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Appendice A Analisi dimensionale - Springer

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<strong>Appendice</strong> A<br />

<strong>Analisi</strong> <strong>dimensionale</strong><br />

A.1 Un esempio preliminare<br />

L’idea che sta alla base dell’analisi <strong>dimensionale</strong> è molto semplice: le leggi<br />

della Fisica non dipendono dalle unità di misura scelte per misurare le quantità<br />

coinvolte. Come conseguenza, le relazioni matematiche che esprimono tali<br />

leggi devono possedere proprietà generali di omogeneità o simmetria. L’analisi<br />

<strong>dimensionale</strong> è un metodo per determinare ed analizzare tali relazioni in<br />

riferimento ad un dato fenomeno, utilizzando solo una conoscenza qualitativa<br />

dei principi sottostanti, senza necessariamente servirsi di modelli matematici<br />

concreti come potrebbe essere un’equazione differenziale. Vogliamo dare<br />

qui i primi rudimenti di questa tecnica, rimandando ai testi specializzati, e<br />

specialmente [Barenblatt, 2002], per gli approfondimenti.<br />

Nel Capitolo 2, Paragrafo 2.3.2, abbiamo visto un esempio di utilizzo dell’analisi<br />

<strong>dimensionale</strong> per esaminare la propagazione del calore in una sbarra<br />

infinita da una sorgente istantanea localizzata in un punto. Come ipotesi di<br />

partenza abbiamo assunto che la temperatura fosse una funzione dello spazio,<br />

del tempo, dell’energia e del coefficiente di diffusione. L’obiettivo era arrivare<br />

ad una relazione funzionale fra quantità adimensionali. L’esatta forma di<br />

questa funzione è stata poi determinata sfruttando il fatto che la temperatura<br />

fosse soluzione dell’equazione del calore. In generale, se il modello matematico<br />

non è disponibile occorre procedere usando dati sperimentali.<br />

Vediamo subito un esempio classico.<br />

• Periodo nelle oscillazioni di un pendolo. Il classico esempio di uso dell’analisi<br />

<strong>dimensionale</strong> è la determinazione del periodo delle piccole oscillazioni di<br />

un pendolo verticale di lunghezza l. Dall’analisi elementare, sappiamo che l’angolo<br />

(in radianti) α = α (t), che il pendolo forma con la verticale, è soluzione<br />

dell’equazione differenziale<br />

l¨α (t) =−g sin α (t)<br />

dove g indica l’accelerazione di gravità. Se α è piccolo, sin α ∼ α e l’equazione<br />

Salsa S: Equazioni a derivate parziali, 2a edizione.<br />

c○ <strong>Springer</strong>-Verlag Italia 2010, Milano


586 <strong>Appendice</strong> A <strong>Analisi</strong> <strong>dimensionale</strong><br />

differenziale è approssimata da<br />

che ha soluzione generale<br />

¨α (t)+ g α (t) =0<br />

l<br />

α (t) =A cos ωt + B sin ωt (A, B ∈ R)<br />

dove ω 2 = g/l. Si trova quindi il periodo<br />

P = 2π ω =2π √<br />

l<br />

g .<br />

(A.1)<br />

Ora, usando l’analisi <strong>dimensionale</strong>, è possibile ricavare la dipendenza funzionale<br />

(A.1), tranne l’esatto valore della costante moltiplicativa 2π, senza ricorrere<br />

ad alcuna equazione differenziale.<br />

Il ragionamento è il seguente. Da che cosa dipende il periodo P? Dovrebbe<br />

essere ragionevole che dipenda solo da l, g, dalla massa m del pendolo e<br />

dall’angolo massimo di oscillazione α 0 . Pertanto ipotizziamo una relazione<br />

funzionale del tipo<br />

P = f (l, g, m, α 0 )<br />

(A.2)<br />

che sia valida in ogni sistema di unità di misura. Le quantità l, g, m hanno<br />

dimensioni (fisiche) indipendenti, in quanto nessuna di essa ha dimensione<br />

esprimibile in termini delle altre due. L’angolo α 0 è invece a<strong>dimensionale</strong>.<br />

Cerchiamo una combinazione delle quantità l, m, g che abbia le stesse<br />

dimensioni fisiche di P. In altri termini, cerchiamo a, b, c tali che<br />

[P] =[l] a [g] b [m] c .<br />

Indichiamo con L, M, T le dimensioni di lunghezza, massa e tempo, rispettivamente.<br />

Essendo [P] = T , [l] = L, [g] = LT −2 , [m] = M deve<br />

essere<br />

T = L a+b T −2b M c<br />

da cui a + b =0, −2b =1e c =0. Dunque, a =1/2,b = −1/2,c =0e<br />

[P] =[l] 1/2 [g] −1/2 . Questo semplice calcolo indica che la quantità<br />

Π =<br />

√ g<br />

l P<br />

è a<strong>dimensionale</strong>. Dividendo la (A.2) per l 1/2 g −1/2 otteniamo<br />

Π =<br />

√ g<br />

l P = √ g<br />

l f (l, g, m, α 0)=F (l, g, m, α 0 ) .<br />

Essendo Π a<strong>dimensionale</strong>, anche F (l, g, m, α 0 ) deve esserlo. Ma questo implica<br />

che F non può dipendere da l, g, m perché altrimenti ogni cambiamento<br />

di unità di misura di queste variabili provocherebbe una variazione


A.2 Dimensioni e leggi fisiche 587<br />

di F (l, g, m, α 0 ) mentre lascerebbe Π invariato. Pertanto siamo giunti alla<br />

conclusione che deve essere<br />

√ g<br />

l P = F (α 0)<br />

(A.3)<br />

ossia che<br />

P =<br />

√<br />

l<br />

g F (α 0) .<br />

Assumiamo ora che le oscillazioni siano piccole, cioè α 0 sia piccolo. Dalla (A.3)<br />

e dal significato di α 0 ricaviamo che F (α 0 )=F (−α 0 ) sicché, assumendo che<br />

F sia regolare, possiamo scrivere<br />

F (α 0 )=F (0) + 1 2 F ′′ (0) α 2 0 + 1 4! F (4) (0) α 4 0 + o ( α 5 0)<br />

.<br />

Di conseguenza, al prim’ordine F (α 0 ) ∼ F (0) e<br />

√<br />

l<br />

P∼F (0)<br />

g .<br />

A questo punto, la costante F (0) può essere determinata sperimentalmente.<br />

Prima di presentare il metodo dell’analisi <strong>dimensionale</strong> in generale è meglio<br />

soffermarsi un momento sul concetto di dimensione di una data quantità fisica.<br />

A.2 Dimensioni e leggi fisiche<br />

Abbiamo parlato continuamente di dimensioni fisiche di una data quantità.<br />

Per quanto diremo in seguito, è bene precisare esattamente il concetto di<br />

dimensione fisica.<br />

Fissiamo una classe di sistemi di unità di misura: per esempio la classe in<br />

cui lunghezza, massa e tempo sono le grandezze fondamentali. All’interno di<br />

una stessa classe, la scelta delle unità di misura per le grandezze fondamentali<br />

definisce un sistema. Per esempio i due sistemi c, g, s (centimetro, grammo,<br />

secondo) ed m, kg, s (metro, kilogrammo massa, secondo) appartengono alla<br />

stessa classe.<br />

Consideriamo per esempio la densità di un corpo materiale ρ. Se l’unità<br />

di lunghezza cambia di un fattore L e l’unità di massa cambia di un fattore<br />

M, i valori numerici della densità cambiano di un fattore L −3 M. Il fattore è<br />

il medesimo all’interno della stessa classe di sistemi e definisce una funzione<br />

(L, M, T ) ↦−→ L −3 M<br />

che prende il nome di funzione dimensione (o semplicemente dimensione) di<br />

ρ. In generale, la dimensione di una quantità fisica è la funzione che determina


588 <strong>Appendice</strong> A <strong>Analisi</strong> <strong>dimensionale</strong><br />

il fattore con cui cambia il valore numerico di quella quantità, quando si passa<br />

da un sistema di unità misura ad un altro, all’interno di una stessa classe.<br />

La dimensione di una quantità fisica q si indica col simbolo [q] . Per<br />

esempio, abbiamo appena visto che [ρ] =L −3 M.<br />

All’interno di una stessa classe, si dicono adimensionali le quantità i cui<br />

valori numerici rimangono invariati nel passaggio da un sistema all’altro. Le<br />

altre quantità si dicono allora dimensionali.<br />

Abbiamo già avuto modo di constatare l’importanza della procedura<br />

di adimensionalizzazione di un modello matematico (Paragrafo 2.1.4<br />

e Sezione 4.9) ed infatti essa costituisce uno degli aspetti dell’analisi<br />

<strong>dimensionale</strong>.<br />

La funzione dimensione non può avere un’espressione analitica qualsiasi.<br />

Infatti, supponiamo che all’interno di una data classe di sistemi, L 1 ,L 2 , ..., L N<br />

rappresentino le dimensioni delle grandezze fondamentali. Come conseguenza<br />

(non banale) del fatto che nessun sistema all’interno di una classe è privilegiato,<br />

la funzione dimensione è sempre un prodotto di potenze delle L j ,<br />

j =1, ..., N.<br />

In altri termini, se q è una qualunque grandezza fisica, avremo<br />

[q] =L a1<br />

1 La2 2 ···La N<br />

con opportuni esponenti numerici a j . Pertanto è impossibile trovare, per<br />

esempio, dimensioni che contengano esponenziali o logaritmi.<br />

Fissate le dimensioni delle grandezze fondamentali L 1 ,L 2 , ..., L N ,<br />

consideriamo k quantità p 1 , ..., p k con dimensioni<br />

[p j ]=L a 1j<br />

1 L a 2j<br />

2 ···L a Nj<br />

N<br />

j =1, ..., k.<br />

Diciamo che p 1 , ..., p k hanno dimensioni indipendenti se nessuna delle dimensioni<br />

[p j ] è esprimibile come prodotto di potenze delle altre dimensioni. In<br />

termini algebrici, ciò significa che i vettori<br />

(a 1j ,a 2j ..., a Nj ) j =1, ..., k<br />

generano un sottospazio di R N di dimensione k. Si noti che, in questo contesto,<br />

le dimensioni L j delle grandezze fondamentali corrispondono alla base<br />

canonica in R N .<br />

A.3 Il teorema Pi di Buckingham<br />

Possiamo ora descrivere in generale il metodo dell’analisi <strong>dimensionale</strong>. Supponiamo<br />

che un dato fenomeno fisico sia caratterizzato da un insieme di quantità<br />

scalari q 1 , ..., q n e che un’altra quantità q dipenda da quelle attraverso una<br />

relazione funzionale del tipo<br />

q = f (q 1 ,q 2 , ..., q n ) .<br />

(A.4)


A.3 Il teorema Pi di Buckingham 589<br />

Assumiamo di essere all’interno di una classe di sistemi di unità di misura con<br />

grandezze fondamentali di dimensioni L 1 , ..., L N e che all’interno di questa<br />

classe la relazione (A.4) sia la stessa per tutti i sistemi. Si dice allora che la<br />

relazione è completa. Possiamo scrivere<br />

[q] =L b1<br />

1 Lb2 2 ···LbN N<br />

e<br />

[q j ]=L a1j<br />

1 L a2j<br />

2 ···L a Nj<br />

N<br />

j =1, ..., n.<br />

Il nostro obiettivo è trasformare la (A.4) in una relazione funzionale del tipo<br />

Π = F (Π 1 , ..., Π n−k )<br />

dove le quantità Π, Π 1 , ..., Π n−k siano adimensionali.<br />

Distinguiamo vari passi.<br />

Passo 1. Dividiamo l’insieme delle quantità q 1 , ..., q n in due sottoinsiemi<br />

{p 1 , ..., p k } e {s 1 , ..., s n−k }<br />

in modo che p 1 , ..., p k , dette quantità primarie, abbiano dimensioni indipendenti<br />

e che le dimensioni delle s 1 , ..., s n−k , dette quantità secondarie, siano<br />

esprimibili come prodotti di potenze delle dimensioni delle p j , j =1, ..., k. Si<br />

abbia cioè:<br />

[s j ]=[p 1 ] α1j [p 2 ] α2j ···[p k ] α kj<br />

j =1, ..., n − k. (A.5)<br />

Questa selezione può essere sempre fatta ed è possibile che sia k = n (le dimensioni<br />

di tutte le quantità sono indipendenti) oppure k =0(tutte le quantità<br />

sono adimensionali). Naturalmente, k è il massimo numero di quantità<br />

indipendenti tra le q 1 , ..., q n .<br />

Riscriviamo allora la (A.4) nella forma<br />

q = f (p 1 , ..., p k ; s 1 , ..., s n−k ) .<br />

(A.6)<br />

Da questa relazione si deduce che anche la dimensione di q può essere espressa<br />

in termini delle dimensioni delle quantità primarie:<br />

[q] =[p 1 ] β 1<br />

[p 2 ] β2 ···[p k ] β k<br />

.<br />

(A.7)<br />

Se così non fosse, la dimensione di q sarebbe indipendente dalle dimensioni di<br />

p 1 , ..., p k e quindi, con un opportuno cambio di unità di misura, si potrebbe<br />

lasciare invariato q e cambiare il valore di f (p 1 , ..., p k ; s 1 , ..., s n−k ) .<br />

Passo 2. Usando le (A.5), definiamo le quantità ˜s j = p α1j<br />

1 p α2j<br />

2 ···p α kj<br />

k<br />

ed<br />

introduciamo le quantità adimensionali<br />

Π j = s j<br />

˜s j<br />

j =1, ..., n − k. (A.8)


590 <strong>Appendice</strong> A <strong>Analisi</strong> <strong>dimensionale</strong><br />

Analogamente, usando la (A.7), definiamo ˜q = p β 1<br />

1 pβ 2<br />

2 ···pβ k<br />

k<br />

ed introduciamo<br />

la quantità a<strong>dimensionale</strong><br />

Π = q˜q .<br />

(A.9)<br />

Passo 3. Dividiamo la (A.6) per ˜q e scriviamo, utilizzando le (A.8):<br />

Π = 1˜q f (p 1, ..., p k ;˜s 1 Π 1 , ..., ˜s n−k Π n−k ) .<br />

Essendo ˜q ed ˜s j esprimibili in termini di p 1 , ..., p k , questa relazione può essere<br />

riscritta a sua volta nella forma seguente:<br />

Π = F (p 1 , ..., p k ; Π 1 , ..., Π n−k ) .<br />

(A.10)<br />

A questo punto è chiaro che F non può dipendere dalle quantità primarie<br />

p 1 , ..., p k . Se così non fosse, cambiando sistema di unità di misura, avremmo<br />

una variazione nel valore di F (p 1 , ..., p k ; Π 1 , ..., Π n−k ) mentre Π, essendo<br />

a<strong>dimensionale</strong>, rimarrebbe invariato. Deduciamo dunque la relazione<br />

Π = F (Π 1 , ..., Π n−k )<br />

(A.11)<br />

nella quale tutte le quantità sono adimensionali.<br />

Sintetizziamo la conclusione nel seguente risultato.<br />

Teorema Pi di Buckingham. Sia<br />

q = f (q 1 ,q 2 , ..., q n ) ,<br />

(A.12)<br />

una relazione funzionale, completa all’interno di una classe di sistemi di unità<br />

di misura. Sia k, 0 ≤ k ≤ n, il massimo numero tra le quantità q 1 ,q 2 , ..., q n<br />

aventi dimensioni indipendenti.<br />

Allora la (A.12) può essere riscritta come una relazione funzionale del<br />

tipo (A.11), dove le Π, Π 1 , ..., Π n−k sono combinazioni adimensionali delle<br />

quantità q, q 1 ,q 2 , ..., q n .<br />

In termini di quantità primarie e secondarie, la relazione (A.11) si scrive<br />

esplicitamente nella seguente forma:<br />

(<br />

)<br />

q = p β 1<br />

1 pβ 2<br />

2 ···pβ k<br />

k F s 1<br />

s n−k<br />

, ...,<br />

.<br />

p α 11<br />

1 p α 21<br />

2 ···p α k1<br />

k<br />

p α 1(n−k)<br />

1 p α 2(n−k)<br />

2 ···p α k(n−k)<br />

k<br />

Nel caso del pendolo abbiamo n =4e q 1 = l, q 2 = g, q 3 = m, q 4 = α 0 , mentre<br />

q = P, il periodo d’oscillazione. Inoltre N = k =3e la scelta per le grandezze<br />

primarie è obbligata: p 1 = l, p 2 = g, p 3 = m. Qui abbiamo solo<br />

Π =<br />

√ g<br />

l P.<br />

Nel caso della propagazione del calore da una sorgente istantanea concentrata<br />

nell’origine abbiamo n =4,q 1 = x, q 2 = t, q 3 = D, q 4 = Q, mentre q = u ∗ .


A.3 Il teorema Pi di Buckingham 591<br />

Inoltre N = k =3e scegliendo t, D e Q come quantità primarie abbiamo<br />

trovato<br />

Π = u√ Dt<br />

e Π 1 = √ x .<br />

Q<br />

Dt<br />

La relazione Π = F(Π 1 ) non è altro che la (2.39). Discutiamo brevemente<br />

altri due esempi che illustrano quale tipo di informazioni si possano ricavare<br />

dall’analisi <strong>dimensionale</strong>.<br />

Esempio A1. Energia rilasciata da un’esplosione nucleare. Questo classico<br />

esempio è dovuto a Sir G.I. Taylor 1 . In un’esplosione atomica, si verifica un<br />

rapido rilascio di energia E all’interno di una regione molto piccola. Un’onda<br />

d’urto sferica si sviluppa intorno al punto in cui avviene la detonazione. Vogliamo<br />

determinare l’energia rilasciata nella prima fase dell’esplosione. Invece<br />

di riferirsi direttamente ad E, conviene scegliere il raggio dell’onda d’urto<br />

r come la quantità q nel Teorema Pi. Ora, r dipende da E, dal tempo t,<br />

dalla densità iniziale dell’aria ρ e dalla pressione atmosferica. Poiché nei primi<br />

istanti dell’esplosione la pressione dietro l’onda d’urto è circa 1000 volte<br />

quella atmosferica, l’influenza di quest’ultima può essere trascurata. Possiamo<br />

dunque scrivere<br />

r = f (E,t,ρ)<br />

e quindi n =3.<br />

Usiamo il sistema m, kg, s, indicando come al solito con L, M e T ,<br />

rispettivamente, le dimensioni di lunghezza, massa e tempo. Abbiamo<br />

[E] =ML 2 T −2 , [t] =T , [ρ] =ML −3 .<br />

Si controlla facilmente che le dimensioni di E,t e ρ sono indipendenti, per cui<br />

coincidono con le quantità primarie; quindi k =3e n − k =0. Ne segue che<br />

la funzione F nella (A.11) non ha argomenti e perciò è una costante C.<br />

Ricaviamo ora la dimensione di r in funzione delle dimensioni di E,t e ρ.<br />

Dobbiamo cercare β 1 , β 2 e β 3 tali che<br />

ossia tali che:<br />

[r] =[E] β 1<br />

[t] β 2<br />

[ρ] β 3<br />

L = M β 1 +β 3 L<br />

2β 1 −3β 3T −2β 1 +β 2.<br />

Si trova β 1 =1/5, β 2 =2/5 e β 3 = −1/5 e quindi la quantità<br />

Π =<br />

r<br />

E 1/5 t 2/5 ρ −2/5<br />

è a<strong>dimensionale</strong>. La (A.11) diventa Π = C, ossia<br />

r = CE 1/5 t 2/5 ρ −2/5 .<br />

1 Taylor, G.I., The formation of a blast by a very intense explosion. II. The athomic<br />

axplosion of 1945. Proc. Roy. Soc. A201, 159-174.


592 <strong>Appendice</strong> A <strong>Analisi</strong> <strong>dimensionale</strong><br />

Notiamo espressamente come questa relazione derivi da un puro ragionamento<br />

<strong>dimensionale</strong>. Mediante esperimenti con piccole esplosioni, Taylor trovò per la<br />

costante C un valore molto vicino ad uno. Ne segue che, passando ai logaritmi,<br />

possiamo scrivere, con buona approssimazione,<br />

5<br />

2 log r = 1 2 log E ρ +logt<br />

che, nelle coordinate logaritmiche x =logt e y = 5 2<br />

log r diventa la retta:<br />

y = x + 1 2 log E ρ .<br />

Misurazioni ottenute da una serie di fotografie di J. Mack durante un test<br />

nucleare rivelarono un notevole accordo con la predizione teorica. Taylor riuscì<br />

quindi a determinare l’energia dell’esplosione dalla dipendenza sperimentale<br />

del raggio in funzione del tempo, che forniva l’intersezione della retta con<br />

l’asse y.<br />

Incidentalmente, il valore trovato da Taylor per l’energia nel test era E =<br />

19, 2 Kilotoni (1 Kilotone =4, 186 × 10 12 Joule). Successivamente è stato<br />

dimostrato con metodi più moderni che E =21Kilotoni.<br />

Esempio A2. Il Teorema di Pitagora. Dimostriamo il Teorema di Pitagora<br />

usando l’analisi <strong>dimensionale</strong>. L’area A di un triangolo rettangolo T dipende<br />

dalla lunghezza dell’ipotenusa c e, per esempio, dall’angolo acuto minore ϕ<br />

(in radianti). Possiamo dunque scrivere<br />

A = f (c, ϕ) .<br />

Poiché ϕ è a<strong>dimensionale</strong>, abbiamo k =1e l’analisi <strong>dimensionale</strong> dà<br />

ossia<br />

Π = A c 2 F (ϕ)<br />

A = c 2 F (ϕ) .<br />

(A.13)<br />

Ora, l’altezza divide il triangolo T in due triangoli simili con ipotenusa rispettivamente<br />

data dai cateti a e b del triangolo e aventi lo stesso angolo acuto<br />

minore ϕ. Se indichiamo le aree di questi due triangoli con A 1 e A 2 , l’analisi<br />

<strong>dimensionale</strong> dà<br />

A 1 = a 2 F (ϕ) e A 2 = b 2 F (ϕ) ,<br />

dove F è la stessa funzione. Essendo A = A 1 + A 2 otteniamo<br />

c 2 F (ϕ) =a 2 F (ϕ)+b 2 F (ϕ)<br />

da cui<br />

c 2 = a 2 + b 2 .


<strong>Appendice</strong> B<br />

Misure e integrali<br />

Presentiamo una breve introduzione su misura e integrazione.<br />

B.1 Misura di Lebesgue<br />

B.1.1 Un problema di ... conteggio<br />

Due persone, che per ragioni di privacy indichiamo con R ed L, devono calcolare<br />

il valore totale di un insieme M di monete da un centesimo fino a due<br />

euro. R decide di suddividere le monete in mucchi, ciascuno, diciamo, di 10<br />

monete qualsiasi, di calcolare il valore di ciascun mucchio e poi di sommare<br />

i valori così ottenuti. L, invece, decide di suddividere le monete in mucchi<br />

omogenei, da un centesimo, da due e così via, contenenti cioè monete dello<br />

stesso tipo, di calcolare il valore di ogni mucchio e poi di sommarne i valori.<br />

In termini più analitici, introduciamo la funzione “valore”<br />

V : M → N<br />

che associa ad ogni elemento di M (cioè ad ogni moneta) il suo valore in<br />

euro. R suddivide il dominio di V in sottoinsiemi disgiunti, somma i valori<br />

di V su tali sottoinsiemi e poi somma il tutto. L considera ogni punto p del<br />

codominio di V (cioè il valore di ogni singola moneta) corrispondente ad un<br />

centesimo, due centesimi e così via. Considera la controimmagine V −1 (p) (i<br />

mucchi omogenei di monete ), calcola il valore corrispondente ed infine somma<br />

il tutto al variare di p.<br />

Questi due modi di procedere corrispondono alla “filosofia” sottostante<br />

la definizione dei due integrali di Riemann e di Lebesgue, rispettivamente.<br />

Essendo la nostra funzione valore definita su un insieme discreto e a valori<br />

interi, in entrambi i casi non vi sono problemi nel sommare i suoi valori e la<br />

scelta di uno o dell’altro metodo è determinata da un criterio di efficienza. Di<br />

solito, il metodo di L è ritenuto più efficiente.<br />

Salsa S: Equazioni a derivate parziali, 2a edizione.<br />

c○ <strong>Springer</strong>-Verlag Italia 2010, Milano


594 <strong>Appendice</strong> B Misure e integrali<br />

Nel caso di funzioni a valori reali (o complessi) si tratta di “somme sul<br />

continuo” ed inevitabilmente occorre un passaggio al limite su somme approssimanti.<br />

La “filosofia” di L risulta allora un pò più laboriosa e richiede lo<br />

sviluppo di nuovi strumenti. Esaminiamo il caso particolare di una funzione<br />

positiva, definita e limitata su un intervallo contenuto in R. Sia<br />

f :[a, b] → [inf f,sup f] .<br />

Per definire l’integrale di Riemann, si suddivide l’intervallo [a, b] in sottointervalli<br />

I 1 , ..., I N (i mucchi di R), in ogni intervallo I k si sceglie un valore ξ k<br />

e si calcola f (ξ k ) l (I k ) (il valore approssimato del mucchio k − esimo), dove<br />

l(I k ) èlalunghezza di I k . Si sommano i valori f (ξ k ) l(I k ) e si definisce<br />

(R)<br />

∫ b<br />

a<br />

f = lim<br />

δ→0<br />

∑ N<br />

k=1 f (ξ k) l(I k )<br />

dove δ è la massima ampiezza dei sottointervalli della suddivisione. Il limite<br />

deve esistere finito ed essere indipendente dalla scelta dei punti ξ k . Questo,<br />

forse, è il punto più delicato della definizione di Riemann.<br />

Ma passiamo all’integrale secondo Lebesgue. Stavolta si suddivide<br />

l’intervallo [inf f,sup f] in sottointervalli [y k−1 ,y k ] (i valori in euro) con<br />

inf f = y 0


B.1 Misura di Lebesgue 595<br />

integrabile secondo Riemann è sempre integrabile anche secondo Lebesgue (e<br />

il valore dei due integrali coincide), ma non è vero il viceversa; inoltre non<br />

c’è bisogno di distinzione tra insiemi limitati e non, tra funzioni limitate e<br />

non. Un aspetto più rilevante è che le operazioni di passaggio al limite e di<br />

derivazione sotto il segno di integrale, nonchè di integrazione per serie, sono<br />

significativamente semplificate. Inoltre, gli spazi di funzioni sommabili secondo<br />

Lebesgue costituiscono gli ambienti funzionali più comunemente usati in un<br />

grande numero di questioni teoriche ed applicate.<br />

Infine, la costruzione della misura e dell’integrale di Lebesgue può essere<br />

notevolmente generalizzata, come accenneremo nel Paragrafo B.1.5.<br />

Per le dimostrazioni dei teoremi enunciati in questa <strong>Appendice</strong>, il lettore<br />

interessato può consultare, per esempio, Rudin, 1964 e 1974, Royden, 1988,<br />

Pagani e Salsa, vol II, 1991 o Zygmund e Weeden, 1977.<br />

B.1.2 Misure e funzioni misurabili<br />

Che cosa vuol dire introdurre una misura in un insieme Ω? Una misura è<br />

da considerarsi una funzione d’insieme, nel senso che è definita su una particolare<br />

classe di sottoinsiemi, detti misurabili, e che deve “comportarsi bene”<br />

rispetto alle operazioni insiemistiche fondamentali: unione, intersezione e<br />

complementare.<br />

Cominciamo introducendo le classi di sottoinsiemi più adatte allo scopo:<br />

le σ−algebre.<br />

Definizione B.1. Una famiglia F di sottoinsiemi di Ω si chiama σ-algebra<br />

se:<br />

i) ∅, Ω∈F,<br />

ii) A ∈F implica Ω\A ∈F,<br />

iii) se {A k } k∈N<br />

⊂F allora anche ∪A k e ∩A k appartengono a F.<br />

Esempio B.1. Se Ω = R n , la più piccola σ−algebra B che contiene tutti<br />

i sottoinsiemi aperti di R n si chiama σ−algebra di Borel. I suoi elementi sono<br />

detti insiemi di Borel o boreliani e tipicamente si ottengono da unioni e/o<br />

intersezioni di un’infinità al più numerabile di aperti.<br />

Definizione B.2. Data una σ−algebra F in un insieme Ω, una misura su<br />

F è una funzione<br />

μ : F→R<br />

tale che:<br />

i) μ (A) ≥ 0 per ogni A ∈F,<br />

ii) se A 1 ,A 2 , ...sono insiemi a due a due disgiunti in F, allora<br />

μ (∪ k≥1 A k )= ∑ k≥1 μ (A k)<br />

(σ − additività).<br />

Gli elementi di F si chiamano insiemi F−misurabili.


596 <strong>Appendice</strong> B Misure e integrali<br />

Il seguente teorema stabilisce l’esistenza in R n di una σ−algebra M, che<br />

contiene B, e di una misura su M, tale che la misura degli insiemi che conosciamo<br />

fin dall’infanzia corrisponda a quella abituale: alla lunghezza per<br />

gli intervalli contenuti in R, all’area per le figure piane standard, al volume<br />

per i ... solidi noti in R 3 .<br />

Teorema B.1. In R n esiste una σ−algebra M e una misura<br />

con le seguenti proprietà:<br />

|·| n<br />

: M→[0, +∞]<br />

1. ogni insieme aperto, e quindi ogni insieme chiuso, appartiene a M,<br />

2. se A ∈Med A ha misura nulla, ogni sottoinsieme di A appartiene a M<br />

e ha misura nulla,<br />

3. se<br />

A = {x ∈R n : a j


B.2 Integrale di Lebesgue 597<br />

Sono per esempio misurabili: le funzioni continue; somme e prodotti di<br />

funzioni misurabili; la composizione g ◦ f se f è continua e g misurabile; limiti<br />

puntuali di successioni di funzioni misurabili.<br />

Per una funzione f : A → R, misurabile, possiamo definire il suo estremo<br />

superiore essenziale:<br />

ess sup f = inf {K : f ≤ K q.o. in A} .<br />

Si noti che, se f = χ Q , la funzione caratteristica dei razionali, si ha sup f =1,<br />

ma esssup f =0, essendo |Q| =0.<br />

Ogni funzione misurabile può essere approssimata da funzioni semplici.<br />

Una funzione s: A ⊆ R n → R si dice semplice se assume un numero finito di<br />

valori s 1 , ..., s N , in corrispondenza a insiemi misurabili A 1 , ..., A N , contenuti<br />

in A. Introducendo le funzioni caratteristiche χ Aj<br />

, si può scrivere una funzione<br />

semplice nella forma<br />

s = ∑ N<br />

s jχ Aj<br />

.<br />

j=1<br />

Vale il seguente<br />

Teorema B.2. Sia f : A → R, misurabile. Esiste una successione {s k } di<br />

funzioni semplici convergente ad f in ogni punto di A. Se inoltre f≥ 0, sipuò<br />

scegliere {s k } monotona non decrescente.<br />

B.2 Integrale di Lebesgue<br />

Possiamo ora definire l’integrale di Lebesgue di una funzione misurabile su un<br />

insieme A misurabile. Per una funzione semplice s = ∑ N<br />

j=1 s jχ Aj<br />

definiamo<br />

∫<br />

A<br />

s =<br />

N∑<br />

s j |A j |<br />

j=1<br />

con la convenzione che se s j =0e |A j | =+∞, s j |A j | =0.<br />

Se f ≥ 0 è misurabile, definiamo<br />

∫ ∫<br />

f =sup s<br />

A<br />

dove l’estremo superiore è calcolato al variare di s tra tutte le funzioni semplici<br />

s tali che s ≤ f in A.<br />

In generale, se f è misurabile, scriviamo f = f + − f − , dove f + =<br />

max {f,0} e f − = max{−f,0} sono le parti positiva e negativa di f,<br />

rispettivamente. Definiamo poi<br />

∫ ∫ ∫<br />

f = f + − f −<br />

A A A<br />

A


598 <strong>Appendice</strong> B Misure e integrali<br />

a condizione che almeno uno dei due integrali a secondo membro<br />

sia finito.<br />

Se entrambi gli integrali sono finiti, la funzione f si dice integrabile o<br />

sommabile in A. Dalla definizione, segue subito che una funzione misurabile<br />

f è integrabile se e solo se |f| è integrabile.<br />

Tutte le funzioni Riemann integrabili su un insieme A sono anche Legesgue<br />

integrabili. Un esempio interessante di funzione non integrabile in (0, +∞) è<br />

h (x) =sinx/x. Infatti si può provare che 2<br />

∫ +∞<br />

0<br />

|sin x|<br />

dx =+∞.<br />

x<br />

Osserviamo che, viceversa, l’integrale di Riemann generalizzato di h esiste<br />

finito e infatti si può provare che<br />

∫ N<br />

sin x<br />

lim<br />

N→+∞ 0 x dx = π 2 .<br />

L’insieme delle funzioni integrabili in A si indica con L 1 (A). Se identifichiamo<br />

due funzioni quando sono uguali q.o. in A, L 1 (A) diventa uno spazio di Banach<br />

con la norma<br />

∫<br />

‖f‖ L 1 (A) = |f| .<br />

Indichiamo con L 1 loc<br />

(A) l’insieme delle funzioni localmente sommabili, cioè<br />

sommabili in ogni sottoinsieme compatto di A.<br />

A<br />

Alcuni teoremi fondamentali<br />

I seguenti teoremi sono tra i più importanti e utili nella teoria dell’integrazione.<br />

Teorema B.3 (della convergenza dominata). Sia {f k } una successione di<br />

funzioni integrabili in A tali che:<br />

i) f k → f q.o. in A,<br />

ii) esiste una funzione g ≥ 0, integrabile in A e tale che |f k |≤g q.o. in A.<br />

Allora f ∈ L 1 (A) e f k converge ad f in L 1 (A), cioè<br />

‖f k − f‖ L 1 (A) → 0<br />

per k → +∞.<br />

In particolare<br />

∫ ∫<br />

lim f k = f.<br />

k→∞ A A<br />

2 Si può scrivere<br />

∫ +∞<br />

0<br />

|sin x|<br />

x<br />

∞ dx = ∑<br />

∫ kπ<br />

k=1<br />

(k−1)π<br />

|sin x|<br />

∞<br />

x<br />

dx ≥ ∑<br />

k=1<br />

∫<br />

1 kπ<br />

∞∑ 2<br />

|sin x| dx =<br />

kπ (k−1)π<br />

kπ =+∞.<br />

k=1


B.2 Integrale di Lebesgue 599<br />

Se f k converge ad f in L 1 (A) non è detto che f k converga puntualmente q.o.<br />

ad f, tuttavia ciò è vero per almeno una sottosuccessione. Infatti, si ha:<br />

Teorema B.4. Sia {f k } una successione di funzioni integrabili in A tali<br />

che ‖f k − f‖ L1 (A) → 0 per k → +∞. Allora esiste una sottosuccessione { }<br />

f kj<br />

tale che f kj → f q.o. per j → +∞.<br />

Una situazione che si incontra spesso in questo libro è la seguente. Sia<br />

f ∈ L 1 (A) e, per ε>0, poniamo A ε = {x ∈ A: |f (x)| >ε}. Allora abbiamo<br />

∫ ∫<br />

f → f per ε → 0.<br />

A ε A<br />

Questo segue dal Teorema B.3 poiché, per ogni successione ε k → 0, abbiamo<br />

|f k | = |f| χ Aεk<br />

≤|f| e f k → f in ogni punto di A. Pertanto<br />

∫ ∫<br />

f =<br />

A εk<br />

fχ Aεk<br />

A<br />

∫<br />

→<br />

A<br />

f per ε → 0.<br />

Teorema B.5 (della convergenza monotona). Sia {f k } una successione di<br />

funzioni misurabili e non negative in A tali che<br />

Allora<br />

f 1 ≤ f 2 ≤ ... ≤ f k ≤ f k+1 ≤ ... .<br />

∫ ∫<br />

lim f k =<br />

k→∞ A<br />

A<br />

lim f k.<br />

k→∞<br />

Sia C 0 (A) l’insieme delle funzioni continue in A, a supporto compatto. Un<br />

fatto molto importante è che ogni funzione sommabile può essere approssimata<br />

in norma L 1 (A) da una funzione in C 0 (A).<br />

Teorema B.6 (di densità). Sia f ∈ L 1 (A). Allora, per ogni δ>0, esiste<br />

una funzione g ∈ C 0 (A) tale che<br />

‖f − g‖ L1 (A)


600 <strong>Appendice</strong> B Misure e integrali<br />

Lo scambio dell’ordine di integrazione può essere effettuato sotto la semplice<br />

ipotesi di integrabilità. Siano<br />

I 1 = {x ∈R n : −∞ ≤ a i


Infine, se f = f + − f − , definiamo<br />

∫ ∫<br />

fdμ=<br />

A<br />

B.3 Integrali rispetto a una misura qualunque 601<br />

A<br />

∫<br />

f + dμ − f − dμ<br />

A<br />

posto che almeno uno degli inegrali a secondo membro sia finito.<br />

Misure di notevole importanza sono le misure di probabilità. In questo<br />

contesto le funzioni misurabili sono le variabili aleatorie.<br />

Una misura di probabilità P su F è una misura nel senso delle Definizione<br />

B.2, tale che P (Ω) =1e<br />

P : F→[0, 1] .<br />

La terna (Ω,F, P ) prende il nome di spazio di probabilità. Gli elementi ω di Ω<br />

si interpretano come eventi elementari, mente gli insiemi A ∈Frappresentano<br />

gli eventi e P (A) è la probabilità che A si verifichi.<br />

Un esempio tipico è la terna<br />

Ω =[0, 1] , F = M∩[0, 1] , P (A) =|A|<br />

che modella la scelta a caso (cioè uniforme) di un punto in [0, 1].<br />

Una variabile aleatoria uni-<strong>dimensionale</strong> in (Ω,F, P ) è una funzione<br />

F-misurable.<br />

X : Ω → R<br />

Per esempio, il numero k di passi a destra dopo N passi nella passeggiata<br />

aleatoria della Sezione 2.4 è una variabile aleatoria. Qui Ω è l’insieme dei<br />

cammini di N passi.<br />

Se<br />

l’integrale<br />

∫<br />

Ω<br />

|X| dP < ∞,<br />

∫<br />

E (X) =〈X〉 =<br />

Ω<br />

XdP<br />

è detto valore atteso (expectation) diX, mentre<br />

∫<br />

Var (X) = (X − E (X)) 2 dP<br />

èlavarianza di X.<br />

Per variabili aleatorie n−dimensionali,<br />

Ω<br />

X : Ω → R n ,<br />

lavorando componente per componente, si possono dare definizioni analoghe.


<strong>Appendice</strong> C<br />

Identità e formule<br />

Raggruppiamo alcune formule e identità di uso frequente.<br />

C.1 Gradiente, divergenza, rotore, Laplaciano<br />

Siano F un campo vettoriale e f uno scalare, regolari in R 3 .<br />

Coordinate cartesiane ortogonali<br />

1. gradiente:<br />

2. divergenza:<br />

3. Laplaciano:<br />

4. rotore:<br />

∇f = ∂f<br />

∂x i + ∂f<br />

∂y j + ∂f<br />

∂z k,<br />

∇·F = ∂<br />

∂x F x + ∂ ∂y F y + ∂ ∂z F z,<br />

Δf = ∂2 f<br />

∂x 2 + ∂2 f<br />

∂y 2 + ∂2 f<br />

∂z 2 ,<br />

∣ i j k ∣∣∣∣∣<br />

∇×F =<br />

∂ x ∂ y ∂ z .<br />

∣ F x F y F z<br />

Coordinate cilindriche<br />

x = r cos θ, y = r sin θ, z = z (r >0, 0 ≤ θ ≤ 2π)<br />

e r =cosθi +sinθj, e θ = − sin θi +cosθj, e z = k.<br />

Salsa S: Equazioni a derivate parziali, 2a edizione.<br />

c○ <strong>Springer</strong>-Verlag Italia 2010, Milano


604 <strong>Appendice</strong> C Identità e formule<br />

1. gradiente:<br />

∇f = ∂f<br />

∂r e r + 1 ∂f<br />

r ∂θ e θ + ∂f<br />

∂z e z,<br />

2. divergenza (F = F r e r + F θ e θ + F z k):<br />

∇·F = 1 r<br />

∂<br />

∂r (rF r)+ 1 ∂<br />

r ∂θ F θ + ∂ ∂z F z,<br />

3. Laplaciano:<br />

Δf = ∂2 f<br />

∂r 2 + 1 ∂f<br />

r ∂r + 1 ∂ 2 f<br />

r 2 ∂θ 2 + ∂2 f<br />

∂z 2 = 1 (<br />

∂<br />

r ∂f )<br />

+ 1 ∂ 2 f<br />

r ∂r ∂r r 2 ∂θ 2 + ∂2 f<br />

∂z 2 ,<br />

4. rotore:<br />

Coordinate sferiche<br />

1. gradiente:<br />

∣<br />

∇×F = 1 e r re θ e z ∣∣∣∣∣ r<br />

∂ r ∂ θ ∂ z .<br />

∣ F r rF θ F z<br />

x = r cos θ sin ψ, y = r sin θ sin ψ, z = r cos ψ<br />

(r >0, 0 ≤ θ ≤ 2π, 0 ≤ ψ ≤ π)<br />

e r =cosθ sin ψi +sinθ sin ψj +cosψk<br />

e θ = − sin θi +cosθj<br />

e z =cosθ cos ψi +sinθ cos ψj − sin ψk.<br />

∇f = ∂f<br />

∂r e r + 1 ∂f<br />

r sin ψ ∂θ e θ + 1 ∂f<br />

r ∂ψ e ψ,<br />

2. divergenza (F = F r e r + F θ e θ + F ψ e ψ ):<br />

∇·F = ∂ ∂r F r + 2 r F r + 1 [ 1 ∂F θ<br />

} {{ }<br />

r sin ψ ∂θ + ∂F ]<br />

ψ<br />

∂ψ +cotψF ψ ,<br />

} {{ }<br />

parte radiale<br />

parte sferica<br />

3. Laplaciano:<br />

Δf = ∂2 f<br />

∂r 2 + 2 ∂f<br />

+ 1 {<br />

1 ∂ 2 }<br />

f<br />

} {{<br />

r ∂r<br />

}<br />

r 2 (sin ψ) 2 ∂θ 2 + ∂2 f ∂f<br />

2<br />

+cotψ ,<br />

∂ψ ∂ψ<br />

} {{ }<br />

parte radiale<br />

parte sferica (operatore di Laplace-Beltrami)<br />

4. rotore:<br />

∇×F =<br />

1<br />

r 2 sin ψ<br />

∣ e r re ψ r sin ψe θ ∣∣∣∣∣ ∂ r ∂ ψ ∂ θ .<br />

∣ F r rF ψ r sin ψF z


C.2 Identità e formule 605<br />

C.2 Identità e formule<br />

C.2.1 Formule di Gauss<br />

Siano, in R n , n ≥ 2:<br />

• Ω dominio limitato con frontiera regolare ∂Ω e normale esterna ν,<br />

• u, v campi vettoriali regolari fino alla frontiera di Ω,<br />

• ϕ, ψ campi scalari regolari fino alla frontiera di Ω,<br />

• dσ l’elemento di superficie su ∂Ω.<br />

Valgono le seguenti formule:<br />

1. ∫ Ω ∇·u dx = ∫ u · ν dσ (formula della divergenza),<br />

∂Ω<br />

2. ∫ Ω ∇ϕdx = ∫ ϕν dσ,<br />

∂Ω<br />

3. ∫ Ω Δϕ dx = ∫ ∂Ω ∇ϕ · ν dσ = ∫ ∂Ω ∂ ν ϕdσ,<br />

4. ∫ Ω ψ ∇·F dx = ∫ ∂Ω ψF · ν dσ − ∫ ∇ψ · F dσ (integrazione per parti),<br />

Ω<br />

5. ∫ Ω ψΔϕ dx = ∫ ∂Ω ψ∂ νϕdσ− ∫ ∇ϕ ·∇ψdx<br />

Ω<br />

(identità di Green I),<br />

6. ∫ Ω (ψΔϕ − ϕΔψ) dx = ∫ ∂Ω (ψ∂ ν ϕ −ϕ∂ ν ψ) dσ (identità di Green II),<br />

7. ∫ Ω ∇×u dx = − ∫ ∂Ω u × ν dσ,<br />

8. ∫ Ω u · (∇×v) dx = ∫ Ω v · (∇×u) dx− ∫ (u × v) · ν dσ.<br />

∂Ω<br />

C.2.2 Formule di Stokes<br />

Consideriamo in R 3 :<br />

• S una superficie regolare, il cui bordo è una linea regolare C,<br />

• ν versore normale a S, t versore tangente a C, tali che C sia orientata<br />

positivamente rispetto a S (avanzando in direzione e verso di ν e ruotando<br />

nella direzione e verso di t si simula il movimento di una vite destrorsa),<br />

• ds l’elemento di lunghezza su C,<br />

• dσ l’elemento di superficie su S.<br />

Valgono le seguenti formule:<br />

1. ∫ S ∇×u · ν dσ = ∫ u · t ds (formula del rotore),<br />

C<br />

2. ∫ S ∇ϕ × ν dσ = − ∫ ϕt ds,<br />

C<br />

3. ∫ C ϕ∇ψ · t ds = ∫ ψ∇ϕ · t ds.<br />

C


606 <strong>Appendice</strong> C Identità e formule<br />

C.2.3 Identità vettoriali<br />

1. ∇·(∇×u) =0,<br />

2. ∇×∇ϕ = 0,<br />

3. ∇·(ϕu) =ϕ ∇·u + ∇ϕ · u,<br />

4. ∇×(ϕu) =ϕ ∇×u + ∇ϕ × u,<br />

5. ∇×(u × v) =(v·∇) u − (u·∇) v +(∇·v) u − (∇·u) v,<br />

6. ∇·(u × v) =(∇×u) · v − (∇×v) · u,<br />

7. ∇ (u · v) =u×(∇×v)+v× (∇×u)+(u·∇) v+(v·∇) u,<br />

8. (u·∇) u =(∇×u) × u + 1 2 ∇|u|2 ,<br />

9. ∇×∇×u = ∇(∇·u) − Δu (rot rot = grad div− Laplaciano).


Bibliografia<br />

Equazioni a derivate parziali<br />

L. C. Evans. Partial Differential Equations. A.M.S., Graduate Studies in<br />

Mathematics, 1998.<br />

R. Dautray, J. L. Lions. Mathematical Analysis and Numerical Methods for<br />

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Englewood Cliffs, 1964.<br />

D. Gilbarg, N. Trudinger. Elliptic Partial Differential Equations of Second<br />

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1982.<br />

O. Kellog. Foundations of Potential Theory. <strong>Springer</strong>-Verlag, New York, 1967.<br />

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R. Mc Owen. Partial Differential Equations: Methods and Applications.<br />

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M. Protter, H. Weinberger. Maximum Principles in Differential Equations.<br />

Prentice-Hall, Englewood Cliffs, 1984.<br />

J. Rauch. Partial Differential Equations. <strong>Springer</strong>-Verlag, Heidelberg, 1992.<br />

M. Renardy, R. C. Rogers. An Introduction to Partial Differential Equations.<br />

<strong>Springer</strong>-Verlag, New York, 1993.<br />

J. Smoller. Shock Waves and Reaction-Diffusion Equations. <strong>Springer</strong>-Verlag,<br />

New York, 1983.<br />

W. Strauss. Partial Differential Equation: An Introduction. Wiley, New York,<br />

1992.<br />

D. V. Widder. The Heat Equation. Academic Press, New York, 1975.<br />

Salsa S: Equazioni a derivate parziali, 2a edizione.<br />

c○ <strong>Springer</strong>-Verlag Italia 2010, Milano


608 Bibliografia<br />

Modelli matematici e matematica applicata<br />

A. J. Acheson. Elementary Fluid Dynamics. Clarendon Press, Oxford, 1990.<br />

G. I. Barenblatt. Scaling, Self-similarity, and intermediate asymptotics,<br />

Cambridge University Press, 2002.<br />

J. Billingham, A. C. King. Wave Motion. Cambridge University Press,<br />

Cambridge, 2000.<br />

R. Courant, D. Hilbert. Methods of Mathematical Phisics. Vol. 1 e 2. Wiley,<br />

New York, 1953.<br />

R. Dautray, J. L. Lions. Mathematical Analysis and Numerical Methods for<br />

Science and Technology. Vol. 1-5. <strong>Springer</strong>-Verlag, Berlin Heidelberg, 1985.<br />

C. C. Lin, L. A. Segel. Mathematics Applied to Deterministic Problems in the<br />

Natural Sciences. SIAM Classics in Applied Mathematics, IV ed., 1995.<br />

J. D. Murray. Mathematical Biology (Vol I e II). <strong>Springer</strong>-Verlag, Berlin<br />

Heidelberg, 2001.<br />

L. A. Segel. Mathematics Applied to Continuum Mechanics. Dover Publications,<br />

Inc., New York, 1987.<br />

A. B. Tayler. Mathematical Models in Applied Mathematics. Clarendon Press,<br />

Oxford, 2001.<br />

G. B. Whitham. Linear and Nonlinear Waves. Wiley-Interscience, 1974.<br />

Equazioni stocastiche e Finanza Matematica<br />

L. Arnold. Stochastic Differential Equations: Theory and Applications. Wiley,<br />

New York, 1974.<br />

M. Baxter, A. Rennie. Financial Calculus: An Introduction to Derivative<br />

Pricing. Cambridge University Press, Cambridge, 1996.<br />

L. C. Evans, An Introduction to Stochastic Differential Equations. Lecture<br />

Notes, http://math.berkeley.edu/ ∼ evans/<br />

B. K. Øksendal. Stochastic Differential Equations: An Introduction with<br />

Applications. IV ed., <strong>Springer</strong>-Verlag, Berlin Heidelberg, 1995.<br />

P. Wilmott, S. Howison, J. Dewinne. The Mathematics of Financial Derivatives.<br />

A Student Introduction. Cambridge University Press, Cambridge,<br />

1996.<br />

<strong>Analisi</strong> e <strong>Analisi</strong> Funzionale<br />

R. Adams. Sobolev Spaces. Academic Press, New York, 1975.<br />

H. Brezis. <strong>Analisi</strong> Funzionale. Liguori Editore, Napoli, 1986.<br />

L. C. Evans and R. F. Gariepy. Measure Theory and Fine properties of<br />

Functions. CRC Press, 1992.<br />

V. G. Maz’ya. Sobolev Spaces. <strong>Springer</strong>-Verlag, Berlin Heidelberg, 1985.<br />

C. Pagani e S. Salsa. <strong>Analisi</strong> Matematica. volumi I e II. Zanichelli, Bologna,<br />

1991.


Bibliografia 609<br />

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1974.<br />

L. Schwartz. Théorie des Distributions. Hermann, Paris, 1966.<br />

K. Yoshida. Functional Analysis. <strong>Springer</strong>-Verlag, Berlin Heidelberg, 1965.<br />

<strong>Analisi</strong> Numerica<br />

R. Dautray, J. L. Lions. Mathematical Analysis and Numerical Methods for<br />

Science and Technology. Vol. 4 e 6. <strong>Springer</strong>-Verlag, Berlin Heidelberg,<br />

1985.<br />

A. Quarteroni. Modellistica Numerica per Problemi Differenziali. 4 ed.,<br />

<strong>Springer</strong>-Verlag Italia, Milano, 2008.<br />

A. Quarteroni, A. Valli. Numerical Approximation of Partial Differential<br />

Equations. <strong>Springer</strong>-Verlag, Berlin Heidelberg, 1994.


Indice analitico<br />

Arbitraggio, 91<br />

Autofunzioni<br />

– di Dirichlet, 489<br />

– di Neumann, 491<br />

Autovalori, 357<br />

Barriera<br />

– inferiore, 517<br />

– superiore, 517<br />

Barriere<br />

– assorbenti, 110<br />

– riflettenti, 110<br />

Breaking time, 198<br />

Caratteristiche, 179, 217, 283<br />

– Inflow/outflow, 183<br />

Carta locale, 15<br />

Chiusura, 8, 341<br />

Classe di Tychonov, 85<br />

Coefficiente di diffusione, 56<br />

Coefficienti di Fourier, 12, 356<br />

Compatto<br />

– operatore, 386<br />

Condizione<br />

– cinematica, 315<br />

– di compatibilità, 120<br />

– di entropia, 206<br />

– di Sommerfeld, 175<br />

Condizioni al bordo<br />

– Dirichlet, 24, 35<br />

– Mixed, 36<br />

– Neumann, 24, 35<br />

– Robin, 35<br />

Cono<br />

– di luce, 236<br />

– forward, 305<br />

– retrogrado, 292<br />

Conservazione della massa, 64<br />

Controllo ottimo, 526<br />

Convergenza<br />

– debole, 383<br />

– uniforme, 11<br />

Convezione, 65<br />

Convoluzione, 414, 430<br />

Copertura aperta, 456<br />

Crescita logistica, 104<br />

Debolmente coerciva, 391, 404, 498,<br />

501, 554<br />

Densità normale, 45<br />

Derivata<br />

– conormale, 500<br />

– nel senso delle distribuzioni, 421<br />

Derivazione per serie, 11<br />

Diffusione, 19<br />

Dilatazioni paraboliche, 21<br />

Dimensione fisica, 587<br />

Distribuzione<br />

– lognormale, 91<br />

– temperata, 434<br />

Disuguaglianza<br />

– di Poincaré, 467<br />

– di traccia, 465<br />

– di Schwarz, 348<br />

Domini<br />

– Lipschitziani, 16


612 Indice analitico<br />

– esterni, 158<br />

Dominio, 8<br />

– di influenza, 305<br />

– regolare, 15<br />

Drift, 88<br />

Ellitticità uniforme, 493, 559<br />

Energia<br />

– cinetica, 253<br />

– potenziale, 254<br />

Equazione<br />

– a derivate parziali, 2<br />

– backward, 93<br />

– Bessel, 74, 360<br />

– biarmonica, 522<br />

– di Bernoulli, 314<br />

– di Black-Scholes, 93<br />

– di Bukley-Leverett, 229<br />

– di Eulero, 376<br />

– di Fisher, 567<br />

– di Fisher stazionaria, 517<br />

– di Helmoltz, 175<br />

– di Klein-Gordon, 274<br />

– di Navier-Stokes, 148, 520<br />

– di Poisson semilineare, 515<br />

– differenziale stocastica, 89<br />

– diffusione, 19<br />

– eikonale, 236<br />

– ellittica, 276, 479<br />

– iperbolica, 276, 573<br />

– mezzi porosi, 102<br />

– parabolica, 276<br />

– parametrica di Bessel (di ordine p),<br />

360<br />

Equazioni<br />

– di Sturm-Liouville, 357<br />

– paraboliche, 541<br />

Esponente coniugato, 11<br />

Estremo<br />

– inferiore, 9<br />

– superiore, 9<br />

Expiry date, 87<br />

Final payoff, 93<br />

Forma bilineare<br />

– coerciva, 370, 371<br />

– continua, 371<br />

– debolmente coerciva, 391, 554, 560<br />

Forma canonica, 280–282<br />

– sesquilineare, 347<br />

Formula<br />

– di Bessel, 13<br />

– di d’Alembert, 262<br />

– di Ito, 89<br />

– di Parseval, 13<br />

– di Poisson, 132<br />

– di Rodrigues, 358, 359<br />

– di scomposizione di Helmholtz, 145<br />

Formulazione debole<br />

– equazione delle onde, 575<br />

– per equazioni paraboliche, 561<br />

– problema di Cauchy-Dirichlet, 544<br />

– problema di Cauchy-Neumann, 555<br />

Formulazione variazionale<br />

– equazione biarmonica, 520<br />

– problema di Dirichlet, 484<br />

– problema di Neumann, 487, 500<br />

– problema misto, 504<br />

– sistema di Stokes, 523<br />

Funzionale costo, 526<br />

Funzione<br />

– a supporto compatto, 10<br />

– armonica, 20, 117<br />

– caratteristica, 10<br />

– continua, 10<br />

– di Bessel, 288, 360<br />

– di Green, 151<br />

– di Neumann, 157<br />

– di transizione, 70<br />

– flusso, 177<br />

– test, 51, 413<br />

– valore, 88<br />

Funzioni<br />

– integrabili, 598<br />

– misurabili, 596<br />

– semplici, 597<br />

Gram-Schmidt (procedimento di), 356<br />

Identità<br />

– di Green, 17<br />

– di Parseval debole, 436<br />

– di Parseval forte, 439<br />

Immagine, 361<br />

Impulso unitario, 47<br />

Inflow/outflow boundary, 225<br />

Insieme<br />

– compatto, 8


Indice analitico 613<br />

– compatto, precompatto, 380<br />

– convesso, 8<br />

– denso, 8<br />

– limitato, 8<br />

Insiemi di Borel, 595<br />

Integrale primo, 224<br />

Integrazione<br />

– per parti, 17<br />

– per serie, 11<br />

Lagrange multiplier, 525<br />

Legge<br />

– del parallelogramma, 347<br />

– di Darcy, 101<br />

– di Fick, 65<br />

– di Fourier, 23<br />

– di Gauss, 59<br />

Massa critica, 76<br />

Matrice di rigidezza, 378<br />

Media quadratica, 31<br />

Metodo, 26<br />

– della discesa, 308<br />

– della fase stazionaria, 249<br />

– delle caratteristiche, 187<br />

– delle immagini, 152<br />

– di Duhamel, 82<br />

– di Faedo-Galerkin, 561, 576<br />

– di Galerkin, 377<br />

– di linearizzazione, 569<br />

– di riflessione, 456<br />

– di separazione delle variabili, 26, 28,<br />

256, 295, 397<br />

– di viscosità, 209<br />

Misura<br />

– armonica, 138<br />

– di Lebesgue, 596<br />

– di probabilità, 601<br />

Moto Browniano, 57<br />

Norma integrale di ordine p, 345<br />

Nucleo, 361<br />

– di Poisson, 155<br />

Numero<br />

– di Bond, 317<br />

– di Froude, 317<br />

– di Mach, 299<br />

– di Reynolds, 521<br />

– d’onde, 246<br />

o piccolo, 10<br />

Onda<br />

– di rarefazione, 192<br />

– progressiva, 179, 188<br />

– stazionaria, 257<br />

Onde<br />

– armoniche, 246<br />

– cilindriche, 288<br />

– di capillarità, 321<br />

– di gravità, 321<br />

– piane, 247, 287<br />

– progressive, 209, 245<br />

– sferiche, 247, 288<br />

Operatore<br />

– aggiunto, 368<br />

– autoaggiunto, 369<br />

– di estensione, 455<br />

– di Laplace discreto, 121<br />

– di media, 121<br />

– lineare, 361<br />

– lineare limitato, 362<br />

Opzioni Europee, 87<br />

Oscillatore armonico, 408<br />

Pacchetto d’onde, 248<br />

Parallelogramma caratteristico, 264<br />

Partizione dell’unità, 456<br />

Passeggiata aleatoria con deriva, 61<br />

Polinomi<br />

– di Chebyshev, 358<br />

– di Hermite, 359<br />

– di Legendre, 358<br />

Portafoglio auto-finanziante, 91, 99<br />

Potenziale, 117<br />

– di doppio strato, 161<br />

– di strato semplice, 166<br />

– logaritmico, 144<br />

– Newtoniano, 142<br />

Principio<br />

– di Hopf, 173<br />

– di Huygens forte, 305, 308<br />

– di massimo, 37, 85, 122<br />

– di massimo forte, 39<br />

– di riflessione di Schwarz, 172<br />

– di sovrapposizione, 20, 78, 372<br />

Probabilità<br />

– di fuga, 137<br />

– di transizione, 59


614 Indice analitico<br />

Problema<br />

– aggiunto, 529<br />

– agli autovalori, 29<br />

– di Cauchy globale, 25, 77<br />

– di controllo, 526<br />

– di Dirichlet esterno, 158<br />

– di Riemann, 207<br />

– esterno di Neumann/Robin, 160<br />

– esterno di Robin, 175<br />

Processo stocastico, 57<br />

Prodotto interno, 346<br />

Proprietà<br />

– di Markov, 59, 70<br />

– di media, 125<br />

Punto, 8<br />

– di frontiera, 8<br />

– interno, 8<br />

– limite, 8<br />

Put-call parity, 97<br />

Reazione, 67<br />

Regione di transizione, 211<br />

Relazione di dispersione, 248, 274, 319<br />

Reticolo, 120<br />

Risolvente, 396, 398<br />

Serie di Fourier, 30<br />

– convergenza in media quadratica, 13<br />

– convergenza puntuale, 13<br />

– convergenza uniforme, 14<br />

Serie di Fourier-Bessel, 75, 361<br />

Sigma algebra, 595<br />

Sistema<br />

– caratteristico di Stokes, 232<br />

Soluzione, 28<br />

– classica, 482<br />

– debole o variazionale, 482<br />

– di autosimilarità, 44, 102<br />

– di Barenblatt, 102<br />

– distribuzionale, 482<br />

– fondamentale, 46, 50, 142, 303<br />

– forte, 482<br />

– stazionaria, 28<br />

– unit source, 49<br />

Somma diretta, 352<br />

Sotto o sopra soluzioni deboli, 506, 507,<br />

565<br />

Spazio<br />

– metrico, 340<br />

– normato, 340<br />

– pre-hilbertiano, 346<br />

– topologico, 340<br />

Spettro<br />

– di una matrice, 396<br />

Stabilità, stabilità asintotica<br />

– equazione delle onde, 569<br />

Stato ottimo, 526<br />

Stazionaria, 247<br />

Steepest descent, 531<br />

Strike price, 87<br />

Striscia caratteristica, 232<br />

Successione di Cauchy, 341<br />

Superficie integrale, 216<br />

Supporto, 10<br />

– di una distribuzione, 420<br />

– essenziale, 413<br />

Tempo<br />

– d’arresto, 60, 135<br />

– di prima uscita, 135<br />

Teorema<br />

– della convergenza dominata, 598<br />

– della convergenza monotona, 599<br />

– di Approssimazione di Weierstrass, 80<br />

– di Buckingham, 590<br />

– di differenziazione, 599<br />

– di Fubini, 600<br />

– Pi di Buckingham, 43<br />

Terna Hilbertiana, 391<br />

Test di Weierstrass, 11<br />

Topologia indotta, 9<br />

Traccia, 458<br />

Traffico in un tunnel, 241<br />

Traiettoria Browniana, 57<br />

Trasformata di Fourier, 436, 452<br />

Trasformazione di Hopf-Cole, 214<br />

Valore atteso, 601<br />

Variabile aleatoria, 57<br />

– della convergenza dominata, 601<br />

Varianza, 601<br />

Variazione prima, 376<br />

Velocità<br />

– di fase, 246<br />

– di gruppo, 248<br />

– locale dell’onda, 188<br />

Volatilità, 89<br />

Weierstrass test, 31


Collana Unitext - La Matematica per il 3+2<br />

a cura di<br />

A. Quarteroni (Editor-in-Chief)<br />

P. Biscari<br />

C. Ciliberto<br />

G. Rinaldi<br />

W.J. Runggaldier<br />

Volumi pubblicati. A partire dal 2004, i volumi della serie sono contrassegnati<br />

da un numero di identificazione. I volumi indicati in grigio si<br />

riferiscono a edizioni non più in commercio.<br />

A. Bernasconi, B. Codenotti<br />

Introduzione alla complessità computazionale<br />

1998, X+260 pp, ISBN 88-470-0020-3<br />

A. Bernasconi, B. Codenotti, G. Resta<br />

Metodi matematici in complessità computazionale<br />

1999, X+364 pp, ISBN 88-470-0060-2<br />

E. Salinelli, F. Tomarelli<br />

Modelli dinamici discreti<br />

2002, XII+354 pp, ISBN 88-470-0187-0<br />

S. Bosch<br />

Algebra<br />

2003,VIII+380 pp, ISBN 88-470-0221-4<br />

S. Graffi, M. Degli Esposti<br />

Fisica matematica discreta<br />

2003, X+248 pp, ISBN 88-470-0212-5<br />

S. Margarita, E. Salinelli<br />

MultiMath - Matematica Multimediale per l’Università<br />

2004, XX+270 pp, ISBN 88-470-0228-1


A. Quarteroni, R. Sacco, F.Saleri<br />

Matematica numerica (2a Ed.)<br />

2000, XIV+448 pp, ISBN 88-470-0077-7<br />

2002, 2004 ristampa riveduta e corretta<br />

(1a edizione 1998, ISBN 88-470-0010-6)<br />

13. A. Quarteroni, F. Saleri<br />

Introduzione al Calcolo Scientifico (2a Ed.)<br />

2004, X+262 pp, ISBN 88-470-0256-7<br />

(1a edizione 2002, ISBN 88-470-0149-8)<br />

14. S. Salsa<br />

Equazioni a derivate parziali - Metodi, modelli e applicazioni<br />

2004, XII+426 pp, ISBN 88-470-0259-1<br />

15. G. Riccardi<br />

Calcolo differenziale ed integrale<br />

2004, XII+314 pp, ISBN 88-470-0285-0<br />

16. M. Impedovo<br />

Matematica generale con il calcolatore<br />

2005, X+526 pp, ISBN 88-470-0258-3<br />

17. L. Formaggia, F. Saleri, A.Veneziani<br />

Applicazioni ed esercizi di modellistica numerica<br />

per problemi differenziali<br />

2005,VIII+396 pp, ISBN 88-470-0257-5<br />

18. S. Salsa, G.Verzini<br />

Equazioni a derivate parziali -Complementi ed esercizi<br />

2005,VIII+406 pp, ISBN 88-470-0260-5<br />

2007, ristampa con modifiche<br />

19. C. Canuto, A. Tabacco<br />

<strong>Analisi</strong> Matematica I (2a Ed.)<br />

2005, XII+448 pp, ISBN 88-470-0337-7<br />

(1a edizione, 2003, XII+376 pp, ISBN 88-470-0220-6)<br />

20. F. Biagini, M. Campanino<br />

Elementi di Probabilità e Statistica<br />

2006, XII+236 pp, ISBN 88-470-0330-X


21. S. Leonesi, C. Toffalori<br />

Numeri e Crittografia<br />

2006,VIII+178 pp, ISBN 88-470-0331-8<br />

22. A. Quarteroni, F. Saleri<br />

Introduzione al Calcolo Scientifico (3a Ed.)<br />

2006, X+306 pp, ISBN 88-470-0480-2<br />

23. S. Leonesi, C. Toffalori<br />

Un invito all’Algebra<br />

2006, XVII+432 pp, ISBN 88-470-0313-X<br />

24. W.M. Baldoni, C. Ciliberto, G.M. Piacentini Cattaneo<br />

Aritmetica, Crittografia e Codici<br />

2006, XVI+518 pp, ISBN 88-470-0455-1<br />

25. A. Quarteroni<br />

Modellistica numerica per problemi differenziali (3a Ed.)<br />

2006, XIV+452 pp, ISBN 88-470-0493-4<br />

(1a edizione 2000, ISBN 88-470-0108-0)<br />

(2a edizione 2003, ISBN 88-470-0203-6)<br />

26. M. Abate, F. Tovena<br />

Curve e superfici<br />

2006, XIV+394 pp, ISBN 88-470-0535-3<br />

27. L. Giuzzi<br />

Codici correttori<br />

2006, XVI+402 pp, ISBN 88-470-0539-6<br />

28. L. Robbiano<br />

Algebra lineare<br />

2007, XVI+210 pp, ISBN 88-470-0446-2<br />

29. E. Rosazza Gianin, C. Sgarra<br />

Esercizi di finanza matematica<br />

2007, X+184 pp,ISBN 978-88-470-0610-2<br />

30. A. Machì<br />

Gruppi - Una introduzione a idee e metodi della Teoria dei Gruppi<br />

2007, XII+349 pp, ISBN 978-88-470-0622-5


31 Y. Biollay, A. Chaabouni, J. Stubbe<br />

Matematica si parte!<br />

A cura di A. Quarteroni<br />

2007, XII+196 pp, ISBN 978-88-470-0675-1<br />

32. M. Manetti<br />

Topologia<br />

2008, XII+298 pp, ISBN 978-88-470-0756-7<br />

33. A. Pascucci<br />

Calcolo stocastico per la finanza<br />

2008, XVI+518 pp, ISBN 978-88-470-0600-3<br />

34. A. Quarteroni, R. Sacco, F. Saleri<br />

Matematica numerica (3a Ed.)<br />

2008, XVI+510 pp, ISBN 978-88-470-0782-6<br />

35. P. Cannarsa, T. D’Aprile<br />

Introduzione alla teoria della misura e all’analisi funzionale<br />

2008, XII+268 pp, ISBN 978-88-470-0701-7<br />

36. A. Quarteroni, F. Saleri<br />

Calcolo scientifico (4a Ed.)<br />

2008, XIV+358 pp, ISBN 978-88-470-0837-3<br />

37. C. Canuto, A. Tabacco<br />

<strong>Analisi</strong> Matematica I (3a Ed.)<br />

2008, XIV+452 pp, ISBN 978-88-470-0871-3<br />

38. S. Gabelli<br />

Teoria delle Equazioni e Teoria di Galois<br />

2008, XVI+410 pp, ISBN 978-88-470-0618-8<br />

39. A. Quarteroni<br />

Modellistica numerica per problemi differenziali (4a Ed.)<br />

2008, XVI+560 pp, ISBN 978-88-470-0841-0<br />

40. C. Canuto, A. Tabacco<br />

<strong>Analisi</strong> Matematica II<br />

2008, XVI+536 pp, ISBN 978-88-470-0873-1


41. E. Salinelli, F. Tomarelli<br />

Modelli Dinamici Discreti<br />

2009, XIV+382 pp, ISBN 978-88-470-1075-8<br />

42. S. Salsa, F.M.G.Vegni, A. Zaretti, P. Zunino<br />

Invito alle equazioni a derivate parziali<br />

2009, XIV+440 pp, ISBN 978-88-470-1179-3<br />

43. S. Dulli, S. Furini, E. Peron<br />

Data mining<br />

2009, XIV+178 pp, ISBN 978-88-470-1162-5<br />

44. A. Pascucci, W.J. Runggaldier<br />

Finanza Matematica<br />

2009, X+264 pp, ISBN 978-88-470-1441-1<br />

45. S. Salsa<br />

Equazioni a derivate parziali – Metodi, modelli e applicazioni (2a Ed.)<br />

2010, XVI+614 pp, ISBN 978-88-470-1645-3

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