1-2012 - la fondazione otaf

28 SEMI DI BENE 01-2012
a bacìo) lascia spazio all’alno verde (drosa).
Raggiunta la cima, si può osservare la
varietà arborea che la circonda: a est e a
sud la faggeta, a nord/ovest la pecceta
(detta bosco nero, piantagione realizzata
tra il 1892 e 1894) e un limitato giovane
lariceto. I versanti erbosi della vetta, a parte
qualche pianta o arbusto pioniere, forse
non si imboschiranno che tra molti anni.
A Pian Camoghè, lungo il sentiero che
vien da Brè Paese verso la Bolla, s’incontra
il gigante del Boglia: un faggio dalla
circonferenza di circa 5 metri, svettante
oltre i 25 metri. Su un pendio disseminato
da roccette affioranti e pascolo magro,
sopra il Pian Soldino, si notano alcuni pini
mugo (sicuramente la ghiandaia ha portato
i semi dai Denti della Vecchia, dove
esiste una delle due mugete cantonali).
Altra particolare pianta: il maggiociondolo
vestito di grappoli d’oro , sul crinale che
scende a sud/ovest .
I fiori.
I fiori del Boglia meritano un capitolo a
parte, tant`è la loro varietà e, quindi, se ne
elencano che una minima parte. Dalla rosa
di Natale all’orchidea maculata, dalla
primula farinosa all’aconito napello, dallo
spaviere dei boschi al cardo dentellato,
dal centocchio al giglio di monte, dal non
ti scordar di me alpino all’arnica, dall’erba
di San Giovanni al garofano montano,
dalla carlina bianca al raperonzolo montano,
dall’orchide sambucina a fiori gialli
all’euforbia cipressina è tutto un susseguirsi
di fioriture stagionali. Da diversi anni,
sul versante italiano della vetta, si è insediato
l’elleboro verde (prima d’allora limitato
alla sola valle di Muggio). Dunque,
lasciamo ai nostri lettori il piacere di andare
a scoprire e conoscere queste piccole
meraviglie della natura.
Passodopopasso
La vetta innevata.
Il gigante del Boglia, Pian Camoghè, m 1140. Dal mare di nebbia emerge il Generoso.
Il monte Boglia, per chi sa cercarli e trovarli,
è ricco di funghi. Purtroppo il mio sapere
in questo campo è molto limitato e
mi soffermo al solo fotografarli e catalogarli,
basandomi sulla letteratura ufficiale.
La fauna.
E’ un monte abitato da cervi, caprioli,
cinghiali, qualche camoscio e volpi. Con la
neve se ne scopre più facilmente la presenza
attraverso le loro tracce mentre, da
primavera in poi, tra l’erba alta, si possono
osservare: le lettiere dei cinghiali e i larghi
spazi di terreno rivoltati alla ricerca di radici;
i nidi dei neonati cerbiatti.
Personalmente ho avuto degl’incontri
casuali ravvicinati con cervi, caprioli e camosci.
A maggio il canto del cucu e il tambureggiare
del picchio si rincorrono nel
bosco. Il volo della poiana e lo sfrecciare
delle rondini, ricordano che la natura attorno
a noi è ancora vitale. Quest’estate
scorsa, a notte fonda e dopo anni d’assenza,
ho udito il gufo mentre la civetta è
tutt’ora di casa.
Il panorama dalla vetta.
Pure non essendo così elevata (m 1516),
la vetta del Boglia offre un a giro d’orizzonte
veramente eccezionale. Da lassù lo
sguardo spazia su: Lugano e il suo lago, la
gran parte del distretto; la Sighignola, il
Generoso e il S.Giorgio, la pianura lombarda;
il lago Maggiore di Luino e Stresa;
il gruppo del monte Rosa e del Mischabel;
le cime del locarnese e della valle Ver -
zasca; il Basodino d’Antabia; le cime della
Riviera e di Blenio; il Medel e il Tödi; dal
Tamaro al Lema; il Camoghè e le vette dominanti
il lago di Como. Nelle giornate
limpide invernali, si possono scorgere il
Monviso (molto basso sull’orizzonte di
sud/ovest) e la “becca” terminale del
Cervino (tra il Rosa e il Michabel). Le tre
nuove panchine di castagno rustico, invitano
a soffermarsi per “tuffarsi” e conoscere
questo grandioso panorama
L’alpe della Bolla.
Occupa un assai grande pianoro ondulato
a m 1129. Sul lato a monte si vedono
tre edifici: la sosta o stallone per i bovini
e la casera, costruiti negli ultimi decenni
dell’800 nonchè il ristorante alpe
della Bolla del 1908, aperto da maggio a
ottobre. L’alpe viene caricato dai primi di