CIL XI, 1146 e 1147 - ager veleias

Tabula alimentaria di Veleia
[CIL XI, 1147 e Add. p. 1252 = CRINITI 1991 (= AE 1991, 710; 2001, 67) = CRINITI 2003 =
CRINITI 2009 = EDCS/Veleia = CRINITI 2010a-b → riproducono solo le due Praescriptiones
e le obligationes 1-2, 13, 16-17, 43, 47: ILS 6675 e Add. p. CLXXXVII; BRUNS 145a; FIRA²
III², 116 (e vd. HÜBNER 804);].
BIBL. – SUSINI 1965, pp. 38-39, 133, 1965a, pp. 6, 7; BOTTAZZI 1986, 1992 [= AE 1993,
727], 1996 [= AE 1996, 672]; CRINITI 1990, 1991 [= AE 1991, 710], 2001 [= AE 2002, 481],
2003 [= AE 2003, 666], 2004 [= AE 2004, 570], 2004a [= AE 2005, 528], 2007 [= AE 2007,
563], 2013; MAININO 1992 [= AE 1992, 38 e 624], 2003, 2004a; DE MARTINO 1994 [= AE
1994, 630]; ARRIGONI BERTINI 1996 [= AE 1996, 671]; DAL CASON 1997 [= AE 1997, 39];
PAVESE 2000 [= AE 2001, 67], 2004; SORICELLI 2001 [= AE 2001, 978], 2002 [= AE 2002,
482]; CAMPAGNOLI-GIORGI 2002 [= AE 2001, 610]; SCOPELLITI 2002 [= AE 2002, 480]; Ager
Veleias 2003 [= AE 2003, 666]; DI COCCO-VIAGGI 2003; DI COCCO-TAROZZI 2004 [= AE
2004, 569]; PETRACCO-PETRACCO SICARDI 2004 [= AE 2005, 529], 2005 [= AE 2005, 530];
DE NARDO 2005 [= AE 2005, 531]; Veleiates 2007; Res publica Veleiatium 2009 [= AE
2006, 445].
La Tabula alimentaria di Veleia [TAV], rinvenuta verso la fine di maggio 1747 in un prato
antistante la chiesa plebanale di S. Antonino a Macinesso (Lugagnano Val d'Arda [PC]),
era incassata su una parete della Basilica d'età giulio-claudia, in una cornice di marmo
lunense (di cui abbiamo frammenti, rinvenuti contestualmente alla TAV): è databile al
107/114 d.C. (le operazioni di credito promosse dall'imperatore Traiano, ivi registrate, sono
del 102 circa [TAV VII, 31-60] e 107/114 d.C. [TAV A, 1-3 e I, 1 – VII, 30]). — La Tabula
alimentaria viene citata – sulla base della mia III e IV edizione (rispettivamente in Res
publica Veleiatium 2009, pp. 259-366, e in "Ager Veleias", 5.14, 2010, pp. 1-38 e 5.15,
2010, pp. 1-30 [www.veleia.it]) – in questo modo: con TAV A, 1-3 sono indicate le tre righe
della soprastante Praescriptio recens / Intestazione nuova, del 107/114 d.C.; con TAV I -
VII e il numero arabico le righe delle sette colonne sottostanti di testo, in cui sono trascritte
le 51 obligationes / ipoteche "veleiati" (la Praescriptio vetus / Intestazione precedente,
riferibile al 102 circa d.C., è nella colonna VII, 31-36).
L'imponente corpo rettangolare risulta formato da sei lamine bronzee, spesse cm
0,8 (per un peso totale – secondo attendibili stime sette/ottocentesche – di kg 200 circa),
disposte su due file di tre e circondate da una cornice ènea (cm 5) modanata a listelli piani
o a sguscio appena accennato (e quasi identica ad altre rinvenute nel Foro), fissata con
chiodi ai bordi esterni: è alto cm 136 a sinistra e 138 a destra, largo cm 284 alla sommità e
cm 285,5 alla base.
Data la grandezza del reperto e l'esiguità dello spessore, che ne rendevano
estremamente arduo il trasporto, la sua fusione e lavorazione – nonostante l'origine
ufficiale urbana – dovettero aver luogo in officine della zona o, forse, dei municipia vicini
(Piacenza e Parma), come testimoniano del resto difformità nella composizione e nella
fattura delle lamine. La sequenza testo / impaginazione, almeno, e l'assemblaggio delle
sei lamine si ebbero, invece, probabilmente a Veleia, approntate in fasi e momenti
differenti da fabri aerarii locali: in effetti, le persistenze fonetiche del sostrato celto-ligure
rivelano nella TAV, in particolare, una latinizzazione linguistica non ancora salda.
Su una superficie di m² 3,9 circa, nelle sette colonne che registrano 51 obligationes
per 671 righe complessive (TAV I, rr. 103; II, rr. 104; III – IV – V – VI, rr. 101; VII, rr. 60)
sono sgraffiti da diversi artigiani locali più di 35.000, forse 40.000 caratteri, alti in media cm
0,7: da cm 0,5 in fine riga, a cm 0,9/1,1 per le litterae longae (poco meno di 500: più di
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