Gazzettino Ladispoli Marzo 2011.indd - Alaservizi.It
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manifestazioni<br />
I TEMI<br />
Questi i premiati: per la scuola “Corrado Melone”,<br />
Alessio Tramontana, Matilde Tarullo, Marina<br />
Maddaluno, Martina Colicci e Ilaria Tozzo;<br />
per la scuola “Ilaria Alpi”, Giulia Squillace, Martina<br />
Esposito, Claudio Del Bene (poesia), la classe<br />
II C e il gruppo della III B composto da Salvatore<br />
Amato, Gaia Cortesini, Claudia Piergentili, Marco<br />
Guerrisi e Manuela Vertecchi. Qui di seguito<br />
pubblichiamo i primi cinque temi svolti dai ragazzi<br />
della “Corrado Melone” (proseguiremo con gli<br />
altri nel prossimo numero).<br />
Un lungo viaggio<br />
“Ragazzo mio, tanto, tanto tempo fa, insieme ai<br />
miei compagni di scuola girai l’<strong>It</strong>alia… partendo<br />
da Trieste fino alla Calabria e da lì alla volta della<br />
Sicilia e della meravigliosa Sardegna.<br />
Mi accorsi, mentre camminavo per il nostro paese,<br />
della bellezza che noi abbiamo e, lasciando da parte<br />
gli scandali e le cose che non vanno sempre bene,<br />
ero felice di quella Nazione di cui facevo parte<br />
e dicevo, tra me e me, che alla fin fine tutti i paesi<br />
del mondo avevano i loro problemi ma nel nostro<br />
la varietà dei paesaggi, delle lingue, delle tradizioni,<br />
la straordinaria diversità, la solidarietà e la voglia<br />
di fare erano una ricchezza inesauribile.<br />
Pensavo questo mentre vedevo il Duomo di Milano<br />
e le sue alte guglie che guardano verso l’alto o<br />
le scogliere della Sardegna che ti lasciano quell’immenso<br />
blu negli occhi… o ancora le montagne tra<br />
cui svetta il Monte Bianco o i precipizi della Calabria<br />
che lasciano la vista appesa al mare come in<br />
un sogno e ti danno quel senso di libertà infinita.<br />
In <strong>It</strong>alia non ci sono solo panorami pittoreschi ma<br />
anche antichissimi resti, meravigliose tracce: Greci,<br />
Fenici, Arabi ed Etruschi che ci hanno lasciato<br />
le loro impronte; la storia antica con il Colosseo<br />
simbolo di Roma caput mundi e la Valle dei Templi<br />
in Sicilia, insomma…<br />
E le biblioteche e le università come quella di Bologna,<br />
Padova o Napoli.<br />
Della “nostra” <strong>It</strong>alia si potrebbe parlare all’infinito; vogliamo<br />
citare i poeti e gli artisti? Dante,<br />
Michelangelo… Ma tu che stai studiando,<br />
forse ne sai più di me.<br />
Sì, pensavo a tutto questo,<br />
quando attraversavo lo Stivale.<br />
Tu dirai “erano altri tempi!”. Va bene, è vero sono<br />
trascorsi parecchi anni, però non cambia il fatto<br />
che il passato ci ha donato un patrimonio glorioso.<br />
Il presente è un po’ incerto ma il futuro sarà…<br />
sarà… spero per te che sarà stra-bello.<br />
Capisci? 150 anni sembrano tanti ma rispetto alle<br />
ere geologiche e al futuro sono pochi anzi pochissimi<br />
e quindi godiamoceli!<br />
Noi vecchi dovremmo cercare di aiutare le giovani<br />
generazioni perché esse sono il futuro e perché<br />
il futuro è quello che farà andare avanti il Paese e<br />
continuare la sua storia.<br />
Per la “nostra” Nazione molti si sono battuti e mi<br />
sembra doveroso pensare che il loro sangue non<br />
sia stato versato inutilmente.<br />
Quando ho sentito Roberto Benigni che parlava<br />
dell’Unità d’<strong>It</strong>alia, quel lungo viaggio mi è tornato<br />
in mente, mi è venuta una stretta al cuore perché<br />
non ricordavo più che la “nostra” Nazione… la<br />
“nostra”… che la “nostra” Nazione fosse così bella!<br />
“Nonno, nonno ma tutto questo lo avevi capito da<br />
un viaggio?”. “Sì... più o meno… un lungo viaggio”.<br />
Alessio Tramontana - II M Corrado Melone<br />
Genova, 4 maggio 1860<br />
“Cara mamma, ho deciso, parteciperò alla spedizione<br />
di Garibaldi. Ti prego, non essere triste e non<br />
preoccuparti per me perché starò bene. Non posso<br />
restare qui con le mani in mano mentre tutti si stanno<br />
impegnando e stanno mettendo in gioco la propria<br />
vita per riunire l’<strong>It</strong>alia. Anch’io voglio farlo, ma<br />
soprattutto devo farlo perché se non andassi a combattere<br />
e il Paese riuscisse a riunirsi, per me sarebbe<br />
come una vittoria, una felicità non meritata. Ricordati<br />
che ti vorrò sempre bene, un bacio.<br />
Tuo Stefano Olivari”.<br />
Era la sera del 4 maggio 1860, la vigilia della partenza.<br />
Dopo aver spedito la lettera sono tornato a<br />
casa e mi sono messo a letto. Non riuscivo a prendere<br />
sonno, ero troppo emozionato e allo stesso<br />
tempo triste perché forse non sarei più tornato da<br />
mia madre, non l’avrei più abbracciata, non avrei<br />
più gustato le sue<br />
squisite pietanze,<br />
ma ne valeva<br />
la pena.<br />
Preferivo<br />
migliorare<br />
la mia<br />
Patria tentando di tornare per vederla bella, che<br />
restare a guardare un Paese dilaniato. Io dovevo<br />
fare il mio dovere e il giorno dopo sarei partito. E<br />
così fu: la mattina seguente siamo salpati da Quarto<br />
(vicino Genova) con due navi rubate alla Società<br />
di Navigazione Rubattino. Eravamo un migliaio,<br />
non tanti, ma si stava stretti e scomodi lo stesso.<br />
Dopo qualche giorno siamo arrivati a Marsala e abbiamo<br />
ingaggiato una dura battaglia contro i borbonici a<br />
Calatafimi. All’inizio avevo molta paura e mi ero allontanato,<br />
ma quando mi riferirono la morte del mio<br />
grande amico Giovanni Armanino mi fiondai nella<br />
battaglia per vendicarlo. Nonostante fossimo in minoranza<br />
siamo riusciti comunque a vincere. Esaltati dalla<br />
vittoria sono arrivati uomini da tutta <strong>It</strong>alia e ci hanno<br />
aiutato nelle battaglie di Palermo e Milazzo. Poi siamo<br />
arrivati a Napoli dove il nostro capo Garibaldi ha assunto<br />
la dittatura del Regno delle due Sicilie.<br />
Tutti contenti, entusiasti e orgogliosi abbiamo<br />
proseguito verso Roma. A Teano, però, abbiamo<br />
incontrato il Re e Garibaldi gli ha consegnato il<br />
Regno delle due Sicilie con un solenne discorso<br />
nella commozione generale. Con le nostre camicie<br />
rosse (simbolo di libertà) esultavamo per<br />
l’indipendenza dagli stranieri. La mia Patria era finalmente<br />
unità. Era una sensazione stupenda che<br />
non avevamo mai provato.<br />
Sono tornato da mia madre e lei in lacrime mi ha<br />
abbracciato. In seguito sono ripartito per Genova.<br />
Io ero contentissimo, ero riuscito a tornare sano e<br />
salvo per vedere la mia Patria libera.<br />
Il 17 marzo 1861 venne ufficialmente proclamata<br />
l’Unità d’<strong>It</strong>alia. Da allora ogni mattina si respirava<br />
un’aria nuova, di allegria. Perfino il mio scorbutico<br />
vicino di casa era più gentile. Ovunque si<br />
andava, tutti salutavano con il sorriso stampato<br />
in faccia. Anche se ora i problemi erano aumentati<br />
(mancanza di lavoro, distruzione delle città,<br />
morti e un mosaico di culture da ricongiungere),<br />
la gente era felice perché si era avverato un desiderio<br />
per cui tanti uomini avevano combattuto e<br />
che il Paese non riusciva a realizzare dai tempi del<br />
disfacimento dell’Impero Romano: l’Unità d’<strong>It</strong>alia.<br />
Matilde Tarullo - III R Corrado Melone<br />
marzo 2011<br />
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