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Musica nell'ateneo tra passato e presente - Università degli Studi di ...

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Saldamente ancorata al <strong>passato</strong><br />

e profondamente ra<strong>di</strong>cata<br />

nel <strong>presente</strong>: così è stata,<br />

sin dagli inizi, la rassegna Siculorum<br />

Gymnasii <strong>Musica</strong>, che<br />

proprio nel 2004 ha celebrato la<br />

sua quinta e<strong>di</strong>zione a <strong>di</strong>stanza<br />

<strong>di</strong> <strong>di</strong>ciotto anni dalla fondazione,<br />

avvenuta nel 1986. È, dunque,<br />

tempo <strong>di</strong> un primo bilancio<br />

per il cartellone musicale<br />

che lega le sue sorti e il suo<br />

nome a quelli dell’ateneo catanese,<br />

non tanto allo scopo <strong>di</strong><br />

stilare statistiche o <strong>di</strong> stabilire<br />

inutili primati in un territorio,<br />

come quello etneo, in cui l’offerta<br />

musicale appare in continua<br />

e non sempre equilibrata<br />

crescita, quanto per verificare il<br />

grado <strong>di</strong> pene<strong>tra</strong>zione della proposta<br />

universitaria nel più<br />

ampio tessuto culturale e sociale<br />

della città, segnando il mutamento<br />

del gusto e della fruizione<br />

<strong>di</strong> un pubblico non solamente<br />

studentesco.<br />

Erano tempi eroici, quelli in<br />

cui nacque Siculorum Gymnasii<br />

<strong>Musica</strong>, che coincisero con una<br />

tappa fondamentale della storia<br />

dell’ateneo catanese: rivoluzionando<br />

la politica <strong>di</strong> allocazione<br />

delle strutture universitarie,<br />

infatti, una parte della facoltà <strong>di</strong><br />

Lettere e Filosofia si <strong>tra</strong>sferì<br />

nella nuova sede del monastero<br />

dei Benedettini, che così aprì i<br />

suoi interminabili corridoi, le<br />

sue sontuose celle, i suoi chiostri<br />

e refettori agli stu<strong>di</strong> umanistici.<br />

La cattedra <strong>di</strong> Storia della<br />

musica, nella persona del suo<br />

docente, Salvatore Enrico Failla,<br />

promosse ed organizzò la<br />

rassegna, <strong>tra</strong>endo spunto da<br />

un’operazione culturale <strong>di</strong> non<br />

minore rilievo: si dotò infatti <strong>di</strong><br />

una copia <strong>di</strong> un clavicembalo,<br />

realizzato dal messinese Carlo<br />

Grimal<strong>di</strong> nel 1697 e custo<strong>di</strong>to<br />

nella preziosa collezione Rück<br />

dell’università bavarese <strong>di</strong> Erlangen,<br />

ricostruito dopo anni <strong>di</strong><br />

certosino lavoro da un rinomato<br />

artigiano fiorentino, Franco<br />

Barucchieri.<br />

storia dell’ateneo<br />

<strong>Musica</strong> nell’ateneo <strong>tra</strong> <strong>passato</strong> e <strong>presente</strong><br />

La rassegna “Siculorum Gymnasii <strong>Musica</strong>” (1986-2004)<br />

Giuseppe Montemagno<br />

«La musica tiene uniti i suoi allievi: non<br />

possono sfuggire alle note e alla misura.»<br />

(J.W. Goethe, lettera a Karl Zelter, 6 settembre<br />

1827)<br />

Da qui la scelta dei due assi<br />

intorno ai quali orientare la<br />

programmazione della rassegna,<br />

che per le prime quattro e<strong>di</strong>zioni<br />

venne ospitata nell’aula magna<br />

del monastero, riaperta alle<br />

plurime suggestioni dell’arte<br />

dei suoni: da un lato uno spiccato<br />

interesse per la musica<br />

antica, che nel cembalo trovò il<br />

suo strumento d’elezione, dall’altro<br />

l’inevitabile apertura verso<br />

una contemporaneità che da<br />

questa <strong>tra</strong>sse linfa vitale e <strong>di</strong>ventò<br />

prezioso termine <strong>di</strong> confronto.<br />

Si <strong>tra</strong>ttò, peraltro, <strong>di</strong><br />

ambiti <strong>tra</strong><strong>di</strong>zionalmente negletti<br />

dalle locan<strong>di</strong>ne delle maggiori<br />

istituzioni musicali e che vennero<br />

riconsiderati nella loro<br />

inscin<strong>di</strong>bile complementarietà<br />

come <strong>tra</strong>tti <strong>di</strong>versi e con<strong>tra</strong>stanti<br />

del fenomeno musicale, percepito<br />

nella sua in<strong>di</strong>visibilità.<br />

Frammenti <strong>di</strong> un unico <strong>di</strong>scorso<br />

sembrarono utilmente coesistere<br />

nello stesso luogo e per lo<br />

stesso pubblico, chiamato a scoprire<br />

le ricercate meraviglie del<br />

39


storia dell’ateneo<br />

repertorio barocco e le più recenti<br />

sperimentazioni della produzione<br />

contemporanea: i componimenti<br />

<strong>di</strong> Alessandro Scarlatti<br />

e Bruno Maderna, <strong>di</strong> Girolamo<br />

Frescobal<strong>di</strong> e Salvatore<br />

Sciarrino <strong>di</strong>ventarono così i poli<br />

dell’oscillazione <strong>di</strong> un pendolo<br />

<strong>di</strong> cui si intuisce l’origine<br />

comune.<br />

Non è possibile, in questa<br />

sede, ripercorrere i calendari<br />

ricchi <strong>di</strong> concerti che, ciascuno<br />

per ragioni <strong>di</strong>verse, segnano<br />

una pagina <strong>di</strong> storia, non solo<br />

della vita universitaria, ma anche<br />

<strong>di</strong> quella <strong>di</strong> tanti studenti.<br />

Sono, infatti, proprio queste<br />

manifestazioni a stimolare animati<br />

<strong>di</strong>battiti nell’ambito dei<br />

corsi universitari, come pure<br />

tesi <strong>di</strong> laurea, stu<strong>di</strong> e ricerche,<br />

avviati sulla scia <strong>di</strong> ascolti <strong>di</strong> cui<br />

presto si comprende lo scopo:<br />

agitare le acque torbide e stagnanti<br />

<strong>di</strong> un consumo musicale<br />

spesso incrostato da <strong>tra</strong><strong>di</strong>zioni<br />

acriticamente recepite.<br />

Per varietà <strong>di</strong> proposte e<br />

felicità <strong>di</strong> esiti, il caso probabilmente<br />

più significativo è rappresentato<br />

dalla terza e<strong>di</strong>zione,<br />

datata 1989: furono ultimate le<br />

esibizioni al cembalo dei più<br />

celebri antichisti del momento,<br />

da Rinaldo Alessandrini ad<br />

Enrico Baiano, da Bob van<br />

Asperen a Gustav Leonhardt,<br />

senza <strong>tra</strong>lasciare il maggior talento<br />

catanese, Salvatore Carchiolo;<br />

l’ensemble La Capriola<br />

riscoprì alcune partiture <strong>di</strong> un<br />

inesplorato fondo musicale netino,<br />

intestato a Paolo Altieri; lo<br />

Schönberg Kwartet propose, in<br />

40<br />

tre concerti, l’esecuzione integrale<br />

dei quartetti del musicista<br />

viennese; si conclusero, infine, i<br />

lavori del terzo ed ultimo seminario<br />

<strong>di</strong> concertazione <strong>di</strong> musiche<br />

da camera del novecento.<br />

Una fiorente messe <strong>di</strong> manifestazioni,<br />

nel corso delle quali gli<br />

studenti vennero attivamente<br />

coinvolti non solo nelle vesti <strong>di</strong><br />

compositori e <strong>di</strong> esecutori ma<br />

anche <strong>di</strong> musicologi, redattori<br />

delle note illus<strong>tra</strong>tive dei concerti.<br />

Poi è calato un sipario, fatto<br />

<strong>di</strong> silenzi e <strong>di</strong> attese, una pesante<br />

cortina che si è rialzata solo<br />

due volte, a <strong>di</strong>stanza <strong>di</strong> <strong>di</strong>eci<br />

anni: nel 1994, prima, e infine<br />

quest’anno. E, in en<strong>tra</strong>mbi i<br />

casi, è <strong>di</strong>ventata occasione per<br />

riprendere le fila <strong>di</strong> un ragionamento<br />

ininterrotto, per fare il<br />

punto su tendenze ed evoluzioni<br />

dell’ascolto musicale. L’unica<br />

e<strong>di</strong>zione <strong>degli</strong> anni Novanta, ad<br />

esempio, si è fregiata della<br />

performance del Gruppo strumentale<br />

musica d’oggi, che si è<br />

soffermata sul virtuosismo nella<br />

musica contemporanea; o ha<br />

immaginato un concerto per<br />

piano melo<strong>di</strong>co, che fagocita<br />

cartoni <strong>di</strong> capolavori belliniani<br />

– arie e duetti cavati da La sonnambula<br />

e Norma – nella versione<br />

salottiera, de<strong>di</strong>cata al consumo<br />

domestico. L’ultima e<strong>di</strong>zione,<br />

infine, è storia recente,<br />

che volutamente si lascia ai posteri.<br />

Il camerismo barocco, la<br />

sovrapposizione del tape ad un<br />

clarinetto che si produce dal<br />

vivo, le contaminazioni della<br />

musica etnica sono stati solo<br />

alcuni <strong>degli</strong> itinerari prospettati,<br />

percorsi multipli che idealmente<br />

hanno seguito la ramificazione<br />

sul territorio dell’ateneo<br />

catanese. È così che le manifestazioni<br />

si sono sdoppiate in<br />

due se<strong>di</strong>, il nuovo au<strong>di</strong>torium,<br />

che segna l’ultima frontiera<br />

multime<strong>di</strong>ale del monastero<br />

catanese, e la basilica <strong>di</strong> San<br />

Pietro Apostolo <strong>di</strong> Siracusa,<br />

puntualmente gremita dagli<br />

studenti del corso <strong>di</strong> laurea in<br />

Scienze dei beni culturali, attivato<br />

nel capoluogo aretuseo:<br />

per rinnovare l’entusiasmo della<br />

scoperta musicale.

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