21.08.2013 Views

Il delitto del Circeo - 1975

Il delitto del Circeo - 1975

Il delitto del Circeo - 1975

SHOW MORE
SHOW LESS

You also want an ePaper? Increase the reach of your titles

YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.

<strong>1975</strong> il Massacro <strong>del</strong> <strong>Circeo</strong> – a cura di http://salgalaluna.clarence.com<br />

<strong>1975</strong> - <strong>Il</strong> massacro <strong>del</strong> <strong>Circeo</strong><br />

<strong>Il</strong> 29 settembre <strong>1975</strong> tre giovani neofascisti (Gianni Guido, Angelo Izzo e Andrea Ghira) sequestrano<br />

Donatella Colasanti e Rosaria Lopez (entrambe diciassettenni), due giovani donne romane provenienti da<br />

quartieri popolari.<br />

Rosaria Lopez non aveva finito le scuole medie e viveva con il fratello, la sorella e i genitori anziani e<br />

malati in due stanze, in via di Grotta Perfetta all'Ardeatino.<br />

Donatella Colasanti aveva un padre impiegato, una madre casalinga e un fratello di un anno più grande di<br />

lei.<br />

Le sequestrano con una scusa ("Andiamo ad una festa a Lavinio, ci divertiremo vedrete"), portandole in una<br />

villa al <strong>Circeo</strong> (un centinaio di chilometri a sud di Roma), in cui trascorrono 36 ore infernali, in cui le due<br />

donne vengono violentate e picchiate.<br />

<strong>Il</strong> 25 settembre precedente Donatella Colasanti e un'amica (Nadia) avevano conosciuto Giampietro Parboni<br />

Arquati, un giovane appartenente a una famiglia <strong>del</strong>la borghesia romana. Parboni, insieme a Gianni Guido<br />

e Angelo Izzo, due giorni dopo aveva rivisto Donatella Colasanti, accompagnata da Rosaria Lopez. Parboni<br />

e Izzo si erano presentati con nomi falsi: "Ci incontrammo con le ragazze e ci trattenemmo circa un'ora.<br />

Alle ragazze io mi presentai come Stefano, Gianni Guido con il suo vero nome e il Parboni come Carlo.<br />

Angelo Izzo, all'epoca<br />

Avevamo l'abitudine di non dare i nostri nomi veri da quando, l'anno prima, io, Parboni e un altro amico<br />

eravamo rimasti coinvolti per fatti di violenza carnale e pensavamo che usando nomi falsi non potevamo<br />

più essere incastrati" (Dalla deposizione di Angelo Izzo al processo).<br />

"Gli amici di Carlo ci proposero di rivederci il lunedì successivo, il 29 settembre, e di portare con noi anche<br />

un'altra amica. Ci mettemmo d'accordo per le 4 <strong>del</strong> pomeriggio davanti al cinema Ambassade. Rosaria era<br />

entusiasta di questo incontro. I ragazzi ci sembravano molto simpatici. Tornata a casa dissi a Nadia di<br />

questo nuovo appuntamento e che Carlo più volte mi aveva chiesto di lei". (Dalla deposizione di Donatella<br />

Colasanti).<br />

All'appuntamento non andò Nadia (era malata), né si presentò “Carlo” (Parboni). Gianni Guido e Angelo<br />

Izzo arrivarono all'appuntamento con mezz'ora di ritardo. I quattro salirono a bordo di una Fiat 127 guidata<br />

da Gianni Guido, in direzione Lavinio (dove si trovava – secondo Izzo e Guido - Carlo).<br />

Gianni Guido, 19 anni, era iscritto al primo anno di architettura e viveva nel quartiere Nomentano, in un<br />

elegante palazzo tra Villa Paganini e Villa Torlonia. <strong>Il</strong> padre era un alto dirigente di un istituto di credito<br />

(Raffaele Guido). <strong>Il</strong> nonno era stato proconsole sanitario mussoliniano in Somalia.<br />

Dicembre 2005 – questo testo è rilasciato sotto licenza Creative Commons 2.0: http://creativecommons.org/licenses/by-nc-sa/2.0/


<strong>1975</strong> il Massacro <strong>del</strong> <strong>Circeo</strong> – a cura di http://salgalaluna.clarence.com<br />

Gianni Guido, all'epoca<br />

Angelo Izzo, ventenne, figlio di un ingegnere edile, era iscritto a medicina (dopo il liceo al San Leone<br />

Magno). Era conosciuto per la sua prepotenza e le sue <strong>del</strong>iranti teorie sulla la divisione in classi<br />

<strong>del</strong>l'umanità: i dominanti, i poveri cristi, i pidocchiosi. Era in cura da uno psichiatra che gli aveva<br />

diagnosticato una nevrosi maniaco - depressiva e alterazioni <strong>del</strong>la sessualità derivanti da iposviluppo<br />

anatomico.<br />

Si fermarono per strada dopo le 17. Angelo Izzo, dicendo di dover fare una telefonata a Giampietro<br />

Parboni, andò a chiamare l'amico Andrea Ghira, per ottenere l'assenso a portare le due ragazze nella sua<br />

villa al <strong>Circeo</strong> (di cui aveva le chiavi).<br />

Alle 17,50 la Fiat 127 bianca arriva davanti al cancello di villa Moresca.<br />

Villa Moresca è <strong>del</strong>la famiglia Ghira. Ha due piani, un giardino, il box e una taverna. Si trova vicino alla<br />

costa, con una vista panoramica sull'isola di Ponza.<br />

"Verso le 6 e mezza Gianni Guido tirò fuori una pistola e ci disse che loro appartenevano alla banda dei<br />

marsigliesi e che ci avevano rapite su ordine <strong>del</strong> loro capo, Jacques Berenguer. Dopo un quarto d'ora ci<br />

chiusero a chiave in un piccolo bagno senza finestre" (dalla deposizione di Donatella Colasanti).<br />

Alle 19 Gianni Guido riparte per Roma per tornare a casa per cena dai genitori.<br />

"Angelo Izzo ci fece uscire a turno dal bagno, ci fece spogliare e ci obbligò a stare con lui, ma non riuscì<br />

ad avere rapporti completi con me e Rosaria. Verso le 11 tornò Gianni Guido. Piangevamo, volevamo<br />

andar via. Loro minacciavano di sverginarci. Questo inferno continuò per un paio d'ore, fino a quando ci<br />

rinchiusero di nuovo nel bagno e ci buttarono una coperta" (dalla deposizione di Donatella Colasanti).<br />

All'alba i due giovani ricompaiono, impasticcati di amfetamine. Cominciano a colpire le due ragazze con<br />

calci, pugni, schiaffi e sevizie fino alle cinque <strong>del</strong> pomeriggio, quando arriva il ventiduenne Andrea Ghira,<br />

che finge di essere il famigerato Jacques Berenguer (noto criminale marsigliese, che dall'aprile <strong>del</strong> <strong>1975</strong><br />

aveva portato a segno a Roma una serie di sequestri a scopo di estorsione).<br />

Figlio di un costruttore edile, Ghira era un giovane violento che aveva aderito alle formazioni squadriste di<br />

estrema destra. Al liceo Giulio Cesare di Roma era leader di una fazione da lui fondata che teorizzava il<br />

crimine come mezzo di affermazione sociale.<br />

"Jacques appena arrivato nella villa non è stato cattivo con noi, non mi obbligò ad andare a letto con lui.<br />

Poi però ci ordinò di fare l'amore tra di noi, io e Rosaria. Jacques prese Rosaria per la mano e la portò in<br />

una stanza. Io rimasi con Izzo e Guido. Angelo Izzo provò ripetutamente a prendermi ma senza riuscirci e<br />

siccome a Guido non piacevo mi presero a calci sulla schiena. Approfittando di un attimo di distrazione<br />

raggiunsi il telefono e chiamai il 113, riuscendo solo a dire: mi stanno ammazzando, sto a Lavinio. In quel<br />

momento fui colpita da una spranga di ferro e caddi a terra. Mentre mi prendevano a calci sentivo le urla<br />

di Rosaria. Dopo un po' vidi Jacques e dietro di lui la mia amica era sporca di sangue, lo implorava di<br />

lasciarci andare" (Dalla deposizione di Donatella Colasanti).<br />

Verso le 19,30 <strong>del</strong> 30 settembre Angelo Izzo, Gianni Guido e Andrea Ghira dicono alle ragazze che le<br />

avrebbero addormentate per riportarle a Roma. Rosaria Lopez viene trascinata da Angelo Izzo e Gianni<br />

Guido al piano di sopra, mentre la Colasanti sta al piano terra con Ghira. Fanno loro due iniezioni, che non<br />

hanno effetto.<br />

"Angelo rimase nel bagno con Rosaria tutto il tempo mentre Gianni e Andrea si alternavano per aiutarlo.<br />

Sentivo le grida di Rosaria che si interrompevano come se le stessero infilando la testa nell'acqua. Dopo un<br />

po' non sentii più niente. Io ero con Guido e dalle scale scesero Ghira e Izzo. Erano affannati e stanchi, in<br />

particolare Izzo. Anche su di me l'iniezione non aveva avuto effetto e così cominciarono a colpirmi con il<br />

calcio <strong>del</strong>la pistola, mi riempirono di pugni. Mi legarono un laccio al collo e mi trascinarono nuda per tutta<br />

la casa. Svenni per una decina di minuti, quando mi risvegliai sentii il piede di uno di loro che mi premeva<br />

sul petto. Qualcuno disse: questa qui non vuole morire e cominciarono a colpirmi in testa con una spranga<br />

di ferro. A questo punto pensai che la sola cosa da fare per salvarmi era fingermi morta. La stessa voce di<br />

prima disse: Finalmente siamo riusciti ad ammazzarla" (Dalla deposizione di Donatella Colasanti).<br />

Alle 21 di martedì 30 settembre Gianni Guido, Angelo Izzo e Andrea Ghira infilano le ragazze in due<br />

sacchi di plastica e le caricano sulla 127 di Guido, per tornare a Roma.<br />

L'auto parte alla volta di Roma con a bordo Gianni Guido e Angelo Izzo. Andrea Ghira li segue al volante<br />

<strong>del</strong>la sua Mini Minor. Verso le 23,30, giunti in Via Pola, una traversa di Via Nomentana, parcheggiano la<br />

Dicembre 2005 – questo testo è rilasciato sotto licenza Creative Commons 2.0: http://creativecommons.org/licenses/by-nc-sa/2.0/


<strong>1975</strong> il Massacro <strong>del</strong> <strong>Circeo</strong> – a cura di http://salgalaluna.clarence.com<br />

Fiat 127 e vanno a cercare una pizzeria.<br />

Ma Donatella Colasanti non è morta.<br />

Alle 2,50 <strong>del</strong>la notte una donna che abita nello stabile davanti al quale è ferma la Fiat 127 bianca viene<br />

svegliata dai pugni e dai lamenti di Donatella Colasanti. La signora avverte i carabinieri. Un vigile notturno<br />

– verso le 3 <strong>del</strong> mattino - apre il bagagliaio, salvando Donatella Colasanti, con il volto tumefatto e sporco<br />

di sangue. Accanto a lei, il cadavere di Rosaria Lopez.<br />

La foto <strong>del</strong>l'auto di Guido ritrovata dai carabinieri<br />

Subito viene arrestato Gianni Guido, in stato di confusione mentale.<br />

Angelo Izzo è arrestato poco dopo, mentre Andrea Ghira inizialmente non è indiziato e non sarà mai<br />

preso.<br />

Fra i tre il leader è Andrea Ghira, rampollo <strong>del</strong>la borghesia romana, all'epoca 22enne. Ha in camera<br />

bandiere naziste, busti di Adolf Hitler e Benito Mussolini, libri di Julius Evola. Porta sempre con sé la<br />

pistola e si dichiara nazional-socialista.<br />

Andrea Ghira all'epoca<br />

I ragazzi sono già noti alla polizia: già condannati per rapine, violenza sessuale e maltrattamenti, sequestri<br />

di persona.<br />

In una recente intervista Izzo ha ricordato: “Era una prassi consolidata nel nostro gruppo stuprare le<br />

ragazze. Io avevo ricevuto una proposta da un fratellino, così chiamavamo i camerati compagni di stupri e<br />

rapine, che mi propose di uccidere un suo cugino per riscuotere una eredità favolosa” “Ne parlammo tra<br />

noi e decidemmo che l´affare si poteva fare. Bastava simulare una rapina di drogati. Ma l´avremmo fatta<br />

Dicembre 2005 – questo testo è rilasciato sotto licenza Creative Commons 2.0: http://creativecommons.org/licenses/by-nc-sa/2.0/


<strong>1975</strong> il Massacro <strong>del</strong> <strong>Circeo</strong> – a cura di http://salgalaluna.clarence.com<br />

solo dopo aver incastrato il committente in qualche storia di sangue”. E ancora: “Passavamo intere<br />

giornate a rifarci il guardaroba, ad acquistare gioielli, a farci scarpe e camicie su misura. E poi macchine<br />

sportive, moto giapponesi, Rolex d´oro, locali alla moda, cocaina”.<br />

Dal <strong><strong>del</strong>itto</strong> scaturisce un dibattito sui giornali. In particolare alcuni intellettuali (tra essi Calvino con un<br />

articolo l'8 ottobre <strong>1975</strong> sul Corriere <strong>del</strong>la Sera) inquadrano il <strong><strong>del</strong>itto</strong> nella categoria <strong>del</strong> crimine fascista e<br />

“pariolino” (“questi esercizi mostruosi si presentano con la sguaiataggine truculenta <strong>del</strong>le bravate da<br />

caffé, con la sicurezza di farla franca di strati sociali per cui tutto è stato sempre facile, una sicurezza che<br />

fa passare in meno che non si dica dai pestaggi all’uscita <strong>del</strong>la scuola alle carneficine nelle ville <strong>del</strong> weekend”).<br />

Pasolini rifiuta questa interpretazione. Scrive: “i poveri <strong>del</strong>le borgate romane e i poveri immigrati,<br />

cioè i giovani <strong>del</strong> popolo, possono fare e fanno effettivamente (come dicono con spaventosa chiarezza le<br />

cronache) le stesse cose che hanno fatto i giovani dei Parioli: e con lo stesso identico spirito, quello che è<br />

oggetto <strong>del</strong>la tua descrittività”. “I giovani <strong>del</strong>le borgate di Roma fanno tutte le sere centinaia di orge (le<br />

chiamano batterie) simili a quelle <strong>del</strong> <strong>Circeo</strong>; e inoltre, anch’essi drogati. L’uccisione di Rosaria Lopez è<br />

stata molto probabilmente preterintenzionale (cosa che non considero affatto un’attenuante): tutte le<br />

sere, infatti, quelle centinaia di batterie implicano un rozzo cerimoniale sadico”. “L’impunità di tutti<br />

questi anni per i <strong>del</strong>inquenti borghesi e in specie neofascisti non ha niente da invidiare all’impunità dei<br />

criminali di borgata”.<br />

Scrive invece Lotta Continua: “Questi giovani cercano due ragazze per violentarle e poi buttarle via,<br />

massacrate. Cercano due ragazze, perché sia soddisfatta la loro potenza di maschi. Le cercano povere,<br />

perché sia soddisfatta la loro potenza di padroni... Confinare questa infamia nel fascismo è un’operazione<br />

di comodo... L’esasperazione <strong>del</strong>la violenza indiscriminata e l’ideologia <strong>del</strong>la catastrofe sono i due<br />

strumenti opposti ma convergenti per contagiare il proletariato, per far passare la propria fine come la<br />

fine di tutto. La seminazione <strong>del</strong> tribalismo, <strong>del</strong> razzismo, <strong>del</strong>la violenza sessuale, <strong>del</strong>l’aggressività<br />

quotidiana dalla civiltà automobilistica al tifo sportivo, allo stato d’assedio poliziesco, <strong>del</strong>la costrizione<br />

alla <strong>del</strong>inquenza comune, <strong>del</strong>la distruzione pianificata <strong>del</strong>la droga (un’industria di stato negli Usa,<br />

un’industria marciante in Italia) e <strong>del</strong>l’alcolismo, <strong>del</strong>la paura e <strong>del</strong> culto <strong>del</strong>la forza, tutto questo è parte<br />

<strong>del</strong> tentativo di coprire la guerra di classe con la guerra di tutti contro tutti. Non c’entrano le idiozie<br />

sull’ingresso <strong>del</strong> nostro Paese nel novero dei Paesi maturi <strong>del</strong>l’imperialismo, sulla fine di una cultura e di<br />

una morale contadina, come di una cultura e di una morale borghese umanistica, secondo i temi reazionari<br />

degli esibizionisti <strong>del</strong>l’ideologia piccolo-borghese e dei nostalgici revisionisti <strong>del</strong> cattolicesimo...”.<br />

Dieci giorni dopo l'arresto di Guido e Izzo, Ghira manda una lettera ai complici:<br />

"...Vi assicuro che quella bastarda la faccio fuori, per voi non c'è pericolo a fine anno 1976 uscirete tutti<br />

per libertà provvisoria. Anche se sanno tutto, questi bastardi, faranno una brutta fine anche loro.<br />

Comunque non vi preoccupate per la mia latitanza ho circa 13 milioni di lire, forse andrò via da Roma.<br />

Per quanto riguarda quella stronzetta farà la fine <strong>del</strong>la Lopez. State calmi. A presto. Berenguer Ghira".<br />

A dicembre <strong>1975</strong> Ezio Matacchioni indica Ghira tra i suoi sequestratori in una villetta di Tor San Lorenzo<br />

Nel luglio 1976 si svolge il processo di primo grado. Gli imputati sono condannati all'ergastolo per omicidio<br />

pluriaggravato.<br />

Già dal 1976 Ghira sarebbe arruolato nel Tercio, la legione straniera spagnola.<br />

Nel gennaio <strong>del</strong> 1977 Gianni Guido e Angelo Izzo tentano un'evasione dal carcere di Latina, prendendo in<br />

ostaggio una guardia carceraria, ma falliscono (verranno condannati a 6 anni per la tentata evasione).<br />

Nell'ottobre 1977 la magistratura spicca un mandato di cattura contro Andrea Ghira per il <strong><strong>del</strong>itto</strong> <strong>del</strong><br />

<strong>Circeo</strong>. Viene incastrato grazie alle dichiarazioni di Donatella Colasanti (durante il <strong><strong>del</strong>itto</strong> Ghira si faceva<br />

chiamare Jacques): è il responsabile diretto <strong>del</strong>la morte di Rosaria Lopez.<br />

Nel 1978 Ghira vive a Roma clandestinamente. Poi fugge all'estero, in Argentina.<br />

Al processo d'appello, nel 1980, i familiari di Rosaria Lopez accettano il risarcimento offerto dalla famiglia<br />

Guido. La pena di Guido viene ridotta a 30 anni di reclusione, mentre è confermato l'ergastolo per Ghira<br />

ed Izzo. La sentenza sarà confermata nell'81 dalla Cassazione. Guido viene quindi trasferito nel carcere di<br />

San Gimignano dove, grazie ad una condotta mo<strong>del</strong>lo, riesce a godere di un trattamento privilegiato.<br />

<strong>Il</strong> 25 gennaio 1981 Guido riesce a fuggire dalla portineria <strong>del</strong> penitenziario di San Gimignano (per la fuga<br />

saranno imputati diversi impiegati <strong>del</strong>l'amministrazione carceraria e i genitori di Guido).<br />

Nel 1982 un testimone afferma di aver visto Ghira ad Aprilia: le ricerche non danno risultati.<br />

<strong>Il</strong> 28 gennaio 1983 Guido è arrestato a Buenos Aires. Vendeva automobili sotto falso nome (“Andrea<br />

Dicembre 2005 – questo testo è rilasciato sotto licenza Creative Commons 2.0: http://creativecommons.org/licenses/by-nc-sa/2.0/


<strong>1975</strong> il Massacro <strong>del</strong> <strong>Circeo</strong> – a cura di http://salgalaluna.clarence.com<br />

Mariani”).<br />

<strong>Il</strong> 15 aprile 1985, mentre è ricoverato in ospedale (si è ferito durante un tentativo di evasione) e in attesa<br />

di estradizione, Guido riesce nuovamente a fuggire.<br />

Negli anni '80 Ghira si trasferisce in Inghilterra, a Londra (dove trova la rete dei camerati dei NAR e di<br />

Terza Posizione). Ghira cambia continuamente nome. Diviene Mirko Elise, poi Sergio Balzanelli (o<br />

Barzanelli). Si trasferisce a Johannesburg, in Sudafrica e in Kenya, con il nome di Lorenzo (nel 1985,<br />

secondo Pino Buongiorno, di Panorama. Venne poi arrestato dalla polizia keniota un tale “Lorenzo”, ma<br />

risultò non essere Ghira).<br />

Nel 1986 nel carcere di Paliano viene scoperto un piano di fuga di Angelo Izzo.<br />

<strong>Il</strong> 25 agosto 1993 Izzo riesce a fuggire dal carcere di Alessandria. Verrà arrestato in Francia il 15 settembre<br />

<strong>del</strong>lo stesso anno.<br />

Nel giugno 1994 Guido viene nuovamente arrestato a Panama e trasferito in Italia.<br />

L'arresto di Izzo in Francia, foto dal sito di Chi l'ha visto?<br />

l'arresto di Guido a Panama, foto dal sito di Chi l'ha Visto?<br />

Angelo Izzo a partire dal 1985 diventa uno dei principali pentiti <strong>del</strong>l'estrema destra. Avrà un ruolo in vari<br />

processi, tra cui quello sulla strage di Piazza Fontana (svelerà il fatto che fu proprio Freda a comprare i<br />

timer <strong>del</strong>la strage) e vari processi di mafia.<br />

Dopo il secondo arresto, nel 1995 Izzo ricomincia a parlare. Confessa di aver assassinato, nel giugno <strong>del</strong><br />

<strong>1975</strong>, Amilcare Di Bendetto, perché aveva fatto sparire il bottino di una rapina che avevano commesso<br />

insieme. (Fino ad allora Di Benedetto, il cui corpo Izzo avrebbe gettato in mare al largo di Riccione,<br />

risultava ufficialmente scomparso da una casa famiglia l'1 febbraio <strong>1975</strong>).<br />

Secondo Izzo esisteva, all'interno <strong>del</strong>la struttura di Avanguardia Nazionale, un gruppo ristretto chiamato<br />

Uova <strong>del</strong> drago, di cui Ghira faceva parte, e che aveva in dotazione un arsenale, che aveva l'obiettivo di<br />

preparare un colpo di stato.<br />

Izzo accusa tra l'altro Ghira <strong>del</strong>l'uccisione di Giorgiana Masi il 12 maggio 1977.<br />

Molte <strong>del</strong>le accuse di Izzo non troveranno alcun riscontro: ad esempio la “rivelazione” secondo cui Salvo<br />

Lima era il mandante <strong>del</strong>l'omicidio Mattarella, per cui Izzo indicò come esecutori i neofascisti Fioravanti e<br />

Cavallini (scagionati da altri pentiti di mafia).<br />

Anche Gianni Guido, dopo l'estradizione nel 1994, comincia a fare rivelazioni, sulla strage di Brescia. Dice<br />

di aver sentito Buzzi vantarsi <strong>del</strong>la strage di Piazza <strong>del</strong>la Loggia, che avrebbe compiuto insieme al gruppo<br />

milanese di Fumagalli.<br />

Angelo Izzo ottiene il regime di semilibertà nel 2001. Ma nel maggio 2005 viene indagato per omicidio<br />

volontario, dopo aver ammesso di aver ucciso ancora ad aprile nei pressi di Campobasso.<br />

Izzo ha ucciso Maria Carmela Limucciano di 57 anni e la figlia Valentina (14 anni), moglie e figlia <strong>del</strong><br />

collaboratore di giustizia Giovanni Maiorano, condannato all’ergastolo per aver ucciso un coetaneo <strong>del</strong>la<br />

figlia. Le ha uccise, sepolte e avvolte in un sacco di plastica. Sono state ritrovate nel giardino di una<br />

villetta vicino Campobasso dove Izzo viveva da sei mesi. Confessa di avere ucciso le donne, senza però<br />

Dicembre 2005 – questo testo è rilasciato sotto licenza Creative Commons 2.0: http://creativecommons.org/licenses/by-nc-sa/2.0/


<strong>1975</strong> il Massacro <strong>del</strong> <strong>Circeo</strong> – a cura di http://salgalaluna.clarence.com<br />

aver abusato sessualmente di loro.<br />

Dirà che Maria Carmela era la sua amante e di averla uccisa perché “opprimente”. Poi dirà “Mi è venuta<br />

così, è stata una cosa improvvisa”. Quindi emerge una pista legata a un'eredità.<br />

Angelo Izzo in alcune foto recenti<br />

Ad ottobre 2005 arriva la notizia che Ghira sarebbe morto e sepolto in Spagna. Alcuni familiari di Ghira<br />

vengono indagati per favoreggiamento nella fuga.<br />

Andrea Ghira quando militava nella Legione straniera<br />

<strong>Il</strong> 29 ottobre 2005 la polizia spagnola dichiara di aver trovato in un cimitero nell'enclave marocchina di<br />

Melilla il cadavere di Andrea Ghira, che sarebbe morto diversi anni prima, nel 1994.<br />

Possibili identikit di Ghira elaborati dalla polizia<br />

<strong>Il</strong> nome riportato sulla tomba è quello di “Massimo Testa de Andres”, nome che Ghira avrebbe usato già<br />

nel passato. In particolare nel 1980 era stato fermato per possesso di stupefacenti e segnalato all'Interpol.<br />

Dicembre 2005 – questo testo è rilasciato sotto licenza Creative Commons 2.0: http://creativecommons.org/licenses/by-nc-sa/2.0/


<strong>1975</strong> il Massacro <strong>del</strong> <strong>Circeo</strong> – a cura di http://salgalaluna.clarence.com<br />

Nel 1982, secondo un funzionario di polizia spagnolo, Massimo Testa fu ancora fermato alla guida di<br />

un'auto rubata. Anche allora il nominativo fu segnalato all'Interpol e alle autoritò italiane.<br />

La procura di Roma chiede l'estradizione alla Spagna per riesumare il cadavere.<br />

<strong>Il</strong> 14 novembre 2005 viene riesumata la salma, alla presenza degli investigatori italiani, che prelevano un<br />

femore, per analizzarne il DNA a Roma. Nella bara il cadavere è ancora affiancato dalla siringa che aveva<br />

procurato l'overdose nel settembre <strong>del</strong> 1994 a Massimo Testa/Andrea Ghira.<br />

<strong>Il</strong> 26 novemnbre 2005 l'esame <strong>del</strong> DNA conferma l'identità di Ghira. Donatella Colasanti non crede alla<br />

morte di Ghira. Continua a ripetere che Andrea Ghira vive tuttora a Roma.<br />

Riferimenti internet:<br />

Giallo e nero (a c. di Dianele Biacchessi)<br />

http://www2.radio24.ilsole24ore.com/speciali1/speciale_gialloenero20032004_41.htm<br />

Misteri d'Italia<br />

http://www.circei.it/storia/1861/<strong>1975</strong>.htm<br />

Corriere <strong>del</strong>la sera 26/11/2005<br />

http://www.corriere.it/Primo_Piano/Cronache/2005/11_Novembre/26/colasanti.shtml<br />

Reuters 29/10/2005:<br />

http://it.news.yahoo.com/051029/58/3gl50.html<br />

Reuters 2/11/2005<br />

http://it.news.yahoo.com/051102/58/3grcb.html<br />

Corriere 1/5/2005 (Giovanni Bianconi)<br />

http://www.corriere.it/Primo_Piano/Cronache/2005/05_Maggio/01/bianconi.shtml<br />

Giorgio Bocca: Mostro <strong>del</strong> <strong>Circeo</strong>. <strong>Il</strong> male 30 anni dopo (da “la Repubblica”, 1 maggio 2005)<br />

http://www.feltrinelli.it/FattiLibriInterna?id_fatto=4800<br />

“Arresto di Ghira già possibile nell'80”<br />

http://www.archivio900.it/it/news/news.aspx?id=588<br />

Pasolini, Calvino e i fascisti (di Pierluigi Battista) – dal Corriere 3/5/2005<br />

http://www.claudiocaprara.it/archives/006023.html<br />

Chi l'ha visto?<br />

http://www.chilhavisto.rai.it/Clv/misteri/2004-2005/<strong>Circeo</strong>DelittoGhira.htm<br />

Pasolini esperto di facce, 30 anni dopo (di Adriano Sofri), da Panorama <strong>del</strong> 15/11/2005<br />

http://www.panorama.it/opinioni/archivio/articolo/ix1-A020001033557<br />

Repubblica 7/5/2005<br />

http://www.repubblica.it/2005/e/sezioni/cronaca/izz3/ered/ered.html<br />

Repubblica 9/5/2005<br />

http://www.repubblica.it/2005/e/sezioni/cronaca/izz3/ghiraide/ghiraide.html<br />

La Nazione 27/10/2005<br />

http://lanazione.it/art/2005/10/27/5389887<br />

Searchlight: vita e opere di Roberto Fiore<br />

http://www.questotrentino.it/2001/02/Lett_Zacchi.htm<br />

<strong>Il</strong> Manifesto 30/10/2005<br />

http://www.ilmanifesto.it/g8/dopogenova/43664ebce90c3.html<br />

Dicembre 2005 – questo testo è rilasciato sotto licenza Creative Commons 2.0: http://creativecommons.org/licenses/by-nc-sa/2.0/

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!