Zattere cellulari nel Golfo di NAPOLI - Airc
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“<br />
VITA DI RICERCATORE<br />
<strong>Zattere</strong> <strong>cellulari</strong><br />
<strong>nel</strong> <strong>Golfo</strong> <strong>di</strong> <strong>NAPOLI</strong><br />
<strong>di</strong> Nicla Panciera<br />
Simona Pala<strong>di</strong>no, dopo <strong>di</strong>verse esperienze<br />
all’estero, è tornata <strong>nel</strong>la città natale<br />
per affrontare una nuova sfida in laboratorio<br />
H o<br />
sempre voluto fare il<br />
me<strong>di</strong>co, questa era la<br />
mia passione fin dalle<br />
scuole elementari. Poi però<br />
ho scelto biologia, ritagliandomi<br />
un percorso che mi ha<br />
permesso comunque<br />
<strong>di</strong> occuparmi<br />
in qualche<br />
modo <strong>di</strong> esseri<br />
umani”. Racconta<br />
così la sua carriera<br />
<strong>di</strong> studentessa<br />
e poi <strong>di</strong> ricercatrice Simona<br />
Pala<strong>di</strong>no, che lavora<br />
presso il Dipartimento <strong>di</strong><br />
biologia e patologia cellulare<br />
e molecolare dell’Università<br />
degli stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> Napoli e vincitrice<br />
<strong>di</strong> un My first AIRC<br />
Grant, la forma <strong>di</strong> finanziamento<br />
per il sostegno <strong>di</strong> giovani<br />
scienziati promettenti<br />
già operanti in Italia.<br />
Pala<strong>di</strong>no è specializzata in<br />
4 Fondamentale giugno 2009<br />
Dalla vocazione<br />
<strong>di</strong> me<strong>di</strong>co<br />
al bancone<br />
del biologo<br />
patologia clinica e stu<strong>di</strong>a il<br />
traffico intracellulare <strong>di</strong> proteine,<br />
ovvero tutti i processi<br />
con cui la cellula trasporta le<br />
proteine alla loro destinazione<br />
finale, utilizzando moder-<br />
ne tecniche <strong>di</strong><br />
visualizzazione.<br />
Gli obiettivi<br />
della sua ricerca<br />
sono comprendere<br />
i meccanismi<br />
<strong>cellulari</strong> in<br />
vivo, quin<strong>di</strong> <strong>nel</strong>le con<strong>di</strong>zioni<br />
più fisiologiche possibili, e<br />
trovare nuovi bersagli terapeutici,<br />
analizzando la malattia<br />
tumorale dal punto <strong>di</strong><br />
vista dell’ambiente <strong>nel</strong> quale<br />
questa si sviluppa.<br />
TRAFFICI BIOLOGICI<br />
Un percorso, come spesso<br />
accade, <strong>di</strong>fficile da prevedere<br />
in partenza ma che risulta<br />
Simona Pala<strong>di</strong>no, la giovane ricercatrice napoletana<br />
oggi lineare e coerente con i<br />
suoi interessi <strong>di</strong> bambina.<br />
“Ho scelto il liceo classico<br />
per avere una formazione a<br />
tutto tondo; il corso <strong>di</strong> laurea<br />
in biologia mi è sembrato,<br />
data la sua componente<br />
sperimentale, più adeguato<br />
<strong>di</strong> me<strong>di</strong>cina per realizzare il<br />
mio vero sogno, la ricerca”<br />
racconta. Laurea, dottorato e<br />
specializzazione si susseguono<br />
rapidamente e Pala<strong>di</strong>no<br />
inizia ad occuparsi dei meccanismi<br />
<strong>di</strong> smistamento delle<br />
proteine <strong>nel</strong>le cellule epiteliali<br />
<strong>nel</strong> laboratorio <strong>di</strong> Lucio<br />
Nitsch all’università partenopea.<br />
“Ho iniziato lavorando<br />
con il gruppo <strong>di</strong>retto da<br />
Chiara Zurzolo, dove poi<br />
sono rimasta per fare il dottorato”.<br />
È lì che ha condotto<br />
una ricerca che le è valsa la<br />
prima pubblicazione su una<br />
rivista internazionale sul<br />
ruolo <strong>di</strong> una proteina <strong>di</strong><br />
membrana, la caveolina,<br />
<strong>nel</strong>lo smistamento <strong>di</strong> una<br />
classe <strong>di</strong> proteine (le proteine<br />
ancorate al GPI) coinvolte<br />
in vari processi <strong>cellulari</strong><br />
quali ricezione <strong>di</strong> stimoli<br />
provenienti dall’esterno, migrazione<br />
e adesione cellulare<br />
e catalisi <strong>di</strong> reazioni chimiche.<br />
“Le proteine ancorate al<br />
GPI tendono a localizzarsi in<br />
zone <strong>di</strong> membrana più rigide,<br />
che chiamiamo “zattere<br />
lipi<strong>di</strong>che” (dall’inglese lipid<br />
rafts). Si tratta <strong>di</strong> aree della<br />
membrana cellulare implicate<br />
in molte vie <strong>di</strong> trasformazione<br />
e trasporto del segnale<br />
cellulare che regolano la<br />
morte, l’adesione e la migrazione<br />
delle cellule stesse”.<br />
Funzioni strategiche, che la<br />
Armando Rotoletti
Pala<strong>di</strong>no sta indagando,<br />
anche con i fon<strong>di</strong> AIRC, per<br />
capire la relazione tra la posizione<br />
delle proteine stesse<br />
<strong>nel</strong>la cellula, la trasduzione<br />
del segnale (cioè la catena <strong>di</strong><br />
reazioni che trasmette segnali<br />
dalla superficie cellulare<br />
verso l’interno) e lo sviluppo<br />
del cancro.<br />
VITA DI LABORATORIO<br />
Oggi Simona Pala<strong>di</strong>no lavora<br />
<strong>nel</strong>la sua città natale<br />
con un gruppo <strong>di</strong> sole<br />
donne: ”Tra <strong>di</strong> noi esiste un<br />
legame d’amicizia, forse<br />
anche perché con<strong>di</strong>vi<strong>di</strong>amo<br />
gli ideali e la curiosità, non<br />
solo il banco del laboratorio.<br />
Questo favorisce l’attività<br />
quoti<strong>di</strong>ana gomito a gomito.<br />
Dopotutto, sono convinta<br />
del fatto che noi ricercatori<br />
siamo <strong>di</strong>versi. Siamo aperti e<br />
<strong>di</strong>sponibili all’accoglienza. La<br />
ricerca, poi, è un’attività meravigliosa,<br />
alla quale ci si può<br />
de<strong>di</strong>care per ore senza percepire<br />
lo scorrere del tempo. È<br />
anche una questione <strong>di</strong> motivazione.<br />
Per questo, consiglio<br />
sempre ai giovani studenti <strong>di</strong><br />
riflettere bene prima <strong>di</strong> intraprendere<br />
qualsiasi strada,<br />
perché tutte possono essere<br />
<strong>di</strong>fficili quando non ci si<br />
crede abbastanza”.<br />
Tuttavia, Pala<strong>di</strong>no ammette<br />
che è necessario avere<br />
sempre un appoggio familiare,<br />
almeno all’inizio, per potersi<br />
de<strong>di</strong>care a un’attività<br />
che non garantisce alcuna sicurezza<br />
economica. Come è<br />
successo a lei, figlia unica <strong>di</strong><br />
genitori dalla formazione<br />
umanista, che mai l’hanno<br />
ostacolata <strong>nel</strong>le sue scelte.<br />
“Al contrario, hanno aiutato<br />
molto me e mio marito<br />
Marco, soprattutto all’inizio,<br />
ma anche ora con Riccardo”,<br />
un bambino vivacissimo <strong>di</strong><br />
quasi tre anni. Nel breve periodo<br />
<strong>di</strong> un anno, ancora precaria,<br />
ha dovuto affrontare un<br />
soggiorno all’estero, la ristrutturazione<br />
della casa nuova, il<br />
trasloco, la nascita <strong>di</strong> Riccardo<br />
con alcuni contrattempi<br />
riguardanti la sua salute. “Per<br />
fortuna ci sono stati i miei<br />
genitori, che abitano qui vicino”.<br />
Pala<strong>di</strong>no, infatti, abita al<br />
Vomero, in un tranquilla<br />
zona residenziale in collina<br />
immersa <strong>nel</strong> verde; la stessa<br />
in cui è nata e, ragazzina, ha<br />
conosciuto colui che, dopo<br />
tre<strong>di</strong>ci anni <strong>di</strong> fidanzamento,<br />
sarebbe <strong>di</strong>ventato suo<br />
marito. “È stato al parco Le<br />
Ron<strong>di</strong>ni” ricorda. “Marco è<br />
più grande <strong>di</strong> me, ma come<br />
me ha lavorato per un po’<br />
fuori Napoli. I miei soggiorni<br />
all’estero, anche gli anni<br />
in Francia, non sono mai<br />
stati un problema. Certo, ho<br />
evitato lunghi soggiorni oltreoceano,<br />
per evidenti ragioni<br />
logistiche” scherza.<br />
“Siamo molto affiatati e<br />
con<strong>di</strong>vi<strong>di</strong>amo tuttora<br />
una grande passione:<br />
il calcetto.<br />
Da quando è<br />
nato Riccardo,<br />
però, ci alterniamo<br />
negli<br />
allenamenti.<br />
Un peccato”.<br />
Tale<br />
energia si<br />
sprigiona<br />
non solo in<br />
campo, ma<br />
anche in laboratorio.<br />
A<br />
un solo mese<br />
dal parto, Pala<strong>di</strong>no<br />
è tornata a<br />
indossare il camice,<br />
ma si può <strong>di</strong>re<br />
che non ha mai smesso <strong>di</strong> lavorare.<br />
“Tra una poppata e<br />
l’altra, accendevo il computer<br />
e scrivevo il progetto <strong>di</strong> ricerca<br />
per una richiesta fon<strong>di</strong> la<br />
cui scadenza era<br />
imminente. Nel<br />
frattempo, mi<br />
preparavo per il<br />
concorso, che ho<br />
vinto l’anno successivo,<br />
e la specializzazione<br />
in Patologia clinica.<br />
Spesso mio marito mi<br />
chiede come potrei vivere<br />
senza fare ricerca” aggiunge ridendo.<br />
TECNOLOGIE<br />
D’AVANGUARDIA<br />
Le sue ricerche sono possibili<br />
grazie alle moderne<br />
tecniche <strong>di</strong> imaging, che<br />
permettono <strong>di</strong> osservare velocemente<br />
e ad alta risoluzione<br />
i meccanismi <strong>cellulari</strong><br />
<strong>nel</strong>le cellule<br />
viventi;<br />
Con il figlio Riccardo<br />
Il mio consiglio<br />
ai giovani:<br />
essere sempre<br />
motivati<br />
esistono inoltre programmi<br />
<strong>di</strong> elaborazione delle immagini<br />
realizzati <strong>di</strong>rettamente<br />
dai gruppi <strong>di</strong> ricerca, ai<br />
quali appartengono anche fi-<br />
sici ed informatici.<br />
“Durante il<br />
mio soggiorno<br />
all’Istituto Pasteur<br />
<strong>di</strong> Parigi,<br />
stu<strong>di</strong>ando i rafts<br />
in vivo con<br />
Spencer Shorte, <strong>di</strong>rettore<br />
della piattaforma <strong>di</strong> imaging,<br />
sono venuta a contatto<br />
con un ambiente stimolante<br />
e ricco” racconta la Pala<strong>di</strong>no,<br />
che proprio in Francia –<br />
ma anche in un soggiorno a<br />
Bangalore, in In<strong>di</strong>a – ha appreso<br />
le basi tecniche per stu<strong>di</strong>are<br />
processi biologici in<br />
vivo in cellule e tessuti (le<br />
più celebri quelle basate sulla<br />
fluorescenza), competenze<br />
che le sono poi servite al suo<br />
rientro a Napoli. Nella<br />
città d’origine,<br />
infatti,<br />
si è<br />
Armando Rotoletti
VITA DI RICERCATORE<br />
Simona Pala<strong>di</strong>no con i collaboratori dell’Università degli stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> Napoli Federico II<br />
occupata dell’allestimento <strong>di</strong><br />
una piattaforma <strong>di</strong> imaging<br />
al CEINGE, un centro <strong>di</strong> ricerca<br />
<strong>di</strong> biotecnologie avanzate,<br />
dove ha svolto attività<br />
<strong>di</strong> ricerca per due anni<br />
e dove continua<br />
a prestare la<br />
sua consulenza<br />
scientifica. “Grazie<br />
agli sviluppi<br />
della microscopia<br />
ottica possiamo<br />
oggi stu<strong>di</strong>are i sistemi<br />
biologici, dalle singole macromolecole<br />
fino alla cellula<br />
<strong>nel</strong> suo insieme, ai tessuti e<br />
agli organi, ottenendo risultati<br />
impensabili fino a poco<br />
tempo fa”.<br />
FOCUS SULLA TIROIDE<br />
Negli ultimi tempi, insieme<br />
al suo gruppo, stu<strong>di</strong>a “il<br />
ruolo delle zattere <strong>nel</strong>la<br />
membrana e della caveolina<br />
6 Fondamentale giugno 2009<br />
In Università<br />
si capisce<br />
se c’è la stoffa<br />
del ricercatore<br />
<strong>nel</strong> regolare due recettori per<br />
fattori <strong>di</strong> crescita coinvolti<br />
<strong>nel</strong> cancro alla tiroide” spiega<br />
la ricercatrice. “Si tratta<br />
<strong>di</strong> p75 e TrkA, entrambi<br />
espressi in eccesso <strong>nel</strong>lle cel-<br />
lule <strong>di</strong> tumore<br />
tiroideo. Ambedue<br />
sono recettori<br />
per il fattore<br />
<strong>di</strong> crescita dei<br />
neuroni (NGF<br />
Nerve Growth<br />
Factor), cioè delle cellule del<br />
sistema nervoso, quin<strong>di</strong> noi<br />
ci chie<strong>di</strong>amo perché sono<br />
presenti in tale quantità<br />
<strong>nel</strong>la tiroide quando si sviluppa<br />
la malattia”.<br />
Si sa che la per<strong>di</strong>ta o l’alterazione<br />
dei geni che favoriscono<br />
la crescita cellulare,<br />
come quelli che forniscono le<br />
istruzioni per la produzione<br />
dei recettori per fattori <strong>di</strong><br />
crescita, consentono alla cel-<br />
Armando Rotoletti<br />
lula <strong>di</strong> sfuggire ai meccanismi<br />
<strong>di</strong> controllo, favorendo così<br />
la crescita del tumore. È questo<br />
un nuovo approccio alla<br />
malattia oncologica che interessa<br />
Pala<strong>di</strong>no: “Se finora si<br />
guardavano principalmente i<br />
geni alterati dal tumore, per<br />
spiegare per esempio la crescita<br />
incontrollata della cellula<br />
stu<strong>di</strong>ando la biologia del<br />
recettore, noi guar<strong>di</strong>amo all’ambiente<br />
<strong>nel</strong> quale la malattia<br />
nasce e si sviluppa”.<br />
Poter comprendere l’ambiente<br />
tumorale <strong>nel</strong> suo complesso<br />
renderà possibile, secondo<br />
la Pala<strong>di</strong>no, nuovi risultati<br />
<strong>nel</strong> campo della lotta<br />
contro il cancro. “Disporre <strong>di</strong><br />
nuovi bersagli terapeutici è<br />
senza dubbio il risultato più<br />
importante <strong>di</strong> questo nuovo<br />
metodo d’indagine. Ottenendo<br />
nuovi farmaci in grado <strong>di</strong><br />
affiancare i chemioterapici<br />
con minori effetti collaterali,<br />
riusciremo ad agire su più<br />
fronti: sulla molecola e sull’ambiente<br />
circostante che<br />
influenza la malattia”.<br />
MEGLIO LA REALTA’<br />
Pala<strong>di</strong>no deve gestire il<br />
suo gruppo, ma continua a<br />
preferire la ‘vita vera’ al<br />
banco del laboratorio: “È essenziale<br />
per capire fino a che<br />
punto le idee che si hanno<br />
sono realizzabili e quali sono<br />
i tempi necessari per ottenere<br />
un risultato concreto. Davanti<br />
al bancone, invece, si<br />
acquisisce la meto<strong>di</strong>ca della<br />
ricerca, passo importante per<br />
chiunque desideri de<strong>di</strong>carvi<br />
la vita. All’inizio non serve<br />
pensare al perché lo si fa, ma<br />
imparare come farlo. Pare<br />
banale ma è una cosa che i<br />
giovani, spesso frettolosi e<br />
impreparati, sottovalutano”.<br />
Dai soggiorni all’estero, negli<br />
Stati Uniti, in In<strong>di</strong>a e in<br />
Francia, deriva la convinzione<br />
che <strong>nel</strong> nostro paese uno<br />
dei punti deboli sia, oltre alla<br />
mancanza <strong>di</strong> fon<strong>di</strong> per la ricerca,<br />
anche la ‘selezione dei<br />
cervelli’ durante gli anni dell’università.<br />
“I posti in laboratorio<br />
sono pochi, gli spazi scarseggiano.<br />
Il nostro sistema universitario<br />
impone perio<strong>di</strong> in<br />
laboratorio anche a studenti<br />
demotivati. La selezione va<br />
fatta sugli esami, i programmi;<br />
andrebbero <strong>di</strong>fferenziati i<br />
percorsi, in modo da prevedere<br />
tesi sperimentali solo per<br />
chi ha davvero intenzione <strong>di</strong><br />
proseguire, perché è in quel<br />
momento, quando si inizia a<br />
frequentare il laboratorio, che<br />
si <strong>di</strong>mostrano le proprie capacità<br />
<strong>di</strong> lavoro. È allora che<br />
si costruiscono le basi per un<br />
futuro <strong>nel</strong>la ricerca”.