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TORNA LA MAGICA SCRITTRICE SUDAMERICANA,
ISABEL
ALLENDE
L’ISOLA SOTTO IL MARE
Isabel Allende è nata a Lima, in
Perù, nel 1942, ma è vissuta in
Cile fino al 1973 lavorando come
giornalista. Nipote di Salvador Allende,
dopo il golpe di Pinochet si
è stabilita in Venezuela e poi negli
Stati Uniti. Tra i suoi numerosi libri
ricordiamo: La casa degli spiriti,
Paula, Afrodita, Il mio paese inventato,
Inés dell’anima mia e La
somma dei giorni.
DELLA STESSA AUTRICE
INÉS DELL’ANIMA
MIA
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Il Circolo • N° 388 •
I N P R I M O P I A N O
Nei Caraibi del Settecento, l’appassionata e appassionante storia
della schiava Zarité, moderna eroina in cerca di libertà.
Un’isola, quella di Santo Domingo, ora
Haiti, nel 1770. E una schiava bella, coraggiosa,
battagliera. Occorreva un cuore
grande per scrivere una storia come questa:
il cuore di Isabel Allende, che ha attraversato
nella sua stessa vita molte tragedie,
traendo da ciascuna un sentimento dell’esistenza
più consapevole e profondo. Solo
lei poteva far rivivere la tremenda realtà
dello schiavismo, tema purtroppo sempre
attuale, con la forza del dramma e la generosità
dell’avventura, ma soprattutto con
uno spirito di condanna fatto di pietà e
non di vendetta.
“‘Balla, balla, Zarité, perché lo schiavo
che balla è libero…’ mi diceva.
E io ho sempre ballato”
Quando la incontriamo, Zarité, detta Teté,
ha nove anni: è un’esile mulatta color del
miele, con un viso nobile sotto gli scuri capelli
arruffati. Il suo destino di schiava l’ha
appena incatenata al giovane francese
Toulouse Valmorain, che l’ha comprata
perché si occupi della sua casa, tra le piantagioni
di canna da zucchero ereditate dal
padre, e di sua moglie Eugenia, che mal si
adatta al clima umido e alla vita nella tenuta
di Saint Lazare, spaventata com’è da
tutto e in particolare dai neri che lavorano
nei campi. Una schiava guaritrice cerca di
alleviare le sofferenze di Eugenia con erbe
e unguenti, ma niente sembra placarla e
quando, dopo molte gravidanze interrotte,
partorisce finalmente un bambino, non
vuole prendersi cura di lui e lo affida a
Teté. Il piccolo Maurice troverà in lei la
madre affettuosa che non ha potuto avere,
e Teté troverà in Maurice consolazione
alla vita di violenze cui il padre-padrone la
condanna ogni giorno. Violenze da cui nasceranno
altri bambini... Grazie a lei, tutti
intrecceranno le loro vite non con il filo
dell’odio o del risentimento, ma con quello
dell’amore. Lo stesso amore che Teté riserverà
a Zacharie, lo schiavo libero che sposerà
in America. E che metterà nelle battaglie
per l’affrancamento degli schiavi così
come in quelle con cui difenderà la propria
dignità di donna.
Teté e la sua autrice Isabel:
una voce forte e un solo grande cuore
Sono conquiste dure e lente a maturare,
che si mescolano al muoversi febbrile dei
personaggi più disparati: soldati e schiavi
guerrieri, pirati e nobili decaduti, sacerdoti
vudù e preti cattolici, medici e bellimbusti.
Ma sul fondale dai mille colori
della Storia, spicca sempre lei, Zarité,
eroina modernissima che arriva da lontano
a rammentarci la fede nella libertà.
Una libertà che, in lei, assume la forma
del ballo: “Pesto per terra la pianta dei
piedi e la vita mi sale lungo le gambe…
s’impossessa di me, mi libera dall’inquietudine
e mi addolcisce la memoria. Il
mondo rabbrividisce”. Chi ha un’anima
rabbrividisce insieme a lei, e alla voce
forte che le ha donato la sua autrice.
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