Lingue e letterature straniere - Università degli Studi di Catania
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politiche universitarie<br />
ne conto della nuova articolazione <strong>degli</strong> stu<strong>di</strong> universitari<br />
attraverso la introduzione <strong>di</strong> un albo professionale<br />
riservato ai laureati triennali (agronomi “junior”), non<br />
può non avere rilevanti conseguenze sugli obiettivi della<br />
formazione universitaria, sui contenuti <strong>di</strong>sciplinari, sulle<br />
metodologie <strong>di</strong>dattiche, ecc. Peraltro, l’allargamento<br />
del mercato dei prodotti agricoli e le prospettive del<br />
completo abbattimento delle barriere doganali con la<br />
realizzazione <strong>di</strong> una area eurome<strong>di</strong>terranea <strong>di</strong> libero<br />
scambio, comporterà nel 2010 crescenti opportunità<br />
occupazionali per i laureati in Agraria nei paesi terzi<br />
del bacino del Me<strong>di</strong>terraneo (con assunzioni <strong>di</strong> nuove<br />
responsabilità sul piano della formazione e della ricerca).<br />
Anche per tale motivo la formazione universitaria<br />
deve essere finalizzata alla creazione <strong>di</strong> laureati in grado<br />
<strong>di</strong> operare in ambienti molto <strong>di</strong>fferenti e molto più<br />
ampi rispetto al contesto regionale.<br />
In relazione a tali problematiche, le azioni che la<br />
facoltà <strong>di</strong> Agraria sta avviando per la completa attuazione<br />
del processo <strong>di</strong> riforma collegato all’autonomia<br />
<strong>di</strong>dattica riguardano:<br />
a. la verifica e l’adeguamento dell’offerta formativa <strong>di</strong><br />
primo livello, nonché la progettazione e l’avvio delle<br />
lauree specialistiche, tenendo anche conto della<br />
<strong>Lingue</strong> e <strong>letterature</strong> <strong>straniere</strong><br />
Antonio Pioletti<br />
La facoltà <strong>di</strong> <strong>Lingue</strong> e <strong>letterature</strong> <strong>straniere</strong><br />
(FLLS), istituita nell’anno accademico 1999-<br />
2000, nell’applicare i nuovi or<strong>di</strong>namenti, ha previsto<br />
due corsi <strong>di</strong> laurea triennale presso la sede <strong>di</strong><br />
<strong>Catania</strong>, “<strong>Lingue</strong> e culture europee” (LCE) e “Scienze<br />
per la comunicazione internazionale” (SCI), nonché<br />
due corsi presso la sede <strong>di</strong> Ragusa, “<strong>Stu<strong>di</strong></strong> comparatistici”<br />
(SC) e “Scienze della me<strong>di</strong>azione linguistica”<br />
(SML). Gli immatricolati nell’a.a. 2001-2002 (al 31/1)<br />
sono risultati 950, nell’a.a. 2002-2003 1061. Sono previsti<br />
test d’ingresso unicamente per <strong>di</strong>stribuire gli studenti<br />
in classi <strong>di</strong> lettorato omogenee quanto al livello <strong>di</strong><br />
competenza linguistica. La frequenza è vivamente consigliata<br />
ma non obbligatoria. In ascesa le iscrizioni a<br />
SCI (da 627 a 862) e a SML (da 112 a 156). Per anno,<br />
il numero <strong>degli</strong> esami relativi a <strong>di</strong>scipline curriculari<br />
oscilla da un minimo <strong>di</strong> sei a un massimo <strong>di</strong> nove,<br />
tenuto conto dello sdoppiamento, previsto dagli or<strong>di</strong>namenti,<br />
<strong>degli</strong> insegnamenti linguistici in “Lingua” e<br />
“Letteratura”. Vanno aggiunti gli esami per l’acquisizione<br />
dei cre<strong>di</strong>ti liberi, uno/due per anno. Per le lingue è prevista<br />
la prova scritta propedeutica all’orale. La percentuale<br />
<strong>degli</strong> studenti che si sono iscritti al II anno –<br />
6<br />
opportunità <strong>di</strong> <strong>di</strong>versificare e ampliare l’offerta formativa,<br />
con iniziative strettamente legate alle nuove<br />
esigenze e fabbisogni formativi provenienti dal territorio<br />
(ad esempio nei settori delle biotecnologie,<br />
del territorio e dell’ambiente, ecc.);<br />
b. l’accre<strong>di</strong>tamento e la certificazione <strong>di</strong> qualità dei<br />
corsi <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>o, secondo le linee già tracciate dal<br />
MIUR e dalla CRUI, anche con la finalità <strong>di</strong> tendere<br />
ad un continuo miglioramento della qualità della <strong>di</strong>dattica<br />
ed elevare la capacità <strong>di</strong> attrazione dei corsi<br />
<strong>di</strong> stu<strong>di</strong>o;<br />
c. l’introduzione <strong>di</strong> sistemi innovativi per l’appren<strong>di</strong>mento<br />
e lo sviluppo <strong>di</strong> conoscenze anche attraverso<br />
l’impiego <strong>di</strong> tecniche ICT (information and communication<br />
technologies), con l’obiettivo <strong>di</strong> migliorare<br />
l’efficienza della <strong>di</strong>dattica e fornire supporti che<br />
consentano <strong>di</strong> ridurre il <strong>di</strong>vario oggi esistente tra<br />
durata reale e durata legale <strong>degli</strong> stu<strong>di</strong>, nonché <strong>di</strong><br />
contenere al massimo il numero <strong>degli</strong> studenti che<br />
abbandonano l’università;<br />
d. l’incentivazione allo svolgimento da parte <strong>degli</strong> studenti<br />
<strong>di</strong> perio<strong>di</strong> <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>o all’estero, utilizzando programmi<br />
dell’UE, allo stu<strong>di</strong>o delle lingue <strong>straniere</strong> e<br />
allo sviluppo <strong>di</strong> abilità informatiche.<br />
e non al I ripetente – s’attesta intorno al 55%. I corsi<br />
<strong>di</strong> Lingua sono annuali, gli altri semestrali.<br />
Nell’in<strong>di</strong>viduare l’asse formativo portante, si è tenuto<br />
conto <strong>di</strong> due livelli complementari: la specificità<br />
della facoltà e le tendenze ravvisabili nelle <strong>di</strong>namiche<br />
del mercato del lavoro.<br />
Quanto al primo livello, è apparso prioritario affermare<br />
la centralità dell’asse linguistico, a lungo trascurato,<br />
ancorandolo però a una concezione della lingua<br />
non limitata alla sua funzione strumentale, bensì<br />
correlata alla sua <strong>di</strong>mensione storico-culturale <strong>di</strong> conoscenza<br />
dei <strong>di</strong>versi mon<strong>di</strong>. Del secondo livello il tratto<br />
emergente è parso quello relativo all’esigenza <strong>di</strong> prevedere<br />
sbocchi oltre la prospettiva dell’insegnamento<br />
presso le scuole, e quin<strong>di</strong> le sfere della comunicazione<br />
internazionale e della me<strong>di</strong>azione linguistica nei settori<br />
del turismo, dell’impresa e dell’interculturalità.<br />
Manca ancora un anno per completare la fase <strong>di</strong><br />
sperimentazione, ma alcune considerazioni possono<br />
essere proposte, nel precisare però che esse, se pur<br />
devono essere interne alla ratio della riforma, inevita-
Friedrich Durrenmatt, Artisti e critici (1965)<br />
bilmente perdono senso se ignorano il contesto <strong>di</strong> quest’ultima<br />
e la sua stessa struttura.<br />
Può legittimamente sostenersi che la facoltà <strong>di</strong> <strong>Catania</strong><br />
ha in gran parte evitato la rincorsa interna da<br />
parte delle singole <strong>di</strong>scipline a occupare tutti gli spazi<br />
o il maggior spazio possibile. Non si è verificata la<br />
patetica rincorsa al cre<strong>di</strong>to in più, a esserci ovunque.<br />
Si è altresì proceduto a un graduale (ri)<strong>di</strong>mensionamento<br />
dei programmi in rapporto al peso dato dal numero<br />
dei cre<strong>di</strong>ti, senza per questo indulgere a ragionieristiche<br />
e ri<strong>di</strong>cole conte delle pagine. Si è anche progressivamente<br />
arricchita l’offerta formativa dei corsi<br />
<strong>di</strong> laurea cosiddetti professionalizzanti, SCI e SML:<br />
dal Marketing e dall’Economia culturale alla Teoria e<br />
tecnica dei mezzi <strong>di</strong> comunicazione <strong>di</strong> massa, Sociologia<br />
della comunicazione, Tecniche della narrazione e<br />
mezzi au<strong>di</strong>ovisivi, Storia e tecnica del giornalismo, Linguaggi<br />
settoriali, Geografia del turismo, ecc. Si sta<br />
tentando <strong>di</strong> misurare l’insegnamento linguistico secondo<br />
standard europei (il Portfolio). Si è proceduto alacremente<br />
all’acquisizione <strong>di</strong> attrezzature adeguate per<br />
la <strong>di</strong>dattica, del tutto assenti all’atto della nascita della<br />
facoltà. Si è dato corso a un programma ricco e articolato<br />
<strong>di</strong> “altre attività formative”.<br />
Si profila tuttavia un paradosso apparente: lo studente<br />
è sottoposto a un carico <strong>di</strong>dattico ben pesante<br />
senza che ciò comporti un significativo miglioramento<br />
dei risultati raggiunti. L’incrocio, previsto dagli or<strong>di</strong>namenti,<br />
<strong>di</strong> una offerta formativa “generalistica” e <strong>di</strong><br />
una “specialistica” crea un ibrido destinato a portare<br />
<strong>di</strong> fatto a un abbassamento dei livelli <strong>di</strong> preparazione.<br />
La velocizzazione delle carriere è molto relativa e<br />
l’obiettivo d’una reale durata triennale del corso <strong>di</strong> laurea<br />
risulta chimerico. Se una delle esperienze più positive<br />
avviate dalla facoltà è stata rappresentata dall’attività<br />
<strong>di</strong> tutorato, il taglio delle risorse finanziarie per<br />
quest’ultima previste, deciso dal ministero e dall’ateneo,<br />
elimina una delle più efficaci misure rivolte a recuperare<br />
i debiti formativi iniziali e a dare supporto in<br />
itinere allo stu<strong>di</strong>o in<strong>di</strong>viduale. La carenza <strong>di</strong> spazi, in<br />
generale, e <strong>di</strong> laboratori, in particolare, rende quanto<br />
mai precaria la possibilità <strong>di</strong> tenere corsi zero e <strong>di</strong> prevedere<br />
supporti on-line. Siffatta situazione, non è presunzione<br />
sostenerlo, è pressoché generalizzata nell’<br />
università italiana.<br />
È inutile tentare <strong>di</strong> nascondere il sole con un <strong>di</strong>to.<br />
Entrato in crisi il vecchio modello <strong>di</strong> università – ed<br />
era inevitabile –, l’attuale è un pastrocchio ove si mescolano<br />
funzioni e strutture eterogenee e mal coor<strong>di</strong>nate<br />
– formazione professionale e permanente interne<br />
ed esterne (IFTS), formazione superiore <strong>di</strong> addestramento<br />
anche alla ricerca, corsi <strong>di</strong> specializzazione a<br />
talune professioni, master e dottorati, consigli <strong>di</strong> facoltà<br />
e <strong>di</strong> corsi <strong>di</strong> laurea, <strong>di</strong>partimenti e vari comitati<br />
scientifici per le attività post laurea, ecc.–, il che tra<br />
l’altro, in presenza <strong>di</strong> una <strong>di</strong>minuzione delle risorse e<br />
<strong>di</strong> organici che non si ampliano in modo significativo,<br />
<strong>di</strong>segna un quadro confuso improntato, con le dovute<br />
eccezioni, a un pressappochismo devastante. È mancato,<br />
a livello ministeriale e <strong>di</strong> ateneo, un monitoraggio<br />
serio della fase sperimentale, resa vieppiù caotica da<br />
continui rivolgimenti che rischiano <strong>di</strong> portare a una<br />
stratificazione <strong>di</strong> or<strong>di</strong>namenti senza precedenti. All’in-<br />
7<br />
politiche universitarie
politiche universitarie<br />
terno <strong>di</strong> siffatto stato <strong>di</strong> precarietà e <strong>di</strong> deficit progettuale,<br />
quanto mai fragile è risultata essere la funzione<br />
propositiva e <strong>di</strong> supporto delle strutture interme<strong>di</strong>e dell’ateneo,<br />
in primis <strong>di</strong> una evanescente commissione<br />
<strong>di</strong>dattica. Oggi, per le lauree specialistiche, si ripete la<br />
farsa: è pronto un nuovo assetto delle classi, ma le<br />
proposte dovranno tener conto dell’attuale. Le vie della<br />
finanza creativa sono infinite e si prevedono misure<br />
e criteri volti a nascondere, ma non troppo, la reale<br />
natura dei <strong>di</strong>segni ministeriali: requisiti minimi stabiliti<br />
a posteriori, calcolo del numero dei laureati e <strong>degli</strong> occupati<br />
a un anno alla laurea come parametro per l’elargizione<br />
delle risorse, precarizzazione del lavoro. Il tutto<br />
senza risorse, anche se il ministro invoca un tutor<br />
ogni venti studenti o giù <strong>di</strong> lì.<br />
Scienze matematiche, fisiche e naturali<br />
Renato Pucci<br />
Molti riconoscono che la facoltà <strong>di</strong> Scienze<br />
matematiche fisiche e naturali costituisce da<br />
sola un ateneo in scala ridotta. Alcuni, credo,<br />
fanno questo riconoscimento con consapevolezza,<br />
comprendendo la sua complessità culturale e strutturale.<br />
A questo proposito è opportuno fornire alcuni<br />
dati relativi alla facoltà:<br />
1. i suoi 318 docenti appartengono essenzialmente a<br />
sei aree scientifico-<strong>di</strong>sciplinari: matematica, fisica,<br />
chimica, bio-naturalistica, geologica ed informatica;<br />
2. sono stati attivati 14 corsi <strong>di</strong> laurea e probabilmente<br />
saranno attivate 16 lauree specialistiche;<br />
3. i suoi docenti costituiscono il corpo principale <strong>di</strong> sei<br />
<strong>di</strong>partimenti, alcuni dei quali sono i più antichi ed i<br />
più numerosi dell’università <strong>di</strong> <strong>Catania</strong>;<br />
4. questi stessi formano la gran parte del corpo docente<br />
<strong>di</strong> 12 dottorati <strong>di</strong> ricerca.<br />
Da <strong>di</strong>versi anni si è posto, quin<strong>di</strong>, il problema, aggravato<br />
dall’avvento della riforma universitaria, <strong>di</strong> come<br />
gestire la facoltà <strong>di</strong> Scienze. Alcuni presi<strong>di</strong> avevano<br />
proposto <strong>di</strong> <strong>di</strong>videre la facoltà in due o ad<strong>di</strong>rittura in tre<br />
facoltà <strong>di</strong>verse, ma la maggior parte dei presi<strong>di</strong> è stata<br />
contraria a questa soluzione, che avrebbe minato quella<br />
ricchezza, connessa alla varietà dei saperi, propria<br />
della facoltà <strong>di</strong> Scienze.<br />
Era però necessario riba<strong>di</strong>re con forza il motivo<br />
unificatore della facoltà e questo è stato in<strong>di</strong>viduato nel<br />
metodo scientifico. Ecco perché il prof. Franco Bassani,<br />
Presidente della Società Italiana <strong>di</strong> Fisica, ed io abbiamo<br />
insistito, nella Conferenza dei presi<strong>di</strong> delle facoltà<br />
<strong>di</strong> Scienze, che in tutte le declaratorie delle classi<br />
8<br />
È veramente inutile <strong>di</strong>squisire su “Esperienze del<br />
nuovo or<strong>di</strong>namento” senza prendere atto <strong>di</strong> questi no<strong>di</strong><br />
drammatici. Il nostro operare concreto, che deve restare<br />
ben vivo e alacre, non può non accompagnarsi a<br />
una profonda rimessa in <strong>di</strong>scussione dell’attuale modello<br />
dominante <strong>di</strong> università, che ha padri anche tra le<br />
poltrone dei governi precedenti. Questioni quali la <strong>di</strong>minuzione<br />
delle risorse finanziarie, l’invecchiamento e<br />
la insufficienza <strong>degli</strong> organici, la ristrettezza <strong>degli</strong> spazi,<br />
la carenza <strong>di</strong> laboratori, la <strong>di</strong>fficoltà nell’ organizzare<br />
attività <strong>di</strong> tutorato, non sono meno concrete del pre<strong>di</strong>sporre<br />
l’orario delle lezioni, anzi. Sol che si comprenda<br />
che <strong>di</strong>segno delle classi <strong>di</strong>rigenti è quello <strong>di</strong>,<br />
garantita qualche area <strong>di</strong> “eccellenza”, lasciare alla deriva<br />
il resto dell’università pubblica. Io non ci sto.<br />
afferenti alla facoltà venisse posto, come uno <strong>degli</strong><br />
obiettivi principali, l’acquisizione del metodo scientifico.<br />
Questo basti per delineare l’elemento culturale; resta<br />
il problema organizzativo. Alcune facoltà hanno<br />
cercato <strong>di</strong> risolvere tale problema dando forti poteri al<br />
consiglio <strong>di</strong> presidenza, spesso chiamato giunta <strong>di</strong> facoltà,<br />
che praticamente decide su tutti i problemi <strong>di</strong><br />
“or<strong>di</strong>naria amministrazione”. Il consiglio <strong>di</strong> facoltà, che<br />
si riunisce quin<strong>di</strong> poche volte in un anno, delibera quasi<br />
esclusivamente sulle richieste <strong>di</strong> posti <strong>di</strong> ruolo e sulle<br />
chiamate. L’altra scelta possibile, che noi abbiamo seguito,<br />
è quella del decentramento. Ci è sembrato opportuno<br />
dare capacità decisionale a quelle strutture nelle<br />
quali effettivamente si organizza un’attività <strong>di</strong>dattica<br />
omogenea e mirata, cioè ai corsi <strong>di</strong> laurea.<br />
Con il nuovo regolamento <strong>di</strong> facoltà, ad esempio, le<br />
delibere relative alle supplenze ed ai contratti vengono<br />
fatte non dal consiglio <strong>di</strong> facoltà, ma <strong>di</strong>rettamente dai<br />
consigli delle strutture <strong>di</strong>dattiche. Ma la delega implica<br />
precise <strong>di</strong>rettive alle quali le strutture devono uniformarsi.<br />
Per questo il consiglio <strong>di</strong> facoltà ha approvato le<br />
procedure cui le strutture devono adeguarsi per il bando<br />
delle supplenze e dei contratti.<br />
In altri termini, si è scelta la via del federalismo<br />
anziché quella della oligarchia, anche se rappresentativa.<br />
Il federalismo implica, nella nostra concezione, la<br />
solidarietà. Per esempio, il surplus (rispetto alla somma<br />
necessaria per ban<strong>di</strong>re un concorso), lasciato a <strong>di</strong>sposizione<br />
della facoltà a causa <strong>di</strong> un pensionamento o<br />
<strong>di</strong> una <strong>di</strong>missione volontaria, finiva in una voce <strong>di</strong> spesa<br />
comune che serviva a riequilibrare le aree più in