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36<br />

incontro<br />

In tedesco significa “cantiere”,<br />

“lavori in corso”. E<br />

infatti i Baustelle sono una<br />

delle band più solide del<br />

panorama musicale italiano,<br />

nata nel 1994 e assurta<br />

in breve tempo a gruppo<br />

culto dell’indie-rock nostrano.<br />

Dal Sussidiario illustrato<br />

della giovinezza, l’album di<br />

esordio autoprodotto nel<br />

2000, al recente I Mistici<br />

dell’Occidente, disco d’oro con<br />

oltre 30mila copie vendute,<br />

il gruppo senese ha scalato<br />

le classifiche italiane e internazionali. La notorietà<br />

arriva nel 2005 con La Malavita, mentre nel<br />

2009 è la volta di Amen e di un paio di canzoni<br />

prestate al cinema. Francesco Bianconi, Rachele<br />

Bastreghi e Claudio Brasini il team di successo<br />

che ha pubblicato a marzo l’ultima fatica e torna<br />

in luglio a Rock in Roma insieme all’artista rivelazione<br />

dell’anno, Nina Zilli.<br />

I Mistici dell’Occidente coincide con il decennale<br />

di attività discografica del gruppo. Chi sono<br />

i Baustelle 10 anni dopo?<br />

«Siamo cambiati, inevitabilmente, nel senso che<br />

siamo cresciuti, d’età e d’esperienza. E i Baustelle<br />

di oggi sono quelli che più mi piacciono: libera<br />

espressione musicale, senza schemi prestabiliti<br />

com’era invece agli inizi. Dieci anni dopo siamo<br />

molto più consapevoli, anche grazie a<br />

un’esperienza di continuità intrisa di sperimentazione.<br />

Non ci siamo mai adagiati e non abbiamo<br />

perso le nostre radici».<br />

Sopra da sinistra<br />

I Mistici dell’Occidente<br />

L’ultimo album della band,<br />

con oltre 30mila copie<br />

vendute, si è aggiudicato<br />

il disco d’oro. A destra<br />

Rachele Bastreghi, Francesco<br />

Bianconi e Claudio Brasini,<br />

in arte Baustelle<br />

Dall’indie-rock a un pop chitarristico saturo<br />

di suoni. Dall’adolescenza romantica di una<br />

band di studenti semisconosciuti alle sonorità<br />

ricercate della maturità. Una rinascita<br />

continua…<br />

«Il nucleo originario – Rachele (Bastreghi ndr),<br />

Claudio (Brasini ndr) ed io – è rimasto lo stesso.<br />

Dal 2005 in poi, quando Fabrizio Massara<br />

si è staccato dal gruppo, ci siamo contornati,<br />

in tempi e momenti diversi, di tanti musicisti.<br />

Quanto ai fan, sono certamente cresciuti di<br />

numero, e questo è un bene, perché non abbiamo<br />

mai voluto fare musica di nicchia. Vogliamo<br />

arrivare a tutti».<br />

A scapito, forse, di una certa qualità di pubblico?<br />

«I nostri ascoltatori sono attenti e preparati, dai<br />

teenager alle persone di una certa età e quegli<br />

orfani del cantautorato che una volta preferivano<br />

Guccini o De André. Siamo una band transgene-<br />

la freccia

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