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CIL XI, 1146 e 1147 - ager veleias

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anche se in realtà, visto lo spazio avanzato, il nesso appare proprio superfluo. Metodo<br />

questo singolarmente sottaciuto dal probo e infaticabile prefetto, editore apprezzato della<br />

Tabula alimentaria [DE LAMA 1819], ma non inusuale, se pure poteva scrivere più tardi per<br />

i reperti lapidei veleiati / parmensi esposti «... ho supplito in colore rosso alle lettere<br />

mancanti, come con puntini nelle tavole incise, e ciò per comodo de' leggenti; osservando<br />

scrupolosamente le regole critiche, e giuste, ed evitando qualunque sia sostituzione<br />

fantastica» [DE LAMA 1818, p. 6].<br />

Dalla prima comunicazione pubblica nel 1748 del canonico piacentino Antonio<br />

Costa [COSTA 1748, coll. 120-122], che – come "Prefetto e Direttore de' Musei ed<br />

Antichità" parmensi del tempo – lavorò con non grande costrutto anche ai materiali via via<br />

dissepolti a Veleia nel 1760/1762 [COSTA ms. b-c], e dal primo contributo scientifico di<br />

Contuccio Contucci [CONTUCCI 1748, pp. 102-104], futuro prefetto del Museo Kircheriano<br />

di Roma, e dalle due editiones principes antagoniste di Ludovico Antonio Muratori e<br />

Scipione Maffei [cfr. MURATORI 1749, 1749a; MAFFEI 1749, vd. 1748: la millantata edizione<br />

di Anton Francesco Gori, periodicamente citata dagli studiosi locali, non è che la curatela<br />

di MURATORI 1749], la TAV venne pubblicata innumerevoli volte [CRINITI 2010, anche per<br />

altre edizioni parziali qui non registrate – specie in raccolte giuridiche – e in rete]:<br />

generalmente ignoto agli studiosi, e da segnalare, è stato però il ponderoso lavoro di<br />

revisione autoptica e di commento socio-economico fatto dal gesuita Juan Francisco (de)<br />

Masdeu nella sua Historia crítica de España [MASDEU 1788: vd. CRINITI 1989]. La classica<br />

e benemerita edizione di Eugen Bormann <strong>CIL</strong> <strong>XI</strong>, <strong>1147</strong> (BORMANN: l'obligatio 52, a p. 218,<br />

è un mero errore, credo tipografico, purtroppo a volte ripetuto in diffuse raccolte fontali) e<br />

Add. p. 1252, è di fatto superata dai miei lavori, in particolare CRINITI 1991 e 2009: in "Ager<br />

Veleias", 5.14, 2010 [www.veleia.it] ho pubblicato la quarta e ultima edizione critica<br />

[CRINITI 2010a: nel medesimo sito si trova pure la quarta edizione della versione italiana,<br />

CRINITI 2010b], ormai testo d’uso.<br />

Il complesso quadro storico-giuridico ed epigrafico-paleografico della Tabula<br />

alimentaria è stato ampiamente e dettagliatamente offerto in CRINITI 1991 [ma vd. anche<br />

1990, 2003], il che di fatto mi esime dal riportare in questa sede discussioni e problemi<br />

ormai ben noti e analiticamente lì affrontati. In CRINITI 2010a, pp. 31-36 (e già in CRINITI<br />

1991, pp. 174-179), in ogni caso, è presentato in sintesi il completo apparato critico, cui<br />

rinvio per ogni altro particolare: nulla o quasi, del resto, è stato èdito tra il 1990 e il 2010 su<br />

questo specifico piano – forse perché tanto, o troppo!, era già stato scritto in passato –<br />

salvo alcune ricorrenti proposte toponimiche.<br />

Nel suo insieme, l'incisione della TAV appare sostanzialmente corretta e attenta<br />

all'originale: pur con inevitabili effetti di mano libera – fors'anche dovuti alla durezza del<br />

materiale – per le minuscole, a volte inclinate, lettere capitali delle sette colonne, e con<br />

qualche sciatteria nella colonna III (vd. le anomalie morfologiche presenti soltanto qui: a r.<br />

41 troviamo anche l'unico sicilicus testimoniato nella TAV) e V, la più scorretta. Una<br />

indubbia cura della trascrizione, almeno per la fase più recente, è palese in alcune<br />

aggiunte sovrastanti le linee sgraffite (TAV II, 80; III, 55; VII, 21 [bis]: ipoteche 13, 17, 46) e<br />

in poche revisioni sulla lamina (TAV V, 99 e VII, 15: ipoteche 31 e 45) dovute – non è<br />

improbabile – a intervento dei committenti e dei proprietari interessati. Gli errores fabriles<br />

attestati – omissioni di lettere e di parole e loro duplicazioni, in particolare, dovuti<br />

presumibilmente a dettatura o lettura imprecisa della "minuta" [CRINITI 1971, p. 74] – non<br />

superano le 160 unità in 674 righe, id est 0,35 / 0,40 % del testo totale.<br />

Ricordo solo – anche a fronte, poi, di una strisciante e bicentenaria tendenza<br />

all'emendatio di studiosi locali, e non ..., nei confronti di elementi onomastici e<br />

toponomastici presenti nel documento bronzeo [cfr. CRINITI-SCOPELLITI 2007 e 2012,<br />

passim] – un paio di casi più interessanti. Anzitutto, le letture seguenti, diversamente<br />

discusse e corrette per la storia geo-antropica dell'<strong>ager</strong> Veleias (specie laddove si è<br />

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