />

Nel 1974 il Centro <strong>di</strong> Stu<strong>di</strong> Sanseveresi ha fondato anche una sezione locale<br />

dell’Archeoclub d’Italia.<br />

2 Solo dopo la costituzione a <strong>Foggia</strong>, nel 1965, <strong>di</strong> un ufficio staccato della Soprintendenza<br />

alle Antichità della Puglia, <strong>di</strong>retto dai coniugi Tinè, è cominciata in Capitanata<br />

una organica attività <strong>di</strong> ricerca, che in pochi anni ha delineato gli aspetti fondamentali<br />

dell’archeologia dauna, dalla preistoria all’età romana. <strong>La</strong> collaborazione del Centro<br />

Stu<strong>di</strong> con la Soprintendenza iniziò imme<strong>di</strong>atamente, con la segnalazione della scoperta<br />

del villaggio neolitico <strong>di</strong> Guadone.<br />

3 Cfr. A. Russi, Un asclepiade nella Daunia-Podalirio e il suo culto tra le genti daune,<br />

in Archivio Storico Pugliese, XIX (1966), 1-1V, p. 275 e segg. e in particolar modo<br />

la nota 15.<br />

4 Si tratta evidentemente <strong>di</strong> un ricordo <strong>di</strong>storto del trasferimento della cattedra vescovile<br />

da Civitate a San Severo nel 1580. Spesso all’origine <strong>di</strong> « tra<strong>di</strong>zioni » <strong>di</strong> questo<br />

tipo ci sono notizie errate tratte dalle cronache dei secoli scorsi. Notare, a tal proposito,<br />

come si può prestare ad una ambigua interpretazione una frase tolta da un <strong>di</strong>ario <strong>di</strong><br />

viaggio del 1683: « Fu fatta città (San Severo) da Gregorio XIII essendo rovinata<br />

l’antica, che si chiama anche oggi Civita, vicino a S. Paolo... ». Cfr. T. NARDELLA, <strong>La</strong><br />

Capitanata in una relazione per visita canonica <strong>di</strong> fine seicento, in Rassegna <strong>di</strong> Stu<strong>di</strong><br />

Dauni, III (1976), 1-2, p. 79.<br />

5 I risultati delle ricerche <strong>di</strong> questi ultimi anni sono stati in <strong>parte</strong> pubblicati nei cinque<br />

numeri del «Notiziario » e<strong>di</strong>to dal Centro <strong>di</strong> Stu<strong>di</strong> Sanseveresi e nel numero unico «<br />

Attualità Archeologiche », del 1975, dell’Archeoclub <strong>di</strong> San Severo.<br />

89


VITTORIO RUSSI______________________________________________________________________________<br />

retta interpretazione dei reperti rinvenuti in passato ci hanno permesso<br />

<strong>di</strong> inquadrare in un preciso ambito cronologico le varie fasi <strong>di</strong> occupazione<br />

dell’area dove ora sorge San Severo.<br />

Questi stu<strong>di</strong> e ricerche non hanno risolto il problema delle origini<br />

della città e, a nostro parere, non lo risolveranno mai definitivamente,<br />

in quanto riteniamo che il concetto <strong>di</strong> origine vada sostituito con quello,<br />

più corretto, del <strong>di</strong>venire <strong>di</strong> un centro abitato 6 . Rari sono gli inse<strong>di</strong>amenti<br />

nati da una precisa programmazione 7 , anche se la scelta <strong>di</strong> un<br />

determinato sito è necessariamente legata a certe situazioni ambientali<br />

e a particolari necessità economiche e <strong>di</strong> <strong>di</strong>fesa. Se poi gli eventi si<br />

<strong>di</strong>mostrano favorevoli, il primitivo nucleo si espande, con uno sviluppo<br />

spesso <strong>di</strong>scontinuo ma <strong>di</strong>fficilmente così incisivo da permettere <strong>di</strong><br />

in<strong>di</strong>viduare il « momento » in cui l’inse<strong>di</strong>amento si è trasformato in<br />

una determinata entità urbana.<br />

In mancanza <strong>di</strong> fonti storiche atten<strong>di</strong>bili, uno stu<strong>di</strong>o <strong>di</strong>retto a chiarire<br />

le varie fasi del <strong>di</strong>venire <strong>di</strong> un abitato si presenta piuttosto problematico<br />

e l’indagine archeologica può dare un contributo tanto più<br />

valido quanto più la ricerca viene condotta con precisi criteri scientifici<br />

8 .<br />

Nel nostro caso ci troviamo in presenza <strong>di</strong> ritrovamenti in buona<br />

<strong>parte</strong> occasionali e non sempre sufficientemente documentati, ma la<br />

casistica fortunatamente è abbastanza ampia da permettere <strong>di</strong> trarre<br />

delle conclusioni atten<strong>di</strong>bili.<br />

Anche se la presenza <strong>di</strong> inse<strong>di</strong>amenti preistorici nel sottosuolo <strong>di</strong><br />

San Severo non può essere messa in alcun modo in relazione con presunte<br />

origini della città, non possiamo tralasciare <strong>di</strong> sintetizzare le<br />

scoperte più importanti avvenute negli ultimi anni.<br />

Nell’agro sanseverese sono stati localizzati più <strong>di</strong> sessanta villaggi<br />

neolitici 9 , che coprono praticamente quasi tutta la serie cronologica<br />

6 Su questo concetto cfr. i vari stu<strong>di</strong> presentati nel volume « Archeologia e Geografia<br />

del Popolamento », Quaderni Storici, 24, Ancona 1973.<br />

7 E’ il caso <strong>di</strong> alcune antiche colonizzazioni. Per il Me<strong>di</strong>oevo abbiamo in Capitanata<br />

l’esempio della fondazione <strong>di</strong> Manfredonia nel XIII secolo.<br />

8 Solo uno scavo stratigrafico eseguito su un’area sufficientemente estesa può delineare<br />

con una certa precisione il succedersi delle varie culture, evidenziando anche eventuali<br />

perio<strong>di</strong> <strong>di</strong> abbandono del sito, <strong>di</strong>fficilmente avvertibili dall’esame <strong>di</strong> reperti archeologici<br />

raccolti in superficie.<br />

9 Cfr. V. Russi, Note <strong>di</strong> Preistoria e protostoria sanseverese, Notiz. del Centro St u<strong>di</strong><br />

Sanseveresi, Dicembre 1968, p. 9 e segg. — Ib. Il villaggio neolitico <strong>di</strong> Orsello, Bollettino<br />

Int. del Centro <strong>di</strong> Stu<strong>di</strong> Sanseveresi, Marzo 1971, p. 2. — Ib. Inse<strong>di</strong>amento neolitico<br />

trincerato presso San Severo, Riv. Scienze Preistoriche, XXVII (1972), 2, p. 410 e<br />

segg. — Ib. Segnalazioni nella Riv. Scienze Preistoriche: Vol. XXI (1966), 2, p. 430 e<br />

segg. — Vol. XXII (1967), 2, p. 450 e segg. — Vol. XXIII (1968), 2, p. 419 e segg. —<br />

Vol. XXIV (1969), 2, p. 475 e segg. — Vol. XXV (1970), 2, p. 428 e segg. — Vol.<br />

XXIX (1974), 1, p. 259.— Vol. XXXII (<strong>1977</strong>), 1-2, p. 344 e segg. — E. M. DE JULIIS,<br />

Scavo <strong>di</strong> una capanna preistorica in loc.<br />

90


_____________________________________________________________LE ORIGINI DI S. SEVERO (FO GGIA)<br />

nota per questo periodo nel Tavoliere, dal VI agli inizi del III millennio<br />

a. C 10 .<br />

Di questi caratteris tici inse<strong>di</strong>amenti, racchiusi entro uno o più fossati<br />

concentrici 11 , ci interessano più <strong>di</strong>rettamente quelli <strong>di</strong> Guadone e<br />

<strong>di</strong> S. Rocco, in<strong>di</strong>viduati alla periferia orientale della città dai soci del<br />

Centro <strong>di</strong> Stu<strong>di</strong> Sanseveresi rispettivamente nel 1965 12 e nel 1972 13 .<br />

L’ipotesi che potesse trattarsi <strong>di</strong> un unico grande complesso 14 è stata<br />

in <strong>parte</strong> confermata da successive scoperte, anche se il gran numero <strong>di</strong><br />

fossati, spesso intersecantisi, emersi durante lavori e<strong>di</strong>lizi, possono<br />

anche riferirsi a due o più villaggi <strong>di</strong> epoche <strong>di</strong>verse e in <strong>parte</strong> sovrapposti<br />

15 . Nell’interno dei fossati, dei pozzi e delle altre cavità 16 venute<br />

Casone, Riv. Scienze Preistoriche, XXVII (1972), 1, p. 117 e segg. — A. PERNA,<br />

Tracce <strong>di</strong> antichi inse<strong>di</strong>amenti in loc. Demanio - S. Ricciardo, Bollettino Int. del Centro<br />

<strong>di</strong> Stu<strong>di</strong> Sanseveresi, Ottobre 1974, pp. 1-2. — R. PASQUANDREA e A. MASSELLI,<br />

I ritrovamenti preistorici alla mass. Casone, Bollettino Int. del Centro <strong>di</strong> Stu<strong>di</strong> Sanseveresi,<br />

Marzo 1971, p. 1. — A. MASSELLI, L’inse<strong>di</strong>amento neolitico <strong>di</strong> mass. Li Gatti, in<br />

Attualità Archeologiche, Dicembre 1975, p. 47 e segg. — A. GRAVINA, Fossati e<br />

strutture ipogeiche dei villaggi neolitici in agro <strong>di</strong> San Severo, in Attualità Archeologiche,<br />

Dicembre 1975, p. II e segg.<br />

10 Cfr. S. TINE, <strong>La</strong> civiltà neolitica del Tavoliere, Atti del Colloquio <strong>di</strong> Preistoria e<br />

Protostoria della Daunia (1973), Firenze 1975, p. 99 e segg.<br />

11 Sulla funzione <strong>di</strong> questi fossati sono state esposte varie teorie, tra le quali: Difesa<br />

del villaggio; conservazione dell’acqua piovana o sorgiva; drenaggio <strong>di</strong> un terreno eccessivamente<br />

umido. Quest’ultima ipotesi è quella che attualmente viene considerata<br />

come la più probabile, anche se non è stato affrontato adeguatamente lo stu<strong>di</strong>o delle falde<br />

idriche superficiali del Tavoliere, un tempo molto più salmastre <strong>di</strong> oggi e che dovevano<br />

rappresentare un grave problema per l’agricoltura primitiva dei Neolitici.<br />

12 Cfr. V. Russi, Gli scavi nel villaggio preistorico <strong>di</strong> Guadone, Il Corriere <strong>di</strong> <strong>Foggia</strong>,<br />

10-12-1965. — Ib. Il villaggio neolitico <strong>di</strong> Guadone, Notiziario del Centro <strong>di</strong> Stu<strong>di</strong><br />

Sanseveresi, Giugno 1966, p. 8 e segg. — S. Tinè, I nuovi scavi in località Guadone,<br />

Notiziario del Centro <strong>di</strong> Stu<strong>di</strong> Sanseveresi, Dicembre 1967, p. 5 e segg. — Ib. Alcuni<br />

dati circa il sistema <strong>di</strong> raccolta idrica nei villaggi neolitici del <strong>Foggia</strong>no. Atti della XI e<br />

XII Riun. Scient. dell’Ist. Ital. <strong>di</strong> Preistoria, Firenze 1967, p. 69 e segg.<br />

13 V. Russi, Altro villaggio preistorico a San Severo, Corriere <strong>di</strong> S. Severo, 10-7-<br />

1973. — Ib. nella Rivista <strong>di</strong> Scienze Preistoriche, vol. XXVII (1972), 2, p. 466.<br />

14 V. Russi nella Rivista <strong>di</strong> Scienze Preistoriche, vol. XXIX (1974), 1, p. 259.<br />

15 <strong>La</strong> sovrapposizione <strong>di</strong> più inse<strong>di</strong>amenti neolitici è stata rilevata in varie località.<br />

Nell’agro <strong>di</strong> San Severo abbiamo l’esempio <strong>di</strong> Coppa Pallante, mentre il complesso più<br />

noto del Tavoliere è quello <strong>di</strong> S. Vito, a Nord-Est <strong>di</strong> <strong>Foggia</strong>, con ben nove villaggi trincerati<br />

in <strong>parte</strong> sovrapposti e visibili sulle fotografie aeree.<br />

16 Le cavità a grotticella, interpretate come cisterne o. più esattamente, come depositi<br />

per cereali o altre derrate, sono venute alla luce in gran numero nelle contrade Guadone<br />

e S. Rocco. In una <strong>di</strong> queste, sezionata da uno sbancamento nel <strong>1977</strong> sul lato Ovest<br />

<strong>di</strong> via Lucera, è stato rinvenuto un cranio umano neolitico, ora esposto nell’Anti-<br />

91


VITTORIO RUSSI______________________________________________________________________________<br />

alla luce nella zona, sono stati rinvenuti numerosi reperti, tra cui frammenti<br />

vascolari del Neolitico antico e me<strong>di</strong>o 17 .<br />

In altri punti della città sono venuti alla luce vasi frammentati <strong>di</strong><br />

impasto preistorico, ma solo alla periferia settentrionale <strong>di</strong> San Severo,<br />

all’inizio della strada per Apricena, si è avuta conferma<br />

dell’esistenza <strong>di</strong> un altro villaggio neolitico con ceramica impressa 18 .<br />

Nell’area dell’inse<strong>di</strong>amento <strong>di</strong> Guadone, nelle fondazioni della<br />

nuova ala delle scuole elementari <strong>di</strong> via Mazzini, nel 1971, sono stati<br />

rinvenuti reperti riferibili ad una delle prime fasi dell’età del Bronzo<br />

(Protoappenninico B), da collocarsi cronologicamente nella prima metà<br />

del secondo millennio a. C 19 .<br />

Ritrovamenti <strong>di</strong> questo periodo sono poco frequenti nella pianura<br />

del Tavoliere 20 in quanto, a <strong>di</strong>fferenza dei villaggi neolitici collegati<br />

quarium comunale <strong>di</strong> San Severo. Cfr. F. NARDELLA - V. Russi, Resti <strong>di</strong> uomini preistorici<br />

scoperti a San Severo, Corriere <strong>di</strong> S. Severo, 20-1-1978.<br />

Nella contrada S. Rocco sono state trovate cavità <strong>di</strong> forma rettangolare, scavate a<br />

livello della « crusta », simili a quelle rinvenute durante gli scavi nel villaggio neolitico<br />

<strong>di</strong> Passo <strong>di</strong> Corvo. Numerose anche le sezioni <strong>di</strong> probabili fossati a « C » e <strong>di</strong> trincee perimetrali.<br />

Non tutte, però, le cavità contenenti reperti neolitici risalgono effettivamente<br />

ad epoca preistorica; durante gli scavi del 1965 nel villaggio <strong>di</strong> Guadone si trovarono<br />

trincee e gallerie per estrazione dell’argilla, probabilmente collegate ad una fornace me<strong>di</strong>evale,<br />

che erano state ricolmate col terreno circostante contenente ceramiche neolitiche.<br />

Cfr. V. Russi, Antiche fornaci <strong>di</strong> San Severo, Bollettino Int. del Centro <strong>di</strong> Stu<strong>di</strong><br />

Sanseveresi, Marzo 1971, pp. 4-5.<br />

17<br />

Sono ceramiche a decorazione impressa, con motivi geometrici incrostati da una<br />

sostanza rossa, caratteristici della « facies » che da questo villaggio ha preso il nome <strong>di</strong><br />

« Guadone ». Sono presenti anche ceramiche nere o brune a superfici levigate, insieme a<br />

qualche frammento <strong>di</strong> figulina <strong>di</strong>pinta a fasce rosse non marginate.<br />

18<br />

V. Russi, Inse<strong>di</strong>amento preistorico scoperto in San Severo, Bollettino Int. del<br />

Centro <strong>di</strong> Stu<strong>di</strong> Sanseveresi, 1978.<br />

19<br />

Questi reperti, tra cui un’ansa con appen<strong>di</strong>ce asciforme, sono stati raccolti ad una<br />

profon<strong>di</strong>tà <strong>di</strong> circa 3 mt nella sezione <strong>di</strong> una profonda cavità apparsa nelle fondazioni<br />

del lato orientale delle scuole elementari. Nella terra <strong>di</strong> riempimento, molto scura e<br />

sciolta, si trovarono anche ossa umane, ma non fu possibile appurare se si trattava <strong>di</strong><br />

una tomba perché in quel punto affiorava una falda d’acqua che aveva allagata la trincea<br />

<strong>di</strong> fondazione. Cfr. V. Russi nella Rivista <strong>di</strong> Scienze Preistoriche, vol. XXVI (1971), 2,<br />

pp. 490-491.<br />

20<br />

In agro <strong>di</strong> San Severo ricor<strong>di</strong>amo l’inse<strong>di</strong>amento ine<strong>di</strong>to dell’oliveto <strong>di</strong> Torre dei<br />

Giunchi e la tomba a grotticella, con corredo <strong>di</strong> tre vasi del « Protoappenninico A », venuta<br />

alla luce presso la masseria Casone nel 1970, durante scavi effettuati dalla Soprintendenza<br />

alle Antichità in collaborazione con il Centro <strong>di</strong> Stu<strong>di</strong> Sanseveresi. Cfr. E. M.<br />

DE JULIIS, Recenti rinvenimenti dell’età dei metalli nella Daunia, Atti del Coll. Intern.<br />

<strong>di</strong> Preistoria della Daunia (1973), Firenze 1975, p. 235 e segg. — R. PASQUANDREA,<br />

Sepoltura della prima età del Bronzo presso la mass. Casone, Boll. Int. del Centro <strong>di</strong><br />

Stu<strong>di</strong> Sanseveresi, Ottobre 1974, p. 2.<br />

92


_____________________________________________________________LE ORIGINI DI S. SEVERO (FO GGIA)<br />

ad una economia prevalentemente agricola, l’attività essenzialmente<br />

pastorale dell’età del Bronzo comportava anche un certo noma<strong>di</strong>smo,<br />

per cui troviamo accampamenti provvisori nelle zone <strong>di</strong> pascolo e inse<strong>di</strong>amenti<br />

fortificati stabili sulle alture e in località facili da <strong>di</strong>fendere<br />

da attacchi <strong>di</strong> altri gruppi <strong>di</strong> noma<strong>di</strong> 21 .<br />

L’età del Bronzo nella nostra regione è perdurata fin verso il 1000<br />

a. C., anche se i riflessi dell’ultima « facies », quella subappenninica,<br />

si riscontrano spesso anche nella successiva età del Ferro, caratterizzata<br />

da un progressivo ritorno all’agricoltura. Di questa importante fase<br />

<strong>di</strong> transizione non abbiamo per ora alcuna testimonianza nell’agro<br />

<strong>di</strong> San Severo 22 .<br />

Tra i reperti più antichi rinvenuti nell’area della città, e che possiamo<br />

considerare protostorici, ricor<strong>di</strong>amo quelli della necropoli dauna<br />

<strong>di</strong> via F. D’Alfonso, venuta alla luce nel 1968 nelle fondazioni <strong>di</strong><br />

un e<strong>di</strong>ficio all’angolo col viale 2 Giugno 23 . Da tre tombe sconvolte<br />

dallo scavo si recuperarono alcuni vasi <strong>di</strong> impasto bruno lucidato, altri<br />

a decorazione <strong>di</strong>pinta in stile geometrico (<strong>di</strong> cui uno solo tornito) e<br />

due <strong>di</strong> importazione: una oinochoe trilobata, <strong>di</strong> bucchero pesante etrusco-campano,<br />

e una kylix incompleta <strong>di</strong> tipo ionico. Si trovarono anche<br />

dei gran<strong>di</strong> anelli piatti <strong>di</strong> bronzo, decorati con cerchietti impressi<br />

24 . Se so esclude qualche oggetto <strong>di</strong> datazione ancora incerta, la maggior<br />

<strong>parte</strong> dei reperti <strong>di</strong> questa necropoli è riferibile al VI secolo a. C.<br />

e ben si accorda, tipologicamente, con i corre<strong>di</strong> delle quattro tombe<br />

daune <strong>di</strong> Guadone, scavate nel 1965 25 , e <strong>di</strong> altre venute successivamente<br />

alla luce alla periferia meri<strong>di</strong>onale ed occidentale della città.<br />

Nella necropoli <strong>di</strong> via F. D’Alfonso (ora via Checchia Rispoli) lo scavo<br />

aveva anche sezionato un fossato largo superiormente circa 4 mt e<br />

21 Cfr. V. Russi nella Rivista <strong>di</strong> Scienze Preistoriche: Vol. XXIX (1974), 1, p. 259<br />

— Vol. XXX (1975), 1-2, pp. 389-390. — Vol. XXX (1976), 1, p. 315.<br />

22 <strong>La</strong> tomba dell’età del Ferro più antica rinvenuta nei pressi <strong>di</strong> San Severo è quella<br />

<strong>di</strong> contrada Serpente, che conteneva bronzi e vasi del « geometrico japigio » databili<br />

all’VIII secolo a.C. Cfr. R. PASQUANDREA, <strong>La</strong> tomba japigia <strong>di</strong> via Serpente, Bollettino<br />

Int. del Centro <strong>di</strong> Stu<strong>di</strong> Sanseveresi, Ottobre 1974, pp. 3-4. —E. M. DE JULIIS,<br />

Recenti rinvenimenti protostorici nella Daunia, Atti del Coll. Intern. <strong>di</strong> Preistoria della<br />

Daunia (1973, Firenze 1975, p. 322. — Ib. in Stu<strong>di</strong> Etruschi, vol. LXII (1974), p. 527.<br />

— Ib. <strong>La</strong> ceramica geometrica della Daunia, Firenze <strong>1977</strong>, tav. LVIII, LIX/A,<br />

XCIII/A, CIII/B.<br />

23 Cfr. A. MASSELLI - R. PASQUANDREA, <strong>La</strong> necropoli dauna <strong>di</strong> via F. D’Alfonso,<br />

nel Notiziario dei Centro <strong>di</strong> Stu<strong>di</strong> Sanseveresi, Dicembre 1968, pp. 18-22.<br />

24 Anelli dello stesso tipo, provenienti dalla necropoli etrusca <strong>di</strong> Satricum, sono esposti<br />

nella sala XXXII del museo <strong>di</strong> Villa Giulia a Roma.<br />

25 Cfr. G. CLEMENTE, <strong>La</strong> necropoli dauna <strong>di</strong> Guadone, Notiziario del Centro <strong>di</strong><br />

Stu<strong>di</strong> Sanseveresi, Giugno 1966, pp. 15-19. — E. M. Da JULIIS, <strong>La</strong> ceramica geometrica<br />

della Daunia, Firenze <strong>1977</strong>, tav. LXIII/E, LXXIV, XCIV/B, XCV/A.<br />

93


VITTORIO RUSSI______________________________________________________________________________<br />

profondo oltre 3 mt, con una parete a scarpata e l’altra con due alti<br />

gra<strong>di</strong>ni 26 .<br />

<strong>La</strong> forma e le <strong>di</strong>mensioni ricordano le note trincee neolitiche, ma<br />

nell’interro si trovarono solo frammenti vascolari <strong>di</strong> tipo dauno ed ellenistico.<br />

Altri fossati simili, ma <strong>di</strong> minori <strong>di</strong>mensioni, sono venuti alla<br />

luce nel 1969 nelle fondazioni del vicino cinema Cicolella, insieme<br />

a reperti dauni 27 . Trincee <strong>di</strong> questo tipo sono apparse anche nell’area<br />

della necropoli ellenistica <strong>di</strong> masseria Casone, 6 Km a Sud-Est <strong>di</strong> San<br />

Severo, insieme a piccoli fossati che sostenevano le fondazioni lignee<br />

o in mattoni cru<strong>di</strong> <strong>di</strong> e<strong>di</strong>fizi che sorgevano nella zona precedentemente<br />

alla necropoli 28 .<br />

In base a questi dati si può presumere che nei pressi <strong>di</strong> via F. D’Alfonso<br />

sorgeva un abitato dauno, attorniato da una vasta necropoli, perdurato<br />

almeno sino alla fine del IV secolo a. C., come si deduce da<br />

numerose tombe a fossa, coperte da tavelloni <strong>di</strong> terracotta e contenenti<br />

reperti <strong>di</strong> età ellenistica, venute alla luce alcuni decenni or sono nel<br />

tratto iniziale della stessa strada e, più recentemente, in via Teano Appula<br />

e in altre zone a<strong>di</strong>acenti.<br />

Nulla conosciamo sulla conformazione e l’estensione <strong>di</strong> questo abitato<br />

preromano 29 , ma se consideriamo che oltre alle tombe a cui abbiamo<br />

accennato, e che sono tra le poche sufficientemente documentate,<br />

numerose altre sono venute alla luce un po’ dovunque nell’attuale<br />

area urbana 30 , dovremmo ipotizzare, <strong>di</strong> conseguenza, l’esistenza <strong>di</strong> un<br />

centro <strong>di</strong> notevoli <strong>di</strong>mensioni 31 .<br />

26 Alcune delle gran<strong>di</strong> trincee circolari o ellittiche visibili nelle aerofotografie del<br />

Tavoliere e attribuite ad inse<strong>di</strong>amenti neolitici pare ap<strong>parte</strong>ngano, invece, a fattorie e<br />

villaggi dauni.<br />

27 Un fossato presentava un andamento parallelo a via F. D’Alfonso; in sezione si<br />

notavano le pareti a scarpata, con una larghezza <strong>di</strong> circa 3 mt nella <strong>parte</strong> superiore ed<br />

una profon<strong>di</strong>tà <strong>di</strong> mt 2,50 dal piano stradale. Un altro fossato, ad andamento curvilineo,<br />

era largo superiormente circa 2 Int. Nell’interro <strong>di</strong> queste trincee e <strong>di</strong> altre cavità <strong>di</strong> incerta<br />

natura, si trovarono frammenti vascolari <strong>di</strong> epoca dauna.<br />

28 A. MASSELLI - R. PASQUANDREA - V. Russi, <strong>La</strong> necropoli <strong>di</strong> masseria Casane,<br />

Notiziario del Centro <strong>di</strong> Stu<strong>di</strong> Sanseveresi, Dicembre 1975, pp. 9-30.<br />

29 Sulla struttura degli inse<strong>di</strong>amenti dauni cfr. F. TINÈ BERTOCCHI, Formazione<br />

della civiltà dauna dal X al VI sec. a.C., in Atti Colloquio Intern. <strong>di</strong> Preistoria della<br />

Daunia (1973), Firenze 1975, pp. 271-285. — E. M. DE JULIIS, Caratteri della civiltà<br />

daunia dal VI sec. a.C. all’arrivo dei Romani, in Atti Coli. cit., pp. 286-297.<br />

30 Cfr. V. Russi, Nuove tombe daune scoperte nella zona <strong>di</strong> San Severo, Corriere <strong>di</strong><br />

<strong>Foggia</strong>, 7-7-1966. — M. JAFISCO, Ricordanze e stu<strong>di</strong> su San Severo, 1970, dattil. depos.<br />

nella <strong>Biblioteca</strong> Comunale <strong>di</strong> San Severo.<br />

31 Da una lettera della Soprintendenza alle Antichità dell’1-6-l966, nell’archivio del<br />

Centro <strong>di</strong> Stu<strong>di</strong> Sanseveresi, appren<strong>di</strong>amo che oltre alla necropoli dauna scoperta verso<br />

il 1934 in una cava <strong>di</strong> argilla su via Fortore, un’altra è venuta alla luce nella vicina contrada<br />

Guar<strong>di</strong>a Santi-Cappuccini. E’ possibile, perciò, che un altro inse<strong>di</strong>amento dauno,<br />

non necessariamente coevo al primo, sorgesse poco a Nord <strong>di</strong> San Severo.<br />

94


_____________________________________________________________LE ORIGINI DI S. SEVERO (FO GGIA)<br />

Per quanto riguarda la datazione <strong>di</strong> questo inse<strong>di</strong>amento, non <strong>di</strong>sponiamo<br />

<strong>di</strong> alcun dato che accerti la sua persistenza ininterrotta dal<br />

VI al IV-III secolo a. C. Inoltre, la <strong>di</strong>sposizione apparentemente <strong>di</strong>sor<strong>di</strong>nata<br />

delle sepolture <strong>di</strong> età ellenistica 32 , spesso trovate frammiste a<br />

quelle daune, fa pensare più ad una casuale sovrapposizione <strong>di</strong> tombe<br />

<strong>di</strong> epoche <strong>di</strong>verse anziché alla naturale espansione <strong>di</strong> una stessa necropoli<br />

33 .<br />

In ogni caso, non pare che l’abitato sia sopravvissuta in età romana<br />

34 in quanto nessun resto <strong>di</strong> costruzioni o <strong>di</strong> sepolture <strong>di</strong> tale periodo<br />

è stato mai rinvenuto in San Severo. Le cinque epigrafi funerarie<br />

romane che si trovano murate in alcune chiese e case della città 35 sono<br />

da considerare come materiale reimpiegato a scopo e<strong>di</strong>lizia e proveniente<br />

da località archeologiche più o meno vicine 36 , Lo stesso <strong>di</strong>casi<br />

per i due bassorilievi con scene gla<strong>di</strong>atorie che sono alla base del<br />

campanile della chiesa <strong>di</strong> S. Giovanni Battista, che il Bartoccini 37 ritiene<br />

trovarsi originariamente nell’anfiteatro <strong>di</strong> Lucera, mentre con più<br />

verosimiglianza provengono dal sito <strong>di</strong> Teanum Apulum, antica città<br />

ripopolata nel Me<strong>di</strong>oevo col nome <strong>di</strong> Civitate 38 , i cui ruderi sono stati<br />

usati per secoli come cava <strong>di</strong> materiale da costruzione 39 .<br />

32<br />

<strong>La</strong> statuetta <strong>di</strong> bronzo rappresentante Ercole, rinvenuta sotto la vecchia sacrestia<br />

della chiesa <strong>di</strong> S. Giovanni Battista, proveniva probabilmente da una delle tombe <strong>di</strong> età<br />

ellenistica, coperte da tavelloni <strong>di</strong> terracotta, della necropoli, venuta alla luce nel tratto<br />

iniziale <strong>di</strong> via F. D’Alfonso. Il reperto si trovava nella terra <strong>di</strong> riporto utilizzata probabilmente<br />

nel ‘700 per riportare il pavimento della chiesa al livello della strada. Cfr. L.<br />

BICCARI, <strong>La</strong> statuetta <strong>di</strong> Ercole nell’Antiquarium <strong>di</strong> San Severo, in Attualità Archeologiche,<br />

Dicembre 1975, pp. 51-53.<br />

33<br />

In alcuni casi le necropoli erano <strong>di</strong>sposte per settori, ma in genere si sviluppavano<br />

dalla periferia dell’ abitato verso l’esterno, per cui le sepolture più vicine sono <strong>di</strong> norma<br />

anche le più antiche.<br />

34<br />

Nella Daunia sono numerosi gli inse<strong>di</strong>amenti abbandonati o <strong>di</strong>strutti verso la fine<br />

del IV e nella prima metà del III secolo a.C. Le cause appaiono molteplici, in <strong>parte</strong> riferibili<br />

a fattori politici ed economici collegati alla conquista romana della regione e in<br />

<strong>parte</strong> agli eventi bellici della seconda guerra Punica.<br />

35<br />

Un accurato stu<strong>di</strong>o <strong>di</strong> queste epigrafi e <strong>di</strong> numerose altre rinvenute nel territorio<br />

dell’antica Teanum è stato pubblicato da A. Russi, Teanum Apulum —Le iscrizioni e<br />

la storia del Municipio, Ist. Ital. <strong>di</strong> Storia Antica, vol. XXV, Roma 1976.<br />

36<br />

Di queste epigrafi. quella murata nel fabbricato all’angolo <strong>di</strong> via A. Fraccacreta<br />

con via S. Severino proviene da Lesina. Cfr. A. Russi, op. cit., p. 112.<br />

37<br />

R. BARTOCCINI, Anfiteatri e gla<strong>di</strong>atori <strong>di</strong> Lucera, in Japigia, VII (1936), f. 1,<br />

p. 36.<br />

38<br />

V. Russi, Tiati - Teanum Apulum - Civitate, Corriere <strong>di</strong> <strong>Foggia</strong>, 6-7-1967.<br />

39<br />

Della stessa opinione appare il De Ambrosio nelle sue Memorie storiche della<br />

città <strong>di</strong> San Severo, Napoli 1875, p. 98.<br />

95


VITTORIO RUSSI______________________________________________________________________________<br />

San Severo nel Me<strong>di</strong>oevo faceva <strong>parte</strong> della <strong>di</strong>ocesi <strong>di</strong> Civitate,<br />

che venne poi traslata nella nostra città. E' plausibile, perciò, che parti<br />

architettoniche dell’abitato abbandonato siano state qui trasportate,<br />

come nella vicina S. Paolo Civitate, in particolar modo per la ricostruzione<br />

degli e<strong>di</strong>fizi <strong>di</strong>strutti dal forte terremo to del 30 luglio 1627 40 .<br />

Con ciò non esclu<strong>di</strong>amo che nel sito, abbastanza vasto, dell’attuale<br />

San Severo non potesse trovarsi almeno una fattoria romana 41 come<br />

tante altre in<strong>di</strong>viduate nei <strong>di</strong>ntorni. C’è anche da considerare che quì si<br />

incrociavano due antiche strade, rilevate con l’ausilio delle aerofotografie<br />

42 : una, proveniente da Teanum Apulum, che si <strong>di</strong>rigeva a<br />

Sud-Est in <strong>di</strong>rezione <strong>di</strong> Arpi, passando per il sito <strong>di</strong> Casalenovum 43 e<br />

l’altra, che veniva da Lucera e andava a Nord, forse a Lesina, toccando<br />

un altro antico centro presso Apricena 44 .<br />

Dopo i recenti stu<strong>di</strong> sulla viabilità romana della Daunia, è venuta<br />

meno anche l’ipotesi che San Severo possa aver avuto origine da Ergitium,<br />

una statio riportata nella Tabula Peutingeriana lungo la via Litoranea<br />

adriatica, a XVIII m.p. da Teanum Apulum e XXV m.p. da Sipontum<br />

45 . Le aerofotografie mostrano la traccia <strong>di</strong> questa strada, che<br />

passava circa 5 Km a Nord <strong>di</strong> San Severo 46 e attraversava il torrente<br />

Candelaro nei pressi della masseria Brancia, nelle cui vicinanze dovrebbe<br />

essere localizzata Ergitium.<br />

Sembra ormai certo che la nostra città si è cominciata a formare<br />

almeno verso l’XI secolo, dato che in quello successivo appare nei documenti<br />

come una entità urbana ben definita.<br />

I reperti me<strong>di</strong>evali più antichi rinvenuti nel sottosuolo <strong>di</strong> San Severo<br />

sono costituiti da pochi frammenti <strong>di</strong> ceramiche invetriate e protomaioliche<br />

riferibili al XII e XIII secolo 47 , contemporanee, cioè, alle<br />

40 Cfr. A. LUCCHINO, Del terremoto che addì 30 luglio 1627 ruinò la città <strong>di</strong> San<br />

Severo e terre con vicine, <strong>Foggia</strong> 1930.<br />

41 Recentemente sono stati recuperati alcuni frammenti vascolari tardo-romani alla<br />

periferia settentrionale della città, tra la SS. Garganica e la « via vecchia <strong>di</strong> Sannicandro<br />

».<br />

42 G. ALVISI, <strong>La</strong> viabilità romana della Daunia, Soc. Storia Patria per la Puglia,<br />

vol. XXXVI, Bari 1970, F. 155 I.G.M.<br />

43 V. Russi, Casalenovum - Un antico abitato pugliese, in Rassegna Pugliese, IV<br />

(1969), 6-8, pp. 320-329.<br />

44 V. Russi, Collatia e i primor<strong>di</strong> <strong>di</strong> Apricena, Il Gargano, XVII, Marzo 1966.<br />

45 Nell’itinerario Ravennate questa «statio » è chiamata « Egritio », mentre nella<br />

Geografia <strong>di</strong> Guido è in<strong>di</strong>cata come « Ergicum ».<br />

46 Lungo questa strada, che probabilmente ricalcava tracciati più antichi, è venuta<br />

alla luce una necropoli <strong>di</strong> età ellenistica sulla riva destra del Candelaro. Cfr. V. Russi,<br />

<strong>La</strong> necropoli <strong>di</strong> contrada Pe<strong>di</strong>ncone, in Attualità Archeologiche, Dicembre 1975, pp.<br />

59-67.<br />

47 Sulla cronologia delle ceramiche me<strong>di</strong>evali pugliesi cfr. G. MAETZKE, Problemi<br />

relativi allo stu<strong>di</strong>o della ceramica dell’Italia meri<strong>di</strong>onale nei secc. XI-XIII, in Atti<br />

del II Congr. <strong>di</strong> Stu<strong>di</strong> Normanni. Bari <strong>1977</strong>, pp. 79-100.<br />

96


_____________________________________________________________LE ORIGINI DI S. SEVERO (FO GGIA)<br />

prime notizie storiche accertate 48 . Isolato nel contesto dei dati archeologici<br />

e storici appare, invece, un bassorilievo altome<strong>di</strong>evale <strong>di</strong> cui<br />

non conosciamo l’originaria collocazione, ma che attualmente si trova<br />

murata in un cortile al n. 34 <strong>di</strong> via Roma 49 . Il rilievo, incompleto sul<br />

lato sinistro, raffigura certamente due coniugi e deriva, stilisticamente,<br />

dalle «coppie » che appaiono in alcuni monumenti funebri romani. <strong>La</strong><br />

forma della testa, a « pera rovesciata » e la stilizzazione delle pieghe<br />

delle vesti ci porta a raffrontare questa scultura con rilievi similari <strong>di</strong><br />

età tardo imperiale e longobarda 50 .<br />

I secoli e il <strong>di</strong>sastroso terremoto del 1627 non ci hanno lasciato<br />

nessuna testimonianza architettonica anteriore al XIII secolo 51 . Anche<br />

la facciata laterale della chiesa <strong>di</strong> S. Severino, <strong>di</strong> stile romanica-pugliese,<br />

è databile alla prima metà del ‘200, contemporanea, cioè, alla<br />

facciata principale, che reca sul portale la data 1224 52 e che si presenta<br />

più spoglia forse perché non venne completata. t noto che questa e le<br />

altre chiese della città vennero demolite per or<strong>di</strong>ne dell’imperatore Federico<br />

Il, verso il 1230, per punire una ribellione. S. Severino è stata<br />

ricostruita verso la fine del XIII secolo 53 e probabilmente a<br />

quell’epoca risale la trasformazione a croce latina, attuata spostando al<br />

livello esterno del campanile la facciata laterale e ricavando così l’area<br />

per il transetto destro; mentre, per quello sinistro venne utilizzato lo<br />

spazio <strong>di</strong>sponibile, <strong>di</strong> forma alquanto irregolare 54 .<br />

48<br />

Cfr. T. LECCISOTTI, Il « Monasterium Terrae Maioris », Montecassino 1924.<br />

— P. CORSI, Le pergamene dell’Archivio Capitolare <strong>di</strong> San Severo, Bari 1974. — V.<br />

Russi, San Severo <strong>di</strong> Capitanata e San Severo beneventana, Notiziario del Centro <strong>di</strong><br />

Stu<strong>di</strong> Sanseveresi, Dicembre 1975, pp. 31-34.<br />

49<br />

V. RUSSI, Il bassorilievo altome<strong>di</strong>evale <strong>di</strong> via Roma, Il Corriere <strong>di</strong> S. Severo, 1-<br />

7-<strong>1977</strong>.<br />

50<br />

Cfr. S. FERRI, L’arte romana sul Danubio, Milano 1933. — L. GRONGHI, Le<br />

sculture altome<strong>di</strong>evali <strong>di</strong> Massa Marittima, in Critica d’Arte, Ottobre 1968, p. 44.<br />

51<br />

Anche una data incisa su una lastra <strong>di</strong> pietra murata in vico s. Benedetto e riportata<br />

da M. Fraccracreta come anno 1018 è risultata invece 1618. Cfr. V. Russi, Una antica<br />

data sanseverese, Il Corriere <strong>di</strong> <strong>Foggia</strong>, 11-2-1965. — Ib. Una data controversa, Il Progresso<br />

Dauno, 29-2-1968.<br />

52<br />

P. CORSI, L’epigrafe me<strong>di</strong>evale <strong>di</strong> San Severo ad un vescovo <strong>di</strong> Molfetta. in Rassegna<br />

<strong>di</strong> Stu<strong>di</strong> Dauni, III (1976), 3, pp. 55-71.<br />

53<br />

Il 21 maggio 1295 i citta<strong>di</strong>ni <strong>di</strong> San Severo chiedono al re Carlo II d’Angiò il<br />

permesso <strong>di</strong> utilizzare le pietre del <strong>di</strong>ruto « palatium Bello Videre apud Sanctum Severum<br />

», già ap<strong>parte</strong>nuto a Federico II, per ricostruire S. Severino e le altre chiese fatte<br />

abbattere dallo stesso imperatore. <strong>La</strong> richiesta viene accolta ed i lavori eseguiti alla fine<br />

dello stesso secolo o agli inizi del ‘300. Non sappiamo, però, quali elementi architettonici<br />

del palazzo svevo <strong>di</strong> Belvedere, che doveva trovarsi sul lato Ovest della città, siano<br />

stati effettivamente inseriti nella chiesa <strong>di</strong> S. Severino.<br />

54<br />

I lavori <strong>di</strong> restauro della chiesa hanno portato alla luce alcune strutture me<strong>di</strong>evali,<br />

nascoste dai rifacimenti successivi.<br />

97


VITTORIO RUSSI______________________________________________________________________________<br />

Il sito della città <strong>di</strong> San Severo doveva presentare in antico delle<br />

caratteristiche che lo rendevano particolarmente idoneo<br />

all’inse<strong>di</strong>amento umano. Abbiamo visto sorgere durante la preistoria<br />

più villaggi neolitici e probabilmente uno dell’età del Bronzo, intervallati<br />

da lunghi perio<strong>di</strong> <strong>di</strong> abbandono. In seguito troviamo uno o più<br />

abitati dauni, in <strong>parte</strong> perdurati o rioccupati in età ellenistica.<br />

Del periodo romano non abbiamo dati sicuri, ma è probabile che il<br />

primitivo inse<strong>di</strong>amento, dal quale si è poi sviluppata San Severo 55 ,<br />

possa aver avuto origine da qualche fattoria tardo antica <strong>di</strong>slocata lungo<br />

un antico tracciato stradale, come si è potuto constatare per altri siti<br />

me<strong>di</strong>evali della zona 56 . Sull’estensione e ubicazione <strong>di</strong> questi nuclei<br />

altome<strong>di</strong>evali non possiamo che fare delle ipotesi. Poco ci può <strong>di</strong>re la<br />

fotografia aerea, a causa della trasformazione urbanistica avvenuta nel<br />

nostro centro storico dopo il <strong>di</strong>sastroso terremoto del 1627. Un tracciato<br />

ellittico che racchiude le chiese <strong>di</strong> S. Severino e S. Nicola 57 sembra<br />

delineare una primitiva borgata imperniata su una <strong>di</strong>rettrice<br />

N.N.W.S.S.E. rappresentata dall’attuale via Angelo Fraccacreta 58 .<br />

L’indagine archeologica ha cominciato a fornire alcune interessanti<br />

in<strong>di</strong>cazioni 59 , particolarmente sui fossati <strong>di</strong>fensivi, che sono stati più<br />

volte colmati e rifatti seguendo l’ampliamento dell’abitato; tra l’altro,<br />

sembra confermata la tra<strong>di</strong>zione dell’esistenza <strong>di</strong> un vallo lungo il perimetro<br />

del cosiddetto « giro interno ».<br />

Concludendo, i dati che abbiamo esposto non ci hanno dato, per<br />

ora, in<strong>di</strong>cazioni risolutive sulle origini della città, ma adesso conosciamo<br />

alcuni momenti essenziali del suo <strong>di</strong>venire che potranno servire<br />

come base per ulteriori ricerche.<br />

VITTORIO RUSSI<br />

55 Sulle varie ipotesi riguardanti le origini della città cfr. il Notiziario del Centro <strong>di</strong><br />

Stu<strong>di</strong> Sanseveresi del Giugno 1972 e, in particolare: U. PILLA, Castellum Sancti Severini<br />

e Castrum Sancti Severi (pp. 61-83) e A. CASIGLIO, Sanctus Severus e Sanctus<br />

Severinus (pp. 85.96). Inoltre: M. FUIANO, Città e Borghi <strong>di</strong> Puglia nel Me<strong>di</strong>oevo, Napoli<br />

1972, p. 105 e segg.<br />

56 Cfr. V. Russi, Inse<strong>di</strong>amenti me<strong>di</strong>evali in territorio <strong>di</strong> San Severo, Notiziario del<br />

Centro <strong>di</strong> Stu<strong>di</strong> Sanseveresi, Giugno 1972, pp. 7-25. — Ib. <strong>La</strong> Motta della Regina, Notiziario<br />

<strong>di</strong> Archeologia Me<strong>di</strong>evale, Genova, Settembre 1973, pp. 8-10. — Ib.<br />

nell’Annual Report of Me<strong>di</strong>eval Village Research Group, Univ. of Birmingham, 1976,<br />

p. 51. — Ib. I casali me<strong>di</strong>evali <strong>di</strong> San Severo, Il Progresso Dauno, 13-5-1976.<br />

57 Tracce <strong>di</strong> un profondo fossato sono venute alla luce <strong>di</strong>etro la chiesa <strong>di</strong> S. Nicola.<br />

Cfr. V. Russi, Ritrovamenti sotto la chiesa <strong>di</strong> S. Nicola, Corriere <strong>di</strong> S. Severo, 10-9-<br />

1974.<br />

58 E’ da notare che anche le altre due antiche chiese <strong>di</strong> San Severo: S. Maria e S.<br />

Giovanni Battista, presentano l’ingresso originario rivolto a N.N.W.<br />

59 Cfr. V. Russi, Scavi in via S. Benedetto, Bollettino Int. del Centro <strong>di</strong> Stu<strong>di</strong> Sanseveresi,<br />

1974. — Ib. Antiche strutture sotto casa Prinari, Bollettino cit., 1974. — Ib.<br />

Scavi in via Soccorso, Bollettino cit., 1978.<br />

98


IL CRANIO UMANO DI PEDINCONE (IV sec. a.C.)<br />

Nel gennaio 1975 in contrada Pe<strong>di</strong>ncone, 6 Km a N.N.E. <strong>di</strong> San<br />

Severo (<strong>Foggia</strong>), durante lavori <strong>di</strong> scavo per la posa <strong>di</strong> un acquedotto è<br />

venuta alla luce una necropoli <strong>di</strong> età ellenistica composta da tombe a<br />

cassa, rivestite e chiuse da lastroni <strong>di</strong> pietra, che contenevano vasi,<br />

armi e monili databili al IV secolo a.C. Durante il recupero dei corre<strong>di</strong><br />

funerari, compiuto con la collaborazione dell’Archeoclub <strong>di</strong> San Severo,<br />

si trovarono anche reperti osteologici, per lo più frammentari e<br />

scomposti dai lavori <strong>di</strong> sterro, per cui vennero lasciati in situ.<br />

Il cranio, oggetto della presente relazione, è stato dato in visione al<br />

prof. Cleto Corrain, dell’Istituto <strong>di</strong> Antropologia dell’Università <strong>di</strong> Padova,<br />

a cura del sig. Gianni Napolitano, studente in Me<strong>di</strong>cina presso<br />

questa Università.<br />

Desidero ringraziare il professore che mi ha proposto <strong>di</strong> effettuare<br />

il relativo stu<strong>di</strong>o craniometrico.<br />

E’ un cranio quasi completamente intero, ap<strong>parte</strong>nente ad un in<strong>di</strong>viduo<br />

<strong>di</strong> età adulta, stabilita in base alla chiusura avanzata <strong>di</strong> tutte le<br />

suture della volta, all’usura dei denti e al riassorbimento più o meno<br />

completo <strong>di</strong> alcuni alveoli dentari. Il sesso femminile del reperto sarebbe<br />

comprovato dalle seguenti osservazioni: modesta capacità (1293<br />

c.c., secondo il metodo Pearson), sottile teca cranica, forma bombé<br />

del frontale, orlo sopraorbitario non grosso, rilievi nucali poco pronunciati,<br />

mastoi<strong>di</strong> piccole, gracilità generale della man<strong>di</strong>bola e soprattutto<br />

angolo man<strong>di</strong>bolare assai aperto. E presente la sutura metopica al<br />

completo; mentre la <strong>di</strong>stanza metopion-opistocranion (174 cm.) è<br />

maggiore della lunghezza massima del cranio (170 cm.): sono questi<br />

in<strong>di</strong>zi a favore del sesso femminile.<br />

Segue la descrizione del reperto secondo le varie norme.<br />

Norma superiore: <strong>La</strong> forma viene qualificata fra ovoide e pentagonode,<br />

comunque larghezza. L’in<strong>di</strong>ce cefalico orizzontale (81,8)<br />

definisce il cranio brachicefalo. Si osserva inoltre: criptozigia, un unico<br />

foro parietale a destra e due wormiani lungo la s. sagittale.<br />

Norma laterale: Il contorno appare regolarmente curvo con squama<br />

occipitale alquanto sporgente. Cranio ipsicefalo (i. verticolongitu<strong>di</strong>nale:<br />

76,8 e i. auricolo-longitu<strong>di</strong>nale: 67,9).<br />

99


GABRIELA ERSPAMER_________________________________________________________________________<br />

Altri particolari: squama temporale piccola, a triangolo; foro u<strong>di</strong>tivo<br />

<strong>di</strong> forma ellittica con asse maggiore inclinato in avanti.<br />

Norma anteriore: <strong>La</strong> fronte appare molto ampia nel suo <strong>di</strong>ametro<br />

minimo (98,5 cm.), non però se confrontiamo il <strong>di</strong>ametro minimo col<br />

100<br />

Fig. 1 – Il cranio nella norma anteriore


_____________________________________________________________IL CRANIO UMANO DI PENDICONE<br />

Fig. 2 – Il cranio nella norma laterale<br />

massimo (i. frontale traverso: 87,3). Le orbite hanno valori <strong>di</strong> ipsiconchia<br />

(in<strong>di</strong>ce: 91,02) e il naso <strong>di</strong> mesorrinia (in<strong>di</strong>ce: 50,5).<br />

Notiamo ancora una leggera fossa sopraglabellare, un foro sopraorbitario<br />

a destra e un’incisura a sinistra, il margine inferiore<br />

dell’apertura piriforme antropino, le fosse canine e i rilievi dentari forti.<br />

Norma posteriore: Si può apprezzare una volta moderatamente<br />

stegoide e <strong>di</strong> me<strong>di</strong>a altezza (i. vertico-trasverso: 93,9 e i. auricolo-trasverso:<br />

83,1). Applicando le formule del Giar<strong>di</strong>na per il basion e per il<br />

porion ho ottenuto valori <strong>di</strong> ortocefalia e <strong>di</strong> ipsicefalia iniziale (84,9 e<br />

75,2), quin<strong>di</strong> valori decisamente non bassi. L’intero profilo posteriore<br />

è pentagonoide, a base piana. Leggera naticefalia fra obelion e lambda.<br />

Nessun wormiano lungo la s. lambdoidea.<br />

Norma inferiore: Il palato (iper-brachistafilino) si presenta molto<br />

profonao e rugoso con arcata dentaria quasi paraboloide. Gli alveoli <strong>di</strong><br />

due premolari e <strong>di</strong> cinque molari sono in via <strong>di</strong> riassorbimento. Tre dei<br />

quattro denti visibili sono cariati. L’unico molare ha un impianto irregolare,<br />

quasi obliquo. Forse l’in<strong>di</strong>viduo era affetto da piorrea.<br />

Man<strong>di</strong>bola: Nel complesso è gracile, bassa, con branca ascendente<br />

decisamente stretta (dato anche il sesso). Il corpo man<strong>di</strong>bolare mostra<br />

un mento prominente e sollevato sul piano <strong>di</strong> appoggio. Gli angoli sono<br />

molto aperti ed eversi. Il foro mentoniero si trova sotto il P2.<br />

Le apofisi con<strong>di</strong>loidee sono più basse delle coronoidee. Un premo -<br />

lare e due molari sono caduti ante-mortem; gli altri denti, in curiosa<br />

101


GABRIELA ERSPAMER_________________________________________________________________________<br />

102<br />

Fig. 3 – Il cranio nella norma superiore


_____________________________________________________________IL CRANIO UMANO DI PENDICONE<br />

antitesi con quelli dell’arcata superiore, sono privi <strong>di</strong> carie. Notiamo<br />

poi le apofisi-geni della forma normale, le fossette <strong>di</strong>gastriche deboli,<br />

le fosse sottolinguali e sottomascellari sensibili, il solco e la linea miloioidea<br />

ben netti, la spina <strong>di</strong> Spix ru<strong>di</strong>mentale.<br />

Conclusioni: Si tratta <strong>di</strong> un cranio brachicefalo, <strong>di</strong> forma fra ovoide<br />

e pentagonoide, ipsicefalo. <strong>La</strong> faccia è mesoprosopa, le orbite sono<br />

ipsiconche, il naso mesorrino.<br />

Dal confronto con le me<strong>di</strong>e delle serie osteologiche della medesima<br />

epoca, o quasi, rinvenute in località non lontane (Salapia IX-III<br />

sec. a. C., M. Saraceno VII-VI sec. a. C.) non affiora alcuna sostanziale<br />

concordanza. Osservo anzi come fatto singolare la brachicefalia. Ma<br />

trattandosi <strong>di</strong> un unico caso è inutile meravigliarci dei risultati: bisogna<br />

infatti accettare le sorprese della <strong>di</strong>versità in<strong>di</strong>viduale.<br />

BIBLIOGRAFIA<br />

GABRIELLA ERSPAMER<br />

C. CORRAIN e G. NALIN, Resti scheletrici umani della necropoli <strong>di</strong><br />

Monte Saraceno presso Mattinata (Gargano), Atti X Riun. sc. Ist.<br />

Lt. Preist. e Protost. (1965), 309-338.<br />

C. CORRAIN e M. CAPITANIO, I resti scheletrici umani della necropoli<br />

<strong>di</strong> Sirolo (Numana) nelle Marche, Scritti sul Quaternario in<br />

onore <strong>di</strong> Angelo Pasa (1969), 207-227.<br />

C. CORRAIN e M. CAPITANIO, I resti scheletrici della necropoli <strong>di</strong><br />

Fermo, nelle Marche, Homo 72, Heft 1/2, 19-36.<br />

C. CORRAIN, M. CAPITANIO e G. ERSPAMER, I resti scheletrici<br />

della necro voli <strong>di</strong> Salapia (Cerignola) secoli IX-III a. C., Atti e<br />

Mem. dell’Acc. Pat. <strong>di</strong> SS.LL.AA., LXXXIV (1972), 75-113.<br />

R. MARTIN, Lehrbuch der Antropologie, Jena 1958.<br />

V. RUSSI, <strong>La</strong> necropoli <strong>di</strong> contrada Pe<strong>di</strong>ncone, in Attualità Archeologiche,<br />

San Severo, <strong>di</strong>cembre 1975, 59-67.<br />

103


GABRIELA ERSPAMER_________________________________________________________________________<br />

NEUROCRANIO:<br />

T A B E L L A<br />

Il cranio umano <strong>di</strong> Pe<strong>di</strong>ncone (IV sec, a. C.) ( ∗ )<br />

Capacità (LEE e PEARSON) cc 1.293<br />

1. Lunghezza massima 170<br />

8. <strong>La</strong>rghezza massima (139)<br />

17.Altezza ba-b (130,5)<br />

20.Altezza auricolare 115,5<br />

I. cefalico orizz : 8/1 (81,76)<br />

I. vertico-longit : 17/1 76,76<br />

I. auricolo-longit : 20/1 67,94<br />

I. vertico-trasv. : 17/8 (93,88)<br />

I. auricolo-trasv. : 20/8 (83,09)<br />

I. y po-b 20/V 1 x 8 (75,16)<br />

I. y ba-b 17/V1x 8 (84,90)<br />

2. Dist. glabella - inion 164,5<br />

3. Dist. glabella - lambda 165<br />

lc. Dist. metopion - opist 174<br />

11.Dist. biauricolare 120<br />

13.Dist. bimastoidea 119<br />

9.Frontale minimo 98,5<br />

10.Frontale massimo (128)<br />

I.frontale trasv.:9/10 (76,95)<br />

I.fronto - pariet. trasv.: 9/8 (70,86)<br />

Dist. processi zig. front. 104<br />

23.Circonferenza orizzontale 498<br />

24.Curva biaur. - bregmat. 312<br />

26.Curva frontale 132<br />

29.Corda frontale 112,6<br />

27.Curva parietale 118<br />

30.Corda parietale 109,5<br />

SPLANCNOCRANIO:<br />

47. Altezza facciale tot. 110,5<br />

48. Altezza facciale sup. 69<br />

45. <strong>La</strong>rghezza bizigomat. 126,5<br />

I.facciale tot. : 47/45 87,35<br />

I.facciale sup. : 48/45 54,54<br />

I.cranio - facc. – trasv. : 45/8 91,01<br />

I.cranio - facc. – vert. : 48/17 (68,66)<br />

I.jugo - frontale : 9/45 77,86<br />

44. <strong>La</strong>rghezza biorbitale 94,5<br />

50. <strong>La</strong>rghezza interorbitale 18,6<br />

104


_____________________________________________________________IL CRANIO UMANO DI PENDICONE<br />

51. <strong>La</strong>rghezza orbitale 39<br />

52. Altezza orbitale 35,5<br />

I. orbitale: 52/51 91,02<br />

55. Altezza nasale 48,5<br />

54. <strong>La</strong>rghezza nasale 24,5<br />

I. nasale: 54/55 50,51<br />

61. <strong>La</strong>rghezza alveolare 59<br />

60. Lunghezza alveolare 50,5<br />

I. maxillo - alveolare: 61/60 116,83<br />

62. <strong>La</strong>rghezza palatina 39<br />

63. Lunghezza palatina 42<br />

I. palatino: 62/63 92,86<br />

5. Dist. nasion – basion 92<br />

40. Dist. basion - prostion 85<br />

I. alveolare (FLOWER): 40/5 92,39<br />

MANDIBOLA:<br />

65. <strong>La</strong>rghezza bicon<strong>di</strong>l. 121,5<br />

66. <strong>La</strong>rghezza bigoniaca 92<br />

68 (1). Profond. man<strong>di</strong>b. 101<br />

68 Profond. man<strong>di</strong>b. 66,5<br />

I. delle largh. : 66/65 75,72<br />

I. <strong>di</strong> lungh. - largh. : 68/65 54,73<br />

I. fronto - man<strong>di</strong>bol. : 9/66 107,06<br />

I. jugo - man<strong>di</strong>bol. : 66/45 72,73<br />

69 (1). Altezza-corpo 26<br />

69 (3). Spessore - corpo 9,5<br />

I. <strong>di</strong> spessore del corpo: 69 (3)/69 (1) 36,54<br />

70. Alt. ramo ascend. 58<br />

71a. <strong>La</strong>rgh. min. ramo asc. 25<br />

I. del ramo ascend.:71a/70 43,10<br />

69. Altezza della sinfisi 25<br />

79. Angolo goniaco 133,5°<br />

71. <strong>La</strong>rgh. ramo ascend. 34,5<br />

∗<br />

I numeri premessi alle in<strong>di</strong>cazioni delle misure corrispondono a quelli del trattato<br />

del Martin.<br />

Le misure sono tutte espresse in mm., salvo <strong>di</strong>versa in<strong>di</strong>cazione.<br />

105


Raffaele MASCOLO: Domenico<br />

FIORITTO e il movimento socialista<br />

in Capitanata. Amministrazione<br />

<strong>Provinciale</strong> <strong>di</strong> Capitanata,<br />

<strong>La</strong>urenziana - Napoli, pp. 250,<br />

1978.<br />

<strong>La</strong> struttura <strong>di</strong> questo libro, attentamente<br />

curato, chiaramente impresso,<br />

dotato in copertina <strong>di</strong> una rara<br />

immagine <strong>di</strong> Serrati, Fioritto e Baratono,<br />

è sostanzialmente <strong>di</strong>alettica. I<br />

punti <strong>di</strong> riferimento del relazionare<br />

tra le <strong>di</strong>verse componenti già sono<br />

infatti <strong>di</strong>chiarati nel titolo: la personalità<br />

<strong>di</strong> un romantico segnato dalla<br />

idealistica rinunzia al proprio mondo<br />

<strong>di</strong> origine (rispettabilità, ricchezza,<br />

carriera) e dall’altra <strong>parte</strong> la massa in<br />

moto, incomposta e tormentata nella<br />

gestazione del principio della uguaglianza<br />

umana, alla fine del secolo<br />

scorso.<br />

<strong>La</strong> struttura <strong>di</strong>alettica forse si<br />

impernia ancora sulla cerniera <strong>di</strong> altri<br />

due poli, meno pittoreschi e più<br />

profon<strong>di</strong>: l’umanità in senso lato; o,<br />

per essere più chiari, l’Uomo che<br />

cerca se stesso nell’arco <strong>di</strong> una vita<br />

intera e l’Umanità la quale si svincola<br />

da con<strong>di</strong>zionamenti secolari<br />

d’ignoranza e <strong>di</strong> fame e ansiosamente<br />

si macera e duramente perfino si<br />

ribella per acquistare un volto.<br />

Su tale piano si comprende e si<br />

configura il dramma rivissuto<br />

dall’autore <strong>di</strong> questo libro, con fedeltà<br />

critica <strong>di</strong> controllata informazione.<br />

E’ lì stato il dramma del socialismo<br />

con il massimalismo e il riformismo<br />

cozzanti. E’ stato il<br />

106<br />

RECENSIONI<br />

dramma parallelo, intersecato anzi<br />

nel primo, quello del rapporto tra il<br />

capo carismatico, l’ex-borghese intellettuale,<br />

e le esigenze del mo -<br />

vimento <strong>di</strong>venuto partito con un in<strong>di</strong>rizzo<br />

ideologico ed una <strong>di</strong>sciplina.<br />

L’opera <strong>di</strong> Raffaele Mascolo — sia<br />

chiaro — non è il medaglione <strong>di</strong><br />

Domenico Fioritto. <strong>La</strong> fedeltà della<br />

documentazione storica ricavata dagli<br />

atti delle assise politiche e dal<br />

metallo in fusione delle polemiche <strong>di</strong><br />

stampa, assume importanza <strong>di</strong> primo<br />

piano. Essa non fornisce solo la misura<br />

della paziente, pervicace ricerca,<br />

ma produce il metro <strong>di</strong> una storia<br />

<strong>di</strong> testimonianze in un itinerario tagliente.<br />

Per avere subito a <strong>di</strong>sposizione<br />

la biografia <strong>di</strong> Fioritto, basterebbe<br />

leggere i capitoli Il figlio<br />

della borghesia e Alla guida del partito<br />

e poi le pagine conclusive (<strong>La</strong><br />

crisi finale e Dopo la liberazione<br />

nazionale). Un <strong>di</strong>scorso a <strong>parte</strong> meriterebbe<br />

l’Appen<strong>di</strong>ce, illuminante i<br />

rapporti con Salvemini, le memorie<br />

del reduce <strong>di</strong> Domokos condensato<br />

nell’esprit <strong>di</strong> una conferenza, gli<br />

spunti della visione dell’avvenire attraverso<br />

la ultima battaglia del protagonista,<br />

quella per la Repubblica e<br />

la Costituente, dalle pagine <strong>di</strong> Avanti<br />

Daunia!<br />

L’autore in realtà si pone ben altro<br />

compito e rivive con puntigliosa<br />

costanza tutti i momenti (<strong>di</strong>chiarati<br />

dai deliberati e dai pezzi <strong>di</strong> stampa)<br />

del farsi, faticoso ed incerto, <strong>di</strong> una<br />

linea politica socialista nella Capitanata.<br />

Una terra per la quale da secoli<br />

si era parlato <strong>di</strong> affrancazione del


______________________________________________________________________________________________RECENSIONI<br />

Tavoliere dai vincoli e dalle restrizioni<br />

fiscali, ma non si era giunti ancora,<br />

anche dopo l’apertura alla libera<br />

coltivazione, all’affrancazione<br />

dell’uomo dalla mentalità servile o<br />

baronale. Se si pensa a cosa poteva<br />

significare, all’alba del ‘900, a <strong>Foggia</strong>,<br />

una libera assemblea <strong>di</strong> conta<strong>di</strong>ni,<br />

si comprende il tono quasi ieratico<br />

dell’annunzio <strong>di</strong> Fioritto dalle colonne<br />

de Il Foglietto: « Profugo <strong>di</strong><br />

una classe a voi sempre avversa, vi<br />

porto il saluto della Commissione<br />

or<strong>di</strong>natrice e della Lega <strong>di</strong> <strong>Foggia</strong>.<br />

Voi <strong>di</strong>scuterete <strong>di</strong>gnitosamente e serenamente<br />

per dare così la prova che<br />

siete già educati alla vita politica e<br />

degni <strong>di</strong> migliore avvenire ». (p. 56).<br />

<strong>La</strong> Camera del <strong>La</strong>voro e la Federazione<br />

dei Conta<strong>di</strong>ni <strong>di</strong> Capitanata<br />

guidate dal Fioritto, da Silvestro Fiore<br />

e da Ercole Ferreri, sono realtà <strong>di</strong><br />

valore civile che avviano le masse<br />

nell’area della formazione politica, È<br />

il momento, spiega il Mascolo, in<br />

cui il socialismo romanticosentimentale<br />

della giovinezza <strong>di</strong><br />

Domenico Fioritto si fa « <strong>di</strong>verso » e<br />

<strong>di</strong>venta « rivoluzionario, intransigente<br />

e massimalistico », spingendo<br />

l’uomo non solo a pre<strong>di</strong>care, ma anche<br />

a lottare. affrontando i rigori della<br />

legge <strong>di</strong> quei tempi, avvicinandosi<br />

sempre più chiaramente alla linea <strong>di</strong><br />

Enrico Ferri, guardando alla riserva<br />

rivoluzionaria delle plebi rurali. <strong>La</strong><br />

spiegazione è psicologica ed ambientale,<br />

in quanto egli «viveva nelle<br />

zone più drammaticamente colpite<br />

da questo processo <strong>di</strong> degradazione e<br />

squilibrio economico e sociale: <strong>Foggia</strong><br />

e Sannicandro Ga rganico, zone<br />

che lui aveva per base <strong>di</strong> operazione<br />

politica e culturale; la<br />

prima nel cuore del Tavoliere, l’altra<br />

in quel Gargano dove l’arretratezza<br />

delle strutture, esasperava ancora <strong>di</strong><br />

più la miseria dei lavoratori e <strong>di</strong> tutti<br />

i ceti popolari » (p. 61). Era l’epoca<br />

terribie del krumiraggio organizzato,<br />

della strumentalizzazione delle forze<br />

dell’or<strong>di</strong>ne a servizio dell’esclusivismo<br />

padronale, erano i tempi<br />

dell’o<strong>di</strong>o tra i poveri e poveri, tra figli<br />

del popolo, e, alla fine, restavano<br />

i morti su quella terra affamata e<br />

maledetta.<br />

Come si spiega che lo stesso uomo<br />

<strong>di</strong> allora dovesse, nel 1908 ritirarsi<br />

dalla milizia <strong>di</strong> partito (la famosa<br />

lettera ad Antonio Pitta <strong>di</strong>rettore<br />

de Il Foglietto, del 28 novembre) e<br />

confessare su quelle stesse colonne<br />

tre anni dopo « . . . mi ero cominciato<br />

ad allentare dal partito militante,<br />

perché si sospettavano<br />

gl’intellettuali e temevo <strong>di</strong> essere<br />

preso anch’io in antipatia » (p. 119-<br />

120 e cap. VII, passim). Dopo il<br />

congresso <strong>di</strong> Reggio Emilia ed il<br />

primo conflitto mon<strong>di</strong>ale, dopo la<br />

Rivoluzione Russa, e mentre si aprivano,<br />

per la unità dei lavoratori,<br />

nuove problematiche, sfocianti nella<br />

polemica a destra e nella spaccatura<br />

(la espulsione dei riformisti), lo stesso<br />

uomo era giunto comunque ai<br />

vertici della organizzazione. Da qui<br />

forse, e fino alla chiusura ed all’isolamento<br />

durante il Ventennio, la<br />

critica <strong>di</strong> Mascolo si fa più serrata e<br />

dura, non mai priva <strong>di</strong> una razionale<br />

<strong>di</strong>sposizione ad interpretare l’uomo.<br />

<strong>La</strong> tenuta <strong>di</strong> Fioritto <strong>di</strong>rigente richiama<br />

ragioni più lontane, avvolte<br />

forse nella stessa ombra insanguinata<br />

<strong>di</strong> Silvestro Fiore ucciso a <strong>Foggia</strong><br />

dall’anarchico Carretta.<br />

107


RECENSIONI______________________________________________________________________________________________<br />

Chi può <strong>di</strong>re non si sia ripetuta la<br />

storia del repubblicano Giuseppe<br />

Ban<strong>di</strong> (garibal<strong>di</strong>no anche lui) destinato<br />

a lasciare la vita nella sua Livorno,<br />

per mano <strong>di</strong> un « in<strong>di</strong>vidualista<br />

», in mezzo alle nuove battaglie<br />

per le quali lui stesso aveva fondato<br />

Il Telegrafo (oggi, dopo cent’anni.<br />

Divenuto Il Tirreno)? Altrettanto<br />

violento nella denuncia della incapacità<br />

sostanziale del sistema monarchico<br />

a « risolvere » le situazioni<br />

fuori delle repressioni e delle lusinghe<br />

e noi con la violenza sistematica<br />

legalizzata, era il garganico <strong>di</strong>rettore<br />

de Il randello. Ma il problema resta<br />

un altro: quello della <strong>di</strong>fficoltà oggi<br />

forse non immaginabile, a stabilire<br />

una <strong>di</strong>alettica tra le stesse comp onenti<br />

del moto popolare <strong>di</strong> allora, da<br />

sindacale <strong>di</strong>venuto politico, senza<br />

mai deporre l’atavismo anarcoide e<br />

senza perdere — inconsapevole, appena<br />

qua e là avvertita — la istanza<br />

repubblicana « corro<strong>di</strong>trice lenta e<br />

fatale » del sistema (la <strong>di</strong>agnosi <strong>di</strong><br />

Marx Nordau ne Le menzogne convenzionali).<br />

Il modo <strong>di</strong> Porsi del Fioritto<br />

<strong>di</strong> fronte ad alcuni problemi<br />

d’in<strong>di</strong>rizzo e <strong>di</strong> organizzazione —<br />

scrive Mascolo, andando decisamente<br />

in profon<strong>di</strong>tà spietata — «fu<br />

solo un attaccamento sentimentale al<br />

partito che probabilmente lui, come<br />

molti altri massimalisti, non riusciva<br />

a vedere in modo <strong>di</strong>verso da quello<br />

tra<strong>di</strong>zionale. Il partito cioè che sulla<br />

scia della linea della II Internazionale<br />

avrebbe dovuto attendere il momento<br />

propizio per la rivoluzione,<br />

che a sua volta doveva scaturire « da<br />

una progressiva affermazione <strong>di</strong> Potere<br />

della classe operaia all’interno e<br />

in <strong>di</strong>retta relazione dello sviluppo<br />

108<br />

capitalistico ». Non invece il partito<br />

inteso come strumento politico della<br />

lotta rivoluzionaria per una reale alternativa<br />

<strong>di</strong> potere. E quin<strong>di</strong> un partito<br />

saldo, omogeneo e perciò senza<br />

correnti, organizzato in maniera <strong>di</strong>versa,<br />

senza mai perdere, comunque.<br />

la fiducia nella libertà.<br />

Credo che proprio a questo punto<br />

il più delicato per tutti ed il più denso<br />

<strong>di</strong> interrogativi storici, si confermi<br />

la struttura <strong>di</strong>alettica del libro<br />

nella sua più vasta <strong>di</strong>latazione: un<br />

fatto <strong>di</strong> politica, ma sopra tutto <strong>di</strong><br />

umanità. <strong>La</strong> vita <strong>di</strong> Domenico Fioritto<br />

può anche essere stata qualcosa <strong>di</strong><br />

più che la innegabile sequela <strong>di</strong> battaglie<br />

giornalistiche, e <strong>di</strong> cozzi a ferro<br />

freddo con la sfuggente reazione<br />

giolittiana, nelle aule dei tribunali.<br />

Penso possa essere stata in contemporanea,<br />

una lotta interiore, ricerca<br />

<strong>di</strong> chiarificazione costante, dal <strong>di</strong>scepolato<br />

<strong>di</strong> Arturo <strong>La</strong>briola e dal<br />

fermento intellettuale napoletano,<br />

che per la verità non <strong>di</strong>rei proprio «<br />

scapigliatura » (p. 15) essendo gli<br />

scapigliati già gli epigoni scettici del<br />

deterioramento romantico, fino<br />

all’epoca dei conflitti mon<strong>di</strong>ali e della<br />

Costituente.<br />

Ero nella sezione « centro » che<br />

solennizzava la propria rinnovata<br />

apertura, ai tempi della trepidazione<br />

per la Repubblica (proprio su Avanti<br />

Daunia! avevamo ricordato al popolo<br />

cos’era stata quella del 1849), e<br />

non <strong>di</strong>mentico due cose: lo sguardo<br />

<strong>di</strong> affetto <strong>di</strong> un mio scolaro in mezzo<br />

alla ressa. senza che gli avessi mai<br />

detto cosa mi Passava per la testa, ed<br />

un tuono <strong>di</strong> evviva al « Leone <strong>di</strong> Puglia<br />

». Fioritto era entrato, con i capelli<br />

irrime<strong>di</strong>abilmente scomposti, la


______________________________________________________________________________________________RECENSIONI<br />

testa che aveva una nota <strong>di</strong> Danton<br />

ed una voce che certo sarebbe stata<br />

quella <strong>di</strong> Miraebau. Disse: — Oggi<br />

avete la vostra casa, compagni! Poi<br />

non ricordo come, dalla piccola casa<br />

della sezione <strong>di</strong> partito, l’oratore<br />

giungesse alla grande casa <strong>di</strong> tutti,<br />

alla Patria dei citta<strong>di</strong>ni » alimentata<br />

nei clubs della Grande rivoluzione.<br />

Poi fu tutto nella vibrazione <strong>di</strong> una<br />

magnetica catena e non ricordo altro.<br />

Ma capii che Fioritto aveva chiara la<br />

continuità, solo in <strong>parte</strong> <strong>di</strong>scorde, tra<br />

l’89 e il 93, tra il prelu<strong>di</strong>o rivoluzionario<br />

borghese e la tensione realizzatrice<br />

giacobina soffocata dalla palude<br />

<strong>di</strong> Termidoro. Anche là una <strong>di</strong>alettica<br />

umana eterna. Pertanto, a <strong>parte</strong><br />

il romanticismo del giovane «<br />

transfuga »dalla classe agiata ov’era<br />

nato, i para<strong>di</strong>gmi magnetici <strong>di</strong> Bovio<br />

e <strong>di</strong> lmbriani, a Napoli avevano<br />

completato naturalmente la tra<strong>di</strong>zione<br />

risorgimentale della famiglia.<br />

Figlio <strong>di</strong> settari e settario — intendo<br />

per settarismo, il voto religiosamente<br />

sansimoniano che da<br />

Mazzini procede fino a Saverio Friscia<br />

— presentì la chiamata paolina<br />

<strong>di</strong> colui che viene serbato nel segreto<br />

all’opera <strong>di</strong> Dio. Non è sfuggito<br />

all’autore questo risvolto giovanile<br />

che si consacrò a Domokos; anche se<br />

l’approfon<strong>di</strong>mento ne è <strong>di</strong>fficile, ed<br />

il Mascolo, che rispetta la documentazione<br />

reale, ha posto in luce quanta<br />

strada ancora resta da percorrere per<br />

gli storici del Movimento Operaio<br />

nella provincia <strong>di</strong> <strong>Foggia</strong> e dei suoi<br />

interpreti. Fioritto non era certo un<br />

<strong>La</strong>zzaretti perché attinse le prime<br />

esperienze politiche a « la cultura<br />

laica e risorgimentale » (p. 12). Era<br />

la Massoneria, con la ere<strong>di</strong>tà del Risorgimento<br />

e la rina-<br />

scenza del più antico programma<br />

umanitario e cosmopolita. Sull’accusa<br />

<strong>di</strong> massoneria s’impernia lo<br />

scontro con il Serrati al Congresso <strong>di</strong><br />

Ancona e segue uno dei mo menti <strong>di</strong><br />

ritiro <strong>di</strong> Fioritto nell’ombra (p. 138-<br />

139).<br />

Eppure era stato massone Errico<br />

Malatesta, e la cosa è storicamente<br />

provata, aggiungo, non solo per Andrea<br />

Costa, ma perfino per Michele<br />

Bakunin, fondatore <strong>di</strong> logge tra i cavatori<br />

del Carrarese.<br />

Fino dalla caduta dei Borboni, la<br />

culla del socialismo meri<strong>di</strong>onale si<br />

riconosce nella Massoneria. Tra le<br />

più recenti analisi, condotte sui documenti<br />

polizieschi e <strong>di</strong> archivio,<br />

decisamente chiarificatrice è quella<br />

<strong>di</strong> Giuseppe Gabrieli (Il socialismo<br />

nelle logge napoletane del 1867 in «<br />

Rivista Massonica », maggio 1978,<br />

pp. 167-172). Oltre alla Loggia (mai<br />

demolita) I figli <strong>di</strong> Garibal<strong>di</strong> (presieduta<br />

da Mariano Maresca) ne esisteva<br />

una altra intitolata ad<strong>di</strong>rittura I<br />

figli <strong>di</strong> Masaniello. Se peraltro si riflette<br />

sul titolo <strong>di</strong>stintivo della Loggia<br />

siciliana (anch’essa oggi fiorente)<br />

<strong>La</strong> Vita Nuova, non si torna<br />

solo a Napoli ed alla « Massoneria<br />

popolare » <strong>di</strong> Saverio Friscia, l’ « internazionalista<br />

» <strong>di</strong>ssidente da Mazzini.<br />

Omonima iniziativa era stata,<br />

durante il Risorgimento, la società<br />

rivoluzionaria ed insieme <strong>di</strong> formazione<br />

morale per il popolo, approvata<br />

e promossa dal Mazzini (33° del<br />

Supremo Consiglio - Grande Oriente<br />

<strong>di</strong> Palermo) ed a quelle Logge Operaie<br />

liguri cui egli si rivolgeva sempre<br />

con commozione, ricordando<br />

quante volte i fratelli (artigiani e scaricatori)<br />

gli avessero salvata la vita.<br />

109


RECENSIONI______________________________________________________________________________________________<br />

Ma, invece <strong>di</strong> ricordare il mio<br />

Mazzini uomo universale (Roma,<br />

1972), preferisco ancora scorrere la<br />

stampa recentissima. Autentico tono<br />

universalizzante assume la rievocazione<br />

<strong>di</strong> Ugo Bistoni, che tocca<br />

anche, tra gli altri, il Bakunin (Socialismo<br />

e Massoneria nelle origini del<br />

movimento operaio perugino in «<br />

Cronache Umbre », maggio - giugno<br />

1978, pp. 94-101). Mentre il potere<br />

dall’alto continuava a considerare le<br />

prime organizzazioni sindacali come<br />

« associazioni a delinquere », salvo a<br />

vedere spesso liberi i rei, per il galantonismo<br />

ed il buon senso dei giu<strong>di</strong>ci,<br />

non ci si può rendere conto delle<br />

polemiche sulla crisi mazziniana e<br />

della contemp oranea pervicace identità<br />

tra mazzinianesimo e repubblicanesimo<br />

popolare su base « settaria<br />

».<br />

Ne danno conferma i processi agli<br />

operai liberi muratori arrestati per<br />

cospirazione sociale e più fortunati<br />

comunque dei loro <strong>di</strong>ecimila fratelli<br />

massacrati dai governativi « dopo<br />

che le Logge parigine decisero <strong>di</strong><br />

stare dalla <strong>parte</strong> dei Comunar<strong>di</strong> e<br />

combattere per la causa del popolo ».<br />

Bistoni ci riconduce a leggere<br />

l’Appen<strong>di</strong>ce del libro <strong>di</strong> Raffaele<br />

Mascolo (Come vi<strong>di</strong> una battaglia,<br />

p. 225) per capire quanto valore <strong>di</strong><br />

storia e quanta poliedricità <strong>di</strong> problemi<br />

contenga il libro: una vera apertura<br />

d’interrogativi come <strong>di</strong> orizzonti.<br />

Un libro nel quale la <strong>di</strong>scussione<br />

critica, non la <strong>di</strong>ssacrazione, la<br />

volontà <strong>di</strong> spianare la strada ad altri,<br />

non la pretesa <strong>di</strong> conchiudere, confermano<br />

un valore umano, in<strong>di</strong>viduale<br />

e <strong>di</strong> massa, in una <strong>di</strong>alettica <strong>di</strong><br />

portata né esaurita né ancora calcolabile.<br />

CARLO GENTILE<br />

110<br />

Erminio PAOLETTA: L’avventura<br />

della statua <strong>di</strong> Acca<strong>di</strong>a dall’arrivo<br />

dei Dardani alle sovrapposizioni<br />

bizantine. Amministrazione<br />

<strong>Provinciale</strong> <strong>di</strong> Capitanata.<br />

<strong>La</strong>urenziana, Napoli, a cura <strong>di</strong><br />

Luigi Mancino, pp. 140 con cop.<br />

Capaldo e varie Tavv. ff. tt.,<br />

1978.<br />

Chiaro nella cura strutturale e<br />

della veste, questo libro contiene notevole<br />

esempio del contributo che la<br />

filologia può dare alla storia delle religioni,<br />

anche ove si parta dalla profilazione<br />

specifica ambientale. Il fatto<br />

che la Provincia, il Sub-<br />

Appennino ed Acca<strong>di</strong>a in ispece, la<br />

Terra dai « monti, torrenti e borghi<br />

dolcemente degradanti verso prode<br />

lontane », abbiano ospitato l’antichità<br />

civile in corso pro<strong>di</strong>gioso <strong>di</strong> storia,<br />

riveste <strong>di</strong> per sé valore essenziale.<br />

Una componente <strong>di</strong> poesia ed<br />

una <strong>di</strong> meravigliosa scoperta qualificano<br />

l’opera già materiata, per lungo<br />

e amoroso sacrificio dell’autore, <strong>di</strong><br />

una eru<strong>di</strong>zione impressionante. Essa,<br />

che pure testimonia, da <strong>parte</strong> <strong>di</strong> Erminio<br />

Paoletta, una fatica<br />

d’incalcolabile portata, ma anche il<br />

successo dovuto alla sua tenacia, può<br />

stupire il lettore, non mai fuorviarlo<br />

dall’itinerario del libro. L’autore ha<br />

tracciato, ricostruendo sulla base <strong>di</strong><br />

un reperto archeologico, la statua «<br />

parlante » <strong>di</strong> Acca<strong>di</strong>a, e, servendosi<br />

della padronanza delle lingue classiche,<br />

ne ha compiuto la ricostruzione<br />

più chiara ed esauriente.<br />

<strong>La</strong> « statua » <strong>di</strong> Acca<strong>di</strong>a, se convenzionalmente<br />

si vuole chiamare<br />

così, è un documento della sovrapposizione<br />

<strong>di</strong> varie culture « in una<br />

trama fittissima <strong>di</strong> sbia<strong>di</strong>te e sovrapposte<br />

figure o iscrizioni, varie


______________________________________________________________________________________________RECENSIONI<br />

per grandezza, caratteri, lingua, situazione<br />

e culto, e abbraccianti lo<br />

arco d’un millennio e più » (p. 9).<br />

Pure se non tutto è stato possibile<br />

decifrare, basterebbe fermarsi alla<br />

elencazione analitica delle figure e<br />

delle iscrizioni ricostruite sulla scorta<br />

dell’acuto impiego dell’esperienza<br />

linguistica, per comprendere che non<br />

si tratta <strong>di</strong> una « Storia ». <strong>La</strong> storia<br />

delle genti <strong>di</strong>verse che si sono succedute<br />

nel Subappennino, proveniendo<br />

dal ceppo <strong>di</strong> Dardano e dei<br />

Peoni. Si tratta <strong>di</strong> « due popolazioni<br />

procedenti o coabitanti insieme nel<br />

corso delle varie migrazioni e dei vari<br />

stanziamenti.Contigue e alleate ce<br />

le testimonia Omero nella Penisola<br />

Anatolica; contigue ce le presentano<br />

le carte geografiche e tanti autori, fra<br />

cui Solino che li considera <strong>di</strong> origine<br />

Troiana, nella penisola Balcanica;<br />

vicine le ritroviamo, ora anche in<br />

Italia: perché mentre noi siamo convinti<br />

<strong>di</strong> aver in<strong>di</strong>viduato i Dardani e<br />

la città <strong>di</strong> Dardanon, verso l’interno<br />

della Daunia, nella zona <strong>di</strong> Acca<strong>di</strong>a,<br />

il Ferri dall’amoroso stu<strong>di</strong>o <strong>di</strong> varie<br />

migliaia <strong>di</strong> stele sipontine è arrivato<br />

a ravvisare i Peoni in una popolazione<br />

protostorica situata lungo il mare<br />

della Daunia » (p. 51).<br />

Ricollegando pazientemente nomi <strong>di</strong><br />

località, ere<strong>di</strong>tà <strong>di</strong>alettali, tracce iconografiche<br />

ecc., il Paoletta ha realizzato<br />

una vera e propria geografia retrospettiva<br />

del Sub-Appennino e nello<br />

stesso tempo ha rifatto la immagine<br />

della realtà ancestrale che sovrasta,<br />

come per magica visione oltre il<br />

tempo, alle genti della sua terra. A<br />

questo punto l’etnologia potrebbe<br />

rappresentare il punto <strong>di</strong> sbocco<br />

dell’opera, ma il libro va ol-<br />

tre, essendo imperniato tutto il <strong>di</strong>scorso,<br />

sulle analogie simboliche.<br />

<strong>La</strong> stessa filologia antica è <strong>di</strong> natura<br />

simbolica. Il senso della parola<br />

espressa aveva un significato assai<br />

più pregnante del linguaggio tecnologico<br />

contemporaneo. A questa<br />

considerazione si deve aggiungere la<br />

tendenza a raffigurare, a rendere plastici<br />

i simboli, me<strong>di</strong>ante la materia<br />

che ha dominato i millenni per il suo<br />

valore insostituibile: la pietra. Da<br />

ciò la importanza <strong>di</strong> « statue » che<br />

non sono esattamente tali (è il caso<br />

<strong>di</strong> Acca<strong>di</strong>a), <strong>di</strong> idoli apparenti che<br />

nascondono <strong>di</strong>scorsi complessi, <strong>di</strong><br />

una sostanziale <strong>di</strong>sposizione da <strong>parte</strong><br />

<strong>di</strong> categorie specializzate, a raccogliere<br />

e a tramandare per immagini,<br />

le tra<strong>di</strong>zioni, la normativa, le credenze,<br />

fino alla formazione <strong>di</strong> una filologia<br />

ch’era in effetti filosofia, ossia<br />

il gergo degli Iniziati.<br />

Tale concezione emergente dalla<br />

storia dei simboli e sconfinante <strong>di</strong><br />

necessità nella componente emo tiva<br />

e corale della religione, non è certo<br />

la base <strong>di</strong> <strong>parte</strong>nza dello stu<strong>di</strong>o <strong>di</strong><br />

Paoletta, ma ne costituisce, attraverso<br />

interessanti intuizioni, il più valido<br />

punto <strong>di</strong> arrivo. Basti pensare alle<br />

analogie spontanee delle tra<strong>di</strong>zioni<br />

antichissime con i culti cristiani.<br />

Nella varietà delle personificazioni e<br />

nella venerazione particolare <strong>di</strong> alcuni<br />

luoghi, essi continuarono, in<br />

veste <strong>di</strong>versa, tutta l’idolatria pagana,<br />

le costumanze dei santuari e dei<br />

pellegrinaggi, la credenza nei poteri<br />

taumaturgici <strong>di</strong> personalità leggendarie<br />

intoccabili <strong>di</strong>nanzi al popolo<br />

delle campagne. Lo stu<strong>di</strong>o critico<br />

delle religioni comparate, avviato<br />

111


RECENSIONI______________________________________________________________________________________________<br />

dal naturalismo <strong>di</strong> Hume nella storia<br />

delle religioni, ripreso dal Dupois<br />

nel secolo XVIII avanzato, scientificamente<br />

condotto dalla etnologia<br />

contemporanea, fino ad investire —<br />

attraverso la mitologia — l’area della<br />

psicanalisi (Kereny, Jung ecc.), ha<br />

avuto in Italia, già nel preilluminismo,<br />

la sua fondazione culturale<br />

ad opera <strong>di</strong> Pietro Giannone.<br />

Va da sé che il processo etnicoreligioso<br />

<strong>di</strong> sovrapposizione e <strong>di</strong> deformazione,<br />

eufemisticamente considerato<br />

sublimante, segnò le tappe<br />

del trionfo del Cristianesimo istituzionalizzato,<br />

affrettando<br />

l’asservimento delle plebi al potere<br />

ecclesiastico e feudale. Esso largamente<br />

si spiega in zone dominate per<br />

secoli e chiuse ad un interscambio<br />

culturale che l’antichità invece aveva<br />

aperto con le esigenze migratorie.<br />

Una volta esteriorizzato e fermo, il<br />

<strong>di</strong>scorso degl’iniziati orfici — (che il<br />

Paoletta ha bene posto in evidenza<br />

attraverso il confronto con le lamine<br />

d’oro, quasi tutte scomparse per la<br />

violazione delle tombe) — restò certo<br />

ai più incomprensibile <strong>La</strong> sua essenza,<br />

dopo il IV secolo, si trasfuse<br />

forse nella più intensa ricerca della<br />

interiorità dell’in<strong>di</strong>viduo, nel Cristianesimo<br />

« ereticale ». Malgrado<br />

tale processo <strong>di</strong> deterioramento, i<br />

punti <strong>di</strong> base della indagine<br />

dell’autore <strong>di</strong>ventano chiari e pregnanti<br />

<strong>di</strong> profonda simbologia,<br />

quando si rivelano al ricercatore, nel<br />

culto della Grande Madre, proprio<br />

dei Peoni e dei Dardani, sia pure velato<br />

dalle più <strong>di</strong>verse figurazioni.<br />

Qui si fanno avanti i misteri dei grafflti<br />

della « statua », le ambivalenze<br />

sessuali dell’Ercole Sabazio acca<strong>di</strong>ese,<br />

la cui polivalenza ses-<br />

112<br />

suale ricorda secondo me, il Baphomet<br />

templario ossia la immagine della<br />

Natura (fig. 9) (1). D’altra <strong>parte</strong>,<br />

la esigenza <strong>di</strong> sdoppiamento<br />

dell’antica unità primigenia — acutamente<br />

evidenziata da Erminio Paoletta<br />

— ha dato origine alle figure <strong>di</strong><br />

Attis con tutto il corteggio <strong>di</strong> similari<br />

potenze strappate al primo r<strong>di</strong>ale<br />

mistero ed espresse in forme a se<br />

stanti. <strong>La</strong> sintesi <strong>di</strong> questo processo a<br />

me sembra chiara nelle due facce<br />

umane (o animali) poste l’una a rovescio<br />

dell’altra nel teschio del Signum<br />

(flg. 10). <strong>La</strong> Tavola del Cerbero<br />

peonio ricorda poi il Guar<strong>di</strong>ano<br />

della Soglia che <strong>di</strong>fendeva i misteri<br />

della Natura (fig. 7); onde pochi —<br />

<strong>di</strong>sse Giordano Bruno — sono i privilegiati<br />

capaci <strong>di</strong> avere scorto la Diana<br />

Ignuda, senza essere finiti nelle<br />

fauci dei suoi cani: Anche il Pavone<br />

<strong>di</strong> quei lontanissimi migratori, è<br />

chiaramente un simbolo <strong>di</strong> conoscenza.<br />

Perfino l’Uovo, invocato nei canti<br />

popolari ancora in uso (p. 78, nota)<br />

nell’approssimarsi della Pasqua, è la<br />

sintesi cosmica della Vita che, accanto<br />

a Leda, rientra nella decorazione<br />

dei vasi greco-italici, come ha<br />

<strong>di</strong>mostrato Giacomo Catinella, illustrando<br />

alcuni decenni fa, un esemplare<br />

ermetico del Museo <strong>di</strong> Bari. <strong>La</strong><br />

influenza della Magna Grecia sulle<br />

primitive credenze dei popoli immigrati<br />

nel Sub-Appennino è stata ancora<br />

giustamente evidenziata dal Paoletta,<br />

a proposito del culto <strong>di</strong> Bacco<br />

(p. 68 e passim).Ma l’autore è riuscito<br />

particolarmente felice nel cogliere<br />

tutte le varianti possibili della religione<br />

materna: dalla « roccia sacra »<br />

(trapassata poi a cornice <strong>di</strong> apparizioni<br />

della Vergine, ma


______________________________________________________________________________________________RECENSIONI<br />

sostanzialmente ripetente l’idea<br />

dell’alvo materno) al nome stesso <strong>di</strong><br />

Acca<strong>di</strong>a (p. 64 e 93 e segg.); dal<br />

pantheon delle dee e semidee femminili<br />

presto assimilate dai Romani<br />

(p. 74) al culto della capra, alla intersecazione<br />

<strong>di</strong> elementi animali ed<br />

umani nel segreto vivente della crescita<br />

(p. 33). Ritengo qui doveroso<br />

ricordare gli stu<strong>di</strong> — non completamente<br />

e<strong>di</strong>ti — <strong>di</strong> Guido Di Nardo da<br />

<strong>La</strong>nuvjo: non solo a proposito della<br />

Juno Caprotina (variante della lupa<br />

materna), ma anche in merito alla<br />

Lingua Universale (simbolica) da lui<br />

documentata risalendo ai caratteri<br />

cuneiformi e scendendo gradualmente<br />

a Roma, centro (omphalos) del<br />

mondo me<strong>di</strong>terraneo.<br />

<strong>La</strong> religione materna è effettivamente<br />

una realtà storica che si alterna,<br />

ora in simbiosi, ora in lotta,<br />

con il culto maschile. AI dualismo<br />

del Dio maschio e femmina. ha de<strong>di</strong>cato<br />

recentemente un libro prefato<br />

da p. Giovanni Mannucci e pubblicato<br />

dalla Libreria E<strong>di</strong>trice Fiorentina,<br />

il prof. Mario Bacchiega (Dio padre<br />

o Dea madre?). Infine, il punto più<br />

significativo <strong>di</strong> questa bellissima indagine<br />

del Paoletta, che gli abbeverati<br />

alla sorgente <strong>di</strong> Mnemosine possono<br />

intendere senza troppa fatica<br />

nel suo autentico significato, è la<br />

constatazione <strong>di</strong> come tutta la <strong>di</strong>alettica<br />

della vita emanante dal fondo<br />

primigenio si risolva nella vali<strong>di</strong>tà<br />

inesauribile della Pietra. <strong>La</strong> Pietra in<br />

quanto vita s’intende, ossia il simb olo<br />

dell’animazione universale, della<br />

condensazione e sprigionamento <strong>di</strong><br />

energie, per l’atto della Intelligenza<br />

illuminante (gnosticamente materna,<br />

Nostra Signora lo Spirito, la Rivelazione).<br />

Idonee riescono le illustrazioni,<br />

una notissima (fig. 11) del mosaico<br />

tombale conservato nel Museo <strong>di</strong><br />

Napoli e l’altra meno conosciuta<br />

(fig. 12) del Bosco Bolano. Nella<br />

prima, sulla ruota (il Samsara delle<br />

reincarnazioni), attraverso la vittoria<br />

dell’iniziato sulla morte, si erge la<br />

Squadra (Giustizia, Rettitu<strong>di</strong>ne,<br />

Legge, mutuata all’Or<strong>di</strong>ne della Natura).<br />

Più significativo ancora è<br />

l’Archipenzolo (<strong>di</strong> analoga ispirazione<br />

con il filo a piombo) ed accanto<br />

la Squadra da muratore (a braccia<br />

uguali) con la Vanga (o la Pala<br />

dell’Ulisse con viviale <strong>di</strong> Pascoli) e<br />

la Cazzuola, nella seconda illustrazione.<br />

<strong>La</strong> ricchezza dei contributi storico-filologici<br />

dell’opera <strong>di</strong> Erminio<br />

Paoletta incarna, per la Daunia e per<br />

la Cultura, autentici valori <strong>di</strong> rivelazione.<br />

CARLO GENTILE<br />

Mario SIMONE: Una vita per la cultura.<br />

Introduzione e scelta <strong>di</strong><br />

scritti a cura <strong>di</strong> Angelo CELUZZA.<br />

Amministrazione <strong>Provinciale</strong> <strong>di</strong><br />

Capitanata, <strong>Foggia</strong>, <strong>1977</strong>. Quaderni<br />

<strong>di</strong> Capitanata, nuova serie,<br />

2, a cura <strong>di</strong> Luigi Mancino.<br />

Questo elegante libro, corredato<br />

<strong>di</strong> storiche illustrazioni, è insieme un<br />

atto d’amore ed un contributo culturale.<br />

Prende lo spunto da qualche «<br />

paginetta <strong>di</strong> appunti » per irra<strong>di</strong>are<br />

nuova luce sul nostro vecchio Amico<br />

del quale l’autore — insieme a notizie<br />

esaurienti e precise — fornisce<br />

un ritratto tutto <strong>di</strong> poesia: « Nel corso<br />

<strong>di</strong> circa quin<strong>di</strong>ci anni <strong>di</strong> amicizia<br />

113


RECENSIONI______________________________________________________________________________________________<br />

e <strong>di</strong> comune lavoro, rinsaldata da<br />

non infrequenti scontri e baruffe,<br />

dovuti il più delle volte<br />

all’atteggiamento volutamente provocatorio<br />

che gli piaceva assumere;<br />

il cui segno premonitore era sempre<br />

la sistemazione a sghimbescio del<br />

cappello, ho imparato ad amare ed<br />

apprezzare un uomo <strong>di</strong>fficile, ma anche<br />

umanissimo e, specie negli ultimi<br />

anni, dolce » (p. 7). Cosa potrei<br />

aggiungere io che sono stato per così<br />

<strong>di</strong>re tenuto a battesimo da quel puntiglioso<br />

e fine avvocato, il quale si<br />

muoveva in continuazione tra le<br />

immagini <strong>di</strong> Mazzini e <strong>di</strong> Enrico<br />

Ferri, il ritratto della Mamma e un<br />

paesaggio sipontino <strong>di</strong> Alfredo Petrucci,<br />

ed aveva la passione e<strong>di</strong>toriale<br />

nel sangue, insieme al vecchio repubblicanesimo<br />

attinto a Manfredonia<br />

e rafforzato a Roma alla scuola<br />

<strong>di</strong> Giovanni Conti? A lui pensavo<br />

quando sentii la mano <strong>di</strong> Giulio Andrea<br />

Belloni stringere la mia (che un<br />

poco tremava, per la verità) nella Sala<br />

Ghisleri <strong>di</strong> Via dei Prefetti. Era<br />

l’ora de L’idea Repubblicana, dalle<br />

cui colonne, in nome dei contenuti<br />

risorgimentali concreti e per il rinnovamento<br />

sociale del Partito, Giulio<br />

Andrea opponeva il lavoro al «<br />

ricatto del nane ». Fu Mario a presentarmi<br />

a Tommaso Fiore, prima<br />

con le mie paginette ricciar<strong>di</strong>ane, poi<br />

<strong>di</strong> persona e d’allora <strong>di</strong>venni anch’io<br />

un « formicone <strong>di</strong> Puglia ». Eravamo<br />

stati, malgrado una certa <strong>di</strong>fferenza<br />

d’età, sempre laici, repubblicani e<br />

patriottar<strong>di</strong> (D’Annunzio come maestro<br />

e profeta). Naturalmente continuammo<br />

più o meno a sognare insieme<br />

(e a litigare qualche volta).<br />

Dopo, negli ultimi anni, ci ritrovavamo<br />

a Manfredonia a contemplare<br />

il ritratto dalla cornice ottocentesca<br />

dorata <strong>di</strong> « Don Antonio » cui è inti-<br />

114<br />

tolato il Centro della <strong>Biblioteca</strong>.<br />

Questo libro è la rassegna vivida,<br />

organica ed agile, <strong>di</strong> una fosforescenza<br />

del ramo pubblicis tico,<br />

alimentata all’esempio <strong>di</strong> Angelo<br />

Fortunato Formiggini.<strong>La</strong> poliedrica<br />

profilazione delle raccolte, la intelligente<br />

articolazione classificatrice, la<br />

promozione della cultura popolare,<br />

l’ingresso e<strong>di</strong>toriale che ha fatto storia,<br />

nel Diritto, nel Giornalismo, nella<br />

Musica, dai depliant al quaderno,<br />

dal manifesto al volume, molto del<br />

Formiggini effettivamente ricordano.<br />

<strong>La</strong> stessa amarezza <strong>di</strong> Mario forse<br />

affonda le ra<strong>di</strong>ci nella previsione che<br />

la sua luci<strong>di</strong>tà intuitiva dovette avere,<br />

della terribile fine dell’E<strong>di</strong>tore,<br />

massone e israelita, lanciatosi nel<br />

vuoto, protesta vivente, gridando<br />

Italia!: la parola « sacra » della setta<br />

Adelphia.<br />

Ma questa non è una malinconia,<br />

è un’antologia brillante <strong>di</strong> scritti, variata<br />

<strong>di</strong> finezza e <strong>di</strong> cultura, rappresentativa<br />

insomma della versatilità <strong>di</strong><br />

quell’animo che si era raffinato vicino<br />

a Riccardo Ricciar<strong>di</strong>, ad Alfredo<br />

Luciani, a Giovanni <strong>La</strong>terza, che<br />

amava sopra tutto il popolo e intendeva<br />

preparare gli strumenti del libero<br />

giu<strong>di</strong>zio per chi si sarebbe votato<br />

ad educano.<br />

E’ lì la considerazione esatta, la<br />

<strong>di</strong>agnosi più convincente stilata da<br />

Angelo Celuzza. Egli ha aperto<br />

l’antologia postuma con l’immancabile<br />

slancio romantico del dannunzianesimo<br />

<strong>di</strong> Mario studente <strong>di</strong> liceo<br />

sul punto <strong>di</strong> scappare <strong>di</strong> casa per andare<br />

a Fiume e l’ha conchiusa con il<br />

Promemoria agl’intellettuali Dauni


______________________________________________________________________________________________RECENSIONI<br />

suonante ancora così: « Una volta si<br />

poteva scegliere un partito secondo<br />

le utilità personali da esso offerte<br />

senza molto arrossire<br />

dell’opportunismo che sacrificava la<br />

coscienza, ed era un suici<strong>di</strong>o morale<br />

ed un delitto <strong>di</strong> lesa Patria. Oggi<br />

questo delitto sarebbe anche <strong>di</strong> lesa<br />

umanità, perché dal sangue dei popoli<br />

<strong>di</strong> Europa sorge una civiltà nuova<br />

alla quale l’Italia deve dare un altro<br />

contributo ».<br />

CARLO GENTILE<br />

Felice MOLINARIO: <strong>La</strong> rivoluzione<br />

proletaria <strong>di</strong> Pietro Paolo Parzanese,<br />

E<strong>di</strong>trice Italia Letteraria,<br />

Milano, giugno 1976, pagine<br />

208, 30 illustrazioni fuori testo,<br />

lire 4.000.<br />

Già la sola lettura semiologica<br />

della copertina e del titolo del presente<br />

saggio, che Felice Molinanio<br />

de<strong>di</strong>ca ad una attualizzazione della<br />

vita e dell’attività poetica e pedagogica<br />

<strong>di</strong> Pietro Paolo Parzanese,<br />

una delle glorie della cultura risorgimentale<br />

e romantica del Sud-Italia,<br />

giova alla giustificazione <strong>di</strong> quella<br />

affermazione <strong>di</strong> Edgar Monin, che è<br />

<strong>di</strong>ventata anche lo slogan della teologia<br />

della liberazione e della teologia<br />

politica: « Dopo essere stato la<br />

giustificazione sacralizzata della società<br />

borghese, il cristianesimo ne è<br />

<strong>di</strong>ventato, in questi ultimi tempi, il<br />

segno ed il catalizzatore della sua ineluttabile<br />

fine ». Si sa bene,<br />

d’altronde che, dopo le chiare intuizioni<br />

<strong>di</strong> papa Giovanni, secondo cui,<br />

il Concilio Vaticano Il avrebbe dovuto<br />

segnare la fine del cristianesi-<br />

simo costantinista e sociologico, la<br />

teologia (ed, anche se lentamente, la<br />

stessa prassi dei credenti) sta mettendo<br />

bene in rilievo come (almeno<br />

per la situazione italiana) non si può<br />

fare una teologia della rivoluzione e<br />

della liberazione se prima non si fa<br />

una rivoluzione e liberazione della<br />

teologia.<br />

Ed il presente saggio <strong>di</strong> Felice<br />

Molinanio, un giovane prete teologo<br />

e ricercatore, mi ha dato la conferma<br />

<strong>di</strong> quanto benefico sia, per la società<br />

civile e per la storia del cristianesimo<br />

del secolo XX, questo intenso e<br />

vigile e <strong>di</strong>ligente <strong>di</strong>alogo, che egli, in<br />

sintonia con ben più poderosi e fervi<strong>di</strong><br />

fermenti culturali, ha voluto intessere<br />

tra teologia e letteratura, fra<br />

filosofia e scienze umane, fra critica<br />

letteraria e marxismo strutturalista e<br />

I-evisionista. Se qualcuno vuole avere<br />

una conferma <strong>di</strong> quella che oggi<br />

viene chiamata la « <strong>di</strong>versità dei<br />

marxismi » deve tenere presente anche<br />

l’apporto che questo giovane<br />

stu<strong>di</strong>oso, sulle orme <strong>di</strong> Ga raudy,<br />

Schafft, Lukàcs, Bloch, Marcuse ed<br />

Horkheimer, ha voluto dare nel presente<br />

<strong>di</strong>battito, che in questi mesi<br />

ferve, con incandescenza polemica,<br />

in Italia. Felice Molinario non parla<br />

specificamente del marxismo, anche<br />

se si riferisce, con ridondanza <strong>di</strong> citazioni<br />

bibliografiche, alla continua<br />

e benefica osmosi, che il processo <strong>di</strong><br />

<strong>di</strong>alogo e <strong>di</strong> reciproca chiarificazione<br />

fra marxismo revisionista e cristianesimo<br />

sta apportando anche alla stessa<br />

storia politica italiana. E tuttavia,<br />

in un colloquio <strong>di</strong> chiarificazione<br />

che ho avuto con lui, in questi giorni,<br />

qui, a Bonn, dove io lavoro da<br />

anni nelle comunità <strong>di</strong> emigrati italiani<br />

e spagnoli e dove esperimento<br />

quoti<strong>di</strong>anamente la bontà del metodo<br />

115


RECENSIONI______________________________________________________________________________________________<br />

Freire, del quale pure parla nel suo<br />

libro, egli mi ha riferito che ha la<br />

chiara consapevolezza che Marx ha<br />

fatto il suo libro allo stesso mo do<br />

come la tra<strong>di</strong>zione biblica, ereticale<br />

ed anticlericale dei secoli scorsi ha<br />

fatto K. Marx ed il movimento marxista.<br />

Ed è in questa luce che si giustifica<br />

allora il titolo della collana <strong>di</strong><br />

stu<strong>di</strong> e ricerche per una cultura meri<strong>di</strong>onalistica<br />

alternativa, nella quale<br />

egli ha inserito il suo saggio e con la<br />

quale intende portare avanti una serie<br />

<strong>di</strong> problematiche della controcultura<br />

o della cultura analfabeta,<br />

che finora non ha mai potuto avere<br />

spazio nella politica e<strong>di</strong>toriale e culturale<br />

della tragica, ma non <strong>di</strong>sperata<br />

realtà italiana <strong>di</strong> questi anni. Felice<br />

Molinario è convinto che quando<br />

l’oppio <strong>di</strong>venta <strong>di</strong>namite, quando,<br />

cioè, i poveri, i terzi mon<strong>di</strong>, gli emarginati,<br />

gli esiliati politici, le donne,<br />

i giovani si appropriano della carica<br />

e dei contenuti autenticamente<br />

umani e rivoluzionari della speranza<br />

e della operosità cristiana, allora, ci<br />

può essere anche possibilità e spazio,<br />

non tanto per la sussistenza e la incidenza<br />

della religione, ma soprattutto<br />

per una nuova forma o modulo culturale,<br />

che mentre recupera i valori<br />

ed i dati della tra<strong>di</strong>zione secolare e<br />

biblica, nello stesso tempo si arricchisce<br />

con l’apporto e la concretizzazione<br />

pratica <strong>di</strong> nuovi elementi<br />

o dati culturali. Il filone del<br />

marxismo revisionista, che il Molinano<br />

ha mutuato da recenti stu<strong>di</strong> e<br />

convegni e prese <strong>di</strong> posizione della<br />

intelligenthia italiana, la più benemerita<br />

ed aggiornata (ad esempio<br />

don Italo Mancini, padre Ernesto<br />

Balducci, don Giulio Girar<strong>di</strong>, Lucio<br />

Lombardo Ra<strong>di</strong>ce, Pietro Prini, ecc.)<br />

116<br />

oggi dunque può fare riscoprire degli<br />

indubbi valori nella tra<strong>di</strong>zionale<br />

prassi o cultura italiana. Molinario<br />

applica ad esempio questo principio<br />

al caso del Parzanese, un poeta minore<br />

dell’800 romantico italiano. Su<br />

questo poeta la critica letteraria più<br />

accre<strong>di</strong>tata ha detto delle bellis sime<br />

verità: poeta del villaggio (F. De<br />

Sanctis), poeta popolare (B. Croce).<br />

Ma il Molinario <strong>di</strong>ce che oggi non ci<br />

si può più fermare a queste interpretazioni<br />

congelate nel vicolo cieco <strong>di</strong><br />

uno schematismo ideologico <strong>di</strong> altri<br />

tempi. Non che queste interpretazioni<br />

non siano esatte e vere. Ma, anzi,<br />

proprio perché esatte e vere esse<br />

debbono essere oggi ampliate, attualizzate,<br />

reinterpretate alla luce <strong>di</strong><br />

nuove istanze pedagogico-culturali e<br />

soprattutto in base alla revisione della<br />

critica marxista e gramsciana alla<br />

pratica ed al ruolo della religione<br />

nella società contemp oranea.<br />

E nello stesso tempo vorrei <strong>di</strong>re<br />

che non è solo questo il merito e<br />

l’apporto che il saggio del Molinario<br />

vuole dare alla cultura italiana. Egli<br />

non intende solo <strong>di</strong>alogare con il<br />

marxismo: anzi quello del « supplemento<br />

d’animo » al marxismo resta,<br />

mi sembra, un apporto marginale,<br />

dal momento che egli, citando continuamente<br />

la ricca e documentatissima<br />

bibliografia al riguardo, dà per<br />

scontato ed acquisito una siffatta tematica,<br />

almeno per gli ambienti delle<br />

avanguar<strong>di</strong>e e dei gruppi <strong>di</strong> ricercatori<br />

che egli frequenta con assidua ed<br />

encomiabile costanza. Il tema del<br />

rapporto marxismo e cristianesimo<br />

viene qui lumeggiato alla luce della<br />

scienza dell’interpretazione, quale<br />

l’hanno resa, in questi ultimi anni<br />

Ricoeur, Heidegger, Gadamar, Ha-


______________________________________________________________________________________________RECENSIONI<br />

bermas ed Horkheimer e, più ancora,<br />

alla luce <strong>di</strong> una cosiddetta meto<strong>di</strong>ca<br />

dell’inter<strong>di</strong>sciplinarità, alla quale<br />

egli stesso sta lavorando con una serie<br />

<strong>di</strong> riflessioni e <strong>di</strong> iniziative culturali.In<br />

questo mo do il marxismo,<br />

nella misura in cui viene relativizzato,<br />

viene anche autenticato e, nello<br />

stesso, se così posso esprimermi,<br />

viene anche vanificato, nel senso che<br />

si riconosce che, nella misura in cui<br />

esso non sa dare spazio ad altre <strong>di</strong>mensioni<br />

che non siano quelle della<br />

economicità e della fatticità efficientistica<br />

e produttivistica, <strong>di</strong>venta un<br />

umanesimo <strong>di</strong>sumano. Ma si ba<strong>di</strong><br />

bene che la polemica del Molinario<br />

non è affatto rozza ed acida: anzi potrei<br />

<strong>di</strong>re che non è neppure esplicitata<br />

nella maniera in cui qualche altro<br />

avrebbe desiderato. Anzi si potrebbe<br />

<strong>di</strong>re che egli resta molto compiacente<br />

e arrendevole nei riguar<strong>di</strong> del marxismo.<br />

Fa sue, ad esempio, le parole<br />

che un altro prete, spagnolo Dome<br />

me, ha rivolto alle masse dei giovani<br />

italiani, nelle sue vibranti conferenze<br />

alla pro civitate christiana <strong>di</strong> Assisi;<br />

parla cioè della rivelazione e degli<br />

stimoli che José Maria Go nzales-<br />

Ruiz gli ha dato per una scoperta<br />

nuova del marxismo, quando egli<br />

stesso ha confessato: « Io sono <strong>di</strong>ventato<br />

più cristiano il giorno in cui<br />

ho scoperto e letto Karl Marx ».<br />

<strong>La</strong> vanificazione del marxismo e<br />

(per esso) <strong>di</strong> ogni ideologia sta nel<br />

fatto che egli mette in evidenza che<br />

all’analisi epistemologica delle modalità<br />

e della relatività e provvis orietà<br />

della conoscenza umana risulta<br />

che è <strong>di</strong>sumana ed insostenibile<br />

quella teoria o quella ideologia che<br />

si ponga come unica ed assoluta ga-<br />

rante della verità <strong>di</strong> una ipotesi o<br />

proposta etica. Per questo il Molinario<br />

parla <strong>di</strong> pluralismo, <strong>di</strong> sinfonismo<br />

della verità, <strong>di</strong> relatività e <strong>di</strong> apofaticità<br />

del linguaggio umano.<br />

<strong>La</strong> struttura del suo <strong>di</strong>scorso,<br />

dunque, pur nella settorialità delle<br />

tre sezioni del suo libro, è unitaria ed<br />

ispirata da questa mozione <strong>di</strong> principio:<br />

se è vero che il senso della vita<br />

sta nell’agire e nel capire che non ha<br />

senso <strong>di</strong>re che la vita non ha senso e<br />

che se la vita <strong>di</strong> ogni uomo ha un<br />

senso « chi lotta e soffre su <strong>di</strong> una<br />

zolla <strong>di</strong> terra, lotta e soffre su tutta la<br />

terra » (Nikos Kazantzakis).<br />

Inoltre, un altro degli elementi <strong>di</strong><br />

compiacimento per il presente lavoro,<br />

sta nel fatto che il Molinario ha<br />

messo in risalto, grazie alla critica<br />

letteraria <strong>di</strong> stampo gramsciano e <strong>di</strong><br />

ispirazione populista, che Parzanese<br />

oggi deve essere conosciuto, non solo<br />

perché egli resta l’autore <strong>di</strong> leziose<br />

e serene poesiole per educare il<br />

popolo a miti sentimenti, ma soprattutto<br />

perché egli può essere letto in<br />

chiave marxista e materialista non<br />

più come il patetico addormentatore<br />

delle coscienze (sic Francesco e Flora),<br />

ma come il don Milani o il Paulo<br />

Freire dell’Italia meri<strong>di</strong>onale del secolo<br />

XIX.<br />

Se Ernst Bloc ha scritto che « ogni<br />

uomo che ha delle aspirazioni<br />

vive nel futuro ed il Passato giunge<br />

solo più tar<strong>di</strong> ed il vero presente non<br />

è mai generalmente quasi ancora<br />

giunto » il Molinanio, grazie alla<br />

me<strong>di</strong>azione <strong>di</strong> Hans Georg Gadamer,<br />

secondo cui « chi scrive e trasmette<br />

si crea egli stesso i propri contemp oranei<br />

» precisa che il merito e la bontà<br />

del metodo ermeneutico sta appunto<br />

nel fatto che, almeno, esso<br />

117


RECENSIONI______________________________________________________________________________________________<br />

mette bene in risalto il ruolo autobiografico<br />

e protagonistico che deve<br />

avere anche l’interprete o il lettore,<br />

in questo vasto processo <strong>di</strong> « circolarità<br />

ermeneutjca », che coincide,<br />

in fondo, con la storia cosmica. In<br />

questo senso è esatto ed anzi si pone<br />

come programma <strong>di</strong> vita questa asserzione<br />

che l’autore prende a prestito<br />

a Schleiermacher, l’iniziatore<br />

118<br />

della teoria ermeneutica: « Io stu<strong>di</strong>o<br />

e penetro con il pensiero la sua personalità<br />

per chiarire sempre meglio<br />

la mia ». Il nostro plauso compiaciuto<br />

al lavoro del Molinario deve essere,<br />

pertanto, nello stesso tempo anche<br />

un contributo che noi stessi vogliamo<br />

dare alla causa della liberazione<br />

e della promozione dell’Uomo.<br />

CARLOS DEL RIO<br />

la Capitanata<br />

Rassegna <strong>di</strong> vita e <strong>di</strong> stu<strong>di</strong> della Provincia <strong>di</strong> <strong>Foggia</strong><br />

Direttore: dott. Angelo Celuzza, <strong>di</strong>rettore della <strong>Biblioteca</strong> <strong>Provinciale</strong><br />

Direttore responsabile: m 0 Mario Taronna<br />

Redazione: dott. Luigi Mancino<br />

Tipografia <strong>La</strong>urenziana - Napoli - Via Tribunali, 316<br />

Autorizzazioni del Tribunale <strong>di</strong> <strong>Foggia</strong> 6 giugno 1962 e 16 aprile 1963<br />

Registrazione presso la Cancelleria del Tribunale <strong>di</strong> <strong>Foggia</strong> al n. 150<br />

Questo fascicolo, finito <strong>di</strong> stampare nel mese <strong>di</strong> <strong>di</strong>c. 1979

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