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PAT Piano di Assetto del Territorio - Pieve di Cadore - Regione Veneto

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Prefazione<br />

La pianificazione urbanistica <strong>del</strong> paese<br />

Negli ultimi cinque secoli Cortina ha vissuto<br />

una situazione <strong>di</strong> “zona <strong>di</strong> frontiera”; il<br />

dominio <strong>di</strong> Venezia, <strong>del</strong>l’ Impero Asburgico<br />

e successivamente <strong>di</strong> quello Italiano, non<br />

hanno però scar<strong>di</strong>nato gli usi e le consuetu<strong>di</strong>ni<br />

millenarie <strong>del</strong> Paese. Di fatto Cortina ha sempre<br />

beneficiato <strong>di</strong> uno Status privilegiato e le<br />

proprie prerogative sono state salvaguardate,<br />

questo ha comportato che l’intero apparato<br />

socio-culturale si sia tramandato nel tempo<br />

senza grossi scostamenti. Le Viles, la lingua, le<br />

Regole, le peculiarità tra<strong>di</strong>zionali e quoti<strong>di</strong>ane,<br />

sono ancora parte integrante <strong>del</strong>la vita <strong>del</strong>la<br />

Comunità Ampezzana; Cortina, pur avendo<br />

subìto svariate influenze, ad oggi possiede un<br />

patrimonio culturale che ha ra<strong>di</strong>ce nella notte<br />

dei tempi, e che la <strong>di</strong>fferenzia da qualsiasi<br />

altra Valle, sia pure essa La<strong>di</strong>na. Se tutto ciò<br />

ha fatto in modo che attualmente Cortina sia<br />

un’entità a se stante, sarà comunque utile ed<br />

auspicabile un futuro confronto con i Paesi a<br />

noi vicini.<br />

Dalla fine <strong>del</strong>l’ ottocento e nei primi anni<br />

<strong>del</strong> novecento iniziò per Cortina una nuova<br />

stagione, dove cominciarono ad arrivare i<br />

primi turisti e le attività rurali andavano via<br />

via scemando; nascevano le prime società<br />

sportive, le Guide Alpine, gli Alberghi,<br />

importanti Società Cooperative. Dopo le<br />

vicissitu<strong>di</strong>ni note, dovute alla “Grande Guerra”<br />

ed alla Seconda Guerra Mon<strong>di</strong>ale, il territorio<br />

<strong>di</strong> Cortina subì una profonda trasformazione,<br />

che ebbe il suo apice con l’avvento <strong>del</strong>le<br />

Olimpia<strong>di</strong> <strong>del</strong> 1956. Da quel momento in poi,<br />

Ampezzo visse una grossa espansione e<strong>di</strong>lizia<br />

che comportò un aumento <strong>di</strong> popolazione<br />

“fittizio”, dovuto ad una forte immigrazione<br />

<strong>di</strong> personale addetto ai servizi richiesti, per<br />

lo più <strong>di</strong> natura e<strong>di</strong>lizia. Gli anni ’60 e ’70<br />

furono il culmine <strong>del</strong> fenomeno: una grossa<br />

3<br />

fetta <strong>del</strong> patrimonio fon<strong>di</strong>ario e<strong>di</strong>ficabile<br />

venne venduto, con la conseguente nascita<br />

<strong>di</strong> numerose case per vacanze; nel contempo<br />

l’abbandono <strong>del</strong>le attività agro-silvopastorali<br />

provocava un lento e progressivo<br />

rimboschimento <strong>del</strong> territorio.<br />

Da metà degli anni ’70, grazie ai primi Piani<br />

Regolatori, la speculazione e<strong>di</strong>lizia subì un<br />

freno importante, cosa che, se da una parte<br />

salvaguardò il territorio, dall’altra esasperò<br />

i valori al metro quadro <strong>del</strong>le case esistenti.<br />

Questo meccanismo produsse un’ulteriore<br />

alienazione da parte <strong>di</strong> molti residenti <strong>del</strong><br />

proprio patrimonio immobiliare, ne conseguì<br />

lo spopolamento <strong>di</strong> Cortina e l’avvento <strong>di</strong><br />

ulteriori seconde case, fenomeno irrefrenabile<br />

ed in atto ancora oggi.<br />

Il <strong>Piano</strong> <strong>di</strong> <strong>Assetto</strong> <strong>del</strong> <strong>Territorio</strong>, su questo<br />

tema, avrà il dovere <strong>di</strong> produrre un profondo<br />

cambiamento <strong>del</strong> trend in atto, favorendo il<br />

recupero <strong>del</strong>le attività atte al miglioramento<br />

<strong>del</strong>l’ambiente, nonchè creando i presupposti<br />

per favorire l’aumento <strong>del</strong>la popolazione<br />

stabile. Il territorio Ampezzano, il suo<br />

patrimonio e<strong>di</strong>lizio, le peculiarità <strong>di</strong> carattere<br />

urbanistico, furono nel tempo salvaguardati in<br />

maniera quasi maniacale dai nostri avi. Tutto<br />

questo dovrà essere riportato nel futuro con<br />

le dovute accortezze a favore <strong>di</strong> un corretto<br />

sviluppo.<br />

La struttura <strong>di</strong> un Paese è dettata dalla sua<br />

necessità <strong>di</strong> ottimizzare il territorio e le sue<br />

risorse: Cortina non è sfuggita a questo<br />

principio. La tipologia <strong>del</strong> Paese, se pur<br />

trasformata, non è stata travisata. E’ chiaro<br />

che l’intervento umano è stato importante<br />

ed a volte sconsiderato ed è altrettanto<br />

chiaro che il <strong>Piano</strong> <strong>di</strong> <strong>Assetto</strong> <strong>del</strong> <strong>Territorio</strong><br />

dovrà riappropriarsi <strong>del</strong> passato, riproposto<br />

in chiave moderna. Le peculiarità ancora<br />

integre nell’ambiente urbano d’Ampezzo<br />

dovranno essere oggetto <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>o, recupero<br />

e valorizzazione per la fruibilità dei beni da<br />

parte <strong>di</strong> tutti.

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