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Gita al rifugio Tavecchia m. 1510 da Introbio (Valsassina)

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ESCURSIONI 2008<br />

U.O.E.I. Unione Operaia Escursionisti It<strong>al</strong>iani<br />

Sezione “Alberto Casari” Bergamo<br />

<strong>Gita</strong> <strong>al</strong> <strong>rifugio</strong> <strong>Tavecchia</strong> m. <strong>1510</strong> <strong>da</strong><br />

<strong>Introbio</strong> (V<strong>al</strong>sassina)<br />

Rifugio <strong>Tavecchia</strong> in V<strong>al</strong> Biandino m. <strong>1510</strong> Da <strong>Introbio</strong><br />

Loc<strong>al</strong>ità di partenza della escursione è <strong>Introbio</strong> (m. 600)<br />

“Via del Bitto” - Segnavia n. 40 (riportato in mappa come n. 73).<br />

Difficolta: Turistico (facile) - Tempo di percorrenza: D<strong>al</strong>le 2 <strong>al</strong>le 3 ore<br />

Ritorno: Medesimo itinerario<br />

Coordinatori: Gabriele Vecchi, Patrizia Gabbiadini.<br />

L.go Porta Nuova, 10<br />

24122 Bergamo<br />

Tel. Fax. 035.238405<br />

www.bergamo.uoei.it<br />

e-mail:bergamo@uoei.it<br />

In caso di necessità comunicare<br />

Con il: 346.4233397


Rifugio <strong>Tavecchia</strong> (m. <strong>1510</strong>) - v<strong>al</strong> Biandino - <strong>da</strong> <strong>Introbio</strong> (V<strong>al</strong>sassina)<br />

Loc<strong>al</strong>ità di partenza della escursione è <strong>Introbio</strong> (m. 600) raggiungibile con una deviazione verso nord<br />

d<strong>al</strong>la ss 62 della V<strong>al</strong>sassina.<br />

Difficolta: Turistico (facile)<br />

Tempo di percorrenza: D<strong>al</strong>le 2 <strong>al</strong>le 3 ore<br />

Ritorno: Medesimo itinerario<br />

Coordinatori: Gabriele Vecchi, Patrizia Gabbiadini.<br />

Il Rifugio Dino <strong>Tavecchia</strong>, situato <strong>al</strong>l'imbocco della meravigliosa V<strong>al</strong> Biandino sotto <strong>al</strong> Pizzo dei Tre<br />

Signori, è stato riaperto <strong>al</strong>la fine del 2006 d<strong>al</strong>la Famiglia Buzzoni di <strong>Introbio</strong>, famiglia con una lunga<br />

esperienza <strong>al</strong>le sp<strong>al</strong>le nella gestione del Rifugio Grassi.<br />

la sua gestione è caratterizzata d<strong>al</strong>la simpatia, e la famosa cucina della Famiglia Buzzoni ed il fascino che<br />

l’ambiente ricco di storia del Rifugio <strong>Tavecchia</strong> sa ricreare, in una v<strong>al</strong>le come la V<strong>al</strong> Biandino, rimasta<br />

pressoché intatta, dove la natura è rimasta la vera protagonista.<br />

Il Rifugio è aperto tutti i weekend e i mercoledì dell’anno; <strong>da</strong> giugno a settembre rimane aperto tutti i<br />

giorni della settimana.<br />

Home page del <strong>rifugio</strong> <strong>Tavecchia</strong>: www.tavecchia.it<br />

Per giungere <strong>al</strong> Rifugio, arrivati <strong>al</strong><br />

paese di <strong>Introbio</strong>, si prende la<br />

stra<strong>da</strong> per la V<strong>al</strong> Biandino, stra<strong>da</strong><br />

sterrata, di facile percorribilità.<br />

Per chi parte direttamente <strong>da</strong><br />

<strong>Introbio</strong> a piedi, il tempo per<br />

arrivare è tra le due e le tre ore. In<br />

<strong>al</strong>ternativa <strong>al</strong>la stra<strong>da</strong> gippabile,<br />

per <strong>al</strong>cuni tratti, con indicazione<br />

nei punti contrassegnati, si può<br />

percorrere il vecchio sentiero<br />

attiguo <strong>al</strong> fiume conosciuto come<br />

"via del Bitto" che percorre la<br />

v<strong>al</strong>lata, facilmente percorribile a<br />

piedi.<br />

Percorsi <strong>al</strong>ternativi<br />

Lungo il percorso, in loc<strong>al</strong>ità<br />

fontana S. Carlo, l’indicazione per<br />

Il Rifugio Dino <strong>Tavecchia</strong><br />

l’<strong>al</strong>pe Agoredo e Alpe Abbio, è<br />

una lunga <strong>al</strong>ternativa, che<br />

percorrendo una ripi<strong>da</strong> ascesa, arriva sulla spon<strong>da</strong> sinistra della V<strong>al</strong> Biandino, per poi ridiscendere il<br />

fianco della v<strong>al</strong>lata stessa dove si arriva direttamente <strong>al</strong> <strong>rifugio</strong>.<br />

Sentiero consigliato solo a buoni camminatori. Lungo e faticoso.<br />

Oltre <strong>al</strong> paese di <strong>Introbio</strong>, ma partendo d<strong>al</strong> paese di Margno, s<strong>al</strong>endo <strong>al</strong> Pian delle Betulle, una lunga<br />

camminata porta <strong>al</strong> <strong>Tavecchia</strong>, seguendo la direzione Alpe Ortighera, Làres Brusàa, percorrendo un<br />

sentiero in quota molto panoramico, e dopo due ore di cammino si giunge sulla spon<strong>da</strong> della V<strong>al</strong><br />

Biandino, dove in pochissimo tempo, scendendo il fianco della V<strong>al</strong>le si giunge <strong>al</strong> Rifugio.<br />

Cartografia essenzi<strong>al</strong>e:<br />

Carta turistico escursionistica Comunità Montana della V<strong>al</strong>sassina V<strong>al</strong>varrone V<strong>al</strong> D'Esino e<br />

Riviera (APT del lecchese) (la cartina ha un dettaglio migliore, ma la numerazione sulla mappa non è<br />

la numerazione CAI dei sentieri che viene riportata solo sulla leggen<strong>da</strong> sul retro della cartina)<br />

Carta Kompass n. 105 (Lecco-V<strong>al</strong>le Brembana)


Descrizione dell'itinerario.<br />

La “via del Bitto” (mulattiera/sentiero n. 40) [attenzione!!! sulla mappa in copertina è riportato come n. 73!!!]<br />

D<strong>al</strong>la chiesa di <strong>Introbio</strong>, posta nel centro del paese, si gira a destra in via Roma si raggiunge piazza Cavour. Si<br />

prosegue in via IV Novembre, si giria a sinistra percorrendo la via Manzoni che termina presso una fontana. Si<br />

prosegue a destra in via Al Ceppo e, dopo avere superato un lavatoio, si raggiunge un bivio dove <strong>al</strong>cuni segnavia<br />

indicano, sulla sinistra, l'inizio della mulattiera per S. Uberto, <strong>rifugio</strong> Madonna della Neve e <strong>rifugio</strong> S. Rita.<br />

Seguendo questa indicazione si superiano anche le ultime case del paese e si inizia a s<strong>al</strong>ire abbastanza<br />

ripi<strong>da</strong>mente con <strong>al</strong>cuni tornanti lungo la mulattiera, seguendo i segnavia CAI n. 73 (ex 40) (a bandiera bianca e<br />

rossa) o con le lettere VB (V<strong>al</strong> Biandino).<br />

Sulla destra si incontra la cappellina votiva dedicata a S. Uberto, protettore dei cacciatori, e un paio di panchine<br />

in legno (m. 668).<br />

La mulattiera si inoltra quindi nel bosco e procede fino a raggiungere un incrocio ove si trova un cippo<br />

caratteristico sul qu<strong>al</strong>e è stata incisa la parola Biandino con le due enne traccciate a rovescio.<br />

I segnavia indicano di proseguire diritto per i rifugi Grassi (sentiero 34) e Biandino (sentiero 40) oppure di<br />

deviare a destra sul sentiero n. 27 per raggiungere il <strong>rifugio</strong> Buzzoni, l'Alpe Motta (m. 1600), e il passo del<br />

Gan<strong>da</strong>zzo (m. 1651 a ore 2.15) ; c'è anche un sentiero che scende sulla sinistra.<br />

Si procede diritto, fiancheggiando un muretto a secco; il percorso ora è meno ripido, si supera una casa e si<br />

procede camminando tra un muretto e una siepe.<br />

Si attraversa un ruscelletto che incrocia il nostro cammino e ci si immette per la prima volta sulla stra<strong>da</strong> sterrata<br />

(a quota m. 730): il fondo strad<strong>al</strong>e in questo punto è di cementato e il tracciato procede in lieve s<strong>al</strong>ita, ne dovremo<br />

percorrere un lungo tratto, fino ad arrivare <strong>al</strong> cosiddetto "Primo Ponte", per ritrovare il sentiero con il qu<strong>al</strong>e<br />

proseguire.<br />

Si supera un cancello di colore marrone: lungo la stra<strong>da</strong> si osservano <strong>al</strong>cuni p<strong>al</strong>i di cemento che sono stati<br />

recuperati e riutilizzati, posti in vertic<strong>al</strong>e, come paracarri (ne troveremo <strong>al</strong>tri più avanti), un ruscello scorre<br />

intubato sotto la stra<strong>da</strong>; <strong>al</strong>la destra una stradina in s<strong>al</strong>ita, chiusa <strong>da</strong> una sbarra, conduce verso una proprietà<br />

privata, più avanti una freccia rossa indica a destra un sentiero molto ripido, un parapetto arrugginito protegge<br />

<strong>da</strong> un burrone sotto il qu<strong>al</strong>e rumoreggia il torrente Troggia.<br />

Dopo aver percorso un breve tratto sterrato in piano, il fondo strad<strong>al</strong>e torna ad essere in cemento ed in leggera<br />

s<strong>al</strong>ita, si ignora un sentiero che scende a sinistra e poco dopo si incontra sulla destra la deviazione (segnavia<br />

25/19) per il <strong>rifugio</strong> Buzzoni , l'Alpe Motta, loc. la Piazza, Alpe Daggio, Alpe Foppabona; i segnavia indicano<br />

anche che proseguendo diritto troveremo la sorgente S. Carlo (a ore 0.45), il <strong>rifugio</strong> Biandino (a ore 2.15) e il<br />

<strong>rifugio</strong> Madonna della Neve (a ore 2.40).<br />

Procedendo in questa direzione, passiamo accanto a una casa bianca; la stra<strong>da</strong> ora procede in piano e ridiventa<br />

nuovamente sterrata.<br />

Una stanga in legno chiude una stradina che scende verso una proprietà privata, a destra possiamo vedere una<br />

sorgente: l'acqua esce <strong>da</strong> un tubo e forma una fontanella, a sinistra in basso si vede il torrente; una cascatella<br />

scende d<strong>al</strong>la montagna a destra: l'acqua attraversa la stra<strong>da</strong> e finisce più a v<strong>al</strong>le nel torrente.<br />

Quando si raggiunge lo slargo che precede il Primo Ponte si ritrova sulla destra la Via del Bitto (siamo a quota m.<br />

849); si lascia la stra<strong>da</strong> e si prosegue sul sentiero, i segnavia indicano: la fontana S. Carlo a ore 0.30, il <strong>rifugio</strong><br />

Biandino a ore 2.00, il <strong>rifugio</strong> S. Rita a ore 3.15 e il <strong>rifugio</strong> Grassi, si entra nel bosco e si procede in lieve s<strong>al</strong>ita, a<br />

sinistra una staccionata in legno protegge il tracciato del sentiero verso v<strong>al</strong>le ove scorre il torrente Troggia.<br />

Poco dopo si raggiunge un bivio ove <strong>al</strong>cuni segnavia indicano a sinistra il sentiero 40 per la v<strong>al</strong> Biandino e a<br />

destra il sentiero 34 per il passo del Camisolo e il <strong>rifugio</strong> Grassi: si svolta a sinistra e si attraversa il torrente su<br />

un piccolo ponte.<br />

Si supera un incrocio con una stradina e proseguendo sul nostro sentiero, che ora diviene più ripido, si può<br />

osservare su un masso un segnavia bianco e rossa a bandiera accanto a una targa che ricor<strong>da</strong> una persona perita<br />

nel torrente; dopo <strong>al</strong>cuni tornanti, si percorre un lungo tratto meno ripido, poi si prosegue quasi in piano e si esce<br />

d<strong>al</strong> bosco.<br />

Si riprende a s<strong>al</strong>ire e ci si immettiamo nuovamente sulla stra<strong>da</strong> che in questo punto ha nuovamente il fondo in<br />

cemento: un cartello indica verso destra la fontana S. Carlo, il <strong>rifugio</strong> Biandino e il <strong>rifugio</strong> S. Rita.<br />

Si procede in lieve s<strong>al</strong>ita ignorando una stradina che scende a destra verso una baita; si percorre un tratto con un<br />

guardrail di colore bianco, oltrepassando un sentierino che scende a destra verso il torrente; poco dopo si<br />

raggiunge la fonte S. Carlo (m. 1060) dove ci si può dissetare con l'acqua freschissima che sgorga d<strong>al</strong>la fontana.


Sulla destra è possibile scendere verso la fontana vecchia, mentre a sinistra s<strong>al</strong>e il sentiero n. 52 per l'Alpe<br />

Agoredo (m. 1826 a ore 1.30).<br />

Si procede lungo la stra<strong>da</strong> ignoriando uno sterrato che s<strong>al</strong>e a sinistra; dopo un <strong>al</strong>tro tratto di percorso protetto<br />

con il guardrail bianco, si incrocia nuovamente, e si imbocca, il sentiero che s<strong>al</strong>e a sinistra: un segnavia indica le<br />

Baite <strong>al</strong>la Sc<strong>al</strong>a (a ore 1.00), il <strong>rifugio</strong> Bocca di Biandino (a ore 1.20) e il <strong>rifugio</strong> Madonna della Neve (a ore<br />

1.45).<br />

Si Procede in lieve s<strong>al</strong>ita nel bosco, si può osservare un segnavia con il n. 40 su un grosso blocco di cemento, il<br />

Troggia scorre <strong>al</strong>la nostra destra un poco più in basso, un rivolo d'acqua scende <strong>al</strong>la nostra sinistra e <strong>al</strong>laga il<br />

sentiero.<br />

Si supera un torrente su un ponticello e proseguendo quasi in piano si raggiunge l'agriturismo La Baita.<br />

Continuando si incontra un tratto protetto a destra con delle p<strong>al</strong>ine verdi e corde d'acciaio, si supeano il letto di<br />

un torrente in secca che scende d<strong>al</strong>la nostra sinistra e poi un rivolo d'acqua che bagna il cammino.<br />

Ora siamo a fianco del Troggia, dopo un lungo tratto quasi in piano si riprende a s<strong>al</strong>ire, dopo essere transitati<br />

sotto i cavi elettrici dell'<strong>al</strong>ta tensione, il sentiero ritorna in piano, si esce d<strong>al</strong> bosco e si cammina su delle pietre<br />

franate.<br />

Dopo un breve tratto in s<strong>al</strong>ita, il sentiero ritorna ad essere pianeggiante e passa sopra <strong>al</strong>tre pietre cadute d<strong>al</strong>la<br />

montagna, si riprende a s<strong>al</strong>ire dolcemente rientrando nel bosco mentre il torrente <strong>al</strong>la nostra destra forma una<br />

cascatella.<br />

Ora la pendenza aumenta leggermente, sulla destra si riesce a intravedere una cascata (una traccia di sentiero si<br />

dirige in quella direzione); il nostro sentiero procede con <strong>al</strong>cuni tornanti <strong>al</strong> fresco del bosco tra noccioli e betulle,<br />

sull'<strong>al</strong>tro lato della v<strong>al</strong>le, lungo la stra<strong>da</strong>, si vede la Baita Piero Magni.<br />

Si oltrepassa un <strong>al</strong>tro ruscello e si raggiunge un'area di sosta con un tavolo di legno e delle panche. Poco oltre ci<br />

sono le vecchie Baite <strong>al</strong>la Sc<strong>al</strong>a (m. 1379).<br />

Dopo un tratto in piano si riprende a s<strong>al</strong>ire superando anche <strong>al</strong>cuni gradini, si incontra un <strong>al</strong>tro ruscello; qui il<br />

percorso è protetto con dei cavi di acciaio; si procede ancora fino a raggiungere un cippo a forma di obelisco con<br />

la scritta "55 Rosselli", posto in posizione panoramica su di un s<strong>al</strong>to di roccia.<br />

Passiamo nuovamente, in piano, sotto i cavi dell'<strong>al</strong>ta tensione, mentre già si comincia ad intravedere la sagoma<br />

bianca del <strong>rifugio</strong> Bocca di Biandino; dopo un tratto protetto con funi di acciaio ci si immette nuovamente sulla<br />

stra<strong>da</strong> nei pressi di un ponte e di una cascata; un segnavia indica: Bocca di Biandino m. 1493; il <strong>rifugio</strong> Madonna<br />

della Neve a ore 0.30, il <strong>rifugio</strong> Santa Rita a ore 1.30 e la Bocchetta di Trona a ore 2.15.<br />

Seguendo la stra<strong>da</strong>, bastano pochi passi per arrivare <strong>al</strong> <strong>rifugio</strong> <strong>Tavecchia</strong> che troviamo sulla sinistra.<br />

Poco oltre la v<strong>al</strong>le si fa più aperta, il panorama si <strong>al</strong>larga e appaiono le montagne.<br />

Alta v<strong>al</strong> Biandino

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