Gli ingredienti segreti dell'amore Nicolas Barreau - Euroclub

storante. Forse non volevo nemmeno saperlo. La notte, però,
quando la solitudine calava su Parigi, gli ultimi locali chiudevano
e per le vie restava solo qualche nottambulo intirizzito,
mi rannicchiavo tra le sue braccia e mi sentivo al sicuro.
Quella sera, quando spensi le luci del ristorante e mi avviai
verso casa con una scatola di macarons à la framboise, non
immaginavo che il mio appartamento sarebbe stato deserto
quanto il Temps des cerises. Come ho detto, era un giorno
uguale a tutti gli altri. Solo che con tre righe Claude era uscito
dalla mia vita.
La mattina dopo, quando mi svegliai, mi resi conto che
c’era qualcosa che non andava. Purtroppo non sono una di
quelle persone che non appena aprono gli occhi sono energiche
e attive, quindi all’inizio provai un lieve malessere imprecisato,
la consapevolezza vera e propria sarebbe arrivata
per gradi. Rimasi a letto, la testa affondata nei cuscini profumati
di lavanda. Dall’esterno arrivavano i rumori attutiti del
cortile: i singhiozzi di un bambino in lacrime, la voce della
madre intenta a calmarlo, passi pesanti che lentamente si allontanavano,
il cancello che cigolava per poi chiudersi di scatto.
Strizzai gli occhi e mi voltai su un fianco. Ancora mezzo
addormentata, allungai la mano, cercando qualcuno che non
c’era più.
“Claude?” mormorai.
E poi, la consapevolezza. Claude mi aveva lasciata!
Quello che la sera precedente era sembrato un fatto irreale
che dopo svariati bicchieri di vino era diventato impossibile,
al limite solo un brutto sogno, con lo spuntare di
quella grigia mattina di novembre mi apparve in tutta la sua
brutale verità. Restai in ascolto, immobile. L’appartamento
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