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News - Eva Fischer

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<strong>Eva</strong> <strong>Fischer</strong>, l'arte che rinasce<br />

tanti scorci di cielo, 'catturati' in Puglia, in Sicilia, o dala mia casa di Capri. Nella storica piazzetta dell'Isola Azzurra ho<br />

avuto anche la mia personale galleria negli anni '60. E ancora non posso dimenticare il ciclo delle' 'biciclette' .<br />

Artisticamente è stato per me molto esaltante. Ricordo che il giorno del mio matrimonio ( ndr con lo scrittore e<br />

scultore Alberto Baumann), il 9 maggio del 1963, sono arrivate tantissime persone in bici. C'è uno straordinario<br />

filmato che immortala quel giorno e che e stato trasmesso recentemente sulle reti Mediaset e dalla tv svizzera; dopo<br />

il rito in Campidoglio andammo a mangiare un gelato al Colosseo. Sono trascorsi quasi cinquant'anni ma a me<br />

sembra ieri! Negli ultimi anni, invece, ho voluto rappresentare, su tele grandissime, le scuole di ballo soffermandomi,<br />

in particolare, sulla plasticità dei movimenti...<br />

Come vede il mondo dell'arte oggi?<br />

Sarò onesta e schietta: vorrei capire l'arte contemporanea. Ma con le dovute eccezioni non mi trasmette emozioni.<br />

Non sono pervasa nell'anima da ciò che i miei occhi vedono. Oggigiorno tutto viene spacciato per arte. E invece non<br />

lo è. E il titolo di 'artista' viene dispensato con un'approssimazione disarmante. E' stato annientato il sentimento che,<br />

infatti , non c'è piu. Come pure non c' e' più il vero estro, quello in grado di generare passioni ed emozioni forti. Per<br />

me l'arte resta ancora oggi sacra: una sorta di religione. Non mi sono mai fatta condizionare dalla popolarità<br />

nemmeno quando i miei quadri hanno ottenuto uno straordinario successo in America, venendo annoverati nelle<br />

collezioni di personaggi celebri come Lauren Bacall, Humphrey Bogart, Henry Fonda.<br />

Ho un rispetto talmente sconfinato nei confronti dell'arte che, di recente, ho riacquistato il mio primo quadro<br />

raffigurante Villa Medici. Era stato comprato tanto tempo fa da un pittore. Spesso lo guardo e non posso trattenute<br />

l'emozione.<br />

Torna mai a Via Margutta?<br />

Ci torno raramente. Tanti amici che hanno fatto la storia sono diventate ombre nel cielo marguttiano. Ma via Margutta<br />

è sempre uguale a se stessa, indifferente all'incedere impietoso del tempo. La vedo ancora come tanti anni fa: una<br />

lucente spada nel cuore di Roma, così come l'aveva immaginata l'inarrivabile Pablo Picasso. Quei nomi grandi che<br />

l'hanno resa 'grande' non se ne sono mai andati. Sono ancora li' e ci resteranno per sempre.<br />

<strong>Eva</strong> <strong>Fischer</strong> si ferma. Riassumere la sua vita e la sua carriera artistica, con le oltre centotrenta mostre personali nei<br />

cinque continenti, non è cosa semplice tale è la ricchezza e l'intensità di ciò che ha vissuto. E così restiamo in<br />

silenzio a guardare le sue tele che sembrano parlare: al centro, sovrana, una tela che raffigura proprio la musica del<br />

maestro Ennio Morricone. A sinistra appoggiata sulla parete un'altra tela gigante che immortala un poetico paesaggio<br />

mediterraneo con uno squarcio di sole che traspare da un arco. A destra un quadro che sinterizza la soavità dei<br />

movimenti armonici dei danzatori di una scuola di ballo. E ovunque emerge una commistione perfetta di colori e di<br />

luce. Di positività. E di arte vera.<br />

Copyright 2012 L'Indro (www.lindro.it) Page 6/6

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