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Lo sport nel Bassanese

Le troppe contraddizioni lo allontanano dalla realtà quotidiana Confesso, amici lettori, che da qualche tempo non riesco più ad assistere alla conclusione dei telegiornali. E’ una cosa più forte di me, quasi una sorta di allergia: mano a mano che le notizie si esauriscono e ci si avvicina ai servizi di coda avverto infatti una crescente sensazione di disagio.

Le troppe contraddizioni lo allontanano dalla realtà quotidiana Confesso, amici lettori, che da qualche tempo non riesco più ad assistere alla conclusione dei telegiornali. E’ una cosa più forte di me, quasi una sorta di allergia: mano a mano
che le notizie si esauriscono e ci si avvicina ai servizi di coda avverto infatti una crescente sensazione di disagio.

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In collaborazione con<br />

il Panathlon Club di<br />

Bassano del Grappa<br />

SETTEMBRE / OTTOBRE<br />

DUEMILADODICI<br />

Editrice Artistica Bassano<br />

www.editriceartistica.it<br />

<strong>Lo</strong> <strong>sport</strong> <strong>nel</strong><br />

<strong>Bassanese</strong>


RIQUADRO SOMMARIO<br />

Uno scorcio del campo da golf di Ca’ Amata a Castelfranco. La pratica di questa disciplina è in continuo aumento,<br />

a smentire un luogo comune -duro a morire- che associa questo <strong>sport</strong> a un particolare status sociale (pag. 8).<br />

IL CALCIO NELL’EPOCA DELLO SPREAD di Andrea Minchio<br />

Le troppe contraddizioni lo allontanano dalla realtà quotidiana<br />

Confesso, amici lettori, che da qualche tempo non riesco più ad assistere alla conclusione<br />

dei telegiornali. E’ una cosa più forte di me, quasi una sorta di allergia: mano a mano<br />

che le notizie si esauriscono e ci si avvicina ai servizi di coda avverto infatti una crescente<br />

sensazione di disagio. Così, pochi istanti prima che il conduttore passi la parola ai colleghi<br />

dello <strong>sport</strong>, mi accade di premere inesorabilmente il pulsante rosso del telecomando. Un<br />

benefico clic mi consente allora di trarre un sospiro di sollievo e preservare la salute psicofisica<br />

da una montagna di puttanate a sfondo calcistico, regolarmente spacciate per<br />

informazioni sensazionali: cronache e resoconti ritenuti degni di emozione e immancabilmente<br />

presentati attraverso un linguaggio giornalistico, tanto gergale quanto omologato e<br />

privo di autentica originalità (soprattutto da parte delle “esperte” di turno, impegnate a<br />

farsi valere sul campo commentando dribbling e tackle con mascolina tracotanza).<br />

Già, puttanate! Perché, dopo più di venti minuti dedicati all’ennesimo aggiornamento<br />

sullo spread (“il differenziale di rendimento tra i Bund tedeschi e i Btp italiani”, ormai<br />

abbiamo imparato la formula a memoria come fosse l’incipit di una tragica filastrocca),<br />

alle sempre più frequenti malefatte della classe politica e alle devastanti conseguenze<br />

della crisi economica, l’apologia pressoché quotidiana delle imprese dei calciatori -ritratti<br />

come eroi omerici- e il bollettino sui loro iperbolici compensi mettono a dura prova anche<br />

il più placido e serafico dei telespettatori.<br />

Contraddizioni che la scorsa estate risultavano ancora più evidenti, quando le trattative<br />

del calcio-mercato imperversavano a furor di procuratore (con Mino Raiola, l’angelo<br />

custode di Zlatan Ibrahimovic, in pole position) rendendo ancora più frustrante e amaro<br />

il contrasto fra la venalità dei magnati del pallone e le difficoltà dei poveri Cristi, preoccupati<br />

per come arrivare a fine mese.<br />

Per non parlare dei vari e penosi scandali che ciclicamente (forse è più corretto dire<br />

“costantemente”) intorbidiscono il calcio nazionale con risvolti che coinvolgono -come ci<br />

ricordano anche attraverso le pagine di questo giornale gli avvocati dello Jus Sport<br />

Bassano- oltre alla giustizia <strong>sport</strong>iva pure quella ordinaria.<br />

Un disastro vero e proprio, dunque, che si somma a un quadro generale già fortemente<br />

critico e complesso.<br />

Eppure...<br />

Eppure, viene da pensare, qualcosa di buono ci sarà, qualcosa per cui valga la pena sgolarsi<br />

(senza esagerare) ai bordi di un campo di calcio. Insomma, qualcosa da commentare<br />

con gli amici il lunedì mattina, con la giusta dose di passione e magari davanti a un caffè.<br />

Si, qualcosa di buono c’è. Davvero.<br />

Penso alle molte persone per bene che dedicano gran parte del loro tempo libero a questo<br />

<strong>sport</strong>, concentrandosi sugli aspetti più nobili ed elevati, sui tanti valori che il calcio può<br />

ancora trasmettere. Persone come Gianni Tona, per esempio, bella figura di educatore<br />

<strong>nel</strong>la vita e <strong>nel</strong>la competizione, capace di coniugare le qualità dell’uomo con quelle dell’atleta<br />

e dello <strong>sport</strong>ivo. Per questo ho pregato Francesco Fontana, suo amico e collega,<br />

di stenderne un breve ricordo.<br />

Cover p. 4<br />

Aquapolis. Sport, salute, benessere e...<br />

di Pierpaolo <strong>Lo</strong>ngo<br />

Focus p. 8<br />

Golf Club Ca’ Amata. Un contesto<br />

familiare per diciotto splendide buche<br />

di Tiziana Zago<br />

Primo piano p. 11<br />

Gruppo Atletico Bassano,<br />

fucina di <strong>sport</strong>ivi veri e di campioni<br />

di Anna Chiara Spigarolo<br />

Antiche glorie p. 17<br />

Zughi de ‘na volta<br />

di Ruggero Remonato<br />

In punta di penna p. 18<br />

Olimpiadi. Inno allo <strong>sport</strong> e agli uomini veri<br />

di Sergio Campana<br />

Tackle p. 19<br />

Due parole con Werner Seeber<br />

di Antonio Finco<br />

Mens sana p. 20<br />

L’attività fisica dagli “anta” in su!<br />

di Anna Camonico<br />

L’incontro p. 22<br />

Elisa Polo. L’amazzone che proviene...<br />

di Andrea Minchio e Roberto Grandesso<br />

Amarcord p. 26<br />

Gianni Tona, gentiluomo del calcio<br />

di Francesco Fontana<br />

Fellowship p. 28<br />

“Insieme si può”. In fuoristrada<br />

sugli sterrati con navigatori non vedenti<br />

di Andrea Minchio<br />

Sport & diritto p. 32<br />

Giustizia <strong>nel</strong>lo <strong>sport</strong>?<br />

di Elisa Minchio<br />

Qui Panathlon p. 36<br />

Alessandro Todescan.<br />

Come forgiare corpo e spirito<br />

di Andrea Minchio, Giuseppe Parolin e Aldo Primon<br />

Copertina<br />

Dai tempi gloriosi della ranista<br />

Carlotta Tagnin, che <strong>nel</strong> 1984<br />

ha partecipato ai Giochi Olimpici<br />

di <strong>Lo</strong>s Angeles, il nuoto bassanese<br />

non conosceva successi come quelli<br />

di oggi (servizio a pagina 4).<br />

ESSE - La rivista di <strong>sport</strong> <strong>nel</strong> <strong>Bassanese</strong><br />

Supplemento al numero 136 di Bassano News<br />

Direttore responsabile Andrea Minchio<br />

EDITRICE ARTISTICA BASSANO<br />

Piazzetta delle Poste, 22 - Bassano del Grappa<br />

Tel. 0424 523199 - Fax 0424 523199 - eab@editriceartistica.it<br />

www.editriceartistica.it - © Copyright Tutti i diritti riservati<br />

Con il patrocinio del Panathlon Club di Bassano del Grappa<br />

Direzione artistica Andrea Minchio<br />

Redazione<br />

Elena Trivini Bellini, Diego Bontorin, Roberto Grandesso<br />

Hanno collaborato<br />

S. Bertuzzi, S. Campana, A. Camonico, M. Camonico,<br />

A. Finco, F. Fontana, P. <strong>Lo</strong>ngo, N. Merlo, E. Minchio, F. Novello,<br />

G. Parolin, A. Primon, R. Remonato, A. C. Spigarolo,<br />

M. Stefani, F. Tessarolo, T. Zago, O. Zanolla<br />

Stampa Arti Grafiche Bassano - Pove del Grappa<br />

Distribuzione Bassano e comprensorio<br />

Esse è stampato su carta patinata ecologica Hello Gloss TCF<br />

Editrice Artistica Bassano pubblica anche:<br />

ESSE • 3


COVER<br />

Testo di Pierpaolo <strong>Lo</strong>ngo, resp. Comunicazione Aquapolis Bassano - Fotografie: Aquapolis Bassano<br />

Dai tempi gloriosi della ranista Carlotta Tagnin il nuoto<br />

bassanese non conosceva successi come quelli di oggi<br />

AQUAPOLIS<br />

Sport, salute,<br />

benessere e... bollicine<br />

Confortati dai risultati, più<br />

che lusinghieri, tecnici e dirigenti<br />

confidano ora sull’entusiasmo<br />

di atleti e familiari per cogliere<br />

nuove significative affermazioni.<br />

E’ questo il frutto di un approccio<br />

rivolto in primis all’educazione<br />

e al divertimento, senza lo stress<br />

della prestazione a tutti i costi.<br />

L’obiettivo dichiarato per la<br />

prossima stagione agonistica è ora<br />

quello di raddoppiare il numero<br />

dei partecipanti e creare un gruppo<br />

ancora più ampio, in un ambiente<br />

sempre più stimolante<br />

ESSE • 4<br />

Stefano Andolfatto, Margherita Bonamigo,<br />

Sarah Cavalli, Clara Cecconi, Matteo<br />

Cecconi, Emanuele Fiorese, Marco Antonio<br />

Ladano, Aurora Tasca (“propaganda”);<br />

Sidney Bottaro, Matteo Cecconi, Emanuele<br />

Fiorese, Laura Infante, Agatha Mladin,<br />

Jennifer Turchetto, Emma Vettore, Alvise<br />

Zanon (esordienti “B”); Vittoria Basso,<br />

Clara Boscardin, Benedetta Conte, Gaia<br />

Fiorini, Maria Gabrieli, Daria Giudice,<br />

Anna Rossi, Mariana Sonda (esordienti “A”).<br />

Segnatevi questi nomi perché proprio da<br />

loro parte la rinascita del nuoto bassanese.<br />

Dopo i fasti degli anni Ottanta, con i successi<br />

di Carlotta Tagnin (che partecipò<br />

alle Olimpiadi di <strong>Lo</strong>s Angeles), gli <strong>sport</strong><br />

acquatici ai piedi del Grappa sembravano<br />

infatti essere caduti <strong>nel</strong> dimenticatoio.<br />

Ci voleva la caparbietà di una famiglia<br />

di imprenditori, profondamente inseriti<br />

<strong>nel</strong> tessuto sociale e produttivo, e la lungimiranza<br />

dell’Amministrazione comunale<br />

per regalare alla cittadinanza un impianto<br />

natatorio adeguato ai tempi e alle esigenze:<br />

così, attraverso lo strumento del project<br />

financing, <strong>nel</strong> settembre 2010 l’impresa<br />

Carron Spa ha potuto consegnare ad<br />

Aquapolis, società <strong>sport</strong>iva affiliata alla<br />

Federazione Italiana Nuoto, un avveniristico<br />

complesso comprendente tre piscine<br />

coperte, una palestra polivalente dotata di<br />

attrezzature dell’azienda leader mondiale<br />

<strong>nel</strong> settore fitness, un raffinato bar-ristorantino<br />

e un’ampia area verde (che d’estate<br />

si trasforma in solarium).<br />

Oggi, a due anni di distanza, il luogo<br />

comune secondo il quale i bassanesi sarebbero<br />

poco interessati agli <strong>sport</strong> acquatici è<br />

ampiamente sfatato: il 2012 si avvia infatti<br />

a chiudersi con oltre centocinquantamila<br />

presenze e con un programma di attività<br />

senza eguali in tutta la provincia.<br />

Il settore nuoto propone attività per tutte<br />

le fasce di età: baby (0-2 anni), prescolare<br />

(3-5 anni), bambini (6-10 anni) e ragazzi<br />

(11-15 anni), adulti, terza età.<br />

Dall’attività didattica, che ha ottenuto<br />

dalla Federazione Italiana Nuoto il certificato<br />

di qualità “Scuola Nuoto Federale”,<br />

arrivano i giovani atleti citati all’inizio,<br />

che sotto la guida sicura ed esperta di<br />

Andrea Fassina (pluriprimatista italiano<br />

di nuoto, oggi uno dei più affermati tecnici<br />

di nuoto e pallanuoto a livello nazionale)<br />

hanno già avuto modo di mettersi<br />

in evidenza <strong>nel</strong> contesto regionale, con<br />

numerose vittorie e piazzamenti e la convocazione<br />

di quattro di loro <strong>nel</strong>la rappresentativa<br />

provinciale.<br />

Più che i risultati, a confortare tecnici e<br />

dirigenti è il grande entusiasmo manife-<br />

Sopra, gli allenatori federali Andrea Fassina e Francesca Bonollo con il dott. Pierpaolo <strong>Lo</strong>ngo e la loro<br />

squadra di piccoli, grandi atleti.


stato da atleti e familiari, frutto di un<br />

approccio tutto rivolto all’educazione e al<br />

divertimento senza ansia da prestazione.<br />

L’obiettivo per la stagione 2012/2013 è<br />

quello di raddoppiare il numero dei partecipanti<br />

per creare un gruppo più ampio<br />

e un ambiente più stimolante: impresa<br />

senz’altro a portata di mano, in considerazione<br />

del sempre crescente numero di<br />

allievi della scuola nuoto pomeridiana,<br />

che quest’anno avranno un’opzione in più:<br />

il nuoto sincronizzato, proposto inizialmente<br />

alle bambine in età compresa fra i<br />

6 e i 9 anni che, dopo avere ammirato le<br />

evoluzioni delle syncronette di <strong>Lo</strong>ndra<br />

2012, potranno cimentarsi in questa<br />

spettacolare e formativa disciplina.<br />

Anche il settore fitness acquatico permette<br />

a chiunque di scegliere l’attività più adatta<br />

Aquapolis Bassano dispone di tre modernissime vasche, immerse <strong>nel</strong>la luminosità di un impianto di ultima tecnologia.<br />

ESSE • 5


alle proprie necessità: le proposte spaziano,<br />

in ordine di intensità crescente, dall’aquasoft<br />

all’aquagym, dall’aquaGAG all’aquabike<br />

e, soprattutto, alla “big thing”<br />

del momento: l’Aquazumba.<br />

Aquapolis è infatti la prima società della<br />

regione a proporre questo vero e proprio<br />

party caraibico in piscina, trasposizione<br />

acquatica del fenomeno Zumba che conta<br />

milioni di entusiasti praticanti in tutto il<br />

mondo. Sempre attenta alla qualità del<br />

servizio e alla trasparenza commerciale,<br />

Aquapolis si avvale esclusivamente<br />

di istruttori certificati ZIN (Zumba<br />

International Network), mentre per le<br />

altre attività di fitness acquatico ha ottenuto<br />

la certificazione “Official partner club”<br />

rilasciata da European Aquatic Association,<br />

ente leader mondiale del settore.<br />

La supervisione delle attività è affidata<br />

a Giada Tessari, presenter fra le più<br />

apprezzate a livello internazionale, mentre<br />

da settembre ha fatto il suo ingresso <strong>nel</strong>lo<br />

staff Rossella Bragagnolo, autentico mito<br />

dell’aquafitness.<br />

La febbre da Zumba non poteva non<br />

contagiare i “terrestri”, che potranno<br />

scegliere fra tutte le attività proposte<br />

dalla ZIN: la classica Zumba fitness, per<br />

scolpire il fisico a ritmo latinoamericano,<br />

Zumba gold (per la terza età o per chi<br />

vuole prendersela comoda), Zumbatomic<br />

(allenamento divertendosi per bambini e<br />

ESSE • 6<br />

ragazzi), affidate a Giovanna Tedesco.<br />

Per chi non ama le attività di gruppo<br />

Aquapolis offre, e questa è sicuramente<br />

una delle chiavi del successo, la più<br />

ampia scelta immaginabile di orari e<br />

spazi per le attività libere: sette giorni la<br />

settimana, trecentosessantacinque giorni<br />

l’anno, la piscina è disponibile per il nuoto<br />

libero in orario continuato, con ingresso<br />

a biglietto e la possibilità di scegliere fra<br />

numerose e convenienti forme di abbonamento.<br />

Altrettanta flessibilità per la<br />

palestra, che mette a disposizione sedici<br />

stazioni cardiofitness e altrettante di<br />

forza/tonificazione per allenarsi con la<br />

splendida vista del Grappa e, <strong>nel</strong> periodo<br />

estivo, un efficiente impianto di condizionamento<br />

per non sudare più del dovuto.<br />

Per incentivare una preparazione atletica<br />

completa, sono a disposizione ulteriori<br />

agevolazioni per i pacchetti piscina+palestra<br />

(che, <strong>nel</strong> periodo estivo, consentono di<br />

usufruire anche del solarium).<br />

Ma oggi una piscina non è più solamente<br />

una “palestra per nuotatori”, bensì un<br />

presidio di salute pubblica. Da questa<br />

considerazione nasce la grande novità<br />

della stagione: Aquasalus, il progetto<br />

salute e benessere di Aquapolis.<br />

Spinta idrostatica, resistenza progressiva,<br />

micromassaggio: l’acqua è l’ambiente<br />

ideale per la terapia e la riabilitazione<br />

fisica. Purtroppo <strong>nel</strong>la maggior parte dei<br />

casi i pazienti si trovano di fronte a personale<br />

inesperto o, peggio, incompetente:<br />

quello della fisioterapia è purtroppo uno<br />

dei settori nei quali si riscontra il maggiore<br />

abusivismo. Aquapolis ha invece ottenuto<br />

il riconoscimento della Regione Veneto e<br />

dell’ASL n.3 come centro medico di terapia<br />

fisica e riabilitazione. Opera sotto la<br />

direzione sanitaria del dottor Nicola<br />

Calzavara, uno dei massimi esperti del<br />

settore, medico specialista in ortopedia e<br />

traumatologia e si avvale della collaborazione<br />

del dr. Stefano Vivian e del dr.<br />

<strong>Lo</strong>renzo <strong>Lo</strong>ngo, entrambi fisioterapisti,<br />

proponendo una filiera completa di risanamento<br />

e rieducazione al movimento<br />

che prevede: visita fisiatrica/ortopedica,<br />

valutazione funzionale, recupero articolare<br />

e funzionale, recupero di tono e forza<br />

muscolare, mantenimento e miglioramento<br />

di tutto il sistema corporeo attraverso la<br />

pratica <strong>sport</strong>iva.<br />

A completamento dell’offerta sono previsti<br />

anche corsi di ginnastica antalgica, ginnastica<br />

presciistica e consulenza dietistica,<br />

per uno stile di vita all’insegna dello <strong>sport</strong>.<br />

E siccome il benessere sta anche nei piccoli<br />

piaceri quotidiani, perché non farsi<br />

tentare, al termine dell’allenamento, da<br />

un calice di bollicine presso il BeBar? Il<br />

raffinato wine bar/ristorantino rimane in<br />

funzione tutto l’anno con gli stessi orari<br />

della piscina ed è disponibile per colazioni,<br />

snack e pranzi di lavoro.<br />

In quattro parole: “Aquapolis, benessere<br />

a 360°”...<br />

AQUAPOLIS<br />

Piscine e Palestre a Bassano<br />

Via Ca’ Dolfin, 139<br />

Bassano del Grappa (VI)<br />

Tel. 0424 790001 - Fax 0424 790002<br />

info@aquapolis.it - www.aquapolis.it<br />

La palestra climatizzata e attrezzata Technogym.<br />

Aquapolis è la prima società veneta a proporre “Zumba”, vero e proprio party caraibico in piscina.<br />

Due emblematiche immagini che ben testimoniano l’organizzazione di Aquapolis sempre attenta a ogni esigenza<br />

in acqua, anche prima e dopo la nascita dei bambini.


ESSE • 7


FOCUS<br />

Testo di Tiziana Zago - Foto: archivio Golf Club Ca’ Amata<br />

Il tracciato si sviluppa sui settantacinque ettari<br />

del romantico parco di una villa veneta<br />

GOLF CLUB CA’ AMATA<br />

Un contesto “familiare”<br />

per diciotto splendide buche<br />

Dei quasi cinquecento soci, il venti per cento è rappresentato da giocatori under 18. Un risultato davvero<br />

incoraggiante, che dimostra come questa disciplina <strong>sport</strong>iva stia conoscendo, in Italia e <strong>nel</strong> Veneto, una<br />

formidabile crescita. Merito anche di una scuola efficace e coinvolgente, che <strong>nel</strong> sodalizio di Castelfranco<br />

è affidata ai maestri federali Archie Cochran, Kevin Smillie (scozzesi doc) e Paolo Zanesco.<br />

Il campo<br />

Il campo da Golf del Club Ca’ Amata<br />

è stato realizzato all’interno delle proprietà<br />

fondiarie di una villa del XVIII<br />

secolo, splendido esempio delle migliori<br />

tradizioni architettoniche venete.<br />

Particolare cura è stata posta <strong>nel</strong>la scelta<br />

delle essenze arboree e della flora usate a<br />

completamento della spettacolare cornice<br />

paesaggistica. La grande quantità di<br />

acqua corrente a disposizione ha inoltre<br />

consentito la realizzazione di un sistema<br />

di laghetti e canali, caratterizzati dalla<br />

presenza di quegli elementi che sono<br />

ESSE • 8<br />

tipici dei parchi romantici (come muretti,<br />

ponticelli e cascatelle), che interessa<br />

undici delle diciotto buche del campo e<br />

che conferisce al percorso un aspetto<br />

altamente suggestivo. Il tracciato si<br />

sviluppa su una superficie molto vasta:<br />

ben 75 ettari di terreno. Impossibili<br />

dunque i fuori limite in un campo così<br />

spazioso, che dà la possibilità al giocatore<br />

di osare in alcune buche colpi spettacolari<br />

su lunghe distanze. Ampi pure i fairways<br />

e i greens, alternati ad altri più piccoli,<br />

tecnici e con notevoli dislivelli.<br />

All’interno del Club Ca’ Amata si trova<br />

inoltre uno splendido campo pratica<br />

con 40 postazioni, un suggestivo putting<br />

green (proprio di fronte alla club-house),<br />

un’area adibita alla pratica del gioco<br />

corto e dal bunker e un utilissimo percorso<br />

Executive per i principianti e non:<br />

3 green con 9 bandiere da sfidare.<br />

“Familiare” è un aggettivo che di solito<br />

non si usa per descrivere un Golf Club:<br />

lo si definisce, magari, “esclusivo” oppure<br />

“raffinato”. Ma per Ca’ Amata<br />

“familiare” è un termine adeguato.<br />

Un’atmosfera particolare caratterizza


Da settembre sono attivi i corsi per<br />

ragazzi principianti con abbinato il corso<br />

“GOLF 4 PARENTS”<br />

Mentre i ragazzi giocano… anche i genitori<br />

possono partecipare con un proprio maestro!<br />

l’ambiente, vero e proprio punto di forza<br />

per i tanti soci che maturano <strong>nel</strong> tempo<br />

un sentimento di “appartenenza” al club.<br />

Un club sempre molto aperto e felice<br />

di incontrare e accogliere i tanti nuovi<br />

possibili appassionati di golf, uno degli<br />

<strong>sport</strong> maggiormente in crescita. Non a<br />

caso <strong>nel</strong>l’ultimo decennio ha praticamente<br />

raddoppiato il numero dei tesserati,<br />

passati dai 56.100 del 1999 ai 101.169<br />

del 2011 (dati ufficiali Federgolf).<br />

Nel Veneto si contano circa 11.000<br />

tesserati, 28 campi, 4 campi promozionali<br />

e 12 campi pratica. Il dato più<br />

significativo è rappresentato dai ben<br />

1.235 tesserati tra i 6 e i 18 anni solo<br />

<strong>nel</strong>la nostra regione, a sfatare dunque<br />

l’immaginario collettivo che tende ad<br />

associare questo <strong>sport</strong> al mondo degli<br />

adulti: sono infatti proprio i giovanissimi<br />

ad appassionarsi in modo naturale al<br />

golf, ispirati anche dal giovane campione<br />

italiano Matteo Manassero.<br />

La scuola di golf<br />

Il Club Ca’ Amata conta oggi quasi<br />

cinquecento iscritti, fra i quali novanta<br />

sono under 18.<br />

La scuola è affidata a tre validi maestri<br />

federali: gli “storici” scozzesi Archie<br />

Cochran e Kevin Smillie, affiancati da<br />

Paolo Zanesco. Le lezioni (su appuntamento)<br />

si svolgono con l’ausilio di telecamere<br />

computerizzate per l’analisi immediata<br />

del movimento (swing), mentre<br />

l’attrezzatura può essere fornita, con<br />

ferri studiati su misura per il giocatore.<br />

Poiché il golf deve essere provato prima<br />

di essere “giudicato”, ogni domenica<br />

(dalle 16.00 alle 17.00) il club offre due<br />

lezioni di gruppo gratuite, con palline e<br />

attrezzatura (previa prenotazione).<br />

Ai neofiti, inoltre, per i primi sei mesi<br />

viene fornita l’attrezzatura necessaria.<br />

Giocare golf, ormai è dimostrato, costa<br />

oggi quanto frequentare una palestra.<br />

Le quote sono infatti adeguate, sulla<br />

base dei molti servizi offerti.<br />

Vediamo ora come si svolge l’iter per un<br />

golfista neofita al Golf Club Ca’ Amata:<br />

1) prendere lezioni di golf con i maestri;<br />

2) praticare per conto proprio<br />

(fondamentale dopo le lezioni!);<br />

3) giocare <strong>nel</strong> percorso executive<br />

(3 green con 9 bandiere in totale);<br />

4) seguire i corsi gratuiti per apprendere<br />

le regole del golf;<br />

5) sostenere un esame di abilitazione<br />

per accedere al campo da 18 buche.<br />

L’attività giovanile a Ca’ Amata riveste<br />

un ruolo fondamentale, è molto seguita<br />

(con una specifica attenzione al settore<br />

agonistico) e destinata a tutti i ragazzi,<br />

in base all’età e al livello di gioco.<br />

In occasione delle gare <strong>nel</strong> territorio triveneto<br />

e dei campionati nazionali, il club<br />

provvede direttamente alle trasferte e<br />

all’accompagnamento dei ragazzi.<br />

A fianco dei più giovani, Ca’ Amata<br />

schiera una fortissima squadra Seniores,<br />

composta da una settantina di giocatori<br />

over 50 (per le donne) e over 55 (per gli<br />

uomini), coinvolti in competizioni <strong>nel</strong><br />

territorio delle Tre Venezie.<br />

Naturalmente non mancano le manifestazioni<br />

e gli eventi <strong>sport</strong>ivi, numerosi e<br />

sempre avvincenti, ma il club lascia molto<br />

spazio pure a chi desidera viverlo in<br />

tranquillità. In questo senso il golf offre<br />

un particolare vantaggio: si può giocare<br />

anche da soli, arbitri di se stessi <strong>nel</strong><br />

cimento di imbucare la pallina con il<br />

minor numero di colpi possibili e... con<br />

ogni condizione atmosferica.<br />

Giocare a golf fa bene alla salute<br />

Per chi ha superato gli “anta” (ma non<br />

solo) il golf rappresenta un’ottima<br />

opportunità di coniugare il benessere<br />

fisico e psichico con un momento di<br />

socializzazione e divertimento.<br />

Giocare a golf contribuisce ad attivare<br />

le facoltà mentali attraverso lo sviluppo<br />

dell’attenzione, della concentrazione,<br />

della tattica di gioco, delle strategie da<br />

adottare. Il golf migliora pure l’equilibrio,<br />

grazie al movimento che si effettua<br />

<strong>nel</strong>lo swing, aumenta la resistenza (si<br />

cammina parecchio), migliora la funzionalità<br />

respiratoria e cardiaca (grazie alle<br />

lunghe passeggiate) e il tono dell’umore<br />

(venendo praticato all’aria aperta in<br />

splendidi scenari naturali): a ragione<br />

può essere considerato un vero e proprio<br />

anti-depressivo.<br />

La pratica del golf offre infine il beneficio<br />

di allontanare dai ritmi della vita quotidiana,<br />

con effetti rilassanti e rigeneranti.<br />

Se è vero che si tratta di uno <strong>sport</strong> individuale,<br />

è altrettanto vero che lo si gioca<br />

perlopiù in compagnia; per questo aiuta<br />

a conoscere gli altri e se stessi, a tenere<br />

sotto controllo l’ansia (quella di arrivare<br />

in buca con il minor numero di tiri) e a<br />

esprimere la propria creatività.<br />

GOLF CLUB CA’ AMATA<br />

Via <strong>Lo</strong>reggia di Salvarosa, 44<br />

Castelfranco Veneto (TV)<br />

Tel. 0423 493537 - Fax 0423 743007<br />

info@golfcaamata.it - www.golfcaamata.it<br />

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ESSE • 9


PRIMO PIANO<br />

Testo di Anna Chiara Spigarolo - Foto: Gruppo Atletico Bassano, Giancarlo Colombo / Fidal<br />

Vivaio prolifico, sotto la guida trentennale<br />

del presidente Carlo Spigarolo ha portato ben<br />

58 atleti a indossare la maglia della Nazionale<br />

GRUPPO ATLETICO<br />

BASSANO, fucina di<br />

<strong>sport</strong>ivi veri e di campioni<br />

Anche <strong>nel</strong> 2012 lo storico sodalizio giallorosso ha mietuto successi a non finire: merito anche del coinvolgente<br />

progetto GiocoAtletica, portato avanti con tenacia e passione dall’olimpionica Gabriella Dorio...<br />

E’ stata un’estate di giornate trepidanti<br />

davanti al televisore, di quotidiani letti<br />

avidamente, di campioni osservati da<br />

lontano ma indagati fin in ogni minuscola<br />

piega dell’anima, di trionfi e delusioni<br />

vissuti davanti al televisore o, per i più<br />

privilegiati, dal vivo.<br />

E’ stata un’estate olimpica.<br />

<strong>Lo</strong>ndra 2012 ci ha appena congedati<br />

con garbo inglese, che già in tanti rimpiangiamo<br />

l’abbuffata di emozioni e la<br />

grande rappresentazione dell’umanità<br />

che i Cinque Cerchi ci concedono ogni<br />

quadriennio. Sotto i nostri occhi campioni<br />

blasonati o sconosciuti outsider hanno<br />

riso e pianto, si sono commossi o dispe-<br />

Una fase dell’edizione 2012 del “GiocoAtletica”, manifestazione nata <strong>nel</strong> 1995 da un’intuizione dell’olimpionica<br />

Gabriella Dorio: uno spettacolo che coinvolge oltre 1500 bambini delle scuole del <strong>Bassanese</strong>.<br />

rati, arresi o rialzati, infuriati o pacificati:<br />

hanno insomma messo in scena<br />

un’incredibile gamma di emozioni e di<br />

tipi umani. Nel complesso, un concentrato<br />

di sogni che si rivela ogni quattro anni<br />

sotto un braciere olimpico, ma che<br />

sboccia e si perfeziona nei campi <strong>sport</strong>ivi<br />

di tutto il mondo.<br />

ESSE • 11


PRIMO PIANO<br />

Sotto, da sinistra verso destra: Davide Spigarolo valica l’asticella dei due metri e quindici<br />

ai Campionati Italiani Junior Indoor 2012 di Ancona; Paolo Spezzati in azione ai<br />

Campionati Mondiali Junior 2012 di Barcellona.<br />

E queste fucine di talenti alcune volte<br />

sono molto più vicine di quanto pensiamo.<br />

A Bassano, per esempio.<br />

La pista di Santa Croce è da mezzo secolo<br />

luogo privilegiato, anche se a volte in<br />

sordina, per l’atletica d’alto livello e<br />

negli ultimi anni sta rifiorendo di uno<br />

splendore nuovo. Il rinnovato e apprezzatissimo<br />

impianto del Centro Studi<br />

quest’estate brulicava più che mai sotto<br />

l’egida del Gruppo Atletico Bassano, con<br />

atleti grandi e piccoli, già affermati o<br />

semplici promesse, al lavoro ognuno per<br />

il proprio obiettivo, che sia un’Olimpiade<br />

o un miglioramento personale.<br />

A Bassano c’è un cantiere aperto e<br />

ESSE • 12<br />

davvero molto frequentato, che non è<br />

più quello delle nuove corsie e pedane,<br />

ma quello che porterà, con massicce<br />

dosi di passione, lavoro e un pizzico di<br />

fortuna e pazienza, al perfezionamento<br />

dei nostri futuri campioni.<br />

Per chi non ce l’avesse, questa pazienza,<br />

c’è però molto di cui essere già fieri.<br />

Iniziando dalla cima, se dovessimo<br />

scegliere una copertina per questo 2012<br />

dell’atletica bassanese non sarebbe difficile<br />

assegnarla a Paolo Spezzati.<br />

Diciannove anni, appena diplomato con<br />

ottimi voti al Da Ponte e casa a due passi<br />

dalla pista, Paolo quest’anno ha messo<br />

insieme una stagione da 110 e lode, cul-<br />

minata con il titolo di campione italiano,<br />

la convocazione in Nazionale e un<br />

nuovo record personale ai Campionati<br />

Mondiali Junior.<br />

Ma andiamo per ordine: Paolo Spezzati<br />

ha scelto una specialità tanto difficile<br />

quanto affascinante, i 400 metri ostacoli.<br />

E’ arrivato in campo grazie al progetto<br />

GiocoAtletica, quindi ai tempi delle<br />

Elementari, e agli occhi competenti<br />

dei tecnici del GAB è risultato subito<br />

evidente che c’era del talento.<br />

Allenato da sempre dal guru bassanese<br />

degli ostacoli Roberto Pozzobon, Spezzati<br />

si è messo in mostra molto presto ma<br />

non subito: il primo scudetto sul petto<br />

è arrivato con i Campionati Italiani<br />

Allievi del 2010, sulla magica pista di<br />

Rieti che tanti record mondiali ha regalato<br />

all’atletica. Quest’anno Paolo ha<br />

bissato alla grande il titolo di due anni<br />

fa, ma soprattutto ha conquistato il<br />

pass per i Campionati Mondiali Junior<br />

di Barcellona, il suo vero obiettivo stagionale.<br />

E’ dunque volato in Spagna e,<br />

un po’ per la maglia azzurra addosso,<br />

un po’ per l’atmosfera da pelle d’oca<br />

dello stadio olimpico Lluís de Montjuïc,<br />

Paolo ha stampato il nuovo record<br />

personale: 52 secondi e 73 centesimi per<br />

correre 400 metri con 10 ostacoli, un<br />

crono importante che lo proietta su una<br />

nuova dimensione per gli anni a venire.<br />

Ora lo aspetta l’università...<br />

e forse le porte del professionismo.<br />

Sopra, la grinta di Elisa Pozzobon, atleta del GAB, durante una competizione nazionale sui 100 ostacoli.


Ma Spezzati non è stato l’unico talento<br />

del Gruppo Atletico Bassano a indossare<br />

la maglia azzurra: anche Davide<br />

Spigarolo, che come lui proviene dal<br />

GiocoAtletica, si è messo in mostra alla<br />

grande <strong>nel</strong> 2012. Davide, già campione<br />

italiano di prove multiple a 15 anni,<br />

un breve passato negli ostacoli alti per<br />

approdare infine al salto in alto, ha<br />

iniziato a vincere già a febbraio <strong>nel</strong>le<br />

gare al coperto, quando ad Ancona<br />

si è portato a casa il titolo italiano. Per<br />

non farsi mancare niente <strong>nel</strong>l’occasione<br />

l’allievo del tecnico Michele Bordignon<br />

ha siglato anche il record personale di<br />

2 metri e 15, che oltre che essere anche<br />

il record bassanese assoluto è la misura<br />

che -a essere onesti- avrebbe dovuto<br />

portare anche lui ai Mondiali under 20<br />

di Barcellona. Alcune disavventure gli<br />

hanno impedito di indossare la maglia<br />

azzurra <strong>nel</strong>l’appuntamento clou, e così<br />

Davide si è dovuto accontentare della<br />

convocazione all’incontro internazionale<br />

di Val-de-Reuil, in Francia.<br />

Davide ottiene quindi il secondo scudetto<br />

dopo quello del 2008 all’Olimpico di<br />

Roma e la sua quarta maglia azzurra<br />

(già indossata alla Coppa Jean Humbert<br />

Il passaggio del testimone fra Beatrice Oriella ed Elisa Pozzobon durante una staffetta 4x100, in occasione<br />

di un Campionato di Società.<br />

A fianco. Giuseppe Castellan impegnato ai Campionati<br />

Italiani di Misano Adriatico 2012.<br />

Sotto, ancora un’immagine di Davide Spigarolo, alle<br />

selezioni per i Giochi Olimpici Giovanili (Mosca, 2010).<br />

di Tallin 2009, ai Trials Olimpici giovanili<br />

di Mosca 2010 e al triangolare<br />

di Amburgo 2011).<br />

Non male per un diciannovenne!<br />

E il 1993 sembra essere stata un’annata<br />

particolarmente prolifica di talenti per<br />

lo <strong>sport</strong> bassanese, se è vero che ha<br />

visto nascere anche un terzo gioiello del<br />

Gruppo Atletico Bassano.<br />

Parliamo di Giuseppe Castellan, altra<br />

promessa proveniente dal GiocoAtletica,<br />

guidato <strong>nel</strong>la difficile arte del lancio del<br />

giavellotto dall’ex atleta Ludovico Pin.<br />

Giuseppe ha già all’attivo ben due titoli<br />

ESSE • 13


PRIMO PIANO<br />

italiani: il primo lo ha conquistato <strong>nel</strong>l’edizione<br />

romana del 2008, il secondo<br />

durante la scorsa stagione ai Campionati<br />

Italiani di Bressanone. Giuseppe, con una<br />

spallata da 60 metri e 16, ha messo al<br />

sicuro anche il record bassanese assoluto.<br />

Insomma il futuro dell’atletica bassanese<br />

sembra essere davvero in ottime mani:<br />

sulla scia di queste punte di diamante<br />

stanno infatti crescendo altri atleti destinati<br />

a ottimi risultati.<br />

Per esempio Rebecca Sartori, quindicenne<br />

che quest’anno ha fatto stropicciare<br />

gli occhi con un nuovo clamoroso record<br />

regionale nei 300 metri ostacoli.<br />

Da notare che Rebecca è la seconda<br />

di tre sorelle: la più grande, Sofia, è<br />

un’eccellente saltatrice in alto, con<br />

all’attivo un bronzo agli Italiani e<br />

diversi titoli regionali. La più piccola,<br />

Lucrezia, ha solo 11 anni ma le idee<br />

molto chiare, se è vero che quest’anno<br />

ha dominato il circuito esordienti.<br />

Ma parlando di sorelle rampanti non<br />

si può dimenticare Elisa Gerolimetto,<br />

sorprendente saltatrice in alto quest’an-<br />

ESSE • 14<br />

no salita fino a 1.59, quarta di ben<br />

cinque sorelle tutte atlete di livello del<br />

GAB, tra cui ricordiamo Giulia, validissima<br />

<strong>nel</strong> giro di pista con o senza ostacoli.<br />

E poi Elisabetta Baggio e Ilaria Bonetto,<br />

mezzofondiste in divenire, o il compatto<br />

gruppo di mezzofondisti capitanato da<br />

Marco Maddalon, scopritore e allenatore<br />

del già affermato quattrocentista azzurro<br />

Domenico Fontana, ora in forza alle<br />

Fiamme Oro.<br />

E’ un vivaio prolifico, quello del Gruppo<br />

Atletico Bassano, che sotto la guida<br />

sapiente di Carlo Spigarolo (ormai al<br />

timone da quasi trent’anni) porta avanti<br />

le insegne di una compagine storica:<br />

58 atleti portati fino alla Nazionale non<br />

sono bruscolini, come non lo sono i<br />

quasi cento campioni italiani e 490 (titolo<br />

più, titolo meno…) campioni veneti.<br />

Una storia che ha un suo baluardo in<br />

Pietro Cappellari, che per generazioni<br />

di bassanesi è stato il primo e indimenticato<br />

allenatore: Pietro da sessant’anni<br />

si presenta puntuale agli allenamenti,<br />

con una passione immensa che recentemente<br />

è stata gratificata con il premio<br />

Due momenti del “GiocoAtletica” 2012, caleidoscopio di suoni, emozioni e colori...<br />

Fair Play alla carriera da parte del<br />

Panathlon Club di Bassano.<br />

Il futuro, invece, è visibile nei giovani<br />

rampanti che abbiamo nominato e in<br />

tutti gli altri, compresi i 1.500 bambini<br />

che scoprono l’atletica e lo <strong>sport</strong> grazie<br />

al progetto GiocoAtletica, portato avanti<br />

con tenacia e competenza dal GAB da ben<br />

17 anni. Nato <strong>nel</strong> 1995, grazie all’impegno<br />

e all’entusiasmo della campionessa<br />

olimpionica Gabriella Dorio, era ed è<br />

un progetto innovativo e vincente che<br />

porta l’atletica leggera dentro alle scuole<br />

elementari, e i bambini del bassanese<br />

ad amare lo <strong>sport</strong>.<br />

Che è poi la missione e la passione<br />

del Gruppo Atletico Bassano.<br />

Se non è Olimpico questo…<br />

GRUPPO ATLETICO BASSANO<br />

Campo di Atletica Leggera<br />

Centro Studi - Quartiere Santa Croce<br />

Via Maritain - Bassano del Grappa (VI)<br />

Tel. 337 475756<br />

info@gabassano.it<br />

giocoatletica@gabassano.it<br />

www.gabassano.it


Riordinando i cassetti della memoria accade<br />

di ritrovare, in un cantuccio, un ricordo un<br />

po’ sbiadito dal tempo al quale, con grande<br />

entusiasmo, diamo il ben tornato. Succede in<br />

un momento della vita in cui, dicono, tornano<br />

in mente i ricordi di un vecchio avvenimento,<br />

la figura di una persona che non c’è più,<br />

la memoria di un antico gioco dimenticato.<br />

Come quando, precipitando da un dirupo,<br />

in pochissimi secondi ti si presentano gli<br />

avvenimenti di tutta la vita.<br />

Sono appunto i giochi che erano stati riposti<br />

in fondo all’archivio personale, ma “salvati<br />

con nome”, che ora mi tornano alla mente.<br />

Due di questi erano sfuggiti alla carrellata<br />

proposta nei numeri precedenti, fornendoci così<br />

la (bella) occasione per una breve “appendice”.<br />

Vediamoli assieme.<br />

Il gioco dello spago<br />

Si tratta probabilmente di uno tra i più antichi<br />

giochi dell’umanità. Non a caso gli esploratori<br />

e gli antropologi di un tempo, prima di avventurarsi<br />

in luoghi lontani, portavano con sé<br />

un pezzo di spago: una sorta di “strumento”<br />

ANTICHE GLORIE<br />

Testo di Ruggero Remonato<br />

All’elenco proposto nei numeri precedenti mancavano due vere chicche: eccole!<br />

ZUGHI DE ‘NA VOLTA APPENDICE<br />

Ancora un giro di trottola<br />

e poi... qualche dolcetto!<br />

Due giochi antichi, prima delle “bestiete”.<br />

attraverso il quale -appunto- comunicare con<br />

più facilità con gli indigeni.<br />

Alcune versioni di tale gioco sono state trovate<br />

presso popolazioni molto diverse e distanti fra<br />

loro, dalle zone equatoriali a quelle artiche.<br />

In Cina è conosciuto come “acchiappa la culla”;<br />

i russi lo chiamano semplicemente “il gioco<br />

della stringa”. In Congo si dice che “il gioco<br />

del gatto” mitighi l’ardore del sole, mentre gli<br />

eschimesi si servono della cordicella per tentare<br />

di imprigionarne i raggi.<br />

I ragazzini bassanesi d’un tempo lo eseguivano<br />

servendosi di uno spago annodato in modo da<br />

formare un cerchio; poi lo arrotolavano<br />

attorno alle mani, in modo che ogni capo ne<br />

avvolgesse il palmo; quindi infilavano il dito<br />

medio <strong>nel</strong> tratto che imprigionava ogni palmo<br />

e, allontanando le mani a dita aperte, dovevano<br />

“disegnare” una sorta di culla rovesciata.<br />

Da qui iniziava il gioco vero e proprio: un<br />

compagno prendeva infatti lo spago dal primo<br />

e, a sua volta, formava un’altra figura.<br />

Passando lo spago dall’uno all’altro l’operazione<br />

veniva ripetuta, in un susseguirsi continuo<br />

di sempre nuove figure geometriche.<br />

L’ultima di queste -tirando ciascun giocatore<br />

i due capi- imitava il movimento di una sega.<br />

La trottola<br />

Giocattolo già molto diffuso fra Greci e Romani,<br />

Catone il Censore la consigliava come passatempo<br />

per i bambini (al contrario dei dadi, che<br />

considerava invece diseducativi). Fu però <strong>nel</strong><br />

Trecento che il gioco della trottola assunse una<br />

certa rilevanza, soprattutto in Inghilterra.<br />

Apprezzato anche dagli indiani d’America, in<br />

Giappone è tuttora molto amato e praticato.<br />

Le regole sono semplici, ma è necessaria una<br />

In alto, a sinistra, una vecchia trottola di legno.<br />

In alto, a destra, Momi Fontana davanti al suo negozio, in compagnia di alcuni familiari, nei primi anni Cinquanta.<br />

In basso, a destra, il gioco dello spago, un “cimento” che richiede grande abilità manuale.<br />

certa abilità: dopo avere avvolto uno<br />

spago attorno al chiodino che corona<br />

questo oggetto (rigorosamente di legno),<br />

lo si lancia imprimendogli un moto<br />

rotatorio e trattenendo lo spago.<br />

Se i giocatori sono due, ognuno dotato<br />

di trottola, vince quello che riesce a<br />

tenerla in movimento più a lungo.<br />

Ovviamente le varianti non si contano:<br />

fra queste, molto gettonata è quella che<br />

prevede lo scontro fra le due trottole.<br />

Una sensazione di dolce sapore affiora infine<br />

fra i ricordi della mia fanciullezza, legata<br />

proprio ai giochi che facevamo in strada: rivedo,<br />

come in una sequenza cinematografica, una<br />

botteguccia presso la quale trascorrevamo tali<br />

momenti spensierati. Un negozio dove talvolta,<br />

data la nostra “ricchezza”, comperavamo<br />

qualche leccornia: dal “citrato”, che a contatto<br />

con la saliva diventava effervescente producendo<br />

una schiuma gradevole, ai “pescetti”<br />

di liquerizia, ad altre caramelle ancora, che<br />

chiamavamo “bestiete”. Una piccola drogheria,<br />

insomma, all’angolo fra via Matteotti e il vicolo<br />

omonimo, gestita da Momi (Girolamo) Fontana:<br />

un omino dal viso rubicondo che coltivava due<br />

baffetti bianchi, forse per indurire l’aspetto mite.<br />

Si dice fosse un terziario francescano e, di certo,<br />

si comportava come tale: la sua porta di casa<br />

era sempre aperta a quanti avessero bisogno...<br />

ESSE • 17


ESSE • 18<br />

di Sergio Campana<br />

Nei giorni in cui le Olimpiadi hanno<br />

dominato la scena, ci siamo accorti<br />

dell’abisso esistente tra lo <strong>sport</strong> vero<br />

e quello che ha perduto le sue qualità<br />

fondamentali. Non occorre un grande<br />

sforzo per confrontare il valore delle<br />

prestazioni di certi atleti, ignorati da<br />

giornali e televisioni per tutto l’anno,<br />

con quelle degli interpreti del nostro<br />

<strong>sport</strong> più popolare, il calcio, osannati<br />

quotidianamente.<br />

Ora il divario si allarga se guardiamo<br />

da una parte alle imprese dei nostri<br />

ragazzi sui campi di gara a <strong>Lo</strong>ndra,<br />

che definire eroiche non è esagerato,<br />

dall’altra a quelle vergognose compiute<br />

da troppi calciatori che li hanno<br />

portati avanti alla giustizia <strong>sport</strong>iva.<br />

Ecco, è perlomeno consolante constatare<br />

come le sensazioni che ci<br />

danno i nostri azzurri impegnati alle<br />

Olimpiadi e l’atmosfera che viviamo<br />

quando ascoltiamo il nostro inno,<br />

mentre si alza il tricolore, diminuiscono<br />

la nostra mortificazione <strong>nel</strong>l’udire<br />

le richieste del procuratore Palazzi<br />

nei processi per “Calciopoli”.<br />

Le Olimpiadi hanno anche questo<br />

merito, oltre a quello incommensurabile<br />

di mostrarci quotidianamente<br />

uno spettacolo addirittura commovente,<br />

quello di far passare in secondo<br />

piano le vicende ignobili che da tempo<br />

hanno portato società, dirigenti, giocatori<br />

avanti gli organi disciplinari.<br />

E’ positivo che, almeno temporaneamente,<br />

di fronte ai risultati ottenuti<br />

dai nostri atleti vengano ridimensionati<br />

certi eventi del calcio celebrati<br />

per settimane e settimane.<br />

Qualche esempio?<br />

La cessione di Ibrahimovic e Thiago<br />

Silva al Paris St. Germain e l’asta<br />

messa in atto dal Siena e dal Genoa per<br />

Destro che è un ottimo giocatore, ma<br />

non ancora un campione affermato.<br />

E meno male che le Olimpiadi ci<br />

hanno salvati da un tormentone che<br />

sarebbe durato qualche mese e<br />

avrebbe messo sottosopra il calcio.<br />

Mi riferisco allo scontro tra la<br />

Juventus, che ha contestato duramente<br />

la giustizia <strong>sport</strong>iva per il caso di<br />

Antonio Conte e la Federazione che<br />

ha risposto per le rime.<br />

Al di là delle vittorie dei nostri atleti,<br />

che ci hanno inorgoglito, dalle<br />

Olimpiadi ci sono arrivati precisi<br />

insegnamenti.<br />

IN PUNTA DI PENNA<br />

OLIMPIADI<br />

Inno allo <strong>sport</strong> e agli uomini veri<br />

Il primo: dobbiamo smetterla di<br />

chiamare <strong>sport</strong> minori quelli che<br />

durante l’anno non attirano l’attenzione<br />

dei media e non fanno girare<br />

milioni di euro.<br />

Il secondo: <strong>sport</strong> individuali e <strong>sport</strong><br />

di squadra non hanno segreti. Vince<br />

l’atleta che si allena senza tregua,<br />

che suda, che fa sacrifici di ogni tipo.<br />

Vince la squadra in cui tutti i componenti<br />

danno il loro contributo, che<br />

mettono il loro talento e la loro forza<br />

al servizio del collettivo. Questo ci<br />

hanno insegnato le strepitose atlete del<br />

fioretto femminile, i valorosi schermitori<br />

del fioretto maschile, i giganti<br />

del tiro con l’arco; e le medaglie l’oro<br />

<strong>nel</strong>la canoa e <strong>nel</strong> tiro al piattello.<br />

Com’è naturale, c’è stata qualche<br />

delusione ma questo può capitare<br />

<strong>nel</strong>lo <strong>sport</strong>, dove si vince e si perde<br />

quando gli avversari sono più forti.<br />

Forse <strong>nel</strong> nuoto ci sono state delle<br />

incomprensioni che hanno portato<br />

agli insuccessi. Cose che succedono<br />

più spesso negli spogliatoi del calcio.<br />

Le Olimpiadi ci hanno offerto<br />

quotidianamente occasioni per<br />

riflessioni profonde. Non ci siamo solo<br />

entusiasmati per le gare spettacolari<br />

e per le imprese straordinarie di<br />

campioni eccelsi (in prima fila l’immenso<br />

Bolt <strong>nel</strong>la velocità, già passato<br />

alla storia, la leggenda vivente Phelps<br />

<strong>nel</strong> nuoto, il nuovo re degli 800 metri<br />

Rudisha), ma ci hanno colpito anche<br />

vicende umane che ancora una volta<br />

sono state la conferma che lo <strong>sport</strong> è<br />

metafora della vita.<br />

Alex Schwazer si stava preparando<br />

alla maratona delle Olimpiadi e rappresentava<br />

per noi una delle speranze<br />

concrete per la medaglia d’oro.<br />

Come un fulmine a ciel sereno, ci è<br />

piombata addosso una notizia che<br />

più sconfortante non poteva essere.<br />

In un solo istante uno dei nostri eroi<br />

è diventato un fragile uomo che si<br />

apprestava a tradire la nostra fiducia.<br />

Subito siamo stati tentati in tanti a<br />

condannarlo senza giustificazioni, a<br />

considerarlo un imbroglione che cercava<br />

di infrangere le regole convinto<br />

di farla franca. E invece non solo per<br />

compassione dobbiamo cercare di<br />

capire perché in questi casi (come già<br />

era avvenuto con un tragico epilogo<br />

a Pantani) un atleta, pure di alto<br />

livello, può cedere irrimediabilmente<br />

alle pressioni esterne, alla paura di<br />

non farcela con le proprie forze, alla<br />

preoccupazione insopportabile di non<br />

essere più in grado di rispondere alle<br />

aspettative della gente.<br />

Qualcuno sostiene che Schwazer<br />

continui a recitare una parte e invece<br />

va accompagnato e sostenuto <strong>nel</strong> difficile<br />

percorso del recupero. Tutti<br />

dovranno riflettere sulle difficoltà<br />

che incontra anche un campione che<br />

inevitabilmente, accanto ai successi,<br />

si trova ad affrontare fallimenti e<br />

delusioni. In generale si pensa che uno<br />

<strong>sport</strong>ivo affermato viaggi sul tappeto<br />

di velluto, tra acclamazioni e magari<br />

importanti benefici economici.<br />

Spesso non è così e spesso l’atleta ha<br />

bisogno dell’appoggio di compagni,<br />

di dirigenti, di psicologi e specialmente<br />

della famiglia. Proprio da<br />

questa Olimpiade ci giungono esempi<br />

di come va interpretato il ruolo di<br />

campione, che non sempre esulta<br />

alzando le braccia al cielo. Abbiamo in<br />

casa due atleti che sono già diventati<br />

dei simboli, autentiche guide specialmente<br />

per i giovani, punti di riferimento<br />

di come ci si accosta allo <strong>sport</strong>,<br />

di come lo si pratica, di come si<br />

affrontano e si superano non solo le<br />

difficoltà, ma anche le insidie dei<br />

successi: Josefa Idem e Fabrizio<br />

Donato. E’ già un eccezionale messaggio<br />

quello che ci offrono e ci consola:<br />

anche a 36 anni e addirittura<br />

a 48 si possono ottenere risultati<br />

importanti, si può essere interpreti<br />

esemplari di una attività che praticata<br />

con sudore e fatica, ma anche con<br />

serenità, conduce all’affermazione<br />

dell’atleta e dell’uomo. Sono proprio<br />

il simbolo della purezza dello <strong>sport</strong>.<br />

Josefa, subito dopo quella che potrebbe<br />

essere la sua ultima gara, ha fatto<br />

delle dichiarazioni che testimoniano<br />

la sua intelligenza e la sua saggezza<br />

di donna e di atleta che spiegano la<br />

sua lunghissima serie di vittorie.<br />

Fabrizio, con la medaglia di bronzo<br />

al collo, ci ha rivelato che per lui l’atletica<br />

è lavoro, dedizione, ma<br />

soprattutto amore. Ecco il suggerimento<br />

che questi due campioni<br />

danno a chi pratica lo <strong>sport</strong>: faticare,<br />

ma anche divertirsi. Cosa che non è<br />

riuscita a Schwazer, che ormai odiava<br />

l’allenamento quotidiano.<br />

In alto, Josefa Idem e Fabrizio Donato, atleti divenuti autentici simboli dello <strong>sport</strong> nazionale: punti di riferimento<br />

di come ci si accosta allo <strong>sport</strong>, di come lo si pratica, di come si affrontano e si superano non solo le difficoltà,<br />

ma anche le insidie dei successi.


TACKLE<br />

di Antonio Finco<br />

Dopo una retrocessione non è mai<br />

facile far ritrovare entusiasmo e<br />

determinazione in una piazza delusa e<br />

i risultati di inizio stagione sembrano<br />

confermare questo trend.<br />

Ma Werner Seeber, altoatesino di<br />

Bressanone, scelto dalla società giallorossa<br />

come direttore generale per il<br />

dopo-Braghin, non si era certo cullato<br />

<strong>nel</strong>l’illusione che fosse facile ripartire:<br />

“Quando sono venuto a Bassano sapevo<br />

che avremmo dovuto lavorare molto,<br />

soprattutto sulla mentalità dei giocatori,<br />

ed eliminare le scorie del recente passato.<br />

Non sarà un campionato facile: ci<br />

sono piazze importanti come Mantova,<br />

Venezia, Pro Patria, Monza, ma i valori<br />

<strong>nel</strong>la nostra squadra non mancano. Forse<br />

sarebbe stato meglio prendere qualche<br />

schiaffo in più in pre-campionato, dove<br />

abbiamo fatto bene. Adesso sicuramente<br />

alcuni giocatori importanti, come<br />

Berrettoni, sono in ritardo di condizione,<br />

ma l’obiettivo rimane quello di finire<br />

tra le prime sei. Dobbiamo creare una<br />

mentalità vincente tutti assieme e avere<br />

spirito di sacrificio, abnegazione, umiltà.<br />

Così si vince. Non sono juventino,<br />

ma vedere giocare la squadra di Conte<br />

con tanta intensità dovrebbe essere<br />

d’esempio per tutti”.<br />

Altra ricetta per il successo?<br />

“Avere passione, fare le cose con passione.<br />

A me piace il mio lavoro e non<br />

mi costa fatica farlo senza orari, fino a<br />

tarda sera; anzi a volte, quando rientro<br />

a casa, mi guardo pure una partita.<br />

Del resto la mia vita è questa: dedico<br />

alla famiglia il lunedì quando torno a<br />

Bressanone, dove vivono mia moglie e<br />

i miei figli; qui a Bassano non ho molte<br />

frequentazioni extra-lavorative. Mi fa<br />

piacere però trovare i tifosi e scambiare<br />

opinioni con loro come con Sandro<br />

Chimi<strong>nel</strong>lo, uno dei simpatizzanti storici<br />

della maglia giallorossa”.<br />

Maglia giallorossa che lei ha indossato<br />

<strong>nel</strong>l’estate del 1985...<br />

“Sì, ero molto giovane e arrivai a<br />

Bassano dopo aver giocato <strong>nel</strong>la<br />

Primavera del Cesena, che a quel<br />

tempo era allenata da Arrigo Sacchi.<br />

Fu una stagione bellissima, anche se<br />

la città inizialmente era freddina nei<br />

Due parole con Werner Seeber,<br />

dg del Bassano Virtus<br />

nostri confronti. Ero in appartamento<br />

con altri quattro compagni e andavamo<br />

a mangiare al Belvedere. Grazie ai<br />

risultati ottenuti, si era creato entusiasmo:<br />

infatti riuscimmo a vincere lo<br />

spareggio di Brescia contro il Chievo.<br />

La promozione (poi cancellata dalla giustizia<br />

<strong>sport</strong>iva per un illecito) sarebbe<br />

stata il trampolino di lancio per un<br />

grande futuro. Ne sono convinto.<br />

Invece, nostro malgrado, tutto venne<br />

vanificato. Peccato, ma questo è uno<br />

dei motivi per cui sono contento di<br />

essere tornato a Bassano; con una<br />

società tra le più solide della Lega Pro,<br />

che da subito mi ha fatto intendere di<br />

voler ripartire e voltare pagina”.<br />

Che esperienze si porta in saccoccia,<br />

dopo aver smesso di giocare ed essere<br />

ripartito come dirigente?<br />

“Devo dire che ho iniziato quasi per<br />

caso come direttore dell’Alto Adige in<br />

serie D, ero di casa e mi hanno affidato<br />

un ruolo che ho accettato subito con<br />

entusiasmo. Personalmente sono una<br />

spugna: cerco di imparare velocemente<br />

e trarre indicazioni da ogni punto di<br />

vista. Così ho migliorato le mie qualità<br />

organizzative, ho inquadrato cosa vuol<br />

dire gestione complessiva di una società<br />

di calcio, ho imparato a tenere i contatti<br />

con i procuratori”.<br />

Poi sono arrivate esperienze gratificanti<br />

dal punto di vista professionale...<br />

“Confesso che ho avuto la fortuna di<br />

lavorare con il Cittadella, società cresciuta<br />

in fretta sotto la guida appassionata<br />

di Angelo Gabrielli; poi ho fatto<br />

un’ulteriore esperienza a Trieste.<br />

Grande stadio, grande tradizione, con<br />

il proposito di lavorare con i giovani.<br />

Il primo anno, con Tesser allenatore,<br />

fummo protagonisti di un campionato<br />

straordinario”.<br />

A proposito di allenatori, quanti ne ha<br />

dovuto esonerare <strong>nel</strong>la sua carriera?<br />

“Beh... due. D’Angelo all’Alto Adige e<br />

Del Piano a Lecco; non è piacevole, ma<br />

ogni tanto è necessaria una sterzata”.<br />

Tutto sommato pochi rispetto alla<br />

media italiana (escludendo dalla lista<br />

Zamparini… ndr).<br />

Quello di Werner Seeber, direttore generale del Bassano Virtus, è un felice ritorno <strong>nel</strong>la nostra città: <strong>nel</strong> 1986<br />

aveva infatti già militato, in veste di giocatore, <strong>nel</strong>la compagine giallorossa conquistando l’obiettivo della C2 (promozione<br />

poi revocata a tavolino).<br />

“Si, per fortuna. In compenso ho<br />

lavorato con tanti bravi allenatori.<br />

Come Baroni, adesso alla Primavera<br />

della Juventus, e Maran, ora alla guida<br />

del Catania, che ho avuto il merito di<br />

convincere ad allenare portandolo per<br />

due anni alla Primavera del Cittadella”.<br />

E come giocatori quali sono i suoi fiori<br />

all’occhiello?<br />

“Credo diversi. Moscardelli, per esempio,<br />

che ho portato a Trieste dalla C2.<br />

E poi Parola, lo stesso Aquilani, fino<br />

a Cia, Seculin, o Fischnaller, l’ultimo<br />

prodotto del vivaio dell’Alto Adige,<br />

che ora gioca con la Reggina”.<br />

Come vive un altoatesino a Bassano?<br />

“Bene, l’ho detto. La società per la<br />

serie dove giochiamo è straordinaria,<br />

il settore giovanile funziona. Peccato<br />

solo per la carenza di strutture <strong>sport</strong>ive.<br />

Si pensi che quella del quartiere Pre,<br />

che potrebbe essere bellissima, è poco<br />

valorizzata. Anzi, è clamoroso il fatto<br />

che negli spogliatoi si siano dimenticati<br />

di costruire i bagni! A parte questo,<br />

tuttavia, spero che i risultati rechino<br />

un po’ più di calore nei nostri confronti.<br />

Poi brinderemo con un buon bicchiere<br />

di Vespaiolo, un ottimo vino del territorio<br />

(che però non molti conoscono)”.<br />

A presto direttore, e in bocca al lupo!<br />

ESSE • 19


MENS SANA<br />

Testo di Anna Camonico - Fotografie di Mario Camonico<br />

L’invecchiamento è un processo naturale, determinato da variabili<br />

fisiologiche, psicologiche e sociali. Esercizi adatti, eseguiti con regolarità,<br />

contribuiscono a rallentarlo e a favorire un buono stato di salute<br />

L’ATTIVITÀ FISICA<br />

PIU’ INDICATA...<br />

... DAGLI “ANTA” IN SU!<br />

E’ molto importante conoscere i propri<br />

limiti fisici, che sono sicuramente diversi<br />

da persona a persona e di anno in anno;<br />

non si deve nemmeno sottovalutare<br />

il fatto che, dopo la trentina, si va<br />

incontro a un’inevitabile degenerazione<br />

dell’apparato locomotore.<br />

I muscoli, le ossa e tutti i tessuti a essi<br />

connessi (tendini, legamenti e cartilagini)<br />

<strong>nel</strong>la persona “diversamente giovane”<br />

sono sottoposti a eccessive sollecitazioni<br />

quando questa pratica <strong>sport</strong> impegnativi<br />

come mountain bike, pallavolo, pallacanestro<br />

e calcio (anche solo in occasione<br />

di incontri amichevoli). Le conseguenze<br />

ESSE • 20<br />

possono infatti essere tutt’altro che<br />

trascurabili. Si deve allora prendere<br />

coscienza che l’invecchiamento è un<br />

processo naturale, determinato da una<br />

serie di variabili fisiologiche, psicologiche<br />

e sociali che interagiscono tra loro.<br />

L’esercizio fisico, eseguito con regolarità,<br />

contribuisce in maniera determinante<br />

al mantenimento di un buono<br />

stato di salute e al rallentamento dei<br />

processi d’invecchiamento. Ne consegue<br />

che è importante comprendere a fondo i<br />

meccanismi attraverso i quali l’esercizio<br />

fisico può migliorare la salute, le capacità<br />

funzionali e soprattutto l’autosuffi-<br />

40 50 60 70<br />

E’ fondamentale comprendere a fondo i meccanismi attraverso i quali si possono decisamente migliorare<br />

le proprie capacità funzionali, l’autosufficienza e la qualità della vita.<br />

cienza e la qualità della vita.<br />

Il fattore più importante per invecchiare<br />

serenamente è quello di evitare le<br />

cadute che, con l’avanzare dell’età,<br />

sono purtroppo più pericolose: i tempi<br />

di recupero sono lunghi e possono<br />

annullare in breve tempo il beneficio di<br />

una sana attività <strong>sport</strong>iva regolare.<br />

Ecco cosa è consigliato fare...<br />

1) Camminare all’aria aperta lontano<br />

dallo smog, anche con l’ausilio dei<br />

bastoncini, tre volte alla settimana per<br />

almeno trenta minuti; quando ciò non<br />

è possibile a causa del maltempo, eseguire<br />

attività aerobica in palestra, come<br />

step senza saltelli, a ritmo moderato e<br />

solo in assenza di problemi ai dischi<br />

intervertebrali, alle anche o alle caviglie.<br />

L’uso della bicicletta costituisce un ottimo<br />

allenamento aerobico, utile per aumentare<br />

la capacità polmonare, mantenere<br />

la scioltezza articolare delle gambe e<br />

migliorare il tono muscolare.<br />

Nella stagione fredda tali risultati sono<br />

ottenibili anche con la cyclette.<br />

2) Esercizi di ginnastica respiratoria per<br />

far lavorare i muscoli intercostali, ma<br />

soprattutto il diaframma, che spesso è<br />

bloccato a causa dello stress e impedisce<br />

ai polmoni di lavorare in modo completo.<br />

3) Esercizi di scioltezza articolare, con<br />

movimenti analitici, fini e non globali,<br />

Anna Camonico e alcune sue allieve impegnate a eseguire una combinazione di passi di aerobica-step.<br />

90<br />

80


in quanto si è portati a fare movimenti<br />

sempre più limitati all’uso quotidiano.<br />

4) Esercizi di allungamento dei muscoli<br />

antigravitari della catena posteriore<br />

del corpo, spesso accorciati e causa di<br />

frequenti mal di schiena.<br />

5) Esercizi di tonificazione generale,<br />

a corpo libero e con piccoli attrezzi, da<br />

posizioni controllate (elastici, piccoli<br />

pesi, body master, rings, gymstick…).<br />

6) Esercizi di coordinazione occhio-mano<br />

con palle di vari materiali e dimensioni<br />

(a coppie e verso un bersaglio).<br />

7) Esercizi di equilibrio con attrezzi<br />

specifici (cuscino d’aria) in tutta sicurezza<br />

(in appoggio su una sedia).<br />

8) Esercizi di ginnastica posturale e<br />

antalgica, per sapere come muoversi<br />

all’interno delle mura domestiche:<br />

alzarsi dal letto e da una sedia, prendere<br />

un oggetto in alto o in basso, sollevare e<br />

tra<strong>sport</strong>are un oggetto pesante senza<br />

caricare troppo la colonna vertebrale.<br />

9) Esercizi di ginnastica vertebrale, per<br />

tenere allenati i muscoli profondi (non<br />

solo quelli superficiali) e tenere le articolazioni<br />

mobili, vertebra per vertebra.<br />

10) Esercizi di ginnastica pelvica, proposti<br />

da infermiere specializzate, onde<br />

prevenire l’incontinenza urinaria.<br />

11) Esercizi di socializzazione, eseguendo<br />

tutto in compagnia, senza competizione!<br />

... e cosa è invece sconsigliato,<br />

dai quarant’anni in su<br />

1) Camminare e correre all’indietro!<br />

La nostra struttura fisica è fatta per<br />

camminare in avanti e correre in avanti,<br />

ma solo se proprio è necessario (per<br />

non perdere l’autobus o il treno!).<br />

2) Galoppi laterali e passi incrociati<br />

non sono certo da eseguire, nemmeno<br />

per allenare la muscolatura!<br />

3) I saltelli rinforzano l’apparato osteomio-legamentoso,<br />

ma sono eccessive le<br />

continue sollecitazioni sulle ossa del<br />

piede, bacino, colonna vertebrale.<br />

Le donne sono maggiormente a rischio<br />

di fratture alle vertebre e ai femori a<br />

causa dell’osteoporosi, che avanza in<br />

modo drastico <strong>nel</strong>le persone sedentarie<br />

e dopo la menopausa.<br />

4) Capovolte avanti e indietro: no!<br />

5) Esercizi della candela: stressano le<br />

vertebre cervicali.<br />

NO!<br />

NO!<br />

A fianco e in basso a sinistra,<br />

alcuni esercizi per il rafforzamento<br />

e l’allungamento dei muscoli delle<br />

braccia e delle gambe (anche con<br />

l’uso di piccoli attrezzi).<br />

Qui sotto, due dimostrazioni<br />

di atteggiamenti posturali scorrette<br />

e corrette, relative a movimenti<br />

e abitudini quotidiane.<br />

SI!<br />

SI!<br />

6) Esercizi addominali, senza il sostegno<br />

del capo: provocano dolori cervicali e,<br />

a gambe tese, simultaneamente abbassate,<br />

inarcano eccessivamente il tratto<br />

lombare provocando mal di schiena.<br />

7) Esercizi di tonificazione in movimento<br />

(per esempio camminando con<br />

con elastici): aumentano il rischio di<br />

cadute!<br />

8) Esercizi di equilibrio, per esempio<br />

sopra un’asse.<br />

Infine un’ultima considerazione<br />

Il buon senso può senz’altro aiutare a<br />

capire se quanto si sta facendo è indicato<br />

per il proprio fisico oppure no!<br />

E’ consigliabile evitare le competizioni<br />

estreme quando non si è superallenati.<br />

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ESSE • 21


L’INCONTRO<br />

Testo di Andrea Minchio e Roberto Grandesso - Fotografie: raccolta famiglia Polo<br />

ELISA POLO<br />

L’amazzone che proviene<br />

da una schiatta di ciclisti<br />

Dal papà Ennio, dal fratello Davide (nazionale) e dallo zio Riccardo, tutti ex campioni delle due ruote,<br />

ha ereditato una formidabile vis agonistica, che coniuga sapientemente con l’amore per i cavalli...<br />

Elisa Polo è una ragazza di 21 anni;<br />

<strong>nel</strong> 2010 si è diplomata al Liceo Brocchi,<br />

con indirizzo linguistico, e attualmente<br />

studia Scienze dell’Alimentazione<br />

all’Università di Padova. Il suo obiettivo<br />

è quello di laurearsi per poi lavorare<br />

come dietista. Insomma, un percorso<br />

“normale”, simile a quello di tante<br />

altre sue coetanee.<br />

Con una piccola differenza però.<br />

Ogni giorno, e con qualsiasi condizione<br />

meteorologica, Elisa dedica infatti quasi<br />

quattro ore alla sua grande passione,<br />

(sabato e domenica compresi).<br />

Già, perché Elisa ama visceralmente<br />

l’equitazione e perché Hirina, la sua<br />

fedele cavalla, necessita di essere<br />

costantemente allenata e accudita.<br />

Una passione di quelle che nascono<br />

ESSE • 22<br />

In sella a Hirina colleziona vittorie<br />

<strong>nel</strong>la categoria salto-ostacoli 120<br />

in tenerà età e rappresentano poi una<br />

costante destinata a durare nei decenni.<br />

“Frequentavo la quarta elementare<br />

-ci spiega- quando, una domenica, il<br />

papà mi ha fatto visitare il maneggio<br />

degli Eger a Mussolente. E’ stato il<br />

classico colpo di fulmine: il giorno<br />

seguente, terminati i compiti per casa,<br />

mi sono fatta accompagnare nuova-<br />

mente in quel luogo per accordarmi con<br />

i gestori e prendere le prime lezioni.<br />

Da allora, quotidianamente, la mia<br />

vita è legata al Centro Equestre “La<br />

favorita” e ai fratelli Filippo e Maurizio<br />

Eger, i fondatori del circolo”.<br />

Forse, verrebbe da pensare, una certa<br />

familiarità con lo <strong>sport</strong> era prevedibile.<br />

In sella (a una bicicletta!) suo padre<br />

Elisa Polo in un recente ritratto fotografico.<br />

La cavallerizza bassanese impegnata in una gara estiva al “Centro Ippico Le Praterie” di Cartura (PD) e al “Centro<br />

Ippico del Cristallo” di Casale sul Sile, in occasione di un concorso indoor (dicembre 2011).


IL SALTO OSTACOLI<br />

Il salto ostacoli, comunemente noto come<br />

“concorso ippico”, è una disciplina olimpica<br />

dell’equitazione, <strong>nel</strong>la quale l’uomo e il cavallo<br />

sono reciprocamente impegnati <strong>nel</strong>l’interpretazione<br />

e <strong>nel</strong> superamento di una prova a ostacoli.<br />

L’altezza e il numero di quest’ultimi, unitamente<br />

alla difficoltà del percorso, sono in funzione<br />

dalla categoria di appartenenza e alla<br />

preparazione atletica del cavallo e del cavaliere.<br />

L’altezza degli ostacoli varia 60 a 160 centimetri<br />

a seconda della categoria, il loro numero<br />

da 6 a 13.


L’INCONTRO<br />

Elisa fa le linguacce in compagnia dell’amica Anna Marin. I momenti di divertimento non mancano mai durante<br />

gli allenamenti giornalieri, nei quali si condividono la fatica e la passione sfrenata per i cavalli.<br />

A destra, Elisa coccola Hirina dopo averla fatta girare alla corda.<br />

ESSE • 24<br />

Enrico ha infatti vinto fior di gare e<br />

suo fratello Davide è stato corridore<br />

professionista di ciclocross, dapprima<br />

atleta e poi meccanico della Nazionale<br />

italiana. Anche lo zio Riccardo, ex<br />

campione italiano Amatori di ciclocross,<br />

vanta trascorsi agonistici importanti.<br />

In fin dei conti, dalla bici da cross al<br />

cavallo il passo non è stato così lungo.<br />

Soprattutto se si pensa che la disciplina<br />

in cui si è specializzata Elisa è il saltoostacoli,<br />

presente anche alle Olimpiadi.<br />

“Nell’equitazione -prosegue però Elisal’impegno<br />

è davvero assiduo e continuativo.<br />

Il cavallo non è una macchina,<br />

ma una creatura con la quale si stabilisce<br />

un rapporto di autentica amicizia<br />

e complicità. Per quanto mi riguarda,<br />

ogni giorno provvedo a governare<br />

amorevolmente Hirina: impiego circa<br />

un’ora per pulirla e spazzolarla a<br />

dovere. Poi viene l’allenamento (in<br />

media un’altra ora e mezza) e, infine,<br />

Da sinistra verso destra, i compagni di Elisa Polo, con i quali ha costituito il Jumping Team: Matteo Forte, Emma Allart e Federico Crestani.


altri sessanta minuti per farle la doccia,<br />

ungerla con le pomate adatte e nutrirla.<br />

Se serve, naturalmente, mi occupo pure<br />

di altri cavalli: ad agosto per esempio,<br />

proprio medicando lo stallone di una<br />

amica (che aveva una piccola ferita),<br />

mi sono infortunata. Quando gli ho<br />

applicato una crema curativa, che<br />

evidentemente bruciava un po’, ha<br />

scalciato di colpo fratturandomi il<br />

quarto metatarso del piede e costringendomi<br />

a una sosta forzata. Hirina<br />

comunque non è ferma e continua ad<br />

allenarsi, grazie all’aiuto di care amiche<br />

e del Jumping Team, in vista dei prossimi<br />

impegni agonistici”.<br />

Jumping Team? Impegni agonistici?<br />

“Già, il Jumping Team. Ci siamo<br />

dati un nome di battaglia, in verità un<br />

po’ altisonante: quattro ragazzi uniti<br />

dall’amicizia e dalla passione per questo<br />

<strong>sport</strong> meraviglioso. Ne fanno fanno parte,<br />

con me, Federico Crestani (bassanese,<br />

1993), Matteo Forte (asiaghese, 1997)<br />

Elisa in piena azione al “Centro Ippico del Cristallo” <strong>nel</strong>l’ottobre dello scorso anno.<br />

ed Emma Allart (misquillese, 1996).<br />

Assieme condividiamo numerose competizioni.<br />

In media ogni due settimane<br />

partecipiamo infatti a gare nazionali,<br />

soprattutto <strong>nel</strong> Nord-Italia. Concorsi<br />

che possono protrarsi anche per più<br />

giorni e che ci impegnano non poco.<br />

Come per esempio quello di Cattolica,<br />

che ho vinto proprio quest’anno <strong>nel</strong>la<br />

categoria salto-ostacoli 120. Un successo<br />

per così dire ratificato dalla<br />

bella affermazione di Emma alla gara<br />

di Castelletto di Leno (BS), dove ha<br />

trionfato <strong>nel</strong>la categoria 110”.<br />

Il calendario agonistico del Jumping<br />

Team è piuttosto denso anche in vista<br />

dei mesi autunnali e invernali. Tra gli<br />

appuntamenti più vicini spicca il concorso<br />

del Circolo Ippico del Cristallo (a<br />

Casale sul Sile), fra i meglio attrezzati<br />

dell’intero circuito. Poi, a seguire,<br />

ancora altre importanti competizioni<br />

indoor, a Manerbio e a Cattolica.<br />

“Appena guarita -conclude Elisa- mi<br />

impegnerò a fondo in ogni gara: desidero<br />

infatti conseguire quanto prima la<br />

patente di II° grado (il massimo livello,<br />

ottenibile solo sulla base di una buona<br />

graduatoria). Un obiettivo strategico che<br />

comporterà necessariamente il passaggio<br />

a un cavallo con maggiori potenzialità”.<br />

E Hirina?<br />

“Tranquilli, rimarrà sempre con me!”.<br />

LE PATENTI PER IL SALTO OSTACOLI<br />

Per partecipare ai concorsi di salto ostacoli autorizzati dalla<br />

FISE (Federazione Italiana Sport Equestri) è necessario essere<br />

tesserati e muniti di una patente, che attesti l’idoneità a competere<br />

in determinate categorie. Tali patenti sono di quattro<br />

tipi e corrispondono ad altrettanti livelli.<br />

Patente A: rilasciata dal centro ippico di appartenenza, consente<br />

di partecipare a categorie fino a 80 centimetri di altezza.<br />

Patente B (brevetto): permette di partecipare a categorie con<br />

ostacoli alti al massimo 115 centimetri.<br />

Patente G1 (primo grado): le altezze degli ostacoli vanno da<br />

115 cm e 135 cm. Per ottenerla bisogna raggiungere un punteggio<br />

prestabilito secondo una tabella FISE.<br />

Patente G2 (secondo grado): anche in questo caso è necessario<br />

conseguire un determinato punteggio FISE (l’altezza<br />

massima degli ostacoli è di 160 centimentri).<br />

ESSE • 25


AMARCORD<br />

Testo di Francesco Fontana - Fotografie: collezione Orlando Zanolla<br />

Ha dimostrato come, <strong>nel</strong>lo <strong>sport</strong> moderno,<br />

si possano coniugare i valori con i risultati<br />

GIANNI TONA<br />

Figura rara di gentiluomo<br />

<strong>nel</strong>l’universo del calcio<br />

Educatore <strong>nel</strong>la vita e <strong>nel</strong>la competizione, la sua recente scomparsa lascia un grande vuoto in città.<br />

Ho parlato con alcuni ex allievi di<br />

Gianni Tona. Ragazzi che lo hanno<br />

conosciuto, da insegnante, ai tempi<br />

della Scuola Media. E ho avuto la<br />

conferma di quanto, in veste di amico<br />

e collega, già pensavo di lui.<br />

A distanza di vent’anni, infatti, lo<br />

ricordano con parole autentiche, che<br />

trovo doveroso citare per riproporne<br />

la particolare personalità.<br />

Molto schietta e molto umana.<br />

Una persona che sapeva farsi rispettare<br />

senza esercitare l’autorità; che<br />

non veniva vista, per il suo rapporto<br />

con gli alunni, come un “professore”,<br />

ma che riusciva tuttavia a coinvolgerli e<br />

a ottenerne la considerazione. Voleva<br />

bene indistintamente a tutti i ragazzi,<br />

bravi o mediocri, ligi oppure negligenti.<br />

Uomo di <strong>sport</strong>, si relazionava inoltre in<br />

modo speciale con i giovani: una marcia<br />

in più, questa, che lo poneva al di<br />

sopra delle parti. Una fotografia che<br />

non lascia ombre sui suoi valori.<br />

Trovo conseguenza naturale e implicita<br />

che tali qualità venissero contemporaneamente<br />

messe in opera <strong>nel</strong> suo ruolo<br />

di allenatore e di dirigente <strong>sport</strong>ivo.<br />

Innamorato del calcio, riversava le<br />

sue attitudini sui giocatori, che considerava<br />

-prima ancora che pedine tatticheuomini<br />

a tutti gli effetti, con i loro<br />

pregi e i loro limiti (non smentendo<br />

così la vocazione di educatore).<br />

Mi tornano alla mente alcune considerazioni<br />

sullo <strong>sport</strong> (e sul calcio in particolare),<br />

scambiate a scuola nei ritagli<br />

di tempo. Ricordo come esprimeva la<br />

ESSE • 26<br />

sua visione, chiara e disincantata, del<br />

gioco di squadra: non la nostalgia di un<br />

passato da ex atleta, ma la propensione<br />

ad affrontare le tematiche moderne<br />

adeguandosi con dedizione alle necessità<br />

inderogabili dei nostri giorni.<br />

Insomma, una figura per la quale era<br />

chiaro l’aspetto etico, da un lato, e<br />

quello tecnico-tattico dall’altro; come<br />

la prerogativa principale di un buon<br />

allenatore consistesse <strong>nel</strong> tentativo<br />

costante di coniugarli.<br />

Gianni rivelava la sua personalità<br />

anche attraverso piccole cose, all’apparenza<br />

banali. Per esempio l’affetto<br />

per i suoi Maggiolini Volkswagen.<br />

Automobili che potevano sembrare<br />

anacronistiche, ma che a un attento<br />

esame denunciavano ragioni attendibilissime.<br />

Mezzi onesti e affidabili,<br />

concepiti per il loro fine e poco altro.<br />

Quasi a significare che le strade della<br />

vita e dello <strong>sport</strong> possono essere semplici<br />

e lineari. Tutto il resto è super-<br />

Due immagini di Gianni Tona che testimoniano la sua passione per il gioco del calcio.<br />

fluo ed eccessivo.<br />

Non una persona chiusa nei propri<br />

presupposti etici, pertanto, ma un<br />

uomo propenso al dialogo e al confronto.<br />

In qualche occasione Gianni<br />

mi ha infatti rivelato -con l’autoironia<br />

di cui non era privo- quella che quasi<br />

considerava una “debolezza” connaturata<br />

alla sua indole: lasciarsi cioè<br />

prendere dal piacere del convivio e delle<br />

discussioni (spesso a sfondo <strong>sport</strong>ivo),<br />

dimentico dello scorrere dei minuti.<br />

Occasioni non cercate, non vissute in<br />

maniera goliardica per un bisogno di<br />

evasione, ma una opportunità di avvicinarsi<br />

agli altri. Sapeva ascoltare, con<br />

discrezione e garbo: un atteggiamento<br />

che sembrava contrastare con il suo<br />

aspetto fisico, carismatico e atletico.<br />

Certo avrebbe potuto confrontarsi<br />

ancora su molti argomenti e altrettanto<br />

dare al mondo delle competizioni...<br />

Ciao Gianni!


FELLOWSHIP<br />

Testo di Andrea Minchio, con la collaborazione di Roberto Grandesso<br />

Fotografie: Marco Stefani, Stefano Bertuzzi, Filippo Novello<br />

L’iniziativa è stata promossa dal Club Altopiano Racing Team con la<br />

collaborazione di Gilberto Pozza, ideatore del Progetto M.I.T.E., del Gruppo<br />

Sportivo Non Vedenti Vicenza e del Centro Assistenza Land Rover di Bassano<br />

“INSIEME SI PUÒ”<br />

In fuoristrada sugli sterrati di<br />

Conco con navigatori non vedenti<br />

L’evento, svoltosi lo scorso 16 settembre all’insegna dei valori umani più autentici, è stato coronato da un<br />

meritato successo, tanto sul fronte tecnico-<strong>sport</strong>ivo quanto su quello dell’amicizia e della partecipazione.<br />

Stefano Bertuzzi, presidente<br />

del club Altopiano Racing<br />

Team e organizzatore del<br />

raduno “Insieme si può”.<br />

In molte, moltissime circostanze lo <strong>sport</strong><br />

sprigiona potenzialità davvero uniche,<br />

occasioni ideali per creare affiatamento,<br />

amicizia, solidarietà, scambio di idee...<br />

In certi casi riesce ad andare addirittura<br />

oltre, offrendo (e non solo a chi lo pratica!)<br />

l’opportunità di provare emozioni<br />

e sentimenti particolarmente nobili<br />

ed elevati. Insomma, di sperimentare<br />

la gioia della compartecipazione e della<br />

condivisione, avvicinando tra loro le<br />

ESSE • 28<br />

persone che hanno di più con quelle<br />

che hanno di meno (anche in termini<br />

di salute e possibilità fisiche).<br />

A questo proposito Stefano Bertuzzi,<br />

giovanissimo presidente del club<br />

Altopiano Racing Team (è del 1989), ci<br />

racconta una sua recente esperienza:<br />

“Appassionato dei quattroperquattro,<br />

dal 2008 organizzo il Conco off road,<br />

un raduno fuoristradistico nato quasi<br />

per gioco e in breve tempo cresciuto<br />

in maniera significativa. Basti pensare<br />

che l’incontro di quest’anno, svoltosi lo<br />

scorso 31 luglio, ha visto al via una sessantina<br />

di mezzi e la bellezza di 140<br />

partecipanti: una manifestazione che<br />

piace, dunque, e che porta sugli sterrati<br />

di Conco, mio comune natale, appassionati<br />

e cultori provenienti da mezzo<br />

Veneto. All’edizione 2011 aveva preso<br />

parte pure il bresciano Gilberto<br />

Pozza, ideatore del Progetto M.I.T.E.<br />

Il nutrito drappello di fuoristrada impiegati in occasione del raduno “Insieme si può”, schierati in buon ordine<br />

durante una pausa della manifestazione.


(Miteinander Insieme Together Ensemble),<br />

finalizzato a coinvolgere i non vedenti<br />

<strong>nel</strong>l’ambiente rallystico: una persona<br />

ipovedente e superdinamica, dalla<br />

formidabile carica umana e dalle<br />

straordinarie doti organizzative.<br />

E’ stato proprio lui a suggerirmi di dare<br />

vita a “Insieme si può”, evento che poi<br />

abbiamo progettato di comune accordo<br />

e concretizzato poco più di due settimane<br />

fa. Esattamente il 16 settembre”.<br />

I fuoristrada in azione sulle strade e sugli sterrati di Conco (Altopiano di Asiago): l’itinerario si è snodato per una<br />

quarantina di chilometri toccando località ricche di fascino e concludendosi al Biancoia.<br />

L’iniziativa, prima del suo genere <strong>nel</strong><br />

nostro territorio, merita di essere compresa<br />

e conosciuta: tanto per la sua<br />

originalità (che comporta grande perizia<br />

sul fronte della pianificazione) quanto e<br />

soprattutto per le straordinarie implicazioni<br />

umane, sociali e psicologiche.<br />

“In pratica -prosegue Stefano Bertuzzisi<br />

è trattato di un raduno fuoristradistico<br />

in piena regola, studiato ad hoc<br />

per le persone non vedenti e ipovedenti.<br />

L’organizzazione, curata dall’Altopiano<br />

Racing Team, è stata resa possibile<br />

grazie alla collaborazione dell’infaticabile<br />

Gilberto Pozza, del Gruppo Sportivo<br />

Non Vedenti Vicenza e dei fratelli Mario<br />

e Federico Scremin del Centro Assistenza<br />

Land Rover di Bassano. Questi ultimi, in<br />

particolare, hanno generosamente messo<br />

a disposizione dell’evento una decina di<br />

veicoli e coinvolto circa una quindicina<br />

di volontari: persone sensibili e prepa-<br />

ESSE • 29


FELLOWSHIP<br />

rate che, con la loro opera, hanno assistito<br />

per tutta la giornata i non vedenti e<br />

garantito un’ottima riuscita”.<br />

E sotto il profilo pratico?<br />

Sembra davvero difficile realizzare<br />

una simile impresa...<br />

“Certo sono necessarie approfondite<br />

conoscenze tecniche e grande sensibilità,<br />

ma non è così difficile come può apparire.<br />

Al meeting hanno partecipato 16<br />

persone, fra non vedenti e ipovedenti.<br />

Gente energica e di spirito, che si<br />

confronta costantemente con la realtà<br />

quotidiana e che ha saputo sviluppare<br />

doti eccezionali; in molti casi, anche<br />

una notevole autosufficienza. Calati nei<br />

panni di navigatori e tutti muniti di<br />

roadbook in braille, i partecipanti ci<br />

hanno guidato (con una sicurezza per<br />

me impensabile) lungo i quaranta chilometri<br />

del tragitto, toccando le località<br />

più note di Conco, come Fonta<strong>nel</strong>le<br />

oppure Le Laite, e concludendo l’itinerario<br />

al Biancoia senza alcun intoppo.<br />

Ma non è tutto. Qui hanno infatti<br />

affrontato, alla guida dei fuoristrada, un<br />

percorso in sicurezza precedentemente<br />

predisposto: circa mezzo chilometro,<br />

con alcune curve e qualche tornante.<br />

Confesso che sono rimasto strabiliato!”.<br />

Il ricordo di quest’esperienza è molto<br />

vivo in Stefano Bertuzzi.<br />

“Non immaginavo tanta destrezza e<br />

ESSE • 30<br />

abilità. Considerato che molti di loro non<br />

avevano mai visto un’auto (purtroppo<br />

proprio <strong>nel</strong> vero senso della parola)<br />

l’effetto è stato ancora più sconvolgente.<br />

Abituati al manubrio del tandem per non<br />

vedenti, che si muove avanti e indietro<br />

per dare la direzione di marcia, inizialmente<br />

non capivano il funzionamento<br />

del volante. Ma è stata questione di pochi<br />

minuti; subito dopo si sono infatti rivelati<br />

più disinvolti di quanto si possa credere.<br />

Bravi anche con il cambio e la frizione,<br />

rapidissimi <strong>nel</strong>l’apprendimento.<br />

Evidentemente la perdita di un senso<br />

importante come la vista li ha resi<br />

estremamente ricettivi e attenti”.<br />

Conclusa la prova, le parti si sono invertite<br />

ed è toccato agli accompagnatori guidare<br />

a occhi bendati.<br />

“Non riuscivo nemmeno -ci spiega<br />

ancora il presidente del club Altopiano<br />

Racing Team- a trovare la maniglia della<br />

portiera. Ma ho provato la sensazione<br />

peggiore quando, a macchina in movimento,<br />

non capivo più nulla: perso<br />

completamente il senso dell’orientamento,<br />

mi chiedevo perfino se viaggiassi<br />

in avanti oppure no. Terribile!”.<br />

Un test drammatico che ha evidenziato,<br />

in maniera semplice ma estremamente<br />

significativa, le infinite difficoltà contro<br />

le quali i portatori di handicap in<br />

genere combattono ogni giorno.<br />

“E’ stato solo un momento, per fortuna,<br />

che rimarrà ben impresso <strong>nel</strong> mio vissuto<br />

personale. Un’impressione quasi<br />

sconvolgente, poi controbilanciata dal<br />

momento più bello: quello dei reciproci<br />

ringraziamenti (davvero commoventi),<br />

dei saluti e dell’arrivederci al prossimo<br />

anno. Già, perché abbiamo gettato<br />

le basi per l’edizione 2013, che sarà<br />

ancora più ricca e partecipata...”.<br />

Tornando infine alla normale “attività”<br />

fuoristradistica, Stefano Bertuzzi ci<br />

invita ad annotarci un appuntamento<br />

importante e imminente.<br />

“Curato dal Registro Storico Italiano<br />

Land Rover e dal Centro Assistenza<br />

Land Rover Scremin, il prossimo 28<br />

ottobre si svolgerà il Secondo Raduno<br />

Registro Storico a Nord-Est. La partenza<br />

è prevista in piazza Libertà a<br />

Bassano (alle ore 8.00) e le iscrizioni<br />

vengono raccolte dagli amici Federico<br />

e Mario Scremin. Vi raccomando:<br />

se avete la fortuna di possedere una<br />

Land Rover, non mancate!”.<br />

Altopiano Racing Team<br />

Tel. 334 3145523<br />

conco4x4offroad@gmail.com<br />

Scremin Aldo & Luigi snc<br />

Via C. Rosselli, 32<br />

Bassano del Grappa (VI)<br />

Tel. 0424 503720<br />

screminbassano@libero.it


SPORT & DIRITTO<br />

Testo di Elisa Minchio - Foto: Jus Sport Bassano<br />

Dai successi <strong>nel</strong>le gare nazionali alle manifestazioni<br />

a favore della solidarietà e all’organizzazione di importanti<br />

convegni di approfondimento sul tema della giustizia<br />

Giustizia <strong>nel</strong>lo <strong>sport</strong>?<br />

Gli avvocati dello Jus Sport Bassano, seppur alle prese con il drammatico problema della<br />

chiusura del Tribunale e della Procura della Repubblica (alla quale stanno opponendo<br />

una fiera resistenza), non rinunciano a studiare un universo dalle molte contraddizioni.<br />

Il 2012 volge al termine, così come le iniziative<br />

e le performance dello Jus Sport<br />

Bassano che -sotto la guida del presidente,<br />

avv. Nereo Merlo- anche quest’anno ha<br />

tenuto alto l’onore <strong>sport</strong>ivo del Foro di<br />

Bassano del Grappa. Molti sono stati,<br />

infatti, i risultati dell’associazione giallorossa,<br />

che si è affermata con successo in<br />

tutte le manifestazioni alle quali ha parte-<br />

ESSE • 32<br />

cipato, tanto sulle strade del ciclismo<br />

quanto sui campi di calcio.<br />

E’ giusto, a tale proposito, ricordare come<br />

lo Jus Sport Bassano abbia ben figurato<br />

<strong>nel</strong>l’annuale torneo extraregionale<br />

Avvocup 2012, giungendo imbattuto alla<br />

finale: appuntamento che ha avuto luogo<br />

<strong>nel</strong> prestigioso stadio Pierluigi Penzo a<br />

Venezia, dove i giuristi bassanesi hanno<br />

conquistato, contro un Brescia da Serie<br />

Cadetta, un ottimo secondo posto.<br />

E ancora, come gli avvocati Bellin e Merlo,<br />

<strong>nel</strong> campionato italiano di ciclismo forense,<br />

abbiano portato a Bassano ben cinque<br />

maglie tricolori di specialità, oltre al titolo<br />

di categoria con Bellin, classificatosi<br />

peraltro secondo assoluto all’esito delle<br />

quattro prove previste.


Certo il Foro bassanese in questi giorni<br />

respira a denti stretti, e non per le fatiche<br />

<strong>sport</strong>ive: la notizia della soppressione del<br />

Tribunale e della Procura della Repubblica,<br />

così drammaticamente spazzate via a onta<br />

delle diciottomila firme, raccolte in meno<br />

di quattro settimane, e di una Cittadella<br />

della Giustizia quasi ultimata e prossima<br />

alla consegna, ha messo (per rimanere<br />

<strong>nel</strong>l’ambito <strong>sport</strong>ivo) knock out non solo<br />

gli avvocati e gli operatori di giustizia,<br />

ma anche i cittadini stessi, che tanto avevano<br />

“tifato” per il loro mantenimento.<br />

Ma, come si può immaginare conoscendo<br />

la tempra combattiva che li anima (e che<br />

così spesso ha portato lo Jus Sport sugli<br />

scudi), si tratta solo del primo round: gli<br />

avvocati stanno affilando i fioretti per il<br />

La formazione dello Jus Sport allo stadio Penzo di Venezia, lo scorso 9 giugno, prima della finalissima<br />

Avvocup 2012 contro lo Jus Brescia. Con i giallorossi, pure il presidente del Tribunale, dott. Aurelio Gatto.<br />

Gli avvocati Francesco Bellin e Nereo Merlo a Caserta, in occasione del Campionato Italiano di Ciclismo<br />

Forense: i legali bassanesi si sono aggiudicati due maglie tricolori di specialità ciascuno (crono e gara in<br />

linea) conquistando ben quattro medaglie d’oro.<br />

GIUSTIZIA NELLO SPORT?<br />

La Giustizia Sportiva<br />

dal calcio-scommesse alla criminalità<br />

organizzata… e ad altri “mali” dello <strong>sport</strong><br />

Doping <strong>nel</strong> sistema di giustizia<br />

internazionale<br />

Tribunale Arbitrale Sportivo<br />

RELATORI<br />

Avv. Angelo Cascella<br />

Componente del TAS di <strong>Lo</strong>sanna<br />

Avv. Jacopo Tognon<br />

Presidente Corte Federale FCI<br />

Componente del TAS di <strong>Lo</strong>sanna<br />

26 ottobre 2012 - ore 15.00<br />

Hotel Palladio - Sala Da Ponte<br />

Bassano del Grappa<br />

ESSE • 33


SPORT & DIRITTO<br />

Il Ponte degli Alpini, simbolo della città, con gli<br />

striscioni “Salviamo il Tribunale”, esposti durante<br />

una delle manifestazioni organizzate dal Comitato<br />

Spontaneo per la salvaguardia del Tribunale e della<br />

Procura di Bassano del Grappa.<br />

Due momenti del convegno “La violenza <strong>nel</strong>lo <strong>sport</strong><br />

e negli stadi. Cronaca e Diritto” organizzato dallo<br />

Jus Sport lo scorso anno.<br />

duello più importante, quello dei ricorsi<br />

avanti la Corte Costituzionale e a tutti gli<br />

Organi competenti, compresa la Corte<br />

dei Conti, per smantellare il decreto che<br />

sancisce la soppressione del Tribunale e<br />

della Procura bassanesi, denunziando non<br />

solo l’enorme spreco di denaro, ma pure<br />

il grave danno subito dalla comunità,<br />

destinata a perdere un presidio di giustizia<br />

e legalità per il territorio, efficiente<br />

<strong>nel</strong>la risposta e agevole da raggiungere;<br />

anche perché l’economia e la sicurezza<br />

della zona verrebbero rapidamente<br />

depauperate dalla prevedibile e ulteriore<br />

perdita del locale Commissariato,<br />

dell’Ufficio delle Entrate, dell’Ufficio<br />

Inps e via via di altri punti di riferimento<br />

a sostegno delle attività produttive.<br />

L’impegno su questo fronte non distrae<br />

lo Jus Sport da quello, sempre coltivato<br />

e sostenuto, dell’approfondimento del<br />

tema della giustizia <strong>sport</strong>iva e della solidarietà,<br />

che quest’anno ha già visto la<br />

squadra di calcio del Foro <strong>Bassanese</strong><br />

impegnata a fianco della Onlus Il Colore<br />

Viola-Bambini Liberi dall’epilessia e<br />

dell’Associazione Oncologica San<br />

Bassiano in due incontri con la squadra<br />

ESSE • 34<br />

dei medici del San Bassiano.<br />

Prossimamente, il 27 ottobre, si terrà<br />

l’ormai tradizionale “Partita del Cuore”<br />

a favore della Città della Speranza;<br />

l’incontro verrà preceduto, venerdì 26<br />

ottobre, da un interessante convegno dal<br />

tema: “Giustizia <strong>nel</strong>lo Sport?”, che vedrà<br />

illustri relatori affrontare il delicato<br />

tema della giustizia in ambito <strong>sport</strong>ivo,<br />

con tutte le problematiche, sostanziali e<br />

processuali, che hanno riempito e che<br />

tuttora riempiono le pagine dei quotidiani.<br />

Dunque <strong>sport</strong>, giustizia, legalità e solidarietà:<br />

le insegne dello Jus Sport Bassano<br />

non si abbasseranno davanti a nulla,<br />

perché le buone cause, e tutte queste lo<br />

sono davvero, non devono mai essere<br />

abbandonate, nemmeno per un momento.<br />

Jus Sport Bassano<br />

ASD riconosciuta dal CONI<br />

Via Barbieri, 9 - Bassano del Grappa<br />

Tel. 0424 521444 / Fax 0424 523809


QUI PANATHLON


A cura di Aldo Primon, Andrea Minchio e Giuseppe Parolin - Fotografie: raccolta famiglia Todescan<br />

Socio del Panathlon bassanese,<br />

vanta un passato agonistico<br />

di tutto rispetto <strong>nel</strong> sollevamento pesi<br />

ALESSANDRO<br />

TODESCAN<br />

Come forgiare corpo e spirito<br />

Alessandro Todescan è nato a Vicenza<br />

<strong>nel</strong>l’agosto del 1939.<br />

La voglia di <strong>sport</strong> è scaturita in lui<br />

dal desiderio di togliersi il nomignolo<br />

di “ragnetto”, dovuto alla sua esile<br />

costituzione fisica e bonariamente<br />

cucitogli addosso dai compagni di scuola.<br />

Una precisa determinazione, che lo ha<br />

portato <strong>nel</strong> tempo a formarsi un corpo<br />

agile e armonioso con il quale poter<br />

competere per qualcosa di importante.<br />

Gli inizi lo hanno visto dedicarsi al lancio<br />

del peso, disciplina non certo fra le più<br />

leggere, e togliersi ben presto la soddisfazione<br />

di diventare campione d’istituto e<br />

finalista ai Campionati provinciali.<br />

La vera svolta, tuttavia, è avvenuta su<br />

consiglio di un amico, che gli suggeriva<br />

di acquistare un bilanciere, fra i primi<br />

in vendita a Vicenza.<br />

La prestigiosa palestra Umberto I (a due<br />

passi da casa) gli ha permesso inoltre,<br />

proprio in quel periodo, di relazionarsi<br />

con uno <strong>sport</strong> particolare, il sollevamento<br />

pesi, <strong>nel</strong> quale l’atteggiamento mentale<br />

conta quanto la preparazione fisica.<br />

<strong>Lo</strong> spogliatoio, il sudore e i duri allenamenti,<br />

condivisi con persone che ancora<br />

oggi ricorda con affetto: sono questi i<br />

“compagni” di quel viaggio <strong>nel</strong>lo <strong>sport</strong><br />

che lo ha portato a raggiungere, alla<br />

prima competizione, il podio più alto.<br />

Un risultato che lo ha indotto a credere<br />

<strong>nel</strong>le proprie potenzialità e a perseverare.<br />

Così, destreggiandosi fra studio e palestra<br />

all’insegna del proverbiale mens sana in<br />

E’ un professionista stimato e apprezzato, amante dell’arte<br />

e della letteratura; non tutti in città conoscono però i suoi<br />

importanti (e sorprendenti) trascorsi <strong>sport</strong>ivi...<br />

corpore sano, Alessandro Todescan ha<br />

trovato <strong>nel</strong>la progressiva trasformazione<br />

del suo fisico la determinazione giusta,<br />

quella che lo ha portato cioè a tagliare<br />

traguardi sempre più prestigiosi.<br />

Ormai il “ragnetto” non esisteva più.<br />

Il suo curriculum si è via via arricchito,<br />

vedendolo campione veneto assoluto negli<br />

anni 1959, 1960 e 1961. Non solo: <strong>nel</strong><br />

1960, a Genova, ha vinto il Campionato<br />

Pagina a fianco, un passaggio di “distensione lenta” durante una competizione <strong>nel</strong>la palestra Bentegodi di Verona (primi anni Sessanta).<br />

Sul titolo, un disegno di Alessandro Todescan. Il professionista bassanese coltiva infatti, assieme a quella per la letteratura, la passione per la pittura.<br />

Sopra<br />

La squadra dell’Umberto I di<br />

Vicenza prima dell’incontro<br />

con la Reyer Venezia (22<br />

ottobre 1961): Alessandro<br />

Todescan è il terzo da destra.<br />

A fianco<br />

Alessandro Todescan in un<br />

ritratto fotografico di qualche<br />

tempo fa.<br />

ESSE • 37


QUI PANATHLON<br />

A destra, in senso orario, alcune immagini dall’album di Alessandro Todescan: con la maglia della<br />

Nazionale, <strong>nel</strong>la rosa dei probabili Olimpici; esibizione a Lumignano (VI) con slancio di Kg 132,5;<br />

il podio <strong>nel</strong> Campionato italiano a squadre del 1961; fisico ben scolpito, in spiaggia con gli amici.<br />

Qui sotto, un’immagine da manuale: la prima fase, in sforbiciata, di uno slancio (Verona, 1960).<br />

italiano Juniores stabilendo il record<br />

<strong>nel</strong>la disciplina a “distensione lenta”.<br />

Nel 1961 a Bracciano, dopo aver vinto<br />

il Campionato italiano a squadre, è stato<br />

inserito all’interno del Gruppo Fiamme<br />

Oro <strong>nel</strong>la rosa dei probabili Olimpici.<br />

Insignito della medaglia d’oro dal<br />

sindaco di Vicenza quale migliore atleta<br />

cittadino, ha visto però frantumarsi il<br />

sogno dei Giochi a causa di un infortunio<br />

subito in allenamento. Spondilolistesi:<br />

questa la diagnosi che di fatto ha messo<br />

fine alla sua carriera agonistica.<br />

Numerosi sono i ricordi, molte le emozioni.<br />

Ma su tutto prevale la consapevolezza<br />

che la grande determinazione <strong>nel</strong>l’affrontare<br />

allenamenti tanto duri e impegnativi<br />

ha contribuito fortemente alla crescita<br />

dell’autostima. Come una sorta di antica<br />

magia, un’essenza che è possibile individuare<br />

solo negli <strong>sport</strong> più autentici e puri.<br />

Ancora oggi quell’ordine mentale e<br />

quel caricarsi “dentro” accompagnano<br />

Alessandro Todescan <strong>nel</strong>la vita di ogni<br />

giorno. E non mancano nemmeno gli<br />

allenamenti quotidiani <strong>nel</strong>la palestra di<br />

casa, complice il bilanciere comprato<br />

tanti anni fa. Anche il tennis, la corsa e<br />

la passione per la bicicletta lo aiutano a<br />

mantenersi in forma e a convivere con i<br />

postumi dell’infortunio di allora.<br />

Tifoso assiduo del Vicenza, da qualche<br />

tempo frequenta con minor passione lo<br />

ESSE • 38<br />

stadio e lo <strong>sport</strong> televisivo, nauseato<br />

dall’inquinamento e dal giro di denaro<br />

che hanno travolto il mondo del calcio.<br />

Fenomeni che considera lontani anni<br />

luce dal suo modo di concepire lo <strong>sport</strong>.<br />

Se la parabola agonistica e l’amore per<br />

la squadra del cuore fanno parte di un<br />

passato importante, da parecchi anni<br />

ormai altre due passioni animano<br />

Alessandro Todescan: la scrittura e la<br />

pittura. Nel 1976, per esempio, ha<br />

pubblicato I giorni del Mediterraneo<br />

(Rebellato editore), romanzo <strong>nel</strong> quale<br />

ha trasmesso le emozioni e le sensazioni<br />

vissute durante una vacanza giovanile.<br />

Ma è soprattutto attraverso la pittura<br />

(ha tenuto la prima personale proprio a<br />

Bassano, <strong>nel</strong> 1983, alla Galleria Il Fiore)<br />

che ritiene di esprimere la sua visione<br />

della vita. Soggetti che è possibile<br />

ritrovare nei versi del grande poeta<br />

guatemalteco Miguel Ángel Asturias:<br />

Maschere con eruzioni di rubini,<br />

teschi dalle dentature incrostate di giadeiti,<br />

oroscopi diafani come la bellezza,<br />

città di bianchissimo incenso,<br />

sino a giungere alla respirazione,<br />

all’olfatto,<br />

al polline,<br />

al calendario di cenere,<br />

alla grandine dei geroglifici...<br />

(Clarivigilia primaveral)<br />

Parte delle sue opere impreziosiscono<br />

il suo studio di notaio, <strong>nel</strong> cuore di<br />

Bassano, togliendo l’aria solenne e grave<br />

che spesso caratterizza un certo tipo di<br />

ambienti professionali.<br />

Quanti atti costitutivi in quelle stanze!<br />

Quante società, associazioni, contratti,<br />

ufficializzati sotto la sua attenta, quasi<br />

paterna, supervisione.<br />

Membro del Panathlon bassanese, è<br />

prodigo di consigli e sempre pronto a<br />

cogliere l’aspetto umano e costruttivo<br />

in seno al sodalizio cittadino, mettendo<br />

inoltre la sua competenza a disposizione<br />

di tutti i soci del club. I magici momenti<br />

vissuti <strong>nel</strong>la pratica del sollevamento<br />

pesi, uno <strong>sport</strong> fra i più duri in assoluto,<br />

ne hanno indubbiamente forgiato il<br />

corpo e lo spirito. Di certo hanno contribuito<br />

ad alimentare in lui valori come<br />

l’amicizia, la condivisione, lo spirito di<br />

sacrificio, insegnandogli a porre sempre<br />

l’uomo prima di ogni altra cosa.<br />

E tutto questo, anche se a suo tempo le<br />

Olimpiadi sono sfumate<br />

per un soffio, vale<br />

sicuramente più di<br />

una medaglia.<br />

A fianco<br />

“I giorni del Mediterraneo”,<br />

romanzo pubblicato da<br />

Alessandro Todescan <strong>nel</strong><br />

1976 (Rebellato Editore).

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