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SE MI LASCI TI CANCELLO di Lorenza Ghinelli ... - NavigareSicuri

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6<br />

«Sei uno stronzo». E si <strong>di</strong>resse verso il corridoio.<br />

«Aspetta!» Stefano provò a fermarla, ma il ragazzo colse al balzo la sua<br />

occasione <strong>di</strong> rivincita.<br />

«Inutile che la insegui, tanto hai perso la scommessa!»<br />

Rachele si girò all’istante, come fulminata.<br />

«Quale scommessa?»<br />

«Click, click, click», rispose il ragazzo, schiacciando l’invisibile interruttore<br />

della sua altrettanto invisibile macchina fotografica.<br />

«Cosa significa?», chiese Rachele con la voce spezzata, guardando<br />

alternativamente quel ragazzo e Stefano, che bruciava in un silenzio<br />

imbarazzato e dolente.<br />

«Significa che mica credevamo che uno sfigato come lui potesse stare<br />

con una fighetta come te, gli abbiamo chiesto le prove, e lui ce le ha<br />

date. A proposito, vieni bene in foto, vero ragazzi?». Le loro risate volgari<br />

le squartarono il cuore. Rachele comprese che il gioco tra lei e Stefano<br />

non era mai stato al sicuro dal mondo. Soprattutto, comprese <strong>di</strong> essersi<br />

fatta raggirare e ferire dal ragazzo che amava. Stefano non aveva argomenti<br />

e nemmeno forze per affrontare Rachele, ma ne aveva per un’unica<br />

cosa, la più stupida, la più insensata, la più istintiva: picchiare quel<br />

ragazzo come se rappresentasse l’origine <strong>di</strong> ogni suo problema, come<br />

se fosse lui la causa <strong>di</strong> quel <strong>di</strong>sastro, e non la sua stupi<strong>di</strong>tà. Perché era<br />

stato stupido a fidarsi e a <strong>di</strong>vulgare le foto della sua ragazza nuda, solo<br />

per <strong>di</strong>mostrare che, nonostante fosse il più piccolo, già faceva sesso.<br />

Continuò a insultarsi da solo, nella sua testa, mentre si rotolava sul pavimento<br />

del bagno prendendosi a pugni con quello stronzo. Quando sopraggiunse<br />

il bidello a separarli, si accorse che Rachele non c’era più.<br />

«Me la paghi bello, me la paghi davvero», lo minacciò quello <strong>di</strong> quinta,<br />

col labbro spaccato.<br />

Rachele aveva corso lungo il corridoio col viso in fiamme, la pancia in<br />

subbuglio e i pensieri che sanguinavano. Ora, giunta in classe, non riusciva<br />

a calmarsi. Continuava a pensare alle foto. Chi le aveva adesso?<br />

Come aveva fatto a lasciarsi trascinare in una cosa tanto stupida?

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