Lanterna Magica - Soroptimist International Club di Fano

SOROPTIMIST INTERNATIONAL
CLUB DI FANO
Presidente: Maria Teresa Macchi Gentili
L a n t e r n a M a g i c a
d i S i l v i a C a r i n g i
Opera d’arte realizzata in occasione del
progetto nazionale soroptimista:
Il barocco e l’arte:
identità culturale e simbolo di pace
A n n o 2 0 0 7

Si ringraziano:
lo studio Pao Atelier d’arte e d’architettura per la
progettazione e la direzione esecutiva dell’opera;
la ditta Tiledream di Fano per la produzione
dell’opera;
la socia soroptimista del Club di Fano sig.ra
Mariella Lungarini e il sig. Francesco Lungarini
per aver reso possibile la realizzazione dell’opera.

Serie limitata. Pezzo n.1
Anno di produzione dell’opera 2007.
Autrice dell’opera:
arch. Silvia Caringi - sorptimista Club di Fano –
Opera realizzata in vetro e procedimento in
stampa cromalin, con riproduzione della
xilografia e testo scenico tratta da “ Intermedii /
da rapresentarsi in musica / nel Filarmindo /
che si dovrà recitar / in / Fano / l’anno /
M.DC.XXX.VII / in Iesi”.
Volume 7 A / I 7 c 7 5 / m / 1,24 Pesaro,
Biblioteca Oliveriana.

Opera d’arte realizzata in occasione
del progetto nazionale ed europeo
sorptimista dal titolo “ Il Barocco e l’arte:
identità culturale e simbolo di pace”,
commissionato dalla Presidente del
Soroptimist Club di Fano, sig.ra Maria
Teresa Macchi Gentili in carica per il
Biennio 2005-2007, per il Soroptimist
Nazionale d’Italia, rappresentato dalla
Presidente Nazionale in carica per il Biennio
2005-2007, sig.ra Teresa Gualtieri.
La soroptimista del Club di Fano arch.
Silvia Caringi, autrice dell’opera, in merito
alla Lanterna Magica racconta.
La mia passione per il teatro, fin
quando da bambina ho scoperto il luogo
della scena, non poteva che coniugarsi con
la produzione artistica di Giacomo Torelli,
scenotecnico fanese. Ho perciò pensato, su
invito della Presidente del Club di Fano, di
creare un’opera che evocasse il luogo
scenico, quel luogo in cui si costruiscono e
prendono vita le azioni drammaturgiche; lo
spazio dove le emozioni, i sentimenti
trovano forma artistica per essere
comunicati.
L’opera, Lanterna Magica, è così
intitolata in omaggio all’uomo di teatro
Joseph Svoboda che con questo nome ha

dato vita alla sua prima esperienza teatrale
negli anni ’30 a Praga. Ricordo con affetto,
durante la mia vita di studentessa, i
colloqui con Svoboda, le cui opere sono
simbolo del gioco magico del teatro.
L’atto di accendere con il fiammifero le
candele - carico di significati simbolici
come la nascita, l’iniziazione…- rievoca
l’antico gesto proprio del teatro, oggi
semplificato e codificato nell’azione di
apertura del sipario, con cui lo spettacolo
ha inizio.
Ma la fiamma di una candela è luce
che trema, che ammorbidisce i contorni,
così da diventare ponte tra il reale e
l’irreale, tra la realtà e la finzione teatrale,
permettendo allo spettatore di avvicinarsi
alla parte più buia dell’ essere, toccando e
sfiorando le corde più profonde del
personaggio umano che va in scena.
Come per magia, la fiamma delle
candele della Lanterna Magica rievocano la
scrittura scenica del Prologo del Filarmindo,
opera allestita a Fano nel 1637,
recentemente attribuita a Giacomo Torelli,
testimonianza della sua più antica
produzione artistica*: come per magia, dalla
piccola fiamma delle candele emerge la
descrizione scenografica della nascita di

Fano che, tra vortici di nuvole sospese tra
terra e cielo, dal Tempio della Fortuna
uscirà con il suo scudo. In esso vi è
raffigurato un leone di guardia alla Porta
del Tempio, in nome della pace ritrovata,
simboleggiata da tre rastrelli bianchi e tre
rossi alzati dai cittadini fanesi, riuniti dopo
le guerre civili.
NOTA
* Luca Ferretti, Intermedii ne “ Il Filarmindo” in
“Giacomo Torelli. L’invenzione scenica nell’Europa
barocca “ a cura di Francesco Milesi. Fano. Anno
2000. Volume realizzato in concomitanza della mostra
su Giacomo Torelli, tenuta a Fano dall’8 luglio al 30
settembre 2000.

Riproduzione in fotografia del Prologo tratto dagli
“Intermedii.” realizzati da Giacomo Torelli per
l’allestimento in Fano (1637) del Filarmindo. Pesaro,
Biblioteca Oliveriana.
(fotografie di Silvia Caringi 2007)