Prova Invalsi d'italiano classe prima N°3
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Volume 1 - Per la prova <strong>Invalsi</strong> U4 - I racconti di paura<br />
4. assisa: seduta.<br />
5. granito: roccia eruttiva<br />
molto solida.<br />
6. malizia: furbizia, astuzia<br />
un po’ maligna e ingannatrice.<br />
7. fi ordo: profonda insenatura<br />
della costa, spesso tra alte<br />
montagne, tipica delle coste<br />
norvegesi.<br />
– E cos’è successo al terzo bambino?<br />
– Era una bambina e si chiamava Birgit Svenson. Abitava di fronte<br />
a casa nostra. Un giorno cominciarono a spuntarle penne e piume in<br />
tutto il corpo, e in un mese si trasformò in una grande gallina bianca.<br />
Faceva perfi no le uova. I suoi genitori la custodirono per anni in un<br />
piccolo recinto, in giardino.<br />
– Di che colore erano le uova, nonna?<br />
– Rossicce. Le più grandi uova rossicce che abbia mai visto. Sua<br />
madre le usava per preparare frittate deliziose.<br />
La nonna sembrava una vecchia regina assisa 4 in trono: gli occhi<br />
grigi erano come annebbiati e guardavano lontano, il sigaro pareva<br />
vivo e ne uscivano azzurre nuvole di fumo che l’avvolgevano tutta.<br />
– Ma la piccola Birgit non scomparve, vero, nonna?<br />
– No, lei no. Visse per molti anni ancora e continuò a deporre uova.<br />
– Avevi detto che tutti i bambini sono scomparsi.<br />
– Mi sono sbagliata – disse la nonna. – Invecchio e comincio a perdere<br />
la memoria.<br />
– Che ne è stato del quarto bambino?<br />
– Il quarto si chiamava Harald. Un bel mattino si svegliò con la<br />
pelle giallastra e rugosa, come il guscio di una noce. E la sera stessa<br />
era di pietra, completamente di pietra, dalla testa ai piedi.<br />
– Di pietra? – dissi io. – Di pietra vera?<br />
– Di granito 5 – precisò la nonna. – Se vuoi ti porterò a vederlo. I<br />
suoi genitori lo tengono nell’ingresso. Harald è ormai una piccola graziosa<br />
statua e spesso gli ospiti lo usano per appenderci gli ombrelli.<br />
Ero ancora piccolo, ma mi riusciva diffi cile credere a tutto quel che<br />
la nonna raccontava. Eppure parlava così seriamente, con tanta convinzione,<br />
senza mai sorridere e senza un’ombra di malizia 6 negli occhi,<br />
che cominciai a sentirmi turbato.<br />
– Continua, nonna, mi hai detto che erano cinque. Ne rimane uno.<br />
– Vuoi tirare una boccata dal mio sigaro? – chiese lei.<br />
– Ho solo sette anni, nonna.<br />
– Non importa. Se fumi il sigaro non prenderai neanche un raffreddore.<br />
– Raccontami del quinto bambino.<br />
– Il quinto – borbottò lei, masticando il sigaro come fosse uno squisito<br />
bastoncino di liquirizia. – Quello sì, fu un caso interessante. Un<br />
bambino di nove anni, di nome Leif, era in vacanza con tutta la famiglia<br />
sulle rive di un fi ordo 7 . Dopo aver fatto merenda, lui e i fratelli<br />
amavano nuotare fra le rocce e anche quel giorno, come sempre, il<br />
piccolo Leif si tuffò. Suo padre, che lo guardava, notò che restava<br />
sott’acqua più a lungo del solito. Quando tornò in superfi cie non era<br />
più lui.<br />
– E che cos’era, nonna?<br />
– Era diventato un delfi no.<br />
– Non ci credo! Non è possibile!<br />
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