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Analisi di bilancio per indici e finanziamenti bancari - Pianetascuola

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ELEMOND SCUOLA & AZIENDA<br />

54<br />

Strumenti 38 SETTEMBRE/OTTOBRE 2006<br />

Parte teorica introduttiva<br />

Negli ultimi decenni l’attività <strong>bancari</strong>a si è andata despecializzando, uscendo dagli<br />

angusti limiti del cre<strong>di</strong>to a breve termine, e ha assunto un crescente carattere d’impresa,<br />

attraverso processi <strong>di</strong> privatizzazione delle banche pubbliche. La banca moderna,<br />

pur svolgendo un ruolo rilevante a sostegno dell’economia, non o<strong>per</strong>a più nel “pubblico<br />

interesse” ma come soggetto privatistico (la ragione giuri<strong>di</strong>ca più <strong>di</strong>ffusa è ormai la<br />

società <strong>per</strong> azioni), con particolare attenzione a conseguire una red<strong>di</strong>tività che remuneri<br />

adeguatamente il capitale <strong>di</strong> rischio, al controllo dei costi e in particolare delle <strong>per</strong><strong>di</strong>te<br />

su cre<strong>di</strong>ti, a o<strong>per</strong>are in regime <strong>di</strong> concorrenza elaborando politiche <strong>di</strong> estensione e<br />

rinnovamento della gamma dei prodotti ecc.<br />

Tale processo, che è andato attuandosi prima in modo strisciante, ha subito un<br />

acceleramento alla fine degli anni Ottanta del Novecento, in coincidenza con l’approvazione<br />

della II <strong>di</strong>rettiva CEE sul cre<strong>di</strong>to, che ha introdotto il Mercato unico<br />

europeo <strong>bancari</strong>o e ha reso protagonista un nuovo soggetto: la cosiddetta “banca<br />

universale”, ossia un ente cre<strong>di</strong>tizio caratterizzato da una vasta o<strong>per</strong>atività e da un<br />

capitale sufficientemente elevato da garantire contro i rischi (<strong>per</strong>mettendo alle<br />

autorità cre<strong>di</strong>tizie <strong>di</strong> attuare delle politiche <strong>di</strong> deregolamentazione tese a favorire<br />

la concorrenza e la trasparenza).<br />

La “legge Amato” del 1990, che ha consentito ai privati <strong>di</strong> acquisire quote delle banche<br />

pubbliche favorendo la ricapitalizzazione e la concentrazione del settore, e il d.lgs.<br />

14/12/1992 n. 481, che ha recepito nel nostro or<strong>di</strong>namento le innovazioni emerse a<br />

livello europeo, hanno stimolato la revisione dell’intera legislazione <strong>bancari</strong>a italiana,<br />

avvenuta con il nuovo Testo Unico delle leggi in materia <strong>bancari</strong>a e cre<strong>di</strong>tizia – il d.lgs.<br />

1° settembre 1993 n. 385 – che ha sancito l’abbandono della specializzazione cre<strong>di</strong>tizia<br />

tipica del sistema <strong>bancari</strong>o inglese <strong>per</strong> adottare quella del sistema <strong>bancari</strong>o despecializzato<br />

<strong>di</strong> tipo tedesco.<br />

Siccome l’es<strong>per</strong>ienza storica delle banche italiane era improntata alla gestione del cre<strong>di</strong>to<br />

a breve termine, mentre il cre<strong>di</strong>to a me<strong>di</strong>o-lungo termine veniva erogato dagli istituti<br />

speciali <strong>di</strong> cre<strong>di</strong>to e i nuovi servizi para<strong>bancari</strong> erano gestiti da società para<strong>bancari</strong>e,<br />

la Banca d’Italia – <strong>per</strong> non creare problemi alle banche italiane – ha proposto agli<br />

istituti <strong>di</strong> cre<strong>di</strong>to italiani, fin dal 1989, <strong>di</strong> svolgere tutte le o<strong>per</strong>azioni ammesse al<br />

mutuo riconoscimento in Europa attraverso gruppi <strong>bancari</strong> plurifunzionali creati dall’ente<br />

cre<strong>di</strong>tizio. In pratica, la banca madre – già specializzata nel cre<strong>di</strong>to a breve termine<br />

– continua a o<strong>per</strong>are in tale settore in cui <strong>di</strong>spone <strong>di</strong> es<strong>per</strong>ienza consolidata,<br />

mentre <strong>per</strong> il cre<strong>di</strong>to a me<strong>di</strong>o-lungo, i servizi para<strong>bancari</strong>, l’attività <strong>di</strong> merchant<br />

banking ecc. si avvale <strong>di</strong> società specializzate, create e controllate dalla banca madre,<br />

rientranti nel gruppo.<br />

Ne <strong>di</strong>scende che ora, anche se in<strong>di</strong>rettamente – ossia tramite altri soggetti giuri<strong>di</strong>ci –,<br />

le banche italiane sono in grado <strong>di</strong> svolgere una molteplicità <strong>di</strong> o<strong>per</strong>azioni e quin<strong>di</strong> <strong>di</strong><br />

sod<strong>di</strong>sfare tutte le esigenze delle imprese connesse al capitale <strong>di</strong> cre<strong>di</strong>to (<strong>per</strong> tutte le scadenze)<br />

e <strong>di</strong> rischio (inclusa l’assunzione <strong>di</strong> partecipazioni fino al 15% del capitale delle<br />

imprese commerciali). La banca può <strong>di</strong>ventare così un partner stabile dell’impresa e<br />

assumere anche partecipazioni in essa (in tal modo può conoscere meglio la situazione<br />

dell’azienda ed effettuare un monitoraggio più accurato dei rischi), instaurando una collaborazione<br />

stabile e costruttiva. In questo contesto uno dei servizi più richiesti è quello<br />

della consulenza (<strong>per</strong> i <strong>finanziamenti</strong>, gli investimenti, l’esportazione, gli adempimenti<br />

fiscali ecc.).<br />

Parte pratica<br />

SVOLGIMENTO<br />

Principali in<strong>di</strong>ci <strong>di</strong> <strong>bilancio</strong> e breve commento<br />

ROE = Utile netto d’esercizio 100 = 1.127.000 100 = 14,45%<br />

Capitale sociale + Riserve 7.800.000

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