Il secolo dei giochi - Focus

La tombola, ideata
in Italia, fu resa
nota in Francia dal
re Francesco I, che
se ne appassionò
va dal gioco gioc del lotto e dive-
nuta popo popolarissima in Fran-
cia grazie
a Francesco I di
Valois (1 (1494-1547) che la
introduss introdusse a corte dopo la
campagn campagna d’Italia. Nelle
corti fra francesi rinascimen-
tali imp impazzavano anche i
war gam ggames:
il passatempo
preferi preferito da re e principi
furono
i campi di batta-
glia in
miniatura, dove
solda soldatini, cannoni, for-
tifica tificazioni, strade, pon-
ti lev levatoi e fossati con
acqu acqua corrente erano
realizzati da
abili architetti, de-
coratori, scultori e mecca meccanici. François Ra-
bbelais l i e Mi Michel h l dde MMontaigne,
poi, parlano
nei loro scritti dello shangai, il gioco di abilità
con i bastoncini colorati, oggi più noto
come mikado. Anche se sono state trovate
tracce di scacchiere su monumenti egizi, in
Italia le prime testimonianze certe dell’esistenza
della dama risalgono al XVI secolo,
e da allora il gioco ha cominciato a comparire
nelle opere letterarie e teatrali, segno
della sua popolarità.
Briscola! Per lo sviluppo dei giochi di
carte in Europa fondamentale fu l’invenzione
(forse tra Mantova e Ferrara nel
1430) del gioco dei trionfi, che introdusse
il concetto di briscola, il seme che
vince tutti gli altri: ciò rese i giochi
di carte più complessi, dando loro
un grande impulso. Hanno origini
quattrocentesche anche il baccarà,
oggi praticato nei casinò soprattutto
nella variante
dello chemin de fer, r,
e la scopa, napoleta-
na. E c’è chi vede nel l
poker una somiglianza
con un gioco persiano
del XVI secolo,
l’Âs-Nâs.
Tutti sportivi.
Nel film Non ci resta
che piangere,
Massimo Troisi,
catapultato indietro
nel tempo a fi-
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ne Quattrocento, riceve istruzioni da una
leggiadra fanciulla su come giocare a palla:
in effetti, nel Rinascimento il più “italiano”
degli sport era già praticato con passione.
Molto antica è anche l’idea di colpire
la palla con un attrezzo. Ma è del 1555 la
prima testimonianza moderna: Antonio
Scaino, in un trattato dedicato ad Alfonso
d’Este, scrive che i giochi di palla più popolari
del tempo erano il pallone a bracciale
(antenato del moderno pallone elastico,
nel quale le squadre devono colpire
la palla con un pugno o con l’avambraccio),
il tamburello e la pallacorda: da
questo gioco, codificato allora, è disceso
il tennis. «Mentre il primo campo da golf
fu realizzato in Inghilterra nel 1552, sotto
la regina Maria Stuarda, e il curling (tanto
di moda alle ultime Olimpiadi invernali
di Torino) fu ideato in Scozia, poco prima
del RRinascimento»
aggiun-
ge Mi Michele Francipane.
Sem Sempre in Scozia, ma
già in
epoca rinascimenta-
le, si
usò per la prima vol-
ta la
lama sotto i pattini
da gghiaccio:
in preceden-
za i ppattini
erano fatti con
tibie
di cavallo, mentre la
man mandibola veniva utiliz-
zata
dai bimbi più piccoli
com come slittino. ❏
Mariateresa M Truncellito
I tarocchi Visconti-Sforza
La Morte (in alto), la Papessa e
l’Appeso: tre delle carte fatte disegnare
nel 1432 dai signori di Milano.
Giocatori... col trucco
I bari di Caravaggio, 1595 circa. Le
carte si diffusero nel Rinascimento
grazie all’invenzione della stampa.
Che spasso le feste
di Leonardo!
Mostri che
emergono
dall’oscurità, apparizioni
magiche,
angeli in volo,
esplosioni pirotecniche...
Le feste
rinascimentali
furono tra le più
sfarzose di ogni
tempo. I signori
e i loro ospiti andavano
in visibilio
soprattutto per i
“quadri viventi”,
scene mitologiche
fatte rivivere con
canti e balli, e rese
più spettacolari
grazie a effetti speciali
che lasciavano
a bocca aperta.
Automi. Il più
creativo in questo
campo fu forse
Leonardo da
Vinci. Per la corte
milanese degli
Sforza realizzò vari
automi, tra cui un
cavaliere che muoveva
la mascella
e le braccia. Me-
morabile rimase
la grandiosa Festa
del Paradiso, con
fanciulli travestiti
da angeli, grandi
nicchie con le allegorie
dei pianeti
e candele usate al
posto delle stelle,
che riflesse da una
superficie dorata
creavano uno scintillio
abbacinante.
In ascensore.
Per l’Orfeo del
poeta Angelo
Poliziano, infine,
Leonardo concepì
una montagna di
cartapesta che si
apriva mostrando
fiamme e demoni
dell’inferno,
mentre il signore
dell’Ade, Plutone,
emergeva dal
sottosuolo grazie
a un “ascensore”.
Un’invenzione
considerata la
prima scenografia
mobile del teatro
moderno. (a. c.)