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Louis Hjelmslev, Teoria del linguaggio. Résumé - Università degli ...

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Testi e linguaggi 4-2010 II bozza:Testi e linguaggi.qxd 09/12/10 17:26 Pagina 324<br />

R E C E N S I O N I E L E T T U R E<br />

Secondo, la ragione concettuale. L’espressione coniata da Saussure, per il<br />

quale «la lingua è una forma non una sostanza», trova nel <strong>Résumé</strong> l’esplicitazione<br />

più analitica e completa. La forma è la grammatica: che per<br />

Saussure come per <strong>Hjelmslev</strong> non è la descrizione <strong>del</strong>la lingua attraverso<br />

le categorie tradizionali: sostantivo, verbo, aggettivo, pronome ecc. Le<br />

categorie tradizionali non sono la risposta alla domanda sulla natura <strong>del</strong><br />

<strong>linguaggio</strong>; sono caso mai il problema. Che sono? Da dove vengono? Su<br />

cosa poggiano? Sono universali o variano in maniera significativa con le<br />

lingue? Per <strong>Hjelmslev</strong>, come già per Saussure, la grammatica è un sistema<br />

di relazioni, niente altro che relazioni: di equivalenza, d’opposizione,<br />

d’implicazione o assenza di implicazione (il grado zero di reciprocità, o<br />

“costellazione”). Temi lessicali e morfologici, coniugazioni, declinazioni,<br />

composizioni frasali e complessi di frasi sono manifestazioni di un gioco<br />

di opposizioni, correlazioni e implicazioni. Questo sistema di relazioni<br />

prende in glossematica il nome di “Sistema <strong>del</strong>le dipendenze” e con il <strong>Résumé</strong><br />

<strong>Hjelmslev</strong> porta a compimento l’obiettivo che si era prefissato otto<br />

anni prima nella Catégorie des cas 3 : descrivere in un sistema coerente le<br />

relazioni che costituiscono la grammatica di qualsiasi lingua. La glossematica<br />

mette la morfologia e la composizione morfologica al centro di<br />

tutto il proprio sistema descrittivo, contrariamente alla linguistica di<br />

Chomsky che al centro <strong>del</strong>la propria descrizione ha messo l’unità di frase<br />

(il Noun Phrase o Sintagma Nominale). Mentre l’idea di forma chomskyana<br />

è la ripresa consapevole e teorizzata <strong>del</strong>la concezione che <strong>del</strong>la lingua<br />

hanno avuto i grammatici di Port Royal e la linguistica cartesiana, il<br />

concetto di forma di Saussure e di <strong>Hjelmslev</strong> è un prodotto <strong>del</strong> Novecento<br />

che non ha avuto precedenti nella storia <strong>del</strong> pensiero linguistico, e<br />

ha permesso di costruire una teoria <strong>del</strong> significato autonoma dal riferimento<br />

– anche se non lo esclude affatto nei processi di significazione. Il<br />

<strong>Résumé</strong> è l’opera in cui la forma linguistica meglio si dispiega nella sua<br />

complessa articolazione. John Locke, il grande filosofo empirista, si era<br />

avvicinato a un’analoga idea di forma <strong>del</strong> <strong>linguaggio</strong>, basata sulla varietà<br />

<strong>del</strong>le condizioni comunicative, piuttosto che sulla fissità dei riferimenti;<br />

ma Locke non era un linguista, né poteva avere conoscenze linguistiche<br />

tali da permettergli di elaborare una nozione di forma come quella che si<br />

sarebbe vista nel Novecento europeo.<br />

Terzo, le ragioni <strong>del</strong>l’attualità. Sebbene si riferisca esplicitamente nei sottotitoli<br />

<strong>del</strong> <strong>Résumé</strong> e dei Prolegomena alle lingue e al <strong>linguaggio</strong> verbale,<br />

<strong>Hjelmslev</strong> persegue l’obiettivo di produrre una teoria unitaria in grado<br />

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