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Levate Insieme Dicembre 2010 - Comune di Levate

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CELEBRAZIONI PER IL 4 NOVEMBRE<br />

Riportiamo <strong>di</strong> seguito il <strong>di</strong>scorso pronunciato dal Sindaco Federica<br />

Bruletti in occasione delle celebrazioni per il 4 novembre,<br />

che a <strong>Levate</strong> si sono tenute la mattina <strong>di</strong> domenica 7 novembre.<br />

Un grazie agli Alpini e agli Artiglieri per il loro prezioso<br />

aiuto nell'organizzazione della manifestazione. Un ringraziamento<br />

anche ai bambini delle classi quarte e ai loro catechisti<br />

e catechiste per aver partecipato al momento del ricordo leggendo<br />

dei pensieri scritti per l'occorrenza..<br />

Veglia<br />

Un'intera nottata buttato vicino ad un compagno massacrato<br />

con la bocca <strong>di</strong>grignata volta verso il plenilunio<br />

con la congestione delle sue mani penetrata nel mio silenzio<br />

ho scritto lettere d'amore e non sono mai stato tanto attaccato<br />

alla vita.<br />

Con questa poesia scritta il 23 <strong>di</strong>cembre 1915 Giuseppe Ungaretti<br />

descrive, in pochi, efficacissimi versi, l'orrore della prima<br />

guerra mon<strong>di</strong>ale, che terminò il 4 novembre 1918 lasciandosi<br />

<strong>di</strong>etro un pesantissimo bilancio <strong>di</strong> vite umane perdute.<br />

Pochi giorni fa, mentre rileggevo questa poesia dalle immagini<br />

così crude, stu<strong>di</strong>ata sui banchi <strong>di</strong> scuola, mi sono ritrovata a<br />

pensare: chissà cosa avranno pensato realmente, cosa avranno<br />

visto e patito – e cosa tutt'oggi vedono e patiscono, in altre<br />

parti del mondo – tutti quei soldati, quei civili, quelle donne,<br />

quegli uomini e quei bambini che hanno vissuto o vivono in<br />

uno stato <strong>di</strong> guerra.<br />

C'è chi, come me, fortunatamente può solo immaginare cosa<br />

significhi essere in guerra, avere fame, avere sete, avere freddo,<br />

sentire il rumore delle bombe e delle mitragliatrici, vivere nella<br />

costante paura <strong>di</strong> morire.<br />

Oggi in qualche modo riviviamo quelle esperienze e siamo<br />

posti <strong>di</strong> fronte alle immagini <strong>di</strong> persone uccise, mutilate e deperite<br />

attraverso la televisione e attraverso internet, ma è come<br />

se questa sovraesposizione me<strong>di</strong>atica ci avesse reso in<strong>di</strong>fferenti.<br />

Guar<strong>di</strong>amo bambini che muoiono <strong>di</strong>laniati dalle mine antiuomo<br />

mentre consumiamo tranquillamente la nostra cena; tra un<br />

antipasto, un primo e un secondo parliamo <strong>di</strong> conflitti che<br />

sconvolgono il mondo da anni o perfino decenni. E se le immagini<br />

sono troppo cruente cambiamo canale e ci <strong>di</strong>straiamo pensando<br />

ad altro.<br />

Forse dovremmo considerare questa giornata un'occasione per<br />

non cambiare canale, né saltare quella pagina del giornale che<br />

ci <strong>di</strong>sturba. Un'occasione per non scappare <strong>di</strong> fronte alle dolorose<br />

immagini <strong>di</strong> persone morte o ferite, per mostrare a noi<br />

stessi e al mondo ciò che, purtroppo, i nostri soldati e i civili<br />

hanno patito durante il primo conflitto mon<strong>di</strong>ale e tutte le altre<br />

guerre in cui il nostro e altri paesi sono stati o sono coinvolti. È<br />

un orrore che si ripete continuamente, senza sosta.<br />

Oggi abbiamo la possibilità <strong>di</strong> riflettere sulla storia dell'Italia e<br />

<strong>di</strong> ringraziare chi, con il sacrificio della vita ci ha permesso <strong>di</strong><br />

vivere in un paese unito e democratico. Un'occasione per tramandare<br />

alle giovani generazioni un messaggio importante, un<br />

messaggio che dev'essere <strong>di</strong> pace, <strong>di</strong> speranza e <strong>di</strong> coesione.<br />

4<br />

LEVATE insieme

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