12 «Che fai?», gli chiede. «Sinceramente pensavo <strong>di</strong> farti una foto proprio qui davanti, dove si vede bene lo stemma della polizia. Vorrei che guardassi qui con tutta la rabbia che provi, ma anche con <strong>di</strong>gnità. E sotto potresti scriverci qualcosa…». «Qualcosa cosa?!». Mezz’ora dopo, sopra le foto rapinate, quelle che l’avevano mostrata al mondo come mai avrebbe voluto, Rachele posta la foto <strong>di</strong> se stessa davanti alla polizia. Le parole che scrive sono queste: «Mi trovo qui per denunciare un abuso da parte <strong>di</strong> Stefano Richicchi e <strong>di</strong> alcuni ragazzi della mia scuola <strong>di</strong> cui non conosco il nome. Si sono impossessati <strong>di</strong> foto private e le hanno utilizzate senza il mio consenso. La polizia mi riaccompagnerà a casa. Denuncerò chiunque ha usato e userà quel materiale». Nel giro <strong>di</strong> una manciata <strong>di</strong> minuti, i “mi piace” superano <strong>di</strong> gran lunga quelli cliccati sulle foto incriminate. Stefano, in questura, continua a darsi dell’i<strong>di</strong>ota, ma la cosa più bella è che continuerebbe a insultarsi anche se fosse da solo, al sicuro, nella sua stanza. Gli <strong>di</strong>spiace da morire, perché sa <strong>di</strong> avere rovinato tutto. Non poteva immaginare, poi si <strong>di</strong>ce che sì, poteva, anzi, doveva immaginare, e impe<strong>di</strong>re che accadesse tutto quel casino. Per la prima volta, si accorge che il consenso da parte dei ragazzi più gran<strong>di</strong>, da solo, non serve, non serve averlo da un gruppo <strong>di</strong> stronzi. E ora è lì a prendersi una lavata <strong>di</strong> capo che certamente gli spetta. Ma soprattutto, pensa a Rachele, perché le deve delle scuse. E dubita che basteranno. Rachele sa che dovrà tornare a scuola, e gestire l’onda d’urto non sarà facile. Ma sa anche che è tempo <strong>di</strong> reagire, e <strong>di</strong> non lasciare che altre persone le affibbino etichette violente che la possano storpiare. Non vuole essere più una vittima, e non vuole più dare potere a chi non se lo merita. Ci sarà tempo per imparare, ma sa <strong>di</strong> avere già iniziato a farlo.
Durante il viaggio <strong>di</strong> ritorno riascolta Again, ma questa volta se la de<strong>di</strong>ca. Was to walk away / From you my love / Could I laugh again? È lei l’amore <strong>di</strong> se stessa. E la risposta è sì, tornerà a ridere <strong>di</strong> nuovo. 13