numero 7 - luglio 2003 - Farmindustria
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dati aggiornati al 25 <strong>luglio</strong> <strong>2003</strong><br />
Q<br />
uesto settimo <strong>numero</strong> del Bollettino contiene le previsioni di<br />
organismi internazionali elaborate nella primavera e quelle di<br />
organismi istituzionali nazionali elaborate fra giugno e <strong>luglio</strong>.<br />
Purtroppo l’uscita del Bollettino sconta il ritardo con il quale è stato<br />
presentato il Documento di programmazione economico<br />
finanziaria.<br />
Inoltre, nel Bollettino è stata aggiunta una breve sezione dedicata<br />
ad una fotografia dell’andamento dei titoli azionari di alcune<br />
società farmaceutiche quotate in borsa.<br />
Questo <strong>numero</strong> del Bollettino sugli scenari del settore farmaceutico<br />
continua a focalizzarsi sull’analisi sia dei fattori strutturali che<br />
congiunturali che influenzano, in maniera determinante, l’azione<br />
dei governi (e pertanto l’impatto di tali azioni sulla spesa sanitaria<br />
e farmaceutica in particolare); nel contempo viene però continuata<br />
quella riflessione – iniziata nel precedente <strong>numero</strong> - sugli effetti<br />
che il processo di decentramento amministrativo produce sulla<br />
spesa sanitaria.<br />
SCENARI PER IL SETTORE<br />
FARMACEUTICO<br />
Già nel mese di <strong>luglio</strong> è possibile cominciare a dare una definizione<br />
dell’effetto delle azioni che l’Amministrazione centrale e quelle<br />
locali hanno posto in essere nel 2002 e nel <strong>2003</strong> in termini di<br />
contenimento della spesa farmaceutica pubblica; aspetto questo<br />
che fotografa come vadano modificandosi le nozioni di welfare.<br />
Sommario<br />
<strong>numero</strong> 7 – <strong>luglio</strong> <strong>2003</strong><br />
La congiuntura.......................................................................2<br />
Il quadro economico internazionale........................................2<br />
Il quadro economico in Italia.................................................5<br />
L’andamento dei conti della Pubblica amministrazione.................7<br />
La spesa sanitaria ..................................................................8<br />
La spesa farmaceutica ............................................................9<br />
Le prospettive per la spesa farmaceutica in Italia ..................... 10<br />
I corsi azionari ..................................................................... 10<br />
Glossario e abbreviazioni....................................................... 11
La congiuntura<br />
IL QUADRO ECONOMICO INTERNAZIONALE<br />
L<br />
a situazione economica dell’economia mondiale si presenta in<br />
maniera alquanto problematica, e soprattutto non sembra aver<br />
trovato una chiara strategia per uscire da una congiuntura che si<br />
caratterizza per una bassa crescita. Infatti, il quadro sia USA che<br />
europeo sembra stentare a focalizzare i rimedi per risollevarsi<br />
dall’attuale momento che vede crescite piuttosto ridotte; rimedi<br />
che oscillano da incrementi della spesa pubblica alla liberazione di<br />
risorse private.<br />
Da un punto di vista congiunturale, le condizioni esterne sembrano<br />
presentare una serie di condizioni positive: il prezzo del petrolio<br />
sembra non aver risentito della crisi irachena e<br />
contemporaneamente il Venezuela ha ripreso a produrre a regime<br />
(il prezzo oscilla intorno ai 27 US$a barile); la crisi cinese relativa<br />
alla SARS sembra essere stata superata colpendo, in maniera<br />
marginale solo alcuni comparti (trasporti, alimentari); i tassi di<br />
crescita delle economie dei Paesi mediamente sviluppati (Paesi in<br />
procinto di entrare nella UE e Paesi del sud-est asiatico) sono<br />
positivi.<br />
Tali condizioni non sembrano però aver avuto impatti positivi sulle<br />
prospettive di crescita del PIL dei Paesi dell’UE. Non è un caso che<br />
adottando una lettura prospettica delle previsioni di crescita del<br />
PIL da parte dei Governi, il “salto”, ossia una crescita di almeno<br />
l’1,5% annuo, viene slittato di anno in anno (ad esempio, il<br />
Governo tedesco dal 2000 prevede per l’anno successivo un tasso<br />
di crescita indicante una decisa ripresa – cosa che ancora non si è<br />
realizzata; oppure il Governo italiano ha previsto negli ultimi due<br />
2<br />
anni tassi di crescita superiori al 2,0%, previsione che non si è<br />
realizzata).<br />
Le chiavi interpretative di questa bassa crescita dei Paesi europei<br />
sono molteplici: dalle ritardate le riforme dei sistemi pensionistici e<br />
quelle legate ai mercati del lavoro alla politica di costante<br />
svalutazione del dollaro nei confronti dell’euro, alle crisi dei<br />
mercati finanziari. Probabilmente ci si trova dinanzi ad una<br />
sommatoria di cause, non solo economiche ma anche geopolitiche.<br />
Questo contesto si riflette nelle previsioni sia degli organismi<br />
internazionali che dei Governi che per il <strong>2003</strong> prevedono tassi di<br />
variazione del PIL molto bassi. La dose di ottimismo sembra<br />
riversarsi nel 2004 durante il quale (nella seconda metà) è stimata<br />
una buona ripresa economica (l’area € dovrebbe crescere del<br />
2,3%).<br />
Sembrano individuarsi due chiavi di lettura sulle prospettive di<br />
sviluppo dell’economia mondiale, chiavi che in realtà riflettono sul<br />
ruolo di volano degli Stati Uniti. Infatti, una prima interpretazione<br />
ipotizza che il fortissimo incentivo all’economia USA, offerto da<br />
tassi d’interesse estremamente bassi, forte spesa pubblica,<br />
svalutazione competitiva del dollaro riusciranno a dare una grande<br />
spinta all’economia già alla fine dell’anno in corso, con un forte<br />
salto quantitativo nel prossimo anno. Una seconda chiave<br />
interpretativa, invece, vede Francia e Germania, che dalla<br />
realizzazione di riforme strutturali (sanità, previdenza), sono in<br />
grado di generare un circolo virtuoso (liberazione risorse da<br />
investire) tale da incrementare la ricchezza prodotta.<br />
In ogni caso, seppure sembra vedersi una piccola crescita durante<br />
il 1° trimestre dell’anno, le previsioni di crescita del PIL formulate<br />
dagli stessi governi sono estremamente caute.
Nello specifico, la Germania, dopo aver avuto nel 2002 una<br />
crescita pressoché nulla (+0,2%), sembra registrare una ripresa,<br />
che viene testimoniata anche dall’indice di fiducia delle imprese,<br />
che dopo molti mesi è tornato a crescere. Per l’anno in corso le<br />
previsioni oscillano intorno allo 0,5%.<br />
Situazioni migliori hanno Spagna e Regno Unito che registrano<br />
tassi di crescita reali previsti per il <strong>2003</strong> pari al 2,0% (il caso della<br />
Spagna dimostra – a differenza di alcune interpretazioni emerse<br />
fra i non convinti dell’utilità dell’€ - che non è stata l’adozione della<br />
moneta unica a determinare la fase di una crescita contenuta di<br />
alcuni Paesi €.<br />
3,5<br />
3,0<br />
2,5<br />
2,0<br />
1,5<br />
1,0<br />
0,5<br />
0,0<br />
Andamento del PIL in alcuni Paesi (per il <strong>2003</strong> e 2004 dati<br />
previsioni dei Ministeri)<br />
I D F E Area € UK USA J<br />
2002 <strong>2003</strong> 2004<br />
3<br />
La tesi sulla possibilità degli USA di risollevarsi dalla situazione di<br />
bassa crescita attraverso azioni di politica economica viene<br />
fortemente condivisa dal Governo e dagli organismi internazionali<br />
che in ogni caso danno una crescita pari ad almeno 2,0%.<br />
La drammaticità è nel caso giapponese: quadro che presenta i<br />
tipici segnali di recessione che i tradizionali strumenti<br />
macroeconomici non riescono a risolvere, con un debito pubblico<br />
del 150%, con fenomeni di deflazione e tassi d’interesse pressoché<br />
nulli.<br />
Vale la pena riprendere la tesi di alcuni economisti sugli USA i quali<br />
interpretando le prospettive per il futuro, accanto a fattori<br />
strutturali (grado di flessibilità del mercato del lavoro, costo del<br />
lavoro contenuto, ecc.) che determinano la capacità di ripresa<br />
dell’economia USA, associano gli attuali risultati alle profonde<br />
differenze della politica monetaria rispetto al caso europeo. La BCE<br />
– probabilmente anche per sopperire un “potere politico” carente a<br />
livello di Commissione – si è focalizzata fino ad un paio di mesi fa<br />
sull’obiettivo di un ferreo controllo della massa monetaria con<br />
effetto di controllare l’inflazione ma anche di non incentivare<br />
l’economia. La Federal Reserve, viceversa, ha incentivato la<br />
ripresa con un costo reale del denaro che dalla fine del 2001 è<br />
pressoché nullo.<br />
E’ anche da rilevare – e in questo caso l’Italia non ha margini di<br />
manovra – che al fine di stimolare le proprie economie USA, Regno<br />
Unito, Germania e Francia (per non parlare del Giappone) non<br />
hanno esitato ad adottare politiche di deficit spendig (gli USA<br />
hanno registrato un deficit della spesa pubblica federale pari al<br />
3,1% del PIL alla fine del 2002 e prevedono per il <strong>2003</strong> di arrivare<br />
al 4,7%; analogamente il Regno Unito ha visto un deficit pubblico
dell’ordine di 1,8% sul PIL per lo scorso anno e 2,2% per<br />
quest’anno; la Germania ha registrato un indebitamento federale<br />
del 3,7% nel 2002; la Francia il 3,0% per il 2002 e il 3,4% per il<br />
<strong>2003</strong>). Pertanto, i Paesi con un (relativamente) basso debito<br />
pubblico hanno potuto utilizzare uno strumento tradizionale della<br />
politica economica; strumento invece che Paesi come l’Italia che<br />
hanno un elevato debito pubblico, non possono utilizzare.<br />
Relativamente al tasso d’inflazione, gli effetti della scarsa crescita<br />
si manifestano anche con tensioni limitate sul livello dei prezzi.<br />
Pertanto, lo scorso anno negli USA il tasso d’inflazione è stato pari<br />
al 2,5%, dovuto alla forte pressione dal lato della spesa pubblica,<br />
per il <strong>2003</strong> il tasso previsto è pari a 2,0%. Viceversa nell’area € a<br />
fronte di un’inflazione del 2,2% (a fine anno) vi sono Paesi quali la<br />
Germania con pressioni inflazionistiche estremamente basse<br />
(1,1%) e viceversa Paesi con valori al di sopra della media (Italia<br />
con il 2,6% e Spagna con il 3,6%). Per l’anno in corso, la<br />
Commissione UE prevede un tasso d’inflazione pari al 2,1%; per i<br />
singoli Paesi, i tassi d’inflazione programmati dai Governi<br />
prevedono per la Germania 1,5%, per la Francia 1,6%, per la<br />
Spagna 2,7%, per il Regno Unito 2,3%. Drammatico è il quadro in<br />
Giappone dove da alcuni anni si è in fase di deflazione, con un<br />
tasso previsto di –0,5%, a fronte di una spesa pubblica che non è<br />
in grado di stimolare l’economia di quel Paese.<br />
4<br />
4,0%<br />
3,5%<br />
3,0%<br />
2,5%<br />
2,0%<br />
1,5%<br />
1,0%<br />
0,5%<br />
0,0%<br />
Andamento del tasso d'inflazione (per il <strong>2003</strong> e 2004<br />
previsioni dei Governi)<br />
1998 1999 2000 2001 2002 <strong>2003</strong> 2004<br />
Italia Francia Germania Spagna Area EURO<br />
Non va però sottovalutato che, nella ripresa prevista per la fine<br />
dell’anno in corso o per il prossimo ancora, si registra una costante<br />
che vale per la Francia e gli USA: una crescente spesa pubblica,<br />
volta ad aumentare le mancate quote dei consumi delle famiglie<br />
(trasferimenti per il welfare Francia) ovvero un incremento delle<br />
spese militari (negli USA).
160,0<br />
140,0<br />
120,0<br />
100,0<br />
80,0<br />
60,0<br />
40,0<br />
20,0<br />
0,0<br />
Rapporto debito pubblico/PIL per il <strong>2003</strong> e per il 2004<br />
secondo le previsioni dei Governi<br />
I F D E € UK J USA<br />
IL QUADRO ECONOMICO IN ITALIA<br />
L<br />
<strong>2003</strong> 2004<br />
a situazione economica che coinvolge l’intera Europa (con<br />
particolare rilievo l’area dell’€) si caratterizza per una crescita<br />
estremamente bassa; tale andamento si riflette in maniera<br />
marcata anche sulla crescita italiana.<br />
l tasso di crescita del PIL in termini reali è stato nel 2002<br />
dell’1,0%, il valore più basso negli ultimi anni. Il difficile quadro<br />
che si presenta per l’Italia ha radici in parte ascrivibili alla<br />
situazione interna (costo del lavoro paragonato a quello di altri<br />
Paesi tuttora elevato; costo elevato per i beni e servizi delle public<br />
utilities), risente anche dell’influenza di fattori esogeni quali la<br />
forte crisi della domanda tedesca (che si ricorda assorbe circa il<br />
14% del complesso delle esportazioni), un crescente impatto dei<br />
5<br />
costi energetici oltre a un quadro di crisi borsistica che ha<br />
determinato una minore disponibilità finanziaria da parte delle<br />
famiglie.<br />
Tali fattori sono associati alle condizioni di come sono percepite le<br />
prospettive economiche dei consumatori (si vedano le indagini<br />
sugli indici di fiducia dei consumatori a cura dell’ISAE – graf. 1)<br />
che sembra abbiano prodotto come conseguenza una posizione di<br />
attesa del mondo produttivo. Si aggiunga, rilevando i dati di una<br />
ricerca Eurisko, che le prospettive per tutto il <strong>2003</strong> evidenziano<br />
profondi segnali di incertezza e in particolare al sistema<br />
“sicurezza-Paese”, e al sistema “sicurezza-risorse”. Temi, questi<br />
che non rinviano tanto all’azione micro che può essere sviluppata<br />
dalle Aziende quanto alla possibilità di un’azione della politica in<br />
senso stretto e della politica economica in particolare.<br />
Inoltre, va rilevato che indubbiamente il valore dell’1,0% di<br />
crescita annua del 2002 è ben al di sotto del 2,3% previsto dal<br />
Governo italiano, così come il valore del 2001 di 1,8% non<br />
rispecchiava le indicazioni programmatiche del DPEF con un PIL del<br />
2,8%. Tali marcate differenze hanno come conseguenza la<br />
necessità di rivedere tutta una serie di voci (minori entrate fiscali,<br />
maggiori spese, minori risparmi) e contestualmente rafforzare<br />
alcune variabili.<br />
Più precisamente, la bassa crescita del tasso di crescita del PIL nel<br />
2002, se si associa alla contrazione dell’indice della produzione<br />
industriale (-1,8% nel 2002) e ad una sostanziale stabilità dei<br />
prezzi alla produzione (0,1% nel 2002), offre una dimensione<br />
critica del quadro produttivo: ossia una crescita estremamente<br />
contenuta trainata lievemente dai consumi delle famiglie (cresciuti<br />
nel 2002 di un basso 0,4%), dagli investimenti fissi lordi (cresciuti<br />
dello 0,5%, ma dello 0,6% nei macchinari e attrezzature varie) e
principalmente una riduzione dell’indebitamento della PA (-2,3%<br />
sul PIL).<br />
Le prospettive di crescita per l’Italia sono tendenzialmente in linea<br />
con quelle degli altri Paesi UE: per l’anno in corso una crescita che<br />
oscilla fra l’1,1% del FMI (aprile) (sebbene nel rapporto del desk<br />
Italy del FMI di <strong>luglio</strong> viene indicato come tasso del PIL lo 0,6%)<br />
allo 0,8% delle previsioni governative e allo 0,6% dell’ISAE. Le<br />
cause di questa persistente lenta crescita riflettono radicate<br />
debolezze strutturali: squilibri fiscali, un elevato carico fiscale,<br />
vincoli sul mercato del lavoro e un insieme di altri fattori che<br />
frenano la produttività.<br />
Le linee che il Governo sembra voler perseguire, e definite nel<br />
DPEF sono:<br />
⌦ sostenibilità fiscale e riduzione della pressione fiscale;<br />
⌦ crescita dell’occupazione;<br />
⌦ rafforzamento della produttività e della competitività.<br />
Va rilevato che le linee individuate dal DPEF prevedono interventi<br />
sostanziali, che avranno nella legge finanziaria in discussione da<br />
ottobre la concretizzazione degli interventi. Una maggiore coesione<br />
di carattere politico indubbiamente renderà meno articolato il<br />
processo di approvazione della legge finanziaria e più certo il<br />
percorso di rientro nell’ambito dei parametri di Maastricht.<br />
Un valore che esprime un interessante e positivo percorso di<br />
aggiustamento è quello che vede una leggera riduzione del tasso<br />
di disoccupazione alla luce degli effetti della normativa volta<br />
all’emersione del lavoro nero (si è scesi dal 9,5% del 2001<br />
all’8,8/9,0% previsto per fine anno). Pertanto, una chiave di<br />
lettura che emerge dai dati è come a fronte di una stasi<br />
complessiva dell’economia con tassi di crescita della domanda<br />
6<br />
delle famiglie molto contenuta, il sistema produttivo ha impiegato<br />
l’anno appena trascorso per riorganizzare e ammodernare le<br />
proprie risorse alla luce di una auspicata ripresa economica.<br />
Per quanta riguarda le previsioni, va evidenziato come il<br />
deterioramento degli scenari negli ultimi mesi abbia modificato<br />
radicalmente i valori assunti.<br />
Nel Patto di Stabilità di novembre 2002, il governo aveva fissato il<br />
tasso di crescita del PIL al 2,3%. Le forti difficoltà della fine<br />
dell’anno e del 1° semestre di quest’anno hanno richiesto continue<br />
rettifiche, sino ad arrivare alle previsioni del DPEF dell’0,8%. Ciò<br />
che viene evidenziato dalle previsioni è una mancanza di chiarezza<br />
delle scelte di politica economica (scelta neokeynesiana volta a<br />
vedere nella spesa pubblica il volano per il rilancio dell’economia, o<br />
invece liberare risorse private facendo sì che queste generino un<br />
effetto volano per l’economia). Probabilmente scelte quali il<br />
condono si muovono lungo questa seconda direttrice, ma – e su<br />
questo punto diventa fondamentale la verifica nella legge<br />
finanziaria – devono, impiegando l’analisi del FMI, essere nel breve<br />
periodo:<br />
i) implementate le politiche strutturali volte ad aumentare la<br />
produttività sono parte integrante di una strategia orientata<br />
alla crescita attraverso l’aumento della dotazione di capitale<br />
umano e di riforme miranti al rafforzamento della<br />
concorrenza e del dinamismo nel settore produttivo;<br />
ii) continuate le politiche di liberalizzazione del mercato dei<br />
prodotti e dei servizi (in particolare energia e ordini<br />
professionali);<br />
iii) incrementati gli investimenti diretti esteri dovuti ad una<br />
normativa che non facilita (come in altri Paesi) gli<br />
investimenti soprattutto in R&S, attraverso trattamenti
fiscali non discriminatori nonché riducendo ulteriormente gli<br />
ostacoli burocratici;<br />
iv) rafforzare il sistema finanziario stabile ed efficiente.<br />
Il tasso di inflazione (armonizzato) è previsto che a fine anno<br />
scenda al 2,5.<br />
PIL<br />
1,2<br />
1,0<br />
0,8<br />
0,6<br />
0,4<br />
0,2<br />
0,0<br />
Previsioni dell'andamento del PIL e del tasso d'inflazione<br />
per il <strong>2003</strong><br />
FMI UE OCSE MinEcon. ISAE Confind.<br />
L’andamento dei conti della Pubblica<br />
amministrazione<br />
I<br />
conti della PA per il 2002 hanno rispecchiato la problematicità e<br />
la complessità della situazione economica e politica che colpisce<br />
l’intera Europa.<br />
Infatti, per un verso gli scenari economici previsti nei diversi<br />
documenti ufficiali dello scorso anno ipotizzavano tassi di crescita<br />
raddoppiati rispetto a quanto poi effettivamente accaduto, con la<br />
2,6<br />
2,5<br />
2,4<br />
2,3<br />
2,2<br />
2,1<br />
2,0<br />
tasso d'inflazione<br />
7<br />
conseguenza di generare un grave effetto sui conti pubblici (minori<br />
entrate, maggiori spese, minori risparmi ottenibili); per l’altro<br />
verso gli interventi di carattere amministrativo (cd. Decreto<br />
tagliaspese) hanno consentito di ottenere un rigido contenimento<br />
della spesa pubblica garantendo una sostanziale riduzione del<br />
debito pubblico e ottenendo anche una netta inversione<br />
dell’andamento del fabbisogno netto.<br />
Per quanto riguarda l’indebitamento netto della PA, va sottolineato<br />
che l’Italia nel 2002 è stato uno dei pochi Paesi dell’UE a rispettare<br />
il limite del saldo netto sul PIL (inferiore al -3,0%). Per il <strong>2003</strong> si<br />
prevede, fermo restando un quadro di crescita del PIL pari allo<br />
0,8%, un indebitamento netto del 2,3%; valore in linea con le<br />
previsioni di organismi internazionali e istituzionali.<br />
Previsioni per fine <strong>2003</strong> del rapporto saldo netto della PA<br />
e PIL<br />
-2,0%<br />
-2,1%<br />
-2,2%<br />
-2,3%<br />
-2,4%<br />
-2,5%<br />
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-2,3%<br />
Governo<br />
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-2,4%<br />
<br />
Confind.<br />
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-2,2%<br />
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UE<br />
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-2,4%<br />
<br />
FMI<br />
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<br />
<br />
-2,3%<br />
ISAE
La stasi economica, il buon controllo della spesa pubblica,<br />
accompagnata da un rilassamento delle politiche dei tassi<br />
d’interesse, ha favorito un miglioramento nella gestione del debito<br />
pubblico, scendendo nel 2002 a 106,7% del PIL e per il <strong>2003</strong> il<br />
DPEF prevede una discesa a 105,6%. Va precisato che altre stime<br />
fanno oscillare il valore da 105,4% (FMI) a 106,0%<br />
(Confindustria). Ovviamente questo valore rimane di per sé<br />
elevato ricordando che uno dei quattro parametri fondanti l’Unione<br />
monetaria è quello di un rapporto inferiore o pari al 60%.<br />
106,0%<br />
105,5%<br />
105,0%<br />
104,5%<br />
104,0%<br />
103,5%<br />
103,0%<br />
102,5%<br />
102,0%<br />
101,5%<br />
101,0%<br />
Previsioni per fine <strong>2003</strong> e per il 2004 del rapporto debito<br />
pubblico delle Pubbliche amministrazioni su PIL<br />
105,6%<br />
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104,2%<br />
106,0%<br />
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104,7%<br />
106,0%<br />
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104,8%<br />
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105,8%<br />
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104,7%<br />
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105,4%<br />
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Governo UE Confind. ISAE FMI<br />
La spesa sanitaria<br />
D<br />
102,9%<br />
urante il 2002 la spesa sanitaria pubblica è ammontata (dati<br />
RGSEP) a 78.611,85 mln. di €, con un incremento del 4,9%<br />
rispetto al 2001, registrando un rapporto spesa pubblica/PIL pari<br />
al 6,2%. Nel periodo 1998-2002 si è passato da un rapporto del<br />
8<br />
5,5% al 6,2%, valore tuttora ancora basso rispetto alla media di<br />
altri Paesi europei. Proprio quest’ultimo valore evidenzia come a<br />
fronte della crescita registrata nel 2001 (si è passati dal 5,8% del<br />
2000 rispetto al PIL al 6,1% del 2001), il 2002 ha mantenuto<br />
sostanzialmente un eguale valore. Si apre una prima<br />
considerazione: il 2001 e il 2002 offrono – attraverso i valori<br />
presentati – una fotografia implicita dei costi di trasferimento di<br />
molte voci della sanità alle realtà regionali.<br />
Relativamente alla spesa sanitaria privata (a rigore è la spesa delle<br />
famiglie per la sanità – mancano in questa voce i costi finanziari<br />
per la sanità sostenuti dalle famiglie – per esempio i premi per<br />
polizze assicurative) il 2002 ha registrato un consistente aumento<br />
(+6,5% rispetto al 2001) segno che a fronte di un incremento<br />
contenuto della spesa pubblica, le famiglie hanno dovuto<br />
ulteriormente contribuire alla crescita.<br />
Pertanto la spesa complessiva per la salute nel 2002 è ammontata<br />
a 101.691,85 mln. di €, pari all’8,1% del PIL. Tale valore è<br />
indubbiamente nella media degli altri Paesi OCSE, ma merita<br />
alcune osservazioni:<br />
a. il valore della spesa pubblica si mantiene al di sotto della media<br />
OCSE, e il valore viene enfatizzato se anziché impiegare i valori<br />
nominali si utilizzano quelli a parità di potere d’acquisto (nel<br />
2002 il rapporto spesa sanitaria pubblica/PIL è del 7,2%);<br />
b. la spesa privata rappresenta il 22,7% della spesa sanitaria<br />
complessiva: valore estremamente elevato nei Paesi con un<br />
modello SSN, ma anche con modello mutualistico. Inoltre, va<br />
sempre sottolineato che la spesa privata è per circa il 75% out<br />
of pocket, ossia pagata direttamente dalle famiglie e non da
mutue/assicurazioni e per circa l’85% per prestazioni in teoria<br />
già offerte dal SSN.<br />
Queste due considerazioni sembrano condurre all’affermazione che<br />
implicitamente si sia registrato un decremento dell’efficienza<br />
nell’offerta del SSN (ipotizzando che lo stock di prestazioni<br />
rimanga il medesimo), si aggiunga pure il fatto che negli ultimi<br />
anni il tasso di inflazione per i servizi sanitari e le spese per la<br />
salute è rimasto ben al di sotto del tasso d’inflazione generale (nel<br />
2002 il primo è stato dell’1,0% contro il 2,6% del tasso d’inflazione<br />
generale).<br />
Per il <strong>2003</strong>, a seguito degli effetti della legge finanziaria da un lato<br />
e delle azioni delle Regioni dall’altro la spesa sanitaria pubblica è<br />
stimata crescere a 83.101,30 mln. di € (+5,7% rispetto al 2002),<br />
prevedendo però un finanziamento garantito di 78.569,45 mln. di<br />
€. Questo comporterà un saldo negativo di 4.531,84 mln. di € che<br />
le Regioni devono reperire.<br />
Uno stato d’incertezza economica (vedi le previsioni per l’anno) e<br />
politica (status dei medici; contrasti all’interno delle Regioni sulle<br />
modalità di riparto dei fondi per la sanità) si trasmette anche sulla<br />
capacità dell’offerta pubblica. Ciò pertanto si traduce anche in un<br />
tasso consistente di crescita della spesa sanitaria privata nel 2002<br />
(+6,5%) pari a 23.080 mln. di €. In questo caso, l’ipotesi<br />
sottostante è che gli effetti della contrazione dei fondi alle Regioni<br />
sommati al divieto per queste di aumentare la pressione fiscale<br />
regionale porta ad una costanza dello stock di offerta con la<br />
conseguenza di incrementare le file di attesa e pertanto facendo<br />
traslare parte della domanda verso un’offerta privata.<br />
L’analisi del fabbisogno finanziario per il <strong>2003</strong> presenta una<br />
ripartizione “classica”, ossia il 5% dei fondi destinato alla<br />
9<br />
prevenzione, il 50% alla territoriale e il 45% all’ospedaliera, ma<br />
risente di una difficoltà nella definizione puntuale delle risorse.<br />
La spesa farmaceutica<br />
L<br />
e misure governative e regionali adottate a fine 2001 e durante<br />
il 2002 hanno avuto come effetto quello di rendere minimo il<br />
tasso di incremento della spesa farmaceutica (+0,5% per un<br />
valore pari a 11.723 mln. di €): brusco rallentamento rispetto a<br />
tassi di crescita elevati negli anni precedenti.<br />
La crescita praticamente nulla della spesa farmaceutica pubblica<br />
deve essere approfondita in un contesto più ampio di spesa<br />
farmaceutica complessiva.<br />
Infatti, i tassi di crescita della spesa farmaceutica totale nel<br />
biennio 1998/99 hanno avuto in media un valore intorno al 7,4%<br />
mentre nel biennio successivo del 10,9% (sottolineando che il<br />
picco maggiore si è avuto nel 2001). Il tasso di crescita del 2002 è<br />
stato contenuto (+2,6%). Pertanto, noto che la spesa<br />
farmaceutica è sostanzialmente inelastica, laddove il SSN non è in<br />
grado di offrire proprie coperture, la domanda di farmaci si trasla<br />
verso una spesa a carico delle famiglie. Allora, al riguardo è<br />
significativo che a fronte di un tasso di crescita della spesa<br />
farmaceutica pubblica pari allo 0,5% il tasso di crescita della spesa<br />
farmaceutica privata è aumentato del 7,1%. Esplorando ancora:<br />
nel 2001 la copertura pubblica per la spesa farmaceutica era pari<br />
al 67,9%, lo scorso anno il valore si è ridotto di 1,4 punti portando<br />
il grado di copertura pubblica al 66,5%. Va ricordato come tale<br />
rapporto sia sostanzialmente inferiore rispetto a quello registrato<br />
in altri Paesi europei (Francia, Germania, UK).
Questa crescita praticamente nulla della spesa farmaceutica<br />
pubblica si manifesta con modalità estremamente differenziate da<br />
Regione a Regione, e ricordando come obiettivo posto dall’accordo<br />
dell’8 agosto 2001 prevede che ciascuna Regione deve mantenere<br />
fisso il proprio tetto di spesa al 13%.<br />
In termini assoluti va rilevato che solo 3 Regioni e le 2 Province<br />
autonome riescono a rispettare la condizione del 13% (Veneto,<br />
Friuli Venezia Giulia e Valle d’Aosta, più le province di Trento e<br />
quella di Bolzano – si osservi che solo il Veneto è una Regione a<br />
statuto ordinario). Altre 4 Regioni registrano un rapporto fra la<br />
spesa farmaceutica e quella sanitaria superiore fino a 1 punto<br />
percentuale rispetto al valore fissato dalla norma (Piemonte, Emilia<br />
Romagna, Toscana e Lombardia). Tutte le altre Regioni hanno<br />
tassi d’incidenza della spesa oltre il 14,0% (12 Regioni).<br />
Le prospettive per la spesa farmaceutica in Italia<br />
L’<br />
insieme di manovre centrali (es. nuovo prontuario<br />
farmaceutico) e regionali (es. la distribuzione diretta) che<br />
sono già a regime o stanno perfezionandosi comporteranno una<br />
riduzione della spesa farmaceutica pubblica dell’ordine del 7,4%<br />
pari a 10.855,50 mln. di € (contro gli 11.722,94 mln. € del 2002).<br />
Tale valore si badi bene non riesce comunque a riportare il valore<br />
della spesa farmaceutica pubblica sul PIL pari/sotto al 13%.<br />
Gli interventi di contenimento della spesa farmaceutica pubblica<br />
hanno come effetto un’ulteriore riduzione del grado di copertura<br />
della spesa pubblica scendendo di altri 2,6 punti pari al 63,9%.<br />
10<br />
Ovviamente, visto che l’incidenza della spesa farmaceutica è poco<br />
meno di 2/3 pubblica, gli effetti sulla spesa farmaceutica<br />
complessiva tendono a registrare una riduzione (-3,7% pari a<br />
16.975,55 mln. €) e la traslazione di parte della spesa da pubblica<br />
a privata è in grado solo di mantenere il valore della variazione<br />
complessiva in termini minimi. La spesa farmaceutica privata<br />
dovrebbe invece registrare un incremento di circa 3,8 punti<br />
portando il valore a 6.120,05 mln. €.<br />
I corsi azionari<br />
L<br />
’analisi dei corsi dei titoli di aziende farmaceutiche quotate in<br />
borsa, senza proporsi approfondimenti su redditività,<br />
prospettive e difficoltà finanziarie, mette a fuoco come nel secondo<br />
trimestre dell’anno siano maturati i titoli.<br />
Vanno rilevati i seguenti punti:<br />
a. i tassi di variabilità (oscillazione minima e massima), se<br />
confrontati con titoli in altri settori, non sono particolarmente<br />
elevati;<br />
b. non sembrano denotarsi profonde differenze fra i corsi (come<br />
tassi di variabilità) dei titoli quotati in borse area €, borse di<br />
New York, Zurigo e Londra (e neanche – ma non riportate su<br />
grafico – sulle borse di Stoccolma e Copenaghen);<br />
c. laddove un titolo è quotato in più borse, il tasso di variabilità è<br />
piuttosto omogeneo.
Glossario e abbreviazioni<br />
BCE = Banca Centrale Europea<br />
debito delle Pubbliche amministrazioni = totale del debito di tutti<br />
gli enti classificati come Pubblica amministrazione<br />
DPEF = Documento di Programmazione Economica-Finanziaria<br />
FMI = Fondo Monetario Internazionale (IMF = International<br />
Monetary Fund)<br />
indebitamento netto delle Pubbliche amministrazioni = differenza<br />
fra il totale delle spese (correnti e c/capitale) e il totale delle<br />
entrate (correnti e c/capitale) degli enti classificati come<br />
Pubblica amministrazione<br />
ISAE = Istituto di Studi e Analisi Economica<br />
OCSE = Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo<br />
Economico (OECD = Organisation for Economic Co-operation<br />
and Development)<br />
RGS = Dipartimento della Ragioneria Generale dello Stato<br />
RGSEP = Relazione generale sulla situazione economica del Paese<br />
RPP = Relazione previsionale e programmatica<br />
saldo corrente delle Pubbliche amministrazioni = differenza fra le<br />
spese correnti al netto degli interessi e le entrate correnti degli<br />
enti classificati come Pubblica amministrazione<br />
UE = Unione Europea<br />
11<br />
<strong>Farmindustria</strong><br />
Ufficio economico sanitaria<br />
Largo del Nazareno 3<br />
00187 Roma<br />
tel. 06.657801<br />
fax 06.6786494<br />
e-mail: terranova@farmindustria.it<br />
polpetta@farmindustria.it
tab. 1 – PIL reale<br />
tab. 2 – Debito pubblico/PIL<br />
TABELLE E GRAFICI<br />
tab. 3 – Saldo netto della Pubblica amministrazione/PIL<br />
tab. 4 – Tasso d’inflazione<br />
12<br />
tab. 5a – Produzione industriale<br />
tab. 5b – Prezzi alla produzione<br />
tab. 6 – Tasso di disoccupazione<br />
tab. 7 – Italia – Previsione organismi istituzionali<br />
tab. 8 – Indicatori specifici sulla sanità<br />
tab. 8bis – Fabbisogno finanziario del SSN previsto per il <strong>2003</strong><br />
tab. 9 – Incidenza della spesa farmaceutica pubblica sulla spesa<br />
sanitaria pubblica nelle Regioni<br />
tab. 10 – Tassi d’incremento della spesa sanitaria pubblica della<br />
spesa farmaceutica rispetto all’anno precedente<br />
graf. 1 – Indice del livello di fiducia dei consumatori in Italia e<br />
delle imprese in Italia, Germania e Francia<br />
graf. 2 – Andamento del fabbisogno del settore statale<br />
graf. 3a – Andamento dei titoli di aziende farmaceutiche quotate in<br />
borse europee<br />
graf. 3b - Andamento dei titoli di aziende farmaceutiche quotate<br />
nella borsa di New York<br />
graf. 3c - Andamento dei titoli di aziende farmaceutiche quotate<br />
nella borsa di Londra<br />
graf. 3d - Andamento dei titoli di aziende farmaceutiche quotate<br />
nella borsa di Zurigo
tab. 1 - PIL reale ( ∆∆∆∆ % rispetto all'anno precedente)<br />
Paese 1998 1999 2000 2001 2002<br />
FMI<br />
UE<br />
OCSE<br />
Governo<br />
apr 03 apr 03 apr 03 apr 03 apr 03 apr 03<br />
Italia 1,8% 1,6% 2,9% 1,8% 1,0% I 0,8% 1,1% 1,0% 1,0% 0,8% 2,3% 2,1% 2,4% 2,0%<br />
Francia 3,4% 3,2% 3,8% 2,1% 1,2% I 1,1% 1,2% 1,1% 1,2% 0,8% 2,4% 2,3% 2,6% 2,4%<br />
Germania 2,0% 2,0% 2,9% 0,6% 0,2% I 0,5% 0,5% 0,4% 0,3% 0,8% 1,9% 2,0% 1,7% 2,2%<br />
Spagna 4,3% 4,2% 4,2% 2,7% 2,1% I 2,1% 2,2% 2,0% 2,1% 2,0% 3,1% 3,0% 3,1% 3,3%<br />
Area EURO 2,9% 2,8% 3,5% 1,5% 1,2% I 0,8% 1,1% 1,0% 1,0% 1,8% 2,3% 2,3% 2,4% 2,3%<br />
Regno Unito 2,9% 2,4% 3,1% 2,0% 1,9% I 2,1% 2,0% 2,2% 2,1% 2,0% 2,5% 2,6% 2,6% 2,6%<br />
Giappone -1,1% 0,7% 2,4% 0,3% 0,5% I 2,8% 0,8% 1,5% 1,0% 0,5% 1,0% 1,3% 1,1% 1,4%<br />
USA 4,3% 4,1% 3,8% 0,3% 2,4% I 1,4% 2,2% 2,4% 2,5% 2,2% 3,6% 2,5% 4,0% 3,4%<br />
(*) valore del trimestre annualizzato<br />
(+) valori preliminari<br />
per l'area € per previsioni "governo" s'intendono quelle della Commissione<br />
ultimo trim.<br />
dispon. (*)<br />
previsioni <strong>2003</strong><br />
FMI<br />
previsioni 2004<br />
UE<br />
OCSE<br />
Governo
tab. 2 - debito pubblico/PIL<br />
Paese 1998 1999 2000 2001 2002<br />
FMI<br />
previsioni <strong>2003</strong> previsioni 2004<br />
UE<br />
Governo<br />
FMI<br />
UE<br />
apr 03 apr 03 apr 03 apr 03<br />
Italia 116,4% 114,6% 110,6% 109,9% 109,4% 105,4% 106,0% 105,0% 102,9% 104,7% 100,4%<br />
Francia 59,5% 58,5% 57,4% 57,2% 58,6% 60,6% 61,8% 60,5% 61,5% 63,1% 61,4%<br />
Germania 60,9% 61,3% 60,3% 59,8% 61,1% 63,7% 62,7% 61,5% 64,2% 63,0% 60,5%<br />
Spagna 64,6% 63,1% 60,5% 57,1% 55,0% 52,9% 53,5% 53,1% 50,4% 50,5% 51,0%<br />
Area EURO 73,1% 72,5% 70,1% 69,3% 69,6% 69,9% 69,9% 69,9% 69,3% 69,6% 69,6%<br />
Regno Unito 47,6% 45,1% 42,1% 39,1% 38,4% 39,0% 39,0% 38,8% 40,6% 39,8% 38,9%<br />
Giappone 107,4% 118,2% 126,1% 134,6% 141,8% 162,4% 147,9% 148,0% 168,6% 154,2% 150,0%<br />
USA 66,6% 63,2% 57,3% 44,8% 60,9% 61,5% 62,3% 60,7% 62,0% 63,5% 61,2<br />
Governo
tab. 3 - saldo netto della Pubblica Amministrazione/PIL<br />
Paese 1998 1999 2000 2001 2002<br />
FMI<br />
UE<br />
OCSE<br />
Governo<br />
apr 03 apr 03 apr 03 apr 03 apr 03 apr 03<br />
Italia -2,8% -1,7% -1,7% -2,6% -2,3% -2,4% -2,3% -2,4% -1,5% -2,3% -3,1% -2,8% -0,6%<br />
Francia -2,7% -1,6% -1,3% -1,4% -3,0% -3,5% -3,7% -3,5% -3,4% 3,0% -3,5% -3,2% 2,9%<br />
Germania -2,2% -1,5% -1,4% -2,8% -3,7% -3,6% -3,4% -3,7% -2,9% 2,7% -2,9% -3,3% -1,5%<br />
Spagna -2,7% -1,1% -0,6% -0,1% 0,0% -0,3% -0,4% -0,4% 0,0% -0,2% -0,1% -0,2% 0,0%<br />
Area EURO -2,3% -1,3% -0,9% -1,5% -2,3% -2,4% -2,5% -2,5% -2,5% -2,0% -3,4% -2,7% -3,4%<br />
Regno Unito -0,4% -2,1% -1,8% -2,0% -1,8% -2,6% -2,5% -1,9% -2,2% -2,8% -2,3% -2,2% -1,6%<br />
Giappone -5,5% -7,2% -7,4% -6,1% -8,0% -7,4% -7,0% -7,7% -6,9% -6,5% -7,0% -7,8% -6,3%<br />
USA -0,1% 0,2% 0,9% -0,5% -3,1% -4,6% -4,8% -4,6% -4,7% -3,8% -4,6% -4,2% -4,0%<br />
- un rapporto negativo indica un deficit<br />
- i valori non tengono conto dei proventi straordinari derivanti dalle vendite delle licenze UMTS<br />
previsioni <strong>2003</strong> previsioni 2004<br />
FMI<br />
UE<br />
OCSE<br />
Governo
tab. 4 - tasso d'inflazione ( ∆∆∆∆ % rispetto all'anno precedente)<br />
Paese 1998 1999 2000 2001 2002<br />
ultimo mese<br />
disponibile (*)<br />
FMI<br />
previsioni <strong>2003</strong><br />
UE<br />
OCSE<br />
Governo<br />
apr 03 apr 03 apr 03 apr 03 apr 03 apr 03<br />
Italia 2,0% 1,7% 2,6% 2,7% 2,6% giu 2,9% 2,4% 2,4% 2,4% 1,9% 1,6% 1,9% 1,9%<br />
Francia 0,7% 0,6% 1,8% 1,8% 1,9% giu -0,4% 2,0% 1,9% 1,4% 1,6% 1,6% 1,5% 1,4%<br />
Germania 0,6% 0,6% 2,1% 2,4% 1,1% mag 0,7% 1,0% 1,3% 0,7% 1,5% 0,7% 1,2% 0,4%<br />
Spagna 1,8% 2,2% 3,5% 2,8% 3,6% giu 2,7% 3,2% 3,2% 2,9% 2,7% 2,8% 2,7% 2,4%<br />
Area EURO 1,2% 1,1% 2,3% 2,5% 2,2% giu 2,0% 2,0% 2,1% 1,7% 2,1% 1,5% 1,7% 1,4%<br />
Regno Unito 2,7% 2,3% 2,1% 2,1% 1,3% giu 2,9% 2,8% 1,9% 1,9% 2,3% 2,7% 1,8% 1,5%<br />
Giappone 0,7% -0,3% -0,7% -0,7% -1,0% mag -0,2% -0,7% -0,8% -1,0% -0,5% -0,6% -0,7% -1,0%<br />
USA 1,6% 2,2% 2,5% 1,6% 2,5% giu 2,4% 2,3% 2,0% 2,0% 2,0% 2,3% 1,7% 1,2%<br />
- per i Paesi europei indice armonizzato dei prezzi al consumo (IAPC), per gli USA e Giappone prezzi al consumo per l'intera collettività (NCI)<br />
(*) valore del mese annualizzato<br />
FMI<br />
previsioni 2004<br />
UE<br />
OCSE
tab. 5a - produzione industriale ( ∆∆∆∆ % rispetto all'anno precedente) tab. 5b - prezzi alla produzione ( ∆∆∆∆ % rispetto all'anno precedente)<br />
ultimo mese<br />
Paese 1998 1999 2000 2001 2002 Paese 1998 1999 2000 2001 2002<br />
disponibile (*)<br />
Italia 2,0% 1,7% 2,6% 2,7% -1,8% mag -7,0% Italia (#) 0,1% -0,2% 6,0% 1,9% 0,1% mag 1,9%<br />
Francia 5,1% 2,0% 3,5% 0,8% -0,8% mag -0,5% Francia 1,1% -0,1% mag 0,7%<br />
Germania 4,2% 1,5% 6,2% 0,6% 0,2% mag 0,3% Germania 1,4% 0,3% giu 1,3%<br />
Spagna 4,8% 5,4% -4,8% -4,4% 1,1% mag -1,3% Spagna -2,1% 3,8% 5,0% -0,8% 2,0% mag 0,9%<br />
Area EURO 4,4% 2,0% 5,5% 0,4% -0,5% mag -1,3% Area EURO 1,3% 0,1% apr 1,3%<br />
Regno Unito 1,0% 0,8% 1,7% -2,1% -1,2% mag 0,2% Regno Unito 0,2% 0,3% giu 1,1%<br />
Giappone -7,2% 0,9% 5,4% -7,5% -3,4% mag 2,7% Giappone -2,3% -2,1% giu -1,0%<br />
USA 5,1% 3,7% 4,5% -3,7% -0,5% mag 0,1% USA -1,0% 1,7% 4,1% 0,8% -0,6% giu 2,9%<br />
(*) valore del mese annualizzato (#) solo prodotti industriali<br />
- escluso il settore delle costruzioni<br />
ultimo mese<br />
disponibile (*)
tab. 6 - tasso di disoccupazione (valori a fine anno)<br />
Paese 1998 1999 2000 2001 2002<br />
ultimo mese<br />
disponibile (*)<br />
FMI<br />
previsioni <strong>2003</strong><br />
UE<br />
OCSE<br />
Governo<br />
FMI<br />
previsioni 2004<br />
apr. 03 apr. 03 apr. 03 apr. 03 apr. 03 apr. 03<br />
Italia 11,8% 11,4% 10,6% 9,5% 9,0% apr 8,9% 9,3% 9,1% 9,1% 8,7% 9,1% 8,8% 8,9% 8,0%<br />
Francia 11,8% 11,2% 9,5% 8,9% 9,1% mag 9,3% 9,1% 9,2% 9,3% 9,0% 9,1% 9,1% 9,2% 8,8%<br />
Germania 9,3% 8,6% 7,9% 9,5% 10,1% giu 10,2% 8,8% 8,9% 8,2% 8,1% 8,8% 8,9% 8,3% 7,9%<br />
Spagna 18,7% 12,8% 11,3% 10,6% 11,4% mag 11,7% 11,4% 11,6% 12,0% 11,0% 10,9% 11,4% 11,7% 10,7%<br />
Area EURO 10,9% 9,4% 8,5% 8,0% 8,3% mag 8,8% 8,8% 8,8% 8,7% 8,8% 8,7% 8,8% 8,6% 8,8%<br />
Regno Unito 6,3% 6,1% 5,5% 5,1% 5,2% mag 5,0% 5,4% 5,1% 5,4% 5,0% 5,3% 5,1% 5,2% 4,9%<br />
Giappone 4,1% 4,7% 4,7% 5,0% 5,3% mag 5,6% 5,5% 5,4% 5,7% 5,5% 5,4% 5,4% 5,7% 5,0%<br />
USA 4,5% 4,2% 4,0% 4,8% 6,0% giu 6,4% 6,2% 6,0% 6,0% 5,4% 5,9% 6,2% 5,8% 5,1%<br />
UE<br />
OCSE<br />
Governo
tab. 7 - Italia - andamento e previsione - indicatori macroeconomici<br />
indicatore 1998 1999 2000 2001 2002<br />
FMI<br />
apr 03 apr 03 apr 03 giu 03 lug 03 lug 03 apr 03 apr 03 apr 03 giu 03 lug 03 lug 03<br />
PIL reale<br />
(a)<br />
(h)<br />
1,8% 1,6% 2,9% 1,8% 0,4% I 0,8 1,1% 1,0% 1,0% 0,8% 0,8% 0,6% 2,3% 2,1% 2,4% 1,9% 2,0% 1,7%<br />
deflatore PIL<br />
(a)<br />
(h)<br />
1,5% 1,6% 2,2% 2,6% 2,7% 2,8% 1,9%<br />
tasso d'inflazione<br />
(a)<br />
(b)<br />
2,0% 1,7% 2,6% 2,7% 2,6% giu 2,9 2,4% 2,4% 2,4% 2,5% 2,4% 2,5% 1,6% 1,9% 1,9% 1,8% 1,7% 2,1%<br />
consumi delle famiglie (a) 3,1% 2,6% 2,7% 1,0% 0,4% 1,3% 1,3% 2,0% 1,9%<br />
saldo corrente della<br />
PA/PIL<br />
0,2% 1,7% 1,6% 2,6% 0,7% 0,1% 3,1%<br />
saldo netto della<br />
PA/PIL<br />
-2,8% 1,7% -1,7% -2,6% -2,3% -2,4% -2,3% -2,4% -2,4% -2,3% -2,3% -2,3% -3,1% -2,8% -2,5% -1,8% -2,1%<br />
debito PA/PIL 116,4% 114,6% 110,6% 109,4% 106,7% 105,4% 106,0% 106,0% 105,6% 105,8% 102,9% 104,7% 104,8% 104,2% 104,7%<br />
produzione industriale<br />
(a)<br />
(f)<br />
1,5% 1,4% 3,2% -0,7% -1,8% mag -7,0<br />
prezzi alla produzione 0,1% -0,3% 6,0% 1,9% 1,5% mag 1,9 1,6% 1,1%<br />
investimenti fissi lordi<br />
(a)<br />
(h)<br />
4,0% 5,0% 7,1% 2,6% 0,5% 0,3% -0,2% 3,2% 3,3%<br />
di cui: macchine,<br />
attrezz. e prodotti vari<br />
(a)<br />
(h)<br />
7,2% 6,8% 8,0% 2,2% 0,6% -0,3% 3,8%<br />
tasso di disoccupazione 11,8% 11,4% 10,6% 9,5% 9,0% apr 8,9 9,3% 9,1% 9,1% 8,9% 8,8% 8,8% 9,1% 8,8% 8,9% 8,7% 8,5% 8,6%<br />
costo del lavoro per<br />
dipendente (industria)<br />
(a)<br />
(c)<br />
3,0% 2,7% 2,8% 2,7% 2,6% 2,7%<br />
produttività del lavoro<br />
(industria)<br />
(a)<br />
(c)<br />
1,0% 0,8% 2,7% 0,9% -0,7% 0,1% 1,1%<br />
PIL (e) 1.073.019 1.107.994 1.166.548 1.220.147 1.258.349 1.303.662 1.354.072<br />
debito della PA (e) 1.248.514 1.269.293 1.287.695 1.330.711 1.342.342<br />
(a) variazione percentuale anno su anno<br />
(b) indice armonizzato dei prezzi al consumo (IAPC)<br />
(c) al netto del settore delle costruzioni<br />
(d) valore del trimestre annualizzato<br />
(e) in mln. di €<br />
(f) valore del mese annualizzato<br />
(g) valore di fine anno<br />
(h) in termini reali<br />
ultimo dato<br />
disponibile<br />
UE<br />
previsioni <strong>2003</strong><br />
OCSE<br />
Confind.<br />
Governo<br />
ISAE<br />
FMI<br />
UE<br />
previsioni 2004<br />
OCSE<br />
Confind.<br />
Governo<br />
ISAE
tab. 8 - Indicatori specifici sulla sanità (valori in mln. di €)<br />
indicatore<br />
1998 1999 2000 2001<br />
2002<br />
tasso d'inflazione servizi sanitari e spese<br />
salute (a) (°)<br />
2,2% 2,9% 2,2% 0,6% 1,0%<br />
tasso d'inflazione medicinali (a) (°) 2,9% 2,4% 2,3% -2,4% -2,7%<br />
previsioni <strong>2003</strong><br />
spesa sanitaria totale (*) 81.270,69 82.144,00 89.939,00 96.635,00 101.691,85 107.508,40<br />
∆ % rispetto all'anno precedente 7,4% 1,1% 9,5% 7,4% 5,2% 5,7%<br />
spesa sanitaria pubblica 60.249,35 (a) 60.520,00 (a) 67.575,00 (a) 74.957,00 (a) 78.611,85 (a) 83.101,30<br />
∆ % rispetto all'anno precedente 8,1% 0,4% 11,7% 10,9% 4,9% 5,7%<br />
finanziamento SSN (b) 54.596,78 58.949,43 66.146,54 71.271,05 75.601,87 78.569,45<br />
saldo (finanziamento SSN-spesa sanitaria<br />
pubblica)<br />
-5.652,57 -1.570,57 -1.428,46 -3.685,95 -3.009,98 -4.531,84<br />
spesa sanitaria privata 21.021,35 (a) 21.624,00 (a) 22.364,00 (a) 21.678,00 (a) 23.080,00 (a) 24.407,10<br />
∆ % rispetto all'anno precedente 5,3% 2,9% 3,4% -3,1% 6,5% 5,7%<br />
spesa farmaceutica totale (+) 13.119,04 13.956,22 15.254,00 17.167,00 17.619,00 16.975,55<br />
∆ % rispetto all'anno precedente 8,4% 6,4% 9,3% 12,5% 2,6% -3,7%<br />
spesa farmaceutica pubblica (=) 6.627,69 (a) 7.371,91 (a) 8.743,00 (a) 11.661,00 (a) 11.723,00 (a) 10.855,50<br />
∆ % rispetto all'anno precedente 10,2% 11,2% 18,6% 33,4% 0,5% -7,4%<br />
tetto di spesa farmaceutica (#) 9.744,41 10.219,54 10.214,03<br />
∆ spesa tendenziale e spesa<br />
programmata<br />
1.916,59 1.503,46 641,47<br />
spesa farmaceutica privata 6.491,35 (c) 6.584,31 (c) 6.511,00 (c) 5.506,00 (c) 5.896,00 6.120,05<br />
∆ % rispetto all'anno precedente 6,6% 1,4% -1,1% -15,4% 7,1% 3,8%<br />
spesa sanitaria complessiva/PIL 7,6% 7,4% 7,7% 7,9% 8,1% 8,2%<br />
spesa sanitaria pubblica/PIL 5,6% 5,5% 5,8% 6,1% 6,2% 6,4%<br />
spesa sanitaria pubblica/spesa sanitaria<br />
totale<br />
74,1% 73,7% 75,1% 77,6% 77,3% 77,3%<br />
spesa farmaceutica totale/spesa sanitaria<br />
totale<br />
16,1% 17,0% 17,0% 17,8% 17,3% 15,8%<br />
spesa farmaceutica pubblica/spesa<br />
sanitaria pubblica (&)<br />
11,0% 12,2% 12,9% 15,6% 14,9% 13,1%<br />
spesa farmaceutica pubblica/spesa<br />
farmaceutica totale<br />
50,5% 52,8% 57,3% 67,9% 66,5% 63,9%<br />
per memoria: PIL (/) 1.073.019,00 1.107.994,00 1.166.548,00 1.220.147,00 1.258.349,00 1.303.662,00<br />
(a) Fonte: ISTAT - Dati del conto consolidato della sanità<br />
(b) Fonte: MinEconomia e Finanze<br />
(c) Fonte: <strong>Farmindustria</strong><br />
(*) Somma fra spesa pubblica sanitaria e spesa privata<br />
sanitaria<br />
(+) Somma fra spesa farmaceutica pubblica e spesa<br />
farmaceutica privata<br />
(#) Calcolato come 13,0% del finanziamento della spesa<br />
sanitaria pubblica a consuntivo. Il valore ha un significato<br />
statistico poichè il valore del finanziamento è l'ultimo noto<br />
(mentre il tetto del 13,0% ha significato come vincolo di<br />
politica farmaceutica, e pertanto come quota ex-ante per la<br />
farmaceutica convenzionata)<br />
(/) Il PIL per il <strong>2003</strong> è quello previsto dal Documento di<br />
Programmazione Economico Finanziaria<br />
(°) Indice in contabilità nazionale - s'intendono tassi a fine<br />
anno<br />
(&) Dal 2002, il rapporto s'intende fra la spesa farmaceutica<br />
e il finanziamento SSN<br />
(=) Al netto dello sconto obbligatorio SSN
tab. 8 bis - Fabbisogno finanziario del SSN previsto per il <strong>2003</strong> (in mln. di €)<br />
Regione<br />
prevenzione<br />
(5%)<br />
farmaceut. % farm./terr.<br />
ospedaliera<br />
(45%)<br />
Piemonte 270.670,41 2.927.433,00 769.379,00 26,3% 2.658.261,37 5.856.364,77 fabbisogno 75.796.403,90<br />
Valle d'Aosta 7.120,71 82.545,21 20.915,00 25,3% 72.625,78 162.291,71 arrotondamenti 3,65<br />
Lombardia 552.075,98 5.960.757,63 1.559.558,00 26,2% 5.405.500,88 11.918.334,49 spese vincolate e di altri enti 586.391,30<br />
Bolzano 29.420,29 295.702,56 74.681,00 25,3% 260.419,16 585.542,01 somme disponibili in futuro 165.484,83<br />
Trento 20.437,13 315.112,10 81.148,00 25,8% 282.430,21 617.979,44 obiettivi di piano sanitario nazionale 988.258,93<br />
Veneto 269.967,77 2.969.330,54 774.941,00 26,1% 2.691.877,16 5.931.175,46 riequilibrio Regioni 1.032.913,80<br />
Friuli-Venezia Giulia 58.621,00 817.173,46 215.949,00 26,4% 748.251,38 1.624.045,84 totale fabbisogno SSN 78.569.456,41<br />
Liguria 108.087,64 1.161.608,73 310.066,00 26,7% 1.070.516,57 2.340.212,94<br />
Emilia-Romagna 252.374,64 2.779.402,22 733.508,00 26,4% 2.545.451,10 5.577.227,95<br />
Toscana 225.332,89 2.461.686,18 649.133,00 26,4% 2.246.621,64 4.933.640,71<br />
Umbria 51.891,71 587.182,17 153.674,00 26,2% 531.322,00 1.170.395,87<br />
Marche 96.983,55 1.005.895,60 263.607,00 26,2% 912.112,78 2.014.991,93<br />
Lazio 336.022,23 3.446.462,56 897.721,00 26,0% 3.104.478,95 6.886.963,74<br />
Abruzzo 94.435,34 858.888,90 222.666,00 25,9% 769.473,46 1.722.797,69<br />
Molise 22.875,71 222.596,75 57.271,00 25,7% 197.726,86 443.199,31<br />
Campania 432.506,66 3.504.407,55 893.460,00 25,5% 3.094.782,11 7.031.696,32<br />
Puglia 288.123,87 2.548.002,36 653.475,00 25,6% 2.257.963,04 5.094.089,27<br />
Basilicata 41.361,44 397.548,13 100.539,00 25,3% 347.471,39 786.380,96<br />
Calabria 153.541,92 1.299.528,19 331.926,00 25,5% 1.146.501,62 2.599.571,73<br />
Sicilia 377.199,37 3.202.722,17 822.149,00 25,7% 2.839.424,44 6.419.345,98<br />
Sardegna 100.770,12 1.054.214,14 267.765,00 25,4% 925.171,50 2.080.155,77<br />
Regioni 3.789.820,38 37.898.200,12 9.853.531,00 26,0% 34.108.383,40 75.796.403,90<br />
Fonte: Gazzetta Ufficiale<br />
territoriale (50%)<br />
totale
tab. 9 - spesa farmaceutica pubblica e spesa sanitaria regionale pubblica (valori in mln. di € e incidenza %)<br />
Regione<br />
spesa<br />
sanitaria<br />
1998 1999 2000 2001<br />
di cui<br />
farmaceut.<br />
% spesa<br />
farm./sanit.<br />
spesa<br />
sanitaria<br />
di cui<br />
farmaceut.<br />
% spesa <br />
farm./sanit.<br />
spesa<br />
sanitaria<br />
di cui<br />
farmaceut.<br />
% spesa <br />
farm./sanit.<br />
spesa<br />
sanitaria<br />
di cui<br />
farmaceut.<br />
% spesa <br />
farm./sanit.<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
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<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
Piemonte 4.606,29 480,20 10,4% 4.921,95 546,82 11,1% 5.905,54 633,80 10,7% 5.762,72 804,19 14,0% 5.828,96 763,26 13,1%<br />
Valle d'Aosta 134,72 11,96 8,9% 148,79 13,87 9,3% 180,55 15,87 8,8% 179,09 21,15 11,8% 189,75 21,96 11,6%<br />
Lombardia 9.529,70 966,96 10,1% 10.150,24 1.080,15 10,6% 11.224,32 1.242,29 11,1% 11.780,04 1.713,26 14,5% 12.616,40 1.771,59 14,0%<br />
Bolzano 635,09 37,43 5,9% 684,17 45,34 6,6% 786,09 53,71 6,8% 771,42 68,93 8,9% 926,31 72,03 7,8%<br />
Trento 553,41 42,45 7,7% 578,21 46,44 8,0% 656,43 52,61 8,0% 677,39 71,29 10,5% 658,89 69,81 10,6%<br />
Veneto 4.853,57 445,51 9,2% 5.042,00 504,51 10,0% 5.911,33 585,96 9,9% 5.932,19 785,93 13,2% 6.278,90 784,91 12,5%<br />
Friuli-Venezia Giulia 1.262,05 120,12 9,5% 1.336,30 137,69 10,3% 1.489,29 155,72 10,5% 1.530,02 210,39 13,8% 1.699,96 222,13 13,1%<br />
Liguria 1.875,56 224,96 12,0% 1.987,03 248,56 12,5% 2.288,02 281,68 12,3% 2.359,53 384,44 16,3% 2.394,32 359,26 15,0%<br />
Emilia-Romagna 4.465,45 417,42 9,3% 4.703,63 478,44 10,2% 5.402,56 540,36 10,0% 5.558,91 739,74 13,3% 5.880,84 781,15 13,3%<br />
Toscana 3.670,56 401,66 10,9% 3.897,44 443,33 11,4% 4.598,23 502,64 10,9% 4.755,29 673,81 14,2% 5.008,08 681,72 13,6%<br />
Umbria 877,68 111,01 12,6% 918,49 121,17 13,2% 1.050,47 134,98 12,8% 1.114,81 165,71 14,9% 1.187,79 166,96 14,1%<br />
Marche 1.496,90 182,57 12,2% 1.610,00 197,00 12,2% 1.861,20 220,07 11,8% 1.901,62 294,58 15,5% 2.004,70 310,19 15,5%<br />
Lazio 5.627,27 718,19 12,8% 5.941,79 773,09 13,0% 7.008,69 914,75 13,1% 7.225,52 1.244,98 17,2% 7.373,44 1.246,75 16,9%<br />
Abruzzo 1.237,95 159,29 12,9% 1.381,84 183,29 13,3% 1.654,28 212,68 12,9% 1.594,46 284,21 17,8% 1.805,63 290,37 16,1%<br />
Molise 319,34 38,74 12,1% 349,95 42,47 12,1% 382,75 48,70 12,7% 427,52 67,03 15,7% 424,97 69,28 16,3%<br />
Campania 5.548,11 815,53 14,7% 5.879,06 880,21 15,0% 6.961,66 984,20 14,1% 7.241,86 1.258,39 17,4% 7.364,52 1.228,29 16,7%<br />
Puglia 3.934,12 504,34 12,8% 4.149,20 554,65 13,4% 4.707,64 643,20 13,7% 4.728,37 851,74 18,0% 4.960,35 857,08 17,3%<br />
Basilicata 572,59 72,21 12,6% 570,95 78,92 13,8% 737,93 91,58 12,4% 694,02 119,40 17,2% 711,32 115,25 16,2%<br />
Calabria 1.900,95 266,76 14,0% 2.019,87 281,79 14,0% 2.370,73 323,75 13,7% 2.496,91 466,81 18,7% 2.523,72 457,11 18,1%<br />
Sicilia 4.812,19 738,79 15,4% 5.075,21 757,36 14,9% 5.336,13 768,25 14,4% 6.177,66 1.189,54 19,3% 6.500,14 1.261,32 19,4%<br />
Sardegna 1.597,14 177,55 11,1% 1.683,39 205,55 12,2% 1.961,52 242,17 12,3% 2.017,30 317,54 15,7% 2.139,97 338,88 15,8%<br />
compensazioni 738,70 -305,96 -2.509,51 248,72 -4.900,35 96,07 30,35 -72,06 132,90 0,00 0,0%<br />
Italia 60.249,35 6.627,69 11,0% 60.520,00 7.869,34 13,0% 67.575,00 8.745,00 12,9% 74.957,00 11.661,00 15,6% 78.611,85 11.869,31 15,1%<br />
(*) per il 2002 dati stimati e desunti in termini di costi e ricavi (differente rispetto al consolidato di cui alla tab. 8)<br />
Fonte: RGSEP vari anni<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
spesa<br />
sanitaria<br />
2002 (*)<br />
di cui<br />
farmaceut.<br />
% spesa<br />
farm./sanit.
tab. 10 - tassi d'incremento della spesa sanitaria pubblica e della spesa farmaceutica pubblica rispetto all'anno precedente<br />
Regione<br />
spesa<br />
sanitaria<br />
spesa<br />
farmaceutica<br />
spesa<br />
sanitaria<br />
spesa<br />
farmaceutica<br />
spesa<br />
sanitaria<br />
spesa<br />
farmaceutica<br />
spesa<br />
sanitaria<br />
spesa<br />
farmaceutica<br />
Piemonte 6,85% 13,87% 19,98% 15,91% -2,42% 26,88% 1,15% -5,09%<br />
Valle d'Aosta 10,44% 15,94% 21,35% 14,41% -0,81% 33,27% 5,95% 3,83%<br />
Lombardia 6,51% 11,71% 10,58% 15,01% 4,95% 37,91% 7,10% 3,40%<br />
Bolzano 7,73% 21,13% 14,90% 18,46% -1,87% 28,34% 20,08% 4,50%<br />
Trento 4,48% 9,41% 13,53% 13,28% 3,19% 35,51% -2,73% -2,08%<br />
Veneto 3,88% 13,24% 17,24% 16,14% 0,35% 34,13% 5,84% -0,13%<br />
Friuli-Venezia Giulia 5,88% 14,62% 11,45% 13,10% 2,74% 35,11% 11,11% 5,58%<br />
Liguria 5,94% 10,49% 15,15% 13,32% 3,13% 36,48% 1,47% -6,55%<br />
Emilia-Romagna 5,33% 14,62% 14,86% 12,94% 2,89% 36,90% 5,79% 5,60%<br />
Toscana 6,18% 10,37% 17,98% 13,38% 3,42% 34,05% 5,32% 1,17%<br />
Umbria 4,65% 9,15% 14,37% 11,40% 6,12% 22,77% 6,55% 0,75%<br />
Marche 7,56% 7,90% 15,60% 11,71% 2,17% 33,86% 5,42% 5,30%<br />
Lazio 5,59% 7,64% 17,96% 18,32% 3,09% 36,10% 2,05% 0,14%<br />
Abruzzo 11,62% 15,07% 19,72% 16,03% -3,62% 33,64% 13,24% 2,17%<br />
Molise 9,58% 9,63% 9,37% 14,67% 11,70% 37,64% -0,60% 3,36%<br />
Campania 5,97% 7,93% 18,41% 11,81% 4,02% 27,86% 1,69% -2,39%<br />
Puglia 5,47% 9,97% 13,46% 15,96% 0,44% 32,42% 4,91% 0,63%<br />
Basilicata -0,29% 9,30% 29,24% 16,03% -5,95% 30,39% 2,49% -3,48%<br />
Calabria 6,26% 5,64% 17,37% 14,89% 5,32% 44,19% 1,07% -2,08%<br />
Sicilia 5,47% 2,51% 5,14% 1,44% 15,77% 54,84% 5,22% 6,03%<br />
Sardegna 5,40% 15,77% 16,52% 17,82% 2,84% 31,12% 6,08% 6,72%<br />
Italia 0,45% 18,73% 11,66% 11,13% 10,92% 33,34% 4,88% 1,79%<br />
Fonte: elaborazioni da RGSEP<br />
1999 2000 2001<br />
2002
130,0<br />
125,0<br />
120,0<br />
115,0<br />
110,0<br />
105,0<br />
100,0<br />
95,0<br />
90,0<br />
85,0<br />
80,0<br />
graf. 1 - andamento degli indici di fiducia<br />
gen-01 mar-01 mag-01 lug-01 set-01 nov-01 gen-02 mar-02 mag-02 lug-02 set-02 nov-02 gen-03 mar-03 mag-03 lug-03<br />
consumatori - Italia imprese - Italia imprese - Francia imprese - Germania
50.000,00<br />
40.000,00<br />
30.000,00<br />
20.000,00<br />
10.000,00<br />
0,00<br />
607<br />
3.153<br />
823<br />
5.410<br />
6.477<br />
5.000<br />
17.335<br />
20.858<br />
19.600<br />
graf. 2 - andamento del fabbisogno del settore statale (valori cumulati - in mln. di €)<br />
28.357<br />
27.385<br />
33.085<br />
38.729<br />
38.050<br />
36.900<br />
26.293<br />
28.649<br />
25.900<br />
gen feb mar apr mag giu lug ago set ott nov dic<br />
24.060<br />
30.890<br />
0<br />
2001 2002 <strong>2003</strong><br />
21.232<br />
33.968<br />
0<br />
29.710<br />
40.900<br />
0<br />
38.328<br />
49.200<br />
0<br />
45.697<br />
47.500<br />
0<br />
33.742<br />
25.100<br />
0
140<br />
120<br />
100<br />
80<br />
60<br />
40<br />
20<br />
0<br />
Akzo Nobel (AMS)<br />
Ion Beam A. (BRU)<br />
graf. 3a - andamento dei corsi azionari di aziende farmaceutiche quotate in borse europee (2° trimestre <strong>2003</strong>) (corsi in € -<br />
in blu indice di variabilità)<br />
29,03<br />
28,91<br />
Solvay (BRU)<br />
12,58<br />
UCB (BRU)<br />
24,28<br />
Basf (FRA)<br />
16,63<br />
Bayer (FRA)<br />
44,12<br />
Beiersdorf (FRA)<br />
8,03<br />
Fresenius M. (FRA)<br />
16,49<br />
Hoechst (FRA)<br />
17,69<br />
Schering AG (FRA)<br />
15,63<br />
Schwarz Pharma (FRA)<br />
18,29<br />
Zardoya (MAD)<br />
12,05<br />
Bayer (MIL)<br />
46,75 22,84<br />
Recordati (MIL)<br />
Schiapparelli (MIL)<br />
64,04<br />
Aventis (PAR)<br />
22,45<br />
Sanofi Synth. (PAR)<br />
8,73<br />
Max<br />
Media<br />
Min
100<br />
90<br />
80<br />
70<br />
60<br />
50<br />
40<br />
30<br />
20<br />
10<br />
0<br />
Chiron<br />
graf. 3b - andamento dei corsi azionari di aziende farmaceutiche quotate alla borsa di New York (2° trimestre <strong>2003</strong>) (corsi<br />
in US$ - in blu indice di variabilità in %)<br />
9,95<br />
Genzyme Gen.<br />
19,29 35,71<br />
Allergan Inc<br />
Amgen<br />
13,15<br />
Astrazeneca<br />
28,18<br />
Baxter Intl. Inc.<br />
39,89<br />
Bristol Myers Squibb<br />
27,51<br />
Dow Chemical<br />
11,96<br />
Eli Lilly<br />
17,95<br />
Icn Pharmaceutical<br />
116,73<br />
Johnson & Johnson<br />
12,22<br />
Merck & co.<br />
13,42<br />
Pfizer Inc.<br />
17,12<br />
Pharmacia C.<br />
Procter & Gamble<br />
3,01<br />
Schering Plough<br />
14,82<br />
Max<br />
Media<br />
Min
3000<br />
2500<br />
2000<br />
1500<br />
1000<br />
500<br />
0<br />
graf. 3c - andamento dei corsi azionari di aziende farmaceutiche quotate alla borsa di Londra (2° trimestre <strong>2003</strong>) (corsi in<br />
UK pence - in blu indice di variabilità in %)<br />
21,32<br />
Astrazeneca Nycomed Amersham GlaxoSmithKline<br />
16,74<br />
10,22<br />
Max<br />
Media<br />
Min
900<br />
800<br />
700<br />
600<br />
500<br />
400<br />
300<br />
200<br />
100<br />
0<br />
graf. 3d - andamento dei corsi azionari di aziende farmaceutiche quotate alla borsa di Zurigo (2° trimestre) (corsi in CHF -<br />
in blu indice di variabilità in %)<br />
7,54<br />
Novartis Roche Serono<br />
24,44<br />
21,75<br />
Max<br />
Media<br />
Min