Il soldato romano: carriera militare e vita privata - ager veleias
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Carriere più rapide, saltando alcuni gradi intermedi, si potevano<br />
naturalmente realizzare grazie a particolari atti di valore o in virtù di<br />
spiccate capacità personali. Vi era un altro modo di ricompensare i buoni<br />
soldati: la concessione dell'esonero dai servizi più gravosi, da quello di<br />
prendere parte alla costruzione dell'accampamento, a quello di provvedere<br />
all'approvigionamento, al servizio di guardia, alla manutenzione ed alla<br />
pulizia del campo.<br />
I gradi intermedi tra <strong>soldato</strong> semplice e centurione primipilo<br />
comprendevano un certo numero di posizioni gerarchiche: gli uomini che<br />
ricoprivano queste posizioni erano i sottufficiali dell'esercito <strong>romano</strong>. Dalle<br />
iscrizioni funerarie si sono potuti individuare più di trenta di questi gradi<br />
intermedi, che comprendevano sia coloro che svolgevano mansioni<br />
amministrative (contabili, magazzinieri, ecc.), che militari (aiutanti dei<br />
centurioni, istruttori, porta insegne, ecc.).<br />
Dopo la riforma di Mario, essendo la maggior parte dei soldati volontari<br />
e quindi disponibili ad una lunga permanenza nell'esercito, la ferma fu<br />
fissata in sedici anni consecutivi: il servizio <strong>militare</strong> era diventato un<br />
mestiere e i soldati dei professionisti. Nel 13 a.C. Augusto confermò tale<br />
durata: a causa però delle difficoltà che incontrava l'erario per pagare ai<br />
veterani il premio di congedo di fine servizio (praemium militiae: vd. infra),<br />
la ferma fu portata a venti anni.<br />
Ma poiché neppure questo provvedimento si dimostrò sufficiente a<br />
risolvere le difficoltà finanziarie dello stato, invalse l'uso di trattenere sotto<br />
le armi anche i congedati (i veterani) che, inquadrati in reparti speciali, vi<br />
restavano per periodi molto più lunghi di quello legale, a volte più di<br />
trent'anni 9 .<br />
La situazione si andò man mano normalizzando e, con Adriano,<br />
restaurate le finanze dello stato, fu possibile accordare il congedo allo<br />
scadere della ferma stabilita, che restò fissata, sino al V secolo, in<br />
vent'anni, per i legionari: ma non sono rare le testimonianze di<br />
prolungamenti di più anni anche in seguito.<br />
Concluso il normale periodo del servizio, il <strong>soldato</strong> otteneva il congedo<br />
ordinario (honesta missio), che peraltro poteva essere accordato<br />
dall'imperatore in via eccezionale anche prima che fosse completato il<br />
periodo regolamentare, come ricompensa di un'azione di particolare<br />
ardimento: il congedo ordinario comportava, comunque, un sostanzioso<br />
vantaggio economico, il premio di congedo (vd. infra).<br />
Vi erano altri due casi nei quali i soldati venivano esonerati dal servizio<br />
anche prima di averlo completato e cioè il congedo per motivi di salute ed<br />
il congedo con ignominia.<br />
<strong>Il</strong> congedo per motivi di salute era concesso nel caso in cui, per malattia<br />
o per ferite contratte o subite in attività militari, non si era più idonei alle<br />
9 Tacito, Annali I, 17, 2.<br />
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