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Aerodinamica dell´autogiro - Alessio Bartoloni

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16. CAPITOLO 16<br />

AERODINAMICA DELL’AUTOGIRO<br />

Sia gli elicotteri che gli autogiri traggono portanza dall’uso di profili aerodinamici e quindi, molti dei<br />

principi aerodinamici di base relativi alla produzione di portanza sono applicabili ad entrambi i<br />

velivoli.<br />

AUTOROTAZIONE<br />

La differenza fondamentale tra l’autogiro e l’elicottero riguarda il verso secondo il quale il vento<br />

relativo attraversa il rotore in condizioni di volo propulso dal motore. Infatti, nell’autogiro, il vento<br />

relativo attraversa il disco del rotore dal basso verso l’alto, generando al tempo stesso le forze che<br />

tengono in rotazione il rotore e quelle che provvedono al sostentamento aerodinamico; mentre,<br />

nell’elicottero, il vento relativo attraversa il disco del rotore dall’alto verso il basso generando le<br />

forze di sostentamento e quelle che provvedono alla trazione. In assenza della coppia motrice<br />

prodotta dal motore, anche il rotore dell’elicottero deve poter operare come quello dell’autogiro,<br />

ovvero in autorotazione, invertendo rapidamente il flusso dell’aria attraverso il rotore.<br />

Vento Relativo<br />

Direzione di volo<br />

motore. [FIG. 16-1] Il flusso d’aria attraverso il rotore di un autogiro è opposto a quello di un elicottero con motore<br />

funzionante . Questo flusso d'aria è il modo in cui la potenza motore dell’autogiro viene trasferita al sistema rotore<br />

per mantenere la rotazione<br />

AUTOROTAZIONE VERTICALE<br />

2 componenti basilari contribuiscono al vento<br />

relativo che colpisce le pale durante<br />

l’autorotazione verticale. [fig. 16-2 ]Una<br />

componente, il flusso d’aria verso l’alto<br />

attraverso le pale rotore, resta relativamente<br />

costante in condizioni di volo definite. L’altra<br />

componente è il flusso d’aria rotante , ossia la<br />

velocità del vento attraverso le pale mentre<br />

esse ruotano. Questa componente varia molto<br />

in base alla distanza dal mozzo del punto in cui<br />

si effettua la misurazione. Ad esempio,<br />

consideriamo un rotore da 25 piedi di diametro<br />

e che operi a 300 rpm. In un punto che dista un<br />

piede dal mozzo le pale descrivono una<br />

circonferenza di 6.3 piedi . Questo equivale ad<br />

una velocità periferica di 31.4 piedi al secondo<br />

Vento Relativo<br />

Direzione di volo<br />

Risultante<br />

Vento Relativo<br />

Vento dovuto alla<br />

rotazione pale<br />

Flusso d’aria<br />

verso l’alto<br />

[FIG. 16-2] In una autorotazione verticale, il vento derivato<br />

dalla rotazione delle pale si combina con il flusso d’aria<br />

verso l’alto per generare la risultante vento relativo che<br />

colpisce le pale<br />

ovvero 21mph. All’estremità della pala, la circonferenza descritta aumenta fino a 78.5 piedi.<br />

Quindi, alle condizioni indicate di 300 rpm, la velocità periferica sale a 393 piedi al secondo<br />

equivalenti a 267 mph. Il vento relativo risultante è di maggiore intensità, mentre l’angolo di<br />

incidenza è inferiore che non alla radice della pala [fig. 16-3]<br />

16 - 1


Flusso a salire<br />

17 mph o 25 fps<br />

[Fig. 16-3 ] Muovendosi verso l’esterno lungo la pala rotore, la velocità di<br />

rotazione aumenta eccedendo la componente verso l’alto del flusso, il<br />

risultato è un più alto vento relativo a un minore angolo d’incidenza<br />

REGIONI DEL DISCO ROTORE<br />

Come per qualsiasi profilo aerodinamico, la<br />

portanza generata dalle pale rotore è<br />

perpendicolare alla direzione del vento relativo.<br />

Dato che il vento relativo sulle pale rotore in<br />

autorotazione varia da un alto angolo<br />

d’incidenza all’interno a un basso angolo<br />

d’incidenza all’esterno, la portanza ha un’alta<br />

componente nel senso dell’avanzamento<br />

nell’area vicino al mozzo ed un’alta<br />

componente nel senso verticale vicino<br />

all’estremità. Questo determina che aree distinte<br />

del disco rotore generino le forze necessarie al<br />

volo autorotativo. [fig. 16-4] La regione<br />

autorotativa , o “trainante” genera una forza<br />

aerodinamica totale la cui componente<br />

avanzante supera tutte le forze di resistenza e<br />

mantiene in rotazione il rotore stesso. La regione<br />

propulsa, o “trainata” , genera una forza<br />

aerodinamica totale , la cui alta componente<br />

verticale permette il sostentamento in aria<br />

dell’autogiro. Vicino al mozzo, invece, vi è<br />

un’area di stallo dove la componente del vento<br />

relativo è così bassa che l’angolo d’incidenza<br />

risultante è sotto il limite di stallo per il profilo<br />

stesso. L’area di stallo crea una resistenza rispetto<br />

alla direzione di rotazione che deve essere<br />

compensata dalle forze avanzanti generate<br />

dalla zona “trainante”.<br />

AUTOROTAZIONE NEL VOLO AVANZANTE<br />

AUTOROTAZIONE VERICALE<br />

Velocità rotore : 300 r.p.m.<br />

Di stallo<br />

Flusso a salire<br />

17 mph o 25 fps<br />

Mozzo<br />

Risultante<br />

vento relativo<br />

Flusso rotante 21 mph o 31 fps<br />

Estremità Risultante<br />

vento relativo<br />

Flusso rotante 21 mph o 31 fps<br />

Flusso verso alto<br />

attraverso rotore<br />

Asse di<br />

rotazione<br />

Regione “trainante”<br />

AUTOROTAZIONE VERTICALE<br />

Regione “Trainata”<br />

Regione “Trainante”<br />

Regione<br />

Di stallo<br />

Regione “trainata”<br />

(Elica)<br />

Forza <strong>Aerodinamica</strong><br />

tot.<br />

portanza Davanti allo<br />

Vento relativo asse di rotaz. Port.<br />

rotativo<br />

resistenza<br />

Regione “trainante”<br />

(Autorotativa)<br />

Regione di stallo<br />

Pala stallata<br />

[Fig. 16-4 ] La forza aerodinamica totale è davanti all’asse di rotazione<br />

nella regione “trainante” . La resistenza supera la forza aerodinamica<br />

nella regione di stallo.<br />

Chiarito, per semplicità, il principio dell’autorotazione nell’ambito di un moto semplicemente<br />

verticale, bisogna ora considerare, in maniera più attinente alla pratica del volo con l’autogiro, ciò<br />

che accade quando il vento relativo che investe le pale ammette anche una componente di<br />

traslazione. Questa componente non ha effetto sui principi aerodinamici che fanno ruotare le<br />

pale, ma causa lo spostamento delle regioni del disco rotore. Effettivamente, quando l’autogiro si<br />

muove in avanti nell’aria, la velocità d’avanzamento si aggiunge al vento relativo che colpisce la<br />

pala avanzante, e si sottrae dal vento relativo che colpisce la pala retrocedente. Per evitare che si<br />

creino forze impari sui lati del disco rotore, la pala avanzante oscilla verso l’alto riducendo l’angolo<br />

l. corda<br />

Risultante<br />

vento rel.<br />

flusso<br />

Asse di<br />

rotazione<br />

Forza <strong>Aerodinamica</strong><br />

tot.<br />

Dietro allo<br />

asse di rotaz.<br />

resistenza<br />

Pala<br />

avanzante<br />

flusso<br />

Port.<br />

Asse di<br />

rotazione<br />

16 - 2<br />

Forza <strong>Aerodinamica</strong><br />

totale<br />

resistenza


d’incidenza, mentre la pala retrocedente oscilla verso il basso aumentando l’angolo d’incidenza e<br />

la portanza. L’angolo d’incidenza minore della pala avanzante fa si che una maggior parte della<br />

pala stessa sia da considerarsi nella regione “trainata”, mentre il maggior angolo d’incidenza della<br />

pala retrocedente fa si che una maggior parte della stessa essa si trovi nella regione di stallo. Il<br />

risultato è uno “slittamento” delle regioni verso il lato retrocedente del disco rotore<br />

proporzionalmente alla velocità di avanzamento del velivolo [Fig. 16-5]<br />

FLUSSO INVERSO<br />

In un sistema rotore in volo avanzante il flusso<br />

inverso si verifica vicino al mozzo sul lato<br />

retrocedente del disco rotore. Questo è il<br />

risultato della velocità d’avanzamento del<br />

velivolo che supera la velocità di rotazione<br />

delle pale. Per esempio , a 2 piedi di distanza<br />

dal mozzo la pala descrive un cerchio di 12.6<br />

piedi di circonferenza. A 300 rpm rotore la<br />

pala , nel punto indicato, ha una velocità di<br />

42 mph. . Se il velivolo si muove a 42 mph. La<br />

velocità di avanzamento contrasta la<br />

velocità di rotazione della pala retrocedente<br />

nel punto in cui essa ruota alla stessa velocità<br />

(quindi a 2 piedi dal mozzo). Quindi nella<br />

pala retrocedente, nella parte compresa tra<br />

il mozzo ed il punto a 2 piedi i distanza dallo<br />

stesso, la velocità di avanzamento è<br />

maggiore della velocità di rotazione in misura<br />

crescente più ci si avvicina al mozzo. Ne<br />

risulta che il flusso colpisce il bordo d’uscita<br />

della pala, con una velocità via via crescente<br />

[Fig. 16-5] Le regioni del disco rotore nel volo autorotativo<br />

avanzante<br />

verso il mozzo del rotore [Fig. 16-6] LA dimensione dell’area soggetta a flusso inverso è determinata<br />

primariamente dalla velocità di avanzamento del velivolo, velocità maggiori corrispondono a<br />

maggiori dimensioni dell’area soggetta a flusso inverso. In qualche modo, anche la velocità di<br />

rotazione del rotore ha un qualche effetto sulla dimensione dell’area, quando il rotore opera a<br />

bassi giri risulta molto più soggetto al flusso inverso e soprattutto la porzione di pala soggetta è di<br />

dimensioni maggiori.<br />

STALLO DELLA PALA RETROCEDENTE<br />

Lo stallo della pala retrocedente dell’autogiro<br />

differisce da quello dell’elicottero dove si verifica<br />

lontano da mozzo in una posizione compresa tra il<br />

20% e il 40% piuttosto che all’estremità della pala.<br />

Dato che l’autogiro opera in avanzamento, la<br />

regione di stallo si accentra verso l’interno sulla<br />

pala retrocedente [fig. 16-5] Aumentando la<br />

velocità, l’angolo d’incidenza della pala<br />

retrocedente aumenta per prevenire la<br />

dissimmetria di portanza e l’area di stallo si muove<br />

verso l’esterno della pala retrocedente. Dato che<br />

comunque la regione di stallo della pala è<br />

piuttosto interna e non verso l’esterno della pala,<br />

come sull’elicottero, si crea meno forza sul centro<br />

di gravità del velivolo. Quindi anche se avvertite<br />

un aumento di vibrazione non vi troverete ad<br />

affrontare tendenza al beccheggio o al rollio.<br />

FORZA DEL ROTORE<br />

Come per qualsiasi velivolo più pesante dell’aria ,<br />

vi sono 4 forze che agiscono su un autogiro in volo<br />

che sono: portanza, peso, trazione e resistenza.<br />

Pala<br />

retrocedente<br />

Direzione di volo<br />

Regione “trainata”<br />

Regione<br />

“trainante<br />

Volo avanzante<br />

a 42 mph<br />

Area soggetta a<br />

flusso inverso<br />

Velocità rotore 300<br />

rpm,<br />

Pala<br />

avanzante<br />

[Fig. 16-6] Un area di flusso inverso si forma sulla pala<br />

retrocedente nel volo avanzante come effetto della velocità di<br />

avanzamento maggiore della velocità di rotazione delle pale.<br />

16 - 3


L’autogiro ottiene la portanza dal rotore e la trazione direttamente dal motore attraverso<br />

l’elica.[fig. 16-7]. La forza prodotta dal rotore dell’autogiro può essere divisa in 2 componenti:<br />

portanza e resistenza del rotore. La componente della forza rotore perpendicolare al volo è la<br />

portanza, la componente della forza rotore parallela al volo è la resistenza. Per ottenere la<br />

resistenza totale del velivolo bisogna aggiungere alla resistenza del rotore la resistenza del corpo<br />

del velivolo.<br />

[Fig. 16-7]<br />

Al contrario<br />

di come agisce<br />

nell’elicottero,<br />

la risultante<br />

della forza<br />

rotore di un<br />

autogiro in<br />

volo<br />

avanzante,<br />

agisce<br />

all’indietro<br />

PORTANZA ROTORE<br />

La portanza del rotore può essere visualizzata facilmente come la portanza necessaria per<br />

sostenere in aria il peso del velivolo Quando un profilo aerodinamico produce portanza , si crea<br />

anche della resistenza indotta. Il miglior angolo d’incidenza per un dato profilo è quello che<br />

permette di avere la maggiore portanza e la minor resistenza. Tuttavia durante le varie evoluzioni<br />

di volo il rotore non sempre opera con il miglior angolo d’incidenza per il profilo delle pale , Inoltre<br />

il rotore deve mantenere un assetto nella gamma (bassa) che permetta l’autorotazione che<br />

genera la portanza. Alcuni autogiri utilizzano piccole ali che generano portanza alle alte velocità.<br />

La portanza generata dalle ali si somma o addirittura sostituisce la portanza generata dal rotore<br />

generando meno resistenza indotta.<br />

RESISENZA ROTORE<br />

La resistenza rotore totale è la somma di tutte le resistenze che agiscono sul profilo in ogni posizione<br />

della pala. La posizione di ciascuna pala contribuisce alla resistenza totale in base alla velocità e<br />

all’angolo del profilo in tale posizione. Mentre le pale rotore ruotano, si verificano rapidi<br />

cambiamenti sul profilo, in base alla posizione alla velocità del rotore ed alla velocità del velivolo..<br />

Una variazione dell’angolo d’incidenza del disco rotore corrisponde ad un rapido e sostanziale<br />

cambiamento nella resistenza totale del rotore. La resistenza rotore si può dividere in due<br />

componenti: resistenza indotta e resistenza del profilo. La resistenza indotta è un prodotto della<br />

portanza, mentre la resistenza del profilo è in funzione dei giri rotore. Dato che la resistenza indotta<br />

è la resistenza generata dal rotore che crea portanza, possiamo considerare la resistenza del<br />

profilo come la resistenza del rotore che non genera portanza. Per visualizzare la resistenza del<br />

profilo considerate la resistenza che si deve vincere per prerotare fino agli rpm rotore idonei al volo,<br />

ossia in una fase in cui il rotore non genera portanza. Questa situazione si può ottenere con un<br />

sistema rotore con un profilo simmetrico e una capacità di variazione di passo mettendo le pale<br />

ad angolo d’incidenza uguale a 0°. Un sistema rotore con un profilo asimmetrico ed un passo<br />

predeterminato, come quello della maggior parte dei sistemi oscillanti amatoriali, non può essere<br />

prerotato senza vincere anche una parte di resistenza indotta.<br />

TRAZIONE<br />

Risultante<br />

Trazione<br />

Portanza<br />

Peso<br />

Resistenza<br />

Trazione<br />

Risultante Risultante<br />

Portanza<br />

Risultante<br />

LA trazione di un autogiro è definita come la componente parallela al vento relativo della forza<br />

totale dell’elica. Come tutte le forze che agiscono su un velivolo anch’essa agisce attorno al<br />

Centro di Gravità. In base al punto d’applicazione della trazione una sua componente può<br />

Peso<br />

Resist. Rot.<br />

Resist.<br />

“corpo”<br />

16 - 4


isultare normale al vento relativo e quindi agire in combinazione con la portanza o con il peso. In<br />

volo , il corpo dell’autogiro è da considerarsi fondamentalmente come un grave sospeso al rotore,<br />

e come tale è soggetto, come l’elicottero, all’azione pendolare 1 . A differenza dell’elicottero,<br />

tuttavia, la trazione è applicata direttamente alla struttura anziché essere ottenuta attraverso il<br />

sistema rotore. Ne risulta che le forze che agiscono su<br />

un autogiro in volo sono diverse da quelle che<br />

agiscono su un elicottero nelle stesse condizioni. Ad<br />

esempio la coppia motore tende a far ruotare la<br />

struttura nella direzione opposta al senso di rotazione<br />

dell’elica, il risultato è una rotazione del corpo di<br />

circa 2 gradi rispetto all’asse verticale [Fig. 16-8]<br />

Questo leggero disassamento è normalmente<br />

tralasciato e non è considerato rilevante per la<br />

maggior parte delle normali operazioni di volo<br />

STABILITÀ<br />

La stabilità è uno degli obiettivi progettuali di un<br />

velivolo per ridurre il carico di lavoro a cui il pilota è<br />

sottoposto e per aumentare la sicurezza. Un velivolo<br />

stabile, come i tipici aerei da addestramento, richiede<br />

meno attenzione da parte del pilota per mantenere<br />

[Fig. 16-8] – La coppia motore applicata all’elica ottiene<br />

un’uguale ed opposta reazione del corpo , inclinandolo<br />

durante il volo di pochi gradi rispetto al piano verticale<br />

l’assetto di volo desiderato, anzi tende generalmente ad auto-correggere i disturbi derivati da<br />

raffiche di vento o da altre forze esterne. Al contrario per mantenere sotto controllo un velivolo<br />

instabile serve intensa e costante attenzione da parte del pilota. I fattori che contribuiscono alla<br />

stabilità di un autogiro sono vari. Uno è il posizionamento dello stabilizzatore orizzontale. Un altro è<br />

la posizione della resistenza del corpo rispetto al centro di gravità del velivolo. Un terzo fattore è il<br />

momento di inerzia attorno all’asse di beccheggio, mentre un quarto è dato dalla relazione tra la<br />

posizione della linea di spinta dell’elica e la posizione verticale del centro di gravità. Tuttavia il<br />

fattore forse più critico è la relazione tra la linea di forza del rotore e la localizzazione orizzontale del<br />

Centro di Gravità.<br />

STABILIZZATORI ORIZZONTALI<br />

Lo stabilizzatore orizzontale aiuta la stabilità longitudinale o di beccheggio. I fattori che ne<br />

determinano la sua efficienza sono: le dimensioni della superficie e la sua distanza dal centro di<br />

gravità, la velocità di volo e l’influenza del flusso dell’elica.<br />

RESISTENZA DEL CORPO DEL VELIVOLO (CENTRO DI PRESSIONE)<br />

Se il punto in cui si concentra la forza di resistenza del “corpo” del velivolo o il centro di pressione<br />

delle forze, si situa dietro al CG, l’autogiro è generalmente considerato più stabile in particolare<br />

intorno all’asse di imbardata, contribuendo a ciò l’adeguato dimensionamento di un superficie di<br />

coda verticale. Tuttavia, per ottenere il miglior risultato, senza però compromettere il controllo<br />

generale dell’apparecchio, deve prevedersi un adeguato bilanciamento del centro di pressione<br />

longitudinale, in relazione all’autorità di comando del passo ciclico, in modo che quest’ultima sia<br />

sufficiente, a qualunque velocità ad evitare che il naso si abbassi o si alzi mentre la pressione si<br />

accumula sulla parte anteriore.<br />

MOMENTO DI INERZIA INTORNO ALL’ASSE DI BECCHEGGIO<br />

Coppia<br />

applicata<br />

all’elica<br />

Reazione del<br />

“corpo” del<br />

velivolo<br />

Si può affermare che, a parità di peso totale e di posizione del centro di gravità, l’ autogiro risulta<br />

più stabile quanto più le masse sono piazzate lontano dal CG. Ad esempio se il sedile del pilota si<br />

potesse muovere in avanti , allontanandolo dal CG, ed il motore si potesse muovere indietro,<br />

allontanando anch’esso dal CG ma mantenendo invariata la posizione del CG stesso, si<br />

otterrebbe un autogiro più stabile rispetto a quello di partenza. Gli acrobati che camminano sul filo<br />

utilizzano lo stesso principio quando usano un lungo bilanciere.<br />

16 - 5


LINEA DI SPINTA DELL’ELICA<br />

Considerando solo la linea di spinta dell’elica, se tale linea si trova sopra al CG, l’autogiro avrà la<br />

tendenza a picchiare quando si applica potenza, ed a cabrare quando si toglie potenza.<br />

Ovviamente se la linea di spinta dell’elica si colloca al di sotto del CG vige l’opposto. Se la linea di<br />

spinta dell’elica attraversa il CG o quantomeno si situa molto vicino ad esso, l’autogiro non avrà<br />

tendenza a cabrare o picchiare durante le variazioni di potenza[Fig. 16-9]<br />

Linea spinta elica<br />

FORZA ROTORE<br />

BASSO PROFILO ALTO PROFILO<br />

Indipendentemente dall’adozione o meno di piani stabilizzatori orizzontali, la posizione del CG<br />

rispetto alla linea d’azione della forza del rotore influenza la stabilità di beccheggio[Fig. 16-10].<br />

Vediamo, infatti, quale sarebbe il comportamento del velivolo, nelle due diverse condizioni,<br />

allorquando venga colpito da una raffica di vento frontale che incrementi considerevolmente la<br />

forza aerodinamica del rotore:<br />

• CG dietro la linea di forza del rotore.<br />

Aumentando la forza del rotore, interviene un momento cabrante che, se non contrastato<br />

dal pilota, produce un aumento dell’angolo di incidenza del rotore e quindi un aumento<br />

ulteriore della forza stessa, ingenerando così una condizione di instabilità che richiede<br />

necessariamente il continuo intervento sul comando di beccheggio;<br />

• CG davanti alla linea di forza del rotore.<br />

Linea spinta elica<br />

Centro di gravità Centro di gravità<br />

[FIG: 16-9] – Un autogiro la cui linea di spinta dell’elica è sopra al CG viene spesso chiamato a BASSO PROFILO. Un autogiro la cui<br />

linea di spinta dell’elica passa per il CG o si situa al di sotto dello stesso viene considerato ad ALTO PROFILO<br />

Aumentando la forza del rotore, interviene un momento picchiante che, senza l’intervento<br />

del pilota, produce una diminuzione dell’angolo di incidenza del rotore e quindi una<br />

diminuzione della forza aerodinamica stessa, contribuendo automaticamente alla stabilità<br />

longitudinale.<br />

16 - 6


CONDIZIONI TRIMMATE<br />

Come già affermato prima, i costruttori usano una combinazione dei vari fattori di stabilità per<br />

ottenere un autogiro trimmato. Ad esempio in un autogiro dove il baricentro è sotto la linea di<br />

spinta, all’aumento della potenza ne risulterà un momento a picchiare, per compensare il quale, di<br />

solito, si fa in modo che lo stesso baricentro sia situato dietro alla linea di forza del rotore, dato che<br />

questa configurazione tende a dare un momento a cabrare.<br />

Per contro, se il CG è sopra alla linea di spinta dell’elica, potrebbe risultare utile che si trovi anche<br />

davanti alla linea di forza del rotore. Ovviamente la posizione della resistenza del corpo del<br />

velivolo, l’inerzia d’assetto e le variazioni apportate dagli stabilizzatori orizzontali possono<br />

modificare gli effetti stabilizzanti e/o destabilizzanti dovuti alla collocazione del baricentro,<br />

risultando vitale per la sicurezza il rispetto dei limiti di manovra imposti dal Costruttore.<br />

16 - 7

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