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Il soldato romano: carriera militare e vita privata - ager veleias

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momento in cui cessò la deduzione di colonie militari, cioè dall'età di<br />

Adriano. Da allora i veterani dovevano affermarsi – ma con innegabili<br />

difficoltà – nei municipi in cui decidevano di stabilirsi, certamente facendo<br />

ancora affidamento sul prestigio derivante loro dall'avere fatto parte<br />

dell'esercito <strong>romano</strong>, ma in misura maggiore sulle loro qualità personali.<br />

Delle carriere e delle attività dei veterani nei municipi si ha una parziale<br />

testimonianza attraverso le iscrizioni funerarie, dalle quali emerge che essi<br />

potevano ricoprire tutte le cariche municipali, anche le più elevate: poco<br />

numerose, invece, dovettero essere le attività di carattere commerciale ed<br />

artigianale da essi intraprese, o almeno è questa la convinzione che si<br />

ricava dalla pur scarsa documentazione epigrafica fin qui posseduta, e dal<br />

pressoché totale silenzio delle fonti storiografiche e letterarie (per le quali,<br />

del resto, esisteva solo, o quasi, il miles in servizio attivo).<br />

Tutto sommato, un quadro non esaltante il ritorno alla <strong>vita</strong> civile del<br />

veterano, specie dopo il I secolo: quest'individuo, spesso invecchiato<br />

precocemente ed immerso nei suoi ricordi, come i reduci di recente<br />

memoria, non è neppure più gratificato dall'orgoglio di fare parte attiva<br />

della grande e gloriosa caserma romana.<br />

NOTA BIBLIOGRAFICA<br />

Sull'esercito <strong>romano</strong>, soprattutto sulla sua organizzazione ed il suo<br />

impiego, esiste una vasta letteratura, che peraltro comprende poche opere<br />

che trattano specificatamente la <strong>vita</strong> quotidiana del <strong>soldato</strong> (si veda,<br />

tuttavia, R.M. Davies, The Daily Life of the Roman Soldier under the<br />

Principate, in ANRW, II.1, Berlin-New York 1974, pp. 299-338, con ampia<br />

bibliografia). In ogni caso, gli autori moderni, che si sono occupati e che si<br />

occupano di questo specifico argomento, hanno dovuto sfruttare ogni<br />

notizia ed ogni cenno contenuti nelle opere antiche, per poterne dare una<br />

pur incompleta descrizione (si veda, del resto, G.R. Watson, The<br />

documentation in the Roman Army, in ANRW, II.1, Berlin-New York 1974,<br />

pp. 493-507).<br />

Tra le fonti greche e latine basti qui ricordare: Polibio, Storie<br />

(specialmente i capitoli 19-42 del VI libro); Sallustio, Guerra giugurt. (in<br />

particolare i capitoli XXXVI ss.); Cesare, La guerra gallica e La guerra<br />

civile; Tacito, Annali e Storie; Plutarco, Le vite parallele (quelle romane in<br />

particolare): e naturalmente i lavori tecnici d'età imperiale – su cui cfr. V.<br />

Giuffré, La letteratura "de re militari", Napoli 1974 – di Frontino, Gli<br />

stratagemmi (specie il libro IV sulla disciplina e sulla giustizia <strong>militare</strong>);<br />

Igino, La costruzione degli accampamenti (cfr. supra n. 24); Vegezio,<br />

Epitome di istituzioni militari (sulle reclute e l'organizzazione dell'esercito<br />

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