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Camillo Sbarbaro - Edu.lascuola.it

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METRO:<br />

Versi liberi, di varia misura, con<br />

prevalenza di endecasillabi e settenari.<br />

Sono quasi assenti le rime.<br />

1 Taci: l’imperativo iniziale con cui il poeta si rivolge<br />

alla propria anima, in una sorta di colloquio<br />

interiore, riprende il primo verso della<br />

Pioggia nel pineto di D’Annunzio, da cui <strong>Sbarbaro</strong><br />

consapevolmente si distacca.<br />

2 di godere e di soffrire: l’anima è ormai insensibile,<br />

rassegnata (v. 3) alla gioia e al dolore,<br />

sentimenti avvert<strong>it</strong>i come equivalenti. L’immagine<br />

della rassegnazione è ribad<strong>it</strong>a, non a<br />

caso, a fine strofa (v. 10). Si noti l’opposizione*<br />

godere/soffrire.<br />

3 vai: ti volgi verso la gioia o verso il dolore<br />

senza alcuna differenza.<br />

4 Nessuna... ascolto: se cerco di ascoltare non<br />

odo nessuna voce tua. Nota l’anastrofe* nessuna<br />

... odo, che mette in risalto l’aggettivo negativo.<br />

L’insistenza sul silenzio ci riporta al<br />

componimento dannunziano prima c<strong>it</strong>ato e,<br />

per analogia*, al tema del deserto che sarà<br />

sviluppato successivamente.<br />

5 tedio: noia, fastidio esistenziale. L’anima<br />

stanca non trova più conforto nel rimpianto<br />

per il passato, né nelle speranze per il futuro.<br />

Taci, 1 anima stanca di godere<br />

e di soffrire 2 (all’uno e all’altro vai 3<br />

rassegnata).<br />

Nessuna voce tua odo se ascolto: 4<br />

non di rimpianto per la miserabile<br />

giovinezza, non d’ira o di speranza,<br />

e neppure di tedio. 5<br />

Giaci 6 come<br />

il corpo, ammutol<strong>it</strong>a, tutta piena<br />

d’una rassegnazione disperata. 7<br />

Noi ci stupiremmo,<br />

non è vero, mia anima, se il cuore<br />

si fermasse, sospeso se ci fosse<br />

il fiato 8 ...<br />

Invece 9 camminiamo,<br />

camminiamo io e te come sonnambuli. 10<br />

E gli alberi sono alberi, le case<br />

sono case, le donne<br />

che passano sono donne, e tutto è quello<br />

che è, soltanto quel che è. 11<br />

Il verso libero<br />

La vicenda di gioia e di dolore12 non ci tocca. Perduto ha la voce13 la sirena14 del mondo, e il mondo è un grande<br />

deserto. 15<br />

Nel deserto<br />

io guardo con asciutti occhi16 me stesso.<br />

C. <strong>Sbarbaro</strong>, Pianissimo, Il Saggiatore<br />

Tedio è parola assai significativa, non a caso<br />

collocata a fine verso. La noia esistenziale è<br />

un tema che attraversa tutta la riflessione sulla<br />

condizione umana, dal mondo latino (Orazio,<br />

Seneca, Marco Aurelio) al Novecento, passando<br />

per la lezione di Leopardi.<br />

6 Giaci: il verbo giacere, che richiama l’idea<br />

della quiete e della morte, è collocato a inizio<br />

verso come il taci iniziale: anche al silenzio è<br />

collegata l’idea della morte.<br />

7 rassegnazione disperata: sostantivo e aggettivo<br />

sono significativamente legati da ossimoro*.<br />

Da questo verso, fortemente<br />

pessimista, si può capire lo smarrimento dell’uomo<br />

contemporaneo di fronte al mistero<br />

della v<strong>it</strong>a.<br />

8 sospeso se ci fosse il fiato: se a noi fosse sospeso<br />

il fiato. L’iperbato* e l’anastrofe* evidenziano<br />

fortemente l’aggettivo sospeso. Da<br />

notare anche il chiasmo* cuore - fermasse /<br />

sospeso - fiato e l’insistenza sul suono s.<br />

9 Invece: l’avversativa ci avverte che la v<strong>it</strong>a continua,<br />

nonostante la rassegnazione dell’anima.<br />

10 come sonnambuli: il vocabolo sonnambuli ben<br />

esprime la crisi umana avvert<strong>it</strong>a dal poeta:<br />

l’estrane<strong>it</strong>à di fronte a tutto, il flusso ineluttabile<br />

della v<strong>it</strong>a priva di consistenza e di signifi-<br />

percorso 10<br />

cato, nella quale ci muoviamo meccanicamente<br />

e incoscientemente.<br />

11 è quello che è, soltanto quel che è: la tautologia<br />

(ripetizione di un concetto quasi con le<br />

stesse parole) sottolinea l’impressione di<br />

vuoto e di assenza di significato.<br />

12 di gioia e di dolore: i due termini riprendono il<br />

godere/soffrire dei vv. 1-2 e ribadiscono il concetto<br />

di fondo: l’estrane<strong>it</strong>à dell’uomo di fronte<br />

alla realtà.<br />

13 Perduto ha la voce: anastrofe* che sottolinea<br />

il tema del silenzio.<br />

14 sirena: è una metafora* che sta per “illusioni”.<br />

Nell’antich<strong>it</strong>à le sirene erano r<strong>it</strong>enute creature<br />

capaci di affascinare gli uomini col loro canto.<br />

15 deserto: parola-chiave* della poesia di <strong>Sbarbaro</strong><br />

e immagine emblematica di tutta la sua<br />

riflessione e, al tempo stesso, di uno dei temi<br />

centrali della poesia del Novecento: la sol<strong>it</strong>udine<br />

e il vuoto. Il deserto, luogo privo di v<strong>it</strong>a, si<br />

associa al silenzio.<br />

16 asciutti occhi: anche il poeta fa parte del deserto,<br />

e i suoi occhi sono asciutti, sia perché<br />

incapaci di piangere, sia perché privi di lacrime,<br />

cioè aridi come il deserto che lo circonda.<br />

Nota l’inversione* per cui asciutti<br />

acquista rilievo.<br />

2

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